giovedì 04 Dicembre 2025
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Lavazza 2022, l’a.d. Antonio Baravalle: “Ricavi a 2,7 miliardi (+17,6%), il 73% all’estero e utili a 95 milioni, 1.000 locali entro il 2025 in Cina, 7 acquisizioni dal 2015 per 2 mld”

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Lavazza Antonio Baravalle mercato cinese
Antonio Baravalle, amministratore delegato Lavazza

La novità è che il gruppo Lavazza ha chiuso il 2022 con un fatturato pari a 2,7 miliardi di euro confermandosi al quinto posto tra i torrefattori mondiali. E adesso la multinazionale torinese guarda alla crescita sui mercati internazionali che già ora valgono il 73% dei ricavi. Così i cento punti vendita aperti in Cina da Lavazza saliranno a 200 alla fine di quest’anno per arrivare a mille nel 2025 grazie alla partnership firmata nel 2020 con Yum China.

Per quanto riguarda le acquisizioni, Antonio Baravalle, amministratore delegato del gruppo, presentando in anteprima i dati di bilancio ha detto: “Ne abbiamo fatte sette dal 2015, abbiamo investito circa 2 miliardi nella crescita in questi anni. Per un’azienda familiare è una dimensione importante”. Ricordiamo che l’azienda ha appena concluso l’acquisizione in Francia — mercato chiave per il gruppo che ha già comprato Carte Noire — della Maxicoffee.

Per quanto riguarda la diffusione del marchio Lavazza ha registrato tassi di crescita a sell out a valore nel canale Retail in Germania (+18,1%), Stati Uniti (+14,1%), Polonia (+28%); anche in Italia e Francia si registra una crescita rispettivamente dell’1,5% e 6,1%, dopo la flessione riportata nel 2021.

L’Ebitda del Gruppo torinese è stata pari a 309 milioni, in linea con quella del 2021 quando era pari 312 milioni, con un EBITDA margin pari al 11,4%, rispetto al 13,5% del 2021.

Contemporaneamente l’Ebit ha toccato i 160 milioni, in linea con l’esercizio precedente quando era stato di 164 milioni: l’Ebit margin è del 5,9%.

Da notare che l’utile netto è stato di 95 milioni, rispetto ai 105 milioni del 2021. Inoltre la posizione finanziaria netta a fine 2022 è pari a 136 milioni.

La dinamica inflattiva ha determinato gli aspetti patrimoniali, in particolare per l’apprezzamento del magazzino, portando il flusso di cassa operativo in territorio leggermente negativo, a 8 milioni.

I ricavi del gruppo Lavazza sfiorano i tre miliardi

TORINO – Per quanto riguarda l’andamento della gestione 2022, il Gruppo ha conseguito risultati di gestione positivi e una redditività in linea con l’esercizio precedente, nonostante lo scenario macroeconomico particolarmente complesso, che ha visto un forte rincaro del caffè verde, del costo di imballi, di energia, gas e costi di logistica e noli, oltre all’apprezzamento del dollaro.

Il margine è stato sostenuto da un incremento delle vendite, da un’oculata politica di gestione dei listini e un attento controllo dei costi operativi.

Il Gruppo ha scelto di assorbire una quota consistente dell’aumento dei costi e di riversarne al consumo solo una parte: questa scelta è stata premiata dal consumatore portando a un aumento delle vendite in tutte le aree geografiche, con una performance a volume superiore all’andamento del mercato, e a valore in linea con lo scorso anno.

“I risultati del 2022 rappresentano un ulteriore traguardo per il nostro Gruppo: pur in uno scenario particolarmente sfidante, siamo stati in grado di sostenere la crescita del fatturato e mantenere la marginalità in linea con gli anni precedenti. Ciò è stato possibile grazie al forte impegno su tutti i livelli aziendali nel portare avanti una strategia di sviluppo internazionale insieme a una gestione di contenimento dei costi in un contesto estremamente complesso – ha commentato Antonio Baravalle, Amministratore Delegato del Gruppo Lavazza – L’attenzione del Gruppo è ora focalizzata sull’eccezionale rialzo dei costi avvenuto nell’esercizio appena concluso che condizionerà pesantemente anche l’esercizio 2023”.

Nel 2022 il Gruppo ha ottenuto ricavi pari a euro 2,7 miliardi con una crescita del +17,6% rispetto al 2021.

Il fatturato risulta in crescita sia nel canale Home sia nel canale Fuori Casa: in particolare nel canale

Fuori Casa è l’effetto volume positivo (+26%) a portare la crescita maggiore sui ricavi. Continua la crescita del segmento Beans, che anche quest’anno emerge come il più dinamico sul mercato.

Prendendo in considerazione le 15 principali geografie in cui opera il Gruppo, il segmento Beans registra un incremento di mercato a +1,4% rispetto al 2021 e il gruppo Lavazza guadagna +1,5% di quota grazie a una crescita del 12% rispetto al 2021.

Nel segmento dei Single Serve (capsule), confermatosi il più competitivo, il Gruppo prosegue il proprio piano di lancio delle capsule in alluminio.

A livello geografico, il Gruppo Lavazza ha registrato tassi di crescita a sell out a valore nel canale Retail in Germania (+18,1%), Stati Uniti (+14,1%), Polonia (+28%); anche in Italia e Francia si registra un incremento rispettivamente dell’1,5% e 6,1%, dopo la flessione riportata nel 2021.

L’Ebitda del Gruppo è pari a euro 309 milioni, in linea con quello del 2021 quando era pari a Euro 312 milioni, con un Ebitda margin pari al 11,4%, rispetto al 13,5% del 2021.

L’Ebit si è attestato a euro 160 milioni, in linea con l’esercizio 2021 quando era pari a Euro 164 milioni del 2021, con un Ebit margin pari al 5,9%.

L’utile netto è stato pari a euro 95 milioni, rispetto a euro 105 milioni dello scorso esercizio.

La posizione finanziaria netta a fine 2022 è pari a euro 136 milioni, a conferma della solidità finanziaria del Gruppo.

La dinamica inflattiva ha impattato gli aspetti patrimoniali, in particolare per l’apprezzamento del magazzino, portando il flusso di cassa operativo in territorio leggermente negativo (-8M€).

Il Gruppo Lavazza, inoltre, continua con determinazione il proprio percorso di integrazione dei criteri ESG nel modello di business. Da una parte, ha definito un articolato programma di attività finalizzato a coinvolgere le comunità in cui opera e creare valore condiviso, generando un impatto positivo a livello sociale, economico e ambientale.

Dall’altra, il Gruppo continua a impegnarsi nella lotta al cambiamento climatico, con l’obiettivo di azzerare l’impatto delle emissioni di carbonio generate lungo l’intera catena di valore, attraverso una strategia di riduzione e compensazione delle emissioni denominata “Roadmap to Zero”. Questa strategia è articolata secondo tre livelli di azione: la misurazione dell’impatto, i piani di riduzione e i piani di compensazione. In particolare, prosegue la “Roadmap del Packaging Sostenibile”, che ha l’obiettivo di rendere l’intero portfolio packaging riutilizzabile, riciclabile o compostabile entro il 2025.

La sostenibilità

In linea con gli anni precedenti, inoltre, il Gruppo Lavazza pubblicherà a giugno il nono Bilancio di sostenibilità redatto su base volontaria secondo lo standard del Global Reporting Initiative, i principali criteri di riferimento internazionali per la rendicontazione della performance di sostenibilità, sottoposto a revisione da parte di una società di assurance esterna. Il Bilancio di Sostenibilità analizza gli impatti delle attività del Gruppo, che ha individuato i quattro pilastri di sostenibilità prioritari rispetto ai quali impegnarsi: Goal 5 – Uguaglianza di genere, Goal 8 – Lavoro dignitoso e crescita economica, Goal 12 – Consumo e produzione responsabile, Goal 13 – Agire per il clima.

Con particolare riferimento al Goal 5, nel 2022 il Gruppo ha continuato a dar seguito al percorso intrapreso nel 2020 con il lancio del programma Gap Free, un percorso di trasformazione culturale di medio-lungo periodo per la promozione delle pari opportunità e per l’eliminazione di tutte le barriere. L’obiettivo finale è eliminare ogni tipo di discriminazione e creare un’organizzazione inclusiva, in cui tutti possano esprimere la propria autenticità.

Il Gruppo, a inizio 2023, ha ottenuto in Italia il primo livello della certificazione EDGE, Economic Dividends for Gender Equality.

Per gli altri fatti di rilievo dell’esercizio 2022, si ricorda che Lavazza (Luigi Lavazza S.p.A.) è stata ammessa, in data 28 dicembre 2022, al regime di Adempimento Collaborativo previsto dal decreto legislativo n.128/2015, a decorrere dall’anno 2021.

L’ammissione rappresenta il riconoscimento della costante attenzione ai processi di compliance fiscale che l’azienda ha portato avanti negli anni e che affondano le proprie radici nel Codice Etico e nella Strategia Fiscale nonché nella valutazione positiva, da parte dell’Agenzia delle Entrate, del sistema di gestione e monitoraggio interno del rischio fiscale.

Inoltre, il 31 marzo 2023 – dopo l’approvazione della Direzione generale per la concorrenza, i consumatori e il controllo delle frodi (DGCCRF) – è stata finalizzata l’acquisizione di MaxiCoffee. La società francese, con i suoi circa 1.500 collaboratori, ha un giro d’affari di circa Euro 300 milioni e si rivolge sia a clienti privati sia ad attività commerciali attraverso la sua piattaforma e-commerce, oltre a una rete di 60 agenzie commerciali presenti in tutta la Francia, le sue École du Café e i suoi “Concept Store”. La piattaforma offre una varietà di 8.000 prodotti tra più di 350 marchi differenti di caffè (in grani, macinato e in capsule) e un’ampia gamma di macchine da caffè, caffettiere, macinacaffè e accessori.

“Con l’acquisizione prosegue la nostra strategia di espansione internazionale e di rafforzamento nei mercati chiave. MaxiCoffee avrà una gestione totalmente separata e autonoma, mantenendo intatto il suo modello di business di successo – ha commentato Antonio Baravalle, amministratore delegato del Gruppo Lavazza.

 Christophe Brancato, fondatore del Gruppo MaxiCoffee, è associato all’operazione e manterrà una quota di partecipazione minoritaria. Christophe Brancato, inoltre, è stato confermato come Presidente dell’azienda francese per proseguire lo sviluppo del modello di business da lui avviato, continuando a soddisfare e rafforzare i rapporti già consolidati con i clienti, i consumatori amanti del caffè e i fornitori partner.

Latte art da zero insieme alle due campionesse mondiali Carmen Clemente e Manuela Fensore in 5 ore full time: la missione rosetta

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Alla scuola di Latte art

RHO (Milano) – Prendi una persona comune, una che di espresso e cappuccino nella migliore delle ipotesi, ha visto soltanto la tazza finale al banco. Figuriamoci poi di Latte art, qualcosa che fa dire “wow” quando si trova servita al tavolo e che fa poi tornare in quello stesso bar ogni giorno.

Bene, per una persona comune, quei cuori che compaiono sulla crema in contrasto con il caffè, sono pura magia.

In un prossimo articolo potremmo provare a ragionare come un barista professionista – per altro, arrivano sin dalla Repubblica Ceca per esser seguiti dalle due maestre campionesse -.

Ma quella che è di seguito raccontata, è l’avventura di un neofita del bar assoluto. Dedicata a tutti quelli che ancora credono oggi che fare un cappuccino sia un gioco da ragazzi.

Se aveste l’opportunità di esser allenati per 5 ore di fila da due campionesse mondiali di Latte art…che cosa succederebbe?

Per trovare la risposta, basta provare con mano: e che mano, se non quelle di Carmen Clemente e Manuela Fensore? Nella loro scuola, la World Latte Art & Coffee Center a Rho, tutto è pronto per cominciare.

La Faema E71 pronta e in azione

Ed eccovi di fronte a una macchina per espresso da bar (una Faema o una Rancilio, c’è anche la scelta), per la primissima volta nella vita.

L’avete visto fare tante volte, distrattamente lo avete dato per scontato: macinino one dose, pressino, lancia vapore, questa sconosciuta, lattiera da riempire sino al beccuccio, flussaggio, purge.

Prima reazione: panico totale. 

Qui la vera differenza la fa il docente. E Manuela Fensore con Carmen Clemente non sono soltanto campionesse mondiali di Latte art, ma lo sono anche quando si parla di formazione.

Loro lo sanno, hanno già visto il terrore negli occhi dei corsisti e sono prontissime ad essere i capitani in mezzo alla tempesta.

Teoria e poi pratica

Dopo una breve introduzione teorica, poi si vedrà concretamente in tazza.

Si parte da una nozione che può sembrare banale, ma mica tanto: “Tutti i tipi di latte montano” esordisce Manuela Fensore “Bisogna però tenere d’occhio le proteine (da un valore di 2,8 in su per una buona cremosità) e un minimo di grasso per conferire lo spessore, il gusto”.

Questo porta a fare una riflessione sulle bevande vegetali, che spesso per compensare la mancanza di proteine, introducono degli addensati così da permettere il montaggio.

Dettagli tecnici: prima fase di montatura (3 secondi) seconda di emulsione (15 secondi), con il latte a metà della lattiera che poi raddoppierà di volume. Tazza da 50 cl (da cui si ricaverebbero ben 2 cappuccini e un caffè macchiato).

Si inizia da un semplice cuore, semplice ricordiamolo, “Partirete in questo caso più vicini al bordo” per poi passare al tulip e infine, alla mitica rosetta, (in questi due casi si inizia dal centro della tazza) croce e delizia di qualsiasi corsista di latte art.

“Ricordate ” aggiunge Manuela Fensore “che il beccuccio è la vostra penna che deve poggiare sul foglio”.

Ottimo. Ci siamo. E che sarà mai?

Già fare un espresso e far montare il latte correttamente non è così tanto immediato. Ma nessuno rimane indietro e, soprattutto, anche alla centesima volta in cui quel rumoraccio tipico delle bolle giganti che si formano nella bevanda stride nelle orecchie di tutti nell’aula, Manuela e Carmen sono ancora lì, che spiegano e guidano le mani, finché, incredibilmente, avete montato anche voi il vostro latte.

“La lancia è inclinata verso le 9 di sera, la lattiera è dritta e verso di te” e così anche il più rigido del corso, ce la fa.

L’allieva arrivata dalla Repubblica Ceca

Proprio quando si pensa di aver superato il maggiore ostacolo… arriva il cuore. Manuela lo fa in due secondi, tac e tac, abbiamo simmetria e contrasto. Provano i corsisti: quando arriva lo sconforto e l’ennesimo cappuccino viene versato nel lavandino, arrivano Manuela e Carmen a trovare un modo per far capire – sia al cervello che alle mani – il movimento corretto, l’impugnatura giusta.

Come con l’omino della Lego: ma che cosa c’entra? Ma è proprio così che rimarrà per sempre impresso il modo giusto di tenere la tazza. Chi se lo scorda più?

La presa alla omino della Lego

Uno, due, tre di versata dall’alto e poi “Devi sentire il tic sulla tazza“, beccuccio poggiato, palla di latte al lato e poi linea dritta in avanti. Un cuore di latte art.

Quanti tentativi prima di arrivare alla figura di riferimento? Non li avete contati, ma sono stati tanti. Ad un certo punto però, la presenza di Manuela e Carmen è diventata meno necessaria e non perché si è diventati campioni ad un tratto, ma perché i loro insegnamenti cominciano ad attecchire.

Anna, cintura nera di contrasto

Per cui, anche se non esce fuori il cuore simmetricamente perfetto, sapete se non altro che cosa avete sbagliato. Il corpo, che all’inizio sembrava un essere impossessato da qualche spirito maligno e non rispondeva più ai comandi inviati dal cervello, ha cominciato a orientarsi.

Ci si ricorda di controllare i secondi per l’estrazione in tazza, la montatura riesce sempre più spesso come si deve e il cuore non è dritto, ma ha tutta l’aria di essere quella cosa lì che si vede nei bar.

Gomito in alto a 90 gradi, tre dita sul manico della lattiera: next level, tulip

Così si posizionano le dita per la latte art

Non ci si ferma mai – per davvero – il latte continua a scorrere come l’acqua e i cartoni si accumulano in un bustone nero a disposizione di tutti i corsisti. Quindi è il turno del tulip. A questo punto si pensava di esser già sicuri e confident – la lancia è amica mia, la tazza non ha più segreti, ci penso io – vi dite.

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Nadia Rossi, la maestra del tulip

Tre pallini uno dietro l’altro, una linea dritta. Facile. Così almeno sembra come sempre per le mani di Manuela e Carmen, che però portano al risultato finale tutti, anche chi è meno portato. Ci si diverte anche a sbagliare. Questa è la cosa che alla fine permette a chiunque di non scoraggiarsi di fronte a due tazze di fila non riuscite: “Ci sei, hai solo sbagliato qui” e si ricomincia sempre più carichi.

E giunge la rosetta a chiusura della formazione

Che è tutta una questione di versata – un tallone d’Achille per alcuni – e di gioco di polso. Le linee dovrebbero creare come delle onde che diventano sempre più fitte e piccole, per poi filare indietro con una riga.

Una rosetta composta magistralmente dalla campionessa Fensore

Facile disperarsi, ma no: con le campionesse mondiali non si molla proprio all’ultimo. “Queste due me le fai con impegno” scherza Manuela, anche se la stanchezza va ormai di pari passo con la concentrazione.

Una domanda comincia a farsi strada: ma se una persona comune è tesa perché non vuole sbagliare, chi desidera competere nelle gare di Latte art, che tipo di pressione deve saper gestire?

Ma questo dubbio lascia il tempo che trova, perché il latte montato non aspetta nessuno e così come è venuto bene cremoso, può andar giù nel giro di pochissimo. Le chiacchiere stanno a zero e forse anche le rosette: sono tanti invece gli scheletrini, così li chiama Carmen Clemente, ma lo fa con un certo orgoglio quando li vede emergere dalle creme dei suoi corsisti, perché significa che si è sulla buona strada.

Figure finite, latte art compiuta

In 5 ore quindi, cosa si può imparare partendo da zero totale? Parecchie cose e soprattutto, la voglia irresistibile di tornare il giorno dopo a fare meglio. Perché le cose che entrano dentro sono diventate in qualche modo automatiche e c’è soltanto da perseverare per fare meglio.

Allenamento, regola d’oro

Insegnanti che trasmettono un modus operandi identico per tutti, con un’impostazione di base e delle coordinate precise, il must have.

E quindi sì: un cuore piccino, un tulip storto e una rosetta che è più una palmetta, ma sono stati portati a casa.

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Una rosetta che è più palmetta

Ma anche tante altre informazioni che si fa fatica a ricordare per raccontarle tutte, ma che il corpo conosce tutte, le ha immagazzinate. Un po’ come andare in bicicletta: magari il primo giorno si è inciampati e si torna a casa con la sensazione di aver fatto più sbucciature che altro.

In realtà, la memoria muscolare ha imparato le basi.

Così il giorno dopo, magari ci si prepara la colazione a casa con un bel cappuccino in Latte art.

Se volete cimentarvi anche voi nella Latte art, i numeri di telefono sono: 3480747346 – 3807750892. La scuola delle due campionesse si trova in Via Federico Borromeo, 4, a Rho, alle porte di Milano

 

 

Lavazza analizza i valori della generazione Z: “Attenzione all’ambiente con piccoli gesti”

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Il progetto "L'Italia che vorrei" (immagine concessa)

TORINO – I giovani si identificano nei valori che permeano la società in cui vivono: 1 su 2 riconosce la libertà di espressione come il valore più presente. Esprimono invece il bisogno di una società in cui rispetto per le diversità, giustizia, equità sociale possano diventare più centrali, oggi le vedono poco presenti.

I valori dei giovani secondo Lavazza

Infatti indicano questi valori come presenti in Italia rispettivamente per il 31%, il 20% e il 17%. Si confermano attenti all’ambiente, chiedendo che la difesa per il nostro pianeta diventi più rilevante e si passi ad azioni concrete: attualmente solo il 28% la individua tra i valori della società e il 57% auspica che abbia un peso maggiore nel prossimo futuro.

Credono nei piccoli gesti quotidiani per contribuire a rendere il mondo un posto migliore, anche se un po’ meno della generazione dei 36+, con i quali sono stati messi a confronto. In generale, tra i giovani emerge un maggiore grado di disincanto con cui guardano il mondo e lo vivono.

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I dati della ricerca commissionata da Lavazza (immagine concessa)

Eppure, entrambi i gruppi (18-35 e 36+), si ritrovano allineati quando si parla di musica: da De André a Fedez, passando per Guccini e Tiziano Ferro, c’è identità di vedute nel valutarli come artisti che hanno dato voce ai valori di equità sociale, giustizia e libertà di espressione. Circa il 50% di tutti gli intervistati ha individuato artisti esposti su queste tematiche attraverso la loro musica.

È questa la fotografia restituita dalla ricerca di Eumetra commissionata da Lavazza per indagare i valori in cui credono i giovani, che sono al centro del progetto “L’Italia che vorrei”, con cui il brand ha raccontato l’evoluzione del nostro Paese

“Con il progetto “L’Italia che vorrei” Lavazza Qualità Rossa ha voluto nuovamente celebrare il Paese in cui viviamo e il futuro che sogniamo per le prossime generazioni utilizzando il linguaggio universale della musica”, commenta Carlo Colpo, marketing communication director and brand home director del Gruppo Lavazza. “La ricerca offre nuovi spunti di riflessione e ci spinge a impegnarci maggiormente nel sostenere i giovani nei loro desideri e ambizioni con progetti come CivicoZero di Save the Children che Lavazza supporta”.

I valori di oggi e del mondo che verrà

La libertà di espressione è il valore che entrambi i gruppi (18-35 e 36+) riconoscono come presente nella nostra società, ma con una significativa differenza (46% per i 18-35, 52% nei 36+) che trova riscontro in uno scarso 17% tra i più giovani quando viene chiesto loro se concordano circa le affermazioni “Mi sento sempre libero di esprimere le mie opinioni con tutti e in tutte le situazioni” (vs il 28% dei 36+) e “Mi sento sempre in condizione di esprimere la mia personalità senza essere giudicato” (vs 25% dei 36+).

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I valori dei giovani secondo Lavazza (immagine concessa)

Le priorità dei due gruppi di intervistati sono tendenzialmente diverse, eppure ritroviamo una sovrapposizione di opinioni su alcuni valori che afferiscono alla coscienza sociale nel suo complesso.

Per entrambe, infatti, rileviamo un grado molto basso di accordo rispetto all’affermazione “Penso che l’Italia sia un Paese equo e giusto” (7%), così come ritengono che la giustizia e l’equità sociale dovrebbero essere maggiormente presenti nell’Italia che verrà (rispettivamente 56% e 50% nella generazione 18-35 e 64% e 51% per i 36+).

Si registra un desiderio comune per il rafforzamento dei valori nel futuro, ma con una differenza marcata sul valore di “onestà” per i più adulti. Il 70% dei 36+ lo indica come valore da riscoprire per il futuro (vs 53% dei 18-35), solo il 30% lo vede presente oggi (vs il 23% dei 18-35).

In generale, i 18-35 sono più attinenti alla sfera individuale, mentre nei 36+ prevale il riconoscimento sociale. Posto che entrambi i gruppi danno per scontata l’onestà nel loro quotidiano, ciò che ne guida i comportamenti sono per i più giovani il miglioramento di sé, il rispetto per le diversità, la libertà di espressione, il rispetto per l’ambiente; per i più adulti, la lealtà e la dignità spiccano su tutti gli altri valori.

Il rispetto per le diversità è uno dei valori che i più giovani desiderano vedere compiuto quando si parla di sviluppi futuri: più della metà lo indica come valore che l’Italia dovrebbe avere e che oggi solo 3 su 10 vedono presente.

Un mondo migliore, un piccolo gesto alla volta

La generazione più adulta si mostra più ottimista di quella più giovane sull’affermazione “Ciascuno di noi, impegnandosi in piccoli gesti, può contribuire a rendere l’Italia più equa, libera e giusta” il 46% dei 36+ (vs 40% dei 18-35), ma in generale c’è un allineamento tra i due gruppi.

Credono nei piccoli gesti quotidiani per migliorare il mondo, sia per ridurre l’impatto ambientale attraverso l’attuale modo di vivere (usando i mezzi pubblici o la bicicletta per esempio), sia per contribuire al supporto della comunità di riferimento, come aiutare i più fragili che siano anziani o amici in difficoltà, donando oggetti non più utilizzati e supportando chi ha bisogno.

La musica

La musica come spazio di incontro: qui i gruppi 18-35 e 36+ hanno dimostrato un comune sentire, quantomeno sui grandi nomi di cantanti indicati come coloro che, con la loro musica e le loro parole, hanno dato voce ai valori di equità sociale, giustizia e libertà.

E dunque spaziando da Bob Dylan a Fedez, passando per De Andrè, Guccini e Vasco Rossi, il 50% degli intervistati hanno individuato sia i grandi classici, gli artisti della tradizione, sia alcuni di quelli tra loro che hanno saputo particolarmente avvicinarsi anche al pubblico più giovane.

Da notare che vince la reputazione generale degli artisti sui loro lavori specifici, tanto che solo il 17% dei più giovani e il 23% dei 36+ ha saputo indicare una canzone rappresentativa di quei valori.

Nonostante questo, non mancano però citazioni di grandi pezzi musicali che confermano coerenza con gli atteggiamenti e il pensiero di entrambi i gruppi: così i più giovani citano “I want to break free” dei Queen o “Made in Italy” di Rosa Chemical, mentre i 36+ indicano “Il cielo è sempre più blu” di Rino Gaetano.

Il progetto L’Italia che vorrei

Con “L’Italia che vorrei” Lavazza Qualità Rossa racconta un’Italia fatta di valori che si esprimono anche attraverso piccoli gesti, come quello di condividere un caffè, e che trovano concretezza nel supporto al progetto CivicoZero di Save the Children.

Lavazza Qualità Rossa, la miscela che da oltre 50 anni è protagonista di quel momento quotidiano di piacere che scandisce la vita degli italiani e simbolo di una storia di eccellenza che prosegue e si proietta nel futuro, ha scelto tre artisti che parlano al cuore dei giovani, incarnando desideri, ambizioni e passioni di tutti gli italiani, per mostrare i valori di un’Italia in continua evoluzione.

Marracash, Levante ed Elodie sono chiamati a immaginare “L’Italia che vorrei“, un racconto condiviso di un’Italia equa, giusta e libera in cui far vivere le generazioni future. In un emozionale video manifesto i tre talent esprimono la loro visione, cominciando dalla quotidianità dei piccoli gesti.

Equa è l’Italia che vorrebbe Marracash, senza discriminazioni, dove tutti possono ambire ad avere la stessa serenità e realizzarsi nella propria vita. La bellezza della giustizia è al centro del racconto di Levante perché solo in un’Italia giusta esistono persone felici. Libertà invece è il valore scelto da Elodie per un Paese che non giudica, ma sostiene i sogni e le aspettative di tutti, apprezzando la ricchezza custodita nelle differenze.

I tre talent, interpreti de “L’Italia che vorrei”, firmano inoltre l’edizione limitata dell’iconica miscela Lavazza Qualità Rossa, ribadendo i messaggi di cui si fanno portavoce insieme al brand

Il prodotto, nella sua edizione limitata – disponibile per il consumo domestico in caffè macinato, grani e nelle capsule espresso Lavazza A Modo Mio – si apre attraverso la piattaforma dedicata ad un dialogo diretto con il consumatore, dando la possibilità grazie ad un concorso di assistere live o in streaming alle esibizioni di Marracash, Levante ed Elodie, tre appuntamenti previsti per l’estate 2023 in tre città italiane.

Cliccando qui i visitatori possono scoprire il progetto completo Qualità Rossa “L’Italia che vorrei”.

BWT per la prima volta tra gli sponsor di The London Coffee Festival, dal 20 al 23 aprile

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BWT a The London Coffee Festival (immagine concessa)

MILANO – BWT Water+More annuncia per la prima volta la sua presenza come sponsor ufficiale di The London Coffee Festival. L’evento, che si che si svolgerà dal 20 al 23 aprile, vedrà riunirsi l’intera industria del caffè e gli amanti dell’espresso. La partecipazione alla Fiera vedrà il completamento delle azioni del 1° quadrimestre 2023 che combinano l’ottima acqua filtrata BWT con esperienze sensoriali in tutto il mondo.

BWT Water+More a The London Coffee Festival

Come dichiarato da Sergio Barbarisi – International Key Account Manager – “Il 2023 ci ha visti lavorare strettamente con i coltivatori e baristi, partecipando attivamente in eventi come Let’s Talk Coffee in Honduras, La Rumba Barista in Colombia e PRF in El Salvador, migliorando la qualità dell’acqua per un’esperienza di cupping migliore. È naturale quindi che il prossimo passo sia rivolto verso i baristi che desiderano migliorare i flavour dei loro caffe tostati e donare alle estrazioni tutti gli aromi ed elementi sensoriali che vogliono esprimere.”

BWT Water+More installerà al The London Coffee Festival 6 punti di prelievo per servire acqua Premium dell’azienda ai torrefattori, baristi e produttori di macchine da caffe che espongono quest’anno al Truman Brewery.

Lo staff BWT locale ed internazionale sarà presente per fornire tutte gli approfondimenti del caso e guidare gli interessati alla corretta scelta del sistema di filtrazione basato sulla qualità dell’acqua locale ed estrazione desiderata.

Rancilio Group a Madrid per la 36° edizione del Salón Gourmets, dal 17 al 20 aprile

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Rancilio Group a Madrid per la 36° edizione del Salón Gourmets (immagine concessa)

VILLASTANZA DI PARABIAGO (Milano) – Dal 17 al 20 aprile 2023 Rancilio Group accoglierà i professionisti e gli amanti del caffè di tutto il mondo alla 36a edizione del Salón Gourmets ad IFEMA – Fiera de Madrid. Rancilio Group partecipa all’evento con una selezione speciale della sua ampia gamma di prodotti.

Rancilio Group presente a Salón Gourmets ad IFEMA – Fiera de Madrid

Rancilio Classe 5 sarà la protagonista dello stand Rancilio Group con una nuovissima versione pensata appositamente per i baristi coscienziosi, sempre attenti al risparmio energetico. La macchina per caffè espresso a caldaia singola, semplice da utilizzare e dotata di tecnologia Steady Brew per una stabilità termica al top di gamma, sarà infatti presente con novità in esclusiva per i presenti all’evento.

Gli ospiti dello stand avranno anche la possibilità di degustare caffè specialty della macchina per espresso a caldaia singola Invicta, nota per il suo design iconico e la facilità d’uso.

Egro sarà presente con la nuova macchina superautomatica QuBe, ideale per i settori Hospitality e OCS e per tutti i locali, uffici e coffee corner a basso consumo giornaliero che richiedono un variegato menù a base di caffè.

Ogni anno Salón Gourmets riunisce tutti i professionisti del settore gastronomico a livello internazionale per una sensazionale vetrina di cibi e bevande di alta qualità. I visitatori potranno apprezzare le specialità gastronomiche – dai prodotti tradizionali alle ultime tendenze – godendo del ricco programma di eventi previsti per la rassegna di quest’anno.

Salón Gourmets / Rancilio Group

  • 17-20 aprile, 2023
  • Stand 4G18
  • Ifema Madrid (cliccare qui per la posizione su Google Maps)
  • Av. Partenón, 5
  • 28042 Madrid, Spagna

Mercati del caffè: New York in calo, Londra in ripresa, finisce La Niña, ma El Niño potrebbe arrivare a breve

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mercati del caffè robusta futures Eudr arabica esportazioni Brasile export prezzi borsa Vietnam meteo
Il logo dell'Ice

MILANO – Andamento divergente per i due mercati del caffè durante il mese di marzo, con New York in calo e Londra in parziale ripresa, di riflesso a dinamiche e sentiment in parte diversi. Il contratto per scadenza maggio dell’Ice Arabica ha chiuso ai massimi mensili il 1° marzo terminando la giornata a 183,55 centesimi, peraltro in calo rispetto all’ultima seduta di febbraio.

Il 2 marzo, il benchmark è volato a un massimo intraday di 186,40 centesimi, ma ha successivamente ripiegato in territorio negativo, per chiudere la giornata a 182,20.

Andamento altalenante nei giorni successivi: la seduta di metà mese si è conclusa a 172,60 centesimi. Un forte rimbalzo speculativo ha riportato in area 180 centesimi già il 16 marzo (chiusura a 180,05 centesimi).

Ancora alti e bassi anche nella seconda metà del mese, sino al minimo mensile di 169,70 centesimi, raggiunto il 29 marzo. Era da inizio gennaio che il contratto principale non scendeva a questi livelli di prezzo, sotto la soglia del dollaro e 70 centesimi.

Le ultime due sedute del mese hanno visto una modesta ripresa che ha riportato la scadenza principale a 170,50 centesimi, venerdì 31 marzo. Principale driver: la ripresa del real brasiliano, ai massimi da quasi due mesi a questa parte sul dollaro.

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IVS Group: fatturato pari a 542,1 milioni, +52,3%, il presidente Paolo Covre: “Un anno straordinario”

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PRINCIPATO DEL LUSSEMBURGO – Il Consiglio di amministrazione di IVS Group S.A. (Milano: IVS.MI) si è riunito il 30 marzo 2023, sotto la presidenza di Paolo Covre, per esaminare ed approvare il progetto di bilancio al 31 dicembre 2022 (separato e consolidato), la relazione degli amministratori, la nota integrativa al bilancio e il bilancio di sostenibilità.

Il fatturato di IVS Group

Il consiglio ha dato mandato al Presidente di convocare l’Assemblea nei termini di legge e dello Statuto, per il giorno 27 giugno 2023), ore 11:00, presso la sede legale in 18 Rue de l’Eau L – 1449, Gran Ducato del Lussemburgo, per deliberare, su: approvazione del bilancio annuale al 31 dicembre 2022 e materie collegate, destinazione del risultato d’esercizio, manleve agli amministratori, nomina amministratori, rinnovo della delega al consiglio per operazioni di aumento di capitale. Il Consiglio ha inoltre analizzato e approvato le relazioni in materia di Corporate Governance, Remunerazione, Controllo Rischi.

Sintesi dei risultati al 31 dicembre 2022

  • Fatturato consolidato pari a euro 542,1 milioni (+52,3%)
  • Ebitda Adjusted pari a euro 92,1 milioni (+26,6% sul 2021).
  • Ebit Adjusted pari a euro 23,0 milioni (+75,1% sul 2021)
  • Utile netto pari a euro 7,6 milioni.
  • Utile Netto Adjusted pari a euro 8,3 milioni (prima degli utili di terzi)
  • Indebitamento Finanziario Netto pari a euro 415,1 milioni (inclusi Euro 69,4 mln da effetti IFRS16 su lease operativi)
  • Perfezionate 16 nuove acquisizioni in Italia e all’estero (inclusa la business combination con Liomatic, GeSA e Vendomat).

Fatturato consolidato pro-forma considerando il perimetro attuale di IVS Group, incluse la Business Combination e le altre attività acquisite dall’inizio del 2022, pari a circa euro 680 milioni con un Ebitda Adjusted pro-forma di oltre euro 105 milioni.

Andamento della gestione

Il fatturato consolidato del 2022 ammonta a euro 542,1 milioni, in aumento del 52,3% rispetto a euro 355,9 milioni del 2021.

A seguito della business combination con i gruppi di Liomatic, GeSA e Vendomat (di seguito la “Business Combination”), i cui effetti sono iniziati il 1° luglio 2022 e che incidono a partire dal secondo semestre 2022, le attività del gruppo sono state riorganizzate in sette settori operativi, che al 31 dicembre 2022 hanno generato i ricavi sotto indicati (pro-rata temporis e al lordo delle elisioni intra settore).

  • attività di gestione vending (che include i settori operativi vending di Italia, Francia, Spagna e Altri paesi minori): vendite pari a euro 417,4 milioni, +33,1% rispetto a euro 313,5 milioni al 31 dicembre 2021, a loro volta suddivise per mercati geografici: (i) Italia (euro 344,8 milioni), (ii) Francia (euro 38,6 milioni), (iii) Spagna (euro 30,2 milioni) e (iv) altri mercati Europa (euro 3,8 milioni). Nell’Italia confluiscono la maggior parte delle attività vending di Liomatic e tutte quelle di GeSA; la Francia mantiene sostanzialmente il precedente perimetro di IVS Group; nella Spagna entrano anche le attività locali di Liomatic; negli altri mercati europei, oltre alle preesistenti attività svizzere e polacche di IVS, entrano le attività in Germania, Portogallo e San Marino di Liomatic.
  • attività di rivendita (euro 66,5 milioni pro-rata temporis e dunque con riferimento al solo secondo semestre del 2022). Si tratta di un settore non presente nel perimetro di IVS Group ante Business Combination, pertanto il confronto 2022-2021 non è significativo. Attraverso le attività acquisite, il gruppo è diventato leader in Italia anche in questo importante segmento di mercato.
  • attività nel settore horeca (euro 10,4 milioni). Anche in questo caso si tratta di un settore sostanzialmente nuovo per IVS Group, rappresentato prevalentemente da attività controllate da Liomatic (in Spagna) e da attività avviate nel secondo semestre del 2022 da IVS.
  • attività della divisione Coin (euro 29,1 milioni; +21,3%), senza nuovi apporti dalla Business Combination ma con all’attivo l’acquisizione del Gruppo N-And (specializzata nella produzione e vendita di schermi touch principalmente destinati al settore del vending e alla ottimizzazione d user interface digitali), vede un aumento delle vendite in tutte le principali aree e la continua crescita della app di pagamento CoffeecApp (oltre 1,2 milione di utenti registrati e 295.000 utenti attivi).

Nel vending, il numero totale di erogazioni del gruppo al 31 dicembre 2022 è stato pari a 827,2 milioni, da 652,5 milioni del 2021 (+26,8%). A titolo indicativo, in quanto lo spostamento di attività tra varie filiali del gruppo è già stata avviato, l’apporto nel semestre da Liomatic e GeSA è stato di circa 130,8 milioni di consumazioni, mentre la crescita di volumi attribuibile a IVS Group è pari al 6,3% circa.

Le 16 acquisizioni, inclusa la Business Combination con Liomatic, GeSA e Vendomat, hanno contribuito pro-rata alle vendite per del 2022 circa euro 148,7 milioni.

Il prezzo medio delle erogazioni (al netto dell’IVA) è stato pari a euro 50,46 centesimi, da euro 48,04 centesimi di IVS Group (ante Business Combination) nell’analogo periodo 2021 (+5,0%).

L’effettivo aumento dei prezzi in percentuale è in realtà stato superiore, ma il nuovo dato medio è mediato dai prezzi di Liomatic e GeSA, che, nel mercato italiano, risultano nel primo caso sostanzialmente allineati a quelli di IVS (seppur con una maggiore incidenza del costo del venduto) e nel secondo mediamente inferiori del 9,4%.

L’aumento del prezzo medio riflette sia le politiche di adeguamento in corso, sia il diverso mix di canali di vendita, che ha visto la graduale ripresa dei volumi nei segmenti di mercato public e travel, che presentano prezzi medi più alti rispetto al settore corporate. La politica di aumento dei prezzi di vendita continuerà a dispiegarsi a lungo sull’intera base di clientela, mentre i costi del venduto, di energia e carburanti, sono saliti più rapidamente e in misura rilevante nel 2022. Si prevede che il continuo processo di aumento dei prezzi di vendita genererà un effetto complessivo positivo più elevato di quello dell’inflazione sui costi. Il tasso complessivo annuale di acquisizione di nuovi clienti si mantiene superiore al churn rate.

L’Ebitda reported consolidato è pari a euro 91,0 milioni, +30,3% rispetto a euro 69,9 milioni a dicembre 2021. L’Ebitda Adjusted consolidato è invece in crescita del 26,6%, pari a euro 92,1 milioni, da euro 72,7 milioni.

Con l’ingresso nel consolidato delle attività di rivendita, di horeca e considerata l’attuale minore redditività nel vending delle aziende neoacquisite rispetto alla media storica di IVS, l’incidenza totale dell’Ebitda Adjusted sul fatturato risulta pari al 17,0% circa (18,9% se calcolata sui ricavi al netto delle fees di posizionamento). In particolare, l’aumentata incidenza del costo del venduto dipende dal peso sulle vendite delle attività di rivendita, il cui Ebitda margin è attualmente nell’ordine del 5,3%.

Nel solo core- business vending la marginalità (al netto delle fees per i servizi infragruppo e con riferimento ai ricavi al netto delle fees di posizionamento) risulta pari al 21,6% in Italia, al 14,8% in Francia, all’15,3% in Spagna e al 13,7% negli altri paesi. Sulla crescita dell’Ebitda ha inciso la forte crescita dei costi per carburante ed energia che, per la sola IVS, al netto della contribuzione delle neo partecipate, registra un incremento a parità di volumi per complessivi euro 4,1 milioni rispetto al 2021; inoltre, all’interno del costo del personale, il costo degli interventi tecnici aumenta un poco di più dell’aumento dei volumi, per i maggiori costi finalizzati alle uscite del personale tecnico dedito all’aumento dei prezzi di vendita sui distributori automatici.

L’Ebit Adjusted consolidato sale a euro 23,0 milioni al 31 dicembre 2022 (+75,1% da euro 13,1 milioni a dicembre 2021), per l’aumento dell’Ebitda, nonostante la crescita anche degli ammortamenti (euro 69,1 milioni da 59,6 milioni), che riflettono soprattutto l’allocazione a specifiche attività ammortizzabili di parte del prezzo pagato e dell’avviamento emerso dalla Business Combination, mentre si confermano gli effetti della maggiore selettività sugli investimenti industriali iniziata nel 2020.

L’utile netto consolidato 2022 è pari a euro 7,6 milioni (prima di euro 1,4 milioni di risultati attribuibili alle minoranze), rispetto a euro 5,9 milioni del 2021.

In particolare, il risultato prima delle imposte (che nel 2021 contribuivano al risultato netto in modo positivo per circa euro 9,9 milioni, contro i +0,9 milioni del 2022) è positivo per euro 6,8 milioni contro la perdita del 2021 di Euro 4,1 milioni, e dunque con un miglioramento di circa euro 10,9 milioni. Il Risultato Netto Adjusted (sempre prima degli utili di terzi) al netto delle voci considerate non ricorrenti, è pari a euro 8,3 milioni (euro 8,3 milioni nel 2021, con i suddetti proventi di natura fiscale per Euro 9,9 milioni).

La Posizione finanziaria netta (“PFN”) è negativa per euro 415,1 milioni (inclusi euro 69,4 milioni, da contratti di affitto e leasing finanziario in base alle previsioni del principio IFRS 16), da confrontare con euro 322,2 milioni al 30 giugno 2022, cioè appena prima del perfezionamento della Business Combination e degli effetti dell’aumento di capitale completato a giugno 2022.

Nel corso del 2022 sono stati effettuati altri pagamenti per acquisizioni, inclusa la Business Combination, per euro 37,1 milioni (al netto della cassa acquisita e dei proventi derivanti dall’aumento di capitale), oltre all’assunzione di debiti finanziari netti delle società acquisite alla data del closing per circa Euro 62,9 milioni (inclusi euro 17,6 milioni IFRS16); sono inoltre stati effettuati pagamenti per investimenti tecnici netti pari a circa complessivi euro 40,1 milioni e circa Euro 10 milioni per dividendi. Aumentano al 31 dicembre 2022 i crediti IVA a euro 13,9 milioni (euro 5,2 milioni a fine 2021), non inclusi nel calcolo della PFN.

Altri fatti di rilievo ed operazioni poste in essere dopo il 31 dicembre 2022 e previsioni per il 2023

 L’attuale contesto di alti livelli di inflazione influisce sulle attività di IVS Group, ma con minore intensità rispetto agli impatti passati della pandemia. I volumi restano complessivamente su una graduale tendenza di ripresa, sebbene lenta ed ancora influenzata dall’incertezza legata alle effettive presenze e ore lavorate nei luoghi dove sono installati i distributori automatici.

Le difficoltà registrate durante il 2022 da alcuni settori industriali “energivori” e la conseguente minore presenza di lavoratori in tali industrie sono gradualmente rientrate verso fine anno e i volumi delle erogazioni nei primi due mesi del 2023 risultano in buona crescita rispetto all’inizio del 2022. Gli attuali andamenti nel vending fanno ipotizzare, per l’intero 2023, un numero complessivo di erogazioni del gruppo prossimo al miliardo.

Commenta Paolo Covre, presidente di IVS Group. “Il 2022 è stato un anno straordinario, sia per i complicati scenari politici ed economici, sia per le operazioni realizzate da IVS. Il gruppo è oggi – e lo sarà per un biennio – concentrato e fortemente impegnato nell’integrazione con Liomatic e GeSA, che sta già generando una prima parte dei benefici economici attesi dalla Business Combination. Siamo certi che questa importante operazione farà emergere anche nuove opportunità, non solo in Italia, tali da rafforzare il nostro posizionamento sul mercato, rendendo IVS Group un attore imprescindibile nelle strategie nel settore della distribuzione automatica di cibi e bevande”.

Il bilancio nel dettaglio

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Dati: IVS Group
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Dati: IVS Group
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Dati: IVS Group
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Dati: ivs group

La scheda sintetica di IVS Group

IVS Group S.A. è il leader italiano e secondo operatore in Europa nella gestione di distributori automatici e semiautomatici per la somministrazione di bevande calde, fredde e snack (vending).

L’attività core del vending si svolge principalmente in Italia (85% circa del fatturato), in Francia, Germania, Polonia, Portogallo, Spagna e Svizzera, con circa 289.500 distributori automatici e semiautomatici; il gruppo ha una rete di 132 filiali e circa 3,950 di collaboratori. IVS Group serve più di 15.000 aziende ed enti, con oltre 825 milioni di erogazioni nel 2022.

Costadoro è la 3° azienda del caffè in Italia a ottenere la certificazione B Corporation

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trombetta costadoro
Giulio Trombetta, ceo Costadoro (immagine concessa)

TORINO – Costadoro è la terza azienda in Italia specializzata nel settore del caffè, dopo Illy e Nespresso, a ottenere l’ambita certificazione B Corporation, assegnata alle società che si impegnano a osservare i più alti standard di performance sociale e ambientale, di trasparenza e responsabilità e che operano nel rispetto di tutti gli stakeholder coinvolti nel sistema: dai fornitori ai clienti, passando per i collaboratori, con particolare attenzione alle generazioni future.

Costadoro ottiene la certificazione B Corporation

Un’azienda per definirsi eccellente lo deve essere anche a livello sociale ed è per questo che Costadoro ha deciso di intraprendere questo percorso virtuoso. La Certificazione B Corporation rappresenta per l’azienda anche una grande sfida, ovvero dimostrare che si può fare business rispettando società e ambiente: “creare valore rispettando i valori”.

Questo risultato è merito di tutta l’azienda poiché tutti i reparti e tutte le persone sono state coinvolte. L’etica e la sostenibilità sono da sempre state rispettate, ma oggi l’impegno è diverso e ci si misurerà di anno in anno per migliorare.

Durante il percorso è stato fondamentale, oltre la competenza di tutti gli interessati e dei Responsabili del progetto, l’aiuto di Nativa Regenerative Innovation Company società di consulenza specializzata in questo settore.

Il lavoro è stato tanto, e si è formalizzato anche attraverso l’ottenimento dello status di Società Benefit con la modifica dello Statuto sociale, avvenuto il 14 marzo scorso, dal Notaio Francesca Morotti Astore, dove è stato sancito ufficialmente che l’obiettivo di Costadoro S.p.A. non è solo economico ma anche sociale.

Essere sostenibili significa operare in maniera responsabile su tutta la filiera, partendo dai fornitori delle materie prime, passando per i propri dipendenti, sino ad arrivare ai clienti finali non dimenticando mai l’impatto su ambiente e società. Inoltre, particolare attenzione viene data verso il mondo dei giovani offrendo loro opportunità di lavoro gratificanti e soprattutto trasferendo loro quelli che sono i valori fondanti di Costadoro S.p.A.

“Un’azienda buona per fare un caffè sempre più buono” queste sono state le prime parole del ceo Giulio Trombetta “un grazie particolare a tutte le persone di Costadoro che hanno avuto il coraggio e l’intuizione di prendere questa direzione”.

Con la certificazione B Corporation, verranno raggiunti altri mercati e si potranno ispirare molti altri imprenditori, portando eccellenza e valore italiano nel mondo: questo è motivo di grande orgoglio per il management e i collaboratori dell’azienda di Torino, che non a caso appartiene alla rete Exclusive Brands Torino la quale riunisce il meglio delle aziende del territorio che hanno la stessa filosofia.

Bialetti: conti di nuovo in rosso con perdita di 4 milioni, l’azienda: “Causa dell’impatto degli oneri finanziari e perdite su differenze cambi”

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gruppo Bialetti industrie illa nuo
Il celebre omino coi baffi del logo Bialetti

Il bilancio consolidato 2022 appena approvato dal Consiglio di amministrazione di Bialetti Industrie Spa ha fatto registrare perdite per 4 milioni di euro. Il 2021 si era chiuso con utili per 5,8 milioni, il 2020 con perdite per 7 milioni. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato su Brescia Today.

Il bilancio Bialetti 2022

COCCAGLIO (Brescia) – Torna in rosso il bilancio di Bialetti Industrie Spa, storica azienda bresciana – quartier generale a Coccaglio – che opera nella produzione e commercializzazione di prodotti rivolti all’houseware e, in particolare, con il marchio Bialetti nel mercato di prodotti per la preparazione del caffè (caffettiere tradizionali, elettriche e macchine per il caffè espresso) oltre che di una linea di caffè in capsule.

Il bilancio consolidato 2022 appena approvato dal Consiglio di amministrazione ha fatto registrare perdite per 4 milioni di euro: un risultato, fa sapere l’azienda, “influenzato dall’impatto degli oneri finanziari e dalle perdite su differenze cambi”. Il 2021 si era chiuso con utili per 5,8 milioni, il 2020 con perdite per 7 milioni.

I risultati del 2022

Ma ci sono anche (e ovviamente) dei risultati positivi. Il gruppo nell’esercizio 2022 ha conseguito ricavi consolidati pari a 152,9 milioni di euro, con un incremento del 3,9% rispetto al dato dello stesso periodo 2021 (chiuso a 147,3 milioni di euro). “La crescita – si legge ancora in una nota di Bialetti – rappresenta un importante traguardo, raggiunto all’interno di un quadro macro-economico complicato dal conflitto in Ucraina, dall’aumento dei costi energetici e di numerosi altri elementi congiunturali che hanno destabilizzato le politiche di approvvigionamento e l’accesso ai mercati di sbocco internazionali”.

L’ebitda (margine operativo lordo) risulta positivo per 26,5 milioni di euro (+2,5 milioni rispetto all’esercizio 2021): l’ebit (margine operativo netto) è pari a 12,923 milioni (+3,3 milioni rispetto al 2021).

La crescita dei ricavi è dovuta all’incremento delle vendite nel “mondo caffè” (sia in termini di caffettiere che di caffè in capsule e macinato), allo sviluppo estero mediante l’apertura di filiali commerciali negli Stati Uniti e in Australia, allo sviluppo delle vendite online, alla ripresa del mercato italiano post-pandemia.

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Banca Intesa Sanpaolo e Fipe Confcommercio insieme per promuovere gli investimenti nel settore bar e ristorazione

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Intesa San Paolo
L'accordo tra Banca Intesa San Paolo e Fipe per i finanziamenti a bar e ristoranti

Intesa Sanpaolo e Fipe insieme per promuovere gli investimenti nel settore della ristorazione, dell’intrattenimento e del turismo
31 Marzo 2023

Roma, 31 marzo 2023 – Intesa Sanpaolo e FIPE-Confcommercio, associazione leader nel settore della ristorazione, dell’intrattenimento e del turismo, hanno siglato un accordo per promuovere gli investimenti nel settore. Obiettivo comune è quello di accompagnare le piccole imprese nell’attuale contesto e nel rilancio, attraverso l’efficientamento energetico e l’impatto ambientale in coerenza con i principi ESG, oltre a iniziative per favorire gli investimenti in digitalizzazione. L’intesa si inserisce nel consolidato rapporto di collaborazione tra Intesa Sanpaolo e Confcommercio Imprese per l’Italia, grazie alla sottoscrizione di numerosi accordi a favore delle imprese associate, per agevolare l’accesso al credito alle microimprese e alle PMI italiane.

La Banca attraverso l’iniziativa “Crescibusiness”, un piano da 5 miliardi di euro rivolto in particolare alle piccole imprese, ha previsto interventi per la liquidità e finanziamenti garantiti, azzeramento fino a fine anno delle commissioni sui micropagamenti tramite POS in negozio fino a 15 euro, gratuità per un anno del canone dei POS e delle carte di credito commercial, agevolazioni sui prodotti di copertura assicurativa e noleggio di beni strumentali, arredi e complementi per contenere i costi operativi.

Entro il 2026, Intesa Sanpaolo programma erogazioni a medio lungo termine per oltre 410 miliardi di euro, di cui 270 destinati alle imprese, con i quali contribuire attivamente alla ripresa economica del Paese.

Ammontano complessivamente a 40 miliardi di euro gli interventi di Intesa Sanpaolo a favore delle imprese italiane, anche di piccolissime dimensioni, e delle famiglie per sostenere i maggiori costi legati agli aumenti energetici e alla spesa quotidiana.

“Intesa Sanpaolo è da sempre attenta alle esigenze del tessuto imprenditoriale del Paese, – spiega Anna Roscio responsabile Sales & Marketing Imprese di Intesa Sanpaolo. – La collaborazione con Fipe è ormai collaudata e con CresciBusiness mettiamo a disposizione degli operatori della ristorazione, dell’entertainment e del turismo risorse importanti non solo per affrontare l’attuale periodo, ma soprattutto per accompagnare queste realtà nel proprio rilancio attraverso progetti di sviluppo, digitalizzazione e sostenibilità, obiettivi coerenti con il PNRR”.

“La rinnovata collaborazione tra FIPE e Intesa Sanpaolo è frutto di un percorso iniziato da tempo che ci ha portato a raggiungere risultati significativi”, ha dichiarato Aldo Cursano, Vice Presidente FIPE- Confcommercio. “Il supporto che la banca offre alle imprese del nostro settore è ancor più importante in questo 2023, che noi consideriamo il vero e proprio anno della ripresa dopo le difficoltà affrontate a causa della crisi pandemica. Si tratta, infatti, di un momento storico in cui tutte le realtà, anche le più piccole, si trovano a fare i conti con le sfide che le attendono sotto il profilo della digitalizzazione, della sostenibilità e dell’innovazione. È un treno ad altissima velocità, quello della crescita e dello sviluppo, che non possiamo perdere”.