lunedì 01 Dicembre 2025
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Roma: Guido Castagna tiene una degustazione di cioccolato con cacao di origine del Centroamerica per il progetto Revicacao

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La locandina della degustazione a cura di Guido Castagna (immagine concessa)

ROMA – Nell’ambito del progetto Revicacao “Rivitalizzazione della filiera del cacao di qualità in Centro America e Caraibi” realizzato dall’Organizzazione internazionale italo-latinoamericana (Iila) e finanziato dall’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics), il giorno 26 ottobre 2023 alle ore 17.30 presso la sede Iila in Via Paisiello 24 in Roma, si terrà una degustazione di cioccolato elaborato con cacao di origine del Centroamerica, ad opera dell’icona del dolce Guido Castagna.

Il maestro cioccolatiere, anno dopo anno, si è imposto con prodotti di straordinaria purezza acquistando i migliori cacao del mondo: Criollo, Trinitario e Arriba Nacional Forastero, che seleziona visitando personalmente le associazioni di produttori.

La degustazione di cioccolato con cacao di origine del Centroamerica

Per la prima volta, verrà utilizzato cacao proveniente dai paesi centroamericani beneficiari di un Progetto di cooperazione dell’Iila, sapientemente lavorato dal maestro Guido Castagna.

La Segreteria socio-economica (Sse) dell’Iila realizza da anni progetti nel settore del cacao e cioccolato volti a sostenere i piccoli produttori agricoli latinoamericani su varie fasi della filiera produttiva (coltivazione, raccolta, post-raccolta, trasformazione e commercializzazione), con l’obiettivo di generare nuove opportunità economiche e migliorare la qualità di vita delle comunità locali.

L’evento di degustazione, al quale parteciperanno 12 produttori di cacao provenienti da El Salvador, Guatemala e Honduras oltre a operatori del settore, intende promuovere l’utilizzo del cacao latinoamericano in Italia e diffondere una migliore conoscenza dell’origine di questo cacao con le sue peculiari proprietà organolettiche.

Bialetti e Dolce & Gabbana insieme per la Moka Induction e i cofanetti regalo Coffee Press Preziosa

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I prodotti nati dalla collaborazione tra Bialetti e Dolce & Gabbana (immagine concessa)

COCCAGLIO (Brescia) – Prosegue la collaborazione di successo tra Bialetti e Dolce & Gabbana: dopo il lancio della Moka Express Carretto Siciliano e del caffè macinato Perfetto Moka Irresistibile, la gamma di prodotti nati dall’incontro tra l’azienda icona del caffè nel mondo e Dolce&Gabbana, il cui immaginario da sempre rende omaggio alla Sicilia e alle tradizioni mediterranee, si amplia con l’arrivo di Moka Induction, di due esclusivi cofanetti regalo e – dal prossimo 11 dicembre – di Coffee Press Preziosa.

La partnership tra Bialetti e Dolce & Gabbana

La celebre iconografia del Carretto Siciliano, da sempre simbolo della cultura, dei paesaggi, dell’artigianalità e della convivialità del territorio siciliano, incontra così ancora una volta il mondo di Bialetti, per realizzare oggetti dalla forte identità in cui heritage e contemporaneità si fondono: un affascinante racconto dove l’unicità del saper fare italiano è protagonista.

La Moka Induction – la caffettiera pensata appositamente per i piani a induzione – e la Coffee Press Preziosa Bialetti si impreziosiscono così con i toni caldi e con la ricchezza decorativa della fantasia Carretto Siciliano, mentre i due originali cofanetti regalo nascono dalla volontà di offrire un’esperienza a tutto tondo del rituale italiano del caffè firmato Bialetti e Dolce&Gabbana.

Il primo dei due set racchiude la Moka Express nel formato 3 tazze e una confezione di caffè macinato Perfetto Moka Irresistibile, mentre il secondo si compone della Moka Express 2 tazze in abbinamento a una coppia di bicchierini in porcellana con palettine dorate, per donare un tocco speciale alla mise en place della pausa caffè.

A celebrare il connubio tra i due brand italiani, inoltre, una preziosa limited edition della Moka Express 50 tazze da collezionare: un accessorio di lusso per la casa, una vera e propria opera d’arte. In questo oggetto esclusivo, l’estetica dell’universo Dolce&Gabbana e l’iconicità del design della Moka Express Bialetti si legano in modo indissolubile per raccontare tutto l’incanto della convivialità mediterranea.

La Moka Induction, i due set regalo e – da dicembre – la Coffee Press Preziosa sono disponibili nei negozi Bialetti, su bialetti.com, nelle boutique Dolce&Gabbana Casa e su dolcegabbana.com. La limited edition della Moka Express 50 tazze è in vendita nei negozi Bialetti, sul sito e nelle boutique Dolce&Gabbana Casa.

Caffè Moak: Salvatore Agnello vince la tappa “Il regno delle Sicilie” della Coppa Italia gelateria 2023

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Il primo classificato Salvatore Agnello di Opera Prima, di Augusta (Sr) (immagine concessa)

MODICA (Ragusa) – Mercoledì 4 ottobre Caffè Moak ha ospitato nel suo headquarter il concorso “Il regno delle Sicilie“, la tappa della Sicilia per la selezione dei gelatieri che parteciperanno alla fase finale della Coppa Italia di Gelateria. Durante la competizione i gelatieri si sono sfidati sul ‘Migliore gelato al gusto caffè’ e le sue varianti.

I vincitori del concorso “Il Regno delle Sicilie” di Caffè Moak

In giuria Claudio Pica, Rossella Scribano e Cristina Barbera. Per il premio della giuria tecnica presenti Enzo Puccio di Unigel e Marco Scarso di Caffè Moak.

Il primo classificato è stato Salvatore Agnello di Opera Prima, di Augusta (Sr), secondo classificato Alessandro Squatrito di Ritrovo Orchidea, di Oliveri (Me), entrambi in finale per la Coppa Italia. Terzo Maurizio Tasca, quarto Andrea Iurato e quinto Domenico Lucchese, che ha vinto anche la menzione da parte della giuria tecnica.

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Il secondo classificato Alessandro Squatrito di Ritrovo Orchidea, di Oliveri (Me) (immagine concessa)

Claudio Pica, segretario generale dell’Associazione italiana gelatieri (Aig) in una nota dichiara: “Nella tappa siciliana i gelatieri hanno mostrato innovazione e capacità nel miscelare le materie prime. L’esperienza di Modica, realizzata dall’Aig insieme ad un grande player come l’azienda Moak, ci proietta verso la finalissima di Roma che, siamo certi, valorizzerà ancor di più la manualità dei gelatieri e la promozione del gelato artigianale italiano”.

Alessandro Spadola, ceo Caffè Moak S.p.a, alla fine della competizione ha affermato: “Aver ospitato nella nostra sede a Modica la tappa del campionato Coppa Italia Gelateria 2023, oltre a fortificare sempre di più il rapporto di partnership che ci lega da tempo con l’Associazione Italiana Gelatieri, ha confermato ancora una volta che il caffè si caratterizza per la sua capacità di creare connessioni fortunate fra persone e mercati diversi.”

La scheda sintetica di Caffè Moak

Caffè Moak nasce nel 1967 a Modica, da un piccolo laboratorio siciliano fondato da Giovanni Spadola, che chiamò Moak, acronimo di moka e antico nome della sua città Modica. Oggi Moak guidata con la stessa passione dai figli del fondatore Annalisa e Alessandro (CEO) è una Holding e un marchio globale nel settore della torrefazione e distribuzione del caffè.

La caparbietà di voler produrre il meglio e nel miglior modo ha permesso all’azienda di raggiungere importanti traguardi, emergendo da piccola realtà locale ad eccellenza presente in oltre 50 Paesi.

La qualità del prodotto è alla basa della filosofia aziendale: dalla selezione dei migliori monorigini alla tostatura per le singole qualità di caffè, fino al controllo dell’intero ciclo produttivo da un laboratorio di analisi interno tecnologicamente all’avanguardia.

Bialetti, due milioni di Moka Express ogni 12 mesi: dopo 90 anni resta ancora il metodo più economico, ecologico e sostenibile di preparare il caffè

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L'iconica Moka Express di Bialetti all'aperto per un consumo ecologico e responsabile rispettoso dell'ambiente (immagine concessa)

COCCAGLIO (Brescia) – Egidio Cozzi, amministratore delegato di Bialetti Industrie, non ha dubbi: “Il caffè preparato con la Moka è quello più democratico: con soli 0,07 centesimi si può assaporare una tazzina con una Moka da tre tazze. Ed è anche il metodo più economico ed ecosostenibile: la polvere esausta si getta nell’umido e non lascia traccia, non produce scarti. C’è differenza, anche di costo, con le capsule che variano tra 0,20 e 0,40”.

Un brand democratico e uno dei simboli dell’italianità nel mondo – la cui storia continua nella seconda parte dell’articolo, qui -, un connettore sociale. Cozzi si è espresso così nell’ambito di una presentazione dell’azienda anche per i 90 anni della Moka, “Ce n’è almeno una in tutte le case italiane e non soltanto” ed all’attività più generale di Bialetti nel settore del caffè: capsule, grani, macinato.

Egidio Cozzi
Egidio Cozzi amministratore delegato Bialetti industrie (foto Antinori)

La storia di Bialetti, icona globale del caffè e simbolo del vivere italiano, si inserisce nel solco della creatività, del talento, dell’intuizione e dell’intraprendenza: un insieme capace di fare la differenza in innumerevoli campi. L’universo Bialetti rappresenta una esperienza unica nel mondo del caffè: con una storia di oltre un secolo, l’azienda – fondata nel 1919 dal genio di Alfonso Bialetti – nei decenni ha consolidato sempre più il proprio ruolo di player di primo piano nel settore grazie a quell’approccio rivoluzionario e innovativo che da sempre la contraddistingue.

Il 2022 chiuso a 159 milioni, conti 2023 in crescita

Da notare che nel 2022 il gruppo ha chiuso i conti a 159 milioni di euro. Ma i conti del 2023 sono in significativa crescita rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. I ricavi sono stati di 163,3 milioni (+5,7%), trainati soprattutto dalle vendite di caffè macinato e in capsule (+13,5%). L’Ebitda arriva 7,7 milioni (+1,1 milioni. + 14,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente). Tuttavia l’indebitamento finanziario rimane significativo: 113,1 milioni al 30 giugno 2023.

L’iconica Moka Express di Bialetti che nel 2023 copie 90 anni

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Il modello originale della prima Moka del 1933

Nel 1933 nasce l’iconica Moka Express, progetto destinato a rivoluzionare per sempre un semplice gesto quotidiano come preparare un caffè e che proprio quest’anno celebra i suoi 90 anni.

Presente nelle collezioni permanenti del MoMA di New York e della Triennale di Milano, la Moka continua ad essere un oggetto di culto, amato da un pubblico trasversale, spesso sempre più attento all’ambiente e alla sostenibilità, come dimostrano i numeri: sono circa 2 milioni le Moka Express vendute nel mondo in un anno (40% Italia, 60% Estero), secondo i dati di bilancio al 31.12.2022.

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Moka Express (immagine concessa)

Dalla Moka Express e da una conoscenza così longeva del mondo del caffè il percorso di evoluzione di Bialetti ha portato negli anni verso un innovativo sviluppo della gamma dei prodotti – con l’estensione della progettazione e della produzione delle macchine espresso – fino ad arrivare nel 2010 alla nascita della torrefazione e al lancio della linea di capsule per macchine espresso I Caffè d’Italia.

Moka induzione
Il nuovo modello della Moka che funziona anche sulle piastre a induzione

La produzione di caffè rappresenta un tassello fondamentale nella storia di Bialetti: grazie a un consistente lavoro di ricerca e sviluppo l’azienda in pochi anni è riuscita a mettere a punto un processo di cui è in grado di curare internamente tutte le fasi della torrefazione: dalla selezione dei chicchi alla tostatura, dalla macinatura al degasaggio, fino all’imballaggio finale.

Il caffè Bialetti nasce, quindi, da un metodo specifico e attentamente studiato, il Metodo Bialetti appunto, che permette di ottenere miscele uniche e inconfondibili, capaci di offrire una vera esperienza italiana ad ogni tazzina; un caffè che si distingue per qualità e gusto eccellenti.

Moka Dolce & Gabbana
La Moka Dolce & Gabbana con i colori tipici del carretto siciliano

Il 2021 poi segna una nuova svolta: Bialetti presenta Perfetto Moka, il primo caffè macinato pensato appositamente per la Moka. La macinatura è attentamente studiata per garantirne un’estrazione impeccabile e ottenere quindi in tazza un ottimo caffè, corposo e cremoso.

Il Gruppo Bialetti

Il Gruppo Bialetti, presente in tutti i 5 continenti e operante in oltre 90 Paesi nel mondo è attivo nella produzione e commercializzazione di prodotti rivolti all’houseware e in particolare di tutti i prodotti a marchio “Bialetti”.

Moka express catena di montaggio
La catena di Montaggio completamente robotizzata della Moka Express (foto Antinori)

Il Gruppo, che fa capo alla società Bialetti Industrie S.p.A, ha il proprio quartier generale a Coccaglio, in provincia di Brescia, e consta di 2 stabilimenti produttivi, di 1 filiale per la gestione della rete retail in Italia e di 6 filiali commerciali situate in Francia, Germania, Turchia, Giappone, Stati Uniti e Australia, per un totale di 1.026 dipendenti, di cui 668 in Italia e 358 all’estero*.

La filiale retail, cui fanno capo 500 lavoratori, gestisce una rete di oltre 100 negozi sul territorio italiano e vive oggi un percorso di evoluzione, che fonda le sue radici nell’heritage della marca, ma che guarda alle sfide del futuro con l’ambizione di voler diventare un riferimento nel mondo del caffè.

L’obiettivo è far vivere al pubblico un’esperienza immersiva alla scoperta di tutte le proposte del ricco catalogo Bialetti, brand che da oltre 90 anni dà il buongiorno agli italiani e che ha di fatto creato il rito del caffè con la Moka, oggi famoso in tutto il mondo.

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Il flagship store Bialetti in Via Mercato-Piazza del Duomo a Milano

Tra i driver di espansione della rete retail il ruolo principale è giocato dal franchising Bialetti: un progetto che dà l’opportunità a imprenditori e giovani investitori di entrare a far parte di una solida realtà imprenditoriale. Bialetti ha lanciato il progetto franchising a fine 2021 e ad oggi conta 15 negozi aperti in affiliazione, puntando a raddoppiare questo numero entro la fine del 2024.

Nell’esercizio 2022 il Gruppo ha conseguito ricavi pari a 152,9 milioni di euro (65% Italia, 35% resto del mondo) con un incremento del 3,9% rispetto all’esercizio 2021, secondo la relazione finanziaria annuale Bialetti (31 dicembre 2022)

La storia della Bialetti

La nascita dell’azienda e l’invenzione della Moka Express

• Nel 1919 Alfonso Bialetti apre a Crusinallo, frazione di Omegna (Verbania), un’officina per la produzione di semilavorati in alluminio.

Nel 1933, grazie ad una geniale intuizione Alfonso Bialetti crea la prima e originale Moka Express, invenzione destinata a rivoluzionare per sempre il modo di preparare il caffè a casa. L’obiettivo di Bialetti era portare nelle case degli italiani un caffè buono come quello del bar, creando al contempo un oggetto semplice e facile da usare. Per questo per realizzarlo sceglie l’alluminio: un materiale leggero, resistente e all’epoca sinonimo di modernità.

Moka brevetto
Il disegno per il deposito del brevetto della Moka nel 1933

• L’innovazione della Moka consiste nella creazione di un nuovo meccanismo di funzionamento rispetto ai modelli di caffettiere all’epoca esistenti – la Napoletana e la Milanese –, che presentavano un sistema basato sulla forza di gravità. Per il funzionamento di Moka Express Bialetti si ispira alla lisciveuse (antenata della lavatrice) creando di fatto un piccolo ma efficiente sistema a pressione, grazie al quale l’acqua bollente, risalendo dalla caldaia attraverso il filtro a imbuto incontra il caffè macinato, fondendosi con esso e trasportandolo fino al raccoglitore.

All’inizio la fusione della Moka si faceva a mano

• Il nome viene scelto in onore della città di Mokha in Yemen, una delle prime e più rinomate aree di produzione del caffè, mentre ad ispirare l’iconica forma ottagonale della Moka – rimasta pressoché invariata nei decenni – si narra fu la silhouette della moglie stessa di Alfonso: il capo, le spalle larghe, la vita stretta, un braccio sul fianco e una gonna plissettata…

La fusione della Moka originale

Risale agli anni ’50, invece, l’introduzione sulla Moka Express del celeberrimo Omino coi baffi. Nato dalla matita del fumettista Paul Campani e ispirato alla figura di Renato Bialetti – figlio di Alfonso – l’Omino coi baffi diventa simbolo dell’azienda stessa ed è ben presto applicato a tutti i prodotti Bialetti.

• Sempre a partire dagli anni ’50, grazie a una strategia pubblicitaria avanguardistica e a un sapiente piano di esportazioni, Moka Express inizia ad affermarsi come elemento irrinunciabile delle case italiane e al contempo come simbolo del Made in Italy in tutto il mondo.

• Oggi, a distanza di 90 anni dalla sua ideazione, Moka Express è ormai un’icona indiscussa del patrimonio culturale italiano. Un’invenzione, inserita nelle collezioni permanenti del MoMa di New York e del Triennale Design Museum di Milano, con la quale Bialetti ha scritto la storia del rito italiano del caffè.

• La Moka, inoltre, si afferma come uno tra i modi più sostenibili di preparare il caffè e oggi riscontra un rinnovato amore da parte del pubblico proprio per la sua identità rispettosa dell’ambiente. La Moka infatti è realizzata in alluminio – materiale riciclabile infinite volte – il suo utilizzo non produce scarti (a eccezione dei fondi di caffè compostabili), e per lavarla non servono detergenti, ma solo acqua tiepida.

Gli sviluppi: anni ‘90

• Nel 1993 Rondine, azienda leader nella produzione di pentolame antiaderente, acquisisce l’intero capitale sociale della Alfonso Bialetti & C. Vocazione alla qualità e costante spinta innovativa rappresentano gli elementi di comunione delle due realtà e le premesse che spingono Francesco Ranzoni, fondatore di Rondine e attuale Presidente del Gruppo Bialetti, a procedere con l’acquisizione.

• Circa cinque anni più tardi, Rondine e Alfonso Bialetti & C. si uniscono e nasce Bialetti Industrie, con sede a Coccaglio, in provincia di Brescia.

Parla il Cavaliere del lavoro Massimo Renda, Caffè Borbone: “A 18 anni ho trovato lavoro nella torrefazione di un mio zio: ecco come tutto è iniziato”

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Massimo Renda, presidente e fondatore di Caffè Borbone è stato nominato Cavaliere del Lavoro

Massimo Renda, presidente e fondatore di Caffè Borbone, ha ricevuto ufficialmente il titolo di Cavaliere del lavoro dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella il 18 ottobre, distinguendosi nel settore dell’industria alimentare per aver fondato e portato al successo l’azienda di torrefazione e vendita di caffè.

L’imprenditore rivela le sue origini e l’ascesa nell’Olimpo dell’industria del caffè grazie all’intervista di Anna Paola Merone per il quotidiano Il Corriere della Sera. Leggiamo di seguito parte del percorso di Massimo Renda.

Cravatta Marinella dei Cavalieri del lavoro, abito blu fatto confezionare da una azienda della zona Asi di Caivano. Renda, era emozionato?

“Tantissimo. Ogni Cavaliere viene accompagnato da un Alfiere, un giovane che si è distinto nel suo percorso scolastico. Sentendo di questi voti e di questi successi fra i banchi ho pensato alla mia scarsissima attitudine scolastica e al mio diploma in Perito elettronico conquistato in sei anni invece che in cinque — nella peggiore sezione dell’Augusto Righi di Napoli invece che in cinque — e ai traguardi che sono riuscito a conquistare”.

Niente laurea o azienda di famiglia alle spalle, ma una idea brillante legata al caffè….

“Nel discorso ai Cavalieri del lavoro mi sono definito ‘’enfant terrible’’. A 18 anni ho trovato lavoro nella torrefazione di un mio zio. All’epoca le macchinette erano integrate con il macinino e le cialde non esistevano. Notai che un cliente che comprava bei quantitativi di caffè li rivendeva a cifre stellari.

Da noi acquistava a 7mila lire al chilo, che diventavano 45mila quando li rivendeva con una macchinetta in comodato d’uso agli uffici. Cercai di convincerlo a spingerci su questo territorio, ma lui resisteva. Io ero convinto e ci provai nei ritagli di tempo. Partii a razzo e tornai da mio zio con numeri ottimi. Lui mi disse ancora di noi e io, ostinato, mi misi in proprio”.

Tutto questo accadeva circa 30 anni fa. Renda, come si arriva alle cialde?

“Incominciai a vedere in giro le primissime cialde e volevo una macchinetta più performante. Andai a Bologna e trovai una soluzione. All’epoca la mia azienda si chiamava l’Aromatika.

Piazzammo circa 2mila macchinette nel giro di un anno e mezzo e alla fine comprammo noi il primo macchinario per produrre le cialde. Era il 1997. Depositammo il marchio caffè Borbone e oggi siamo la prima azienda italiana in termini di volume di cialde. Ogni anno produciamo due miliardi 600 milioni di unità, tra capsule e cialde“.

Quanti dipendenti avete? E il fatturato?

Oggi abbiamo circa 300 collaboratori diretti. Caffè Borbone ha chiuso il primo semestre del 2023 con ricavi a 153,7 milioni, in aumento del 15% rispetto allo stesso periodo del 2022. In crescita anche il margine operativo lordo, che segna un +21% rispetto allo scorso anno”.

Sul fronte della sostenibilità, producendo prodotti monodose, come ve la cavate?

“Egregiamente. Perseguiamo la sostenibilità in maniera ampia. Abbiamo inventato la cialda compostabile, con una carta che va gettata nell’organico, e l’abbiamo anche liberalizzata dopo un anno. Con Seda — che ci fa gli imballaggi esterni — siamo arrivati ad individuare una confezione riciclabile nella carta.

Dal 2022 utilizziamo solo energia elettrica rinnovabile autoprodotta in stabilimento o proveniente da fonti certificate. Poi abbiamo un progetto che mi sta molto a cuore in Uganda, con il quale supportiamo i piccoli produttori locali con programmi di istruzione finanziaria e agronomia per migliorare la resa e la qualità dei raccolti e diventare produttori consapevoli.

E poi abbiamo realizzato una idea fighissima, il Caffè del birbantello, con la quale siamo stati nelle scuole per sostenere il percorso di ragazzi difficili”.

Per leggere l’intervista completa basta cliccare qui

Starbucks Reserve Roastery, i primi passi in Italia del flagship, in perdita di 23,5 milioni

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La Starbucks Reserve Roastery compie 5 anni
La Starbucks Reserve Roastery compie 5 anni

MILANO – Starbucks Reserve Roastery, 5 anni appena compiuti dalla sua apertura in Piazza Cordusio 3 nell’ex Palazzo delle Poste: il bilancio di questo primo periodo, considerata anche l’impatto della pandemia di mezzo, non è esattamente positivo.

Partiamo da alcuni numeri iniziali: soltanto per il recupero dello storico edificio sono stati stanziati 240 milioni, altri 26 sono andati nella caparra e le modifiche per implementare stabile.

Ma per rendere la Starbucks Reserve Roastery quella che è oggi, si è dovuto anche procedere con l’installazione degli impianti necessari: aggiunti alle spese, altri 25 milioni.

Starbucks Reserve Roastery: i conti che non quadrano

Infatti, a fronte delle lunghe file che hanno fatto notizie sin dalla sua inaugurazione e al flusso di consumatori attratti da questo Starbucks sui generis rispetto agli altri store, anche ai successivi Starbucks aperti in Italia, i numeri non sono positivi.

Adesso si parla di 23,5 milioni di perdite che non vengono compensate dai seppur alti guadagni: l’investimento per aprire in Italia è stato ingente, e ancora non è stato possibile recuperarlo del tutto.

Ovviamente una delle ragioni che hanno motivato questa lenta ripresa delle spese è influenzata dagli stop pandemici, ma non si può limitare il gap a questo fenomeno: le criticità reali derivano dai costi altissimi di gestione, insieme alla recente ondata di inflazione e, ovviamente, a quello che sin dall’inizio aveva tenuto alla larga la catena di Seattle dall’Italia, ovvero, la tradizione radicatissima dell’espresso.

Dal 2019 sino al 2023 c’è stata in ogni caso una crescita costante in termini di fatturato, è innegabile: dagli iniziali 12,7 milioni si è passati a superare i 18,2 milioni.

Per cui si può affermare che le vendite ci sono e pure oltre la media europea per locale che si aggira sui 10 milioni.

Tutta questione di strategia

Starbucks si è da subito inserito nel mercato italiano con un prezzo premium dell’espresso, 1,80 euro a tazza, un costo che certamente si pone al di sopra della media di 1,20 euro che si trova in altre città europee e sicuramente più elevato rispetto a quello che si trova nei classici bar italiani: anche a Milano, difficilmente lo si trova oltre l’euro e trenta al banco, seduti il prezzo sale.

Dunque il successo commerciale della Starbucks Reserve Roastery è innegabile, nonostante tutto: forse bisogna ancora attendere per assistere ad un maggiore equilibrio tra le spese effettuate e le entrate.

Cinque anni con il Covid di mezzo potrebbe esser un lasso di tempo troppo breve per descrivere un quadro che fin qui comunque ha dimostrato il grande potenziale di Starbucks in Italia, complici anche i grandi marchi coinvolti nella Reserve Roastery, Percassi e Princi.

E a proposito dei due partner Starbucks

Il matrimonio tra Starbucks e Percassi sembra funzionare bene: il gruppo bergamasco che ha in gestione esclusiva l’evoluzione del marchio di Seattle in tutta Italia, ha contribuito ai buoni risultati economici fin qui registrati.

Al di là delle perdite globali che hanno interessato la catena di caffetterie americana, la collaborazione con Percassi si è rivelata strategica, grazie alla conoscenza capillare del contesto e un’accurata organizzazione del retail.

Allo stato attuale, i numeri totalizzati da questo sodalizio parlano di 13 aperture milanesi e in Italia nel 2022 e l’obiettivo di aprine 100 in tutto lo Stivale nel giro dei prossimi due anni.

Prossimi step: aprire altri due locali meneghini entro la chiusura di quest’anno e poi puntare su Veneto, Toscana, magari trovando delle location meno costose a Milano.

Quello che pare funzionare meno è invece la partnership con Princi per i prodotti da forno in tutte le Reserve Roastery non solo quella di Milano

Certo è stata un’unione delle forze che ha fatto lievitare – in tutti i sensi – il fatturato anche in Piazza Cordusio (da 28 milioni nel 2019 si è arrivati nel 2021 a 35 milioni).

Eppure, il bilancio resta negativo, perché nel 2021 Princi ha totalizzato perdite sino a 8 milioni e 12 nel 2020.

Questo per il solito principio che qualità e redditività faticano a trovare il giusto compromesso.

Non ha certo aiutato il costo di produzione e di trasporto per delle soluzioni che contano proprio sulla loro freschezza quotidiana come marchio di fabbrica: farlo ogni giorno per tutti i locali Starbucks ha un prezzo elevato.

Mantenere costanti questi alti livelli qualitativi per ogni store non è un’altra cosa facile da realizzare: e così Princi si è visto costretto ad apportare delle modifiche sulle ricette, con zucchero e burro inseriti per rendere le creazioni più morbidi e golose.

Mercati del caffè in forte ripresa, New York ai massimi da inizio agosto

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Il logo dell'Ice

MILANO – I mercati del caffè battono un colpo e tornano a salire lasciandosi alle spalle la fiacca di inizio mese. L’ottava trascorsa ha visto consistenti rialzi su entrambe le borse: +6,6% a New York, ai massimi degli ultimi due mesi e mezzo; +8,5% a Londra, a sua volta ai massimi dell’ultimo mese.

L’Ice Arabica ha iniziato la settimana al ribasso arretrando di 75 punti, nella seduta di lunedì 16 ottobre, per chiudere a 154,15 centesimi.

Ma sin dal giorno successivo ha assunto un andamento decisamente rialzista: +290 punti martedì 17 ottobre; +100 punti mercoledì 18; +590 punti giovedì 19.

Grazie a un ulteriore consolidamento, nell’ordine dei 130 punti, nella seduta di venerdì 20 ottobre, la settimana si è conclusa con il contratto per scadenza dicembre a 165,25 centesimi.

Per trovare prezzi più alti, sulla scadenza principale, dobbiamo risalire nello storico dei mercati sino alla prima decade di agosto.

Una striscia positiva di sette sedute consecutive ha portato, sempre venerdì 20 ottobre, il contratto per scadenza gennaio dell’Ice Robusta a 2.479 dollari, il livello massimo per la borsa londinese dal 20 settembre scorso.

L’offerta di caffè sui mercati si sta facendo più ristretta, mentre le scorte certificate sono nuovamente vicine ai minimi storici, tanto a New York, quanto a Londra.

In Brasile, i prezzi interni – considerati sempre molto bassi – scoraggiano le vendite dei produttori.

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Produzione capsule e cialde di caffè +3,4% a valore nel 2022 tocca i 1.661,0 milioni

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Capsule di caffè (immagine: Pixabay)

MILANO – Competitive Data ha rilasciato l’edizione 2023 del report Cialde e capsule per caffè, dove analizza l’andamento del mercato nell’ultimo triennio, con le previsioni fino al 2025. Un’edizione molto particolare dove non mancano le sorprese e gli spunti di riflessioni. Il 2022 è stato un anno inedito per il mercato delle cialde e capsule per caffè sotto molti punti di vista.

Il repentino aggravarsi delle condizioni economiche delle famiglie, indicatori di fiducia raramente così bassi, una flessione fisiologica seguita alle forti crescite del periodo pandemico, hanno stravolto le regole del gioco, impattando fortemente su trend di mercato, dinamiche competitive, fattori critici di successo, che si davano ormai per consolidati.

Uno scenario competitivo inedito

Ne è un esempio la frenata del dettaglio specializzato, in forte espansione negli ultimi anni, e punto di forza delle principali torrefazioni attive nel segmento delle capsule compatibili, che nell’arco di pochi mesi, con l’aggravarsi della crescita inflattiva e riduzione del clima di fiducia, si è trasformato da punto di forza in punto di debolezza.

Ed essendo il dettaglio specializzato intrecciato a doppio filo con i principali rivenditori e-commerce specializzati in cialde e capsule, ha replicato su questi le stesse dinamiche, mentre acquisivano sempre più quote di mercato i marketplace generalisti.

Sul fronte della fedeltà alla marca le cose si sono complicate. Se negli anni passati i player delle capsule originali riuscivano a difendersi sia a valore che a volume, con l’aumentata percezione di generale impoverimento da parte dei consumatori la fedeltà alla marca si è ridotta al lumicino, e per la prima volta i sistemi originali hanno virato in negativo.

Ma anche nelle capsule compatibili si sono verificati dei risultati inediti, con diversi segnali di flessione tra i player principali, mentre sono riusciti a performare bene quelli che hanno prontamente ridisegnato la catena distributiva potenziando la presenza sui canali in crescita.

Dal punto di vista dei canali distributivi il 2022 è stato anche l’anno che per la prima volta ha visto ridursi le opportunità dell’e-commerce nell’area Business, che negli anni passati riusciva a controbilanciare le flessioni dell’OCS (Office Coffee Service) tradizionale.

L’insieme di queste dinamiche, unite agli incrementi di costo per le torrefazioni, ha modificato profondamente gli investimenti realizzati nel settore, che da anni erano caratterizzati dall’ampliamento orizzontale e verticale della gamma prodotti a supporto dell’iper segmentazione, per passare alla razionalizzazione e focalizzazione su poche linee di prodotto, ed evitare dispersione di energie e risorse.

In ambito competitività è da segnalare come sia significativamente aumentato il numero di torrefazioni che rientra nel cluster delle “aziende solide”, grazie agli investimenti in materia di sostenibilità che ne hanno rafforzato gli indici e la resilienza.

L’andamento del mercato e le previsioni per il prossimo triennio

La produzione di caffè monoporzionato, che include anche l’importazione di capsule speciali delle multinazionali estere, cresce del +3,4% a valore nel 2022 attestandosi a 1.661,0 milioni di euro. Le esportazioni si attestano a 411,0 milioni di euro, in crescita del +7,6%.

La crescita del mercato interno è stata del +2,0%, per un controvalore di 1.250,0 milioni di euro.

Tra le aree d’affari è l’area famiglie a performare meglio (+0,7% a volume), con andamenti molto diversi all’interno dei singoli canali di cui si compone.

Le torrefazioni devono fare i conti con una maggiore quantità e complessità di variabili esogene ed endogene al business, e delle combinazioni tra i pesi di ponderazione delle dimensioni sociali, economiche, competitive, politiche, climatiche, sanitarie, energetiche, che possono abbattersi con violenza sugli equilibri aziendali, e che rende necessario tracciare (almeno) due tipi di scenario.

Al verificarsi e/o aggravarsi di dati fenomeni, inflazione e tensioni geopolitiche tra tutti, il divario tra lo scenario base e lo scenario peggiore ha un gap maggiore all’interno dell’area Business (Horeca, OCS/vending, e-commerce B2B), che anche nel 2025 non riesce a ricomporsi, mentre reagisce meglio l’area Famiglie (dettaglio alimentare, vendite porta a porta, negozi monomarca, dettaglio specializzato, e-commerce B2C, ecc.) che a partire dal 2024 “raddrizza” il trend dello scenario peggiore per portarsi nella stessa traiettoria di crescita dello scenario base.

Ulteriori approfondimenti sono disponibili qui.

La scheda sintetica di Competitive Data

Competitive Data è una società specializzata nella realizzazione di ricerche di mercato e nella consulenza strategica di Marketing; i suoi servizi supportano le aziende nei processi di analisi, valutazione, e scelta, delle decisioni più efficaci e appropriate per crescere, in Italia e all’estero, attraverso una lettura intelligente dei dati, l’interpretazione dei risultati raggiunti, e l’impiego di metodologie tradizionali unite a quelle più innovative legate al mondo digitale.

Consumi: caffè re delle pause in ufficio, scelto dall’84% degli italiani

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confida distributori automatici consumi
Il momento di pausa caffè sul posto di lavoro (immagine concessa)

MILANO – La bevanda calda preferita dagli italiani, si sa, è il caffè, non sorprende quindi se l’84% dei lavoratori dichiara di berlo sul posto di lavoro. Quest’abitudine tutta nostrana è in realtà comune anche agli altri Paesi: in Spagna l’83% dei lavoratori beve caffè sul lavoro, in Germania e Francia il 76%. È quanto emerge da una ricerca di EVA (European Vending & Coffee Service Association) che ha investigato le abitudini sui consumi food&beverage di un campione di oltre 4.000 lavoratori di Italia, Germania, Francia e Spagna; in Italia, la ricerca è stata realizzata in collaborazione con Confida, Associazione italiana distribuzione automatica.

Espresso baluardo nazionale, cappuccino bevanda internazionale per eccellenza nei consumi

Nel Bel Paese l’espresso si conferma il re delle pause in ufficio (78%) mentre i tedeschi consumano principalmente caffè filtro (44%). Gli spagnoli non possono fare a meno del famoso “cortado” (caffè e latte, 60%) e i francesi del caffè americano (51%). Ma è il cappuccino a mettere d’accordo tutti: ormai è la bevanda al caffè internazionale per eccellenza.

Quest’ultimo è l’unico prodotto nella top 3 di tutti i Paesi: in Germania (40%) e in Francia (36%) è infatti il preferito dei lavoratori lungo il tragitto casa-lavoro; ma anche il 26% degli spagnoli e il 27% degli italiani lo scelgono per affrontare l’imminente giornata lavorativa.

Caffè rito sociale e il comfort delle vending machine

Il caffè, in qualsiasi sua forma e variazione, rimane la bevanda preferita di praticamente tutti i lavoratori e il distributore automatico si conferma “luogo di incontro” per la pausa caffè con i colleghi per il 37% degli italiani.

Spagnoli e francesi scelgono rispettivamente le macchine per capsule (34%) e quelle per le cialde (48%).

In Germania, invece, si tende a prediligere le macchine per il caffè americano o caffè filtro (62%).

Anche l’orario e il luogo di consumo sono diversi: l’85% dei tedeschi beve il caffè in ufficio entro le 11.30 mentre nella stessa fascia oraria l’81% degli spagnoli lo consuma durante il tragitto casa-lavoro.

Due le fasce orarie preferenziali per italiani e francesi: entro metà mattina e poi il pomeriggio sino alle 17.00.

“È interessante notare come il cappuccino sia in realtà diventato una vera e propria passione che valica i confini nazionali. Un fenomeno che riesce a mettere d’accordo tutti, dal 32% dei tedeschi che non può farne a meno quando è al lavoro, sino al 17% degli italiani che, come anche francesi (26%) e spagnoli (24%), lo colloca nella top 3 dei consumi. Sarà per questo che si è deciso di stabilire una giornata internazionale dedicata alla bevanda, il Cappuccino Day, l’8 novembre” – commenta Paolo Ghidotti, presidente di EVA.

“Dalla ricerca emerge anche la centralità delle vending machine riguardo ai consumi sul luogo di lavoro – continua Pio Lunel, presidente Imprese di gestione Confida – Nel corso della settimana lavorativa, infatti, il 56% degli italiani, le utilizza almeno una volta alla settimana per l’acquisto di bevande calde, seguiti da spagnoli (44%), francesi (41%) e tedeschi (37%)”.

Dallo studio emerge anche una differenza netta tra i 4 Paesi quando si parla del luogo di acquisto del caffè durante i trasferimenti casa-lavoro: il 43% dei tedeschi e il 40% dei Francesi preferisce acquistarlo alle macchine per il caffè o alle vending machine prima di arrivare in ufficio, mentre il 47% degli italiani e il 40% degli spagnoli predilige l’acquisto al bar.

E gli snack? Francia e Spagna amano i sandwich, gli italiani biscotti e cracker e i tedeschi i muffin.

I lavoratori di tutti e quattro i Paesi hanno dichiarato che in ufficio mangiano principalmente cibo acquistato fuori dal posto di lavoro, soprattutto tedeschi (60%) e i francesi (58%); il 48% dei tedeschi afferma anche di portare il cibo da casa, seconda opzione in tutti i quattro paesi.

Lo snack che mette tutti d’accordo è il sandwich prodotto più consumato da francesi (56%) e spagnoli (39%).

Gli italiani preferiscono cracker salati (40%) e biscotti (35%). Mentre i tedeschi amano i prodotti da forno e i muffin (64%).

Durante il tragitto casa-lavoro uno snack accomuna i gusti di italiani, francesi e spagnoli che hanno eletto loro preferito i biscotti e frollini (rispettivamente scelti dal 36%, dal 36% e 40% degli intervistati) mentre i tedeschi confermano la loro preferenza per prodotti da forno e muffin (53%). Sarà per addolcire la giornata?

Sempre più cashless nei consumi

Passando a tecnologia e innovazione, in Italia e in Germania il pagamento digitalizzato alle vending machine è scelto in media da 1 consumatore su due mentre in Francia e Spagna è il metodo preferito rispettivamente dal 65% e dal 57% dei lavoratori.

Mentre i due terzi dei consumatori dei 4 Paesi apprezza molto anche gli schermi touch delle vending machine (62% spagnoli, 65% francesi, 52% italiani, 60% tedeschi).

Inoltre, i dati emersi dalla ricerca confermano che il trend dei pagamenti digitali alle vending machine è destinato a continuare a crescere positivamente: i consumatori intervistati hanno dichiarato, infatti, di essere interessati soprattutto all’innovatività dei dispositivi (Italia e Francia), ai frigo intelligenti (Spagna) e ai negozi automatici h24 (Germania).

La scheda sintetica di Confida

Costituita il 13 luglio del 1979, Confida è, a livello nazionale, l’unica associazione di categoria che rappresenta i diversi comparti merceologici dell’intera filiera della distribuzione automatica di alimenti e bevande. Aderisce a Confcommercio – Imprese per l’Italia e, nell’ambito UE, è partner di EVA (European vending & coffee service association).

Centro studi Fipe: il profilo inflazionistico del bar (+4,3%) rallenta, incrementi per prodotti di pasticceria e gelateria +5,3%

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I prezzi nei servizi di ristorazione (dati concessi)

ROMA – L’inflazione nei servizi di ristorazione ritorna al disotto di quella generale. I dati diffusi dall’Istat indicano una flessione dal +5,8% di agosto al +5,1 di settembre. Anche i prezzi della ristorazione commerciale rallentano dal 5,9% al 5,4%. La dinamica dell’inflazione (+5,3%) risente ancora delle tensioni sui prezzi dei beni energetici. Si mantengono vivaci i prezzi dei servizi di alloggio che registrano una variazione congiunturale del 3,7% e tendenziale del +11,2%. Riprendiamo l’analisi del Contro studi della Fipe, la Federazione italiana pubblici esercizi.

Centro studi Fipe: bar l’inflazione rallenta

Il profilo inflazionistico del bar (+4,3%) decelera lievemente rispetto a quanto rilevato nei mesi precedenti. Gli incrementi sopra la media del comparto riguardano ancora i prodotti di pasticceria e gelateria (+5,3%) e gli snack al bar (4,9%).

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Variazione congiunturale e tendenziale dei prezzi nei bar (dati concessi)

Centro studi Fipe: ristoranti

I prezzi nei ristoranti tradizionali e nelle pizzerie decelerano rispetto a quanto rilevato il mese scorso.

La variazione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente si attesta a +4,5% per i ristoranti e +5,0% per le pizzerie. I prezzi della gastronomia registrano +5,1% e il delivery +8,7% rispetto a settembre 2022.

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Variazione congiunturale e tendenziale dei prezzi nei ristoranti (dati concessi)

Mense

I prezzi delle mense (quota a carico delle famiglie) registrano una variazione dello 0,3%. Sono ancora le mense scolastiche a frenare l’inflazione del comparto con una variazione tendenziale negativa (-0,2%).

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Variazione congiunturale e tendenziale dei prezzi nelle mense (dati concessi)