lunedì 01 Dicembre 2025
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illycaffè lancia Iperespresso X7.1 Deep Pink, la limited edition in rosa

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La nuova Iperespresso X7.1 Deep Pink (immagine concessa)

TRIESTE – illycaffè, azienda leader globale nel segmento del caffè di alta qualità sostenibile, amplia la propria gamma di macchine per il caffè con la nuova Iperespresso X7.1 Deep Pink, una vivace limited edition rosa di uno dei suoi modelli più amati, ora abbinato a un colore fluo che ne esalta originalità e unicità.

Iperespresso X7.1 Deep Pink di illycaffè

Caratterizzata da uno stile retrò, che rimanda alle gestualità del barista, la X7.1 è una macchina elegante e adatta a tutti gli ambienti. Alle sue forme rotonde ma slanciate, che richiamano le prime macchine da caffè, si unisce una tecnologia ancora più avanzata che rende la preparazione del caffè e del cappuccino più semplice e veloce grazie alla presenza dei pulsanti soft touch: basterà un solo tocco per un espresso eccellente, dalla prima all’ultima erogazione, e una schiuma di latte cremosa, densa e vellutata.

Per offrire un’esperienza d’uso improntata alla facilità, la macchina è dotata di display analogico e lancia vapore per montare il latte ed erogare acqua calda per la preparazione di qualsiasi tipo di infuso.

Il sistema Iperespresso assicura infine una qualità in tazza elevata e costante, riducendo al minimo le operazioni di pulizia e manutenzione.

Ma non è soltanto il cuore tecnologico a rendere la X7.1 un modello unico: la macchina è stata disegnata dall’architetto e designer internazionale Luca Trazzi, come perfetta sintesi tra bellezza e tecnologia ed è diventata un classico del design grazie alla sua ispirazione vintage e alle sue inconfondibili linee sinuose.

La nuova X7.1 in versione Deep Pink è disponibile presso l’e-shop illy e nei punti vendita monomarca (illy Caffè e illy Shop) al prezzo consigliato di € 199,00 e include in omaggio la confezione “Iperespresso discovery kit”, destinata a rendere speciale l’esperienza di consumo di caffè a casa.

La speciale box contiene, oltre a 20 capsule Iperespresso monodose assortite, anche due tazzine in vetro disegnate da Matteo Thun, capaci di esaltare al massimo la crema dell’espresso grazie ad un gioco di trasparenze che contribuiscono a rendere unico il momento della degustazione.

La scheda sintetica dell’azienda

illycaffè è un’azienda familiare italiana fondata a Trieste nel 1933, che da sempre si prefigge la missione di offrire il miglior caffè al mondo. Produce un unico blend 100% Arabica composto da 9 ingredienti diversi.

L’azienda seleziona solo l’1% dei migliori chicchi di Arabica al mondo. Ogni giorno vengono gustate 8 milioni di tazzine di caffè illy nei bar, ristoranti, alberghi, caffè monomarca, case e uffici di oltre 140 paesi, in cui l’azienda è presente attraverso filiali e distributori. Fin dalla nascita illycaffè ha orientato le proprie strategie verso un modello di business sostenibile, impegno che ha rafforzato nel 2019 adottando lo status di Società Benefit e nel 2021 diventando la prima azienda italiana del caffè ad ottenere la certificazione internazionale B Corp. Dal 2013 illycaffè è inoltre una delle World Most Ethical Companies.

Tutto ciò che è ‘made in illy’ viene arricchito di bellezza e arte, a cominciare dal logo, disegnato da James Rosenquist, le illy Art Collection, le tazzine decorate da più di 125 artisti internazionali o le macchine da caffè disegnate da designer di fama internazionale.

Con l’obiettivo di diffonderne la cultura della qualità ai coltivatori, baristi e amanti del caffè, l’azienda ha sviluppato la sua Università del Caffè che ad oggi svolge corsi in 25 paesi del mondo. Nel 2021 Rhône Capital è entrato nel capitale di illycaffè con una quota di minoranza per accompagnare l’azienda nella crescita internazionale. Nel 2022 illycaffè ha impiegato 1230 persone e ha generato un fatturato consolidato pari a €567,7 milioni. La rete monomarca illy conta 190 punti vendita in 34 Paesi.

Assarmatori: “Il bando per la digitalizzazione dei porti è una svolta per il sistema logistico”

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Il logo Assarmatori

ROMA – Il bando per la digitalizzazione delle Autorità di sistema portuale italiane è stato pubblicato online il 31 ottobre. Si tratta dell’avviso pubblico per “la presentazione da parte delle Autorità di Sistema Portuale di proposte di investimento per l’ammissione al finanziamento per lo sviluppo e l’implementazione dei servizi Port Community System (PCS) per l’interoperabilità con le pubbliche amministrazioni coinvolte e la Piattaforma logistica digitale nazionale (PLN) a valere sulle risorse previste dalla Misura M3C2 I2.1.2 del Piano nazionale di ripresa e resilienza “Next Generation Italia”.

Assarmatori accoglie con soddisfazione il bando da 16 milioni di euro emanato dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, destinato alle autorità di Sistema Portuale per la digitalizzazione della catena logistica.

“Si tratta di una svolta che auspicavamo da tempo – commenta il presidente dell’associazione armatoriale Stefano Messina – Nella stragrande maggioranza dei processi logistici, infatti, è ancora richiesta la documentazione cartacea, fatto che rallenta e ostacola il flusso delle merci”.

Messina aggiunge: “Grazie a queste risorse le AdSP italiane saranno in grado di far compiere un vero e proprio salto di qualità che consentirà l’ottimizzazione dei processi, con conseguente risparmio di tempo e risorse. L’obbiettivo di una smaterializzazione documentale completa è peraltro coerente con il Regolamento UE 1056 e fornisce agli operatori grandi opportunità a step progressivi sino a metà del 2026”.

Messina continua: “Lo scambio di dati in tempo reale fra i centri logistici del nostro Paese è una condizione fondamentale per migliorare la catena distributiva, aumentare l’efficienza dell’intero sistema e quindi la competitività dell’Italia nello scacchiere internazionale. In tal senso, in particolare apprezziamo per il settore del trasporto marittimo un approccio non solo legato alla pura portualità, ma all’intera catena logistica multimodale che ruota intorno al porto”.

Secondo Messina, il bando è frutto “dell’ottimo lavoro portato avanti dall’intera struttura del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, dal Viceministro Edoardo Rixi al direttore generale Donato Liguori per arrivare a RAM”.

Messina aggiunge: “Un progetto complesso e articolato che ha portato a un risultato concreto e che gli operatori aspettavano per implementare i processi e rendere più snella la burocrazia che in troppi casi rappresenta il principale freno all’attività quotidiana delle imprese. Auspichiamo adesso che le risorse vengano messe a terra nei tempi previsti, possibilmente in una logica di sistema attuata a livello nazionale”.

Imperator svela SVN Senses, il liquore a base di caffè a The Milan Coffee Festival

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SVN Senses (immagine concessa)

MILANO – Imperator partecipa a The Milan Coffee Festival, “The biggest coffee party on earth!” presentando SVN Senses, il suo inedito liquore al caffè. Anche quest’anno sono tantissime le attività in programma nella tre giorni dedicata a tutti i coffee lover, tra sfide di Latte art, un’esperienza di Mindful Coffee Tasting, ma soprattutto la possibilità di assaporare un particolare aperitivo a base di caffè.

Imperator a The Milan Coffee Festival con il liquore al caffè SVN Senses

La storica azienda triestina arricchisce il suo catalogo con il nuovo liquore, frutto di una ricerca iniziata a gennaio 2023, avendo il preciso intento di creare qualcosa di unico sul mercato in cui il caffè ricopre un ruolo da protagonista.

SVN Senses (si pronuncia “seven senses”) è un marchio che nasce a Trieste, riconosciuta a livello internazionale come Capitale del Caffè. Il legame tra il capoluogo giuliano e il liquore si evince sin dal nome, ispirato a James Joyce, e ai sette sensi del suo stile narrativo dove la cinestesia, che regola l’attività motoria, e le sensazioni organiche, ovvero gli stimoli interni, vanno ad aggiungersi ai 5 sensi noti a tutti.

Il payoff “Stream unconsciousness” rimanda proprio allo stile dello scrittore irlandese, che ha ispirato anche il logo del prodotto, dal triplice significato: il rosone della cattedrale di San Giusto a Trieste, il fiore della vita fatto di sette cerchi simboleggianti la rinascita e la pianta del caffè, ingrediente portante del prodotto.

Per la prima produzione del liquore è stata scelta una singola origine del Rwanda chiamata Cafe de Mama, proveniente da una piccola cooperativa interamente al femminile. La varietà racchiude le caratteristiche tipiche dei caffè di questo Paese: dolce, complesso ed equilibrato. Tostato artigianalmente da Bloom Specialty Coffee, si contraddistingue per spiccate note di caramello e frutta candita.

Da sabato 2 a lunedì 4 dicembre tutti i visitatori del Milano Coffee Festival potranno degustare l’inedito liquore al caffè in purezza o in miscelazione scegliendo tra le varie proposte della drink list all’interno dello spazio Imparator.

Sarà inoltre possibile assistere a un esclusivo show di flair bartending in compagnia del campione mondiale Giorgio Chiarello.

“Da anni partecipiamo al Milan Coffee Festival e siamo felici di tornare anche per questa edizione con i nuovi lotti di caffè, frutto delle recenti esplorazioni fatte in Bolivia, Ruanda, Perù e Brasile”, dichiara soddisfatto Alberto Polojac, fondatore di SVN Senses.

Polojac aggiunge: “Il caffè rappresenta anche il minimo comune denominatore della nostra produzione artigianale di distillati, a cominciare dal primo arrivato: il liquore SVN Senses. Il motivo per cui ho deciso di creare questo marchio è stato quello di introdurre il caffè come ingrediente in miscelazione, in modo da poter ulteriormente diffondere la cultura dell’oro nero anche all’interno di questo settore. L’origine scelta e selezionata per SVN Senses è il frutto dei miei viaggi esplorativi, e ha una carta d’identità ben precisa”.

La scheda sintetica di Imperator

Imperator Srl è un’azienda che importa caffè crudo con sede a Trieste, primo porto italiano nel commercio del caffè e tra i maggiori a livello europeo. Grazie ad un’esperienza di oltre mezzo secolo, maturata da tre generazioni, offrono lotti di prima scelta e in continua evoluzione. Purezza, gusto e selezione caratterizzano la loro offerta, che col tempo si è arricchita di una nutrita gamma di prodotti certificati (Organic, Fairtrade e UTZ) e caffè speciali.

Ritter Sport pubblica il 5° Bilancio di sostenibilità: dal cacao certificato alle fonti rinnovabili

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Il logo Ritter Sport

Alfred Ritter GmbH Co. KG, azienda produttrice delle tavolette quadrate di cioccolato Ritter Sport, ha pubblicato il quinto Bilancio di sostenibilità, relativo al biennio 2021-2022. La realtà si è distinta per l’attenzione alla sostenibilità attraverso investimenti in programmi di partnership e la trasparenza nella catena di approvvigionamento del cacao. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicata sul portale Tiscali News e ripreso da adnkronos.

Il quinto bilancio di sostenibilità di Ritter Sport

WALDENBUCH (Germana) – Pubblicato su base volontaria dal 2014, il Rapporto di sostenibilità di Ritter Sport documenta in modo chiaro ed esaustivo i risultati conseguiti dall’Azienda in materia di sostenibilità ambientale, sociale ed economica, gli avanzamenti dei progetti in corso e i target da raggiungere a breve, medio e lungo termine.

Tra i maggiori produttori europei di cioccolato commercializzato in oltre 100 Paesi (per un fatturato che nel 2022 è ammontato a 538 milioni di euro), Ritter Sport, sin dai primi anni ’90, si è distinta per l’attenzione alla sostenibilità attraverso investimenti in programmi di partnership, trasparenza nella catena di approvvigionamento del cacao, la scelta di approvvigionare energia da fonti rinnovabili e il costante percorso verso la neutralità climatica.

“Con #discoverthegood abbiamo voluto ribadire il nostro desiderio di comunicare in modo semplice, trasparente e costruttivo con tutti i nostri stakeholder, mettendoli nelle condizioni di valutare i risultati raggiunti e quelli ancora da conseguire – dichiara Thomas Straub, amministratore delegato di Ritter Sport Italia – Il Rapporto documenta come gli investimenti e l’impegno di questi anni verso tutta la filiera del cacao stiano iniziando a dare frutti di cui andare legittimamente orgogliosi. Chi oggi non agisce in modo sostenibile, domani non avrà un futuro”.

Ritter Sport, che dal 2018 si approvvigiona esclusivamente di cacao 100% certificato sostenibile in conformità ai programmi Rainforest Alliance e FairTrade, nel biennio 2021/22 ha compiuto un ulteriore passo verso la sostenibilità e la trasparenza della filiera del cacao dando impulso ai programmi di partnership con cooperative e organizzazioni di produttori in Ghana, Costa d’Avorio, Nigeria, Nicaragua e Perù.

Per leggere la notizia completa basta cliccare qui

Nasce GrowGrounds: l’azienda svedese con l’obiettivo di ridurre l’impatto climatico entro il 2030

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Il logo GrowGrounds (immagine concessa)

KARLSTAD (Svezia) – Guidati da tre professionisti esperti e supportati dall’azienda con sede in Svezia Löfbergs, la nuova realtà GrowGrounds si è proposta di cambiare l’industria globale del caffè gravata da enormi sfide climatiche e ambientali. In collaborazione con i coltivatori della filiera di tutto il mondo, l’obiettivo è eliminare l’impatto negativo di CO2 del caffè e preservare la natura.

Gli obiettivi sostenibili di GrowGrounds

Metodi di coltivazione modificati, creazione di sistemi forestali, minor uso di fertilizzanti e pesticidi chimici, accesso al finanziamento e nuovi strumenti digitali garantiranno contemporaneamente reddito e migliori condizioni di vita per i coltivatori di caffè.

La produzione internazionale di caffè è in gravi difficoltà. La domanda mondiale è prevista di aumentare del 50% nel 2050 e, come se non bastasse, ampie parti della terra adatta alla coltivazione del caffè saranno distrutte.

Il cambiamento climatico rende estremamente difficile la coltivazione del caffè. L’industria stessa ha contribuito alla crisi con metodi di coltivazione che emettono enormi quantità di CO2 ed esauriscono il suolo e la natura in cui devono crescere le piante di caffè.

Tutto questo deve cambiare radicalmente, ed è esattamente l’obiettivo della nuova azienda, GrowGrounds, fondata da tre professionisti esperti di caffè e sostenibilità. Uno di loro è Lars Aaen Thøgersen, direttore dell’innovazione con la responsabilità per la trasformazione circolare in Löfbergs, che è anche co-fondatore di GrowGrounds.

“Löfbergs ha una lunga tradizione di lavoro che consiste nel migliorare le condizioni sia per l’ambiente naturale in cui cresce il caffè che per le persone che lo producono. Sono convinto però che, se vogliamo davvero fare la differenza e alla fine salvare il futuro del caffè, dobbiamo creare cambiamenti radicali a livello di azienda agricola. Ad esempio, è qui che proviene l’80% delle emissioni totali di CO2 dalla produzione di caffè”, afferma Lars Aaen Thøgersen, ceo di GrowGrounds.

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Lars Aaen Thøgersen, ceo di GrowGrounds (immagine concessa)

C’è di più: “Oggi, la stragrande maggioranza del caffè viene coltivata in cosiddette monoculture, che non sono buone per il suolo e richiedono grandi quantità di fertilizzanti artificiali e pesticidi. GrowGrounds collabora con coltivatori di caffè di tutto il mondo per convertire la loro produzione all’agroforestazione al fine di garantire migliori condizioni per il suolo, per le piante di caffè per la natura in generale”.

“Oltre alle aspettative di una produzione di caffè positiva per la CO2, perché i molti alberi da piantare assorbono anche l’anidride carbonica, questo porterà a una coltivazione più organica, una maggiore biodiversità e nuove fonti di reddito per i coltivatori di caffè sotto forma di colture diverse”, spiega Lars Aaen Thøgersen.

Anders Fredriksson, ceo di Löfbergs e parte del consiglio di amministrazione della nuova azienda, vede GrowGrounds come un oggetto di investimento logico.

“Vogliamo rafforzare ulteriormente i nostri sforzi in termini di sostenibilità e impatto climatico lungo tutta la nostra catena del valore e contribuire a un cambiamento globale nella produzione di caffè, sia per il bene del clima e dell’ambiente che per il bene dei coltivatori di caffè”, afferma, sottolineando che l’investimento mira a garantire il futuro stesso di Löfbergs e dell’intera industria del caffè.

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Anders Fredriksson, ceo di Löfbergs (immagine concessa)

Oltre a Löfbergs, GrowGrounds collabora con partner industriali in tutto il mondo. Uno di essi è la società globale di commodity e consulenza ECOM, che opera sia nel commercio che nella coltivazione di caffè, cacao e cotone e ha oltre 1.500 agronomi in tutto il mondo.

L’organizzazione globale aiuterà i coltivatori di caffè, tra le altre cose, con l’istruzione e la conversione pratica dei metodi di coltivazione.

La creazione di GrowGrounds rappresenta un passo significativo per Löfbergs nel loro impegno verso la trasformazione circolare e negli sforzi per ridurre l’impatto climatico del 30% entro il 2030.

L’obiettivo è, tra le altre cose, ridurre il CO2 di 5 milioni di tonnellate, equivalente a circa il 10% delle emissioni annuali totali della Svezia, in parte piantando 15 milioni di alberi. Il cambiamento garantirà anche aumenti significativi dei ricavi per circa 300.000 coltivatori di caffè.

GrowGrounds è stata fondata da Lars Aaen Thøgersen insieme a Christina Singh, ex responsabile internazionale dei progetti presso Löfbergs, e Poul David Videbæk, ex direttore di COOP in Africa.

Cecafé presenta la piattaforma brasiliana di tracciabilità dei caffè insieme a Cooxupè la più grande cooperativa agricola

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Lo stabilimento di Cooxupé (immagine concessa)

CASALE MONFERRATO (Alessandria) – Cecafé, il Brazilian Coffee Exporters Council, è dedicato alla salvaguardia degli interessi degli iscritti ed è sempre attento con l’evoluzione delle tendenze normative nei principali mercati mondiali. Con circa 120 membri, tra cui società e cooperative nazionali e internazionali, Cecafé rappresenta oltre il 95% delle esportazioni brasiliane di caffè in oltre 162 Paesi nell’ultimo decennio.

Il ruolo di Cecafé nella filiera brasiliana

In questa era di ESG (Environmental, Social e Governance), Cecafé e i suoi membri sono impegnati e allineati con le discussioni socio-ambientali globali. Per questo promuovono attivamente dibattiti e iniziative globali volti ad affrontare le preoccupazioni normative poste dai principali acquirenti di caffè brasiliano.

Un esempio recente di questo impegno è il rispetto della nuova legge dell’Unione europea che impone alle aziende di valutare e mitigare i rischi di deforestazione all’interno delle loro catene di approvvigionamento.

Il controllo di qualità del caffè di Cooxupé (immagine concessa)

Cecafé ha partecipato a diversi forum globali per mostrare la sua organizzazione ed efficienza, esercitando influenza sull’attuazione della legge UE in collaborazione con partner internazionali, come la Federazione Europea del Caffè (ECF), con la quale è stata stabilita una collaborazione strategica all’interno dell’Agenzia dell’Unione Europea per il Programma Spaziale (EUSPA).

Questa partnership dimostra i progressi nella qualità e sostenibilità del caffè brasiliano negli ultimi decenni ed affronta le sfide legate al monitoraggio, comprese le fasi di produzione, raccolta, post-raccolta, lavorazione, classificazione, miscelazione ed esportazione.

Per perseguire questi obiettivi, Cecafé presenta la Piattaforma brasiliana di tracciabilità dei caffè, sviluppata in collaborazione con Serasa Experian e guidata dal Consiglio

Questa piattaforma vanta già la partecipazione di oltre 40 membri Cecafé, tra cui aziende nazionali e internazionali, nonché cooperative come Cooxupé, la maggior parte delle quali sono responsabili per le esportazioni di caffè brasiliano verso l’Unione europea.

In questo momento, vale la pena sottolineare che il progetto è in fase di adattamento ed attuazione, promuovendo discussioni tecnologiche che coinvolgono mezzi di accesso ed utilizzo di dati dalla filiera del caffè; saranno inoltre svolti dalle aziende, incontri finalizzati alla formazione dei team degli esportatori di caffè che hanno aderito alla piattaforma.

Questa fase in cui si trova attualmente la Piattaforma è di fondamentale importanza per gli eventuali adeguamenti necessari, considerando le future linee guida dell’EUDR.

Il Brasile offre numerose banche dati pubbliche e ufficiali che valutano e monitorano le questioni socio-ambientali. Una pietra miliare della Piattaforma è il CAR (Rural Environmental Registry), un obbligo legale per tutti i produttori caffeicoli stabilito dal Codice forestale brasiliano. Questo registro produce dati georeferenziati.

Sfruttando i dati di geolocalizzazione di tutti i coltivatori di caffè brasiliani, la piattaforma effettua valutazioni essenziali utilizzando la tecnologia di telerilevamento, in particolare le immagini satellitari acquisite dalle stazioni satellitari disponibili. Queste immagini satellitari consentono un’analisi rapida e in tempo reale dei livelli di conservazione delle foreste, della coltivazione agricola e della deforestazione nelle regioni produttrici.

Per gestire efficacemente i rischi, la Piattaforma consente il monitoraggio quotidiano della conformità socio-ambientale delle aree di produzione, offrendo aggiornamenti in tempo reale e, di conseguenza, l’emissione di allarmi in risposta ai cambiamenti delle responsabilità socio-ambientali.

Lo sviluppo della Cecafé-Serasa Experian Brazilian Coffee Traceability Platform apre le porte alla creazione di un protocollo di sostenibilità per i caffè brasiliani

Si tratta di una discussione cruciale per il settore dell’esportazione, in quanto l’agenda dell’innovazione e della trasformazione digitale è inseparabile dalle strategie volte a migliorare la competitività e a riconoscere i progressi compiuti nella sostenibilità negli ultimi decenni.

Inoltre, la piattaforma è controllabile, rendendola personalizzabile per vari protocolli per soddisfare i rigorosi requisiti di entrambe le leggi e gli standard di conformità delle aziende globali che acquistano caffè brasiliano.

La personalizzazione serve a mitigare i rischi reputazionali e garantisce l’allineamento con le linee guida di conformità sociale e ambientale definite da aziende, governi e altri stakeholder.

La Cecafé – Serasa Experian Brazilian Coffee Traceability Platform apre la strada al settore per abbracciare concetti e strumenti innovativi, riducendo in ultima analisi i costi operativi, velocizzando l’analisi di conformità socio-ambientale e semplificando la verifica e la dimostrazione del rispetto delle normative dei paesi importatori. Questo genera fiducia, trasparenza e credibilità nelle partnership che il Brasile ha con tutto il Mondo.

Pertanto, l’applicazione di tecnologie all’avanguardia per ottenere un maggiore riconoscimento per gli sforzi, i progressi e i risultati socio-ambientali tangibili raggiunti dal settore nazionale del caffè si allinea con le tendenze che modellano le nuove regole del commercio del caffè. La Brazilian Coffee è pronta a guidare questo processo e a continuare ad essere il principale partner mondiale del caffè.

Nel corso dei 18 mesi previsti per l’attuazione della nuova legge dell’UE, il Brasile è stato designato come progetto pilota dall’EUSPA, dall’ECF e dalla Commissione Europea. Questa designazione favorisce l’accumulo di conoscenze, esperienze e parametri che possono essere condivisi con altre nazioni. Cecafé ospiterà membri dell’EUSPA, dell’ECF e della Commissione europea, fornendo esempi reali di esportazioni di caffè prodotte in diverse regioni.

Mettendo in mostra le realtà, le sfide e le complessità di queste operazioni, diventa possibile sottolineare e sostenere la sostenibilità del caffè brasiliano e la dedizione degli esportatori alle preoccupazioni socio-ambientali. Questo impegno riflette un settore basato su organizzazione, unità ed efficienza.

La scheda sintetica di Cecafé

Piantagione di caffè biologico in collina nella Regione Matas de Minas in Brasile (foto concessa da Cecafè)

Cecafé – il Consiglio degli esportatori di caffè del Brasile – è nata nel 1999 dalla fusione di due entità: l’Associazione brasiliana degli esportatori (Abecafé) e la Federazione degli esportatori di caffè (Febec). Conta attualmente 120 associati, che rappresentano oltre il 95% dell’export brasiliano.

La sua missione consiste nel “difendere e promuovere gli interessi del settore con integrità e professionalità” e promuovere “iniziative strategiche a tutela e valorizzazione del comparto dell’export”.

Cecafé ha realizzato importanti programmi sociali, formativi e di sicurezza sul lavoro, a favore dei produttori. Degno di nota anche il progetto sul bilancio di carbonio nello stato del Minas Gerais, volto a dimostrare che il caffè è carbon negative e che la sua coltivazione può dunque contribuire alla mitigazione del cambiamento climatico.

Cecafé svolge inoltre un’importante funzione di raccolta dei dati sull’export di caffè. Le sue statistiche – complete e affidabili – sono riassunte in un report mensile, di cui Comunicaffè riporta regolarmente cifre e tabelle.

Marcos Matos è dal 2016 a capo di Cecafé, in qualità di direttore generale. Presidente è Marcio Cândido Ferreira.

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Marcos Matos, il direttore esecutivo di Cecafé (foto concessa dall’Ambasciata del Brasile)

La scheda sintetica della cooperativa Cooxupé

Cooxupé, fondata nel 1957, è attualmente la più grande cooperativa agricola a livello mondiale con più di 19.000 associati. Produce solamente caffè Arabica brasiliani, fa parte della Specialty Coffee Association sia in America che in Europa ed è certificata ISO. Il vantaggio di questo produttore ed esportatore è quello di possedere il caffè e di non doverlo cercare sul mercato interno garantendo così una maggior costanza negli imbarchi ed un elevato standard produttivo.

La maggior parte dei 19.000 soci sono piccoli produttori impegnati nell’agricoltura familiare.

Riceve caffè prodotto in oltre 300 comuni della zona in cui è ubicato, che comprende il sud di Minas, Cerrado Mineiro, Matas de Minas e Vale do Rio Pardo (nello stato di San Paolo).

Nel perseguimento della diversificazione del business, Cooxupé è anche coinvolta in altri progetti, tra cui: il proprio impianto di torrefazione del caffè, l’assistenza nella produzione e distribuzione di mais, una fabbrica di mangimi e un laboratorio di analisi.

Attualmente Cooxupé conta 48 unità aziendali, che comprendono la sede centrale (a Guaxupé), filiali, unità avanzate e l’ufficio esportazioni (situato a Santos) e conta circa 2.500 dipendenti. Cooxupé gestisce anche i magazzini e l’impresa logistica all’avanguardia “Complexo Industrial Japy”.

La scheda sintetica di Beraldi Overseas Agency di Pietro Beraldi

L’azienda è nata a Genova nel 1875 quando Guglielmo Beraldi fondò, insieme ad altri soci, la Beraldi Nazzari & C. che si evolse negli anni a seguire, sempre mantenendo una struttura di tipo familiare.

Nel 1989, Giancarlo Beraldi ha consolidato la vendita del caffè crudo all’interno dell’azienda familiare. Attualmente Pietro Beraldi rappresenta la quarta generazione della famiglia.

Nel settembre 2012, dopo la cessione del ramo Beraldi Coffee Trading alla Lamco-Olam, l’azienda si è trasferita a Casale Monferrato (Alessandria) e il caffè verde viene commercializzato con la ragione sociale Overseas Coffee Agency di Pietro Beraldi. Dal 2018 tutte le attività sono state conglobate nella Beraldi Overseas Agency, attuale denominazione della società.

Consorzio di Tutela dell’espresso: nella giornata mondiale con il “sospeso” aiuta la Fondazione Telethon per curare le malattie rare

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Consorzio espresso italiano professionale rito del caffè espresso
Il logo del Consorzio di tutela del caffè espresso italiano tradizionale

MILANO – In occasione della giornata internazionale dell’espresso che cade il 23 novembre il Consorzio di tutela del caffè espresso italiano tradizionale ricorda, nell’ambito della celebrazione del rito, della cultura e della socialità del caffè espresso
italiano che sono elementi rappresentativi dell’identità culturale del nostro Paese, l’iniziativa denominata “Un caffè per…”, dedicata alla Fondazione Telethon (qui per la donazione e per sostenere la candidatura al progetto Unesco).

Ricordiamo che la Fondazione Telethon che ha come presidente l’ex numero 1 della Ferrari Luca Cordero di Montezemolo, è organizzazione nazionale che si occupa della ricerca biomedica e la cura delle malattie genetiche rare.

E per questo, oltre alle attività scientifiche, si dedica anche alla raccolta di fondi per sostenere il lavoro degli scienziati che collaborano ai vari progetti.

Quella del caffè sospeso è un’abitudine solidale della tradizione napoletana trasferita dal Consorzio su un piano più ampio attraverso.

Si tratta di una campagna benefica realizzata in collaborazione con tutte le Comunità rappresentative del Rito del caffè espresso. L’iniziativa è in programma sino al prossimo mese di marzo.

Logo rito comunità espresso
Il logo del rito del caffè espresso

Per il Consorzio l’iniziativa benefica mira anche a far conoscere e approfondire il progetto di candidatura a patrimonio immateriale dell’umanità del Rito del Caffè espresso, i principi Unesco e la Carta dei Valori che le Comunità rappresentative del Rito del caffè espresso di tutta Italia si sono impegnate a diffondere e a promuovere.

Il Consorzio Promozione Caffè festeggia l’Espresso day del 23 novembre

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Espresso day (immagine concessa)

MILANO – Ogni 23 novembre il mondo si unisce per celebrare la Giornata mondiale dell’espresso, un’occasione speciale dedicata ad onorare l’arte e la passione che circondano una delle bevande più amate al mondo. In occasione di questa ricorrenza, il Consorzio Promozione Caffè porta ad esplorare le mille sfumature dell’espresso, i modi migliori per gustarlo, ma anche a riflettere sul patrimonio culturale e sensoriale che rappresenta a livello globale.

Consorzio Promozione Caffè celebra l’Espresso day

Il caffè espresso rappresenta il risultato di un’arte che si tramanda da generazioni. Vede i suoi albori a fine Ottocento quando Angelo Moriondo, proprietario di due locali storici a Torino, presentò una macchina di sua invenzione per rispondere alle esigenze della sua clientela con un metodo veloce di preparazione del caffè, detto appunto “espresso”.

E da allora la sua preparazione continua ad essere frutto di una maestria speciale, dove è importante saper dosare con precisione la miscela per esaltarne il potere aromatico, servendo così non solo una tazzina, ma un’esperienza per chi lo gusta, un vero viaggio sensoriale frutto di sapienza e arte.

“Il caffè può essere consumato in tanti modalità differenti, ma ogni tazza è un’opportunità per esplorare un mondo di aromi, gusti e profumi unici, è una esperienza da apprezzare non solo con il palato ma anche con gli occhi, l’olfatto e il cuore” – afferma Michele Monzini, Presidente di Consorzio promozione caffè.

“Il coffee tasting è la scienza che studia le qualità sensoriali del caffè, che dipendono dalla materia prima usata nella miscela, dalla tostatura, dall’estrazione con la macchina espresso, elementi capaci di rendere questa bevanda unica. La qualità dell’espresso e la sua capacità di farci vivere un’esperienza sensoriale irripetibile contribuisce a diffondere la sua cultura, una tradizione affascinante che la maestria dei torrefattori italiani ha portato ovunque nel mondo” – sottolinea Andrej Godina, voce autorevole del coffee tasting.

La ricerca della qualità in tazzina si esprime su molteplici livelli, attraverso lo studio di tutte le sue complesse proprietà sensoriali, ma non solo. Per definire un espresso “buono” dobbiamo infatti anche sapere come viene prodotto e lavorato all’origine e assicurarci che sia sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale ed economico.

Ed ecco un piccolo vademecum dell’espresso per guidarci a riconoscere la qualità del nostro caffè:

Aroma: l’espresso contiene una quantità molto elevata di molecole aromatiche, responsabili della percezione olfattiva e retro-olfattiva. È importante riconoscere gli aromi positivi da quelli negativi: sentori di pane tostato, cioccolato, fiori e frutta indicano un caffè di ottima qualità, mentre note di paglia, erba fresca, acqua stagnante, muffa sono spia di qualche difetto nella lavorazione.

Astringenza: questa sensazione è attivata dalla presenza di sostanze tanniche di origine legnosa, come gli acidi fenolici, che fanno precipitare la mucina, una proteina contenuta nella saliva capace di rendere scivolose le mucose. Un buon espresso non deve mai avere un’astringenza troppo elevata: se presente, è segno di chicchi di scarsa qualità o di una estrazione con la macchina espresso eseguita non correttamente.

Colore: la crema deve essere di una tonalità nocciola tendente alla testa di moro, con riflessi rossicci e striature chiare. Una crema nera, per esempio, sarà spia di una macinatura troppo fine e di pressatura troppo elevata, mentre una variazione chiara indicherà una macinatura grossolana e con pressatura bassa.

Corposità: è una sensazione riconducibile al concetto di “masticabilità”, strettamente collegata alla sciropposità e alla densità del liquido, conferite in modo particolare dalla Canephora varietà Robusta e dai caffè coltivati a bassa altitudine, ma anche da una preparazione corretta.

Gusto: dei cinque gusti che possiamo percepire (dolce, salato, acido, amaro e umami), l’amarezza e l’acidità sono quelli più presenti durante la degustazione del caffè. La percezione del gusto amaro, accentuata nella parte posteriore della lingua, è destinata a restare presente più a lungo sulla lingua. Al contrario, l’acidità è percepita con maggiore intensità nella parte laterale della lingua ed è caratterizzata da una sensazione inziale più veloce.

Retrogusto: il metodo espresso è in grado di estrarre dal caffè tostato gran parte degli oli contenuti nel caffè e ciò permette la percezione al palato di un retrogusto molto lungo che può perdurare oltre i 15 minuti. Un espresso di buona qualità lascerà un retrogusto delicato e piacevole.

L’espresso è un patrimonio culturale e sensoriale prezioso, che unisce persone in tutto il mondo.

Lo sa bene il Consorzio Promozione Caffè, che da oltre 30 anni promuove il settore del caffè attraverso un programma di comunicazione continuativo, per educare il consumatore sui suoi benefici e sul suo ruolo chiave nei moderni stili di vita.

“Questa bevanda è l’espressione di un’arte centenaria che guarda sempre avanti” conclude Michele Monzini, presidente di Consorzio Promozione Caffè. “Artigiani ed esperti del caffè in tutto il mondo sperimentano nuove interpretazioni delle miscelazioni, affinano le tecniche di tostatura e introducono modalità di preparazione all’avanguardia che rispettano la storia e abbracciano il futuro. Perché l’espresso è viaggio sensoriale che ci collega al passato e al presente, trasformando il semplice atto di bere in un’esperienza ricca di piacere, gusto e significati”.

La Colombia stenta a ripartire e guarda ora anche ai robusta

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Usda Brasile
Il logo del dipartimento dell'agricoltura di Washington

MILANO – La Colombia stenta a ripartire e Usda taglia le stime. Il report semi annuale del servizio informativo estero del dipartimento Usa dell’agricoltura evidenzia le perduranti difficoltà, che minano la ripresa produttiva del primo coltivatore mondiale di caffè arabica lavati. Il ministero americano stima ora in 10,7 milioni di sacchi il raccolto colombiano 2022/23: 600 mila sacchi in meno rispetto alla previsione del giugno scorso.

Le piogge eccessive e la minore insolazione, per la forte nuvolosità portata dal fenomeno La Niña, hanno avuto un impatto sulla produttività peggiore del previsto.

A ciò va aggiunto il minore utilizzo di fertilizzanti, a causa dei rincari generati dalla guerra in Ucraina.

E nell’annata in corso? Per il 2023/24 (ottobre-settembre), Usda prevede una parziale ripresa (+7,5%), a 11,5 milioni di sacchi.

Nel primo trimestre 2024, il tempo più secco e la maggiore insolazione, determinata dall’arrivo del fenomeno El Niño, favorirà la fioritura del raccolto principale, che arriverà nella seconda metà dell’anno.

Ma la crescita rimarrà modesta, poiché la siccità potrebbe, a sua volta, incidere negativamente.

Secondo l’Istituto colombiano di meteorologia, El Niño porterà, con l’anno nuovo, temperature superiori alla media e una riduzione sino al 30% della quantità di precipitazioni rispetto ai valori storici.

I cafeteros dovranno inoltre fare i conti con i perduranti attacchi della scolite del caffè (Hypothenemus hampeii), un piccolo coleottero di 2,5/3 mm, che danneggia le ciliegie verdi, con conseguenze sia sulla quantità che sulla qualità.

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Sigep: il ritorno della Fiera di Rimini tra sostenibilità e valorizzazione del caffè

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Sigep logo enderlin gelato
Il logo di Sigep

RIMINI – Alla 45° edizione di Sigep – The World Dolce Expo, che si terrà alla fiera di Rimini dal 20 al 24 gennaio prossimi, insieme ai settori di gelato, pasticceria, panificazione e cioccolato, la filiera del caffè è altamente rappresentata in un’atmosfera coinvolgente che ingloba tutte le fasi della sua lavorazione a partire dai Paesi produttori.

La bevanda rappresenta un rituale sociale irrinunciabile: stando a una ricerca di Mediobanca, diffusa da SCA Italy, ogni giorno nel mondo vengono consumate 3,1 miliardi di tazze di caffè. L’Italia, leader nella trasformazione del caffè, si attesta al settimo posto come Paese consumatore; la quota export di caffè torrefatto dal Belpaese, inoltre, è aumentata del 12,9%.

Le aziende e la sostenibilità a Sigep 2024

A Sigep 2024 il caffè diventa un’occasione per scoprire nuovi prodotti e tecnologie che ruotano attorno alla nota bevanda, a partire dalla valorizzazione delle varietà e con grande attenzione alla sostenibilità ambientale e sociale.

Numerose le aziende della penisola presenti in fiera, pronte a presentare le diverse miscele che tengono conto dei gusti diversi e delle tendenze del mercato.

Tra i grandi gruppi italiani più prestigiosi non mancheranno Caffè Moak, Caffè Molinari, Caffè Moreno, Caffè Pascucci, Caffè Toraldo, Caffè Vergnano, Club Kavè, Essse Caffè, kenon, Hausbrandt Trieste 1892, illycaffè, Lavazza, Julius Meinl, Nestlè, Nespresso, Segafredo Zanetti.

Per quel che riguarda invece il settore legato ai macchinari e alla tecnologia saranno presenti: CBC Royal First, Bravilor, Dalla Corte, Evoca, Gruppo Cimbali, Simonelli Group, La San Marco, La Spaziale, Sanremo, Rhea, XLVI.

Tra i produttori di macinacaffè ci saranno Ceado e Fiorenzato. Sigep 2024 mette al centro il tema della sostenibilità al quale si connettono gli stili di consumo che investono il mercato e che si riflettono sulle scelte delle aziende, come lo specialty coffee, legato a una qualità superiore del caffè e alla selezione del caffè verde, coinvolgendo una catena che mette insieme coltivatori, esportatori e torrefattori, rendendo il caffè equo e sostenibile.

Secondo una ricerca condotta da Circana è emerso che i consumatori sono più fedeli ai luoghi che agiscono in maniera sostenibile. Circa il 45% dei consumatori europei ha affermato infatti che la sostenibilità è il focus delle proprie scelte ma è un’occasione fortemente guidata dalla loyalty ovvero dalla fedeltà al luogo di consumo.

Il caffè a Sigep è sempre più connesso agli altri settori espositivi, in particolare a quello del cioccolato. La continuità fra i padiglioni del caffè e del cioccolato vuole esprimere quest’anno l’importante dialogo tra i due settori, che fra le tante analogie di filiera, hanno in comune gli stessi Paesi produttori, come America Latina e Africa, rappresentati a Sigep.

In questo senso viene confermato il grande valore delle partnership con enti come l’IILA – Istituto Italo-Latino-Americano impegnato insieme a Sigep nella valorizzazione della sostenibilità delle filiere e dei progetti dei Paesi di produzione, veri custodi della ricchezza del caffè.