sabato 21 Giugno 2025
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Bst, Big sensory test: l’innovativo metodo sensoriale di analisi del caffè

RIMINI – Il caffè? Un’esperienza sensoriale ed emotiva. Le recenti ricerche dimostrano che il consumatore di caffè è alla ricerca della ricchezza sensoriale. E a Pianeta Birra sono stati presentati innovativi metodi di analisi del caffè, valutato sia dal punto di vista sensoriale che affettivo. Si chiama Bst, Big sensory test. E’ stato presentato sabato nell’ambito del 3° Forum Scientifico sul Caffè promosso dall’Istituto internazionale assaggiatori di caffè in collaborazione con l’Inei, Istituto nazionale espresso italiano e il centro studi assaggiatori. Il tema: “Espresso italiano: la tostatura e l’arte della miscela”.

Il Bst è stato sviluppato dal Centro studi assaggiatori con l’Iiac ed ha due declinazioni

La prima è il Bst avanzato, che è in grado di fornire un ritratto delle caratteristiche sensoriali del caffè in base all’analisi delle note aromatiche del cosiddetto albero degli aromi, innovativa classificazione che rispecchia il modo in cui gli italiani organizzano gli aromi nella loro memoria e può guidarli nella misurazione di ben 50 parametri.

Ancora più sorprendente la seconda declinazione: il Bst analogico-affettivo, test soggettivo teso a cogliere l’impatto che ogni caffè ha sull’emotività e sull’immaginazione degli assaggiatori. Quest’ultimo consente di misurare alcuni elementi chiave dell’interpretazione che i consumatori danno del caffè, a partire dalle attese generale dal livello visivo fino all’impatto emotivo dell’aroma, passando dall’impatto olfattivo e gustativo.

A Rimini sono stati presentati i risultati dei test compiuti su cinque caffè di differente provenienza

“Profondità, potenza e perfezione sono le 3 p che secondo gli italiani caratterizzano il caffè perfetto – ha spiegato Manuela Violoni, responsabile ricerca & sviluppo del Csa e dell’Iiac –. I ritratti emotivi di questo primo esperimento hanno mostrato che, a differenza di quanto accade per i vini che vengono classificati da meditazione o da pasto, ancora oggi per la maggior parte dei consumatori il caffè è più oggetto dell’abitudine quotidiana e se ne parla relativamente poco. Sul caffè il discorso si appiattisce spesso sull’asse della semplice piacevolezza: o è buono o è cattivo, e le considerazioni vertono più  sullo stile di preparazione che sul caffè in sé (caffè forte o leggero, fatto bene o bruciato)”.

Mettendo in correlazione, attraverso un’apposita griglia, i parametri della descrizione sensoriale e di quella affettiva è possibile comprendere quali caratteri rendono un caffè adatto a situazioni di lavoro piuttosto che alla pausa distensiva. Qualche curiosità: agli aromi di frutta col guscio, per esempio noci, mandorle e nocciole, viene data grande importanza dal punto di vista culturale e vengono preferiti da consumatori-tipo di buon gusto. Mentre la percezione della sferzata di energia viene correlata all’aroma tostato e alla frutta secca. Infine risulta che la correzione con zucchero o latte non dipende in genere dall’amaro o dall’astringente perché i dati rivelano che sono soprattutto gli aromi di cacao, cioccolato e frutta secca a far percepire, grazie al meccanismo della sinestesia, il caffè come più “dolce”.

I lavori, aperti dal segretario Generale dell’Inei Luigi Odello, sono stati coordinati dal presidente dello stesso Inei Sergio Guarneri. Al Forum ha portato il proprio contributo anche l’esperto Carlo Invernizzi, secondo il quale “una buona miscela è tale e piacevole quanti più tipi di caffè raccoglie. Ovviamente il compito del torrefattore è quello di miscelarli in percentuali studiate dopo aver riscontrato la loro compatibilità, il grado e il tipo di ogni espressione che ognuno raccoglie in sé.

A mio avviso i caffè monorigine, che sono la moda del momento sia per il settore artigianale che la grande produzione, in futuro aumenteranno di numero e faranno da padroni nel richiamo costante della qualità, ma non avranno nulla di più dell’attuale mercato riservato a pochi”. Al prof. Roberto Zironi, Ordinario di Industrie Agrarie all’Università di Udine, il compito di illustrare ai numerosi addetti ai lavori presenti i processi e risultati della tostatura..

De Paolo del laboratorio Ccia Trieste: «Identifichiamo robusta e arabica ma da 20 anni»

TRIESTE – In merito a quanto leggo su Comunicaffè del 23/1/06 – La scoperta tutta italiana -, tengo a precisare che il Laboratorio chimico merceologico della Camera di commercio di Trieste, utilizza e da oltre venti anni un metodo chimico, frutto di studio e di ricerca interno, che identifica non solo qualitativamente (arabica o robusta), ma anche quantitativamente il rapporto di miscelazione tra le due specie in un caffè tostato macinato.

Il nostro metodo basato sulla determinazione del ∆ 5 avenasterolo, ed è stato ampiamente testato nelle miscele di caffè tostato presenti sul mercato nazionale e internazionale, dopo un accurato lavoro di taratura eseguito su tutte le varietà di arabica e robusta sbarcate nel porto di Trieste.

Spero pertanto sia stato messo a punto un nuovo metodo che utilizza tecniche e metodiche diverse, con cui confrontare affidabilità, precisione, ripetibilità estese all’intero campo dei rapporti di miscelazione tra arabica e robusta.

dottor Dario de Palo

Pago al bar: debutta a Reggio Emilia Pagobar il servizio per pagare anche multe e Ici o ricaricare il telefono

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REGGIO EMILIA – Pagare al bar le multe, l’Ici o ricaricare il telefono. Ieri è stato presentato dal gruppo Bioera il nuovo servizio Pagobar. Che debutterà nelle prossime settimane in 25 bar della città e della provincia.

Il dispositivo, un impianto simile a uno sportello bancomat con schermo interattivo e lettore di codici a barre. Pagobar permette di pagare diversi tipi di utenze con pochi semplici gesti evitando file ed orari di sportello.

Attraverso Pagobar è possibile pagare Ici e multe, è possibile ricaricare telefoni con tariffe fisse, mobili ed

internazionali o semplicemente ordinare i prodotti al bancone del bar evitando attese estenuanti.

È un servizio totalmente selfservice, che non comporta costi nè interferenze con la linea telefonica del bar. Tramite Pagobar è possibile accedere alla banca dati del comune, per ricevere informazioni su servizi e uffici comunali, un vero e proprio info point interattivo consultabile in tutta tranquillità nella pausa caffè.

In breve il progetto si estenderà in tutta Italia ai 26 mila bar collegati a Bioera.

Il Sigep porta a Rimini 83.863 visitatori (+11,1%) E per l’edizione 2007 si punterà anche sul cioccolato

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RIMINI – Concluso mercoledì sera il Sigep, il 27^ Salone internazionale della gelateria, pasticceria e panificazione artigianali è tempo di bilanci. I visitatori totali sono stati 83.863 (+11,1% rispetto all’edizione 2005) di cui 11.262 esteri (+35% sul 2005).

Aspetto centrale della manifestazione quello dell’internazionalità, con un netto incremento delle delegazioni provenienti dall’estero. Erano ben ben 25 (le più numerose da Austria, Repubblica Ceca, Danimarca, Francia, Germania; Ungheria, India, Paesi Bassi, Polonia, Slovenia, Spagna, Turchia, Russia; Croazia, Serbia, Grecia, Stati Uniti e Svizzera). Un chiaro indice di un interesse per il Made in Italy che è decisivo per l’intero settore.

Il successo è confermato anche dall’incremento della superficie espositiva: 800 aziende, distribuite su 90 mila metri quadri.

Ma alla Fiera di Rimini stanno già lavorando per l’edizione 2007 quando si vedranno eventi di rilievo internazionale per il mondo della pasticceria e, in particolare, sul cioccolato.

In Umbria alle donne imprenditrici piacciono le caffetterie

PERUGIA – Le donne imprenditrici hanno assunto una consistenza crescente all’interno del tessuto economico produttivo umbro e italiano in genere. Dai dati ricavati sulle iscrizioni alla Camera di commercio di Perugia, nell’ultimo quinquennio sono cresciute del 6,1%, passando da quasi 33mila a 35mila.

Di queste oltre il 43% opera nel settore del terziario in senso stretto (commercio, turismo e servizi), il 17% nell’agricoltura e il 15% nella attività manifatturiere. Il 53% delle imprenditrici ha un’età compresa tra i 30 e 49 e il 72% e ricopre la carica di titolare o socio dell’impresa. Anche tra le nuove imprese femminili il settore preferito è quello dei servizi: ben 86,8% rispetto al comparto della produzione.

Al primo posto ci sono i caffè-bar, con l’11%, seguiti dal commercio al dettaglio di abbigliamento con l’8,5%.

Tuttavia le donne che si affacciano all’attività d’impresa nel terziario, ma anche negli altri settori, scontano tuttavia non poche difficoltà e diversi fattori di debolezza: hanno infatti una elevata mortalità e cicli di vita più brevi rispetto a quelle gestite da uomini.

Di qui la necessità di sostegni previsti per l’imprenditoria femminile dalla legge 125/91.

A Berlino, un’estate 2004 con un boom della Gdo: 217,2 mln di guadagni

BERLINO – Dopo un’ estate 2004 caratterizzata da un andamento negativo, nel primo semestre del 2005 le vendite nella Gdo sono cresciute del 14,1% e hanno raggiunto complessivamente i 512,7 milioni di euro. Il maggiore incremento è stato registrato dai cosiddetti multipack costituiti da vari pezzi di gelato monoporzione, proposti sia in tipologia unica che in varietà miste in un’unica confezione.

Gdo in forte crescita

Le vendite relative a questo segmento (che costituisce il 42,3% del mercato) hanno raggiunto i 217,2 milioni di euro, segnando un +16,8%. Seguono le confezioni famiglia da 300 a 3.000 millilitri (segmento più importante, con il 48,3% del mercato) che hanno conosciuto una crescita del 12,3% raggiungendo i 247,5 milioni euro di fatturato.

In quest’ultimo segmento, quasi il 50% delle vendite è stato assorbito dalle varie private label

Seguite dal marchio Langnese-Iglo (25%), Nestlé-Schöller (15%) e Roncadin (6%). Le private label sono risultate ancora più forti nel segmento multipack (65%). Nei gelati monoporzione domina Langnese-Iglo (con oltre il 75% del mercato), seguita da Nestlé-Schöller, con meno del 13%. Complessivamente il 52,2% dei gelati venduti nella GDO sono stati a marchio dei distributori: ciò corrisponde ad una crescita del 2,4% rispetto al 2004.

Fonte: Ice Dusseldorf

I locali berlinesi hanno trovato il “quid” in più per distinguersi: la toilette

BERLINO – Cosa non si inventa per dare al proprio locale un tocco di originalità e di follia che lo distingua dagli altri? Dopo aver lavorato sugli allestimenti, il servizio, i prodotti, l’intrattenimento, la tecnologia e il merchandising, gli esercenti sono ora alla ricerca di nuove dimensioni conviviali persino nel più riservato dei luoghi: la toilette.

A Berlino, ad esempio, un ristorante sushi giapponese di Fridrichshain (nell’ex parte comunista) si è inventato il bagno doppio. Utilizzabile contemporaneamente da due persone. All’interno di una cabina di dimensioni raddoppiate rispetto a quelle tradizionali, trovano posto due sanitari in ceramica, due spazzolini e due distributori di carta igienica.

Toilette: un servizio in più nei bar di Berlino

In questo modo, anche la ritirata diventa un luogo di socializzazione e la classica conversazione al bagno tra le amiche del cuore non deve interrompersi nemmeno durante l’espletamento dei bisogni fisiologici. Una soluzione simile venne sperimentata già negli anni Ottanta allo Schwarzes Café di Charlottenburg (Berlino ovest), ma le autorità sanitarie imposero la ricostruzione dei muri divisori: da allora, le cabine sono comunicanti soltanto attraverso delle finestrelle a forma di cuore, che rimangono aperte o chiuse, a seconda dei desideri dei visitatori.

Ma l’innovazione nel pianeta bagno non si limita alle stravaganze

I servizi igienici sono considerati ormai parte integrante del locale e devono conformarsi al concept che lo caratterizza. Al «Pan Asia», sempre nella capitale tedesca, le pareti della ritirata sono dotate di piccoli televisori che propongono a ciclo continuo sequenze di cartoni manga.

I lavandini hanno un design innovativo e gli specchi sono in realtà dei vetri normali, che consentono agli uomini di osservare quello che succede dalla parte delle donne e viceversa. Richiami fumettistici anche negli allestimenti del ristorante italiano «Aroma» dove il disegnatore Pietro Genovese ha decorato le pareti delle toilette con delle figure di extraterrestri che atterrano direttamente nella tazza del wc.

Nel noto ristorante Theodor Tucher, sulla Pariser Platz, un locale che figura anche nelle guide turistiche, si è optato invece per dei vecchi mobili barocchi. Combinati a degli elementi di arredo più moderni, creando così un’inconsueta toilette in stile fusion. Le immagini osé, tratte dai classici dell’erotismo, che (almeno a quanto si dice) comparivano un tempo sugli schermi televisivi disposti in questi ambienti bagno, sono sostituite oggi da banali immagini da cartolina della città

 

Locali storici parigini: la moda tradizionale lascia spazio a nuove tendenze

PARIGI- Chi rimane fedele al fascino dei leggendari locali storici parigini – come il Procope, il Flore o Les Deux Magots – o alle atmosfere inconfondibili delle brasserie del novecento, rischia di restare deluso. Addio atmosfere rarefatte, decori d’epoca, stucchi, specchi, tavolini rotondi e sedie Thonnet: all’alba del terzo millennio, le nuove insegne che si accendono nella Ville Lumière (e le centinaia di locali che hanno subito, in tempi recenti, una ristrutturazione radicale) declinano i canoni e i valori delle più moderne tendenze minimaliste: un’evoluzione che si riflette nell’aspetto stesso dei Boulevard.

Locali storici parigini: un’evoluzione nel tempo

Uno dei simboli di questo nuovo trend è senza dubbio costituito dai Café Costes, nati oltre vent’anni fa dall’incontro tra i due fratelli originari dell’Aveyron (la regione dalla quale proviene tradizionalmente buona parte degli osti e dei caffettieri di Parigi), Jean-Louis e Gilbert Costes, e il celebre designer Philippe Stark. Questi caffè – ne esistono ormai una trentina sparsi un po’ ovunque nel centro della capitale – sono un vero must per la Parigi chic. Grazie agli allestimenti attuali e all’atmosfera accogliente, i Café Costes hanno una dimensione lounge che ben risponde alla voglia di socialità e di convivialità, ma anche di riservatezza e di impersonalità, del cliente del Duemila.

Negli ultimi anni tendenze nuove e idee inedite hanno reso sempre più variegato lo stile dei caffè parigini

Tra i numerosi concept esistenti, la palma dell’originalità spetta probabilmente al “Caffè al Buio” del Centro Georges Pompidou, dove i camerieri sono ciechi e tutto viene consumato nella più completa oscurità e al “Kube rooms and bar”, un locale interamente costruito nel ghiaccio, scolpito come cristallo e raffreddato a – 10 gradi.

 

Siria, negli ultimi mesi molte aperture di ristoranti caffetterie anche italiani

DAMASCO – È stato inaugurato ieri a Damasco capitale della Siria un ristorante Usa della catena Kentucky Fried Chicken (KFC). Si tratta del primo fast food americano a fare la sua comparsa nel paese, all’inizio di gennaio, grazie all’investimento di un kuwaitiano, Nasir al-Kharrafi.

Sono numerosi i ristoranti che, nell’ultimo periodo, stanno aprendo in Siria con scadenza quasi settimanale.

Si tratta soprattutto di locali orientali ed europei (italiani, francesi, svizzeri), asiatici (cinesi, giapponesi, indiani), ma anche senza una connotazione nazionale precisa.

Il dato certo, comunque, è che il settore siriano della ristorazione è da qualche anno in pieno sviluppo e molti imprenditori scelgono di investire in ristoranti e caffetterie.

La maxi caffettiera a Milano per la settimana dell’ambiente è alta quasi 3 metri

MILANO – Pochi sanno che oltre il 48% dell’ alluminio circolante in Italia deriva dal riciclo e che il riutilizzo di questo materiale permette di risparmiare il 95% circa dell’energia che sarebbe altrimenti necessaria per produrlo ex novo, a partire dalla bauxite. Proprio allo scopo di sensibilizzare il grande pubblico alla cultura del riciclo, il CiAL (Consorzio nazionale per il recupero e il riciclo dell’alluminio) ha presentato alla mostra “Remade in Italy” – in occasione della settimana dell’ambiente, in corso in questi giorni a Milano – una maxi caffettiera costruita interamente con materiale di recupero.

Maxi caffettiera: realizzata in collaborazione con il gruppo “Vita per la Vita” (un’ associazione bresciana di volontariato)

Questa moka dalle dimensioni non proprio “domestiche” (è alta 2,80 metri e larga 1,50) ha richiesto, per la sua fabbricazione, 7.000 lattine e 1.100 coperchi di lattine.

La collaborazione tra CiAl e il Gruppo Vita per la Vita rientra nel progetto “Raccolta Solidale”

Che vede impegnato il Consorzio sia sul fronte ambientale che su quello del no profit. Al termine della manifestazione, a beneficiare dell’alluminio utilizzato per la costruzione sarà l’Associazione stessa, che ne destinerà il ricavato a scopi sociali.

CiAl espone anche altri “ri-prodotti”, dal design ricercato e innovativo. Tra questi c’è la “Ricicletta”, una city bike ideata con l’obiettivo di promuovere la mobilità sostenibile, costruita al 50% con alluminio riciclato.