domenica 28 Dicembre 2025
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Costa Rica: chiusa la 24a Conferenza sulla scienza del caffè

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dolci colombiani export mondiale

MILANO – Giornata conclusiva quest’oggi, a San José di Costa Rica, della 24aConferenza internazionale sulla scienza del caffè dell’Asic (“Association pour la science et l’Information sur le Café”).

L’evento biennale si è svolto per la prima volta in un paese dell’America centrale. La regia organizzativa è stata dell’Icafé, l’autorevole Istituto costaricano del caffè.

Costituita a Parigi nel 1966, l’Asic è un organismo unico nel suo genere, che ha come mission la promozione e il coordinamento delle ricerche scientifiche finalizzate a un miglior utilizzo del caffè e dei suoi derivati, nonché il miglioramento della qualità a vantaggio dell’intera filiera produttiva.

L’associazione è attualmente presieduta da Andrea IllyErnesto Illy ne è stato cofondatore e più volte presidente.

Due i temi in primo piano nella conferenza di quest’anno: “Caffè e salute” e “Produzione di caffè sostenibile e mutamento climatico”. Per trattare di queste tematiche si sono dati appuntamento al centro congressi dell’Hotel Ramada Plaza Herradura centinaia di specialisti da tutto il mondo.

Ben 170 i relatori internazionali. Nel corso dell’assise hanno presentato 85 studi. E 200 poster scientifici.

La conferenza si è aperta lunedì, alla presenza del vice presidente della repubblica della Costa Rica Luis Liberman, con gli indirizzi introduttivi dello stesso Illy, del direttore esecutivo Ico Robério da Silva e della presidente del comitato organizzatore, nonché vice ministro costaricano dell’agricoltura, Xinia Chaves.

È seguita una conferenza magistrale tenuta dal direttore generale dell’Istituto Interamericano di Cooperazione per l’Agricoltura (Iica) Victor Villalobos, che ha fatto il punto sulla situazione del settore del caffè in America centrale.

Come è consuetudine, il resto della giornata inaugurale è stato occupato da una poster session divulgativa – “Consumo di caffè e fisiologia umana” il tema prescelto – con i contributi di una decina di scienziati e ricercatori provenienti da tutto il mondo.

Dedicata alla bio-chimica del caffè la giornata del martedì, che ha visto la partecipazione di una qualificata rappresentanza di specialisti del nostro paese. Di marca italiana lo studio “Qualità in tazza del caffè espresso: i dati da dieci anni di ricerche” (Severini, C., Romani, S., Cevoli, C., Derossi, A.), presentato nel corso della mattinata.

A presiedere le due sessioni della giornata Marino Petracco (Università del Caffè Illy) e Carla Severini (docente presso l’Università degli Studi di Foggia).

Genomica e genetica, biotecnologia e agronomia, sostenibilità e qualità del caffè sono stati i temi trattati mercoledì.

Tra le problematiche in evidenza, l’impatto del mutamento climatico sulla coltura del caffè e le possibili strategie di adattamento.

Nella giornata di ieri, infine, si è parlato di agroecologia, miglioramento della produttività idrica e lotta alle avversità fitopatologiche. Da ricordare, inoltre, un approfondimento dedicato alla produzione di caffè arabica nella regione cinese dello Yunan.

Il programma si conclude quest’oggi con le visite guidate a due istituzioni scientifiche costaricane di eccellenza. Il Catie (Centro agronomico tropicale per la ricerca e l’insegnamento superiore). E il CENIBiot (Centro nazionale per le innovazioni biotecnologiche).

La prossima edizione della Conferenza si svolgerà nel 2014 in Colombia; ad Armenia, capoluogo del distretto del Quindío, nel cuore del Paisaje Cultural Cafetero. Un’area di straordinario valore paesaggistico e culturale recentemente inclusa nel Registro del patrimonio mondiale dell’Unesco.

Il 12° Campionato italiano baristi di caffetteria 2013

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stabilimento universal caffè a Mascufo
La sede di Universal Caffè a Moscufo

MOSCUFO (PESCARA) – Il 12° Campionato Italiano Baristi di Caffetteria (Cibc) fa tappa domani in Abruzzo, nella sede della Compagnia del Caffè – Universal Caffè di Moscufo.

In programma le selezioni per la qualificazione alle finali nazionali Rimini Sigep 2013. L’iniziativa rientra nell’ambito del terzo “Memorial Raffaele Camiscia”, per ricordare il fondatore che, nel 1963, diede vita alla Universal.

Sedici in tutto i baristi che parteciperanno alla competizione: 9 per la categoria Caffetteria e 7 per quella Latte Art. Quattro i concorrenti abruzzesi: Angelo Segoni, di Pescara; Loredana Ciavattella e Riccardo Di Gasbarro, entrambi dell’Aquila; Onorio Pantalo, di Ortona (Chieti).

L’evento è organizzato dalla Master Coffee School, con il patrocinio della Speciality Coffee Association of Europe (Scae).

L’iniziativa prenderà il via alle 9.

“Poter ospitare in Abruzzo una tappa del campionato – ha detto l’amministratore unico della Compagnia del caffè-Universal caffè, Natascia Camiscia – è un fatto estremamente importante per noi, per la nostra regione e per i professionisti del caffè che operano sul territorio.

L’iniziativa, d’altronde, porterà in Abruzzo decine di esperti del settore. In un mondo in costante evoluzione, quella del caffè diviene sempre di più una professione: proprio per questo, ben consapevoli dei cambiamenti in atto, negli ultimi anni abbiamo investito molto in termini di formazione, dando vita ad una vera e propria scuola per professionisti”.

“Il ‘Memorial Raffaele Camiscia’, nell’ambito del quale si svolgerà la competizione – ha concluso l’amministratore unico – è un’occasione per ricordare l’uomo che quasi 50 anni fa diede vita alla Universal, puntando su elementi quali la passione per il proprio lavoro, la costante ricerca del miglioramento, l’innovazione e l’impegno sociale finalizzato ad aiutare le persone meno fortunate. Caratteristiche, queste – conclude Natascia Camiscia -, che ancora oggi sono alla base della nostra filosofia”.

 

LA SCHEDA SINTETICA

DELLA COMPAGNA DEL CAFFE’ – UNIVERSAL CAFFE’

La Universal Caffè nasce a Pescara nel 1963, quando Raffaele Camiscia apre la sua prima torrefazione artigianale.

Nel corso degli anni, l’azienda è cresciuta notevolmente, fino a divenire una vera e propria industria del caffè e ad aprirsi ai mercati internazionali.

Diretta oggi da Natascia Camiscia, figlia del fondatore, Universal esporta i suoi prodotti in oltre 25 Paesi ed ha una forza lavoro di oltre 50 dipendenti diretti.

 

Cioccoshow: coniata per Bologna la moneta di cioccolato

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BOLOGNA – Il Cioccoshow di Bologna ha coniato la più grande e dolce moneta di cioccolato. Il nuovo Guinness alla kermesse dedicata al cioccolato artigianale è stato raggiunto oggi alle 12 al Bologna Welcome, con la verifica ufficiale del giudice Lorenzo Veltri e la dichiarazione immediata del nuovo record mondiale.

È una moneta raffigurante 1 euro, in scala 1:85, pesa 640 chilogrammi, ha un diametro di 1 metro e 95,5 centimetri, per 17 centimetri di altezza.

Il blend utilizzato si è ottenuto da due cioccolati: 80% Repubblica

Domenicana e 20% Perù, la moneta è fondente al 58%.

I Maitre Chocolatier Renato Zoia dell’associazione CiocchinBò, Angelo Sodero, Luigi Derniolo e Domenico Falcone sono stati, invece, i protagonisti di questo Guinness attuato grazie all’apporto di BF Servizi, organizzatore del Cioccoshow.

Cioccoshow ha inoltre coniato delle monete di cioccolato. Raffiguranti quelle del record che saranno vendute a offerta libera; durante i giorni di manifestazione presso l’associazione Aiuta in Piazza Maggiore.

Una sorta di cambio moneta il cui ricavato finirà nella ricostruzione della Scuola Elementare «G. Lodi»di Crevalcore (Bologna) colpita dal terremoto di maggio.

Si possono inoltre versare contributi nelle urne presso gli stand dei cioccolatieri.

SCENARI – Una doppia normativa destinata che è destinata a cambiare molto in fretta tutti i rapporti commerciali

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di ISIDORO TROVATO*

Dal nulla al troppo. In Italia può succedere. Attendere anni una normativa sul ritardo dei pagamenti, fenomeno che mette in difficoltà tutto il sistema produttivo e poi, improvvisamente, ritrovarsene due.

In realtà non si tratta di due leggi-fotocopia, ma si somigliano tanto: si tratta dell’articolo 62 del decreto Liberalizzazioni, che obbliga a saldare entro 30 giorni le fatture di merci alimentari deteriorabili ed entro 60 giorni tutti gli altri prodotti dell’agroalimentare.

Record negativo 

Dal primo gennaio l’Italia adotterà anche la direttiva europea sui pagamenti sprint. La base di partenza è tra le peggiori possibili: nel nostro paese i pagamenti vengo saldati, mediamente, in circa 180 giorni, un record che non viene insidiato neanche dalla Grecia che non va oltre i 174 giorni, o dalla Spagna con i suoi 160.

 

 

Niente a che vedere con i virtuosi europei che vivono in Finlandia e Germania. L’applicazione della direttiva europea dovrebbe portare una grande accelerazione nel circuito delle liquidità con grande beneficio soprattutto delle piccole e medie aziende.

Da anni ormai Confindustria denuncia che ammontano a circa 100 miliardi i debiti che la pubblica amministrazione ha nei confronti del mondo industriale.

L’introduzione dei pagamenti rapidi obbligherà anche gli enti pubblici a pagare entro 30 giorni dal ricevimento della fattura o delle merci ordinate.

Un’eccezione è prevista per ospedali, imprese pubbliche ed enti che forniscono assistenza sanitaria e che potranno avere deroghe fino a 60 giorni.

Ritardi 

In caso di ritardo gli interessi moratori saranno dell’8% e questo dovrebbe indurre le imprese a rispettare i tempi anche nei pagamenti tra di loro.

I dati, infatti, ci dicono che sono soprattutto le grandi aziende ad accumulare ritardi scaricandone il peso sui piccoli fornitori.

Un cortocircuito molto rischioso a cui è venuto incontro anche l’articolo 62 del decreto sulle liberalizzazioni che renderà obbligatorio, a chi acquista prodotti agricoli o alimentari, rispettare tempi di pagamento determinati, pena multe pesantissime.

Ciò che appare incerto è come riusciranno a convivere le due norme. «C’è ancora molta confusione in merito — conferma Luigi Bordoni, presidente di Centromarca —. Non sappiamo cosa accadrà con l’entrata in vigore della direttiva comunitaria, di certo sappiamo che le nuove regole per l’alimentare stanno creando parecchio subbuglio nel settore. Malgrado tutto, il nostro mondo si è attrezzato ed è pronto a sostenere le conseguenze di un cambiamento così radicale».

Turbolenze

 In effetti il salto non è da poco: in un settore in cui il pagamento avveniva in media in 90 giorni, adesso il limite passerà a 30 giorni per le merci deteriorabili e 60 giorni per tutte le altre, a decorrere dall’ultimo giorno del mese di ricevimento della fattura relativa.

Una decisione che provocherà non poche turbolenze: non a caso Confcommercio e Confindustria hanno già chiesto una pausa per dare più tempo alle imprese per organizzarsi.

«Il provvedimento è giusto – ribadisce Bordoni – e produrrà un ottimo effetto su tutto il comparto. Siamo convinti che a essere danneggiati da queste regole saranno coloro che erano abituati a fare i furbi, quelli che facevano cassa ritardando i pagamenti. E allora ben vengano regole chiare e controlli ferrei ».

Accordi

 A questo proposito è bene ricordare il testo vieta accordi preventivitra le parti che siano in deroga alla legge. Sarebbe fin troppo facile per i grandi esercitare pressioni sui più piccoli.

È chiaro però che si tratta di un meccanismo perfetto se ci sarà adeguata vigilanza e rigido rispetto delle regole. Altrimenti si ritorna allo start.

 

  • L’articolo è uscito sul numero di lunedì 12 del CorrierEconomia

 

IL NUMERO 8%

Scadenze certe

Gli interessi moratori previsti dalla normativa comunitaria per chi non rispetta i tempi di pagamento.

L’articolo 62 del decreto Liberalizzazioni prevede, invece, il saldo entro 30 giorni per i prodotti alimentari deteriorabili, ed entro 60 per tutti gli altri

SCETTICO – L’intervista a Cobolli Gigli di Federdistribuzione. “Sugli scaffali dei negozi si vedranno molti spazi vuoti”

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MILANO – La grande distribuzione alimentare è in apprensione. La normativa che obbliga il pagamento delle merci a 30 o 60 giorni, a seconda che siano deperibili o meno, è in vigore dal 24 ottobre e le imprese del comparto annunciano problemi.

«Abbiamo fatto i conti — racconta Giovanni Cobolli Gigli, presidente di Federdistribuzione —. Secondo i nostri calcoli questa legge comporterà, su base annua, un’anticipazione media di 6 miliardi di euro.

Significa che molte aziende della grande distribuzione si troveranno in difficoltà nel reperire le fonti di finanziamento. Ad affrontare i problemi maggiori saranno le imprese di minor peso o di minore capacità di copertura del territorio nazionale. Per queste non sarà facile sopravvivere.

Molte stanno rapidamente modificando l’assortimento e diminuendo la merce immobilizzata. La norma va modificata».

Quali sono le vostre richieste?

«Se è vero che la norma è nata per agevolare e assistere chi è in affanno sotto l’aspetto finanziario, allora doveva riguardare soltanto le aziende agricole e le piccole e medie imprese. Non certo la grande industria, che continua a ottenere notevoli risultati e ha una redditività estremamente più florida del comparto della grande distribuzione».

Quali sono i cambiamenti che stanno avvenendo nella distribuzione alimentare dopo l’approvazione dell’articolo 62?

«Prima del 24 ottobre pagavamo in media a 80 giorni, ma avevamo in bilancio scorte per 40 giorni. Ora non più. Inoltre, i maggiori problemi sorgeranno durante le festività. Al punto che per Natale prevediamo un rallentamento nell’affluenza dei prodotti dal mondo dell’industria alla distribuzione».

Intanto il decreto legislativo che obbliga la pubblica amministrazione al pagamento dei fornitori a 30 e in casi particolari a 60 giorni, entrerà in vigore il primo gennaio. Cosa ne pensate?

«Alla luce di questo recente intervento governativo sarebbe bene lasciare alla grande industria alimentare la libertà di trattativa sui tempi di pagamento dei fornitori».

FAVOREVOLE – Intervista a Ferrua Magliani (Federalimentare). “E adesso si possono trovare rapporti più equilibrati”

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MILANO – “I pagamenti rapidi previsti dall’articolo 62 del decreto liberalizzazioni innovano profondamente le relazioni commerciali all’interno della filiera agroalimentare. Permettono l’apertura di una nuova fase che introduce maggiore equilibrio nei rapporti tra fornitori e clienti».

Filippo Ferrua Magliani è presidente di Federalimentare. La norma sui tempi certi di pagamento recepita positivamente anche se non mancano spunti di riflessione.

«L’applicazione indifferenziata dell’articolo 62 alla totalità delle transazioni, che coinvolgono gli operatori del settore, sta comportando alcune problematiche da affrontare— sottolinea Ferrua Magliani —. Come la necessità di adeguarsi ai gravosi oneri amministrativi e gestionali introdotti, l’inderogabilità dei termini di pagamento, nonché degli interessi».

Quale soluzione propone la Federazione nazionale dell’industria alimentare per affrontare le criticità?

«Occorre predisporre, in tempi ragionevolmente brevi, alcuni strumenti normativi e regolamentari che correggano gli aspetti più problematici della riforma.

Andrebbero introdotti elementi di flessibilità e derogabilità. Correttivi che naturalmente dovrebbero essere compiuti in coerenza con la ratio originaria dell’articolo 62».

L’attenzione dell’industria alimentare, però, è posta anche su altri importanti aspetti.

«E’ necessario coordinare l’articolo 62 con la disciplina di recepimento della Direttiva Ue sui ritardi di pagamento. Anche perché decorrerà molto presto: dal primo gennaio del 2013».

La necessità di agire in tempi molto stretti è rafforzata dalla presentazione dagli ultimi dati sul comparto. Numeri che confermano quanto sia complesso lo scenario congiunturale che stiamo vivendo.

«Il calo dei consumi alimentari del 2012 è prossimo al 3 per cento.

E’ fondamentale, quindi, favorire la semplificazione e il recupero di efficienza lungo tutta la filiera agroalimentare».

 

C’È ANCHE IL CAFFÈ – L’Italia per una volta prima in Cina. È il Paese con il maggior numero di espositori a Shanghai

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MILANO – L’Italia è il paese con maggiori espositori tra quelli presenti alla fiera Food Hospitality China. Che è una delle più importanti al mondo del settore alimentare, aperta oggi a Shanghai.

Quest’anno il padiglione italiano organizzato come dal 2004 dall’Ice, conta la partecipazione di 36 aziende del settore alimentare e di 12 aziende del settore vinicolo.

Al di fuori del padiglione italiano ci sono altre 59 aziende italiane con consorzi nel padiglione dell’Unione europea e in altre zone. In totale in fiera ci sono 1500 aziende provenienti da 77 tra paesi e regioni. Registrando un incremento rispetto allo scorso anno quando erano state 1100.

I padiglioni nazionali sono per questa sedicesima edizione 47, 20 in più rispetto al 2011. Ma non soltanto esposizione: nei tre giorni della fiera l’Ice ha anche organizzato 14 seminari mirati sul tema del cibo e del bere italiano (vino, birra e caffè), per aggiungere la cultura del prodotto made in Italy.

Grande presenza delle aziende italiane

«La grande presenza di aziende italiane – ha detto all’inaugurazione il console generale italiano Vincenzo De Luca – dimostra non solo l’interesse del nostro paese per questo mercato, ma l’interesse dei cinesi ai nostri prodotti, in continuo aumento».

«Il 2011 – spiega Maurizio Forte, direttore del locale ufficio Ice – ha segnato un importante aumento delle esportazioni italiane in Cina. Considerando i prodotti tipici (pasta, prodotti da forno, cioccolata, prosciutto; formaggi, vino, acque minerali, gelati, kiwi; preparati vegetali e confetture), l’Italia si è posizionata al secondo posto dopo la Francia. Le esportazioni italiane hanno raggiunto i 275,61 milioni di dollari; segnando un aumento del 48,2%. Un trend positivo che sta proseguendo anche nel 2012. Le esportazioni hanno infatti raggiunto, nei primi nove mesi dell’anno, i 195,03 milioni di dollari. Segnando un +7,8% rispetto allo stesso periodo del 2011».

Nella classifica del 2011 dei paesi esportatori di prodotti agroalimentari verso la Cina, l’Italia è salita al 25mo posto (dal 28mo nel 2010), con un valore complessivo di 300,09 milioni di dollari, in crescita del 46,7% rispetto all’anno precedente.

Tra i prodotti tipici, l’Italia è il primo fornitore di cioccolato (con una quota di mercato del 44,2%) e di pasta (19,01%), mentre è seconda nelle esportazioni di olio d’oliva (23,35%) e di acque minerali (10,6%).

Paesi del caffè: Banca mondiale, la classe media è raddoppiata in 6 anni: Brasile da record con il +22%

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Banca Mondiale

MILANO – Lo dice la Banca Mondiale. Nei Paesi dell’America Latina e dei Caraibi, tra il 2003 e il 2009, la classe media è passata da 103 a 152 milioni di persone. Con un aumento complessivo del 50%, mentre gli esponenti che ne fanno parte, con entrate tra i 10 ed i 50 dollari al giorno pro-capite, rappresentano il 30% della popolazione regionale.

Lo ha reso noto un documento diffuso dalla Banca Mondiale, in cui si definisce tale incremento un «risultato storico».

Nello studio si dettaglia in particolare che l’Argentina, con un aumento della classe media da 9,3 a 18,6 milioni di persone. Che rappresenta il 25% della popolazione, ha la leadership regionale in merito, seguita da Brasile (22%), Uruguay (20%) e Colombia (16%).

 

Fonte: Banca Mondiale

Bologna Fiere: record d’iscritti a Creativo la mostra per la decorazione delle torte

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BOLOGNA – A Bologna Fiere sarà un weekend ricco d’iniziative ed eventi quello dal 16 al 18 di novembre grazie a «Il Mondo Creativo». Si tratta della manifestazione dedicata alla creatività che quest’anno sarà articolata in tre importanti aree tematiche ed espositive. Il Mondo Creativo – Salone Hobbistica Creativa e Fai da Te (pad.22); Model Game lo speciale evento dedicato al modellismo statico e dinamico (17-18 novembre- Pad.19); The Cake Show, l’ evento rivolto alla «Sugar Art» e al «Cake Design» (pad.21). Il Mondo

Creativo sarà una fiera-laboratorio dove i visitatori potranno seguire corsi e dimostrazioni pratiche. Che saranno tenute da aziende produttrici di materiali  per la creatività dei più svariati settori. Dal bijoux alla cartapesta, dal dècoupage al feltro, dalla maglia al ricamo e cucito creativo.

Crisi: in Francia treni veloci low cost senza bar, collegano Parigi a Lione e fino a Marsiglia

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MILANO – Niente carrozza bar, è ammesso un solo bagaglio, c’è un’unica classe e i biglietti costano meno di 25 euro: in Francia nasce ‘Ouigò, il treno ad alta velocità (tgv) low cost, di colore azzurro, che dal prossimo aprile viaggerà sull’asse Parigi, Lione, Marsiglia e Montpellier.

Inoltre sempre la Sncf, la società ferroviaria francese, lancerà da dicembre nuove destinazioni a basso prezzo in pullman per l’Italia, a Milano e Torino, e per Londra, il cosiddetto progetto ‘iDBUS’.

Il tgv low cost, per Barbara Dalibard della Sncf, permetterà di trasportare il 20% in più di viaggiatori. Grazie allo spazio guadagnato sui bagagli e disponendo di quattro carrozze su due piani che effettuano otto o nove tragitti al giorno.

Niente bar

Su questi treni non c’è carrozza bar, la dimensione delle poltrone non cambia. Ma sarà ammesso un solo bagaglio per persona da posizionare sopra il sedile.

Le valige supplementari sono a pagamento. Nessuna differenza tra prima e seconda classe. La compagnia proporrà inoltre ogni anno un milione di biglietti A meno di 25 euro.

Partenze da stazioni periferiche per risparmiare

«Il progetto è nato nell’ambito di una migliore segmentazione dell’offerta esaminando attentamente i bisogni dei differenti tipi di clientela», spiega Dalibard. Come spesso accade per le compagnie aeree low cost, i passeggeri di Ouigo dovranno recarsi in stazioni più periferiche e non in centro città: per esempio a nord di Parigi, a Marne-La-Vallè o a Lyon-Saint-Exupery. «Questo permetterà alla Sncf di realizzare un risparmio del 30% perchè ogni Tgv sarà posizionato direttamente sulla linea per l’alta velocità e farà inoltre guadagnare tempo».

Riguardo quest’ultimo punto le associazioni dei viaggiatori sono scettiche e contestano alla compagnia di imporre un ulteriore costo e un tempo aggiuntivo per raggiungere stazioni decentrate con l’utilizzo di altri mezzi come l’autobus o il taxi.

«Credo che gli utilizzatori della Sncf chiedano innanzitutto di essere ben trasportati e di essere trattati in modo egalitario», ha detto il segretario generale del sindacato Cgt Cheminots, Gilbert Carrel, per il quale questa nuova offerta è «contraria ai valori del servizio pubblico». Per lui il tgv low cost «è solo un treno di terza classe».

Tra le destinazioni anche Milano e Torino

La Sncf ha inoltre annunciato dal mese prossimo nuove destinazioni verso Milano, Torino e Londra, per il suo servizio di pullman a lunga distanza, l’iDBUS.

«Siamo convinti che molte persone scopriranno un nuovo modo di viaggiare, più economico, più ecologico e più sicuro dell’automobile», ha osservato Maria Harti, direttrice generale di iDBUS. Che prevede di proporre tre tragitti di andata e ritorno quotidiani che collegano Lione e Parigi a Torino, Milano e Londra a partire da 45 euro.