venerdì 21 Novembre 2025
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Bazzara Academy lancia nuove date per i corsi di formazione in profumeria, 27-30/11

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Il Camp Bazzara (immagine concessa)

TRIESTE – La Bazzara Academy annuncia il lancio delle nuove date per i corsi di formazione in profumeria certificati IPA – Italian Perfumery Academy, che si svolgeranno in un camp di profumeria dal 27 al 30 novembre 2024 presso la sua sede sita nel cuore di Trieste in via Battisti, 1.

Un aspetto distintivo della Bazzara Academy è la sua capacità di attrarre studenti internazionali desiderosi di apprendere i segreti della profumeria italiana, ma l’attenzione verrà rivolta anche al pubblico locale, promuovendo una sessione di Fragrance Design per avvicinare e sensibilizzare il pubblico al tema del profumo.

I nuovi corsi della Bazzara Academy

L’appuntamento è su prenotazione e si terrà sabato 23 novembre dalle ore 15.00 alle ore 18.00 presso la Bazzara Academy, per dedicare un pomeriggio di workshop alla progettazione e realizzazione della propria fragranza personalizzata con il supporto di un profumiere certificato.

Dopo il grande successo del “Perfumery Camp” tenutosi dal 5 al 9 agosto 2024, che ha visto la partecipazione di corsisti provenienti da Arabia Saudita, America ed Europa, la Bazzara Academy continua il suo impegno nella formazione di professionisti del settore. Durante il camp, i partecipanti hanno avuto l’opportunità di esplorare i segreti della profumeria, unendo formazione teorica e pratica, con una particolare attenzione all’analisi sensoriale e alla fisiologia degli organi di senso.

Questo evento formativo, disponibile sia in versione italiana che inglese, è aperto a tutti coloro che desiderano avventurarsi nell’affascinante mondo della profumeria artistica e approfondire la cultura sensoriale, ma soprattutto intraprendere un percorso sensoriale e apprendere le tecniche di formulazione o diventare critici valutatori di fragranze.

Durante le sessioni verranno trasmesse e consolidate tutte le conoscenze relative alla filiera del profumo necessarie ad acquisire la metodologia per la formulazione di profumi naturali e sintetici e la terminologia tecnica per la valutazione delle fragranze. Inoltre, si tratteranno contenuti legati allo studio dei sensi e dei meccanismi di percezione fisiologica e all’utilizzo di strumenti che permettono di predisporre piani di valutazione per prodotti del settore profumeria e della food industry.

I corsi verranno diretti da Marco Bazzara, profumiere e formatore sensoriale, finalista al concorso di profumeria “New Luxury Awards”, che ha frequentato numerosi corsi e master di alta formazione presso istituzioni del settore profumeria. “Il camp mira non solo a dare gli strumenti per creare una fragranza ma anche a fornire le basi per analizzare i propri sensi e poter essere obiettivi e performanti nel valutare un prodotto – afferma a tal proposito l’esperto -. Durante il corso non solo si impara a creare una fragranza, ma si vive la materia prima sia sotto forma di olio essenziale che di materia secca, per poter così intendere al meglio come il ventaglio aromatico evolverà nelle fasi di processamento”.

Bazzara: “La creazione di un profumo rimane sempre un’esperienza mirata. Chiunque può creare una fragranza, ma non tutti riescono a farlo mantenendo il giusto equilibrio fra gli elementi coinvolti. La guida di un esperto è fondamentale per sviluppare competenze solide e un concetto creativo distintivo per applicarsi inizialmente a quelle che sono formulazioni semplici e proseguire con quelle più complesse; il tutto sorretto da un concept creativo ben preciso che possa definire la personalità del profumo”.

“Quando si crea un profumo c’è una tendenza che porta ad includere la parte gusto/tattile nell’analisi anche se il gusto non può essere percepito con l’olfatto; ecco perché risulta fondamentale studiare e combinare assieme questi contenuti didattici affinché il futuro profumiere possa essere calibrato in fase di analisi” conclude Marco Bazzara.

Per ulteriori informazioni e per iscriversi alla sessione di Fragrance Desgin, cliccare qui o contattare l’Academy su WhatsApp al numero +39 339 4656971 o all’indirizzo di posta elettronica info@italianperfumeryacademy.com.

Aicaf presenta la 1° tappa del Gran premio della caffetteria italiana presso Mokafé, Alba, 11/10

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Il logo del Gran premio della caffetteria italiana (immagine concessa)

MILANO – L’Accademia italiana maestri e sommelier del caffè (Aicaf) annuncia la prima tappa della 9ª edizione del prestigioso Gran premio della caffetteria italiana, che si terrà l’11 ottobre 2024 presso la sede di Mokafè Torrefazione ad Alba, Cuneo. Questa affascinante location, rinomata per la sua tradizione enogastronomica, offrirà uno scenario perfetto per celebrare la passione e la maestria nel mondo della caffetteria.

Durante l’evento, dieci talentuosi baristi si sfideranno dimostrando le loro abilità nelle tecniche di estrazione del caffè espresso, nella preparazione del cappuccino e nell’affascinante arte della Latte Art. Ogni concorrente sarà valutato per creatività, precisione e padronanza tecnica, presentando anche un drink a base di caffè che esprimerà il loro talento e la loro capacità di innovare.

I partecipanti:

  •  Angelo Dossi
  •  Cesare Bassani
  •  Denis Ferrari
  •  Federico Quilici
  •  Filippo Comella
  •  Mario Bocchiardi
  •  Mattia Monetti
  •  Pasquale Calderone
  •  Samanta Renegaldo
  •  Simone Toppi

L’evento vedrà una giuria di esperti, guidata dal maestro del caffè Valter Griffone, e sarà supportata dal giudice tecnico, il maestro del caffè Andrea Villa, che valuterà i concorrenti in base a criteri di eccellenza come l’equilibrio dei sapori, la presentazione e l’organizzazione della postazione di lavoro.

Un’occasione unica per i baristi

Il Gran premio della caffetteria non è solo una competizione, ma anche un’importante vetrina per i professionisti del settore. Questa tappa ad Alba è la prima di una serie che si snoderà in tutta Italia, con le successive gare nelle seguenti città:

– Milano (presso Anfim Hemro Italia)

– Modena (presso Casa Toschi Vignola)

– Napoli (in collaborazione con Saka Caffè)

I primi tre classificati della tappa di Alba accederanno direttamente alle semifinali, che si terranno a ottobre 2025 presso HOST Milano, uno degli eventi più prestigiosi del settore della caffetteria.

Per ulteriori informazioni e per iscriversi alle prossime tappe del Gran Premio, potete consultare il sito ufficiale di Aicaf o contattare la segreteria nazionale.

Eridania celebra 125 anni e partecipa al Salone della CSR e dell’innovazione sociale

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Alessio Bruschetta, amministratore delegato Eridania Italia (immagine concessa)

BOLOGNA – Eridania, l’icona della dolcificazione che quest’anno celebra 125 anni di storia tra tradizione e modernità, torna al Salone della CSR e dell’innovazione sociale, uno degli appuntamenti italiani più attesi in materia di sostenibilità: il 10 ottobre Alessio Bruschetta, amministratore delegato dell’azienda, interviene ad una delle tavole rotonde all’interno del Salone dedicata al ruolo dei consumatori e alla richiesta, sempre crescente, di ridurre le asimmetrie informative ancora oggi presenti, e permettere maggior consapevolezza nelle scelte d’acquisto.

Vari i temi affrontati, dalle iniziative messe in campo per raccontare l’origine dei prodotti e fornire basi strutturate alle scelte di consumo, fino alle importanti certificazioni ottenute dall’azienda negli anni, per offrire a consumatori e stakeholder strumenti e informazioni utili a promuovere una cultura della trasparenza e della fiducia.

La trasparenza della filiera: la certificazione EPD, risultato di più di 10 anni di lavoro sulla sostenibilità

La trasparenza nella filiera agroalimentare è un valore fondamentale per garantire standard elevati di qualità e, al tempo stesso, la fiducia dei consumatori. Per questo Eridania è sempre attenta a fornire strumenti e informazioni volti a promuovere una cultura improntata alla trasparenza, un impegno che passa anche dalle certificazioni ottenute e riconosciute a livello internazionale.

I packaging Eridania che celebrano i 125 anni dell’azienda (immagine concessa)

Da oltre un decennio, l’azienda leader della dolcezza è attivamente coinvolta in un percorso di sviluppo sostenibile sotto il profilo ambientale, produttivo, sociale e d’impresa, che rientra a partire dal 2022 all’interno della campagna continuativa “Il Futuro Chiede Dolcezza”. L’inizio del cammino è avvenuto nel 2013 quando Eridania ha scelto di sottoporsi ad una prima analisi volontaria mirata a misurare e ridurre l’impatto ambientale dello Zucchero Zefiro, e poi successivamente nel 2021 con lo Zucchero Classico, attraverso la certificazione EPD (Dichiarazione Ambientale di Prodotto).

Tale certificazione ha permesso a Eridania di monitorare e migliorare il proprio impatto ambientale, evidenziando risultati concreti come la significativa riduzione delle emissioni di CO2, il risparmio di risorse idriche pari a 500 piscine olimpioniche all’anno, e l’utilizzo del 100% di energia rinnovabile per il confezionamento dello zucchero Classico nello stabilimento di Russi (RA). Questi traguardi sono stati riportati sulle confezioni dell’iconico Zucchero Classico attraverso i cosiddetti “pack parlanti”, introdotti nel 2022 e 2023, per comunicare in modo trasparente i progressi fatti in termini di produzione, trasporto e utilizzo delle risorse e permettere ai consumatori di fare scelte consapevoli, orientate verso prodotti attenti non solo alla qualità, ma anche alla sostenibilità dei processi produttivi.

La trasparenza come chiave per scelte di consumo responsabili: “Zucchero & co” e “Eridania on tour”

L’azienda leader della dolcezza si è dimostrata, in questi anni, attenta alla trasparenza nei confronti del consumatore anche attraverso attività educativo-informative a carattere divulgativo.

Un esempio in tal senso è il laboratorio “Zucchero & co – l’impronta della dolcezza”, un’attività ludico-educativa di divulgazione scientifica dedicata a bambini, studenti e appassionati di ogni età sul mondo della dolcificazione, alla scoperta dello zucchero in tutte le sue forme e aspetti, realizzata in collaborazione con Cooperativa Ossigeno, realtà specializzata in progetti di comunicazione e divulgazione scientifica.

Dopo il successo dello scorso anno al Festival della Scienza di Genova, dove il laboratorio ha coinvolto oltre 1.700 partecipanti, Eridania ha riproposto l’attività anche nel 2024, in due importanti manifestazioni di diffusione della cultura scientifica: le Settimane della Scienza di Torino, che si sono tenute nel capoluogo piemontese lungo tutta l’estate, e a BergamoScienza, in corso a Bergamo fino al prossimo 13 ottobre.

“Zucchero & Co” è strutturato come un interessante viaggio attraverso gli elementi nutritivi, con particolare attenzione allo zucchero in tutte le sue forme, per comprenderne le origini e peculiarità e sfatarne i falsi miti grazie a divertenti attività interattive. Tra gli obiettivi principali del progetto, infatti, vi è quello di guidare i partecipanti nel distinguere fake news e notizie attendibili, così da capire quale sia la via migliore per scegliere un’alimentazione quanto più equilibrata e bilanciata, senza rinunciare a un pizzico di dolcezza.

Un’ulteriore iniziativa che va in questa direzione, e che verrà lanciata tra pochi giorni con due appuntamenti a Milano (12 e 13 ottobre) e a Bologna (19 e 20 ottobre), è il progetto “Eridania on tour, la dolcezza scende in piazza”, due eventi che vedranno Eridania protagonista con la sua linea di dolcificanti Zero, Truvia ed Eritritolo unitamente a Tropical&Stevia e Eridania Per Ricette, il mix ideale per ridurre l’impatto glicemico. Un’occasione coinvolgente per sensibilizzare trasversalmente le diverse generazioni sull’importanza di una nutrizione corretta, di stili di vita sani, consapevoli e responsabili, insieme ad un team di nutrizionisti dell’associazione AINut.

“Come leader di settore, ascoltiamo con attenzione i bisogni dei consumatori che oggi, più che in passato, chiedono trasparenza rispetto ai prodotti che acquistano e consumano – ha dichiarato Alessio Bruschetta, amministratore delegato di Eridania Italia – Per questo, in Eridania ci impegniamo a ridurre le asimmetrie informative, fornendo dati chiari e verificabili sui nostri prodotti e sui processi produttivi. Negli anni, inoltre, abbiamo investito in iniziative di sensibilizzazione e divulgazione scientifica per offrire basi solide e strutturate alle scelte di consumo. Il nostro impegno è volto a promuovere una cultura della responsabilità condivisa, fondata sulla fiducia e sulla trasparenza. Siamo convinti che un consumatore ben informato possa fare scelte più responsabili, contribuendo allo sviluppo sostenibile di tutto il comparto agroalimentare; le aziende hanno il dovere di accompagnare i consumatori in questo percorso, facendosi garanti di un dialogo aperto e trasparente”.

Sempre in materia trasparenza, non soltanto nei confronti dei consumatori ma anche verso tutti gli stakeholder, Eridania ha partecipato attivamente allo studio condotto nell’ambito del progetto “Sostenibilità nelle categorie di prodotto” promosso da GS1 Italy, che verrà presentato proprio in occasione del Salone della CSR il prossimo 11 ottobre. Lo studio, basato sull’approccio scientifico del Life Cycle Assessment (LCA), ha coinvolto 29 categorie merceologiche e mira a identificare in modo oggettivo e a ridurre l’impatto ambientale dei prodotti di largo consumo. L’impegno di Eridania, da sempre orientato verso la sostenibilità, si riflette nella volontà di integrare questo elemento nei propri processi aziendali, collaborando con i partner commerciali per sviluppare un dialogo trasparente e creare valore lungo tutta la filiera. L’evento rappresenta un’importante occasione per condividere i risultati ottenuti e contribuire al miglioramento delle relazioni tra Industria e Distribuzione, rispondendo in modo concreto alle crescenti aspettative dei consumatori in tema di sostenibilità.

Baci Perugina presenta il nuovo gusto caramellato alle mandorle

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Baci Perugina caramellato alle mandorle (immagine concessa)

PERUGIA – L’iconico cioccolatino Baci Perugina si reinventa in un nuovo mix di contrasti e consistenze che unisce croccantezza e gusto: Baci Perugina caramellato alle mandorle. La nuova pralina ha preso vita all’interno della Scuola del Cioccolato Perugina, vero e proprio laboratorio creativo in cui si continua a fare sperimentazione e innovazione grazie alla sapienza e originalità dei maestri cioccolatieri.

Baci Perugina caramellato alle mandorle

Il gusto croccante alle mandorle è un sapore tradizionale e intramontabile, amato dagli italiani poiché evoca ricordi d’infanzia e momenti di festa. In particolare, la popolarità del croccante alle mandorle in Italia si deve alla semplicità dei suoi ingredienti: mandorle croccanti caramellate che danno vita ad un equilibrio di sapori in grado di sprigionare sensazioni intense al palato.

La caramellatura, infatti, avvolgendo le mandorle tostate, ne esalta sia la croccantezza che la dolcezza.

Baci Perugina, da sempre attento alle esigenze in evoluzione dei propri consumatori, presenta dunque una nuova golosa ricetta in grado di appagare tutti i sensi. Ogni assaggio è una sorpresa, grazie a un gioco di contrasti e consistenze che uniscono materie prime d’eccellenza.

Il morbido cuore al gianduia arricchito da granella di mandorle caramellate e la croccante nocciola intera si sposano perfettamente al cioccolato Fondente Luisa al gusto caramello. Le mandorle caramellate aggiungono poi alla pralina una nota tostata e una nuova croccantezza, rendendo l’assaggio una vera e propria esperienza di gusto.

Anche l’incarto in alluminio color bronzato, che abbraccia ogni singolo cioccolatino, richiama i colori del croccante alle mandorle ed è impreziosito da luminose stelle dorate.
Baci Perugina Caramellato alle Mandorle, prodotto all’interno dello Stabilimento di San Sisto a Perugia, entra nella gamma continuativa e si aggiunge alle proposte Classico, Latte, Fondente 70% e Caffè. La nuova variante è disponibile nel formato Bijou, da 200g al prezzo consigliato al pubblico di 7,89€, e Tubo Baci da 37,5g al prezzo consigliato al pubblico di 2,79€.

La scheda sintetica del Gruppo Nestlé

Il Gruppo Nestlé, presente in 187 Paesi con più di 2000 marche tra globali e locali, è l’azienda alimentare leader nel mondo, attiva dal 1866 per la produzione e distribuzione di prodotti per la nutrizione, la salute e il benessere delle persone. Good food, Good life è la nostra firma e il nostro mondo.

Presente da più di 110 anni in Italia, rinnova ogni giorno il suo impegno con azioni concrete per esprimere con i propri prodotti e le marche tutto il buono dell’alimentazione.

L’azienda opera in Italia in 9 categorie merceologiche con un portafoglio di oltre 90 marche, tra queste: Meritene, Pure Encapsulations, Vital Proteins, Optifibre, Modulen, Solgar, S.Pellegrino, Acqua Panna, Levissima, Bibite e aperitivi Sanpellegrino, Purina Pro Plan, Purina One, Gourmet, Friskies, Felix, Nidina, Nestlé Mio, Nespresso, Nescafé, Nescafé Dolce Gusto, Starbucks, Orzoro, Nesquik, Garden Gourmet, Buitoni, Maggi, Perugina, Baci Perugina, KitKat, Galak, Smarties, Cereali Fitness.

Il caffè veste Armani: le nuove caffetterie del brand in India, Giappone e USA, l’Italia dell’espresso e della moda c’è

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L'esterno del nuovo café a Mumbai, India (immagine concessa)

MILANO – Il caffè non passa mai di moda e lo sanno bene i brand di fashion esclusivi come Bulgari o Armani. Quest’ultimo fiore all’occhiello del made in Italy, ha intuito – seguendo il trend globale segnato da altri nomi noti del settore lusso: Calvin Clain, Gucci, Prada, di recente Dolce e Gabbana, Roberto Cavalli, Ferragamo, Louis Vuitton, Ralph Lauren eccetera – che caffetteria e alta moda sono un abbinamento vincente.

Anzi, si potrebbe dire che ormai stanno diventando uno stile di vita.

A dimostrazione di questo, l’espansione del concept oltre oceano: tra le aperture più recenti dei brand segna un cambio di passo l’Armani/Caffè Mumbai, situato accanto alla nuova boutique Giorgio Armani. Uno spazio che incarna lo stile distintivo del brand, sia nell’estetica del design che nelle scelte del menu.

Da est a ovest, dall’India agli USA, il concetto di caffetteria italiana dimostra di essere un ever green che ha ancora molto da dire e che non tramonta. Almeno se si sviluppa l’idea di poterla legare a delle aziende ben rappresentative del saper fare italiano.

L’espresso italiano funziona.

E funziona bene.

Non è un caso che Tommy Hilfiger, marchio del celebre stilista negli USA, abbia scelto proprio Milano – città di riferimento della fashion week italiana e internazionale – per aprire il primo Tommy’s Cafe al mondo.

I nuovi Armani/Caffè: classe e profumo di caffè

Lo stile ovviamente non deve mancare, perché un luogo legato all’ospitalità di livello non può che essere curato in ogni dettaglio: dalla palette di colori, sui toni delicati del blu e del verde, ai motivi più classici di Armani. Bere un caffè avvolti da paraventi decorati con un raffinato motivo di palme, fa rivivere l’esperienza della tazzina all’interno di un ambiente sofisticato.

Secondo Forbes, la dinamica premia entrambe le realtà, hospitality e fashion retailers, perché permette ai primi di trovare modi alternativi di coinvolgere e interagire con i clienti fornendo degli spazi di incontro che invitano anche alla condivisione sui social. La caffetteria è un canale per raggiungere un pubblico più ampio e, viceversa, l’alta moda diventa una strada differente per proporre un consumo di caffè lontana dal bere frettolosamente al banco.

In un luogo in cui il lusso, la qualità, è una firma, di certo anche l’offerta di food & beverage deve essere all’altezza: il consumatore sa di immergersi in un’atmosfera di un certo tipo e probabilmente è più disposto innanzitutto a pagare di più una tazzina di caffè – che ritorna ad essere un rito con il suo valore – e soprattutto pretenderà di berne una che sia eccellente.

L’interno della caffetteria a Mumbai (immagine concessa)

Boutique e ristorante trovano la miscela perfetta nell’elegante facciata, mantenendo però ognuno il proprio ingresso.

Ma l’impero di Armani Caffè allarga i suoi confini

E lo racconta un’altra apertura di questo mese: Armani/Caffè Omotesando, anch’esso collocato vicino alla boutique Giorgio Armani e direttamente collegato ad essa. Anche il Giappone beve caffè italiano e si veste di made in Italy. Un modo differente ed elevato di continuare a parlare dell’espresso italiano come un’icona globale.

Il punto vendita a Omotesando, Tokyo (immagine concessa)

L’ambiente trae ispirazione dal design e dall’atmosfera degli anni 30, caratterizzato da linee morbide e materiali naturali. I pannelli delle pareti, rivestiti in un tessuto iridescente verde chiaro, si sposano perfettamente con il pavimento in verde scuro.

L’interno della caffetteria a Omotesando (immagine concessa)

Solo eccellenze nelle boutique Armani, che uniscono il caffè ad altri nomi italiani che sono sinonimo di eccellenza: dove c’è espresso, c’è pasticceria e così, all’interno dello store Armani è possibile trovare una selezione di prodotti Armani/Dolci by Guido Gobino. La proposta gastronomica, semplice e raffinata, è pensata per soddisfare un pubblico internazionale.

Ultimo colpo di coda di Armani: l’apertura a Costa Mesa, in California

Così dall’Oriente all’Occidente, passando naturalmente dallo Stivale, il marchio Armani procede a braccetto con la caffetteria, portando il profumo delle miscele sino a South Coast Plaza, accanto alla boutique Giorgio Armani.

E questo ottobre verrà invece inaugurato il nuovo Armani/Ristorante a New York – ricordiamo che il vero pioniere che ha puntato su questo connubio ormai nel lontano 2014, proprio nella Grande Mela, è stato Ralph Lauren, con il primo Ralph’s Cafè -.

Un altro tassello del mosaico Armani e caffè che però fa nascere anche qualche domanda: che caffè viene servito, a che prezzo e per fare questo salto in avanti (e sopra l’euro) è necessario come in molti temono, far diventare la tazzina una bevanda di lusso come i prodotti Armani?

In India, Giappone e Stati Uniti, la risposta sembra essere abbastanza chiara. O in Cina, dove le nuove generazioni hanno mostrato grande interesse per questo mix di brand del luxury.

E in Italia?

Andrea Illy: “12,5 milioni di microproduttori non possono investire in sostenibilità: se non li aiutiamo il prezzo del caffè aumenterà ancora”

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Andrea Illy, presidente illycaffè (immagine concessa)

MILANO – Il presidente di illycaffè Andrea Illy ha parlato di prezzi, Eudr e iniziative del governo italiano per il settore del caffè in una puntata di Coffee Break, lo spazio mattutino per l’approfondimento e l’attualità condotto in studio LA7 da Andrea Pancani. Leggiamo di seguito le sue considerazioni.

L’Impatto dell’EUDR e il prezzo del caffè secondo Andrea Illy

“Il prezzo del caffè è il doppio rispetto all’anno scorso e ciò non era previsto. Questo è dovuto all’impatto climatico sui due Paesi produttori più importanti: il Brasile e il Vietnam. Prima c’era stata la siccità in Vietnam e ora è in Brasile. Poi prima c’erano le piogge in Brasile e invece ora sono in Vietnam.

Questo comporta la perdita della produzione e la previsione di deficit che fa salire i prezzi e infiamma la speculazione.

Il tema è talmente rilevante che il Governo italiano quest’anno non solo ha messo il caffè tra le priorità del Piano Mattei (il progetto strategico di diplomazia, cooperazione allo sviluppo e investimento dell’Italia per l’Africa) ma è riuscito a metterlo nell’agenda del G7.

Adesso c’è uno studio capitanato dalla Cassa Depositi Prestiti, insieme all’International Coffee Organization, che sta elaborando una proposta di fondo pubblico privato per investire nelle piantagioni di caffè per creare adattamento al cambiamento climatico, poiché il vero problema è che solo il 5% della catena del valore globale del caffè rimane nelle piantagioni.

Sono 12,5 milioni i microproduttori che non hanno i soldi per fare il minimo investimento per adattarsi al cambio climatico: o li aiutiamo noi o il prezzo del caffè aumenterà a dismisura”.

Mercati del caffè di nuovo in ripresa: i futures di arabica e robusta spingono gli hedge fund più dell’oro

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mercati del caffè robusta futures Eudr arabica esportazioni Brasile export prezzi borsa Vietnam meteo
Il logo dell'Ice

MILANO – Futures del caffè trainanti nelle positive prestazioni dei fondi speculativi trend-following durante il mese di settembre. Secondo un report di Société Générale citato da Reuters, il caffè è stato – assieme all’oro – uno degli asset che più hanno contribuito ai risultati di queste tipologie di fondi, che stabiliscono la direzione del mercato, attraverso l’analisi tecnica di prezzi e volumi di contrattazione, per poi cercare di cavalcarla.

L’oro si è rivalutato di quasi il 30% dall’inizio dell’anno. Ma la performance del metallo prezioso per eccellenza è niente al cospetto di quella dei chicchi di coffea, compresi quelli meno pregiati.

A Londra, infatti, la scadenza principale è passato dai 2.804 dollari del 2 gennaio ai 5.527 dollari del 26 settembre, massimo storico del contratto 10-Ton dei robusta: un rialzo del 97%, in meno di 9 mesi.

A New York, la scadenza principale ha iniziato l’anno a 190,15 centesimi, per raggiungere, sempre il 26/9, un picco di 273,90 centesimi, massimo degli ultimi 13 anni.

La banca francese ha monitorato l’andamento di 96 fondi speculativi registrando, il mese scorso, rendimenti compresi tra il +7,41% e il -15,77%, per una media positiva del +0,7%.

Intanto, i futures del caffè hanno registrato ieri – mercoledì 9 ottobre – una seconda giornata consecutiva di rialzi

Il contratto per scadenza dicembre dell’Ice Arabica ha guadagnato 185 punti chiudendo a 250,05 centesimi.

A Londra, il contratto per scadenza gennaio, che catalizza ormai la parte più consistente delle contrattazioni, si è rivalutato di ulteriori $17 risalendo a 4.701 dollaro.

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BWT water+more sponsor della fiera SCAJ Coffee Show di Tokyo

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BWT water+more sponsor dello SCAJ Coffee Show (immagine concessa)

TOKYO – Inizia la fiera SCAJ Coffee Show, la manifestazione del caffè organizzata dal chapter locale di SCA e che vede come espositori tutti i principali marchi di macchine e attrezzature del caffè attraverso i loro importatori locali a Tokyo. Sono presenti con uno stand diretto tutti i produttori di caffè verde delle principali origini, in particolare modo ci sono tutti quelli che fanno Arabica di alto livello, molto ambita in Giappone.

BWT water+more sponsor della fiera SCAJ Coffee Show

BWT water+more, per la prima volta, si mostra nell’importante mercato giapponese con una presenza diretta, un proprio stand e soprattutto una sponsorizzazione delle competizioni che porteranno i campioni giapponesi delle varie specialità a competere ai prossimi mondiali che si disputeranno nei vari WOC nel 2025.

Il Giappone è un mercato molto attento alla qualità e con ancora più attenzione di molte altre realtà la ricerca dell’acqua perfetta è qua argomento di ogni giorno; non si deve dimenticare che i mercati orientali che recentemente vedono il trend del caffè in vertiginosa salita, lo fanno attraverso l’estrazione in filtro come ad esempio la V60, ottenendo un caffè che in fondo è simile ad un tè, e come tale molto sensibile all’acqua usata in fase di preparazione.

BWT water+more è presente al padiglione 3 Sud con la gamma completa dei suoi prodotti filtranti fino al 12 ottobre.

CEME elettropompe per il caffè compie 50 anni, il ceo Roberto Zecchi: “Fatturato oltre i 330 milioni”

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Roberto Zecchi, Amministratore delegato CEME (foto concessa)
Roberto Zecchi, Amministratore delegato CEME (foto concessa)

CEME, impresa milanese fondata nel 1974, ha consolidato la propria leadership globale nei sistemi di controllo dei fluidi grazie a strategie di acquisizioni sinergiche. Con un fatturato di oltre 330 milioni di euro, l’azienda punta alla crescita sostenibile e alla digitalizzazione, investendo nella sostenibilità e nell’energia green. Riportiamo di seguito parte dell’intervista del Quotidiano Nazionale all’amministratore delegato di Ceme Roberto Zecchi.

CEME festeggia 50 anni

TRIVOLZIO (Pavia) – Alla fine degli anni ’90, complice la concorrenza asiatica e il calo fisiologico del mercato, il fondatore Renzo Miotti indirizzò l’azienda verso il settore delle elettropompe e delle elettrovalvole per il mercato delle macchine del caffè. “Una svolta – ricorda l’amministratore delegato di CEME Roberto Zecchi – che si è concretizzata agli inizi degli anni 2000 con l’acquisizione di Ulka, azienda dell’Oltrepò Pavese attiva nella produzione di pompe per il caffè.

Operazione che le ha consentito di diventare uno dei leader nel mercato”. Nel corso degli anni, Ceme ha continuato questa strategia di acquisizioni sinergiche, diversificando il proprio portafoglio ed ampliando la propria presenza in mercati strategici, consolidando così un futuro di innovazione e crescita continua.

Che cos’è quindi oggi CEME?

“È un’azienda leader globale nei sistemi di controllo dei fluidi tramite l’utilizzo di elettrovalvole, diversi tipi di pompe (a solenoide, periferiche, a palette e ingranaggi) a cui ha aggiunto una serie di sensori che ne possono supportare la gestione come sensori di pressione, sensori di portata e l’elettronica di controllo degli stessi: grazie a una serie di acquisizioni mirate siamo passati da essere un fornitore locale di componenti a un fornitore globale di sistemi in grado di assistere i clienti”.

Ci dà qualche numero per capire la dimensione di Ceme?

“Negli ultimi anni – dall’ingresso del fondo Investindustrial, avvenuto nel 2018 – Ceme ha visto un costante incremento dei ricavi. Oggi il fatturato a livello globale supera i 330 milioni di euro con interessanti prospettive di crescita. Oggi abbiamo circa 1500 dipendenti. Considerando le società americane Procon e Micropump, acquisite nel 2023 da Investindustrial e con cui operiamo in stretto coordinamento, e Dti, di cui completeremo l’acquisizione di una quota di maggioranza a fine settembre 2024, operiamo in 10 stabilimenti produttivi, di cui 5 in Italia – Trivolzio (PV), Tarquinia (VT), Cavenago (MB), Colico (LC) e Tavagnacco (UD)– uno in Cina, uno in Messico, uno in Irlanda, uno in Ungheria ed uno a Vancouver in Canada.

Una presenza capillare, che ci permette di essere presenti in tutti i mercati principali in cui operiamo (Emea, Asia e USA) e di servire i nostri clienti al meglio e in loco con un presidio costante e dedicato”.

Per leggere l’intervista completa basta cliccare qui

Caffè Trucillo amplia lo stabilimento di Salerno: capacità di stoccaggio del prodotto finito a +156%

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caffè trucillo salerno
Caffè Trucillo a Salerno (immagine concessa)

SALERNO – Aumento del 200 per cento della capacità di confezionamento del caffè in grani da 1kg, il formato più comune per i consumi fuori casa; aumento del 200% anche per la capacità produttiva del caffè macinato sottovuoto; un pacco di caffè al secondo passa al controllo ai raggi X; aumento del 200% della capacità produttiva del caffè monoporzionato in cialde; un nuovo impianto di degasaggio del caffè per la moka (delicata fase di riposo del caffè, dopo la tostatura e prima del confezionamento) consente di ridurre il tempo dell’operazione da 48-72 ore a circa 3-4 ore; capacità di stoccaggio del caffè tostato in grani, ovvero pronto per essere macinato o confezionato, aumentata del 333% attraverso la realizzazione di un nuovo impianto di stoccaggio; capacità di stoccaggio del prodotto finito aumentata del 156%, attraverso l’ampliamento del magazzino, anche con la realizzazione di un nuovo magazzino interno semi automatico compattabile.

Sono solo alcuni dei risultati raggiunti con l’ultimo e più recente piano di espansione della torrefazione Trucillo di Salerno, per migliorare la capacità e la flessibilità produttiva e la velocità di risposta alle esigenze del mercato. L’azienda campana si prepara così a una nuova fase di crescita sul mercato interno e internazionale, dove è storicamente presente. Nell’ultimo anno il mercato interno è aumentato e rappresenta oggi il 35% delle vendite, mentre per il 65% il prodotto viene esportato in oltre 40 Paesi.

Gli interventi di ampliamento della produzione e del magazzino sono stati realizzati con attenzione alla sostenibilità ambientale e affiancati da una significativa attività di reingegnerizzazione e digitalizzazione dei processi, portata a compimento nel 2024, con interventi sui software per la produzione, sistema gestionale, cloud e formazione 4.0 per tutto il personale.

“Oggi abbiamo una gestione interamente digitalizzata dell’intero ciclo produttivo – spiega Andrea Trucillo, che in azienda ricopre il ruolo di Business Control Manager e HR Manager. – Abbiamo una sala di controllo avveniristica, dove una batteria di monitor mostra in tempo reale ciò che sta avvenendo in ogni fase del processo, dall’arrivo della materia prima, passando per la tostatura e fino al confezionamento. I processi sono parametrizzati e controllabili in diverse fasi, in modo da ridurre al minimo l’errore dell’operatore. Sono diminuite drasticamente le attività di tipo manuale a favore di quelle automatizzate, con un maggiore controllo dei Kpi di processo.”

Andrea Trucillo, che insieme ai fratelli Antonia e Cesare rappresenta la terza generazione, si è occupata di guidare questo importante cambiamento, iniziato poco dopo il suo ingresso ufficiale in azienda, avvenuto nel 2018: “un cambio di passo che ha rappresentato una vera rivoluzione e non è stato per nulla semplice né scontato. La parte più importante e allo stesso tempo complessa è stata rendere tutti gli attori protagonisti attivi di un cambiamento verso il quale c’era forte resistenza, senza dettare imposizioni. Avevo 25 anni e mi sono trovata a confrontarmi con collaboratori storici, anche molto più grandi di me, mio padre incluso. La chiave è stata l’ascolto reciproco. È una grande soddisfazione oggi vedere il frutto di tutto questo cambio generazionale, che non si è risolto solo all’interno della famiglia, ma delle diverse generazioni che convivono nella nostra azienda, dove capita di incontrare padre e figlio che lavorano insieme in produzione.”

Forte l’impatto della digitalizzazione sull’accesso da parte del personale ai dati e alle informazioni, un vero patrimonio, non solo per l’azienda ma anche e soprattutto per chi vi lavora tutti i giorni.

“Il 2024 è l’anno in cui abbiamo chiuso il cerchio della digitalizzazione della produzione, grazie a tutti gli investimenti fatti negli anni precedenti – spiega ancora Andrea Trucillo – Abbiamo fatto un cambio radicale dell’infrastruttura hardware e software, nonché delle logiche alla base della gestione e archiviazione documentale. Abbiamo aumentato i macchinari connessi e, di conseguenza la mole di dati da gestire, non solo internamente ma anche verso l’esterno con agenti e fornitori”.

Trucillo continua: “Questo ha richiesto il potenziamento della velocità di connessione e l’acquisizione di strumenti che permettono la condivisione della conoscenza e del know-how. Qualsiasi processo e procedura è stato ottimizzato e digitalizzato, per la condivisione, in modo che sia accessibile sempre e ovunque ai diversi team di collaboratori coinvolti. E oggi possiamo farlo anche attraverso l’ausilio di un semplice smartphone o comunque senza essere fisicamente presenti nel posto di lavoro. Questo ci consente di rispondere in maniera più efficiente e in minor tempo alle richieste dei clienti. Riusciamo a fare con un click qualcosa che prima poteva richiedere diverse ore. E oggi possiamo farlo anche attraverso l’ausilio di un semplice smartphone o comunque senza essere fisicamente presenti nel posto di lavoro.”

Gli investimenti infrastrutturali e la completa digitalizzazione sono funzionali ai piani di crescita futura della torrefazione di Salerno: “Questo ci rende pronti ad acquisire nuove dimensioni sul mercato. Lo abbiamo fatto nell’ottica di poter crescere in Italia e all’estero. Abbiamo messo le basi per poter avere già in casa le soluzioni quando, in funzione della crescita, l’azienda diventerà più complessa. Ci siamo strutturati in anticipo per non dover inseguire la crescita, ma programmandola” conclude Andrea Trucillo.

Un processo reso ancora più complicato dalle “resistenze culturali”, che la giovane imprenditrice ha saputo affrontare e gestire grazie a un percorso di formazione che unisce competenze tecniche, acquisite con la laurea in Economia Aziendale e Management all’Università Bocconi, e formazione umanistica, con un Master in Human Decision Science all’Università di Maastricht. “Ho scelto questo percorso di studi particolare perché sono da sempre molto curiosa dei meccanismi profondi che muovono le decisioni e il comportamento umano, anche nel business. Questo percorso mi ha permesso di acquisire ad esempio capacità di mediazione, che si è rivelata fondamentale nella guida del percorso di trasformazione digitale della nostra azienda. Se inizialmente ho dovuto scontrarmi con grande resistenza, oggi siamo tutti soddisfatti del cambiamento, che abbiamo fatto insieme, e consapevoli dei vantaggi che questo ci sta portando e ci porterà in futuro.”

Dal 2019 al 2023 l’azienda del caffè, proprietà dell’omonima famiglia dal 1950, ha investito in media circa il 20% del fatturato annuo in costanti interventi di ampliamento e innovazione, per un totale di circa 4 milioni di Euro investiti, cui si aggiunge oltre mezzo milione di investimento per la digitalizzazione.