venerdì 21 Novembre 2025
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Fipe, Sbraga: “Per l’estero siamo sempre più attrattivi, saldo +20 miliardi nel 2023”

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Luciano Sbraga, direttore del Centro Studi di Fipe-Confcommercio (immagine concessa)

Il mondo dei pubblici esercizi a 360° gradi: dai consumi, ai rincari dei prezzi, dai pagamenti digitali fino al problema, attualissimo, dello spreco alimentare. Il direttore editoriale Matteo Vallero ha intervistato a tutto tondo Luciano Sbraga, direttore del Centro Studi di Fipe-Confcommercio, ospitato negli studi romani di Business24.

Direttore Sbraga, un bilancio sul fronte delle presenze ma anche della spesa turistica. Quanto gli italiani ma anche gli stranieri hanno speso per mangiare fuori?

“Per fare un bilancio della stagione turistica appena conclusa, anche se non ci sono dati di consuntivo solidi, possiamo dire alcune cose, partendo da due pilastri: nel turismo estivo gli italiani sono prevalenti sugli stranieri, cioè ci sono più italiani che vanno in vacanza rispetto agli stranieri che vengono nel nostro Paese.

La seconda valutazione da fare è che il turismo interno, quello degli italiani, è in rallentamento. I dati a disposizione, prendendo i mesi di giugno e luglio su cui ci sono già informazioni solide, ci dicono che c’è un po’ di arretramento così come a settembre. In mezzo c’è agosto dove si prevede un piccolo miglioramento rispetto allo scorso anno, ma sempre grazie al turismo internazionale che è stato il traino di questa estate 2024.

Se dovesse chiudersi in pareggio questa estate sarebbe un bel risultato: dal punto di vista dei flussi stiamo recuperando sulla pandemia, ma non siamo ancora ai livelli pre-Covid, e siamo sempre più attrattivi per l’estero. Lo scorso anno abbiamo fatto +20 miliardi di saldo. Ci sono quindi molte luci ma anche qualche ombra, dovute alla congiuntura economica, dovute al fatto che le famiglie italiane stanno ricostruendo i propri risparmi erosi durante la pandemia e poi c’è il rincaro prezzi che ha effetto su propensione al consumo”.

Ecco un tema caldo attuale è legato ai rincari nei pubblici esercizi, in primis il caffè al bar (si teme si arrivi a due euro a tazzina). Cosa sta succedendo? Fare colazione al bar e mangiare fuori casa diventerà un lusso per pochi? Come arginare il problema?

“I bar e ristoranti restano un settore accessibile e pop dal punto di vista dei consumi. Sono settori che si rivolgono anche a una domanda interna, non solo turistica. E’ un invito per gli esercenti ad avere sempre un atteggiamento molto attento. Quando l’inflazione rallenta non vuol dire che i prezzi scendono, perché l’inflazione si cumula, significa solo che non ci saranno nuovi aumenti.

Se guardiamo ad un periodo ampio, che è il 2021-2024, vediamo che i prezzi di bar e ristoranti sono sotto la linea dell’inflazione generale.

Così non è per il settore dei trasporti che ha registrato aumenti spaventosi e per i settori ricettivi, i cui aumenti sono stati importanti, ma che rappresentano un elemento fondamentale per il turismo perché si tratta di decidere dove sostare. Guardando ai dati oggettivi non sono bar e ristoranti il problema dei rincari, mi sento di dire.

Noi abbiamo un caffè in Italia che sta mediamente intorno a 1 euro e 20 centesimi, mediamente perché il caffè risente anche dell’economia e potere di acquisto locale, che impatta sulla dinamica dei prezzi.

La materia prima ha un impatto non rilevante sulla tazzina ma ad incidere sono tutti i costi del bar: dall’affitto al costo del lavoro, ai prezzi dell’energia che hanno visto incrementi del 250% tra il 2022 ed il 2023″.

Pagamenti cashless?

“Abbiamo l’obbligo di accettare pagamenti digitali, in altri Paesi non c’è questo obbligo ma è l’imprenditore che decide se accettare o meno i pagamenti digitali. Spesso alle critiche degli esercenti e commercianti si pensa ci sia la volontà di nascondere comportamenti poco virtuosi.

Può anche accadere in alcuni casi, sono 330 mila le imprese sul territorio e non possiamo parlare per tutti, però è vero che, anche secondo la Bce, i piccoli pagano commissioni troppo alte, ci sono giganti del pagamento digitale che dettano legge, ma soprattutto quello che noi mettiamo in discussione non è solo il livello delle commissioni ma anche la trasparenza e la comparabilità.

C’è un sistema che non è trasparente e infatti lo scorso anno è stato firmato un protocollo tra le associazioni delle imprese, di cui noi facciamo parte, e i prestatori di servizi di pagamento con l’obiettivo di mitigare i costi della moneta elettronica, sono stati fatti dei pacchetti offerta per nove mesi dove sono state azzerate le commissioni fino a 10 euro, ma abbiamo visto che ci sono ancora intermediari che fanno pagare una commissione fissa sulle transizioni di minor valore. Dobbiamo arrivare alla comparabilità.

Sappiamo che dietro i pagamenti digitali ci sono dei costi ma vogliamo che siano resi più trasparenti e soprattutto che i consumatori finali, come quando scelgono un mutuo, abbiano i taeg, indicatori per scegliere quello che più conviene loro”.

L’intervista completa a Luciano Sbraga (direttore Centro Studi Fipe) è andata in onda sul canale 410 del digitale terrestre

Sbraga, chiudiamo con la transizione digitale che sta rivoluzionando anche il mondo dei pubblici esercizi. Quali le opportunità da cogliere? Quali i rischi? E soprattutto secondo lei come saranno i ristoranti del futuro?

“La tecnologia è uno strumento e non un fine, serve a migliorare le performance anche delle piccole attività e ci sono già degli esempi con delle casse più evolute che fanno anche gestionale per capire cosa si vende di più o di meno. Tecnologia che già entra nelle cucine con i forni connessi, gestiti e manutenuti da remoto, i robot che entrano in alcune sale di ristoranti e possono alleggerire i lavori ripetitivi, lasciando al personale la relazione con i clienti. Ci sono però anche dei rischi perché l’utilizzo delle piattaforme oggi si basa su un rapporto squilibrato tra le grandi piattaforme e una piccola impresa e manca anche qui trasparenza.

I motori di ricerca devono essere più chiari nei termini e condizioni e rendere accessibili le informazioni prima di firmare il contratto. Parlando di reputazione digitale, oggi chiunque può fare una recensione, anche chi non ha realmente effettuato l’esperienza. Questo genera una giungla delle recensioni e un vero mercato nero, non va bene, in teoria sarebbe vietato”.

A livello lavorativo qual è la situazione sul fronte della natalità/mortalità dei pubblici esercizi?

“Il bilancio presenta sempre un saldo negativo, sono sempre un po’ di più quelli che chiudono, ma è una lettura parziale. Il numero delle cessazioni a cinque anni dall’apertura vede un tasso di mortalità che è ancora molto alto, del 50%.

Questo è per una superficialità a cui ci si approccia a questo settore: se sono bravo a fare il caffè, sarò anche un buon manager, non è così. Bisogna colmare il gap della competenza manageriale, oggi abbiamo ancora gestioni affidate al buon senso che non pagano alla lunga, soprattutto per la competizione serrata, ci sono 140 mila bar in Italia. Non è una attività di ripego, bisogna avere le competenze giuste per poterla svolgere, si tratta della gestione di una impresa a tutti gli effetti”.

Spreco alimentare, notizia di questi giorni: in Italia cresce del 45% in un anno: come combattere il fenomeno e quali le buone pratiche da usare?

“Siamo molto impegnati sullo spreco alimentare con le nostre campagne: abbiamo lanciato prima della pandemia Il Rimpiattino, che ha due valenze. Il rimpiattare e me lo porto via e anche il nascondino, per superare quella sensazione di vergogna nel chiedere il cibo avanzato.

Lo spreco maggiore avviene però nel canale domestico, non c’è cura nelle scadenze, si trascura la conservazione, non si guardano bene le etichette. Su questo stiamo lavorando e pensiamo che il mondo della distribuzione e ristorazione possono fare molto anche dal punto di vista della comunicazione. Bisogna partire dal fatto che non ci sono dati puntuali sulla misurazione dello spreco, che spesso si confonde con il rifiuto. Se si devono fissare dei target bisogna partire da dati certi”.

Il cibo, in fin dei conti, sottolinea Sbraga, non è una merce qualunque, è un condensato di valori, culture, e per questo va rispettato e tutelato.

Fipe incontra la Protezione Civile: “Ristoranti e bar presidi di solidarietà e socialità”

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Fipe con la Protezione Civile (immagine concessa)

ROMA – Nell’ambio della Settimana nazionale della protezione civile, il Capo dipartimento della Protezione civile Fabio Ciciliano ha partecipato al direttivo di Fipe-Confcommercio, tenutosi a Roma, rimarcando la delicatezza e l’importanza del ruolo del Dipartimento quale primo soggetto chiamato ad intervenire in caso di emergenze e calamità.

Nelle situazioni di criticità, anche i pubblici esercizi rappresentano un presidio territoriale indispensabile, dove l’apertura di un ristorante o di un bar è spesso il simbolo del primo passo per ripartire e ripristinare la normalità.

“La presenza di Ciciliano è l’ennesima testimonianza del valore sociale dei pubblici esercizi”, dichiara il presidente di Fipe-Confcommercio, Lino Enrico Stoppani. “Dopo le emergenze che la Protezione Civile è chiamata purtroppo sempre più frequentemente a gestire per terremoti, alluvioni, frane, inondazioni, esondazioni, siccità e altre tragiche calamità atmosferiche, le Comunità devono ripartire ripristinando la loro quotidianità. Ecco allora il ruolo sinergico dei Pubblici Esercizi, presidi sociali, di ascolto, di aiuto, di servizio per ridare speranza e fiducia alle popolazioni danneggiate”.

“Per far rinascere le comunità ferite e tenere viva la socialità in aree interessate da un’emergenza è necessario, ancor prima di dare il via alla ricostruzione, ricreare quel tessuto commerciale e quella piccola economia, fondamentali per l’aggregazione e la socialità tipica dei nostri territori. Non bisogna infatti sottovalutare che, anche un caffè al bar, è importante per tornare alla quotidianità e tenere vivo il senso di comunità” – Così il commento del Capo Dipartimento della Protezione Civile Fabio Ciciliano.

Elon Musk presenta Optimus, l’umanoide assistente personale che cammina e prepara tutte le bevande

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Optimus porge un drink a un partecipante della fiera (frame preso dal canale YouTube CNet)

LOS ANGELES – Elon Musk, l’imprenditore sudafricano naturalizzato statunitense amministratore delegato della compagnia aerospaziale SpaceX, Tesla e presidente di X, nonché persona più ricca del mondo con un patrimonio di 244,8 miliardi di dollari, ha presentato diversi robot umanoidi, chiamati Optimus, all’evento We Robot di Tesla a Los Angeles in California.

Elon Musk lancia il robot tuttofare Optimus

I robot hanno camminato, servito drink e dolci al bar e distribuito borse regalo, dimostrando le loro crescenti capacità.

Musk ha spiegato che i robot Optimus sono progettati per svolgere compiti semplici e potrebbero eventualmente diventare amici degli esseri umani.

Il fondatore di Tesla e Space X ha affermato che il robot costerà dai 20mila ai 30 mila dollari (dai 20mila ai 28mila euro).

“L’Optimus camminerà tra di voi”, ha dichiarato Musk come riportato sul portale India.com: “Potrete avvicinarvi a loro, e vi serviranno da bere. Sarà in grado di portare a spasso il vostro cane, fare da babysitter ai vostri figli, andare a fare la spesa e tagliare il prato”.

All’evento, Musk ha inoltre svelato altri piani futuri della compagnia, tra cui un ambizioso robotaxi previsto per il lancio entro il 2027. Questo veicolo completamente autonomo, progettato senza volante né pedali, dipenderà interamente dall’intelligenza artificiale.

Le persone hanno accolto calorosamente il nuovo Optimus su X. Uno dei commenti afferma: “Optimus ha appena versato una bevanda e non ha chiesto una mancia del 25% su un iPad. Ho appena investito altri 10 milioni di dollari in azioni Tesla”.

Iiac insieme all’Ambasciata del Vietnam a Torino per il forum di connessione

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Carlo Odello a Torino al Forum di connessione Vietnam-Italia tra le industrie del caffè (immagine concessa)

TORINO – Si è svolto a Torino il 9 ottobre il primo forum di Connessione Vietnam-Italia tra le industrie del caffè voluto dall’ambasciatore del Vietnam in Italia Duong Hai Hung che ha portato nel nostro paese una delegazione di produttori rappresentati più del 50% dell’export di caffè verde vietnamita. Un evento che ha permesso ai professionisti italiani e vietnamiti di confrontarsi sui temi della produzione, del prezzo, degli sbocchi commerciali e della qualità richiesta dal mercato italiano.

“E’ stato un privilegio collaborare con l’ambasciata del Vietnam nell’organizzare questo primo incontro. Uno dei nostri scopi è proprio favorire questo tipo di eventi ed essere stati coinvolti nella sua organizzazione fin dall’inizio ci ha permesso di capire la portata di questo forum – ha commentato Carlo Odello, presidente Iiac – International institute of coffee tasters – Abbiamo già rinnovato alle autorità vietnamite la nostra piena disponibilità a continuare a promuovere le relazioni tra le due industrie, forti dei nostri trentacinque anni di storia al servizio del settore”.

Durante il forum, le autorità di Vicofa  (Vietnam Coffee and Cocoa Association) e i rappresentanti delle diverse aziende hanno dimostrato di volere approfondire il mondo dell’espresso italiano. In particolare, è emersa la loro consapevolezza sulla specificità di questo prodotto che pone la nostra economia del caffè in una posizione sostanzialmente diversa da quelle di altri paesi nel mondo.

“Come rappresentante dell’associazione ho portato alla delegazione delle industrie vietnamite in sala una riflessione sulla miscela italiana e sulla necessità di conoscerne le peculiarità per potere agire sul nostro mercato con ancora maggiore efficacia – ha continuato Odello – Ho riscontrato con piacere un atteggiamento estremamente professionale da parte degli interlocutori vietnamiti, in linea con l’attenzione che ho riscontrato nei miei vent’anni di esperienza sui mercati asiatici, il che mi fa immaginare diverse possibilità di collaborazione futura”.

La scheda sintetica di Iiac – International institute of coffee tasters

Iiac – International institute of coffee tasters è un’associazione senza fini di lucro che vive delle sole quote sociali. È stato fondato nel 1993 con l’obiettivo di mettere a punto e diffondere un metodo scientifico per l’assaggio del caffè.  Dalla sua fondazione IIAC ha svolto centinaia di corsi ai quali hanno partecipato 13.000 allievi da più di 40 paesi nel mondo.

Il manuale Espresso Italiano Tasting, edito in italiano e in inglese, è stato tradotto in spagnolo, portoghese, tedesco, francese, russo, giapponese, cinese, coreano e tailandese. IIAC è dotato di un importante comitato scientifico che pianifica la ricerca per garantire l’innovazione del settore: ne fanno parte docenti universitari, tecnici e professionisti. Ha inoltre filiali dirette in Cina, Corea e Giappone. Per maggiori informazioni basta cliccare qui.

Tiramisù a base caffè World Cup: trionfano Nadia Ceoldo per la ricetta originale e Isabella Bucciol per la ricetta creativa

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Isabella Bucciol vince per la ricetta creativa (immagine concessa)

TREVISO – Si conclude la Tiramisù World Cup 24, dedicata al tema Treviso e le Radici, nell’anno delle Radici Italiane all’estero, l’iniziativa del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Fra i 240 concorrenti iscritti al Grand Final, l’hanno dunque spuntata Nadia Ceoldo di Salzano (per la ricetta originale) e Isabella Bucciol di Portogruaro (per la ricetta creativa) con la sua creazione alla polvere di liquirizia, marmellata di arance e croccante di arachidi.

In questa golosa 3-giorni a Treviso hanno gareggiato 240 concorrenti sfidandosi chi nella ricetta originale (sei ingredienti: uova, zucchero, mascarpone, savoiardi, caffè e cacao) chi in quella creativa (con la possibilità di aggiungere tre ingredienti e di sostituire il biscotto).

Nadia Ceoldo per la ricetta originale (immagine concessa)

L’8ª edizione ha visto anche un ricco programma di appuntamenti a cui hanno partecipato appassionati da tutto il mondo del celebre dolce: in particolare, un momento è stato dedicato a Roberto “Loli” Linguanotto, padre del Tiramisù di Treviso recentemente scomparso.

“È stata un’altra edizione di cui siamo davvero contenti, abbiamo visto tanto entusiasmo e tanta passione da parte di concorrenti, giudici, pubblico e tutti gli attori coinvolti – spiega Francesco Redi di Twissen che organizza l’evento – . La manifestazione, già al lavoro con l’associazione Radici Venete, cresce sempre più a livello internazionale (solo quest’anno, oltre il 30% di iscritti dall’estero): abbiamo anche già aperto le iscrizioni per la TWC 2025, ripartiamo ancora più carichi”.

La classifica finale

Ricetta originale

Nadia Ceoldo di Salzano (VE), 45 anni, architetto;

Stefania Bovo di Vicenza, 52 anni, impiegata commerciale;

Mauro Akio Kamiguchi di San Paolo (Brasile), 63 anni, ingegnere aeronautico.

Ricetta creativa

Isabella Bucciol, 44 anni di Portogruaro, impiegata, con la sua creazione alla polvere di liquirizia, marmellata di arance e croccante di arachidi;

Antonio Panzetta di Noventa di Piave (Venezia), 50 anni, consulente informatico con la sua ricetta di Tiramisù con rosmarino, lime e zenzero;

Miriam Pressato di Padova, 50 anni, impiegata, con la ricetta alle nocciole pralinate, cioccolato fondente e amaretti.

Iginio Massari Alta Pasticceria lancia le novità per Halloween

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La torta Halloween in edizione speciale limitata (immagine concessa)

MILANO – Halloween sta per arrivare. E per celebrare la festa più spaventosa dell’anno Iginio Massari Alta Pasticceria propone una linea di prodotti in edizione speciale. Decorazioni, colori e gusti tipici della ricorrenza di fine ottobre prendono forma nella Torta di Halloween in edizione speciale limitata, disponibile sullo shop online iginiomassari.it e dal 21 ottobre in tutte le pasticcerie (Brescia, Milano, Torino, Verona, Firenze e Roma) e i pop-up Iginio Massari Alta Pasticceria.

Iginio Massari Alta Pasticceria per Halloween

Una nota aromatica di maraschino si unisce al morbido impasto, mentre la confettura alle mele e lamponi esalta l’armonia del dolce. Per rifinire la torta è stata realizzata una glassa al cioccolato bianco e una decorazione di cioccolato fondente a forma di teschio.

Per la festa delle streghe i Cremini ai tre cioccolati del maestro Massari si travestono con una simpatica grafica dedicata. L’edizione speciale limitata è ora disponibile sullo shop online e dal 17 ottobre in tutte le pasticcerie e pop-up Iginio Massari Alta Pasticceria.

Edizione speciale anche per il maritozzo: una soffice pasta brioche al cacao, leggera come una nuvola, accoglie al suo interno un cuore di marmellata di arancia, crema pasticcera al cioccolato fondente e panna montata, con una spolverata di cacao magro e pipistrelli di cioccolato fondente a decorazione finale: disponibile dal 19 ottobre in tutte le pasticcerie e pop-up.

Nuovi gusti per l’edizione speciale dei Macarons di Halloween, realizzati con ganache a base panna e proposti nelle versioni al té matcha, mango e mirtillo: disponibili dal 17 ottobre in tutte le pasticcerie e pop-up.

Arriva anche Monoporzione Seduzione Halloween, sempre in edizione speciale: fondo di frolla alla vaniglia, mousse al cioccolato fondente al 70%, pan di spagna al cacao inzuppato con bagna alla vaniglia, gelée al lampone con finitura con glassa a specchio al cacao nero, impreziosita da polvere d’argento e decoro di cioccolato fondente e lampone fresco: disponibile dal 21 ottobre nelle Pasticcerie Iginio Massari Alta Pasticceria.

Infine, la Torta Regina Halloween, in edizione speciale, è una base croccante di pailettes e cioccolato bianco che accoglie una bavarese morbida al pistacchio. La gelèe di lampone bilancia il gusto morbido del dolce mentre la nota agrumata dello yuzu rievoca percezioni orientali: disponibile dal 21 ottobre nelle pasticcerie Iginio Massari.

Costa d’Avorio: investimenti di 262 milioni per la filiera del cacao

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costa avorio cacao abidjan
La bandiera della Costa d'Avorio

La Banca nazionale della Costa d’Avorio per gli investimenti ha messo a disposizione 262 milioni di euro per le imprese della filiera del cacao in Costa d’Avorio. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale d’informazione dell’Agenzia Ice dalla fonte di InfoAfrica.

Gli investimenti per la Costa d’Avorio

ABIDJAN – Una dotazione di circa 262 milioni di euro è messa a disposizione delle imprese commerciali ed esportatrici delle filiere caffè e cacao in Costa d’Avorio da parte della Banca nazionale per gli investimenti (Bni).

L’informazione è stata ad Abidjan da Youssouf Fadiga, direttore generale della Bni, durante una sessione di networking con le imprese del settore.

Quest’anno l’istituto finanziario ha lanciato un’offerta da 7,5 miliardi di Fcfa (11 mln di euro) denominata “Cacao Prestige”, all’attenzione delle cooperative agricole che partecipano all’approvvigionamento delle loro aziende esportatrici.

Per leggere la notizia completa basta cliccare qui

Gran premio della caffetteria: Cesare Bassani è il 1° classificato

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gran premio della caffetteria
Da sinistra: Filippo Comella, 2° classificato, Cesare Bassani, 1° classificato e Angelo Dossi, 3° classificato (immagine concessa)

ALBA (Cuneo) – L’Accademia italiana maestri e sommelier del caffè (AICAF) è entusiasta di annunciare la conclusione della prima tappa della 9ª edizione del Gran premio della caffetteria, che si è tenuta presso la suggestiva sede di Mokafè Torrefazione ad Alba. L’evento è stato un grande successo, coinvolgendo professionisti del settore e appassionati del caffè in una giornata ricca di emozioni e competizioni di alto livello.

I baristi in gara hanno dimostrato grande maestria nell’arte della preparazione del caffè, confrontandosi in diverse prove tra cui la preparazione dell’espresso, del cappuccino e del drink a base di caffè. Ogni concorrente ha dato prova di eccellenza, ma solo tre sono saliti sul podio.

 

I vincitori della tappa di Alba sono:

  • 1° classificato: Cesare Bassani
  • 2° classificato: Filippo Comella
  • 3° classificato: Angelo Dossi

Questi talentuosi professionisti si sono distinti per la loro creatività, precisione e capacità di innovare, ottenendo il diritto di partecipare alle semifinali che si terranno presso Host Milano nell’ottobre 2025.

L’evento ha rappresentato un’importante opportunità di crescita per tutti i partecipanti e ha messo in luce l’eccellenza italiana nel mondo della caffetteria, grazie anche al prezioso contributo del giudice tecnico, Andrea Villa, e del patron del Gran Premio, Valter Griffone.

Prossime tappe:

Il Gran premio della caffetteria proseguirà il suo percorso in altre città italiane:

  • 12 febbraio 2025 – Napoli (Saka Caffè)
  • 9 maggio 2025 – Modena (Casa Toschi)
  • 18 giugno 2025 – Milano (Anfim)

L’evento è stato reso possibile grazie al sostegno dei nostri partner e sponsor ufficiali, leader nel settore del caffè e delle attrezzature professionali.

AICAF ringrazia tutti i partecipanti e invita il pubblico a seguire le prossime tappe per continuare a celebrare la cultura del caffè italiano.

https://www.aicaf.com/gran-premio-della-caffetteria/ 

Esplorazione con Alice Monti (Mirabilia) nel Giappone del caffè e del tè, dove “L’espresso è ancora un prodotto nuovo”

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Streamer Osaka (foto concessa) monti
Streamer Osaka (foto concessa)

MILANO – Alice Monti, su queste pagine e per tutta la community meglio nota come la creatrice del sistema di abbonamenti di caffè specialty Mirabilia Coffee, torna con il racconto del suo viaggio in Giappone condividendo il suo punto di vista da professionista e coffeelover.

Per osservare qual è lo stato della bevanda in un Paese così lontano.

Monti, cosa ha potuto osservare e assaggiare in prima persona: quali sono le mete da vedere in Giappone per uno coffeenerd?

“La passione giapponese per il caffè è molto diffusa, anche se essendo stato un viaggio in famiglia non ho fatto un tour di caffetterie intensivo; tuttavia quelle che ho visto erano di qualità altissima. La scena specialty è molto attiva, ci sono anche tante caffetteria di catene come BlueBottle o %ARABICA, hanno degli shop molto molto belli e ampi.

In ogni caso cerco sempre di provare le caffetterie indipendenti: i miei posti preferiti e che consiglio assolutamente sono UNLIMITED e PASSAGE a Tokyo, Kurasu a Kyoto e LiLo a Osaka.

Unlimited Tokyo (foto concessa)

Come tipologia di bevande, dato il caldo soffocante, ho quasi sempre scelto caffè freddi, filtrati “Over Ice” – bevande in cui il caffè viene preparato direttamente sul ghiaccio, aggiustando la quantità d’acqua usata per l’estrazione in modo poi da non diluire troppo la bevanda finale. Viene chiamato anche Japanese Method o Flesh Brew, permette di avere un caffè molto rinfrescante in poco tempo e, grazie allo schok termico, si sentono bene le note floreali e l’acidità – che è molto diffuso come metodo di estrazione, anche più del cold brew. In alternativa è molto gradevole l’Iced Americano.”

Come sono i bar/caffetterie in Giappone? Sono tanti oppure sono più diffuse le catene di caffè?

“Direi che sono diffusi entrambi, nei luoghi più “turistici” o più di passaggio ci sono le catene, ma basta guardarsi in giro per trovare caffetterie piccoline, magari con giusto una decina di posti a sedere dove bere un buon caffè, spesso preparato con V60, Syphon o altri metodi a filtro, mentre nelle caffetterie specialty è più facile (ma non scontato) trovare macchine espresso. Ci sono anche tante micro torrefazioni che tostano a vista con macchine anche piccoline (da 1 kg o poco più).”

Monti, il take away e il ready to drink è molto sviluppato?

Macchina vending con bevande a base caffè Osaka (foto concessa)

“Il ready to drink una loro ossessione, ovunque si trovano distributori per bevande in lattina e bottiglia e c’è sempre almeno la scelta di un paio di bevande a base caffè, ne consumano tantissime. Costano poco, e si trovano dappertutto. Il take away è presente ma, al contrario degli USA dove è diffusissimo, in Giappone le persone si prendono il loro tempo per bere il caffè.

Per loro infatti è un prodotto che scelgono di bere per piacere: è stato strano scoprire che moltissime caffetterie specialty aprono dopo le 10, non per colazione come da noi, e sono frequentate durante tutta la giornata.

Un altro fattore da considerare è che loro considerano maleducato mangiare o bere mentre si cammina o sui mezzi pubblici dove è proprio vietato (uno shock culturale per noi), quindi consumano tutto nei pressi del negozio, anche per questo non si vedono Stanly Cups o bicchieroni enormi di bevande da portarsi in giro.”

Qual è il costo medio per un caffè?

Monti: “Il costo è variabile, se si tratta di specialty, non è molto diverso da quello che troviamo in Italia, per un filtro si può pagare dai 3 ai 6 €, magari over ice, mentre per un espresso si arriva più vicini ai 3€.

Per le caffetterie tradizionali i costi sono più bassi, le lattine di caffè freddo delle macchinette costavano meno di 1€. C’è anche da dire che lo Yen è ai minimi storici e in generale per mangiare e bere fuori i costi sono bassi paragonati a Milano.”

Passage Tokyo cold brew and hot cocoa (foto concessa)

Si consuma anche l’espresso o è specialmente diffuso il filtro e le bevande base latte.

Per tradizione consumano più filtro, l’espresso è ancora un prodotto nuovo, per quanto apprezzato. Alcune caffetterie, anche specialty, non hanno la macchina espresso e fanno flat white o altre bevande usando l’Aeropress. Come bevande a base latte, in estate consumano tanti iced latte, ma anche flat white o cappuccini.”

Monti, a proposito: come stanno le bevande vegetali?

“Spesso le ho trovate, soprattutto soya, ma anche avena a volte con un piccolo sovrapprezzo.”

Hai notato delle differenze generazionali in termini di abitudini di consumo? Ad esempio uno swich verso il caffè rispetto al tè

“Il tè resta la loro bevanda tradizionale e quotidiana, ne bevono tutti tanto anche ai pasti, il caffè piace molto a tutti ma lo specialty anche in Giappone è più diffuso tra i giovani, soprattutto se parliamo di tostature chiare. Tradizionalmente il caffè che bevono è tostato scuro anche per le preparazioni in filtro, ed è la tipologia di caffè preferito delle persone più grandi.

E sul tema: il tè ancora domina o il caffè si sta prendendo più spazio? Convivono?

Monti: “Direi che convivono bene, ogni bevanda ha la sua occasione di consumo, la sua funzione e li bevono entrambi con molto piacere.”

Monti si intravedono già nuove tendenze che in Italia non sono ancora arrivate?

“Le bevande ghiacciate sono molto presenti, tra l’altro preparate con moltissima cura a partire dalla scelta del ghiaccio, non so se sarà mai un tendenza in Italia (lo spero).

Un altra cosa che ho trovato interessante anche se non sono riuscita a partecipare, sono le degustazioni guidate, ossia dei veri e proprio menù degustazione dove il barista guida all’assaggio di una serie di preparazioni. Hanno un costo elevato e sono esperienze super coinvolgenti e durano più di un’ ora.”

In materia di attrezzatura invece, che cosa si trova più spesso nei locali specialty?

“Sicuramente V60 e altri metodi a filtro, a volte hanno le colonnine dell’acqua calda e usano kettle manuali, L’Aeropress è molto presente, spesso si trova anche una macchina espresso molto performante, hanno diversi macinini (anche piccolini) ciascuno dedicato ad una preparazione diversa. Poi il ghiaccio, spesso di formati diversi da abbinare alla tipologia di drink. Nelle caffetterie tradizionali ho visto anche dei bei Syphon.”

Quamar Sirio: l’efficienza dei macinacaffè professionali PREMIUM

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Quamar Sirio

ALTIVOLE (Treviso) – Il Sirio, linea PREMIUM, rappresenta l’apice dell’innovazione e della qualità nel settore dei macinacaffè professionali. Progettato per rispondere alle esigenze dei bar e delle caffetterie più esigenti, Sirio è molto più di un semplice macinacaffè. Con una potenza elevata e macine di diametro ampio, questo modello è in grado di macinare grandi quantità di chicchi senza compromettere la qualità della macinatura.

Quamar Sirio: il macinacaffè professionale PREMIUM

La precisione è una delle sue caratteristiche principali: grazie a un sistema di regolazione micrometrica della macinatura, il barista può adattare perfettamente la granulometria al tipo di caffè che desidera servire, dall’espresso intenso a una macinatura più grossolana per il filtro.

Il Sirio non si distingue solo per la sua tecnologia avanzata, ma anche per il suo design ergonomico. Nonostante la potenza del motore, il Sirio è sorprendentemente silenzioso, un aspetto fondamentale per i locali affollati o che puntano a mantenere un ambiente tranquillo.

quamar
Il premium grinder Quamar Sirio – Q

Un altro punto di forza è la sua costruzione robusta, con materiali di alta qualità come l’acciaio e l’alluminio, che assicurano una lunga durata nel tempo anche con un uso intensivo. Il brand Quamar ha pensato anche alla manutenzione, progettando il Sirio per essere facilmente smontato e pulito, mantenendo le macine sempre efficienti.

In sintesi, il Sirio è il partner ideale per i professionisti del caffè che cercano un macinacaffè potente, preciso e durevole, in grado di garantire una tazza perfetta in ogni situazione, senza sacrificare l’efficienza o il comfort durante l’uso.