venerdì 21 Novembre 2025
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Pi’n’Pi: ecco l’azienda che produce funghi dai fondi del caffè

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Il logo di pi'n'pi
L’azienda Pi’n’Pi produce funghi e altri prodotti bio dai fondi del caffè per i ristoranti della Costa Smeralda, di Alghero e di San Teodoro in un perfetto esempio di economia circolare biologica. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Federico Spano per il quotidiano La Nuova Sardegna.

I funghi dai fondi del caffè: l’iniziativa di Pi’n’Pi

SASSARI – I funghi crescono nei fondi del caffè, i lombrichi trasformano ciò che resta in un compost di altissima qualità, e su questo compost crescono fiori edibili, peperoncini, germogli. Una economia circolare biologica che dai resti del caffè dei bar di Alghero e Olmedo porta sui piatti dei ristoranti gourmet della Costa Smeralda, di Alghero e San Teodoro prodotti di altissima qualità ricercati dai grandi chef.

Oscar Pilo, 36 anni, e Andrea Piras, di 42, entrambi di Olmedo, oggi raccontano con orgoglio i risultati della loro attività nata nel 2019, che li ha portati a vincere nei giorni scorsi l’Oscar Green di Coldiretti. Ma il percorso per arrivare a ciò che è oggi l’azienda agricola da loro fondata, la Pi’n’Pi, è stato lungo, difficile e tortuoso. Basti pensare che pochi mesi dopo l’apertura è arrivata la pandemia.

Un nuovo lavoro Andrea Piras fino al 2019 lavorava all’aeroporto di Alghero, mentre Oscar Pilo, diplomato all’agrario, riparava smartphone e tablet.

“Il mio socio nel 2016 aveva seguito un corso a Firenze da Antonio Di Giovanni, ideatore del progetto “fungo espresso” – racconta Oscar Pilo –, ossia la coltivazione dei funghi sui fondi di caffè. L’idea gli era piaciuta così tanto che ha deciso di sfruttare una campagna di sua proprietà a Olmedo e mi ha coinvolto. Così entrambi abbiamo lasciato i nostri lavori e ci siamo lanciati in questa avventura nell’agricoltura circolare”.

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La Centrale del Latte di Roma apre la sua prima gelateria

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centrale del latte di roma
Il logo della Centrale del Latte di Roma

In occasione della Festa del Cinema di Roma, la Centrale del Latte di Roma ha aperto la sua prima gelateria. Il punto vendita prende il nome di Gelafresco e sarà disponibile per la degustazione presso gli stand dedicati durante tutta la manifestazione, in corso fino al 27 ottobre 2024 presso l’Auditorium Parco della Musica. Leggiamo di seguito un estratto dell’articolo pubblicato sul portale Brand News.

La gelateria della Centrale del Latte di Roma

ROMA – L’iniziativa, realizzata in partnership con l’Associazione esercenti bar e gelaterie di Roma e Provincia, rientra nel più ampio progetto della Centrale di promuovere i prodotti locali e sostenibili, rispondendo al crescente interesse dei consumatori per la qualità e la provenienza delle materie prime.

Gelafresco, questo il nome del punto vendita, sarà disponibile per la degustazione presso gli stand dedicati durante tutta la manifestazione, in corso fino al 27 ottobre 2024 presso l’Auditorium Parco della Musica.

“La partecipazione alla Festa del Cinema di Roma rappresenta un’opportunità unica per la nostra azienda di presentare un nuovo prodotto che racconta il territorio in modo innovativo e coinvolgente. Siamo orgogliosi di offrire al pubblico un gelato che racchiude i sapori e le tradizioni locali” ha dichiarato Fabio Massimo Pallottini, presidente della Centrale del Latte, come riportato dal portale d’informazione Brand News.

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Antico Bar Fiat Imola: qui il nuovo si fa strada, a colpi di specialty coffee “Il nostro core business è proprio il caffè”

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Roberto Fierro, dietro il progetto dell'Antico Bar Fiat Imola (foto concessa)
Roberto Fierro, dietro il progetto dell'Antico Bar Fiat Imola (foto concessa)

MILANO – Roberto Fierro è la persona dietro l’Antico Bar Fiat Imola: locale di famiglia dal ’69, è stato ripreso in mano da Roberto il primo febbraio del 2014, “Che era un sabato“, si ricorda bene lui stesso mentre racconta. Dopo una parentesi di cessione avvenuta nel 2001-2002, è tornato in quelle stesse mura in cui è nato e ha rivoluzionato pian piano le cose. “Volevo portare avanti il lavoro fin lì sviluppato dai miei genitori. Era quello che sentivo mio”.

E ora si festeggiano 10 anni di impresa.

Antico Bar Fiat sta ad Imola, a sua volta vicino a Bologna dove lo specialty non è uno sconosciuto: lì da voi come va?

“Sono l’unico su questa piazza che offre così tante proposte e differenti tipologie di estrazione. All’Antico Bar Fiat si può ordinare dal cold brew all’ibrik con tutto ciò che esiste nel mezzo. Diamo la possibilità di assaggiare diverse provenienze, sia di Arabica che di Robusta in monorigine, una selezione di specialty coffee provenienti dai diversi continenti, ed ho pensato ad una miscela da proporre che fosse unica e rappresentasse l’Antico Bar Fiat, che unisse le single origin che più mi piacciono (90% di Arabica, 10% di Robusta) in maniera che si bilanciassero bene.“

Com’è andata? Le cose sono cambiate sin qui da 5 anni che è diventata propriamente una caffetteria specialty?

“All’inizio la prima domanda che mi facevano era: ma quindi si può scegliere il caffè? La risposta era semplice: certo che sì, come si fa con la birra e il vino.

Volevo uscire dalla logica del tipico bar italiano e concentrarmi su varietà, origini e lavorazioni particolari. Io per primo mi sono formato e informato, così poi da poter proporre lo stesso percorso ai miei clienti. Inizialmente non offrivo le monorigini al prezzo che sarebbe stato più giusto: lentamente ho fatto crescere la consapevolezza attorno al prodotto per poter di conseguenza stabilire cifre corrette e adeguate alla materia prima.

Il cliente pian piano diventerà sempre più esigente rispetto alla qualità: io spesso dialogo con i miei avventori e chiedo che cosa già conoscono del caffè. Da lì si parte, costruendo uno scambio continuo con i clienti e con i miei dipendenti, la passione evolve e si trasferisce: dobbiamo tenere a mente che ciò che beviamo o mangiamo diventa parte di noi e quindi dev’essere di qualità, e per saper sceglierla occorre saperla riconoscere attraverso una maggior consapevolezza del prodotto.

Oggi riesco a proporre una singola origine ad un euro e 50, e la miscela a un euro e trenta, mentre gli specialty superano i due euro.

Ho anche creato un piccolo gioco per proporli: innanzitutto ho allestito fronte cliente i macinacaffè con le monorigini del momento, per mettere bene in evidenza i chicchi, le diverse dimensioni, applicando delle etichette con la bandiera della nazione d’origine e la varietà. Con le stesse etichette ho preparato un mazzo di carte in modo che il cliente che è indeciso possa affidarsi al caso pescandone una.

In più, come in un noto gioco di carte, c’è la carta ‘Cambia Turno’: in questo caso il cliente diventa ‘barista per un giorno’ e può scegliere di prepararsi l’espresso da solo (con la mia assistenza): anche questo coinvolgimento aiuta a far comprendere cosa ci sia dietro ogni gesto per l’estrazione di una tazzina. Questa è un’idea che piace molto e che attira i clienti.

Ad Imola il nostro è il bar più conosciuto per la possibilità di scelta del caffè, ma ho anche dei clienti affezionati che vengono per bere gli specialty in V60, Chemex o in Aeropress.
Le cose quindi si sono così evolute: sei anni fa, da tipico bar generalista ho deciso di specializzarmi nel mondo della caffetteria e farne il mio cavallo di battaglia.

Un po’ su proposta del mio torrefattore, la Torrefazione Gourmet di Carlo Alberto Asioli, con la quale abbiamo festeggiato 10 anni di collaborazione, ho dapprima scoperto le monorigini per poi aggiungerle nella proposta del bar. Da quel momento in poi, la mia curiosità mi ha portato ad approfondire e ad avvicinarmi alla SCA, seguendo corsi specifici, trasformando definitivamente l’Antico Bar Fiat in specialty coffee shop.

La vetrina del Antico Bar Fiat Imola (foto concessa)

Se all’inizio era una possibilità in più, ora è il focus grazie al quale ci distinguiamo dal resto dei locali in città. Non solo dentro la mia attività, ma anche fuori cerco di divulgare il tema caffè. Durante l’Imola Coffee Days, evento di 2 giorni organizzato dal mio fornitore di caffè, ho collaborato per promuovere attraverso degustazioni, cupping e workshop il caffè sul territorio.

Il Comune si è prestato dandoci gli spazi di un bar storico, l’ex bar Bacchilega (che ad oggi è in fase di ristrutturazione), in cui abbiamo parlato di estrazioni alternative all’espresso, botanica, cerimonia etiope del caffè e molto altro. La cittadinanza è stata invogliata a partecipare e a documentarsi ed è stato un volano in più per avvicinarsi a nuove e diverse tipologie di consumo della bevanda.”

Lei propone anche i cocktail con gli specialty: sono richiesti?

“Sì, avevo creato una carta cocktail in occasione di un evento dedicato alla cultura del cibo promosso dal Comune di Imola a cavallo dell’autunno, il Baccanale. Principalmente riguarda i ristoranti, ma nel 2021 il tema era l’amaro, un argomento che si sposava perfettamente con il caffè; ho rivisitato qualche coffee cocktail famoso usando i miei specialty e devo dire che ha avuto un buon riscontro: è stata l’occasione ancora una volta di raccontare il caffè e le sue declinazioni.

Il Coffee Negroni (foto concessa)

Il lato spirits ora è drasticamente calato rispetto agli inizi per dare maggiore spazio al caffè, alcuni cocktails però li propongo lo stesso, come il Coffee Negroni (costruito in diversi modi), un gin tonic dove la parte alcolica viene aromatizzata al caffè o il più semplice e fresco Coffee tonic, per chi ha voglia di qualcosa di analcolico, dissetante e diverso dal solito.”

Chi entra dall’Antico Bar Fiat, dato che è un’attività storica ma con una proposta diversa da quella tradizionale?

“La parte trainante all’inizio è stata la riapertura con il nome di famiglia, poi è stata percepita maggiormente la mia impronta personale legata all’evoluzione nel caffè e nella latte art. Alcuni clienti vengono proprio per concedersi un caffè diverso dal solito o per gustare un cappuccino con decorazioni.”

Ci parla del caffè che serve, a quanto lo vende e con quali attrezzature lo prepara?

“Il mio fornitore principale è la Torrefazione Gourmet, che ha sede proprio ad Imola, ma quest’anno tra marzo e aprile, ho deciso di ampliare la mia offerta proponendo a rotazione nuove torrefazioni come Gear Box, Il Cafetero e Vannelli, conosciute al Milan Coffee Festival di dicembre 2023.

Dato che caffè e vino hanno molto in comune, proprio come si usa fare per le degustazioni delle diverse cantine, ho deciso di proporre all’assaggio dei miei clienti delle selezioni di caffè tostati da altri torrefattori, per comprenderne profili aromatici e di tostatura differenti.

La Faema E71 (foto concessa)

Per quanto riguarda le attrezzature, quest’anno ho fatto aggiornamenti: ho scelto come  macchina per l’espresso, una Faema E71 a tre gruppi, ideale per i carichi di lavoro importanti ma anche per preparare con cura le single origin e gli specialty; inoltre, ho acquistato anche un macinacaffè on-demand della Grindie per macinare la mia miscela espresso: rapido e preciso, era quello che desideravo per la mia routine di preparazione.”

Lo specialty è il suo core business o fa quadrare i conti con altri prodotti?

Il mio core business è proprio il caffè: ho strutturato il locale in funzione di questa bevanda, a partire dalla colazione, passando per il pranzo fino alle 19, questo sia perché è diventata una mia passione, sia per trovare maggiore equilibrio con la mia famiglia. Ci sono ora tre dipendenti a darmi una mano, una fissa e due che si alternano.

Trovarli è stato un problema relativo: Valentina, la prima ragazza che è entrata dopo la riapertura post Covid, collabora con me ormai da due anni e ha fatto passi da gigante. Non veniva da questo mondo, ma nel tempo è diventata un’ottima barista, attenta e precisa. Poi ho aggiunto altri due collaboratori, perché il mio lavoro soprattutto durante la colazione, è aumentato molto, sia perché davanti al bar si svolge tre volte alla settimana il mercato ambulante e l’affluenza si intensifica, ma anche perché ho messo maggiore cura nella preparazione dei cappuccini, facendo corsi di latte art e preparandoli ognuno con un decoro.

Tutti questi fattori hanno aiutato a potenziare il momento della colazione: avere una coccola in più come il disegno nella tazzina, sono la dimostrazione della cura che viene messa per il cliente e poi anche l’estetica vuole la sua parte!”

Caffè e bici: all’Antico Bar Fiat funziona tanto questo binomio. Ci racconta?

Il ciclismo fa tappa all'Antico Bar Fiat Imola (foto concessa)
Il ciclismo fa tappa all’Antico Bar Fiat Imola (foto concessa)

“Il mondo del ciclismo è stata la mia passione da sempre, ci sono poi molte connessioni tra le fatiche in bici e le fatiche dietro al bancone.

Ho portato la mia bici dentro il bar, letteralmente, colorandola con i colori dell’Antico Bar Fiat: nell’insegna appare la guarnitura (il disco dove sono agganciati i pedali e sul quale scorre la catena). Quest’anno, proprio davanti al mio bar, 2 grandi eventi si sono svolti: è transitato il Tour de France e di recente è partita da Imola una tappa del Giro d’Italia donne.

Proprio durante questo ultimo, ho invitato le cicliste e le loro squadre a fermarsi per gustare un buon caffè, estratto a freddo e a caldo dall’amico Stefano Cevenini con la sua Pump My Moka, in cambio di una loro firma.

Vedo che anche all’estero questa combinazione funziona tanto, unendo la caffetteria allo sport, un po’ per la funzionalità della bevanda per gli atleti, un po’ come momento di relax che il ciclista si può concedere durante o dopo i suoi allenamenti.”

Quali sono i prossimi sviluppi del suo locale?

“Sicuramente preparare qualche novità per l’autunno e la rimessa in moto dopo le ferie. Lavorare alla seconda edizione degli Imola Coffee Days – che si svolgerà questo 25 e 26 ottobre – e ampliarne il panorama, estendendo l’invito a partecipare ad altri colleghi baristi in una comunione di intenti e di giusto confronto sul tema.

E’ bello creare rete e scambiarsi opinioni per dare ancora più credito e far crescere l’interesse per questa bevanda. La mia ambizione sarebbe di arrivare a farlo riconoscere come format anche fuori Imola, facendolo diventare una fiera vera e propria come accade già in altre città europee.

Per quanto riguarda il locale vorrei poterlo ristrutturare e modificarne gli arredi, adeguandolo per dargli un’impronta più mia e renderlo ancora più riconoscibile come specialty coffee corner.”

Erminia Nodari su CosMc’s, la catena di caffetterie di McDonald’s: “Il rapporto che i giovani hanno con il cibo viene sfruttato da una operazione di marketing”

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Erminia Nodari, titolare Art Caffè

Erminia Nodari ha fatto della sua passione per il caffè una professione a 360 gradi, iniziata nel 1995: originaria di Bergamo, fondatrice col marito della di Art Caffè Torrefazione e in seguito Critical Coffee nonché componente dell’Advisory Group della Slow Food Coffee Coalition, il suo curriculum è una conferma del suo sviluppato know-how della bevanda. Su queste pagine ha parlato di filiera, di tracciabilità, sostenibilità e qualità.

Ora torna su queste pagine con una riflessione sul brand CosMc’s, la catena di caffetterie di McDonald’s, rispondendo all’articolo firmato da Matteo Borea (è possibile leggerlo qui). Di seguito riportiamo le opinioni dell’esperta.

CosMc’s: il nuovo format di McDonald’s

di Erminia Nodari

MILANO – “L’articolo pubblicato a firma dell’amico Matteo Borea ci induce a molte riflessioni.
Chi, come me e Matteo, ha trascorso molto tempo a contatto diretto col cliente,
sa quanto sia da sempre fondamentale il ricordo che l’esperienza globale lascia e spesso,
il prodotto, vive proprio in funzione di quel ricordo, una parte se non marginale, complementare.

Siamo ormai da decenni tutti d’accordo che, sia in un contesto reale che virtuale, è l’ambiente (visivo, sonoro, olfattivo) a provocare emozione, e che questa emozione è fortemente condizionata dai fattori culturali di riferimento della fascia di consumatori che si vuol coinvolgere.

La realtà virtuale aiuta perché è sempre e comunque soggettiva e fortemente emotiva, quindi non rende visibili e percepibili i difetti che sono parte del reale. Infatti, il reale viene disegnato e realizzato ad imitazione del virtuale.

L’edonismo culturale degli anni ’80 determinò il primo passo importante verso il cambiamento anche per i locali pubblici, che smisero di essere bar per diventare luoghi di incontro esperienziale, focalizzati su condivisione emotiva e non su consumo e segnò un passo importante nel rapporto col consumatore, che, attraverso i viaggi, il tempo libero, le vacanze trascorse in villaggi turistici, cercava l’esperienza, l’emozione, da portare a casa.

Il coinvolgimento, la partecipazione, l’evento esperienziale, sono tutti approcci auspicabili per una evoluzione dei consumi e verso una maggiore consapevolezza negli acquisti, tuttavia, in fatto di cibo e, per quanto ci riguarda, di caffè, penso che non debba essere perso di vista il valore qualitativo e originario, frutto di ricerca, investimenti e sforzi da parte dei produttori.

L’esperienza emotiva, effimera in quanto tale, viene utilizzata per allontanare l’attenzione
dalla qualità reale, mentre la specialty coffee community e l’industria del caffè in generale, se vuole alzare il valore, deve a mio avviso puntare sul coinvolgimento esperienziale fondato sulla narrazione e sulla trasparenza, sulla conoscenza e l’informazione senza allontanare l’attenzione dagli attributi dell’oggetto dell’esperienza.

L’operazione di marketing promossa da McDonald’s, se non ho capito male, coinvolge la fascia più giovane dei consumatori dando loro la possibilità di intervenire in modo creativo sulle consumazioni e quindi sul loro stesso valore, modificandone l’origine, senza alcuna nozione.

Il rapporto che i giovani hanno col cibo, già difficile e contraddittorio e alla base di tante fragilità, viene ancora una volta sfruttato da una operazione di marketing, sicuramente ben condotta, ma non a vantaggio di trasparenza, consapevolezza e crescita dei valori sociali, ma solo, forse, economici, perché va a colpire facilmente la fascia giovanile meno attrezzata e più vulnerabile.

Sarebbe interessante promuovere un dibattito sulle funzioni del marketing emozionale per
crescita effettiva di un mercato consapevole e dell’utilizzo che invece ne fanno le multinazionali e non solo loro, per allontanare l’attenzione dall’effettiva qualità.

Leggere le recensioni dei clienti sull’offerta di ristoranti, locali, caffetterie e coffee shop è un bell’esercizio per capire e conoscere il grado di consapevolezza dei consumatori, che non sempre, se la bevono”.

                                                                                                              Erminia Nodari

Nestlé: vendite dei nove mesi in calo (-2,4%) a 67,1 mld, Nespresso a 4,6 mld (-0,7%), il caffè è sempre la merceologia trainante

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Nestlé Nespresso
Il logo Nestlé

MILANO – Ricavi in calo per Nestlé, che manca le previsioni degli analisti e rivede nuovamente al ribasso le previsioni su utili e ricavi per l’intero esercizio, mentre il caffè rimane il principale driver di crescita. Il colosso svizzero ha pubblicato ieri, giovedì 17 ottobre, i risultati per i primi 9 mesi del 2024. Tra gennaio e settembre, le vendite sono diminuite del 2,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso attestandosi a 67,1 miliardi di franchi svizzeri.

La crescita organica è stata del 2%, mentre la crescita interna reale (rig) è stata dello 0,5%.

L’impatto dei cambi e dei disinvestimenti è stato rispettivamente del -4,1 e del -0,3%.

Gli analisti avevano previsto crescita organica e crescita reale interna rispettivamente a +2,4% e +0,7%.

Ulteriormente ridimensionate le previsioni per i 12 mesi: Nestlé si aspetta ora una crescita organica delle vendite di circa il 2%. Il margine operativo sottostante dovrebbe raggiungere il 17%

A fine luglio, il Gruppo aveva già abbassato gli obiettivi di crescita organica ad “almeno il 3%”, rispetto al 4% precedentemente indicato. Una crescita annua delle vendite al 2% costituirebbe il livello più basso dall’inizio del secolo.

“La domanda dei consumatori si è indebolita negli ultimi mesi, e ci aspettiamo che il contesto rimanga debole,” ha dichiarato il nuovo amministratore delegato Laurent Freixe.

Parlando in una call con i giornalisti, la cfo del gruppo Anna Manz ha citato i forti aumenti nei costi di alcune materie prime, in particolare il caffè e il cacao, che sono andati di record in record negli ultimi due anni.

Sui volumi delle vendite – spiega inoltre Nestlé – ha inciso negativamente il comportamento del dettaglio e dei distributori, che hanno ridotto le loro scorte, a fronte dei minori acquisti dei consumatori, in particolare nelle economie più deboli dell’America latina.

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World Latte Art Grading Championship torna a Triestespresso, 26/10

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world latte art
Il logo di The Wlags Battle (immagine concessa)

TRIESTE – Il 26 ottobre 2024, la città di Trieste ospiterà uno degli eventi più attesi nel mondo del caffè: il World Latte Art Grading Championship (WLAGS), che si terrà all’interno della rinomata fiera internazionale Triestespresso Expo. Questa competizione globale vedrà sfidarsi i migliori artisti della Latte Art, provenienti dalle nazioni selezionate per il 2024 (verranno svelate il girono della competizione/presenti oltre 20 tra i migliori del mondo) in una battaglia di creatività, tecnica e precisione che incanterà gli appassionati di caffetteria e professionisti del settore.

World Latte Art Grading Championship: una gara ispirata alle arti marziali

Il WLAGS si distingue per la sua struttura unica, ispirata ai campionati di arti marziali. I partecipanti si sfideranno infatti in vari livelli di competenza: verde, rosso, nero e oro, proprio come nelle cinture delle discipline marziali, dove ogni colore rappresenta un grado di abilità sempre più avanzato.

Questo sistema di livelli permette di misurare la maestria dei baristi nel creare spettacolari decorazioni di latte su caffè espresso, unendo precisione tecnica e espressione artistica.

Giuria internazionale

A valutare le performance artistiche ci sarà una giuria composta da 7 giudici internazionali, selezionati tra i migliori esperti provenienti da diversi Paesi del mondo. Ogni giudice porterà con sé un bagaglio di esperienza e competenza, garantendo una valutazione imparziale e altamente professionale.

Programma dell’evento:

– Ore 10.00: Cerimonia d’apertura con la presentazione ufficiale di tutti i partecipanti.

– Inizio competizione: Si parte con le sfide dei livelli Verdi, seguite da quelle dei livelli Rossi, Neri e infine i migliori concorrenti si affronteranno nel prestigioso livello Oro.

– Pomeriggio: Le finali di ogni categoria si terranno al termine delle fasi preliminari.

– Ore 17.00 circa: Cerimonia di premiazione per i campioni di ogni livello.

Il WLAGS è ormai un appuntamento fisso per chi vuole ammirare il meglio della Latte Art a livello mondiale. Ogni sfida rappresenterà un momento di grande tensione creativa, poiché le performance non hanno una durata prefissata, lasciando spazio alla libertà e alla maestria dei baristi.

Per maggiori informazioni sul WLAGS, i partecipanti e le regole della competizione, è possibile visitare il sito ufficiale cliccando qui.

REPA diventa distributore ufficiale globale per i ricambi Eureka

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Il centro logistico di REPA (immagine concessa)

CESENA – REPA, il principale distributore europeo di ricambi per attrezzature per la ristorazione, il caffè, i distributori automatici e gli elettrodomestici, nella famiglia Parts Town Unlimited dal 2022, ha firmato un accordo per diventare distributore ufficiale a livello globale di Eureka, il produttore fiorentino di macinacaffè artigianali assemblati a mano.

Grazie a questa partnership, REPA offre 3.700 pezzi di ricambio originali, oltre a 400 diversi kit di manutenzione accuratamente selezionati per rispondere a specifiche esigenze di manutenzione. Inoltre, il distributore leader nei ricambi gestirà gli ordini e le spedizioni di Eureka.

Con lo stoccaggio e la vendita dei ricambi per conto di Eureka, REPA semplifica l’attività di tecnici dei centri assistenza, torrefattori, caffetterie e importatori a livello globale, che possono beneficiare della consegna rapidissima garantita da REPA tramite il suo eCommerce intuitivo.

Il servizio a 360 gradi di REPA consente inoltre a Eureka di focalizzarsi sulla progettazione e la manifattura di quelli che possono essere definiti tra i macinacaffè assemblati a mano più eleganti e di design sul mercato.

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Il centro REPA (immagine concessa)

Maurizio Fiorani, managing director Eureka commenta: “Il nostro lavoro quotidiano è sempre stato quello di dare agli amanti del caffè la possibilità di esercitare la loro più grande passione. Questo si traduce non solo in attrezzature all’avanguardia in termini di tecnologia e fruibilità, ma anche nella possibilità di un servizio rapido ed efficiente, senza alcun compromesso sulla qualità. La collaborazione con REPA, che siamo qui a celebrare, è un ulteriore passo in questa direzione, con l’obiettivo di garantire a tutti i clienti Eureka, che ci onorano della loro preferenza, una fornitura di ricambi più rapida ed efficiente, con la stessa impareggiabile qualità.”

Gilberto Guidi, group director professional Coffee REPA, commenta: “Siamo orgogliosi di diventare distributore ufficiale di Eureka, un marchio di fama mondiale, e di poter offrire a tutti i loro clienti un servizio eccellente. Prendendo in gestione gli ordini e le spedizioni di Eureka, insieme allo stoccaggio della sua gamma ricambi, REPA assicura ai clienti e al brand l’affidabilità di un fornitore che mette al centro ampiezza della scelta, rapidità di consegna e attenzione al cliente.”

La scheda sintetica di REPA

REPA è il principale distributore europeo di ricambi per attrezzature per la ristorazione, caffè, distributori automatici ed elettrodomestici ed è un partner di fiducia per i produttori di apparecchiature. Dal 2022 REPA è una divisione di Parts Town Unlimited, leader mondiale nella distribuzione high-tech di parti di ricambio indispensabili, prodotti e servizi correlati per i settori della ristorazione, degli elettrodomestici e dell’HVAC.

I clienti di REPA beneficiano di una forte competenza in materia di ricambi, con oltre 40 anni di esperienza nel mercato da parte di REPA Italia, REPA Deutschland, REPA France, REPA Iberia, ATEL e Big Warehouse. Con il più grande database del settore accessibile attraverso webshop all’avanguardia, un’elevata disponibilità di magazzino e centri logistici altamente innovativi che assicurano la consegna dei ricambi più rapida del settore, REPA fornisce a ogni cliente il pezzo giusto, al momento giusto, ovunque.

1895 Coffee Designers by Lavazza presenta il microlotto Avanguardia VII

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Il microlotto Avanguardia VII (immagine concessa)

SETTIMO TORINESE (Torino) – In occasione delle festività natalizie, 1895 Coffee Designers by Lavazza arricchisce la sua prestigiosa collezione di caffè con Avanguardia VII, un esclusivo microlotto che rappresenta la punta di diamante della selezione 1895. Questo caffè d’eccezione, proveniente da El Salvador, non solo incarna la massima espressione dell’artigianalità e dell’eccellenza firmata 1895, ma rappresenta anche il regalo perfetto per chi cerca un dono prezioso e fuori dal comune e per chi desidera offrire e condividere un’esperienza davvero unica.

1895 Coffee Designer by Lavazza presenta Avanguardia VII

Il microlotto, come suggerisce il nome stesso, indica una produzione estremamente limitata e selezionata di caffè proveniente da piccole piantagioni indipendenti, dove la cura meticolosa e l’attenzione alla qualità fanno la differenza. Questo caffè esclusivo, con meno di 300 kg prodotti a testimonianza della sua rarità e del suo valore, è stato trasportato in piccoli contenitori sottovuoto, per garantire la perfetta conservazione dei chicchi di caffè verde e preservare la loro freschezza. Sarà poi la tostatura attenta ad assicurare che ogni chicco di Avanguardia VII sia un concentrato di rarità e pregio.

Selezionato tra i vincitori della prestigiosa asta Cup of Excellence, la più importante competizione internazionale che premia i caffè d’eccellenza, Avanguardia VII è il risultato dell’abilità dei Coffee Designers di 1895, che hanno saputo esaltare le caratteristiche uniche di questo caffè.

Il risultato è un’esperienza sensoriale senza pari: in tazza, Avanguardia VII sprigiona intensi aromi di frutta tropicale, con raffinate note di ananas e zucchero di canna, offrendo un vero e proprio viaggio gustativo nella regione di Ahuachapán, a pochi km dal confine col Guatemala, dove questo caffè cresce a 1.100 metri di altitudine presso la fattoria La Manuela.

Avanguardia VII è una vera e propria opera d’arte gustativa, pensata per chi cerca un caffè esclusivo da regalare ai palati più raffinati o per sorprendere gli ospiti con un’esperienza indimenticabile durante le festività. Disponibile per preparazioni sia espresso che moka e filtro, questo microlotto rappresenta il perfetto equilibrio tra raffinatezza e rarità, un dono prezioso che trasforma il caffè in un’esperienza unica.

Per un regalo ancora più esclusivo, 1895 Coffee Designers by Lavazza ha pensato ad un elegante cofanetto slow coffee 1895, un kit nato per permettere di gustare a casa gli straordinari Specialty Coffee, utilizzando metodi Slow Coffee.

Avanguardia VII è disponibile su https://www.maxicoffee.it

Kit Slow Coffe è disponibile su https://www.maxicoffee.it/kit-slow-coffee-1895-p-186177.html

Aqiila lancia la macchina da caffè portatile Coffeebird

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La macchina da caffè portatile Coffebird (immagine concessa)

MILANO – Aqiila, brand della Svedese Cebon Group e nata dall’incubator del gruppo, si distingue nel rendere portatili moltissime comodità domestiche attraverso una gamma di prodotti ricaricabili pensati per essere utilizzati nelle più varie situazioni. Cebon Group è noto per le sue soluzioni avanzate nell’ambito di sicurezza e energia.

Operando su scala globale fornisce una vasta gamma di prodotti che vanno dal macro-formato, come sistemi di energy storage per impianti eolici e fotovoltaici, al micro formato, come batterie alcaline, ricaricabili e a bottone. Lo spirito imprenditoriale, le risorse e competenze del Gruppo forniscono un valido supporto per dare forma ad un domani migliore.

Ancora più comfort con i nuovi prodotti Aqiila

Si amplia il portfolio di soluzioni Aqiila, che va ad arricchire la già corposa offerta composta da powerstation, casse bluetooth, sistemi di illuminazione e i potenti pannelli solari.

Le nuove powerbank della famiglia Powerbird possono contare su un ampio range di potenza, i modelli B5, 10, 20 e 20+ da 5000 a 20000 mAh oppure il modello BS10 con l’opzione di autoricarica con mini pannelli fotovoltaici integrati. Nell’ambito ricarica, presentati anche i nuovi caricatori Chargebird con potenze da 20 fino a 120 W dotati di porte USB e i cavi Cablebird in vari modelli per la ricarica dei dispositivi.

Novità anche nell’ambito dei pannelli solari con l’arrivo di Sunbird P21 e P56, dalle dimensioni ultracompatte, da 21 e 56 W in grado di mantenere le caratteristiche di efficienza e affidabilità dei “fratelli” maggiori. La serie Airbird saluta l’arrivo del modello C2 piccolo e potente, in grado di gonfiare e sgonfiare (con una portata di 200 lt/min) numerosi oggetti.

Francesca Callegari Go To Market Manager GPBM ha affermato: “Aqiila rispecchia appieno la filosofia Cebon, ossia impiegare tecnologia e competenze per realizzare prodotti di uso quotidiano, portatili e multifunzione, sempre più funzionali e a basso impatto, in quanto ricaricabili. Ciò perché è sempre più evidente di come sta cambiando il panorama energetico, non solo per l’industria ma anche per il singolo: a casa, sul lavoro o nel tempo libero. L’offerta Aqiila condensa praticità in ogni dove, e quando possibile, farlo sfruttando l’energia offerta dal sole. Ciò che ha attirato maggiormente la curiosità di chi ha visitato lo stand Aqiila è stata la macchina da caffè Coffeebird”.

A questo proposito Francesca Callegari aggiunge: “La macchina da caffè Aqiila Coffeebird ha suscitato curiosità poiché consente di gustare un caffè caldo e fumante, fatto al momento tanto in cantiere, come in un luogo sperduto durante una passeggiata, o mentre si guida su una lunga distanza. E in occasione di Brico Day 2024 i caffè offerti sono stati maggiormente apprezzati”.

Prosegue quindi l’impegno di Aqiila, che riprende la filosofia di Cebon Group declinandola in modo mirato nella progettazione e produzione di prodotti ad uso quotidiano, con l’obiettivo di rendere ancora più pratiche e portatili le numerose comodità domestiche.

Ing. Napoli & C. Industrie Riunite srl con Regina Ls, la prima macchina per espresso a leva semiautomatica al mondo

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La macchina a leva Regina Ls (immagine concessa)

POTENZA – L’ingegner Angelo Napoli, ceo del Gruppo Ing. Napoli & C., attraverso una nota dettagliata inviata alla stampa, comunica che è stato depositato il brevetto per la produzione del nuovo sistema di controllo che trasforma la macchina a leva in una macchina a leva semiautomatica.

Per comprendere fino in fondo le caratteristiche innovative di questo sistema firmato Ing. Napoli è necessario illustrare prima di tutto come lavora il gruppo a leva di una macchina per caffè espresso e quali sono i punti di debolezza di questi apparecchi esistenti sul mercato ormai da tempo e tuttora in uso su molte macchine da caffè prodotte nel Mondo.

A differenza di una moderna macchina per caffè espresso automatica o semi-automatica, che utilizza una elettropompa volumetrica a pressione costante per l’estrazione della bevanda, il sistema a leva presenta il vantaggio di estrarre il caffè espresso somministrando all’acqua calda una pressione variabile da 14 bar fino a zero, sfruttando perciò il caffè nel modo ideale cioè con la massima pressione nelle fasi in cui la polvere di caffè è ancora ricca di sostanze solubili che determineranno le caratteristiche sensoriali della bevanda e con la pressione minima nelle fasi finali con la polvere ormai esausta. Avviene perciò il cosiddetto “taglio della coda”.

Un dettaglio della macchina (immagine concessa)

Il punto di debolezza principale del gruppo a leva è la bassa produttività, ovvero i tempi lunghi di utilizzo tra un caffè ed il successivo: la fase di distensione completa della molla richiede infatti dei tempi superiori a quelli di estrazione di un caffè espresso.

È necessario cioè attendere del tempo senza poter utilizzare il gruppo per consentire l’esaurimento della pressione generata dalla molla interna ed evitare, tentando di sganciare dalla base del gruppo la coppa portafiltro contenente il caffè ormai esausto, la fuoriuscita violenta di acqua calda mista a polvere di caffè.

Questo aspetto negativo del gruppo a leva limita grandemente l’utilizzo delle macchine dotate di questo sistema.

Il sistema REGINA LS risolve in maniera definitiva questo aspetto negativo delle macchine per caffè espresso a leva, esso infatti consente all’operatore di interrompere l’erogazione dell’acqua in pressione dal gruppo a leva in qualsiasi momento aumentandone perciò notevolmente la produttività e la sicurezza.

L’ingegner Napoli intervistato riferisce:

“Abbiamo sempre creduto nella macchina a leva perché i risultati sul campo dimostrano che l’estrazione dell’espresso con questo sistema è nettamente superiore rispetto a una macchina dotata di pompa volumetrica. Tuttavia la bassa produttività di queste macchine ne limitava fortemente l’utilizzo, specialmente nei locali alto-vendenti.

Negli ultimi anni diversi fattori hanno contribuito a contrarre ulteriormente la produzione delle macchine a leva quali l’endemica mancanza di personale che affligge il settore, perché si è alla ricerca di sistemi che velocizzino il lavoro anche a scapito della qualità della bevanda, la mancanza di spazio e i maggiori costi energetici, in quanto la taglia minima di una macchina a leva in un bar è tre gruppi anche laddove i volumi di lavoro richiederebbero una macchina a due gruppi.

Con il mio team, tecnici ed esperti di caffè di grande talento che desidero ringraziare per il lavoro fin qui svolto, abbiamo pensato ad una soluzione che in maniera discreta ed elegante, senza stravolgere il sistema a leva, ne risolvesse le maggiori criticità. Un paletto che però fin da subito abbiamo fissato era che REGINA doveva rimanere quella che è, un’elegante e raffinata macchina a leva.

REGINA LS perciò si presenta come la sua sorella tradizionale, l’unica differenza visibile è un pulsante in acciaio inserito sulla calotta di protezione del gruppo, racchiuso in una corona dorata.

L’operatore svolge tutte le operazioni normali di una macchina a leva, dal flusso a vuoto al carico della molla. In fase di estrazione, agendo sul pulsante al centro della calotta copri-gruppo, interrompe la fuoriuscita di caffè dal gruppo scaricandone contemporaneamente la pressione. Da quell’istante il gruppo può essere riutilizzato per una nuova estrazione, proprio come una moderna macchina semiautomatica con pompa volumetrica. Crediamo che questo sistema costituirà il nuovo standard delle macchine a leva”.