venerdì 21 Novembre 2025
Home Blog Pagina 335

Marco Bertani, Cocoah!: “Da artigiano, voglio acquistare una materia prima ricercata”

0
Marco Bertani nel laboratorio Cocoah!(foto concessa)
Marco Bertani nel laboratorio Cocoah! (foto concessa)

MILANO – Questa è la storia di Cocoah! e di Marco Bertani che da ingegnere elettronico è diventato maestro cioccolatiere: il mondo della pasticceria e la sua tecnica lo hanno sempre affascinato, così come quella presente nella lavorazione del cacao. Da hobby a professione, il salto è stato lungo: la scintilla scatta con la scoperta del bean to bar dagli USA che gli ha acceso il desiderio di capire meglio il processo produttivo.

Nel 2015 i primi esperimenti con una piccola raffinatrice, poi l’incontro casuale di un contadino dell’Ecuador. Cocoah! parte nel 2022 con il laboratorio. Due vite parallele che ancora oggi procedono insieme.

Il cacao artigianale dalla sua esperienza, in Italia dove trova più spazio? Nei negozi specializzati, nelle pasticcerie, nelle gelaterie?

Le pasticcerie e le gelaterie sono quasi impossibili da penetrare, perché sono molto legate ai semilavorati o all’uso di prodotti più industriali per realizzare i gusti. Parliamo per esempio di proporre i miei prodotti alle gelaterie: in alcune non viene usato neppure il cioccolato, ma solo il cacao in polvere. Quei casi in cui invece hanno scelto la massa di cacao, giocano tutto sul prezzo.

Le fave di cacao (foto concessa)

Non si riesce a far passare il messaggio che da artigiano acquisto una materia prima ricercata e costosa. In questo periodo poi, il cacao quotato in Borsa costa sino ai 10-11 dollari al chilo: cifre che per noi craft maker sono già la normalità. Infatti il nostro che ricade nella fascia più premium costava già di più di quello standard e ora è aumentato su tante origini (alcune non si trovano neppure, come ad esempio il San Martin peruviano che è stato razziato) in media almeno del 40%.

La stessa materia prima viene acquistata solamente da coltivatori diretti o cooperative territoriali che possano garantire delle buone condizioni di lavoro per tutti, un trattamento e un compenso equo anche nel rispetto di chi, nelle diverse parti del mondo, coltiva e produce cacao.

Stesso discorso vale per le pasticcerie, soprattutto quelle che vendono tanto cioccolato, che stabiliscono dei prezzi completamente diversi e con cui per questo non si può aprire un dialogo.

Allora come mercato di riferimento rimangono le enoteche, i locali che servono tè e gli specialty: questi sono i luoghi dove riusciamo a trovare la giusta sinergia per collaborare. Certo non sono tantissimi e quindi bisogna diversificare, puntando sulla rivendita e dando il mio cioccolato anche a dei ristoranti che lo usano nel menù in cucina e fanno ricerca sulla materia prima.

Questo mi permette di sopravvivere anche alle stagioni più calde che prevedono sempre un calo di vendite. Al momento mi rivolgo soltanto all’Italia, ma guarderò presto anche all’estero con dei distributori che faranno da referente commerciale per trovare nuovi clienti in Europa.”

Si parla spesso della differenza tra il cioccolato artigianale e quello più industriale: ma la vera domanda è, tra i craft chocolate makers, come ci si distingue al netto della qualità e delle modalità di produzione?

“Tutti cerchiamo di raggiungere lo stesso obiettivo e quindi poi sta alla singola persona, allo stesso chocolate maker a fare la differenza. Quello che inserisce nel suo cioccolato è il quid in più: fave di cacao e zucchero sono ingredienti comuni a tutti i nostri prodotti, però poi ci sono edizioni speciali in cui riusciamo ad esprimerci individualmente.

Marco Bertani all’opera (foto concessa)

Ad esempio qualcuno si lega di più al concetto del territorio, oppure io vorrei iniziare un progetto di aromatizzazione del cioccolato senza aggiungere ingredienti in raffinazione, ma facendo maturare il cioccolato con altri elementi come spezie o erbe aromatiche.

Mi è venuto in mente partendo dal fatto che il cioccolato assorbe tantissimo gli odori e in questa caratteristica ho intravisto la possibilità di giocare: il risultato finale alla vista appare come una tavoletta classica, ma al palato si sente un sapore particolare che stupisce.

Per quel che mi riguarda non saprei qual è la cifra stilistica di Cocoah!, ma faccio l’impossibile per migliorare sempre il mio prodotto rispetto a quello precedente. Rimetto tutto in discussione ogni tot mesi e questo può essere un’arma a doppio taglio perché il consumatore di solito si abitua a determinati sapori.

Certo quelli che acquistano al supermercato esisteranno sempre, ma i consumatori più attenti alla qualità sono più che disposti ad ascoltare il racconto dietro il prodotto artigianale: me ne accorgo durante gli eventi, dalle reazioni di chi arriva da noi ad assaggiare. Un 90% dei passanti si convertono e comprano la tavoletta.”

Adesso quali sono le nuove tendenze per il cioccolato artigianale?

Vari esempi Cocoah! (foto conessa)

“Seppure sia un mondo che si conosce poco, è comunque un settore che negli Stati Uniti è partito già da 15 anni fa e in cui la tavoletta monorigine premium resta valida, ma ormai inizia a perdere terreno.

La tendenza è quella che studia le inclusioni, dalle più classiche con la frutta e il sale, alle più ricercate come il rosmarino, ingredienti salati, spezie Potenzialmente è un mercato sterminato, anche se il rischio dall’altra è quello di togliere valore alla materia prima.

Ma se si fa un buon lavoro di abbinamento con degli ingredienti di stesso livello, la combinazione esalta entrambe le cose utilizzate.”

Ma il cioccolato continua ad andare forte soprattutto nelle festività?

Il packaging Cocoah! (foto concessa)

“Sì, perché c’è ancora l’idea forte che il cioccolato sia un regalo da fare durante le feste. Per questo presentare bene la qualità fa scattare automaticamente il pensiero di acquisto e quindi il packaging è importante: con questa consapevolezza abbiamo sviluppato il nostro che è molto di impatto. Volevo arrivare a chiunque e mi serviva una grafica che rapisse l’occhio anche di chi comprava il cioccolato al supermercato.”

Caffè arabica in ripresa, pesa sempre l’incertezza sul meteo in Brasile

0
mercati del caffè robusta futures Eudr arabica esportazioni Brasile export prezzi borsa Vietnam meteo
Il logo dell'Ice

MILANO – Settimana in ripresa per i futures del caffè arabica. A New York, il contratto per scadenza dicembre ha guadagnato 215 punti nella seduta di venerdì 18 ottobre chiudendo l’ottava a 257,30 centesimi: 525 punti in più rispetto a venerdì 11 ottobre. A Londra, il contratto per scadenza gennaio è cresciuto marginalmente (+$17) nell’ultima seduta della settimana terminando a 4.615 dollari: $63 sotto la chiusura del venerdì precedente.

I prezzi hanno trovato nuovo supporto negli ultimi aggiornamenti meteo dal Brasile e dal Vietnam. Il parziale indebolirsi del dollaro, in discesa dai massimi dei giorni precedenti ha ulteriormente alimentato le ricoperture.

In Brasile, il quadro meteo nelle aree del caffè arabica si è fatto più pessimistico e prevede ora, per questa settimana, soltanto precipitazioni sparse e non più diffuse, come indicato in precedenza.

Gli esperti sul campo sostengono inoltre che le piogge potrebbero essere arrivate troppo tardi e che il potenziale del prossimo raccolto rischia di essere ormai compromesso, anche qualora vi fosse una buona fioritura, a causa della siccità di quest’anno, che è stata la peggiore dai primi anni ottanta.

A dimostrare la gravità del problema, i dati raccolti sul campo da Fundação Procafé a fine settembre, che evidenziano un deficit di umidità del suolo sino a 250 mm rispetto ai livelli ideali, uno dei peggiori dati di sempre.

L’irrigazione, dove presente, non è stata in grado di alleviare questo deficit, poiché molti corsi d’acqua si sono prosciugati, come riportano varie testimonianze raccolte nel Cerrado Mineiro tra i produttori di arabica.

Viste le difficoltà, alcuni produttori hanno optato per la potatura drastica degli arbusti (esqueletamento), una pratica volta a stimolare il recupero delle piante che le rende però improduttive nell’annata successiva.

Contenuto riservato agli abbonati.

Gentile utente, il contenuto completo di questo articolo è riservato ai nostri abbonati.
Per le modalità di sottoscrizione e i vantaggi riservati agli abbonati consulta la pagina abbonamenti.

Sandalj Trading a Triestespresso Expo 2024 con i workshop Accademia del caffè espresso e BWT Italia

0
sandalj
Sandalj a Triesteespresso 2018 (© 2018 Roberto Pastrovicchio)

TRIESTE – Sandalj Trading Company, storico importatore triestino di caffè crudo, annuncia la propria presenza a Triestespresso Expo 2024, undicesima edizione dell’evento biennale legato al mondo del caffè in programma presso il Convention Center di Trieste, dal 24 al 26 ottobre. Ogni giornata allo stand 17 (hall 28 BIS) è all’insegna dell’espresso di altissima qualità, con più di 10 caffè in assaggio e workshop in collaborazione con l’Accademia del caffè espresso de La Marzocco e di BWT Italia.

In degustazione le novità di quest’anno e due composizioni d’autore:

Le inimitabili Toscanini e Scarlatti Blend estratte con la Marzocco Strada X, che grazie alla sua evoluta tecnologia e alla modulazione della pressione tramite paddle, permette di esaltare ogni singola estrazione. Toscanini Blend è una miscela 100% Arabica con raffinate note di cremino e albicocca, la cui composizione ricorda la grande cura nei dettagli di Arturo Toscanini.

Team Sandalj a Host Milano (immagine concessa)

Scarlatti Blend, una 85% Arabica, nasce per soddisfare chi desidera un espresso corposo ma equilibrato, grazie all’unione dell’aromaticità gentile dell’Arabica, con note di cioccolato di Modica e marzapane, e la corposità discreta di Robusta di alta qualità.

La linea Sandalj Arabica vede in assaggio delle monorigini di vera eccellenza. Dalla regione vulcanica di Atitlán il Guatemala SHB Teresita, un caffè dalle eleganti note di arancia candita e gocce di pregiato cioccolato fondente, ideato nel 1990 per celebrare la nascita di Theresa Sandalj.

Il Costa Rica SHB La Pastora, un caffè che rievoca succulenti sentori di mele Fuji e nocciole tostate, con un finale delizioso al caramello. Il Brazil Natural NY2 17/18 Vila Boa, corredato da certificazione Carbon Negative. Un doppio piacere in questa tazza grazie ai 180 ettari di foresta vergine nella proprietà di Monica Borges de Sousa: che permettono alla fazenda produttrice di sequestrare più anidride carbonica di quanta ne venga emessa nella produzione del caffè.

Guatemala Teresita (c. 2018 Roberto Pastrovicchio)

La linea Traceability Project di microlotti con tracciabilità fino al produttore, vede in assaggio tre caffè lavati di gran pregio. In espresso e in filtro il Guatemala Finca la Bella di mono varietale Villa Sarchi, una mutazione naturale della varietà Bourbon che dona in tazza note avvolgenti di pesca nettarina e cioccolato bianco.

Dal Kenya, noto per la produzione di Arabica dalle note brillanti e intense, in degustazione il Kiamutuira AA Top, un caffè elegante dalla ricca acidità, con sentori di ribes rosso, pompelmo candito e tè Rooibos. Infine, un lotto mono varietale di Caturra coltivato da Josè Barcenas nella sua Finca El Limon, fondata nel 1872 e circondata da due riserve naturali nel Nicaragua centrale, poco a sud del lago Apanàs. Svela in tazza dolci note di miele millefiori e praline di cioccolato e nocciola.

Per l’inimitabile linea gourmet Sandalj Excellence in assaggio due lotti selezionati e lavorati con estrema cura e artigianalità, provenienti dalla regione di Caldas. Il Colombia Barrique Amaretto Fermentation e il Colombia Barrique Cardamomo Fermentation sono sottoposti a una speciale lavorazione, nella quale le drupe minuziosamente selezionate durante la raccolta vengono processate con metodo lavato e fatte fermentare con l’aggiunta di aromi di amaretto e cardamomo, all’interno di barili a tenuta stagna. Questi caffè, ricercati e vigorosi, si rivelano una scelta impareggiabile per palati esigenti, o come finale d’eccellenza ad un pasto gourmet.

Ultimo, ma non ultimo, il Decaffeinato Super Bar Blend, una miscela 100% arabica firmata Sandalj, pensata per chi ricerca il gusto del caffè autentico dalle delicate note di cacao e frutta secca, ma senza la caffeina.

Alla scoperta della cultura del caffè con gli esperti Sandalj e La Marzocco

 Il coffee expert Tommaso Baldini, collaboratore de l’Accademia del Caffè Espresso de La Marzocco, e gli esperti del Laboratorio Qualità Sandalj, Tommaso Bertolini e Federico Pines, vi guideranno in un viaggio sensoriale.

Attraverso workshop davvero coinvolgenti, sarà possibile esplorare lavorazioni e tostature diverse, imparando a degustare l’espresso come veri intenditori. Un’occasione unica per affinare il palato e scoprire i segreti di un caffè eccellente.

  • Venerdì 25/10 ore 11.00 – 11.30

L’estrazione in espresso con diverse gradazioni di tostatura

Guatemala SHB Teresita

  • Venerdì 25/10 ore 15.00 – 15.30

Lavorazioni a confronto – Come esaltare i tuoi caffè con la Marzocco Strada X

Costa Rica Tarrazù Tirra Washed, Honey e Natural

La scheda sintetica dell’azienda

Sandalj Trading Company SpA ha sede a Trieste, uno dei maggiori porti europei del caffè, e svolge la propria attività nel settore dell’importazione ed esportazione del caffè verde, garantendo un servizio di eccellenza per qualità, varietà, ricerca e sviluppo dei prodotti. Per novità, approfondimenti sui nostri caffè e informazioni sui percorsi formativi, basta cliccare qui.

Anche Qahwa Limited presente alla fiera di Trieste

0
Qahwa Limited a Triestespresso
Qahwa Limited a Triestespresso (immagine concessa)

BIRKIRKARA – Dal 24 al 27 ottobre, Qahwa Limited parteciperà alla XI edizione di uno dei più rilevanti eventi dell’industria mondiale del caffè: Triestespresso. Un’importante occasione per conoscere da vicino l’azienda, la sua offerta e le sue innovazioni nel settore, e per esplorare nuove possibilità di collaborazione.

Qahwa Limited a Triestespresso

Qahwa Limited, azienda con sede a Malta e magazzini in Slovenia, opera nel settore dell’approvvigionamento di caffè di alta qualità in tutta Europa ed è conosciuta tra gli operatori per il suo impegno nella selezione rigorosa delle migliori origini.
Ma Qahwa non è solo questo.

Qahwa è esplorazione continua di nuovi Paesi produttori, alla ricerca dell’eccellenza della materia prima e di varietà uniche, capaci di soddisfare le esigenze di un gusto in continua evoluzione. Ogni chicco selezionato è il risultato dell’incontro tra la tradizione, fatta di prassi consolidate nel tempo, e le diverse esperienze o novità raccolte in tutto il mondo.

qahwa
Il logo Qahwa Limited

Qahwa è visione globale. Una visione che non si limita alle logiche di breve periodo, ma estende il proprio impegno verso il futuro: Qahwa ha scelto di operare attraverso una filiera tracciabile e sostenibile, capace di garantire nel tempo caffè di alta qualità e, nello stesso momento, la tutela dei territori in cui viene prodotto.

Qahwa: trasparenza e sostenibilità

Nel corso degli anni, Qahwa Limited ha costruito un rapporto diretto e collaborativo con i produttori locali: visita regolarmente le piantagioni per individuare quelle coltivazioni che applicano concretamente i valori di sostenibilità ambientale e sociale. Per questo motivo, in ogni fase del processo, dalla selezione alla consegna del caffè, verifica che gli standard qualitativi siano elevati e soddisfino le aspettative di un mercato sempre più esigente e attento.

Con una gestione logistica efficiente e ottimizzata, Qahwa Limited offre forniture sicure e puntuali, mantenendo la freschezza e l’integrità del prodotto fino alla consegna.

I visitatori del TriestEspresso Expo 2024 potranno conoscere il mondo Qahwa nel padiglione 28 – Stand 02 e scoprirne le soluzioni a supporto del business di torrefattori e distributori di ogni dimensione.

Scotsman Ice lancia la partnership mondiale con European Bartender School

0
scotsman
Scotsman insieme alla European Bartender School (immagine concessa)

MILANO – Nel mondo del bartending, il ghiaccio è molto più di semplice acqua ghiacciata. Svolge un ruolo fondamentale nella creazione del cocktail perfetto. Dal controllo della temperatura alla diluizione e alla presentazione, capire perché il ghiaccio è importante nel bartending è essenziale per il successo. Ecco perché Scotsman Ice annuncia la sua partnership con la European Bartender School (EBS), la più importante accademia per barman, con oltre 24 scuole al mondo.

Scotsman: ghiaccio innovativo per barman

La European Bartender School vuole dare ai loro studenti i migliori strumenti per aiutarli ad avere successo nel mondo del bartending professionale.

Ecco perché hanno scelto di collaborare con Scotsman, un marchio sinonimo di innovazione e qualità nella tecnologia di produzione del ghiaccio.

Ghiaccio Gourmet, il cubetto a forma tronco-conica di Scotsman

Una delle innovazioni distintive di Scotsman è il ghiaccio a forma tronco- conica, progettato per mantenere la struttura senza sciogliersi troppo durante il processo di miscelazione. La sua shape riduce la diluizione non necessaria, garantendo l’integrità del drink.

La forma consente inoltre al ghiaccio di adattarsi a diversi tipi di bicchieri, rendendolo una scelta versatile per qualsiasi allestimento da bar.

Come il ghiaccio puro esalta i cocktail

Il ghiaccio di alta qualità non riguarda solo l’aspetto, ma anche la purezza dell’acqua utilizzata per realizzarlo. Il ghiaccio privo di impurità come minerali e gas si scioglie più lentamente, il che significa meno diluizione e un cocktail più duraturo. Il ghiaccio di Scotsman è noto per la sua limpidezza e purezza, che esaltano sia il gusto che l’aspetto del prodotto finale.

Perché EBS ha scelto Scotsman ice

In EBS, si impegnano a fornire il miglior ambiente di apprendimento per aspiranti baristi e avere le migliori attrezzature fa parte di questo impegno.

La produzione di ghiaccio affidabile e costante di Scotsman garantisce che i loro studenti lavorino sempre con ghiaccio di prima qualità, aiutandoli a padroneggiare l’arte della preparazione dei cocktail.

I cubetti Scotsman sono progettati per evitare di attaccarsi tra loro, adattandosi perfettamente a vari tipi di bicchieri. Il loro ghiaccio resiste bene durante una vigorosa agitazione o mescolatura, garantendo una qualità uniforme in ogni drink.

I sistemi di igienizzazione di Scotsman sono tra i migliori del settore, con tecnologia a luce UV che mantiene il ghiaccio pulito e sicuro riducendo muffe, funghi, lieviti e batteri.

La European Bartender School e la partnership Scotsman

Grazie alla partnership con Scotsman, ogni barista formato presso EBS imparerà l’importanza di utilizzare ghiaccio puro e di alta qualità per creare cocktail dall’aspetto fantastico, dal sapore straordinario e dalla perfetta refrigerazione.

Con le macchine per il ghiaccio Scotsman in ogni scuola EBS, gli studenti saranno dotati dei migliori strumenti del settore, per avere successo in qualsiasi bar del mondo. Che si tratti di un Martini preparato alla perfezione o di un Mojito rinfrescante, il ghiaccio sarà sempre l’eroe non celebrato dietro ogni grande bevanda.

Lavazza sulla NBC come sponsor di America’s Got Talent

0
IVS Lavazza Group logo convendum yak emilia coffee
Il logo di Lavazza Group

Lavazza Group arriva sulla NBC, National Broadcasting Company, una delle principali reti radiofoniche e televisive statunitensi, con un accordo biennale di sponsorizzazione nel programma di America’s Got Talent. L’operazione si è concretizzata con la brandizzazione delle thumbler, le tazze poste sul bancone dei giudici del programma. Leggiamo di seguito un estratto dell’articolo pubblicato sul portale Brand News.

Lavazza Group sponsor di America’s Got Talent

TORINO – Fremantle e Lavazza Group hanno siglato un accordo biennale di sponsorizzazione all’interno di America’s Got Talent.

Un’ulteriore leva di amplificazione per la campagna internazionale di Lavazza Pleasure makes us human e del suo brand ambassador Luigi, il robot dai sentimenti umani, che hanno debuttato nel prime time televisivo statunitense.

Per leggere la notizia completa basta cliccare qui.

Mondelēz International è la miglior azienda in cui lavorare: lo dicono oltre 10.000 addetti

0
mondelez aziende
La classifica Best Workplaces for Blue Collar 2024 (dati concessi)

MILANO – Il 77% degli addetti italiani, collaboratori in una tra le 15 organizzazioni d’eccellenza della manifattura tricolore, afferma di lavorare in un eccellente luogo di lavoro con una differenza di ben 25 punti percentuali rispetto alle altre aziende analizzate (52%). È uno dei dati principali che emergono dalla 3ᵃ edizione del ranking Best Workplaces for Blue Collar 2024, stilato da Great Place to Work Italia ascoltando e analizzando i pareri espressi da oltre 10mila blue collar, impiegati in 50 realtà produttive dell’industria manifatturiera italiana.

Un ulteriore distinzione chiave evidenziata nel confronto tra i Best Workplaces for Blue Collar e le altre aziende oggetto dell’analisi svolta dalla realtà leader per la cultura organizzativa, riguarda la percezione diversificata del clima lavorativo tra gli operai e gli impiegati: nelle 15 aziende in classifica, infatti, la differenza nel Trust Index, l’indice che rappresenta il valore medio delle risposte positive al questionario di clima aziendale, tra i lavoratori Blue Collar (69%) e chi lavora negli uffici (78%) è di 9 punti percentuali a favore degli impiegati, mentre nelle altre aziende la differenza di percezione ed esperienza si allarga a 12 punti di Trust Index (48% vs 60%).

Da questo dato emerge chiaramente come la capacità d’includere e coinvolgere tutti, abbattendo le differenze di percezione e di status, sia un elemento vincente per le aziende che aspirano all’eccellenza: una minore differenza di trattamento tra operai e impiegati si riflette positivamente anche sul clima aziendale nel suo complesso.

Ma quali sono gli altri temi chiave che caratterizzano i migliori luoghi di lavoro secondo gli operai italiani? In primis un grande orgoglio rispetto al prodotto realizzato e/o al servizio offerto alla clientela, rafforzato grazie a un coinvolgimento diretto nel processo produttivo che è in grado di alimentare un forte senso di orgoglio e appartenenza nei confronti del proprio lavoro, spesso con un’intensità pari o superiore a quella dei colleghi che operano in ufficio e che hanno un contatto meno diretto con le fasi di sviluppo e realizzazione del prodotto.

Un secondo elemento che mostra un trend molto simile riguarda la capacità delle persone di provare un senso di orgoglio quando vedono cosa sono in grado di realizzare: nei contesti aziendali virtuosi della manifattura italiana, dove viene valorizzata l’eccellenza del lavoro manuale, l’88% degli operai dichiara di provare un senso di grande orgoglio professionale nel vedere realizzato, fatto e finito, il prodotto finale, con una differenza di +8 punti percentuali rispetto ai white collar (80%).

Oltre al tema dell’orgoglio professionale, i blue collar delle aziende Best percepiscono in maggior misura (67%) rispetto ai colleghi delle altre aziende analizzate (41%) di aver avuto delle opportunità d’innovazione e miglioramento nell’attività lavorativa, con una differenza quindi di ben 26 punti percentuali.

I dati relativi all’assegnazione degli incarichi e al coordinamento delle persone evidenziano una differenza significativa: nelle aziende Best, il 62% delle tute blu ritiene che i responsabili assegnino incarichi e coordinino il personale in modo efficace contro il 38% (+24%) delle altre aziende analizzate ma non in classifica.

Questo indica che nelle aziende premiate vi è una maggiore attenzione al management operativo: una leadership efficace è fondamentale per garantire la produttività, la motivazione e un clima di lavoro positivo. Infine la piacevolezza dell’ambiente di lavoro è un elemento fondamentale per il benessere e la produttività dei collaboratori, soprattutto in contesti operai, dove le attività fisiche possono essere impegnative e richiedono un forte spirito di squadra.

L’85% degli operai attivi all’interno dei Best Workplaces for Blue Collar ritiene che un collaboratore neoassunto venga fatto sentire benvenuto, con una differenza di ben 21 percentuali nel confronto con le altre organizzazioni analizzate ma non in classifica (64%).

Un ambiente di lavoro piacevole non è solo legato alla sicurezza e alle condizioni fisiche, ma anche alla qualità delle relazioni umane: sentirsi accolti e rispettati dai colleghi e dai superiori rafforza la motivazione e l’impegno, migliorando l’efficienza e creando un luogo dove i lavoratori possono esprimere appieno il loro potenziale.

“L’industria manifatturiera italiana, uno dei pilastri fondamentali dell’economia nazionale e simbolo di eccellenza nel mondo, si trova a dover affrontare sfide e pressioni esterne sempre più complesse in un contesto globale in rapida evoluzione, mettendo a dura prova la competitività delle organizzazioni italiane – spiega Beniamino Bedusa, presidente di Great Place to Work Italia – Diventa fondamentale quindi, come dimostrano i dati raccolti dalla nostra ricerca su più di 10mila lavoratori della produzione, che le aziende mettano in campo energie e investimenti su aspetti culturali e di clima aziendale, riuscendo ad ascoltare, motivare, coinvolgere e valorizzare tutti i collaboratori, non solo i cosiddetti white collar, ma anche il personale operativo”.

Ma quali sono le realtà dell’industria manifatturiera made in Italy più virtuose secondo gli operai? Sul podio troviamo, al primo posto, Mondelēz International, realtà protagonista nel panorama dell’industria alimentare che opera in oltre 150 paesi nel mondo.xMondelez, ex Kraft Foods, vanta nel solo settore del caffè marchi del calibro di Splendid, Hag e Carte Noire

Seguono poi AbbVie, organizzazione biofarmaceutica globale, basata sulla ricerca incentrata sul paziente e fortemente orientata all’innovazione per avere un impatto significativo sulla vita delle persone, e Johnson & Johnson, che offre prodotti e soluzioni per la salute delle persone di tutto il mondo, focalizzandosi su tutto lo spettro dell’innovazione nell’healthcare, grazie al segmento farmaceutico e a quello dei dispositivi medici.

La presenza di organizzazioni del settore farmaceutico e delle biotecnologie rappresenta la grande novità dell’edizione 2024 del ranking Best Workplaces for Blue Collar con i collaboratori di queste ultime che, mediamente, godono d’inquadramenti contrattuali e condizioni di lavoro significativamente migliori.

Completano il ranking: Andriani (manifattura e produzione), ARD Raccanello SPA (manifattura e produzione), Gruppo UNOX (manifattura e produzione), Industrie De Nora (manifattura e produzione), TESYA Group (servizi industriali), La Marzocco International LLC (manifattura e produzione), Eli Lilly (biotecnologia e farmaceutico), Gruppo Sapio (manifattura e produzione), Mazzoleni Spa (manifattura e produzione) Vimec S.r.l. (manifattura e produzione), Endress+Hauser Sicestherm srl (manifattura e produzione) e Davines Group (manifattura e produzione).

illycaffè è partner ufficiale di Art Basel Paris con la nuova illy Art Collection

0
illycaffè
la nuova illy Art Collection firmata da Simone Fattal, Shirin Neshat, Monica Bonvicini e Binta Diaw (immagine concessa)

PARIGI – illycaffè, marchio globale del caffè conosciuto per la sua qualità sostenibile e per il canale di comunicazione privilegiato che ha creato con il mondo dell’arte contemporanea, per la prima volta è partner ufficiale di Art Basel Paris, che si terrà dal 18 al 20 ottobre al Grand Palais, nel cuore della capitale francese.

I visitatori e gli espositori della fiera internazionale potranno fare una pausa degustando il blend unico illy in tutti i punti di ristoro della fiera oppure immergersi nell’ambiente esclusivo della lounge illy, uno spazio in cui la bontà dell’aroma del caffè illy si fonde con la bellezza delle iconiche tazzine da collezione illy, regalando al consumatore un’esperienza visiva e tattile unica.

Nella lounge illy, situata al piano terra della fiera, sarà presentata per la prima volta in Francia la collezione di illy Art Collection firmata dalla siriana Simone Fattal, l’iraniana Shirin Neshat, l’italiana Monica Bonvicini e la milanese di origini senegalesi Binta Diaw.

Le quattro artiste hanno scelto la tazzina illy per portare all’attenzione di tutti alcune delle più urgenti questioni culturali, ambientali e sociali del nostro tempo, raccontando, attraverso il linguaggio dell’arte contemporanea, la propria esperienza di donne che vivono in differenti contesti geografici e sociali e facendosi così portavoce della condizione femminile nel mondo.

Lo spazio farà anche da cornice alla storia delle illy Art Collection, la serie di tazzine che hanno trasformato un oggetto d’uso quotidiano in una tela su cui artisti di fama internazionale hanno rappresentato le proprie creazioni, dando vita ad una delle più grandi raccolte d’arte contemporanea esistenti al mondo. Una rassegna di decori, selezionati fra quelli dei 130 grandi maestri dell’arte contemporanea che hanno firmato le illy Art Collection negli ultimi trent’anni, sarà esposta nello stand.

“Siamo orgogliosi di essere partner per la prima volta di Art Basel Paris, una delle fiere d’arte contemporanea più prestigiose al mondo. Per noi l’arte rappresenta un linguaggio privilegiato utile a coniugare la cultura del caffè con il valore estetico e sociale, un potente strumento per sensibilizzare e ispirare il cambiamento. La nostra nuova collezione di tazzine, creata da quattro artiste di talento, riflette la diversità e la ricchezza delle prospettive artistiche contemporanee, invitando il pubblico a un dialogo aperto e stimolante su temi attuali e sempre più rilevanti, in grado di arricchire chi le osserva e le utilizza”, commenta Cristina Scocchia, amministratore delegato di illycaffè.

La illy Art Collection di Simone Fattal, Shirin Neshat, Monica Bonvicini e Binta Diaw sarà disponibile in kit da 2 e da 4 tazzine sia espresso che cappuccino da ottobre 2024 nell’e-shop illy, in alcuni musei internazionali, negli store (illy Caffè e illy Shop), nei canali della grande distribuzione al dettaglio e nei canali di e-commerce indiretti.

La scheda sintetica di illycaffè

illycaffè è un’azienda familiare italiana fondata a Trieste nel 1933, che da sempre si prefigge la missione di offrire il miglior caffè al mondo. Produce un unico blend 100% Arabica composto da 9 ingredienti diversi. L’azienda seleziona solo l’1% dei migliori chicchi di Arabica.

Ogni giorno vengono gustate più di 8 milioni di tazzine di caffè illy nei bar, ristoranti, alberghi, caffè monomarca, case e uffici di oltre 140 paesi, in cui l’azienda è presente attraverso filiali e distributori.

Fin dalla nascita illycaffè ha orientato le proprie strategie verso un modello di business sostenibile, impegno che ha rafforzato nel 2019 adottando lo status di Società Benefit e nel 2021 diventando la prima azienda italiana del caffè ad ottenere la certificazione internazionale B Corp. Tutto ciò che è ‘made in illy’ viene arricchito di bellezza e arte, a cominciare dal logo, disegnato da James Rosenquist, le illy Art Collection, le tazzine decorate da più di 130 artisti internazionali o le macchine da caffè disegnate da designer di fama internazionale. Con l’obiettivo di diffonderne la cultura della qualità ai coltivatori, baristi e amanti del caffè, l’azienda ha sviluppato la sua Università del Caffè che ad oggi svolge corsi in 23 paesi del mondo. Nel 2023 illycaffè ha generato un fatturato consolidato pari a €595,1 milioni. La rete monomarca illy conta 159 punti vendita in 30 Paesi.

La scheda sintetica di Art Basel

Fondata nel 1970 da galleristi di Basilea, Art Basel ospita oggi le più importanti mostre d’arte moderna e contemporanea al mondo con sede a Basilea, Miami Beach, Hong Kong e Parigi. Definita dalla città e dalla regione che la ospita, ogni mostra è unica, il che si riflette nelle gallerie partecipanti, nelle opere d’arte presentate e nel contenuto della programmazione prodotta in collaborazione con le istituzioni locali per ogni edizione.

L’impegno di Art Basel si è esteso oltre le fiere d’arte attraverso nuove piattaforme digitali e una serie di nuove iniziative come Art Basel e UBS Global Art Market Report e Intersections: The Art Basel Podcast. Il Global Media Partner di Art Basel è il Financial Times. Per ulteriori informazioni, visitare il sito artbasel.com.

Il Caffè Gagliano a Gela, Caltanissetta, compie 100 anni

0
gagliano
Il logo del Caffè Gagliano (immagine presa da Facebook)

Il Caffè Gagliano di Gela, a Caltanissetta, celebra 100 anni. Lo storico bar, che si affaccia sul corso principale, all’altezza della villa Garibaldi aprì al commercio nel lontano 1924, per volere di Luigi Gagliano. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale d’informazione Today24.

Il Caffè Gagliano celebra un secolo

GELA (Caltanissetta) – Fra i centenari gelesi, che per fortuna cominciano a diventare tanti, ce n’è uno un po’ speciale. E quest’anno spegnerà le fatidiche 100 candeline: il Caffè Gagliano. Lo storico bar, che si affaccia sul corso principale, all’altezza della villa Garibaldi aprì al commercio nel lontano 1924, per volere di Luigi Gagliano.

Aveva le terre, nonno Luigi, ma voleva anche diversificare le attività di famiglia. Così aprì il bar. Scelse un posto in cui la città iniziava a diventare periferia perché all’epoca, dopo il rione Borgo e la zona di San Giacomo, iniziavano a dipanarsi gli orti, fino a Caposoprano.

Gagliano aprì i battenti nello stesso stabile in cui oggi, dopo 100 anni, il locale continua a esercitare l’attività di commercio. Incontriamo Piero, 64 anni appena compiuti, terza generazione dei Gagliano, attuale gestore del caffè.

“A quell’epoca – dice – era tutto diverso, almeno da quel che ricordo io da bambino e dai racconti tramandati da mio nonno e da mio padre”, che di nome faceva Luigi, come il nonno.

“Gestivamo – racconta – anche il chiosco della villa comunale che non era del municipio ma di privati. E noi avevamo lì un secondo punto di ristoro. C’erano i tavolini ai quali uomini, famiglie, potevano consumare una bibita, una granita. O gustare un gelato”.

Per leggere la notizia completa basta cliccare qui

Il gianduiotto segue l’esempio della Nutella e diventa vegano

0
giraudi gianduiotto
Il logo Giraudi

L’azienda Giraudi, con sede a Castellazzo Bormida in provincia di Alessandria, ha voluto trasformare il tradizionale gianduiotto grazie all’innovativa versione vegana per andare incontro alle crescenti richieste dei consumatori vegetariani seguendo l’esempio della Nutella (ne abbiamo parlato qui).

Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Alessandro Maldera per il portale moleventiquattro.

L’ascesa del gianduiotto vegano

CASTELLAZZO BORMIDA (Alessandria) – In Piemonte, culla di prelibatezze culinarie e tradizioni artigianali di lunga data, un’azienda familiare sta rivoluzionando il mondo del cioccolato. Giraudi, con sede a Castellazzo Bormida in provincia di Alessandria, ha intrapreso un percorso audace trasformando uno simboli più iconici del territorio: il gianduiotto.

In risposta alle crescenti richieste dei consumatori moderni, attenti alle esigenze di stili di vita vegani e vegetariani, Giraudi ha deciso di reinventare il classico gianduiotto.

Questa prelibatezza tradizionale è stata trasformata in un’esperienza gustativa priva di derivati animali, ma ricca di sapori autentici.

Per leggere la notizia completa basta cliccare qui