venerdì 21 Novembre 2025
Home Blog Pagina 337

Giovanni Zaccanti, Gise: “Puntiamo al pareggio di bilancio a metà del 2025”

0
gise
Il logo di Gise Caffè

Nel panorama produttivo di Gaggio Montano, Bologna, operano Gaggia SpA, Caffitaly, Gaggio Tech e, da un paio d’anni, la giovanissima Gise, l’ultima scommessa imprenditoriale di Giovanni Zaccanti che conta 25 dipendenti tra cui molti giovani del territorio. Leggiamo di seguito un estratto dell’articolo di Fabio Marchioni per il quotidiano Il Resto del Carlino.

La vita produttiva di Gise

GAGGIO MONTANO (Bologna) – A Gaggio Montano, una ventina di anni fa, era tutta Saeco. Al tempo la storica azienda del caffè, diventata celebre per le sue macchine domestiche, era molto forte anche nella produzione dei distributori automatici per ufficio a cui era dedicato un intero stabilimento. Oggi il panorama produttivo locale è molto più frastagliato: in loco operano Gaggia SpA, Caffitaly, Gaggio Tech e, da un paio d’anni, la giovanissima Gise. Il numero di aziende è cresciuto ma gli addetti del settore invece sono calati, dai 1000 dei primi anni 2000 ai circa 500 attuali.

Convivono sotto lo stesso cielo situazioni di difficile crisi come quella di Caffitaly, che recentemente ha dichiarato più di un centinaio di esuberi, a grandi promesse di rilancio, in gran parte ancora da attuare, come nel caso di Gaggio Tech che passerà a occuparsi prevalentemente di stampaggio della plastica.

La vitalità produttiva locale non sembra però essersi esaurita, almeno non del tutto. lo scorso 2 ottobre è stata presentata al pubblico Gise Caffè, azienda fondata nel 2022 da Giovanni ’Gianni’ Zaccanti.

L’imprenditore, gaggese di nascita, ha alle spalle una lunga carriera da protagonista in Saeco, Caffitaly e Parmacotto, quasi sempre in sodalizio con l’amico-socio di una vita, il bergamasco Sergio Zappella, recentemente ritiratosi da Gise. Al momento, i dipendenti dell’azienda di Zaccanti sono circa 25, tra cui molti giovani del territorio, animati dalla voglia di trovare spazio all’interno di un settore in cui la concorrenza è alle stelle e le difficoltà non mancano.

“In Gise puntiamo al pareggio di bilancio a metà del 2025, ma se dovesse slittare di qualche mese non sarebbe un dramma – afferma Zaccanti a Il Resto del Carlino –. Siamo una compagine coesa e preparata che va sul mercato con un prodotto completamente italiano, diverso dagli altri. Ci candidiamo a diventare la boutique del caffè”. Durante l’evento pubblico gli invitati hanno potuto visitare l’azienda e degustare caffè, cioccolate, cappuccini e tisane prodotte dall’azienda nei due stabilimenti.

Per leggere la notizia completa basta cliccare qui

Starbucks apre a Venezia vicino Piazza San Marco: è il 45° in Italia

0
starbucks venezia
Gli esterni del nuovo locale a Venezia (immagine concessa)

VENEZIA – Dopo una lunga attesa, Starbucks arriva finalmente a Venezia. La Serenissima accoglierà venerdì 18 ottobre il suo primo store, il 45° in Italia, aperto in partnership con Percassi, licenziatario esclusivo del marchio in Italia. Situato a due passi da Canal Grande e da Piazza San Marco, il nuovo negozio, che si affaccia su uno degli scorci caratteristici della città, impiegherà 35 persone. La calle che ospita lo store, Marzarieta Due Aprile è un piccolo angolo di storia locale. Il nome richiama il termine veneziano “marzarieta” che indicava le botteghe di merci, in dialetto marzarìe.

Starbucks a Venezia

Nel nuovo store cinque ampie vetrate invitano i visitatori in un ambiente che richiama il ricco patrimonio culturale della Serenissima. Arredi dalle tinte rosso veneziano e ottone completano gli interni, impreziositi da un’opera d’arte ispirata alle costellazioni, tema riproposto anche nelle luminarie, che richiamano le stelle che hanno guidato i navigatori veneziani sulle vie d’acqua.

Il bancone (immagine concessa)

Con una superficie di 150 mq distribuiti su due piani, il negozio offre 50 posti a sedere, in aree più conviviali, come il bancone, e in angoli più riservati per una pausa rilassante o per un incontro di lavoro all’insegna del gusto.

Protagonista dell’iconico menù di Starbucks è la campagna stagionale Autumn, con le due linee di bevande alla zucca e all’acero, come il Pumpkin Spice Latte – una combinazione di caffè, salsa aromatizzata alla zucca e latte – e il Salted Maple Caramel Cream Cold Brew al sapore di acero e crema al caramello salato.

starbucks
Il secondo piano di Starbucks (immagine concessa)

Non mancano gli intramontabili Espresso, Frappuccino e le bevande fredde Cold Brew, prodotte con caffè estratto direttamente con acqua fredda. Lo store offre anche un’ampia scelta di proposte salate come gustosi bagel, cornetti salati e toast, mentre per i prodotti da forno spiccano le famose girelle alla cannella Cinnamon Swirl, golosi brownie, nonché croissant e muffin.

starbucks
Il piano terra (immagine concessa)

Matteo Morandi, ceo di Starbucks Italy, ha commentato: “Lo store di Venezia è un gioiello che segna il traguardo dei 45 store Starbucks in Italia. Venezia è per noi una città chiave, che gioca anche a livello globale un ruolo strategico nel posizionamento del brand grazie ai nostri clienti internazionali. La partnership tra Starbucks e Percassi, avviata nel 2018, ha dato vita a un percorso virtuoso di condivisione, un sodalizio di oltre cinque anni segno di un legame solido e duraturo, che propone ai consumatori un mix tra i sapori del Made in Italy e la passione di un brand con più di cinquant’anni di storia. Il risultato è una Starbucks Experience unica nel suo genere, ricca di gusto e di storia, in una delle città più belle del mondo”.

Indirizzo: Marzarieta Due Aprile, 50-48, 30124 Venezia VE Orari: lunedì-domenica dalle 7.30 alle 20.00

La scheda sintetica di Starbucks Coffee Company

Dal 1971, Starbucks Coffee Company è impegnata nell’approvvigionamento etico e nella torrefazione di caffè Arabica di alta qualità. Con oltre 33.000 negozi in tutto il mondo, oggi Starbucks è il primo torrefattore e rivenditore di specialità caffearie al mondo. Grazie al nostro impegno costante per l’eccellenza e i nostri valori, portiamo l’unicità della Starbucks Experience nella vita di tutti i nostri clienti attraverso ogni singolo caffè.

La scheda sintetica di Percassi

Percassi è una società le cui attività comprendono lo sviluppo e la gestione di reti commerciali in franchising di importanti marchi (come Gucci, Armani Exchange, Saint Laurent, Nike, Jordan, Victoria’s Secret, Bath&Body Works, LEGO, Garmin in ambito fashion-beauty e consumer, e Starbucks nel food).

Percassi è anche attivo nella gestione di brand propri (KIKO Milano, Womo e Bullfrog nel settore della cosmetica, Atalanta in ambito sportivo, Da30Polenta nel food). Percassi opera anche in ambito real estate per la realizzazione di importanti progetti immobiliari nel settore commerciale e direzionale.

Hausbrandt lancia il pandoro per il Natale 2024

0
hausbrandt
Il pandoro Hausbrandt (immagine concessa)

TRIESTE – I dolci del Natale Hausbrandt sono ormai dei classici, frutto della ricercata maestria nel combinare ingredienti, lavorazioni e tempi di lievitazione e occupano un posto di primo piano nelle occasioni di convivio più gioiose. Il Natale è la festa più attesa dell’anno e Hausbrandt conferma con la collezione Natale 2024 le straordinarie note di bontà dei dolci tradizionali di questa festosa ricorrenza, per l’occasione in una veste inedita ed elegante, con richiami stilistici caratteristici della festività.

Tra le preziose proposte Hausbrandt del Natale 2024 è ormai un classico il soffice pandoro.

Il Pandoro del brand Hausbrandt è più di un semplice dolce natalizio: è un’opera d’arte che racchiude in sé la tradizione italiana e la dolcezza del Natale senza tempo.

Un equilibrio perfetto di ingredienti semplici ma pregiati, selezionati con cura e lavorati con passione che danno vita ad un impasto incredibilmente soffice.

La dolcezza delicata e la pregiata consistenza rendono il Pandoro Hausbrandt un irresistibile piacere per il palato.

Ogni fetta è un piccolo capolavoro di gusto, che rende ancora più speciali i momenti di condivisione con la famiglia e gli amici. Un astuccio in cartoncino riciclabile elegantemente decorato racchiude questa specialità Hausbrandt. In vendita nell’ e-commerce aziendale e nelle migliori caffetterie da fine ottobre.

Prezzo al pubblico 25.00 €

Caffè Milani conclude il corso Barista sostenibile: la 2° edizione a febbraio 2025

0
caffè milani
La prima edizione del corso Barista Sostenibile (immagine concessa)

LIPOMO (Como) – Otto ore di formazione, quattro docenti specializzati, un corso che analizza una delle più importanti tematiche contemporanee e nel farlo la rende concretamente approcciabile alla professione del barista. Si è conclusa a ottobre l’edizione zero di Barista sostenibile, il primo corso di formazione dedicato alla sostenibilità fortemente voluto e creato da Caffè Milani. E la seconda edizione torna nei primi mesi del prossimo anno, pronta per diventare un appuntamento fisso, il 25 febbraio 2025.

Il corso Barista sostenibile di Caffè Milani

Barista Sostenibile è un progetto che si inserisce come ulteriore elemento nel percorso che l’azienda torrefattrice di Lipomo ha avviato in tema di sostenibilità con la stesura del suo Manifesto della Sostenibilità redatto nel 2022, in occasione degli 85 anni di attività. Il Manifesto infatti si esplica non solo con l’attenzione in ogni fase della produzione e nell’attenzione alla scelta di materiali, con l’implementazione dei pannelli solari sul tetto dell’azienda, con i progetti sociali di cui si è fatta in questi anni portavoce Caffè Milani.

È insieme un progetto e un percorso che si compone di diversi elementi, tra cui anche quello della formazione, in questo caso ponendo l’accento sulla figura del barista e su come concretamente supportare e collaborare braccio a braccio per lavorare a un futuro più sostenibile da diversi punti di vista, in un’ottica coerente con la filosofia aziendale “La Sostenibilità per Caffè Milani è una scelta di campo, un patto di fiducia stretto con tutta la sua Comunità, un cammino all’insegna del miglioramento continuo del suo essere e fare impresa”.

Al giorno d’oggi è anacronistico parlare di imprenditorialità e di ristorazione senza avere un occhio di riguardo e una consapevolezza concreta sulla sostenibilità: così, Caffè Milani ha voluto dare spazio a una attività di formazione che tenesse conto delle necessità del nostro tempo, un corso incentrato sulla sostenibilità per rendere il proprio locale un luogo green e innovativo, sostenibile a livello economico e ambientale prima di tutto.

Così, la sede aziendale di Lipomo ha visto quattro docenti alterarsi lungo una giornata di formazione “Barista sostenibile: Zero sprechi dietro al bancone”, insieme a una classe eterogenea, con background differenti e una età che spaziava dai 20 ai 50 anni (il 95% dei partecipanti giovani under 35, il che permette di comprendere appieno quanto la tematica della sostenibilità e dell’attenzione sia fondamentale e delicata per le nuove generazioni, disposte a investirci in termini di tempo, soldi e formazione). La classe ha permesso ai partecipanti di questa edizione di scambiarsi feedback e opinioni, di dialogare, di confrontarsi e di avere una partecipazione attiva.

Dopo un primo momento teorico, necessario per inquadrare il concetto di sostenibilità in tutti i suoi diversi significati, tenuto dalla docente Annalisa Renzi – formatrice ambientale e sensoriale, i corsisti hanno affrontato due sessioni molto pratiche che hanno portato su un piano di realtà, concreto, le teorie apprese. Insieme all’orto chef Claudio Di Dio, esperto di cucina vegana, ci si è applicati nel riutilizzo di cibi e alimenti.

Ad esempio, è stato interessante capire come riutilizzare le verdure dell’aperitivo, riproponendole come base per salse o hummus sfiziosi; o ancora, utilizzare la frutta avanzata dalla colazione o dal pranzo per creare dei dessert vegetali.

A seguire, Roberta Liberale e Massimo Giordani, esperti di comunicazione e marketing, hanno portato alcune case-history di successo e di insuccesso di brand e aziende, per fare capire come una comunicazione semplice ma ben fatta necessiti di alcuni punti base.

Un nodo interessante è stato il capire come l’intelligenza artificiale e alcuni tools tecnici base, come ChatGPT, possano essere un valido supporto nella creazione di contenuti e nella promozione di eventi e attività – ovviamente con esercizi pratici per poter portare le conoscenze acquisite dietro il bancone fin da subito.

Ad ispirare gli scopi del corso Barista Sostenibile sono stati gli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU. L’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile è stata sottoscritta il 25 settembre 2015 da 193 Paesi delle Nazioni unite, tra cui l’Italia, per condividere l’impegno a garantire un futuro migliore al nostro Pianeta e alle persone che lo abitano, secondo alcuni precisi punti di azione. Quelli che vengono trasmessi durante il corso di Caffè Milani sono l’istruzione di qualità, il lavoro dignitoso e la crescita economica, il consumo e la produzione responsabile.

Secondo le ricerche, inoltre, questi temi sono sempre più determinanti nelle scelte dei consumatori tanto che per il 62% dei consumatori la sostenibilità è un elemento fondamentale per le scelte d’acquisto (ricerca Nomisma e Largo Consumo, maggio 2024).

I corsi di formazione

Barista Sostenibile è uno dei corsi dedicati alla formazione di Caffè Milani e della sua accademia, Altascuola Coffee Training, nelle 4 sedi di Lipomo (CO), Milano, Sassari e Cagliari.

Uno degli elementi cardine nella filosofia aziendale di Caffè Milani è la formazione e la promozione della qualità in tutte le sue forme. D’altra parte non esiste un buon caffè senza che ci sia, dietro alla tazzina, qualcuno che sappia valorizzare al meglio i chicchi. Talmente importante che dal 2018 Altascuola Coffee Training è una vera e propria accademia IIAC (Istituto Internazionale Assaggiatori Caffè), anche se la sua fondazione risale agli anni ‘90.

Formarsi, aggiornarsi, imparare nuove tecniche o nuove metodologie, per offrire un prodotto eccellente per assicurare al consumatore / cliente un’esperienza raffinata, dal gusto perfetto.

La scheda sintetica di Caffè Milani

1937, Como: Celestino Milani divine Mastro tostatore e decide di acquistare una piccola torrefazione locale, lasciandosi alle spalle la vita da barista senza mai dimenticarla. Nasce così Caffè Milani, che da tre generazioni vede la famiglia, ora nelle persone di Pierluigi, il figlio di Celestino, e dei suoi due figli Elisabetta e Mattia, tostare il caffè e soprattutto dare vita a progetti, iniziative e prodotti che si esprimono nella passione di una vita.

Nel frattempo, negli anni ’70 l’azienda si è spostata da Como a Lipomo, e nel 2017, in occasione degli 80 anni, ha inaugurato all’interno dell’headquarter del brand Esposizione Caffè Milani, uno spazio poli funzionale in cui vivere il caffè a 360° gradi. Qui al profumo di caffè si unisce una location pensata per la formazione, alle visite in azienda, con un percorso dedicato alla storia aziendale, e uno spazio museale in cui si può visitare una micro-piantagione di caffè e ritrovare pezzi unici di design che aiutano a spiegare l’evoluzione del rito dell’espresso nel corso del tempo.

Una tazzina di caffè non è mai solo una tazzina di caffè: dietro i chicchi che sono stati macinati per produrla c’è un mondo intero, fatto di geografia, di luoghi, di storie di persone che si intrecciano, mani che compiono gesti sapienti, di porti, di ricerca, di design, di studio.

I numeri di Caffè Milani

100.000.000 – tazzine servite al bar nel mondo all’anno

17.500.000 – tazzine consumate a casa all’anno

3000 – metri quadri dello stabilimento di Lipomo

85 – anni di attività di Caffè Milani

30 – Paesi del mondo che forniscono i chicchi a Caffè Milani

3 – generazioni di famiglia coinvolte

Eridania celebra 125 anni con un francobollo speciale

0
eridania
L'amministratore delegato di Eridania Alessio Bruschetta (immagine concessa)

BOLOGNA – Eridania, leader del settore e brand iconico della dolcezza in Italia, vanta un percorso lungo 125 anni tra continuità e modernità, che le ha permesso di scrivere la storia dello zucchero e più in generale della dolcificazione nel nostro Paese. Da semplice distributore di zucchero a pioniere della dolcificazione, in un cammino segnato dalla spinta all’innovazione pur mantenendo un forte legame con le proprie radici, l’azienda ha saputo plasmare il gusto e la cultura del dolce in Italia, trasformando il marchio in una vera e propria icona, sinonimo di dolcezza in Italia.

A coronamento di questo percorso, Eridania festeggia i suoi primi 125 anni con un francobollo speciale che racconta e interpreta la dolce storia che unisce l’azienda ad intere generazioni di italiani, la sua capacità di guardare al futuro e la vocazione a rispondere con l’innovazione alle necessità dei consumatori di ogni epoca.

Il francobollo, emesso dal Ministero delle imprese e del made in Italy il 17 ottobre, appartiene alla serie tematica “le eccellenze del sistema produttivo ed economico”, nata per promuovere la capacità professionale e imprenditoriale e riservata ad Aziende che hanno fatto la differenza per il nostro Paese. Il francobollo è relativo al valore della tariffa B, pari attualmente a 1,25 euro, e la tiratura è di 250.020 esemplari.

L’annullo filatelico è stato consegnato ad Alessio Bruschetta, amministratore delegato di Eridania Italia, nel corso di una cerimonia che si è tenuta nel Salone degli Arazzi di Palazzo Piacentini a Roma, sede del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, alla presenza del Ministro Adolfo Urso, del Sottosegretario di Stato con delega alla Filatelia Fausta Bergamotto, del Responsabile PA e Mercati Regolamentati dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato Stefano Imperatori e del Responsabile filatelia di Poste Italiane Giovanni Machetti.

Il Francobollo Eridania, il cui bozzetto è a cura di Claudia Giusto, raffigura un armonico contesto familiare in cui mamma e figlia preparano insieme una torta utilizzando lo zucchero Eridania, rappresentato dal caratteristico e iconico pacco rosso in cui si staglia, in bianco, un grifone che regge la lettera “E”, uno dei simboli storici più emblematici dell’azienda e riproposto lungo il 2024 in una speciale limited edition di Classico. La composizione è delimitata, in basso, dalla scritta “ERIDANIA” che campeggiava nelle confezioni di zucchero degli anni ’60, in alto, dal claim “125 ANNI DI DOLCEZZA”, tratto dal logo del 125° anniversario.

“Siamo onorati e grati di questo riconoscimento: il francobollo che oggi viene emesso celebra la lunga storia e i successi di un’icona come il marchio Eridania, che da 125 anni rappresenta un punto di riferimento per la dolcezza in Italia. Un traguardo importante, frutto dell’impegno costante di chi ha contribuito al successo dell’azienda e alla soddisfazione dei nostri consumatori: questo francobollo rende omaggio soprattutto al loro lavoro – ha dichiarato Alessio Bruschetta, amministratore delegato di Eridania Italia – Il nostro compito, ora, è quello di continuare a portare avanti questa storia d’eccellenza, continuando ad evolverci e puntando all’innovazione, ma restando fedeli alla tradizione. La sfida è certamente guardare ai nuovi consumatori, intercettare i loro bisogni e dare loro prodotti di qualità che siano in linea con le nuove tendenze di mercato. Tutto questo continuando ad investire in sostenibilità, la bussola che, ormai dal 2013, guida lo sviluppo e la crescita di Eridania”.

125 anni di dolcezza: da semplice distributore di zucchero a pioniere della dolcificazione

I numeri di Eridania, leader del mercato di riferimento 

Tutto inizia a Genova nel 1899, quando 12 soci unirono le proprie forze per dar vita alla ‘Società Anonima Eridania Fabbrica di Zucchero’ con l’obiettivo di produrre e commercializzare zucchero in tutta la penisola e addolcire la vita degli italiani. 125 anni dopo, grazie ad un percorso contraddistinto da passione, qualità, attenzione alle esigenze del consumatore e del mercato e con un particolare impegno nei confronti della sostenibilità, perseguita dal punto di vista ambientale, sociale e nutrizionale, Eridania è leader del settore in Italia, con una quota del 30% a valore nel totale mercato della dolcificazione e del 34% a volume considerando il solo segmento zucchero[1] con una brand awareness totale del 91%[2] e top of mind in tutti i segmenti, dallo zucchero bianco allo zucchero di canna, fino alle specialità premium attraverso un portafoglio ampio e in costante evoluzione con i brand Classico, Zefiro, Tropical, Bio e Selezioni dal mondo, e i dolcificanti Truvia e Zero.

Partendo dallo zucchero semolato bianco, infatti, Eridania è stata capace di rispondere alle esigenze del mercato e dei consumatori, sempre più attenti a salute e benessere, anticipando le tendenze di consumo e diversificando per prima il proprio assortimento, arricchendolo nel tempo con le specialità di canna, gli zuccheri extrafini, i prodotti biologici e integrali, gli sciroppi, fino alle innovazioni come gli zuccheri “rich-in” e i dolcificanti intensivi a zero calorie: un’offerta ampia e diversificata, che si caratterizza per la premiumness dei prodotti e per l’ampiezza e profondità di una gamma che copre tutti i segmenti. Tanto da rendere obsoleta la definizione di “mercato dello zucchero”, in favore di un concetto più ampio di “dolcificazione”.

Eridania ha ora a Bologna il suo headquarter, mentre a Russi, nel Ravennate, ha sede lo stabilimento per il confezionamento dello zucchero. Forte di un fatturato 2023 di 354 milioni di euro – comprensivi della commercializzazione dei prodotti della raffineria di Brindisi SRB – 200 dipendenti tra le sedi di Bologna, Russi e il sito pugliese, una dinamica struttura marketing, commerciale e supply chain, Eridania può vantare il Centro di Confezionamento di Zucchero per il retail tra i più grandi d’Europa, con 9 linee di produzione, che lavorano 365 giorni all’anno, 24 ore al giorno, 7 giorni alla settimana confezionando 130 milioni di chilogrammi nei 12 mesi. La logistica sviluppa numeri non meno importanti: ogni anno 5.000 container ricevuti, 5.000 camion caricati, oltre a 30 treni diretti al sud per servire ogni giorno 900 clienti in tutta Italia.

Corporate Background

Dal 2016 Eridania fa parte del gruppo francese Cristal Union, unico player estero del comparto saccarifero ad avere investito in modo significativo in Italia, che considera un mercato strategico secondo solo alla Francia.

Cristal Union è uno dei maggiori poli saccariferi d’Europa con 9.000 agricoltori soci cooperatori e 11 stabilimenti produttivi, a cui va aggiunta una partecipazione paritetica al 50% nella Raffineria SRB S.p.A. di Brindisi (l’altro 50% è degli americani ASR, specializzati nella raffinazione con 11 raffinerie tra Nord America e UE).

Con un fatturato di 2,5 miliardi di euro nell’esercizio 2023/2024 e una produzione di 1,9 milioni di tonnellate di zucchero per industria e retail e 6 milioni di ettolitri di alcol e bioetanolo per industria, cosmetica, energia e produzione alimentare, Cristal Union rappresenta uno dei maggiori produttori di zucchero a livello europeo (terzo nella produzione di bioetanolo e primo in quella di alcol) e il primo fornitore di zucchero per l’industria agroalimentare francese. Il Gruppo serve 2.500 clienti in 100 paesi e distribuisce in Francia i marchi Daddy ed Erstein. 

Eridania e la sostenibilità            

Eridania è da oltre un decennio impegnata in un percorso che pone sostenibilità, salute e nutrizione al centro del suo sviluppo, perseguendo obiettivi di sostenibilità aziendale trasversali, dal packaging ai trasporti, dai consumi energetici alle iniziative in campo sociale. Un percorso orientato alla costruzione di un domani più green, con l’impegno a ricercare soluzioni aziendali per essere sempre più virtuosi lungo tutta la catena di produzione, attestato anche da importanti certificazioni.

Il prestigioso EPD[3]ha infatti evidenziato per Eridania un percorso migliorativo nei confronti dell’ambiente, sottolineando come l’azienda dal 2014 sia riuscita a ridurre del 35% le emissioni di Co2[4] e a ridurre il consumo di acqua ogni anno per un numero di litri equivalente a più di 500 piscine olimpioniche.

La sostenibilità di Eridania non va intesa in un’ottica unicamente ambientale, ma è un elemento intrinseco in tutte le attività: quelle che hanno a che fare con l’ambiente, con il territorio, ma anche con la salute e con il benessere delle persone. Proprio in questo concetto risiede la chiave della campagna permanente lanciata nel 2022 “Il futuro chiede dolcezza”: un manifesto dell’impegno di Eridania e un appello alle persone a fare ciascuno la propria parte per addolcire il futuro del nostro pianeta. In una visione più estesa di sostenibilità, che non sia solo ambientale, ma anche sociale e nutrizionale, Eridania è da diversi anni accanto alla Croce Rossa Italiana per contribuire a dare supporto e sostegno a persone in difficoltà socioeconomica e nuclei familiari fragili e con le scuole primarie con il programma “A scuola di dolcezza” volto a parlare di educazione alimentare e di consumo responsabile dello zucchero.

Note

[1] Fonte: dati Nielsen, perimetro: Distribuzione Moderna, dati relativi all’anno 2023

[2] Fonte: analisi Nextplora novembre 2023

[3] La certificazione EPD è un documento che descrive in maniera oggettiva e trasparente gli impatti ambientali legati alla produzione di una determinata quantità di prodotto e definisce il consumo di risorse (materiali, acqua, energia) nelle varie fasi del ciclo di vita del prodotto stesso.

[4] Rispetto allo zucchero fine sfuso Eridania. Dati EPD Eridania Classico S-P-04943 rispetto a dati EPD Eridania Zefiro S-P-00470

Elisa Criscione, guida nel mare magnum delle piattaforme per l’EUDR con il caricamento dati

0
elisa criscione
Il racconto della consulente Elisa Criscione

MILANO – Un confronto con Elisa Criscione, fondatrice di Digital Coffee Future e di Expressing Origin, esperta nello sviluppo sostenibile del settore e nell’agri-tech con un occhio di riguardo ai Paesi produttori, rispetto al tema caldissimo dell’EUDR – per ora in stato di sospensione, in attesa che il Parlamento e il Consiglio europeo decidano di stabilire una proroga o meno -.

Proprio la sua impresa si sta occupando di un punto focale del regolamento europeo, ovvero la scelta e l’analisi tra le tante piattaforme di caricamento e verifica di dati che poi andranno a comunicare direttamente con il sistema europeo, Traces.

Criscione, parliamo quindi di questi strumenti: innanzitutto, a cosa servono?

“Per quanto riguarda il mercato italiano e europeo, gli importatori di caffè verde e i tostatori sarebbero i principali attori coinvolti dall’EUDR, tuttavia è vero che poi la regolamentazione si estenderà anche agli esportatori e agli altri attori all’inizio della filiera, che non possono restare fuori dal discorso di tracciabilità.

Dunque, principalmente in base all’interlocutore che si prende come riferimento nella filiera, si avrà bisogno di tecnologie diverse come supporto.

Fatte tali premesse, è evidente come le piattaforme abbiano un ruolo diverso a seconda del professionista che dovrà usufruirne: chi è alla fine della filiera e deve inserire i dati di due diligence su Traces (piattaforma europea), come un torrefattore o un importatore di verde verso l’Europa, chiederà agli esportatori le informazioni necessarie attraverso proprio l’impiego di piattaforme di terze parti.

Certo si può pensare: l’UE ne ha già una e quindi, cosa cambia?

Sappiamo che a seconda del tipo di azienda di riferimento (che sia piccola-media grande), ora importare caffè non verificato rispetto alla deforestazione, comporta il rischio di una sanzione salata (sino al 4% del fatturato). Per questo le imprese si stanno muovendo per valutare i rischi: c’è chi vuole farlo in maniera più integrata possibile all’interno della propria azienda e queste piattaforme digitali offrono la possibilità di verificare tutte queste informazioni a monte.

Qual è il concetto della piattaforma prima di interfacciarsi con Traces: si acquista un sistema dotato di un algoritmo che permette di dimostrare se sia avvenuta o meno la deforestazione e così rappresenta per un’azienda un ottimo biglietto da visita, un’ulteriore certezza rispetto alla materia prima importata nell’Unione Europea.

Proprio per questa forma di garanzia, anche gli stessi esportatori seppur non obbligati a farlo, stanno avvalendosi dell’uso di queste piattaforme, in modo da esser certi che il compratore non gli recrimini nulla.

Ovviamente un altro punto interessante è il fatto che la UE svolgerà dei controlli successivi all’importazione, con tempistiche e dinamiche differenti. Quindi ha senso che l’importatore e il tostatore facciano un lavoro preventivo e siano sicuri che è tutto in linea prima di importare il lotto”.

Quanti ce ne sono e come usarla?

“Attualmente stiamo svolgendo un’analisi come Digital Coffee Future e fin qui abbiamo rintracciato e studiato più o meno approfonditamente, una sessantina di piattaforme e il numero sicuramente è ancora più alto.

Ci sono poi tecnologie integrate con altri sistemi e poi piattaforme che lavoravano già approfonditamente sulle tecnologie di analisi a base satellitare che si sono ora specializzate rispetto alle esigenze dell’EUDR, come per esempio chi stima le emissioni di carbonio. Ne esistono poi altre che si occupavano di tracciabilità e di filiera che hanno aggiunto una parte dedicata all’EUDR.

Ci sono anche quelle nate da zero per rispondere al nuovo regolamento. La tecnologia a prima vista sembra apparentemente tutta uguale, ma la differenza la fanno i dettagli. Ci sono strumenti che offrono servizi simili ma con un target di clientela più mirato (sulle cooperative, sull’esportatore, sul torrefattore o sulle aziende più grosse che trattano grandi volumi.)

Il nostro studio nasce con un occhio di riguardo ai Paesi produttori, ma è mia opinione che ci sia una vasta scelta per tutti gli attori della filiera. L’industria è abbastanza coperta.”

Paesi produttori e EUDR: è un regolamento che sentono una loro prerogativa?

“In effetti alcuni produttori potrebbero sentirsi più tranquilli del fatto di non essere toccati direttamente dall’EUDR e molti altri che non hanno le giuste risorse per fare questo tipo di investimento tecnologico, potrebbero facilmente considerare altri mercati.

Ci tengo a dire ovviamente che non esiste una soluzione che va bene per tutti ed è per questo che ci sono così tante piattaforme a disposizione. Quando si parla delle imprese produttrici, la scelta finale dipende anche dal punto di partenza dei coltivatori: se si ha già ad esempio un sistema di raccolta dati precedente, una infrastruttura che ha permesso di creare una base di informazioni digitalizzati, allora il percorso è meno in salita e si può ragionare meglio su quale sia la piattaforma più adatta al singolo caso.

Una cosa è certa: un piccolo coltivatore non potrà lavorare da solo, ma dovrà inserirsi in un discorso associativo con cooperative e organizzazioni di produttori, che faranno da tramite con l’esportatore. Questi organi si occuperanno di raccogliere i dati e poi potranno decidere se analizzarli o lasciarli studiare direttamente dagli esportatori e importatori. La parte di due diligence fa parte del servizio delle piattaforme: mentre quella della tracciabilità, non è inclusa in tutte le piattaforme, che pure è fondamentale.”

Importatore e torrefattore: quali piattaforme scegliere e come

“Questi operatori dovrebbero vedere innanzitutto i due diligence statement, verificando che i dati forniti dagli esportatori siano corretti. Ricordiamo che avere delle informazioni consistenti è fondamentale, e a questo scopo le piattaforme potrebbero aiutare l’occhio delle aziende.

Sempre meglio fare un controllo in più che in meno. L’esportatore o chi spedisce il caffè, dovrebbe dialogare con i suoi referenti e studiare i parametri di verifica di ciascuna piattaforma, con dei dati da caricare e analizzare.

Parlando nello specifico del torrefattore: la piattaforma ideale per tutte le aziende non esiste, perché si tratta di avere a che fare con tante realtà diverse tra loro. Si può tuttavia fare un’analisi per cercare di capire se ce ne sono più di medie, grandi o di piccole, per identificare quale piattaforma digitale è in grado di offrire il supporto migliore agli utenti.

Il lavoro che è stato portato avanti da un’associazione di categoria in Germania, che ha selezionato una sola piattaforma come sostegno tecnico per i suoi membri, avrebbe senso proporlo in Italia anche in termini di costi condivisi.

Ci sono in linea di massima delle piattaforme che costano migliaia di euro come quelle che arrivano alle centinaia di migliaia: c’è di tutto sul mercato. Tante volte il fattore costo dipende anche da quante informazioni vanno verificate: se si è un importatore che acquista sempre solo da due Paesi, dalle stesse zone e dagli stessi provider, sarà più utile scegliere una piattaforma dai costi contenuti. Se invece il mercato si amplia, si avranno delle esigenze più importanti e si sceglierà una piattaforma più specifica.

Per noi di Digital Coffee Future, anche solo selezionarne una decina dalle sessanta di partenza, ha richiesto tanto tempo e rimane sempre un grande responsabilità verso le aziende. Per capire effettivamente come funzionano e cosa si applica meglio, bisogna sempre provarle poi nella pratica. “

Ma il torrefattore è pronto o ha bisogno di affiancamento e consulenza?

“Sceglierla è il passo più problematico rispetto poi al suo uso effettivo. Sicuramente consiglierei di appoggiarsi ad un supporto esterno, perché si parla di riferimenti tecnici e legali da considerare nel dettaglio. Bisogna capire le modalità operative di ciascun torrefattore e dei vari passaggi della filiera.

All’estero ovviamente sono già più avanti: la preoccupazione c’è, perché l’incertezza è condivisa, ma facendo meeting internazionali di aggiornamento con diversi tecnici su specifiche tematiche, ho potuto notare che l’analisi e lo scambio è in una fase molto più avanzata. Sia dal versante dei produttori che da quello degli operatori dall’altra parte della filiera, il dialogo è già in corso da tempo.

Ancora una volta la chiave di tutto resta la condivisione: ci sono torrefattori e importatori che conoscono la propria filiera di approvvigionamento e possono contare su buoni partner, e questo è il caso in cui ci si deve sedere a livello verticale per confrontarsi sugli strumenti usati e i dati necessari nella pratica. Non tutti possono farlo, ma se esista questa possibilità vale assolutamente la pena di capire come procedere tutti insieme.”

EUDR: via libera del Consiglio al rinvio, pressoché certo l’Ok del Parlamento di Strasburgo

0
mercati del caffè dazi prezzi futures del caffè Rabobank StoneX
Chicchi di caffè tostato (credits: Alexa from Pixabay)

MILANO – È giunto ieri, mercoledì 16 ottobre, l’atteso disco verde del Consiglio alla proposta di rinvio di un anno nell’applicazione del regolamento Ue sulla deforestazione (Eudr), avanzata dalla Commissione europea il 2 ottobre scorso. La palla passa ora al Parlamento, che dovrà, a sua volta, approvare il differimento. Il voto è previsto nella sessione plenaria del 13 e 14 novembre.

Se ci sarà il via libera – cosa, a questo punto, pressoché certa – le nuove scadenze per la piena conformità passeranno al 30 dicembre 2025, per le grandi imprese, e al 30 giugno 2026, per le micro e piccole imprese.

“Ciò darà certezza legale, prevedibilità e tempo sufficiente per un’efficace e corretta implementazione delle regole, compresa la completa predisposizione dei sistemi di dovuta diligenza per tutte le materie prime e i prodotti interessati dal provvedimento” si legge nel comunicato del Consiglio.

“Dette dovute diligenze includono il rischio di deforestazione nelle catene di approvvigionamento, nonché le misure di monitoraggio e comunicazione, volte a dimostrare la conformità alle norme Eudr”.

I coordinatori dei gruppi politici nella commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare (Envi) del Parlamento europeo – attualmente presieduta dall’italiano Antonio Decaro – hanno deciso il 14 ottobre di utilizzare la procedura di urgenza per accelerare i tempi.

In commissione, i parlamentari di Partito Popolare Europeo, Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici e Renew Europe si sono chiaramente espressi a favore della proposta di differimento dell’Eudr

Questi tre partiti possono contare su 401 parlamentari su un totale di 720 seggi nell’emiciclo di Strasburgo. La proposta dovrebbe dunque passare senza problemi.

Intanto, il rinvio rischia di scompensare la filiera mettendo in difficoltà chi si stava già adeguando alla nuova norma.

Contenuto riservato agli abbonati.

Gentile utente, il contenuto completo di questo articolo è riservato ai nostri abbonati.
Per le modalità di sottoscrizione e i vantaggi riservati agli abbonati consulta la pagina abbonamenti.

Verso la manifestazione triestina: e anche stavolta ci sono le vetrine gratis su Comunicaffè e Comunicaffè International

0
triestespresso
L'undicesima edizione del Triestespresso Expo (immagine concessa)

Scatta anche per questa l’edizione 2024 la rubrica Verso Triestespresso Expo. Che aspetta le comunicazioni di tutti gli espositori. Come già per le volte precedenti, anche quest’anno per l’11ª edizione, è un’opportunità offerta a tutti gli espositori. Che potranno anticipare le novità e il resto che andranno a mostrare dal 24 al 26 ottobre prossimi sin dall’inizio l’unica Fiera mondiale dell’espresso. Per qualunque informazione basta telefonare al numero della redazione di Comunicaffè: 335 5967702.

Verso TriestEspresso Expo

La pubblicazione su Comunicaffè e Comunicaffè International, in inglese e diffuso ogni giorno in tutto il mondo, ha l’obiettivo di aprire virtualmente e in anticipo i padiglione del Porto Vecchio e di aiutare gli operatori a preparare la loro carrellata degli stand. Creando così un percorso ideale in base delle rispettive esigenze.

Per la pubblicazione dell’articolo, che avverrà in ordine di ricezione, basterà inviare per email a redazione@comunicaffe.it il testo. Testo che dovrà essere accompagnato da almeno una fotografia relativa all’attività o a un oggetto presentato. Senza scordare il marchio aziendale in formato .jpg .

Ricordiamo che, come sempre per quesi annunci, il testo non può essere scritto in prima persona. Essenzialità, piuttosto dettagli e descrizioni, prezzi, per favore: i lettori ringrazieranno. E passeranno di sicuro a visitare lo stand.

Inviate il materiale per lanciare la vostra presenza a Triestespresso Expo al più presto per avere la precedenza: per qualunque informazione telefonate al 335 5967702 .

Non aspettate a inviate il materiale da pubblicare. Cominciate subito a preparare il vostro testo e inviate rapidamente alla redazione con una foto o il marchio.

E non scordate l’indicazione del padiglione e del numero dello stand.

Dersut Caffè a Triestespresso con la specialità a base di espresso Giusto

0
triestespresso giusto
Giusto a Triestespresso (immagine concessa)

CONEGLIANO (Treviso) – Per la torrefazione di Conegliano, Triestespresso Expo 2024 sarà l’occasione per presentare una nuovissima specialità ideata Daniele Bitto e Nicolas Mosco (Espresso Italiano Champion 2024), i coffee trainer dell’Accademia Baristi caffè Dersut.

Dersut Caffè presenta Giusto a Triestespresso

Dal 24-26 ottobre, presso lo stand Dersut Caffè, i trainer offriranno in degustazione Giusto; una specialità a base di espresso arricchita da note di frutta da guscio e frutta selvatica.

Alla degustazione della specialità seguirà anche la consegna di un omaggio pensato proprio per riproporre la specialità e il Giusto espresso direttamente a casa propria.

I trainer dell’ABCD Accademia Baristi Caffè Dersut e tutto lo staff Dersut vi aspettano numerosi presso la Hall 28 Stand 14.

Novamont presenta le capsule in Mater-Bi alla Fiera di Trieste

0
novamont
Il logo Novamont

NOVARA – Mater-Bi è la famiglia di bioplastiche biodegradabili e compostabili in tutto o in parte di origine rinnovabile, nata dalla ricerca Novamont e risultato dell’integrazione di tecnologie proprietarie e prime al mondo nel campo della trasformazione di materie prime vegetali.

Grazie alle sue caratteristiche, il Mater-Bi è la soluzione ideale per capsule caffè che, se compostabili, possono essere comodamente conferite nel rifiuto organico e trasformate in prezioso humus per il suolo, consentendo quindi di valorizzare, anziché sprecare, il caffè esausto.

Novamont a Triestespresso

Non solo una user experience migliore, ma un efficiente sistema che permette a contenuto e contenitore di essere veramente riciclati.

Fino al 100% di contenuto di origine rinnovabile e tre tecnologie di trasformazione nelle versioni a media e alta barriera all’ossigeno in grado di rispondere alle differenti esigenze del mercato: capsule stampate a iniezione, termoformate, e in cellulosa laminata con film in Mater-Bi, ma anche soluzioni ad alta barriera all’ossigeno e all’umidità per lid e per eventuale imballaggio secondario.

Sono alcune delle innovazioni che Novamont (società di Versalis – Eni), tra le aziende leader a livello internazionale nel settore delle bioplastiche biodegradabili e compostabili e nello sviluppo di bioprodotti e biochemical, porterà a TriesteEspresso Expo.

Benefit Company, certificata B Corporation, da sempre Novamont è impegnata nel campo della bioeconomia circolare per offrire soluzioni al fine vita dei prodotti in specifici settori applicativi, attraverso la creazione di una filiera industriale altamente tecnologica, in una logica di partnership.

Le novità pronte all’uso di Novamont per il settore degli imballaggi e per l’industria del caffè saranno inoltre illustrate in occasione del Convegno “Capsule Compostabili: un futuro circolare per il caffè” organizzato da Biorepack, il Consorzio nazionale per il riciclo organico degli imballaggi in plastica biodegradabile e compostabile che si terrà il presso la Sala Ressel Hall il 25 ottobre alle ore 10.30.