lunedì 10 Novembre 2025
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Bazzara Caffè rinnova l’impegno nella sostenibilità con la Grande Sfida Fairtrade a Trieste

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Bazzara per la Grande Sfida Fairtrade (immagine concessa)

TRIESTE – Con un costante impegno verso la tutela ambientale e la promozione di un consumo responsabile, Bazzara Caffè conferma la sua partecipazione alla Grande Sfida Fairtrade – iniziativa nazionale che valorizza l’importanza di scegliere prodotti etici e sostenibili – per il quarto anno consecutivo.

In questa occasione, due delle quattro iniziative proposte nella regione Friuli Venezia Giulia sono state organizzate da Bazzara, che si riconferma come l’unica realtà aderente all’iniziativa sul territorio triestino.

Bazzara Caffè per la Grande Sfida Fairtrade

L’obiettivo della campagna promossa da Fairtrade Italia è quello di sensibilizzare consumatori e aziende sull’importanza di adottare pratiche di consumo consapevole, favorendo il contrasto alla crisi climatica e promuovendo un futuro sostenibile. Queste tematiche sono particolarmente importanti per Bazzara che, nel 2021, ha cambiato la propria ragione sociale in Società Benefit diventando un’azienda che unisce all’obiettivo di generare profitto, quello di avere un impatto positivo sull’ambiente e sulla comunità.

In occasione della “Grande Sfida Fairtrade”, a Trieste, Bazzara Caffè organizza due eventi dedicati, rivolti sia al pubblico che ai propri dipendenti. Il primo, in collaborazione con il locale Mapo Fusion Bakery, sito in via Carducci 39/e, si terrà venerdì 9 e sabato 10 maggio, e offrirà ai clienti la speciale opportunità di degustare, oltre al consueto caffè Dodicigrancru, il caffè monorigine Bioarabica Mexico Fairtrade in esclusiva proprio nelle medesime giornate. Questo caffè dal sapore fruttato, deciso e pepato fa parte della linea biologica di Bazzara certificata Fairtrade, assieme a caffè proveniente da Perù e Colombia. I tre caffè monorigine Bioarabica Fairtrade incarnano le caratteristiche delle rispettive terre d’origine: dal dolce aroma del miele di coriandolo e frutta cotta del Perù, alle note esotiche di frutta e miele del Colombia, fino alle vivaci sfumature speziate di chiodi di garofano e nocciole tostate del Messico.

I caffè di questa linea sono disponibili nel formato da 250g e sono acquistabili sull’e-shop Bazzara con spedizione in tutta Italia.

Il secondo evento organizzato da Bazzara è rivolto esclusivamente ai dipendenti, sarà una degustazione guidata e un approfondimento sul mondo del caffè Fairtrade. Un momento di formazione e riflessione sull’importanza di scelte di consumo che rispettano le persone e il pianeta, sottolineando il ruolo fondamentale degli agricoltori e dei produttori nelle filiere sostenibili.

Il progetto “Grande Sfida Fairtrade” celebra il contributo di agricoltori e consumatori che scelgono di sostenere un modello di commercio etico. Il marchio Fairtrade si impegna a promuovere l’agricoltura sostenibile attraverso iniziative di riforestazione, protezione della biodiversità e formazione, contribuendo a mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici e a migliorare le condizioni di vita di milioni di persone nel mondo.

“Ogni scelta conta. Scegliere Fairtrade significa optare per un mondo più giusto”, afferma Mauro Bazzara “Crediamo in un commercio che rispetti le persone e il pianeta, dove gli agricoltori ricevano un prezzo più equo e le risorse siano distribuite in modo più giusto lungo tutta la filiera.”

Un futuro più sostenibile e giusto inizia oggi, e dietro ogni prodotto Fairtrade ci sono persone, dignità e impegno. Con i suoi prodotti certificati Fairtrade, Bazzara si impegna a dare forza a chi coltiva la terra, garantendo migliori condizioni di vita, opportunità per donne e giovani, e una maggiore resilienza ai cambiamenti climatici.

Per ulteriori informazioni sull’iniziativa “Grande Sfida Fairtrade” si invita a visitare il sito ufficiale, mentre per restare sempre aggiornati sulle iniziative di Bazzara si consiglia di seguire i canali social aziendali Facebook e Instagram.

No Normal Coffee: il nuovo caffè in tubetto con chicchi 100% Arabica Fairtrade

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Il tubetto di No Normal Coffee (immagine presa dal sito ufficiale)

ZURIGO – Il caffè può assumere molte forme. Questo è particolarmente vero nel caso di No Normal Coffee, un prodotto completamente nuovo: una pasta di caffè, che ricorda il dentifricio, ideata per essere consumata durante le escursioni all’aperto in montagna. Non sorprende che la startup che ha lanciato il prodotto sia svizzera.

Il caffè in tubetto No Normal Coffee

La pasta di caffè è realizzata con il 100% di chicchi di Arabica Fairtrade ed è dolcificata con zucchero di barbabietola biologico svizzero.

Il profilo aromatico, descritto dall’azienda sul proprio sito ufficiale, è ricco e avvolgente, con note di cioccolato, noci e caramello.

Un singolo tubo da 100 g consente di preparare 20 tazze di caffè, ha una durata di conservazione fino a 12 mesi e può essere consumato come un normale espresso o direttamente dal tubetto. Ogni confezione ha un costo di 19,95 euro.

La startup ha promosso il suo prodotto per il mercato outdoor, suscitando curiosità tra gli appassionati di campeggio.

Il prodotto è stato lanciato per la prima volta lo scorso anno durante l’evento Outdoor by ISPO a Monaco di Baviera, dove ha ricevuto un premio ISPO Award.

Per saperne di più basta cliccare qui

illycaffè presenta il pop-up store illy Space dedicato al sistema X▪CAPS a Milano in piazza Gae Aulenti

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illycaffè space
Il pop-up esperienziale illy Space (immagine concessa)

MILANO – illycaffè ha presentato in anteprima assoluta il 9 maggio illy Space, il pop-up esperienziale di XCAPS che unisce innovazione e cultura dell’espresso tra i grattacieli di Piazza Gae Aulenti. Il 10 maggio la struttura è stata aperta al pubblico e rimarrà all’ombra della torre dell’Unicredit fino al 18.

Il nuovo pop-up store illy Space

Il pop-up nasce per celebrare X▪CAPS, il nuovo sistema esclusivo illy di capsule e macchine home, risultato di oltre 90 anni di esperienza ed eccellenza nella preparazione del caffè presentato in occasione della Milano Design Week (ne abbiamo parlato qui), e in sinergia con la campagna di comunicazione “L’emozione del gusto” che permette al consumatore di provare un’esperienza sensoriale superiore, portandolo dentro ai dettagli che rendono il prodotto un’innovazione di gusto e aroma.

Durante gli otto giorni dell’evento, il pubblico avrà l’opportunità di vivere il mondo illy attraverso un’esperienza immersiva che esplora il processo di creazione di X▪CAPS, dalla selezione di solo l’1% dei migliori chicchi di Arabica, fino all’innovativo sistema di estrazione Hyperinfusion che esalta ogni sfumatura di gusto.

I visitatori potranno scoprire il nuovo prodotto e degustarlo in un ambiente esclusivo e coinvolgente. Alla fine dell’esperienza sensoriale, ci sarà la possibilità di acquistare X▪CAPS e ricevere in regalo una tazzina illy personalizzata.

Il nuovo spazio espositivo (immagine concessa)

La scelta di Piazza Gae Aulenti non è casuale: uno dei simboli della Milano contemporanea, crocevia di innovazione e cultura, che diventa il palcoscenico perfetto per raccontare l’evoluzione del caffè secondo illy. A rendere ancora più spettacolare l’esperienza, un vero e proprio percorso urbano in cui illy è protagonista a partire dal suo store illy Gae Aulenti, alla comunicazione massiva dell’intero circuito di Porta Nuova, con una campagna teaser ad alto coinvolgimento.

Il presidio culmina con l’iconico impianto 3D The Corner in Stazione Garibaldi, per una presenza innovativa e inedita.

Per l’occasione abbiamo parlato con Evangelos Touras, chief marketing officer di illycaffè: “L’ispirazione dietro il pop-up store è stato proprio il nuovo sistema di capsule. Il design ha uno scopo preciso: elevare la classica coffee experience ponendo particolare enfasi sulla sensorialità. Ora invitiamo i milanesi a sperimentare questo punto vendita a 360°: non solo bevendo il nostro caffè ma entrando a far parte del microcosmo creato da illycaffè per il nuovo prodotto”.

C’è di più: “illycaffè si impegna sempre a garantire la massima qualità del caffè nel pieno rispetto della sostenibilità con particolare attenzione al design. Questi aspetti si fondono perfettamente attraverso il nuovo X▪CAPS system. Le persone che proveranno il nuovo sistema a casa si renderanno conto del nostro impegno nell’offrire la massima qualità. Speriamo di stabilire così un nuovo punto di riferimento nell’industria del caffè”.

Touras aggiunge: “Il prodotto è principalmente indirizzato ai coffee lover particolarmente esigenti alla qualità della tazzina. Soddisfare i clienti più esigenti ci permette di creare un’esperienza accessibile anche per tutti gli altri consumatori”.

Le nuove capsule XCAPS, in alluminio riciclato all’85% e disponibili nelle varianti tostato Classico, Intenso, Forte, Decaffeinato e Classico lungo, conservano al meglio la freschezza e l’aroma del caffè, garantendo un’estrazione progressiva e uniforme grazie al loro design esclusivo.

La forma simmetrica delle capsule consente un utilizzo bidirezionale, rendendo l’esperienza semplice e intuitiva per il consumatore. Grazie alla tecnologia Hyperinfusion, le capsule X▪CAPS offrono un espresso corposo, una crema densa e persistente e una straordinaria esperienza aromatica.

La macchina X3 (immagine concessa)

Il sistema X▪CAPS si completa con due nuove macchine da caffè firmate dal designer Luca Trazzi: la X1, icona di design vintage con corpo in acciaio, riscaldamento istantaneo e risparmio energetico; e la X3, dal design minimale e funzionale, realizzata con il 50% di plastica riciclata o da fonti rinnovabili.

Con questo pop-up, il brand invita tutti i coffee lover milanesi e non a scoprire e vivere il caffè in un modo nuovo, emozionante e autentico. Un’occasione imperdibile per lasciarsi avvolgere dall’aroma e dal gusto inconfondibile di XCAPS.

Mokavit al forum di Omegna con i progetti degli studenti dell’università Carlo Cattaneo – LIUC

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Grande successo per l'evento Mokavit al forum di Omegna (immagine concessa)

OMEGNA (Verbano-Cusio-Ossola) – Si è tenuto con grande partecipazione e successo l’evento organizzato dall’azienda Mokavit presso il forum di Omegna, dedicato alla valorizzazione del dialogo tra il mondo accademico e l’impresa. Numerosi giornalisti locali hanno preso parte all’appuntamento, testimoniando l’interesse e il valore dell’iniziativa.

Al centro dell’evento, la presentazione dei progetti sviluppati dagli studenti dell’università Carlo Cattaneo – LIUC nell’ambito del corso di International Marketing: strategie per l’internazionalizzazione di Mokavit nei mercati di USA, Finlandia e Paesi Bassi, frutto di un lavoro approfondito, innovativo e appassionato.

Il presidente di Mokavit, Gianni Vittoni, si è detto entusiasta del livello dei progetti presentati, sottolineando che molte delle proposte verranno effettivamente realizzate, e ha assicurato che il legame con la prestigiosa università non si interromperà: “Questa relazione con la LIUC è qualcosa di speciale. Vogliamo mantenerla viva negli anni: crediamo fortemente nei giovani, nelle loro idee e nella loro energia”.

Durante l’evento sono intervenuti anche il professor Luca Marazzi, coordinatore del progetto, che ha illustrato il percorso didattico e lodato l’impegno degli studenti, e Rino Porini, in rappresentanza dell’Unione Industriale del Verbano Cusio Ossola, a conferma dell’importanza di iniziative che coinvolgano il tessuto produttivo locale.

Momento conclusivo: la premiazione degli studenti con la consegna di una targa ricordo, seguita da una visita guidata al M.O.C.A. – Museo Omegna del Casalingo, simbolo della tradizione manifatturiera del territorio.

L’evento ha rappresentato una tappa significativa per costruire un ponte solido tra formazione, impresa e futuro.

Gran premio della caffetteria italiana, conclusa la terza tappa: Denis Ferrari trionfa

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Da sinistra: Paolo Rossi, 3° classificato, Denis Ferrari, 1° classificato, e Paolo Rossi, 3° classificato (immagine concessa)

VIGNOLA (Modena) – Si è svolta giovedì 9 maggio, la terza tappa del Gran premio della caffetteria italiana 2025, ospitata nella prestigiosa Casa Toschi di Vignola (Modena). L’evento ha visto sfidarsi sette finalisti provenienti da diverse regioni d’Italia, impegnati in una gara di tecnica e creatività, nel pieno rispetto del disciplinare ufficiale del concorso.

I concorrenti si sono cimentati nella preparazione di:

• 2 espressi, utilizzando caffè di altissima qualità scelti e portati personalmente;

• 2 cappuccini, valutati per equilibrio, tecnica e gusto;

• 2 coffee drink freddi, alcolici o analcolici, in cui il caffè resta protagonista.

Ogni concorrente ha avuto a disposizione 13 minuti di setup e 13 minuti di gara effettiva per dimostrare le proprie abilità di barista professionista.

A conquistare il podio di questa intensa giornata:

• 1° posto: Denis Ferrari – 201 punti

• 2° posto: Simone Toppi – 198 punti

• 3° posto: Paolo Rossi – 192 punti

Gli altri finalisti in gara sono stati:

Roberto Rapelli, Cristina Pangrazio, Valter Griffone e Fabrizio Abrescia, tutti protagonisti di prove ricche di contenuto tecnico e passione per il mondo del caffè.

La giuria di qualità era composta da esperti del settore:

Andrea Villa – giudice tecnico

Nina Dobrica – giudice espresso

Manuel Verdini – giudice cappuccino

Gianluca Tofani – giudice coffee drink

Un ringraziamento speciale a Stefano Toschi, patron di Casa Toschi, per la calorosa ospitalità e per aver premiato personalmente i vincitori.

Il tour del Gran premio prosegue: la prossima tappa si terrà il 18 giugno a Milano, presso la sede Anfim Hemro di Assago.

La finale nazionale si svolgerà invece a ottobre, a Milano in occasione della fiera HOST, all’interno del Villaggio del Caffè, dove i migliori concorrenti d’Italia si sfideranno per il titolo di campione del Gran Premio della Caffetteria Italiana 2025.

Sponsor ufficiali

Il Gran Premio della Caffetteria Italiana 2025 è reso possibile grazie al supporto di importanti partner del settore:

  • Anfim Hemro
  • Rancilio Group
  • Centrale del Latte di Brescia
  • Metallurgica Motta
  • IPA
  • Toschi
  • Pulycaff Asachimici
  • Hoonved
  • Clean Express
  • Brita
  • Ferri dal 1905

Questi sponsor contribuiscono attivamente alla promozione dell’eccellenza nella caffetteria italiana, fornendo attrezzature, prodotti e supporto tecnico durante le varie tappe del concorso.

Caffè o tè? Ecco i benefici delle bevande secondo gli esperti

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Una tazza di caffè americano (immagine: Pixabay)

MILANO – Il è la bevanda più consumata al mondo subito dopo l’acqua. Si distingue come un elemento di spicco della cultura asiatica, utilizzato simbolicamente in diverse religioni. Il caffè, d’altro canto, sta diventando sempre più popolare a livello globale, incluso il mercato orientale.

Caffè e tè: i benefici per la salute

Sorge dunque una domanda: quale bevanda è migliore per la salute? Caffè o tè? Quale antiossidante garantisce una vita più sana?

In un’intervista con HT Lifestyle, il dottor Subrata Das, reparto di medicina interna e diabetologia presso il Sakra World Hospital di Bengaluru, ha spiegato, come riportato anche dall’Hindustan Times: “Il tè e il caffè offrono entrambi benefici per la salute grazie alla presenza di caffeina e antiossidanti, migliorando i livelli di energia, la prontezza mentale e, potenzialmente, aiutando nella perdita di peso”.

C’è di più: “Il tè, ricco di L-Teanina, ha un effetto calmante e promuove il rilassamento e l’idratazione, contribuendo a ridurre lo stress e migliorare il sonno. Il caffè, con una maggiore quantità di caffeina, offre un’energia immediata, migliora le prestazioni fisiche, riduce il rischio di malattie croniche come il diabete di tipo 2 e l’Alzheimer, e accelera il metabolismo.”

Alex Britti, 7000 caffè: una nuova versione in diretta per Radio Italia Live

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Alex Britti (immagine: Wikimedia Commons)

MILANO – Il 6 maggio su YouTube è stato inserito sul canale ufficiale di Radio Italia – Solo musica italiana la canzone 7000 caffè del noto cantautore romano Alex Britti performata in live nel 2010. L’artista ha partecipato con il brano 7000 caffè al Festival di Sanremo 2003 guadagnando il secondo posto.

Alex Britti e il brano 7000 caffè

La canzone con protagonista l’espresso ha riscosso subito successo raggiungendo la posizione numero 1 dell’airplay.

La canzone viene inserita nel terzo album dell’artista che si chiama appunto Tre.

Il caffè ha sempre avuto un posto di rilievo nella storia di Sanremo, con i numerosi artisti che lo hanno omaggiato: da Vasco Rossi a Lucio Battisti (ne abbiamo parlato qui).

Autogrill Stories: il nuovo canale podcast del brand su Loquis per raccontare l’Italia ai viaggiatori

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Il logo Autogrill

ROMA – Loquis, la prima piattaforma di travel podcast, annuncia l’arrivo di Autogrill Stories, il nuovo canale podcast di Autogrill pensato per accompagnare i viaggiatori alla scoperta delle meraviglie italiane. Attraverso racconti coinvolgenti, aneddoti storici e itinerari inediti, il podcast rende ogni sosta un’occasione per esplorare i tesori paesaggistici, culturali e gastronomici del territorio.

Il canale podcast di Autogrill

Quando si viaggia in autostrada, spesso ci si concentra soltanto sulla meta da raggiungere. Autogrill Stories, invece, grazie a Loquis, invita a riscoprire il piacere del viaggio, con episodi che intrecciano storia, cinema, personaggi celebri e sapori locali. La produzione dei Loquis è stata a cura della Loquis Factory: le voci narranti di Laura Buono e Ignazio Failla, con testi di Dodo Occhipinti e il sound design di Luciano Zirilli, guideranno gli ascoltatori tra aneddoti curiosi, itinerari e leggende legate ai luoghi attraversati, tutti nei dintorni degli Autogrill.

Da nord a sud, ogni episodio è un’occasione per conoscere il patrimonio italiano attraverso storie affascinanti e riferimenti alle eccellenze enogastronomiche.

Oltre alla produzione dei podcast, è stata lanciata su Loquis una challenge interattiva con un gioco a quiz, pensato per coinvolgere attivamente gli utenti in un’ottica di gamification. Partecipando al quiz, gli utenti possono aggiudicarsi un codice sconto My Autogrill presso i punti di vendita del brand. Un modo divertente e stimolante per rendere l’esperienza ancora più gratificante.

“Questa collaborazione, nata grazie all’evento di Autogrill Call 4 Startup 2023, conferma che il travel podcast di Loquis non è solo un’innovativa strategia di brand awareness, ma anche un efficace strumento di engagement per un target di valore – ha commentato Cristian Iovino, direttore commerciale di Loquis. “Il suo impatto, inoltre, è amplificato dal fatto che raggiunge il pubblico in momenti di qualità, quando è più ricettivo, attento e predisposto all’ascolto.”

Con questo nuovo progetto insieme ad Autogrill, il primo operatore al mondo nei servizi di ristorazione per chi viaggia, Loquis si conferma la piattaforma ideale per trasformare il tempo del viaggio in un’esperienza immersiva e interattiva.

Grazie alla geolocalizzazione, Autogrill Stories permette ai viaggiatori di scoprire contenuti pertinenti al territorio che stanno attraversando, rendendo ogni pausa e sosta un momento di ispirazione.
Autogrill Stories è disponibile sia nella versione desktop sia attraverso l’app Loquis, scaricabile gratuitamente da tutti gli store.

La scheda sintetica di Loquis

Loquis è la prima piattaforma di podcast dedicata ai viaggi, gratuita e accessibile a tutti da Mobile App e sito web www.loquis.com.

Loquis è a tutti gli effetti un atlante sonoro che arricchisce l’esperienza del viaggio. I podcast di Loquis sono geo-localizzati, disponibili in 7 lingue, suddivisi in migliaia di canali creati da travel podcaster, travel bloggers, associazioni ed esperti appassionati dei luoghi, ma anche da centinaia di istituzioni locali, consorzi eno-gastronomici, concessionari stradali e ferroviari, editori.

Loquis connette le persone con i territori e la loro cultura, promuovendo un nuovo modo di viaggiare, più consapevole e sostenibile, utilizzando in maniera umanistica le nuove tecnologie e gli sviluppi dell’intelligenza artificiale. Il Loquis Labs, il centro di innovazione e sviluppo del progetto, è sulla frontiera nell’adozione dell’AI e dell’AR nel settore dei viaggi mentre la Loquis Factory, l’hub di produzione specializzato in travel podcast, riunisce un network internazionale di travel podcaster, autori e autrici, speaker e sound designer. La Loquis Factory offre supporto e strumenti professionali a chi vuole trasformare la propria idea creativa in un prodotto di alta qualità.
Il progetto Loquis è nato da un’idea di Bruno Pellegrini, pioniere dell’innovazione digitale in Italia, e sostenuto da importanti fondi ed investitori privati italiani.

Timmycoffeemaster, il formatore social: “Gli allievi mi raggiungono così” 29mila followers Instagram

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Timmycoffeemaster dietro al bancone (foto concessa)
Timmycoffeemaster dietro al bancone (foto concessa)

MILANO – Sui social noto come Timmycoffeemaster, con 29mila followers su Instagram, è il formatore che ha portato il mondo della caffetteria professionale al popolo del web. Un racconto che permette di fare divulgazione proprio anche verso quelle nuove generazioni che il settore caffè teme di non riuscire a intercettare in prospettiva.

Timmycoffeemaster nasce barista e poi diventa formatore con Aicaf: quali sono le ragioni che l’hanno spinta a compiere questo percorso e proprio con questa accademia?

“Nel 1995 nasco barista. Ma ancor prima mi illuminavo da piccolo entrando in qualsiasi bar, rimanendo imbambolato su chiunque si muovesse dietro il bancone. Avevo proprio una vocazione, un talento per questo mestiere. Fino al 2019-2020 ho avuto in gestione un primo locale nel 2012 e poi nel 2014 un secondo a Rozzano (l’ultimo venduto a due gestori cinesi, e attualmente nelle mani di un francese).

Andava tutto per il meglio, al punto che mi hanno fatto un prezzo che non ho potuto rifiutare.”

Poi il lavoro si sposta all’interno di una caffetteria a Rozzano, nel Bar Danil, e poi proprio a Milano nel Bar Baobab (dentro i magazzini generali), in fine a Trezzano sul Naviglio, nel Gaugin, stavolta un ristorante, fino al 2019.

“Questa mia esperienza su diversi fronti nell’horeca, mi ha permesso di entrare subito in connessione con i ragazzi che diventano miei studenti e che arrivano da contesti non sempre tra i più aggiornati. Bisogna capire chi si ha davanti e individuare le esigenze di ciascuno.”

Ha fatto un percorso con Gianni Cocco e ho portato avanti la mia formazione con Aicaf, come mai?

“Ho scelto questo circuito piuttosto che l’altro importante di SCA, perché ho percepito nell’offerta dell’Accademia, che ci fosse una maggiore attenzione sul barista e non sulla materia prima. Principio che condivido: se non c’è la figura a valorizzare la filiera dietro il risultato finale, è tutto inutile. È l’operatore che deve riuscire da dietro al banco, esprimere al massimo il prodotto.

Ho pensato poi di diventare formatore, probabilmente trainato dalla mia passione per la latte art. Dopo 28 anni come barista, tutti mi chiedevano di affiancare i giovani da formare.

Quindi in realtà ho sempre svolto anche questo ruolo: le qualifiche sono arrivate dopo, perché non basta avere soltanto l’esperienza sul campo: le competenze vanno sviluppate per diventare dei Maestri. C’è bisogno di conoscere per davvero le dinamiche di un servizio ad alte vendite, della gestione di un gruppo, dell’operatività dietro a un bancone, ma oltre la gavetta ci vuole lo studio. Teoria e pratica, questo è necessario.”

Timmycoffeemaster ha quasi 27mila follower su Instagram: allora non è vero che la formazione e il bar non piacciono più a nessuno?

“Assolutamente no. Penso che pratica, qualifiche e comunicazione messe insieme possano portare a ottimi risultati. Si può avere il prodotto migliore, ed essere certificati, ma se non lo si sa raccontare in maniera corretta e mirata, perde di senso. Siamo in tanti, mi seguono molti, perché probabilmente il mio modo di espormi è reale.

Sono fatto esattamente così come mi presento sui social. Negli ultimi due anni ho formato centinaia di baristi e continuo ad entrarci in contatto con la maggiorparte, attraverso i social. I miei allievi mi raggiungono così.”

Ma i social come le sono venuti in mente?

“Durante il Covid ho iniziato per gioco su Tik Tok come Timmy il barista e sono diventato virale (150mila followers in qualche mese) in Albania (che è il mio Paese d’origine). Sono diventato molto famoso lì, mi conoscevano tutti. Ho quindi imparato a comunicare in maniera efficace i contenuti e a governare questi canali. Dopo aver preso confidenza con le telecamere, è diventato automatico rivolgermi a centinaia e migliaia di persone.

A livello lavorativo però non mi ha portato nulla: non c’è stata un’azienda che ha preso coraggio e mi ha coinvolto in un progetto professionale vero e proprio. Nel 2023, dopo aver preso tutte le certificazioni e aver concluso tutti i percorsi con Aicaf – perché ancora una volta sottolineo, bisogna avere tutte le competenze ed essere costantemente aggiornati – sono arrivato all’Instagram italiano, parlando di formazione, latte art: a quel punto sono arrivate le prime opportunità lavorative.

A Milano c’è tanta competizione, ma la bravura si nota e si premia. Io ero pronto a cogliere la palla al balzo.

Da responsabile di un punto vendita di Leroy Merlin e parallelamente facendo formazione, ho aperto la partita IVA e mi sono totalmente dedicato al training, girando anche a Dubai, in Arabia Saudita, Svizzera, Londra, nel Sud in Italia, nelle scuole alberghiere, nelle torrefazioni (mantenendomi sempre sganciato da qualsiasi brand)”.

Timmycoffeemaster, da formatore che cosa ha notato tra i suoi corsisti?

“Se dovessi avere un locale mio e dovessi scegliere tra un ragazzino che non l’ha mai fatto e uno con tantissima esperienza, sceglierei il primo caso. Questo perché è più semplice trasferire le conoscenze e le competenze a qualcuno che è ancora fresco, rispetto a chi è già convinto di essere esperto.

Quando mi è capitato di confrontarmi con chi fa questo mestiere da tanti anni, spesso la reazione è stata: “Ho sempre fatto così, perché dovrei cambiare ora dopo 30 anni?”. Si instaura quasi una dinamica di sfida tra me formatore e loro studenti, e spesso ci si scontra con una mentalità e una gestualità troppo consolidata.

Poche volte, di fronte all’evidenza, sono riuscito a convincere ad andare oltre il pregiudizio. Se impari a lavorare nel modo sbagliato, si resta così per tutta la carriera. È importante quindi l’intervento del formatore per aprire ad un mondo diverso, un approccio di lavoro differente.”

Il podcast “I gradi francesi”: il tema personale

Timmycoffeemaster è anche podcaster: “Il nome l’ho scelto dall’unità di misura della durezza dell’acqua in estrazione. È stato in questa sede che ho toccato il tema della mancanza del personale: negli ultimi 35 anni si è fatto un po’ cosa si è voluto, senza regole, senza nessuna norma che valorizzasse gestori e operatori.

Ora sono venuti a galla tutti i problemi accumulati in questo lungo arco di tempo. A nessuno piace lavorare i fine settimana e percepire degli stipendi da fame, magari poi vivendo in città come Milano.

La prima cosa è poter contare su delle figure qualificate nel proprio locale, per poi alzare il prezzo del caffè: non è possibile continuare ad essere sostenibili economicamente con una tazzina ad un euro e venti.

Bisogna dare qualità, nel servizio e nel prodotto e allora il prezzo passerà in secondo piano. C’è una differenza tra costoso e caro e sta proprio nel valore di quello che si sta offrendo. Con i miei corsisti, i più giovani, affrontiamo spesso questo tema serio e delicato. Ma quando escono dal mio percorso, hanno le competenze giuste per affrontare il mercato.

Iniziamo da qui per poi cambiare il resto. Con un background solido e la giusta motivazione, ci si può evolvere insieme come settore.”

La comunicazione sui social è utile anche per raggiungere il consumatore finale?

“Assolutamente sì. Tanti mi scrivono tra i coffeelovers, per chiedermi le informazioni che sembrano più banali: molto si interessano sulle capsule e il macinato, in generale sul consumo domestico. Consiglio sempre di investire per macinare i grani freschi, per una migliore tazzina e bere anche qualcosa di più salutare.

Qualcuno mi ha chiamato per imparare la latte art, ma come hobby sconsiglio io per primo di spendere soldi per apprendere una tecnica da sfruttare soltanto dentro casa. Tanti consumatori iniziano a controllare nei bar l’estrazione, la pulizia delle attrezzature. Stiamo spingendo su tutti i canali per svegliare la massa, che bisogna sempre più coinvolgere per far pretendere un prodotto di qualità.”

Come vede il futuro del barista in Italia, se molti di quelli formati diventano trainer e dietro al bancone restano gli stranieri?

“E’ un fenomeno vero. Gli italiani non vogliono più fare alcuni mestieri. Ma è un falso problema: quando sono entrato a Dubai in una caffetteria specialty (ed è successo anche in Portogallo), con 4-5 macchine enormi di espresso e 12 macinadosatori e altrettante monorigini, la ragazza dietro al banco è riuscita a spiegarmi tutte le referenze nei minimi dettagli.

Il valore del bar italiano, allora, qual è?

Negli ultimi trent’anni abbiamo fatto tanto, dall’invenzione dell’espresso alla produzione delle attrezzature, ma siamo rimasti fermi ad allora. In Italia c’è tanta tradizione ma poca cultura. Perché da noi, quando chiedo come dev’essere un caffè buono, la risposta è: amaro, con tanta crema, lo zucchero deve galleggiare. Questa è la percezione del consumatore medio italiano dell’espresso.

E perché?

Perché siamo stati abituati a bere miscele tostate scurissime. I baristi si sono appoggiati al comodato d’uso e ai finanziamenti: quindi le torrefazioni per rientrare velocemente da questo primo investimento, usavano blend di scarsa qualità, super cotti ed ecco qui fuori
l’amaro che gli italiani associano alla tazzina. Questo ci ha lasciato indietro.

Quindi il bar italiano non si deve preoccupare degli stranieri dietro alla macchina, ma di tutto lo storico lasciato in eredità dalle torrefazioni. Si deve tornare a proporre caffè di qualità e vendere soltanto quello, non tutto il resto.”

Biologico: Italia soltanto al quinto posto in Ue per l’import di caffè certificato

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caffè verde sul ramo mercati biologico
Caffè verde prima della raccolta

MILANO – La crisi economica taglia i consumi europei di biologico, ma molto di meno per il caffè. Nel 2023, l’import di prodotti agroalimentari biologici nei 27 paesi dell’Unione Europea è sceso a 2,48 milioni di tonnellate, dai 2,73 milioni del 2022: il livello minimo dal 2018. I consumi sono diminuiti del 5%. Il rinfocolarsi dell’inflazione ha spinto i consumatori verso prodotti più economici e spesso non bio.

Ma l’impatto della crisi sull’import di caffè certificato biologico è stato meno netto. Le importazioni di caffè verde bio (dati Traces ed Eurostat, fonte Cbi – Ministero degli affari esteri olandese) sono infatti cresciute a una media del 5,4% annuo tra il 2019 e il 2021, quando hanno raggiunto un picco di 135.614 tonnellate o 2,26 milioni di sacchi.

Nei due anni successivi il trend si è fatto negativo, ma in modo meno marcato rispetto alla media degli altri prodotti: l’import è sceso infatti a 132.663 tonnellate (2.211.050 sacchi) nel 2023, un calo dell’1,4% rispetto all’anno precedente.

Nello stesso periodo, l’import di caffè verde non biologico ha subito fluttuazioni più pronunciate passando dai 50,79 milioni del 2021 ai 54,21 del 2022 e, infine, ai 48,75 del 2023

Sempre nel 2023, il massimo importatore di caffè verde bio dell’UE è stato la Germania, con 58 mila tonnellate, seguita dal Belgio, con 30 mila tonnellate, la Svezia e la Francia (entrambe 13 mila tonnellate). L’Italia è risultata soltanto quinta con 6.400 tonnellate.

L’import di caffè verde biologico tedesco è stato inferiore del 4,8% rispetto al 2022: un calo sensibile, ma nettamente inferiore al -17% registrato dall’import di caffè verde nel suo assieme, che si è attestato a 986 mila tonnellate (circa 16,4 milioni).

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