domenica 28 Dicembre 2025
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Cagliari: l’espresso a 2 euro entro la fine del 2025, i clienti: “Non andremo più al bar”

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caffè espresso
Una classica tazzina di espresso (immagine: Pixabay)

Gli aumenti del prezzo del caffè potrebbero portare la tazzina ad un costo di due euro entro la fine del 2025. Non mancano di certo le persone che mettono in discussione il futuro del rito del caffè al bar. Leggiamo di seguito un estratto dell’articolo di Carolina Mocci per il quotidiano online Cagliari Casteddu.

Il futuro del caffè a Cagliari

CAGLIARI – Caffè sempre più amaro per i consumatori: gli aumenti record rischiano di portare il prezzo della tazzina a 2 euro entro la fine dell’anno. E sul web si accende la polemica. In tanti si interrogano sul futuro di un rito che, per molti è irrinunciabile.

C’è chi già preferisce rinunciare al bar: “Personalmente, tranne rarissime eccezioni, bevo il caffè solo a casa, con calma e a un costo infinitamente inferiore”.

Non manca chi esalta le alternative più sostenibili: “Ultimamente trovo molto comode le cialde compostabili, di ottima qualità, non hanno plastica né alluminio, e alla fine il caffè costa dai 20 ai 26 centesimi”. Altri, invece, guardano al passato: “Riprendiamoci la moka, che nostalgia”. Molti sottolineano la convenienza del prepararlo in casa: “Basta comprarsi al market una confezione di caffè al costo minimo di 4 euro, preparato a casa ci escono minimo 20 caffè”.

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Nzatu e ArtCafé volano ad Abu Dhabi portando la miscela Njuki allo IUCN World Conservation Congress

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Nzatu eNjuku allo IUCN (foto concessa)
Nzatu eNjuku allo IUCN (foto concessa)

MILANO – Novità per il caffè Njuki, progetto portato avanti da Nzatu e ArtCafe: sarà servito come bevanda ufficiale dell’IUCN World Conservation Congress 2025, che si terrà ad Abu Dhabi a ottobre.

Il Congresso IUCN, un vertice che si tiene ogni quattro anni, è l’evento di conservazione più grande e inclusivo al mondo, che riunisce governi, organizzazioni dei popoli indigeni, società civile e settore privato per definire l’agenda globale per la conservazione.

Con il tema “Powering Transformative Conservation“, il Congresso del 2025 svolgerà un ruolo fondamentale nel promuovere azioni positive per la natura in questo momento critico per la biodiversità, il clima e lo sviluppo sostenibile.

Michele Sofisti, co-founder e ceo di Nzatu Europe SA con sede Chemin du Pontet in Svizzera:

“Noi di Nzatu e ArtCafé crediamo che un ottimo caffè possa alimentare grandi cambiamenti. Il nostro caffè Njuki viene coltivato nel rispetto degli ecosistemi, della resilienza climatica e dei mezzi di sussistenza della comunità: valori profondamente in linea con la missione dell’IUCN di creare un mondo giusto che valorizzi e conservi la natura.

Siamo onorati di dare impulso a conversazioni che daranno forma al futuro del nostro pianeta, una tazza significativa alla volta.”

Luca Montagna, CEO Artcafé:

“E’ da poco meno di un anno che abbiamo scelto di intraprendere la strada dell’agricoltura rigenerativa , proponendo tutta la linea del “Njuki” .

Artcafé infatti collabora con Nzatu, Societa’ nata in Zambia (nzatu.com) e che promuove l’agricoltura rigenerativa, per proporre la migliore miscela di caffè arabica dall’Uganda esaltandone le autentiche origini e qualità dell’Africa.

La miscela che abbiamo creato è una miscela 100%arabica composta da Uganda Monte Elgon, Etiopia e Kenya per un tocco speciale.

La distribuzione di questi prodotti sta iniziando presso i supermercati Conad centro nord, inoltre abbiamo di recente inaugurato un bellissimo locale a Parma proprio sullo stile di Njuki (che vuol dire miele in un dialetto africano) dove si terranno momenti di incontri a tema.

L’obiettivo di Nzatu assieme ad Artcafe’ e’ di creare impatto sociale nelle comunita’ rurali in Africa, salvaguardare il wildlife e mitigare il rischio climatico con progetti di riforestazione e rigenerazione dei suoli.

Stiamo ricevendo inoltre notevole interesse in molti mercati del mondo dove andremo a sviluppare vendite e impatto.

L’ultimo grande obiettivo raggiunto è essere il caffè ufficiale del “IUCN World Conservation congress 2025 “. L’IUCN è l’Organizzazione delle Nazioni Unite per la protezione della Natura e che ha come membri, i Paesi del Mondo e importanti Organizzazioni per la conservazione della biodiversità.

Artcafe’e Nzatu assieme, oltre a fare gustare ai presenti, la miscela Njuki, potranno portare la testimonianza di un metodo di lavoro rigenerativo e tracciabile oltre che misurabile. Nzatu collabora infatti, tra le altre, con due Societa’ di monitoraggio, Restor.eco che fa monitoraggio satellitare per la biodiversita’ e Synature.ch che ha creato un monitoraggio acustico.

Entrambi i sistemi saranno mostrati al pubblico per fare capire come il caffè Njuki possa essere un elemento di cambiamento positivo nelle coltivazioni e favorire la conservazione del wildlife.

Noi di Nzatu e ArtCafé crediamo che un ottimo caffè possa alimentare grandi cambiamenti. Il nostro caffè Njuki viene coltivato nel rispetto degli ecosistemi, della resilienza climatica e dei mezzi di sussistenza della comunità: valori profondamente in linea con la missione dell’IUCN di creare un mondo giusto che valorizzi e conservi la natura.

Siamo onorati di dare impulso a conversazioni che daranno forma al futuro del nostro pianeta, una tazza significativa alla volta.

Credo che aver raggiunto questo obiettivo così importante per Artcafè e Nzatu sia solo un inizio di un percorso al quale teniamo tantissimo.

Avere la consapevolezza di tutto ciò che ci circonda e poter raccontare come con dei piccoli gesti si può contribuire alla salute del nostro Pianeta .

Dietro ogni chicco c’è un impegno concreto: un modello agricolo rigenerativo che rispetta le risorse naturali della fauna selvatica e sostiene le comunità locali.

“I mercati devono superare la mentalità del ‘non nuocere’ e adottare una mentalità che ripari e rigeneri”. È giunto il momento di passare a un nuovo modello di agricoltura, in cui ogni tazza di caffè restituisca alla terra e alle persone che se ne prendono cura più di quanto ne riceva”.

THE RIGHT Coffee è lo slogan che abbiamo coniato per sottolineare l’impegno a creare degli impatti positivi sulle persone e a protezione della Natura in senso largo.”

Queste le declinazioni di Njuki allo IUCN

Nella carta caffetteria ad Abu Dhabi:

Espresso
Double espresso
Macchiato
Caffè con panna
Pedrocchi
Marocchino
Bicerin
Americano
Cortado
Cappuccino italiano / soia, avena.
Flat white
Latte /cold/ hot
Half &Half cold
Caffè Shakerato
Espresso Tonic

Chemex
Clever
Hoop ( coffeebrewer)

Frattamaggiore, Napoli: titolare di un bar subiva estorsioni da 15 anni, arrestate sei persone

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La polizia in azione

Il titolare di un bar di Frattamaggiore, comune nella città di Napoli, ha subito estorsioni da 15 anni. Con l’accusa di estorsione tentata e consumata aggravate dal metodo mafioso, sei persone sono state arrestate dalla polizia. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale d’informazione Napoli Today.

Le estorsioni al bar di Frattamaggiore

FRATTAMAGGIORE (Napoli) – Le estorsioni sarebbero iniziate nel 2011. Il titolare di un bar di Frattamaggiore avrebbe dovuto pagare il pizzo in tre rate: Natale, Pasqua e Ferragosto. Ma a luglio non avrebbe voluto pagare l’ultima rata di quest’anno e per questo motivo sarebbe stato anche minacciato.

Con l’accusa di estorsione tentata e consumata aggravate dal metodo mafioso, sei persone sono state arrestate dalla polizia al termine di una rapida indagine coordinata dalla Procura distrettuale antimafia di Napoli.

Gli indagati, secondo quanto emerso, sarebbero appartenenti al clan Orefice attivo nel comune a nord di Napoli. Gli agenti della Squadra Mobile di Napoli e del Commissariato di Frattamaggiore hanno ricostruito quando accaduto nel corso degli anni. Secondo gli investigatori all’imprenditore sarebbe stato imposto di pagare un “pizzo” di circa di 6000 euro annui, suddiviso in tre rate nelle classiche ricorrenze di Natale, Pasqua e Ferragosto, sceso poi a 1500 euro.

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Lindt & Sprüngli potrebbe trasferire negli Usa la produzione dei coniglietti pasquali

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Il logo di Lindt & Sprüngli

Il fabbricante di cioccolato Lindt & Sprüngli potrebbe trasferire negli Stati Uniti la produzione dei coniglietti pasquali, per aggirare i dazi all’importazione imposti dall’amministrazione Trump. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicata sul portale Swiss Info.

Il possibile trasferimento di Lindt & Sprüngli negli Stati Uniti

Stando a quanto riferisce oggi l’agenzia Bloomberg, che si rifà a fonti interne all’azienda, il piano comporterebbe investimenti fino a 10 milioni di dollari per produrre coniglietti, Babbi Natale e altre figure di cioccolato negli Usa. Oggi questi articoli sono fabbricati in Germania e negli Usa sarebbero quindi soggetti a un dazio all’importazione del 15%.

Lindt & Sprüngli starebbe inoltre valutando la possibilità di trasferire la produzione per il mercato canadese dallo stabilimento di Boston a siti europei, al fine di evitare i dazi di ritorsione imposti dal Canada contro gli Stati Uniti.

Contattato dall’agenzia Awp il gruppo ha rifiutato di commentare i piani. La società afferma comunque di valutare da diversi anni la possibilità di investire ulteriormente nella capacità produttiva negli Usa. Attualmente si sta inoltre ampliando la capacità della fabbrica di Stratham, nel New Hampshire.

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Ecco Choviva, il cioccolato senza cacao: l’iniziativa di Aldi Suisse

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La produzione di cioccolato (Pixabay License)

Aldi Suisse propone l’alternativa al cioccolato Choviva. La ricetta, rigorosamente senza cacao, si basa sui semi di girasole ed è privo di aromi artificiali. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul quotidiano Distribuzione Moderna.

La ricetta a base di semi di girasole

MILANO – Aldi Suisse è il primo rivenditore in Svizzera a portare sugli scaffali un nuovo prodotto a base di cioccolato: Choviva, l’ingrediente innovativo che rende possibile il cioccolato senza cacao.

Una nuova versione del famoso cioccolato Star Rice di Choceur, infatti, è ora disponibile in tutte le filiali Aldi Suisse.

La ricetta, senza cacao, si basa sui semi di girasole, è prodotta in Europa e stupisce per il suo gradevole sapore di cioccolato, completamente privo di aromi artificiali.

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Matteo Borea: “Sulla guerra miliardaria tra Keurig Dr Pepper e Coca-Cola: perché i vincitori non saranno quelli che pensiamo”

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matteo borea
Matteo Borea (immagine concessa)

Matteo Borea, consulente strategico e innovatore nel settore del caffè,
comproprietario della storica torrefazione La Genovese di Albenga (Savona) e autore del blog matteoborea.it, punto di riferimento per imprenditori del chicco, espone la sua opinione sulle recenti operazioni finanziarie di Keurig Dr Pepper e Coca-Cola, e come queste influenzino il settore del chicco. Leggiamo di seguito la sua opinione.

La logica dei giganti (e perché è fallace)

di Matteo Borea

MILANO – “Due giganti del caffè hanno fatto scommesse opposte da miliardi, a poche ore di distanza. Uno compra, l’altro vende. Entrambi si credono furbi. Entrambi probabilmente si sbagliano.

Il mondo del caffè ha appena assistito a qualcosa di affascinante: due colossi aziendali che, a distanza di 24 ore, hanno preso decisioni completamente opposte. Un contrasto perfetto che rivela quanto il big business sia in realtà perso quando si tratta di capire cosa significhi davvero “caffè”.

Ecco i fatti:

Keurig Dr Pepper ha appena acquisito JDE Peet’s (proprietaria di Douwe Egberts, L’Or e Senseo) per 15,7 miliardi di euro, creando un nuovo impero del caffè per sfidare Starbucks e Nestlé.

Nello stesso tempo, Coca-Cola ha annunciato di voler esplorare la vendita di Costa Coffee, la catena acquistata per oltre 5 miliardi di dollari solo sette anni fa. L’ammissione brutale del CEO? “Il nostro investimento in Costa non è andato come volevamo.”

Chi ha ragione, chi compra o chi vende? Ecco il paradosso: hanno entrambi ragione. E al tempo stesso, si sbagliano entrambi in modo catastrofico.

Keurig Dr Pepper vede i numeri e sembrano irresistibili. Il consumo globale di caffè sta esplodendo, soprattutto in Asia. I prezzi sono raddoppiati a causa di disastri climatici e domanda crescente. Sulla carta, è una miniera d’oro.

Coca-Cola ha scoperto la dura verità: il caffè non è solo un’altra bevanda che puoi conquistare con budget marketing e potenza distributiva. Nonostante miliardi spesi in Costa, non sono riusciti a decifrare il codice che ogni barista italiano impara a 16 anni: il caffè è cultura, non commodity.

Ma ecco ciò che entrambi non hanno capito: l’autenticità non si compra. Puoi comprare marchi, torrefazioni e catene di locali. Non puoi comprare l’anima che spinge le persone a scegliere il tuo caffè rispetto a un altro. Ed è proprio per questo che i veri vincitori di questa partita a scacchi non stanno nemmeno giocando.

Il terzo gode sempre

Come diciamo in Italia, “Tra i due litiganti, il terzo gode.” Mentre i giganti giocano a sedersi sulle sedie miliardarie delle acquisizioni, la vera rivoluzione del caffè sta nascendo nelle piccole torrefazioni che hanno capito ciò che le corporation non capiranno mai.

Perché i colossi falliscono sempre nell’eccellenza del caffè:

● Sono schiavi dei trimestri. Ogni decisione deve giustificarsi con gli azionisti ogni 90 giorni. Le relazioni vere nel caffè richiedono anni.

● Competono sul prezzo, non sull’anima. La scala richiede volumi, i volumi richiedono scorciatoie. Le scorciatoie uccidono l’artigianalità.

● Pensano per categorie, non per esperienze. Il caffè diventa solo un altro SKU tra energy drink e bibite.

● Comprano aziende, non comunità. Puoi acquisire le sedi di Costa, ma non puoi comprare la fiducia tra una torrefazione locale e il suo quartiere.

I dati lo dimostrano: mentre Costa arrancava sotto Coca-Cola, i torrefattori specialty indipendenti registravano aumenti medi dei prezzi tra il 15% e il 25% e i clienti pagavano volentieri.

L’opportunità nascosta

Quando i giganti validano un mercato, è il segnale che devi dominare la tua nicchia.

La guerra di consolidamento genera tre conseguenze inevitabili che gli indipendenti intelligenti possono sfruttare:

● Prezzi più alti nel mass market. Più livelli aziendali significano più pressioni sui margini trasferite ai consumatori. Il posizionamento premium diventa ancora più attraente.

● Esperienze omologate. L’efficienza richiede standardizzazione. L’autenticità e il servizio personale diventano un vantaggio raro.

● Relazioni disconnesse. Gli azionisti non bevono caffè con i clienti. I legami locali diventano inestimabili.

La prova è nell’espresso: mentre Starbucks combatte guerre di prezzo, i caffè specialty spuntano prezzi più alti del 40% sugli stessi chicchi. La differenza? Storia, artigianalità e relazione.

La contro-strategia che vince

Prendi la strada opposta rispetto ai giganti:

● Posizionamento premium invece di giochi di volume. Loro corrono verso il basso, tu sali verso l’alto.

● Storia e provenienza invece di budget marketing. La tua origine batte sempre il loro spot pubblicitario.

● Relazioni con i clienti invece di accordi distributivi. Un cliente fedele vale più di dieci occasionali.

● Eccellenza artigianale invece di efficienza operativa. La perfezione scala in un modo diverso dall’efficienza.

● Comunità locali invece di impronta globale. Nel caffè, la profondità vince sull’ampiezza.

Esempio concreto: mentre Costa faticava a giustificare la sua valutazione da 5 miliardi, micro torrefazioni costruivano community di culto e pricing premium che farebbero invidia a qualsiasi CEO.

Cosa significa tutto questo

Il mercato del caffè non sta diventando più competitivo, sta diventando più polarizzato. Mass market contro artigianato. Corporazioni contro artigiani. Scala contro anima.
E in questa polarizzazione si trova la più grande opportunità mai vista per lo specialty coffee.

I giganti stanno sostanzialmente asfaltando l’autostrada per permettere ai veri imprenditori del caffè di prendere la strada panoramica e farla pagare premium.

Mentre Keurig Dr Pepper e Nestlé si scannano per lo spazio a scaffale nei supermercati, le community locali conquistano i cuori e le menti dei clienti che si curano davvero di cosa bevono.

Il punto

Keurig Dr Pepper probabilmente riuscirà a costruire un impero del caffè che genera miliardi. Coca-Cola è stata intelligente a tagliare le perdite prima di bruciare altro capitale.
Ma i veri vincitori saranno gli imprenditori del caffè che hanno capito che quando i giganti si concentrano a combattere tra loro, smettono di guardare i fianchi.
La guerra delle corporation non è la tua concorrenza è la tua copertura.
Mentre loro combattono sul mercato di ieri, la vera domanda non è chi vincerà la loro guerra. È avere il coraggio di costruire qualcosa che loro non potranno mai comprare:
un business che conta davvero per le persone.

I giganti possono avere le loro guerre di prezzo. Noi ci concentreremo sul conquistare i cuori, una tazza perfettamente preparata alla volta”.

                                                                                                           Matteo Borea

Addio a Stefano Benni, lo scrittore che ha firmato Bar Sport e Il bar sotto il mare

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Stefano Benni Luisona day
Stefano Benni

Stefano Benni, autore innovativo e spregiudicato, ha scritto libri umoristici rimasti nella storia della letteratura comica con la tazzina come protagonista: Bar Sport e Il bar sotto il mare sono tra le opere più conosciute (ne abbiamo parlato qui). È morto a Roma il 9 settembre all’età di 78 anni.

Leggiamo di seguito un estratto dell’articolo di Paolo Di Stefano per Il Corriere della Sera.

Stefano Benni si spegne a 78 anni

ROMA- Stefano Benni, morto a Roma nella mattina di martedì 9 settembre, era nato a Bologna nel 1947. È stato un caso, rarissimo, di scrittore notevole venuto dalla satira politica («Linus», «il manifesto», «Cuore», «Tango»…). Spregiudicato e intelligente, lieve ma sferzante poligrafo: non solo giornalista, ma poeta, narratore, scenografo, drammaturgo, autore televisivo (paroliere del primo Grillo). Ha scritto libri umoristici rimasti nella storia della letteratura comica, tra parodia e rocambolesco, avventuroso, fantastico.

Nella forma del racconto breve esordisce con la raccolta Bar Sport 1976, mentre a partire dal 1983 si dedica alla narrazione lunga: Terra! è un romanzo apocalittico-fantascientifico, ambientato nel 2157 in uno scenario post nucleare, con tre astronavi che si contendono una terra abitabile.

Nel solco di quella letteratura stralunata emiliano-lombarda che ha un caposaldo nel primo Gianni Celati delle Avventure di Guizzardi, Benni scrive altri libri memorabili, e nella forma romanzesca più distesa avrebbe poi dato il meglio: Stranalandia (con disegni di Pirro Cuniberti, 1984), Comici spaventati guerrieri, del 1986, che rimane forse il suo libro migliore per la capacità espressionista (qualcuno ha detto gaddiana) del linguaggio, anche questa una storia gialla fantascienfica, tutta dalla parte delle vittime e dei marginali, bambini e pensionati, esclusi dalla esuberante società del benessere. Una folla di personaggi, tra cui umani animalizzati nel nome e nei tratti caratteriali.

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Cecafé: export brasiliano in flessione per il nono mese consecutivo, crollano gli imbarchi verso gli Usa (-46%)

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export brasiliano Brasile Cecafé
Il logo di Cecafé

MILANO – Export brasiliano in calo per il nono mese consecutivo: secondo le statistiche Cecafé – diffuse ieri, martedì 9 settembre 2025 – il Brasile ha esportato, ad agosto, 3.144.422 sacchi di caffè in tutte le forme, un dato in calo del 17,5% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. Analogamente in calo (-17,5%) gli imbarchi di caffè verde che sono ammontati a 2.877.489 sacchi.

Di questi, 2.258.129 (-11,2%) sono stati costituiti da arabica e 619.360 (-34,5%) da robusta.

fonte: Cecafé

Frenano (-17,6%) anche le vendite all’estero di caffè trasformato, pari a 266.933 sacchi, in massima parte di solubile.

Le esportazioni dei primi 8 mesi dell’anno solare sono a loro volta in flessione del 20,9%, a 25.323.457 sacchi.

L’export di caffè verde è diminuito del 22,4%, a 22.778.816 sacchi. Gli imbarchi di arabica sono inferiori di 3 milioni di sacchi (-13%) rispetto al pari periodo del 2024 risultando pari a 20.208.520 sacchi.

fonte: Cecafé

Le esportazioni di robusta sono pari ad appena 2.570.296 sacchi (-58,1%), contro gli oltre 6,1 milioni dell’anno scorso.

Più contenuta (-3,6%) la flessione dell’export di caffè trasformato, che raggiunge un totale di 2.544.641 sacchi.

fonte: Cecafé

Se guardiamo ai dati per paese relativi al mese di agosto osserviamo una situazione a dir poco anomala.

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Usa: il caffè si conferma la bevanda più amata, il 66% lo consuma ogni giorno

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usa caffè
(dati concessi)

NEW YORK – Il caffè continua a dominare le scelte di bevande negli Stati Uniti, con il 66% degli adulti americani che ne beve ogni giorno, superando qualsiasi altro prodotto ad eccezione dell’acqua in bottiglia.

L’85% di chi ha bevuto caffè il giorno precedente lo ha consumato a colazione, l’82% lo ha bevuto a casa. Inoltre i consumatori ne bevono in media quasi tre tazze al giorno.

Il caffè negli Usa

Il rapporto autunnale 2025 del National Coffee Data Trends (NCDT), condotto da Dig Insights per conto della National Coffee Association (NCA), è stato pubblicato in vista della Giornata nazionale del caffè, che si terrà a fine mese il 29 settembre.

Per celebrare questa giornata, la NCA organizzerà un evento speciale a Capitol Hill in collaborazione con il Congressional Coffee Caucus, un gruppo bipartisan dedicato alla promozione del settore.

La popolarità complessiva del caffè è rimasta stabile dal 2022, con l’acqua in bottiglia che di solito conquista il primo posto solo durante i mesi estivi.

Le bevande a base di caffè freddo, ghiacciato o miscelato hanno registrato un aumento di consumo durante l’estate, rappresentando il 31% di tutto il caffè consumato nell’indagine di giugno, rispetto al 23% rilevato a gennaio 2025.

Il caffè specialty continua a crescere, raggiungendo un record storico: il 48% degli adulti americani ha dichiarato di averlo consumato il giorno precedente, in aumento rispetto al 37% del 2021.

Il caffè tradizionale viene invece consumato quotidianamente dal 41% degli adulti, contro il 38% nel 2021.

I metodi di preparazione del caffè restano stabili:

• Il metodo macchina a filtro (drip brewer) rimane il più popolare al 38%

• Macchine monodose al 23%

• Cold brew al 17%

• Macchine per espresso all’11%

Anche il caffè istantaneo e le bevande pronte da bere (ready-to-drink) stanno guadagnando popolarità:

• 11% ha consumato caffè istantaneo (rispetto al 6% nel 2021)

• 19% ha bevuto caffè ready-to-drink (contro il 9% nel 2021)

Bill Murray, presidente e ceo della NCA, ha dichiarato: “La presenza costante del caffè nella vita quotidiana degli americani è straordinaria, e il suo contributo alla salute e all’economia offre ancora più ‘motivi di celebrazione’ in occasione della Giornata nazionale del caffè e ogni giorno.”

Altri dati chiave del rapporto NCDT autunno 2025

I supermercati restano il luogo principale di acquisto del caffè da preparare a casa. Il 40% dei consumatori ha acquistato il caffè in un supermercato e il 29% lo ha comprato presso le grandi catene di distribuzione. Il 14% lo ha acquistato online. Queste percentuali sono rimaste stabili nell’ultimo anno.

Inoltre, il 59% di chi ha comprato caffè fuori casa nell’ultima settimana lo ha fatto tramite drive-through (+9% rispetto al 2024) e il 36% ha ordinato tramite app (+6% rispetto al 2024).

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Officine Allegra debutta a HostMilano con Dinamica e Dinamica Duo

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officine allegra
Macchina espresso modello Dinamica, 2 gruppi colorazione Notturno (immagine concessa)

PANTIGLIATE (Milano) – Officine Allegra, il nuovo brand italiano dedicato alla produzione di macchine da caffè professionali, annuncia il suo lancio ufficiale in occasione della partecipazione alla fiera HostMilano, che si terrà dal 17 al 21 ottobre 2025 presso Fiera Milano Rho – Pad. 20 Stand K32.

In fiera sarà presentato il modello di punta Dinamica, insieme alla novità Dinamica Duo, una versione a doppia caldaia progettata per ridefinire la macchina da caffè in termini di spazi e usabilità.

Dinamica Duo nasce per offrire massima efficienza e versatilità, rispondendo alle esigenze dei professionisti del caffè con un design compatto e prestazioni elevate.

Fabbricate nella miglior tradizione del fatto a mano: il dialogo costante tra designer e artigiani.

Il team interno di progettisti e designer Officine Allegra segue quotidianamente la produzione interfacciandosi con una selezione di artigiani scelti per la loro esperienza pluridecennale. È così che le macchine da caffè espresso Officine Allegra prendono vita, macchine in grado di combinare funzionalità e stile, tecnologia e saper fare artigianale.

Ed è proprio la capacità di saper padroneggiare le tecnologie produttive di ultima generazione, unita al dialogo quotidiano con artigiani e professionisti del mondo del caffè, che ha permesso ad Officine Allegra di ideare macchine pensate per essere estremamente funzionali, come il nuovo modello Dinamica Duo a doppia caldaia super compatto.

Macchina espresso Dinamica, 2 gruppi colorazione artico (immagine concessa)

Qualità senza compromessi, design contemporaneo e uno stile senza tempo

Dalle opzioni più accessibili rivolte ai mercati price sensitive a quelle di fascia premium, la gamma Officine Allegra risponde a tutte le esigenze del mercato, fabbricando ogni macchina con la medesima cura e utilizzando esclusivamente la migliore componentistica disponibile nell’industria.

Sul fronte estetico, Officine Allegra non accetta compromessi: nulla è superfluo. Ogni linea e ogni dettaglio sono studiati per garantire equilibrio e pulizia formale, senza rinunciare alla funzionalità, in piena coerenza con il principio “la forma segue la funzione”. Il risultato è un design contemporaneo e al tempo stesso senza tempo, capace di dialogare con i contesti più diversi e di trasformare ogni macchina in un oggetto di stile oltre che di lavoro.

Macchina espresso modello Lamina, 2 gruppi colorazione notturno (immagine concessa)

Come dichiarato dal suo cofondatore e ceo Alex Nuvoli, la strada di Officine Allegra è ancora lunga ed è appena cominciata: “Officine Allegra nasce con l’obiettivo di ridefinire l’esperienza del caffè attraverso tecnologia, estetica e cultura. E questo è solo l’inizio: abbiamo in programma grandi cose per il futuro. Vogliamo portare l’eccellenza italiana nel mondo, trasformando ogni estrazione in un gesto d’arte e ogni macchina in un’icona di stile e innovazione.”