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lunedì 05 Maggio 2025
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Caffè Trucillo presente in Fiera con le miscele Special T

SALERNO – L’edizione 2025 di SIGEP aprirà ufficialmente l’anno in cui la famiglia Trucillo celebra il suo 75° anno di attività nel caffè. A Rimini dal 18 al 22 gennaio, all’Espresso Bar e Brew Bar ci sarà la famiglia Trucillo al completo ad accogliere i professionisti del bar, della ristorazione, dell’hospitality che visitano il Sigep, l’appuntamento mondiale di riferimento per il settore Foodservice, che ogni anno richiama visitatori provenienti da oltre 160 paesi e 1200 brand espositori da 35 nazioni.

Caffè Trucillo al SIGEP

Accompagnati dal Team Trucillo, i visitatori dello stand potranno intraprendere un viaggio sensoriale autentico e consapevole, attraverso grandi classici e recenti novità proposte dalla torrefazione campana, con il valore aggiunto della profonda conoscenza accumulata in 75 anni di storia e propagata in quasi trent’anni di attività dell’Accademia del caffè attiva nella sede dell’azienda a Salerno.

Accanto alle miscele classiche della linea professionale, tra le più recenti novità create da Trucillo, al centro di questa edizione del SIGEP ci sarà in particolare la linea Special T, sintesi perfetta fra l’unicità dello specialty coffee e la sapienza di Trucillo nella cura del caffè: una collezione composta da tre singole origini 100% Arabica provenienti da Brasile, Guatemala e Honduras, selezionate sul campo direttamente da Antonia Trucillo, Q Grader e Responsabile Coffee Sourcing dell’azienda, nei suoi continui viaggi fra i farmers.

I caffè Special T di Trucillo sono fra i primi prodotti nati dalla micro roastery che proprio Antonia Trucillo ha voluto installare nella moderna sede della torrefazione di famiglia. “Hippocratica Roastery” – così è stata battezzata, in onore della città campana, che nel Medioevo fu sede della prima e più importante istituzione medica d’Europa – può produrre solo 20 chili l’ora di caffè, con un lavoro meticoloso di impostazione della curva e del profilo di tostatura, di cui si occupa personalmente Antonia Trucillo con il suo team.

A poche settimane dal suo intervento al TEDx di Battipaglia, il primo in Italia dedicato al caffè, Antonia Trucillo sarà impegnata anche al SIGEP nella sua missione quotidiana di divulgare l’esperienza diretta personale vissuta nelle piantagioni accanto ai caficultores durante i suoi 14 viaggi in 11 Paesi per un totale di circa 250mila chilometri percorsi in Centro e Sud America, Africa, Asia. di 3 continenti, Centro e Sud America, Africa, Asia. Questa conoscenza è imprescindibile per dare il giusto valore alla materia prima da cui trae origine ogni singola tazzina di caffè e Antonia Trucillo la condividerà anche in occasione del suo intervento all’interno del talk “Il prezzo del caffè: perché è difficile giustificare gli aumenti ai consumatori in Italia? Parliamo di filiera con chi se ne occupa”, in programma lunedì 20 gennaio alle ore 12 presso lo stand Anfim, Pad B1 – Stand 109.

Lo stand Caffè Trucillo, ogni giorno a partire dalle h 16,30 ospiterà il momento del Coffee Hour, con l’APERITIVO ALL’ITALIANA targato Autentico, il nuovo liquore al caffè Trucillo, che nasce dall’omonima miscela di caffè 100% Arabica.

Autentico è stato immaginato non solo come un elisir da servire shakerato con ghiaccio oppure freddo a fine pasto, ma anche come un ingrediente speciale per la creazione di nuovi signature cocktail. L’utilizzo del caffè nei cocktail sta vivendo una nuova era, diventando un ingrediente sempre più presente nella cockteleria, con ricette adatte anche a essere abbinate al pasto.

Il Coffee Hour Trucillo sarà un momento di ritrovo, durante il quale sorseggiare, fra una chiacchiera e l’altra, un intenso Espresso Martini Autentico o un fresco Americano Autentico.

Anche quest’anno Caffè Trucillo presenterà ai professionisti del settore i suoi prodotti di alta qualità, frutto non solo di esperienza e competenza produttiva, ma soprattutto di conoscenza diretta dell’intera filiera, a partire dai luoghi e dalle persone che, occupandosi quotidianamente della coltivazione delle piante del caffè, rendono possibile la trasformazione di questa materia prima che proviene da geografie e culture lontane e arriva nelle nostre tazzine dopo un lungo viaggio fatto Paesi, natura, vite e culture.

L’appuntamento con Caffè Trucillo è alla Fiera di Rimini, 18 – 22 gennaio, Pad B1 – Stand 199

Caffè Barbera Messina porterà al SIGEP la sua miscela del fondatore

MESSINA – Manca ormai pochissimo all’apertura di uno degli eventi più importanti e attesi dagli operatori del settore del Foodservice dolce. Dal 18 al 22 gennaio, infatti, alla Fiera di Rimini, si svolgerà il SIGEP 2025, il “Salone Internazionale gelateria pasticceria e panificazione artigianali e caffè”. Giunto alla 46ª edizione, il SIGEP accoglierà, come sempre, centinaia di espositori e operatori del settore. I numeri dell’edizione 2024 rendono l’idea del prestigio di questo evento: 180.000 visitatori e 1.200 espositori, provenienti da 160 Paesi. Anche quest’anno, Caffè Barbera sarà presente, con i suoi prodotti, uno stand colorato ed elegante e tante novità.

Lo stand di Caffè Barbera e la Miscela del Fondatore

Al Sigep 2025, il grande protagonista dello stand 154 (sito presso il padiglione D1) sarà la Miscela del Fondatore. Nata in occasione del nostro 150° anniversario, con l’idea di far rivivere un prodotto speciale di altissima qualità, essa celebra il nostro fondatore Domenico Barbera. Riprende  l’antica ricetta composta dai caffè provenienti dalle più autentiche piantagioni delle migliori aree caffeicole del mondo, sapientemente tostati e miscelati secondo la tradizione Barbera.

La miscela è caratterizzata da un ricco bouquet aromatico con note eleganti e dolci di frutta agrumata (arancia) e tropicale (mango), spezie (cannella e chiodi di garofano) e frutta secca (mandorle e nocciole). Il suo profumo e il suo gusto equilibrato e morbido caratterizzano il suo aroma. Il colore scelto da Caffè Barbera per “vestire” questa miscela è il dorato. Ecco perché, al Sigep 2025, lo stand di Caffè Barbera, tradizionalmente rosso, si tingerà in parte anche di oro.

Le novità di Caffè Barbera

Nello stand Barbera, gli ospiti potranno anche conoscere e toccare con mano tutte le novità che Caffè Barbera presenterà al Sigep. Prima fra tutte, la nuova confezione dei caffè monorigine, con le lattine da 250 grammi caratterizzate anche da una nuova veste grafica. E da una new entry, ossia il monorigine del Guatemala, che si aggiunge a quelli di India e Honduras, specialty coffee di eccellenza.

Altra novità importante, è la cioccolata in polvere in lattina da 1 kg, pensata esclusivamente per il canale business (b2b). Ma non è tutto: nel nostro stand sarà possibile ammirare la nostra attrezzatura brandizzata per orzo e ginseng. Si tratta di macchinari dedicati all’offerta di queste bevande, che possono essere personalizzati con un pattern specifico sui vari lati dei macchinari stessi.

La 46ª edizione

Il SIGEP è un incubatore di trend, tendenze e tecniche del futuro. Anche la sua 46ª edizione prevede tantissimi eventi, tra talk, dimostrazioni e workshop tenuti da esperti. Un luogo ideale per glki operatori, i quali avranno l’opportunità di arricchire le proprie competenze e prepararsi ad affrontare le principali sfide del settore.

Le arene tematiche ospitano i migliori gelatieri, pasticceri, baristi, panettieri e pizzaioli provenienti da tutto il mondo. Tante le competizioni nelle quali essi mostreranno le loro abilità tecniche, la creatività e l’innovazione. Non c’è posto migliore di Sigep per sapere esattamente cosa sta succedendo, come e quando succede.

Il SIGEP

Il SIGEP, “Salone Internazionale gelateria pasticceria e panificazione artigianali e caffè” rappresenta, infatti, l’evento di riferimento e ispirazione per il mondo del Foodservice. Esso attira professionisti internazionali nei settori gelato, pasticceria e cioccolato, caffè e panificazione. Nella vivace atmosfera della Fiera di Rimini, gli espositori presentano il futuro della loro industria, offrendo ai visitatori approfondimenti esclusivi sulle tendenze di domani e sui gusti inesplorati. L’evento offre una panoramica completa: dai prodotti agli ingredienti, dai servizi alle attrezzature, agli arredi, alle soluzioni di packaging e alle tecnologie. Sigep è il luogo ideale per allacciare contatti e stringere relazioni con i principali player del settore. Ogni interazione rappresenta un’occasione preziosa per imparare, crescere e cogliere nuove opportunità di business.

Per tutte le informazioni sul Sigep, sulle modalità di partecipazione e iscrizione basta cliccare qui.

Barista Attitude alla Fiera con la macchina Pilot e l’esclusivo macinacaffè Faro

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RIMINI – Dal 18 al 22 gennaio torna l’appuntamento con SIGEP e Barista Attitude si prepara a far vivere ai visitatori cinque giorni all’insegna della funzionalità e dell’ergonomia. Allo stand si potrà infatti vedere Pilot in azione, la macchina creata per guidare il professionista verso un caffè eccellente in modo intuitivo.

La macchina è uno strumento di altissima qualità ma allo stesso tempo formativo e semplice nell’utilizzo. L’accesso al menu principale e a quello tecnico è ancora più smart e permette di controllare tutte le funzioni in pochi semplici gesti. La pre-infusione diventa la vera protagonista.

Barista Attitude tra i protagonisti del SIGEP

Grazie infatti alla tecnologia DIP – Dual Infusion Process, Pilot si distingue dalle altre macchine single boiler per la possibilità di impostare sia il tempo di bagnatura che il tempo di infusione. Questa caratteristica consente un’estrazione personalizzata, permettendo di ottenere una qualità di caffè superiore grazie alla regolazione precisa dei parametri di pre-infusione.

Il Tempo di bagnatura permette di impostare per quanto tempo l’acqua deve bagnare il caffè nel portafiltro, mentre il Tempo di infusione permette di impostare quanto far durare la fase di blooming.

Pilot è equipaggiata con la lancia a vapore anti scottamento a sbalzo Barista Attitude che offre una grande sicurezza e un facile controllo. Il sistema Super Dry e l’elevata ergonomia delle lance garantiscono un risultato impeccabile nelle bevande a base di latte, preservandone gusto e qualità.

L’autosteamer, disponibile come optional, è uno strumento ideale per le aziende che desiderano ottimizzare i processi operativi. Consente di montare il latte in modo automatico, assicurando sempre una qualità impeccabile in tazza, anche con personale non formato.

Faro, l’esclusivo macinacaffè di Barista Attitude, è progettato per garantire ai baristi l’eccellenza in tazza, eliminando gli errori umani nel processo di macinatura. Grazie a un sistema intelligente di pesatura con precisione di ±0,1 grammi e a un algoritmo brevettato di autoapprendimento, Faro trasforma le variabili in costanti, permettendo di ottenere risultati sempre impeccabili. Inoltre, il suo innovativo sistema di distribuzione perfetta del caffè nel portafiltro, elimina la necessità di strumenti aggiuntivi.

Faro (immagine concessa)

Estremamente silenzioso e dotato di riconoscimento ultra rapido del portafiltro, Faro consente di risparmiare tempo, ridurre gli sprechi di caffè e mantenere un’esperienza d’uso fluida e intuitiva.

La struttura e il design, studiati per abbinarsi perfettamente alle macchine Tempesta e Storm di Barista Attitude, ne fanno un alleato affidabile e di classe per ogni barista che punta alla perfezione.

Con Faro, il caffè è sempre valorizzato al massimo: il sistema di ventilazione e le macine screwless rivestite in titanio preservano gli aromi senza surriscaldare il prodotto, offrendo un risultato che esalta ogni sfumatura del chicco.

Appuntamento dunque dal 18 al 22 gennaio presso lo stand 070-073 Hall B1 per un viaggio sensoriale che coinvolge tutti i sensi, dove la tecnica e la forma esaltano il potere aggregante della degustazione di un espresso.

Club Kavè a SIGEP World con un calendario ricco di eventi

OSTERIA GRANDE (Bologna) – Club Kavè è fra i protagonisti dell’edizione 2025 del SIGEP di Rimini, con un ricco calendario di eventi che confermano e rafforzano ulteriormente la partnership perfetta con il mondo della grande pasticceria. Dopo aver rinnovato di altri 3 anni l’accordo che la vede come partner ufficiale del Gambero Rosso nella guida “Pasticceri & Pasticcerie”, Club Kavè presenta il calendario di eventi per l’edizione 2025 del SIGEP (Salone internazionale gelateria pasticceria e panificazione artigianali), che si terranno al padiglione A1 stand 121.

In collaborazione con MAG – Master Academy Antonino Galvagno, diretta dal maestro AMPI Giuseppe Amato, il calendario propone una serie di appuntamenti che vedono il caffè come protagonista nel mondo dell’alta pasticceria.

Gli eventi includono dimostrazioni e workshop tenuti da rinomati esperti del settore.

Calendario degli eventi:

Sabato 18

ore 10.00 | Rita Busalacchi + Laboratorio dell’espresso

Paris Brest nocciolato + Cappuccino creme alla nocciola

ore 11.30 | Denis Dianin

Vasocottura: un’occasione per presentare il libro realizzato con Francesca Maggio

ore 13.30 | Roberto Cantolacqua

Le decorazioni all’italiana della uova di Pasqua

ore 15.00 | Armando Palmieri

Cake emulsionato al caramello, caffè e cardamomo

Domenica 19

ore 10.00 | Marco Battaglia

Il mio flan al caffè

ore 11.30 | Cesare Murzilli + Laboratorio dell’Espresso

Babka nocciola e caramello al caffè + Cappuccino creme alla nocciola

ore 13.30 | Mario Di Costanzo

Espressino

ore 15.00 | Tommaso Foglia + Laboratorio dell’Espresso

Il caffè, protagonista dell’equilibrio + Moretta Farnese

Lunedì 20

ore 10.00 | Giovanni Catalano + Laboratorio dell’Espresso

La mia terra baciata dal cadde + Cappuccino spruzzato all’arancia

ore 11.45 | Davide Malizia

Macaron al caffè, mela e limone

ore 13.30 | Nino De Pasquale

Il cartoccio fritto con crema al mascarpone

ore 15.00 | Luca Montersino + Laboratorio dell’Espresso

Mini savarin allo Strega in vasocottura + crema caffè allo Strega

Martedì 21

ore 10.00 | Luca Rubicondo + Laboratorio dell’Espresso

Ruby Chicken + Cappuccino Ruby

ore 11.30 | Denis Dianin

Crostata da forno al pistacchio e ciliegia

ore 13.30 | Francesco Palumbo

La rosticceria d’autore “Ciro nero”

ore 15.00 | Giorgio Tomalino + Laboratorio dell’Espresso

La vaniglia…l’orchidea degli dei + Chai latte alla vaniglia

Techfood e Italian Food Factory a Rimini con i nuovi prodotti

RIMINI – A pochi giorni dall’edizione 2025 di SIGEP, è giunto il momento di scoprire quali sorprese ha in serbo Techfood per l’immancabile appuntamento riminese del settore foodservice. Insieme ai prodotti a marchio Pausa e Squeezita, l’offerta non è stata solo ampliata ma anche diversificata in base alle esigenze tanto dei locali quanto dei consumatori. Dai nuovi dispenser alle combinazioni creative di Rondò Kubo, fino all’esclusivo bubble juice Bobalicious: ecco tutte le novità di quest’anno.

Rondò Kubo: la geometria non è mai stata così appetitosa

Un piccolo scrigno cubico di piacere, pronto da servire in una manciata di secondi. Che sia per un piccolo morso della fame o per un pasto vero e proprio, la risposta è solo una: Rondò Kubo. Il concetto Techfood viene completato da due semilavorati dedicati alle preparazioni delle cialde dolci o salate.

Il sistema Techfood permette di preparare simultaneamente fino a cinque porzioni: si ottengono in tutto dieci cialde, da abbinare a due a due e scegliendo la farcitura che si desidera. Il timer acustico e visivo avverte sulla cottura, che per la cronaca richiede poco più di un minuto.

Oltre a fornire un’ottima prestazione in termini di consumi energetici, la macchina è semplicissima da pulire e garantisce totale assenza di fumi e odori.

Insomma, non resta che sbizzarrirsi creando gli accostamenti migliori per la farcitura. Dalla prima colazione alla cena le combinazioni possono essere infinite, arrivando a soddisfare anche i palati più esigenti grazie alla possibilità di lavorare con

Bobalicious, un’esplosione di colore e bontà

Colorato ed estroso, Bobalicious unisce l’esplosione gusto delle piccole sfere boba al piacere intramontabile del succo di frutta. Un prodotto esclusivo per cui Pausa propone quattro nuove varietà di abbinamenti.

Ogni bicchiere da 250 ml propone una soluzione ottimale per la sua conservazione: le boba, già molto apprezzate dai consumatori di Bubble Tea, vengono tenute separate dal liquido nell’apposito coperchio di plastica.

In questo modo il prodotto può essere stoccato a temperatura ambiente oppure servito fresco direttamente al cliente, lasciando a quest’ultimo il piacere di far tuffare le boba direttamente nel succo. Bobalicious è un prodotto gluten free, no OGM e vegan; non contiene lattosio.

Le combinazioni proposte da Pausa attraversano gli abbinamenti più classici, come boba alla pesca e succo alla fragola, o ancora boba all’ananas e il succo all’arancia. Non mancano però le opzioni esotiche, come boba al passion fruit e succo tropical o boba al mango e succo al melone.

Leva, pressione e doypack: dispenser per tutti i gusti

In un settore complesso e in continua trasformazione come l’horeca, è fondamentale che gli operatori possano essere facilitati anche nelle mansioni più semplici e quotidiane.

Per questo Techfood ha deciso di ampliare l’offerta di dispenser, in modo da garantire la massima efficienza anche nei momenti più frenetici dell’attività lavorativa.

I veterani del campo avranno già avuto modo di sperimentare la praticità dei dispenser a leva Techfood, perfetti per qualsiasi guarnizione dalle salse alle creme. Questo strumento permette di erogare con accuratezza il prodotto mantenendo il flusso costante: una garanzia.

Techfood ha però voluto alzare ulteriormente la posta in gioco con i dispenser a pressione, sviluppati in collaborazione con Italian Food Factory, disponibili anche a marchio Squeezita. L’ottimizzazione di tempo e sprechi resta assicurata, con l’ulteriore vantaggio di poter erogare con precisione anche prodotti a bassa viscosità.

A chiudere il tridente magico, disponibile anche marchio Pausa, è il dispenser a pressione per il formato doypack. Quest’ultimo garantisce le medesime prestazioni ottimali pensando a chi usa creme e salse confezionati in pouch. Il progetto, sviluppato in collaborazione con Italian Food Factory, prevede l’offerta di 5 gusti tra creme spalmabili, marmellate e confetture, rigorosamente senza glutine, senza OGM, senza olio di palma.

Per conoscere e toccare con mano tutte le novità di quest’anno, Techfood vi aspetta al padiglione B1 (stand 1) alla fiera SIGEP di Rimini dal 18 al 22 gennaio 2025.

Associazione museo del caffè di Trieste: l’incontro culturale con Benito Franco Benedetti e il ritorno dei Cenacoli

TRIESTE – Il giorno 16 gennaio presso la libreria Ubik (Galleria Tergesteo, piazza della Borsa 15), per la serie di appuntamenti letterari “Trieste, un porto di sapori”, ha avuto luogo l’attesissimo incontro sul tema del chicco “Caffè, reminiscenze di un passato attuale”.

“Caffè, reminiscenze di un passato attuale”: l’incontro culturale

Sono intervenuti Gianni Pistrini presidente dell’Associazione museo del caffè di Trieste e il socio onorario Benito Franco Benedetti.

Benedetti per lunghi anni è stato impegnato nel settore della ristorazione. Benedetti, mitico titolare della Galleria Fabris dei tempi d’oro, narrerà episodi, curiosità, avvenimenti di quella storica epopea cittadina.

Successo per l’appuntamento “Caffélage: papiers collés al profumo di caffè”

C’è di più: un bel successo ha contrassegnato nei giorni scorsi il colorato appuntamento svoltosi all’Arcolab di via del Trionfo 1 (piazza Barbacan), promosso dall’Associazione Museo del Caffè di Trieste.

“Caffélage: papiers collés al profumo di caffè”, con la supervisione dell’esperta Simonetta Cusma (immagine concessa)

Il sodalizio guidato da Gianni Pistrini, noto più di consueto per l’organizzazione di approfondite quanto interessanti conferenze esplicative su tutti gli aspetti di quel “prezioso chicco” che rappresenta ormai da qualche secolo uno dei principali tratti caratteristici della nostra città, si è distinto stavolta per un’iniziativa tanto particolare quanto affascinante, fatta di pennelli, forbici, carta, colla e il caffè nel ruolo di tintura.

Un nutrito gruppo di artisti in erba e appassionati del colore di tutte le età, dai giovanissimi agli anziani, si è infatti alacremente impegnato (e notevolmente divertito) nel laboratorio intitolato “Caffélage: papiers collés al profumo di caffè”, con la supervisione dell’esperta Simonetta Cusma, dipingendo anche usando la nera bevanda e poi ritagliando, incollando e producendo piccole e simpatiche opere d’arte, ognuno secondo la propria fantasia e ispirazione.

Un’iniziativa da ripetere quanto prima, hanno affermato tutti i presenti, all’unisono.

Pur nella sua specialità anche questo incontro rientrava nel ciclo dei Cenacoli del Caffè 2024-2025, giunto alla ottava edizione, organizzato stavolta attorno al tema-guida “La trasversalità del caffè” e coordinato da Nicoletta Casagrande (responsabile dell’InfoLibro-Salotto multimediale del libro italiano di Capodistria) e dal vicepresidente di AMDC Doriano Simonato.

Il prossimo appuntamento sarà giovedì 27 febbraio, alle 17.30, nuovamente nella tradizionale sede dell’Hotel Savoia Excelsior, con il peculiare approfondimento storico su “Dal Bauhaus alla Illycaffè, Xanti Schawinskj a Trieste nel 1934”, relatore il dottor Sergio Vatta.

Kimbo racconta con le parole del presidente Mario Rubino, il piano Un chicco di speranza: “Che ora proseguirà nel 2025”

MELITO DI NAPOLI (Napoli) – Un chicco di speranza, il programma di impegno sociale sviluppato con successo da Kimbo sul suo territorio, e che ha coinvolto dieci detenuti del carcere di Scampia che hanno ottenuto il diploma di barista professionista e così hanno tracciato nuove prospettive per la loro vita futura. Ne abbiamo parlato con Mario Rubino, presidente di Kimbo, per capire le origini e gli sviluppi di questo importante progetto.

Rubino, qual è stata la genesi del progetto Un chicco di speranza?

“Come spesso accade, il progetto è nato da un incontro fortuito quanto significativo, quello con Antonio Mattone, direttore dell’Ufficio per la pastorale sociale e del lavoro dell’Arcidiocesi di Napoli.

Abbiamo avuto modo di confrontarci in occasione della messa che il 29 aprile 2023, per dare il senso più alto possibile ai 60 anni della nostra azienda, fondata nel 1963 dai fratelli Elio (mio padre), Francesco e Gerardo Rubino (miei amatissimi zii), abbiamo chiesto di celebrare a don Mimmo Battaglia nel padiglione H del nostro insediamento industriale. Volevamo, come famiglia e come imprenditori, rimarcare quanto la celebrazione eucaristica fosse proprio voluta a suffragio dei nostri lavoratori, in un territorio tanto periferico per le geografie socioculturali ed economiche quanto per noi sacro e fondamentale, ovvero l’area metropolitana di Napoli.

Quando siamo arrivati a Melito, a ridosso di Secondigliano, nell’area oggi cinematograficamente nota come “Scampia”, non c’erano che immense distese di campi e di coltivazioni, prevalentemente di mele, da cui, appunto, deriva il nome della città che oggi ci ospita, Melito. Dopo di noi sono arrivati la 167, le “Vele”, e infine il “Carcere”. Come ci ha confermato lo stesso cantante Geolier, ex “ragazzo di Secondigliano” prima che rapper noto a livello mondiale, che abbiamo affiancato e sostenuto nella sua partecipazione a Sanremo 2024, la nostra torre Kimbo è un simbolo di orgoglio e di identificazione per le persone che vivono nell’area nord di Napoli.

Peraltro, il perimetro della Casa Circondariale “Pasquale Mandato” confina proprio con il perimetro del nostro stabilimento. Così, dal brainstorming con Mattone, è stato quasi naturale che io mi adoperassi a sensibilizzare la nostra azienda affinché desse vita ad un progetto di formazione e di avviamento al lavoro “reale e costruttivo” a favore dei detenuti
della Casa Circondariale di Secondigliano. Per “creare i presupposti di una cittadinanza attiva”, come recita il pay off del progetto.

Così, con l’avallo di tutta la famiglia Rubino, quella seconda e terza generazione che oggi porta avanti il marchio Kimbo nel mondo, e con il supporto del mio team di comunicazione, dopo mesi di incontri, studi, confronti e approfondimenti con Giulia Russo, straordinaria direttrice della Casa Circondariale “Pasquale Mandato” di Secondigliano, e con l’assenso del Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, si è giunti il 16 settembre 2024, nella sala conferenza del Carcere, alla firma del protocollo d’intesa per il progetto “Un Chicco di Speranza”.

Oltre che dalla dottoressa Russo e dal dottore Rubino, il protocollo è stato siglato anche da
Monsignor Domenico Battaglia per la Diocesi di Napoli, e da Patrizia Mirra, presidente del
Tribunale di Sorveglianza di Napoli, parti attive e fondamentali per l’attuazione e lo
sviluppo del progetto.

I 10 detenuti che si diplomano al Kimbo Training Center di Scampia con Russo, Mattone e Rubino (foto concessa)

Si parla molto di sostenibilità: questo è un chiaro esempio di impatto sociale da
parte di un’azienda molto legata al suo territorio. Kimbo quindi si impegna
concretamente.

L’Art. 27, comma 3, della Costituzione Italiana recita: “Le pene non possono consistere in
trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del
condannato”. Come ha dichiarato la direttrice Giulia Russo, persona molto speciale che
porta avanti il suo lavoro con enorme passione, determinazione e sensibilità,
“L’educazione alla cittadinanza è da intendersi come una attività che mira ad aiutare le
persone in esecuzione penale a diventare cittadini attivi, informati, responsabili e capaci di assumersi responsabilità per loro stessi e per le loro comunità, una volta reinseriti nella
società”.

Con “Un Chicco di Speranza” Kimbo si è impegnata concretamente su tre obiettivi:

Abbiamo già organizzato un’attività di training funzionale alla formazione
professionale di barista quale opportunità di reinserimento sociale per dieci preselezionati
detenuti in regime di prossima libertà che abbiamo infatti già diplomato lo scorso dicembre
con una cerimonia molto emozionante al Kimbo Training Center alla quale hanno voluto
fortemente partecipare anche Lucia Castellano, Provveditrice dell’amministrazione
penitenziaria della Campania (la quale si è molto congratulata con noi proprio per la
concretezza del progetto), il giornalista Giulio Golia (che presto sarà portavoce del
progetto sui canali social con una serie di reel dedicati all’iniziativa) nonché alcuni
imprenditori del settore horeca (tra i quali Dario Montanaro, CEO del gruppo Nonna
Titti/Eccellenze della Costiera, e Giuseppe Medici, membro del Consorzio Conad “Sapori e
Dintorni” nonché titolare del pdv Gourmeet in via Alabardieri a Napoli) invitati da Kimbo
non solo per conoscere i dieci neodiplomati ma anche per approfondire, con le varie
istituzioni presenti, il tema delle agevolazioni fiscali per le aziende che contribuiscono al
reinserimento professionale degli ex detenuti.

Don Mimmo Battaglia con Mario Rubino (foto concessa)

Che cosa hanno imparato in 4 giornate di formazione questi 10 detenuti coinvolti e come li avete selezionati?

I dieci detenuti che hanno ricevuto il Diploma di Barista Professionista di I Livello si
chiamano Enzo, Davide, Raffaele, Roberto, Giuseppe, Antonio, Ciro, Francesco, Felice,
Salvatore… Sono nati a Napoli, a Salerno, nelle provincie del Casertano, nel Vesuviano…
Hanno età comprese tra i 63 e i 27 anni.

Sono stati selezionati dai responsabili dell’Area Giuridico Pedagogica del Carcere di Secondigliano, coordinati dal dottor Bruno Boccuni, che ci hanno conquistati per professionalità ed umanità. Il corso, articolato in quattro giornate suddivise tra teoria e pratica, ha visto i detenuti studiare tra i banchi e nell’area tecnica del Kimbo Training Center, luogo di eccellenza strutturato con dieci postazioni bar altamente professionali.

Gli esperti di caffè – che fanno continua ricerca per l’azienda – hanno condiviso le loro esperienze, la loro cultura, i loro piccoli “segreti” anche attraverso una speciale sezione didattica dedicata alle diverse metodologie di estrazione del caffè, con gli aromi delle varie miscele Kimbo. La Diocesi di Napoli, nella sua azione di impegno nella pastorale carceraria, seguita dal cappellano Giovanni Russo, si è adoperata per stimolare l’interesse dei detenuti nei confronti del progetto, accompagnando e sostenendo moralmente i destinatari nello sviluppo di una dimensione personale positiva rispetto alla scelta professionale, nella prospettiva di costruzione di un nuovo progetto di vita.”

Quali sono i feedback di tutte le parti coinvolte?

“Cito su questo le parole di Giovanni Russo, Capo del Dipartimento dell’Amministrazione
Penitenziaria del Ministero della Giustizia, riportate anche nella nostra comunicazione
ufficiale: “Il nostro concetto di umanizzazione della pena passa per una revisione del
significato stesso delle modalità attraverso le quali noi intendiamo affrontare il detenuto e
le sue attività.

La rieducazione è multipla, plurale, passa attraverso una revisione dei comportamenti e la ricostruzione di un rapporto sociale. E l’iniziativa che Kimbo, Diocesi di Napoli e Casa Circondariale di Secondigliano hanno siglato è un esempio virtuoso. Il progetto “Un Chicco di Speranza” è lo strumento attraverso il quale agenzie sociali così importanti come la Chiesa, come un’impresa affermata desiderano in qualche modo partecipare all’operazione di rieducazione che non può spettare soltanto solo all’amministrazione penitenziaria e non può essere confinata alle sue sole forze.

Da napoletano sono contento che tutti i partecipi del protocollo che si è firmato oggi siano un grande esempio di solidarietà e di generosità partenopea, anche perché non abbiamo dovuto inseguire gli imprenditori Rubino o la Diocesi ma sono stati loro che ci hanno incalzati affinché tutto questo si potesse concretizzare”.

Vorrei aggiungere anche le parole di Sua Eccellenza Monsignor Domenico Battaglia:

“Questo progetto non è un atto di pietismo, non è una solidarietà vuota, piuttosto è un
senso di giustizia. Perché il diritto da solo non basta. Quello che ci salva, quello che fa
bene alla società, è la capacità di fare rete, tutti insieme. Quello che ci salva è il “noi”, una
società dove chi sta dietro può andare avanti. Il “fare rete” e il “noi” sono il senso di questo progetto di speranza”.”

La prossimità tra la sede del training center e il carcere, ha aiutato l’organizzazione dell’iniziativa?

“La vicinanza tra i due siti ha reso certo le cose più semplici, soprattutto nell’ottimizzazione
dei tempi. I detenuti, in alcune giornate, hanno addirittura potuto raggiungere il nostro
Training Center a piedi. Ma sono molto grato per questo alla Magistratura di Sorveglianza
ed al grande lavoro della presidente Patrizia Mirra che ha vigilato e supportato le attività e gli spostamenti dei detenuti.”

Prossimi step del progetto un chicco di speranza, riproporre la formazione e gestire una piantagione di caffè: che cosa si può già dire di questo percorso futuro?

“Il progetto “Un Chicco di Speranza” prosegue nel 2025 per sviluppare, come previsto dal
protocollo d’intesa, i due successivi segmenti del progetto. In primo luogo, a partire dal prossimo febbraio, saranno allestiti all’interno dell’istituto penitenziario, in aule già
individuate, un laboratorio ed un magazzino per la riparazione e la rigenerazione delle
macchine bar di proprietà di Kimbo da utilizzare nel settore horeca.

A questa attività saranno destinati detenuti in regime di articolo 20 ter o 21, nonché beneficiari della misura alternativa della semi-libertà, i quali saranno preventivamente formati attraverso un corso tenuto nelle aule della casa circondariale da personale Kimbo altamente specializzato.

Successivamente, con il coinvolgimento della Facoltà di Agraria della “Federico II”, sempre
all’interno della Casa Circondariale, e con il coinvolgimento professionale dei detenuti,
sarà sperimentata la coltivazione di una piccola piantagione di caffè, sfruttando le
potenzialità ambientali e climatiche nonché ecosostenibili di un appezzamento di terreno,
dell’estensione di 10.000 metri quadrati, ubicato proprio nel perimetro dell’istituto penitenziario.

Abbiamo ricevuto tanto dalla città di Napoli e significativamente siamo e restiamo in
questa area geografica così unica e speciale proprio per manifestare la nostra gratitudine.

Se oggi Kimbo è il caffè di Napoli nel mondo lo dobbiamo anche alle nostre radici. Siamo
nati nel Rione Sanità e i fondatori della nostra azienda hanno scelto Melito di Napoli come
area per impiantare lo stabilimento industriale credendo e investendo sul territorio. Oggi
sentiamo il dovere di restituire, nel nostro piccolo, a chi tanto ci ha dato.

E, con l’esperienza di trent’anni di medico del Pronto Soccorso del più grande ospedale del Sud Italia, il Cardarelli, spero tanto di non essere l’unico, ma di riuscire a coinvolgere presto altri imprenditori nella mia visione di benessere e di sostenibilità sociale.”

Andrea Bellisai, formatore dalla Sardegna, su Report: “Non basta l’informazione incompleta, si rischia così di peggiorare le cose”

MILANO – Andrea Bellisai, in seguito alla puntata di Report che ha puntato i riflettori sulla realtà dietro al bancone e non solo, interviene in qualità di formatore. Un lavoro che pone diverse sfide, non solo nella pratica, ma anche nel confrontarsi continuamente con vecchie modalità di lavoro e di insegnamento. Un discorso ancora più complesso se si parla del campo d’azione di Bellisai, che si sposta su tutto il territorio nazionale compresa la Sardegna, un’area inevitabilmente isolata anche da questo punto di vista.

La sua storia inizia come quella di tanti altri nel settore: a 17 anni si mette all’opera, senza però avere particolare consapevolezza di cosa fosse il mestiere. Poi, la svolta nell’incontro con Chiara Bergonzi, attraverso un corso di latte art nel 2014.

L’idea era quella di intraprendere un percorso professionale all’interno della caffetteria: “Mi sono reso conto che servivo un prodotto scadente, e seguendo quelle lezioni mi si è aperto un mondo. Da lì in poi ogni mio stipendio veniva speso in buona parte per continuare a seguire tutti i moduli Sca barista e brewing, dal basic al professional, affiancandoli naturalmente allo studio da autodidatta.”

Ha partecipato anche a due gare di latte art che lo hanno ulteriormente messo in contatto con altri campioni mondiali. Grazie a queste competizioni, è ancora più entrato dentro la community.

A lezione con Andrea Bellisai (foto concessa)

Poi sono arrivati i primi contatti con le aziende che avevano bisogno di un formatore. Un mestiere che Bellisai descrive come difficile: “Perché trasmettere al barista l’enorme quantità di competenze necessarie dietro al bancone, non è sempre un’operazione compresa da tutti.”

Bellisai durante il Covid, decide di aprire il proprio centro di formazione in Sardegna

“Avevo quasi tutte le attrezzature di mia proprietà e così ho avviato la scuola all’interno di uno spazio di riparazione tecnica di macchine di caffè molto conosciuto in Sardegna, con due sale, una per la teoria e una per la pratica. Non ci sono macchine obsolete, tutto è all’avanguardia.

Ho aperto l’Academy senza alcun appoggio esterno: la struttura, la pagina, il sito internet, ogni aspetto l’ho voluto gestire indipendentemente da qualsiasi altro marchio. Ho studiato tutta quella parte che poteva aiutarmi a farmi conoscere online e ho lavorato al 99% grazie al passaparola: i miei stessi corsisti hanno dato degli ottimi feedback e recensioni. Il mio passato poi mi aveva già reso noto nel nostro ambiente.

Da me si iscrive una clientela mista: arrivano ragazzi dagli Istituti alberghieri ancora minorenni, perché giro tutta Italia a fare formazione nelle scuole anche ai docenti. Ma non mancano neppure i baristi che svolgono il mestiere da 30 anni e vogliono aggiornarsi. Anche gli imprenditori si rivolgono a noi per far evolvere il proprio personale: le imprese, che spesso ignorano questa possibilità, dispongono di un tot del budget da investire nella formazione dei dipendenti che poi viene scaricato dalle tasse. Non tutti però sanno questa
cosa o non riescono ad anticipare la quota da dedicare.”

Nell’ultimo anno ho lavorato più con i gestori che con i singoli privati

“Una cosa prima davvero rara. Non mi sono ancora dato una spiegazione, ma sicuramente il mio lavoro di tutti questi anni sta dando i suoi frutti. Poi entra in gioco anche la concorrenza tra i titolari, che osservano come i loro competitor si muovono in diverse direzioni e reagiscono di conseguenza.

Poi in Sardegna purtroppo devo dire che la mentalità è davvero più chiusa rispetto al resto del Paese sul piano della formazione. “

Rispetto a Report

Bellisai: “Sinceramente non trovo nessuna differenza tra il mercato napoletano e quello del resto d’Italia. La scarsa pulizia e formazione si trova anche a Roma e a Milano. Il problema dunque non è poi tanto neppure la materia prima: pensiamo a quanto vino scadente si vende e si beve. Il reale punto critico resta ancora una volta la formazione: il titolare di un’azienda o un barista non acquisterebbero mai un caffè di scarsa qualità se sapessero riconoscerlo.

Ci penserebbero meglio e così, se il barista ha una maggiore conoscenza del prodotto, di conseguenza anche il cliente verrà educato a sua volta su ciò che ordina. Molto quindi potrebbe e dovrebbe passare a monte dal torrefattore che rifornisce i locali.

Da parte mia ho provato nel tempo a collaborare con alcune torrefazioni in Sardegna, presenti anche in Italia. Ho deciso però che nella mia Academy non si parla mai di brand, ma di caffè in generale come materia prima, senza fare pubblicità a nessun marchio specifico con cui collaboro. Utilizzo il verde selezionato da me, per poter poi essere libero di insegnare quello che ritengo necessario e corretto.

Quindi faccio una formazione mirata sulla qualità a prescindere dalle aziende di riferimento.
Per quanto riguarda lo specialty, ne sono un grande promotore. Tuttavia non è possibile parlare soltanto di quello, perché siamo comunque in Italia e le nostre abitudini sono diverse e vanno tenute in considerazione. Esistono caffè commerciali buoni, che però devono essere trattati adeguatamente per un buon risultato in tazza.

Ed io fornisco gli strumenti necessari per valorizzare anche queste soluzioni più di massa ma di fascia medio alta. Il discorso sulla tostatura procede secondo il medesimo principio: quella chiara per gli specialty fa comodo perché si usano più grammi di caffè, ma non è l’intensità del colore del chicco l’aspetto da demonizzare. Ogni materia prima può essere trattata diversamente a seconda di come lo si vuole valorizzare. L’importante è non superare quella soglia oltre la quale vengono rilasciati gli oli e si brucia il verde. “

L’argomento più duro su cui lavorare nella formazione?

“Le cose più difficili da far comprendere riguardano la comprensione del gusto dell’espresso e l’importanza della pulizia: noi come italiani siamo abituati a bere delle tazzine amare, bruciate, per cui insistere sulla parte dell’assaggio con i miei studenti è inizialmente un po’ complesso. Ad esempio la percezione di acido e amaro, che spesso si confondono, è un ostacolo da superare quasi sempre.

Dentro l’Academy di Andrea Bellisai (foto concessa)

L’altro aspetto dolente è la manutenzione delle attrezzature alla quale dedico molto spazio e rispetto cui esistono dei falsi miti. Ad esempio la leggenda che sia fondamentale sporcare la macchina il mattino per conferirgli il sapore del caffè. Sono tutte delle nozioni che sono state tramandate da anni di gestioni in questo modo: il reale motivo per cui è buona norma preparare dei caffè prima dell’apertura, è per la regolazione della corretta
macinatura, non per attribuire sentori alla macchina.

Inoltre, propongo determinati prodotti studiati per una pulizia corretta, seguendo i miei clienti direttamente dalla A alla Z.

Spesso confrontarmi con persone che fanno questo lavoro da anni ignorando l’importanza di questo passaggio, è più difficile di tutto il resto. Ogni fine lezione, lascio pulire le attrezzature ai ragazzi e poi ci prepariamo il caffè: con la macchina pulita la tazzina è più buona. Il messaggio è: la macchina va pulita più volte durante il giorno, non soltanto a fine giornata.”

La formazione dei docenti negli Istituti alberghieri

“Innanzitutto ho notato una cosa singolare, ovvero che non c’è un corso di latte art all’interno degli Istituti alberghieri: si è rimasti fermi agli anni ‘80-90, quando sono stati assunti i docenti che oggi stanno per andare in pensione. Quindi molti di loro non si sono aggiornati, anche perché non sono obbligati a farlo. E non solo: io stesso ho tenuto corsi a professori di ragazzi appena assunti di 23-24 anni, che quindi ancora non sanno comprensibilmente molto di più dei loro studenti di 17.

Degli studenti che ho seguito, sono rimasti stravolti da quanto abbiano imparato da me in poche ore rispetto agli anni passati dentro la loro scuola. Questo perché gli stessi docenti spesso dovrebbero formarsi. Quando mi inserisco da esterno come insegnante, spesso vengo percepito quasi come una minaccia: invece mi metto a disposizione per aggiornarli, non per rubare loro il lavoro.

Dall’altra parte devo dire che ci sono anche dei docenti che si propongono all’Academy per formarsi con corsi individuali insieme. Hanno acquisito le competenze sufficienti per poi insegnare nelle loro scuole.

Sono contento che questo accada, proprio perché non mi guida alcun spirito di concorrenza. Giochiamo tutti nella stessa squadra.

E cosa ha trovato come macchine negli Istituti?

Bellisai: “In alcune scuole c’erano macchine per espresso di 40 anni fa, alcuni ragazzi non sapevano neppure dell’esistenza delle superautomatiche. Spiegare in questi contesti, significa partire davvero dalle basi.

Alcuni libri di testo sono altrettanto obsoleti e affermano cose che non sono corrette: 7 grammi per l’espresso, ad esempio, che ormai si sa che sono troppo pochi. Ma anche in questo caso è responsabilità dei docenti che, se non sono preparati, non sentono neppure l’esigenza di cambiare i manuali. Ho formato tutt’oggi in Sardegna 28 docenti sardi e ogni tre mesi, a Torino e a Bra, presso l’Istituto Velso Mucci: la prima scuola che sta investendo tanto sulla formazione dei docenti e dei ragazzi sulla caffettiera.

Le scuole negli ultimi due anni stanno ricevendo soldi con il PNRR da investire obbligatoriamente in formazione e attrezzature: ma spesso queste risorse vengono disperse per mancanza di organizzazione.

Invece questo istituto ci sta riuscendo con grande efficacia. La latte art da servizio, comunque si conferma un buon cavallo di Troia per conquistare i ragazzi e avvicinarli poi a tutto il resto della caffetteria e quindi sarebbe il caso di inserirla strutturalmente nell’offerta
didattiche delle scuole alberghiere.”

Bellisai, parliamo della sua Academy

“Ho già in atto il prossimo progetto: aprire il secondo punto nel centro Sardegna nell’Ogliastra. Vorrei raggiungere un po’ anche questa zona e tra qualche mese dovrebbe essere avviato. Continuerò i progetti rivolti alle persone svantaggiate, collaborando con la Caritas e aprendo nuove opportunità professionali a ragazzi che non dispongono di molti mezzi per professionalizzarsi. In quel caso avevano scelto proprio loro di formarsi nella caffetteria ed è stato per me particolarmente gratificante.

Sono anche stato contattato per fare corsi con enti terziari o statali, ma è un ambiente che non favorisce la corretta formazione: le classi sono troppo numerose e spesso a monte non si conoscono neppure gli argomenti trattati, durano sei mesi, con un programma deciso da terzi. Sulla carta potrebbe essere bello seguirli, perché si ottiene la qualifica regionale: ma in questo caso avere la certificazione non significa necessariamente essere competenti.

I genitori questo lo sanno? No. E non c’è alcun ente che controlli e formi i docenti, anche sotto obbligo. Gli stessi controlli di Haccp nei bar avvengono in maniera superficiale. Il servizio di Report doveva essere ancora più incisivo su questo: non va solo pulita la tramoggia, bisogna spiegare anche come pulirla. Ho visto qualcuno metterla nella lavastoviglie: l’informazione incompleta non basta. Dare nozioni a metà può confondere ulteriormente e rischia addirittura di peggiorare le cose.

Credo che tutto debba partire dalle torrefazioni: se si vuole erogare un buon prodotto, non si può poi prendersela con i baristi che non estraggono correttamente la bevanda. Ma sappiamo perché i torrefattori sottovalutano questo aspetto e loro per primi spesso avrebbero bisogno di qualche corso di formazione, per comprendere come deve essere trattato il loro prodotto nei bar.

Tra vent’anni ancora sarà così, anzi, andrà peggio: se il costo della materia prima continuerà a salire, si tenterà di acquistare caffè verde ancora di più bassa qualità. “

Mercati del caffè in flessione nonostante le stime pessimistiche sul raccolto brasiliano

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MILANO – Momento interlocutorio per i mercati del caffè, con gli operatori in attesa di notizie più precise sull’andamento dei raccolti e sulle nuove stime relative alla produzione brasiliana. Lunedì 13 gennaio, il contratto per scadenza marzo dell’Ice Arabica è tornato in territorio positivo con un rialzo nell’ordine dei 210 punti, che ha portato una chiusura di 325,95 centesimi, massimo delle ultime tre settimane.

A fornire supporto al mercato newyorchese, l’andamento meteo nel Minas Gerais, massimo stato produttore di arabica del Brasile, dove la quantità di pioggia caduta la settimana scorsa è stata meno di un terzo (31%) delle medie storiche di periodo.

I prezzi sono però tornati a scendere nella giornata di ieri, martedì 14 gennaio. Il benchmark è arretrato di 400 punti concludendo a 321,95 centesimi, nonostante la diffusione di una nuova pessimistica stima sul prossimo raccolto brasiliano.

Terza seduta consecutiva in territorio negativo per l’Ice Robusta. La scadenza principale (marzo) ha perso $116, tra venerdì scorso e ieri, atterrando a 4.863 dollari, minimo per la scadenza principale dalla prima settimana di dicembre.

Non ha inciso sui mercati, almeno per il momento, la stima sul raccolto 2025/26 diffusa dall’Istituto brasiliano di geografia e statistica (Ibge), entità pubblica dipendente dal ministero dello sviluppo

Ibge prevede, per la prossima annata di raccolto, un calo complessivo della produzione del 6,8% rispetto al 2024/25, a 53,2 milioni di sacchi.

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Gruppo Gimoka presente a Marca 2025 (Bologna Fiere 15-16 gennaio) con le nuove bevande a basso contenuto di zuccheri e 100% vegetali

CINISELLO BALSAMO (Milano) – Per soddisfare la crescente domanda di consumi più sostenibili e che rispondono a uno stile di vita sano, il Gruppo Gimoka, dal Salone internazionale della marca del distributore, in programma il 15-16 gennaio a Bologna Fiere, lancia la nuova linea di bevande solubili a basso contenuto di zuccheri e di bevande solubili 100% vegetali, confermandosi tra i leader nel settore delle Private Label per completezza e profondità della gamma proposta agli operatori internazionali, sempre più esigenti e consapevoli.

Gruppo Gimoka a Marca

Gruppo Gimoka è premium sourcing partner globale per le insegne nazionali e internazionali operanti nel mondo della GDO, grazie a una divisione dedicata allo sviluppo di prodotti a marchio e al parco impianti tecnologicamente avanzato di cui dispone.

Seguendo le abitudini degli europei e degli italiani, che nell’ultimo biennio hanno diminuito il consumo di zuccheri nelle bevande[1], la prima novità che il Gruppo Gimoka porta a Marca riguarda la linea a ridotto contenuto di zuccheri: creata per quanti si ispirano a uno stile di vita sano e desiderano ridurre il rischio di malattie metaboliche anche attraverso migliorati comportamenti alimentari. Si tratta di bevande che possono aiutare la gestione del peso corporeo e la salute dentale, secondo le raccomandazioni dell’OMS.

La seconda novità presentata dal Gruppo Gimoka sono le bevande 100% vegetali, solubili a base di avena, che rappresentano un’alternativa alle bevande a base di latte animale e si rivolgono ad un’ampia fascia di consumatori. Infatti, secondo una ricerca dell’Unione Italiana Food, 1 italiano su 2 le consuma abitualmente (50,4%)[2].

“Le ragioni che portano il Gruppo a qualificarsi come una delle realtà internazionali di riferimento scelte da preminenti insegne distributive e da torrefattori leader a livello europeo risiedono in un know-how consolidato nel tempo e perfezionato da due centri di Ricerca e Sviluppo dedicati al caffè e alle bevande solubili – ha dichiarato Marco Padelli, co-CEO del Gruppo Gimoka. La sfida principale della divisione R&D solubili di Gruppo Gimoka è stata quella di sviluppare una linea di bevande di alto profilo sensoriale in grado di soddisfare anche le esigenze di chi desidera limitare l’assunzione di zuccheri”.

 Questa continua tendenza all’innovazione fa sì che il catalogo di caffè e bevande solubili di Gruppo Gimoka sia il più ampio disponibile sul mercato per origini, certificazioni, miscele (oltre 120), ma anche per bevande solubili gluten free, 100% vegetali e senza lattosio.

Il Gruppo Gimoka è in grado di offrire differenti tipologie di confezionamento macinato e in grani, in vari formati, e tutte le tipologie di porzionato più diffuse al mondo: capsule compatibili Nespresso, Nespresso professional, Nescafé Dolce Gusto, Lavazza a Modo Mio, Key cup e Caffitaly, oltre alle cialde in carta ESE.

Inoltre, grazie al suo team specializzato in Private Label, che opera con un approccio orientato alla gestione del progetto in ogni sua fase, il Gruppo Gimoka offre ai partner un elevato grado di innovazione e personalizzazione, garantendo coerenza con il posizionamento desiderato sullo scaffale.

La scheda sintetica di Gruppo Gimoka

 Gruppo Gimoka è una Hot Beverage Company che opera a livello internazionale con tre modelli di business: Co-packing, Private Label e Brand. Il Gruppo è attivo in Italia e in 87 Paesi nel mondo, con 7 filiali estere. Grazie a un piano di ammodernamento degli impianti di produzione, tostatura e confezionamento, l’azienda si distingue per l’alta efficienza e l’organizzazione secondo una logica di industria 4.0.

Il Gruppo Gimoka opera nel settore del Caffè e dei Solubili per il mercato Ho.Re.ca., della Distribuzione Automatica e per la casa, in ottica Omnichannel. Questo risultato è frutto della scelta strategica di massimizzare il controllo della filiera, ponendosi nelle condizioni di affrontare le sfide competitive internazionali e acquisire un maggior presidio su tutte le fasi della catena del valore.

[1] Dati dell’Osservatorio Immagino GS1 Italia, 2024 e Nielsen.

[2] “Prodotti a base vegetale: motivazioni di acquisto e core target”, NielsenIQ per Gruppo Prodotti a base vegetale di Unione Italiana Food, 14 novembre 2024.