mercoledì 08 Maggio 2024
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Dalla Corte riunisce gli appassionati di Latte art nel suo stabilimento di Milano

Il Campus organizzato da Dalla Corte macchine per espresso insieme a Mahlkönig, Urnex, Alpro, Monin, con la collaborazione di Grand Marnier, Durobor Group, d’Ancàp, Centrale del Latte di Brescia e illy si può davvero definire “il meeting che mancava”

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MILANO – Entusiasmo, voglia di confrontarsi, di apprendere, di crescere e – perché no? – vincere! Con questo spirito riassunto sulla maglietta ideata per loro che riportava “live, learn, share”, dieci campioni di diverse nazioni che concorreranno alle finali mondiali di Latte Art e Coffee in Good Spirits, il 14 settembre hanno varcato la soglia di quello che fino al 2010 è stato lo stabilimento Dalla Corte, in via Candiani a Milano, per partecipare al DC Campus, una due giorni di studio e pratica in vista delle finali in programma tra l’1 e il 4 novembre a Seoul – Corea del Sud.

Dalla Corte fa incontrare la community di latte artist

Una location ottimale, grazie agli ampi spazi in cui sono state allestite tre postazioni identiche a quelle della finale con le apparecchiature ufficiali della competizione: la macchina espresso dc pro di Dalla Corte e il grinder on demand K30 Vario di Mahlkönig. L’apertura degli ambienti sul cortile interno, ha permesso ai finalisti di approfittare del tempo libero per svagarsi e socializzare.

Triestespresso

Con loro, numerosi operatori del settore e baristi che hanno potuto respirare la particolare atmosfera che caratterizza il mondo del bar a livello internazionale, fatto di ricerca, impegno e dell’entusiasmo di una figura professionale con la “B” maiuscola. Indiscussa protagonista Sonja Grant, capo giudice e trainer Scae, che ha illustrato nel dettaglio i regolamenti delle competizioni.

L’appuntamento che mancava

Il Campus organizzato da Dalla Corte macchine per espresso insieme a Mahlkönig, Urnex, Alpro, Monin, con la collaborazione di Grand Marnier, Durobor Group, d’Ancàp, Centrale del Latte di Brescia e illy si può davvero definire “il meeting che mancava”. “Partecipare a una gara organizzata da WCE – World Coffee Events significa possedere una solida base di cultura e professionalità, ma anche conoscere a fondo il regolamento delle competizioni, oggetto di continue modifiche anno dopo anno – afferma Paolo Dalla Corte, titolare con la sorella Elsa dell’azienda milanese di macchine per caffè -. È poi fondamentale prendere confidenza e fare pratica con le attrezzature ufficiali della competizione. Abbiamo realizzato il Campus per dare questa opportunità ai finalisti, fedeli alla nostra mission aziendale, che vede ai primi posti la qualità dell’espresso, la formazione e la crescita professionale degli operatori di ogni parte del mondo”.

Ed è l’appuntamento che mancava a livello nazionale di Dalla Corte

Dove operatori e aziende sono spesso troppo ripiegati sul proprio lavoro di ogni giorno, senza avvertire i cambiamenti e le tendenze in atto oltre frontiera. “Perché nei vostri bar offrite solo espresso e non anche caffè filtro e altre preparazioni o miscele? Eppure siamo in una metropoli!” ha osservato più di un barista straniero. “Open your mind” è stato l’invito ripetuto soprattutto da un pungente Christos Loukakis, il greco campione mondiale di Latte Art 2011. Già: aprire la mente, gli orizzonti. Regole senza buchi neri Conclusa la conferenza stampa di apertura, nel primo pomeriggio di venerdì 14 ha preso il via il Campus, con i campioni nazionali LA 2012 Anaïs Rebella – Francia, Chiara Bergonzi – Italia, Esther Maasdam – Paesi Bassi, Viktoria Kashirtseva – Russia, François Knopes – Belgio, Miguel Lamora – Spagna, e i campioni nazionali CIGS 2012: Francesco Corona – Italia, Ronny Billemon – Belgio, Stavros Lamprinidis – Grecia, Floriana Vlaicu – Romania.

Sonja Björk Grant, capo giudice e trainer Scae, ha illustrato nel dettaglio il regolamento delle competizioni e risposto a ogni domanda dei finalisti

L’errata interpretazione di una norma può compromettere il buon andamento di una gara; è dunque più che mai importante conoscerne a fondo i meccanismi. Le novità più evidenti vedono venir meno la prova di latte art in un contenitore “altro” (ad esempio una vaschetta utilizzata per le patatine), per dare spazio ai classici: tazza e tazzina. Inoltre, sarà di nuovo valutato e riceverà un punteggio il gusto della preparazione. Per quanto riguarda la gara di World Coffee in Good Spirits, ai concorrenti non sarà più data la ricetta con gli ingredienti a sorpresa, resi noti poco prima della gara, e i cocktail ideati dai finalisti nel “Round One”, la fase preliminare, dovranno contenere il liquore Grand Marnier, sponsor della competizione.

Quindi, via con la pratica

Ogni concorrente ha avuto la postazione di gara a disposizione 30 minuti, durante i quali si è allenato, ha messo a fuoco i movimenti, la corretta disposizione dei prodotti e ha dato libero sfogo alla creatività, sempre attorniato da una folla attenta e disposta a collaborare. Le tazze si sono riempite di mille “ricami” e la mixability ha testato drink noti e altri improvvisati, raccogliendo le impressioni dei presenti. Ogni creazione e ogni movimento del campione Loukakis sono stati seguiti con grandissima attenzione da parte di una platea ammirata.

Nel pomeriggio ha fatto la sua comparsa Bruno, fondatore con il figlio Paolo di Dalla Corte

È stato accolto con entusiasmo e ha osservato con evidente soddisfazione i campioni al lavoro. Quindi un buon espresso confezionato dalla francese Anaïs Rebella e una foto di gruppo con i giovani ai quali ha augurato di proseguire il proprio cammino professionale nel segno della qualità. Sonja Grant ha poi risposto a nuove domande sulle gare scaturite dalle prove appena concluse, infine una parentesi dedicata a Grand Marnier: il suo ambasciatore Serge Sevaux ha raccontato la sua storia e il suo successo mondiale, spiegato le caratteristiche e lo stretto rapporto con il mondo del bar e della mixability. Prove di finale La mattinata di sabato 15 è stata nuovamente dedicata alla pratica (45 minuti a disposizione di ogni barista) in un clima rilassato e amichevole.

Nel pomeriggio c’è stata una simulazione dell’ultimo round della competizione, alla quale parteciperanno i primi sei classificati per ogni categoria. La Latte Art ha previsto la preparazione in 8 minuti di tre bevande in due tazze identiche: la decorazione di un cappuccino e di un espresso in free pour (versamento libero) e una bevanda decorata con la tecnica scelta dal barista. Sonja Grant non ha espresso alcun giudizio, ma ha fatto la coordinatrice della squadra di giudici, composta dai finalisti non impegnati nelle due postazioni di gara, alle prese con le schede ufficiali di chi li giudicherà a novembre: di nuovo un metodo efficace per comprendere i tanti particolari che concorrono alla realizzazione del punteggio finale, da considerare per gli altri, ma soprattutto per se stessi.

Le prove erano non competitive, ma la voglia di impegnarsi per dare il meglio ha prevalso insieme alla tensione propria di ogni confronto

I toni si sono smorzati, i visi – sempre sorridenti – si sono fatti più seri, concentrati sulla prestazione. Anche il pubblico ha seguito con maggiore attenzione e ogni movimento è stato puntualmente osservato e giudicato. Durante le prove di Latte Art spesso i bricchi hanno tremato nelle mani dei finalisti e in alcuni casi è stato sforato il tempo limite (condizione che porta a penalità sul punteggio).

Più disinvolti i concorrenti WCIGS, alle prese con una preparazione a piacere calda o fredda e un Irish Coffee (entrambi da presentare in due bicchieri identici), anche se di nuovo non sono mancate sbavature, o la delimitazione tra la base alcolica e la crema del cocktail mondiale non è sempre stata netta, perfetta. In chiusura ogni concorrente ha ricevuto le schede di valutazione con le note dei giudici, da “studiare” per comprendere i passaggi ai quali porre maggiore attenzione per migliorare la propria prestazione. Soia esplosiva A tanto impegno non poteva che seguire una fase ludica, sempre a base caffè, ma con un nuovo ingrediente, il latte di soia.

I finalisti, ma anche i baristi presenti e la disponibilissima Sonja Grant si sono misurati a “colpi” di Latte Soyart, decorando una tazzina di espresso e un cappuccino. Una gara a eliminazione che ha messo in luce i buoni risultati che il latte Alpro “For Professionals” dà sia in fase di realizzazione dei decori, sia da un punto di vista gustativo. La vittoria è ovviamente andata al “mitico” Loukakis, più che mai scatenato nell’unire un’indiscussa bravura nel realizzare decori a una gran voglia di scherzare: un’esuberanza e un’allegria contagiose.

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