giovedì 18 Aprile 2024
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Aperture anticipate, lo stop del comitato tecnico: necessario attendere il primo di giugno

Regioni e operatori premono per accelerare su riapertura degli esercizi commerciali ritenuti più a rischio ‘assembramento’, ma il Comitato Tecnico frena

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MILANO – Se ne discute quotidianamente, tra la disperazione dei gestori dei locali che devono accontentarsi delle formule di take away e delivery per sopravvivere sino al 1° giugno e i politici: le aperture anticipate al 18 maggio sono un’ipotesi che però non trova l’approvazione del Comitato tecnico scientifico. Da questo organo consultivo arriva l’ennesima frenata rispetto a una ripartenza troppo frettolosa. Leggiamo la notizia da jamma.tv.

Aperture anticipate sconsigliate dai tecnici

Nella serata di ieri il Comitato tecnico scientifico istituito presso la Protezione Civile per coordinare il piano di riaperture dopo il lockdown per la pandemia da Coronavirus, è tornato a esprimersi sulla possibilità di anticipare alcune riaperture previste per la Fase Bar e ristoranti potranno riaprire solo dall’1° giugno.

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Molto improbabile l’opzione delle aperture anticipate di due settimane, come chiesto da alcune Regioni: riaprire infatti il 18 maggio significherebbe concedere poco tempo ai gestori per adeguare i locali alle nuove prescrizioni. Anche perché le regole per la riapertura saranno, comunque, strettissime.

Per le aperture anticipate non sono tutti d’accordo

Fipe, la Federazione italiana pubblici esercenti, a tale proposito ha fatto sapere che moltissimi ristoranti potrebbero non avere la metratura sufficiente per rispettare le regole di uno o due metri di lontananza e quindi non avere la possibilità di riaprire.

Alcune indicazioni sono già arrivate dalle Regioni ma in alcuni le stesse categorie economiche hanno elaborato protocolli per tradurre in pratica le indicazioni delle autorità sanitarie valide per altri settori per prevenire contagi.

Il parere del Comitato tecnico scientifico (Cts), istituito presso la Protezione Civile, al quale Inail partecipa con un suo rappresentante, costituisce un passo fondamentale per poter pensare ad una riprese delle attività. Spetta al Comitato l’approvazione di un protocollo di sicurezza con tutte le misure che garantiscano clienti e lavoratori.

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