venerdì 20 Giugno 2025
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Host 2025: dai banchi frigo con più visibilità e controllo della temperatura alle confezioni, innovazione e sostenibilità

A Host 2025 le nuove abitudini di consumo spingono la ricerca di soluzioni innovative, che spaziano dalle illuminazioni a LED e i sistemi avanzati di controllo della temperatura fino ai materiali ecosostenibili per il packaging. Leggiamo di seguito l’approfondimento pubblicato sul sito di Host.

I nuovi banchi frigo che saranno in mostra a Host

MILANO – Design moderni e funzionali, con un focus su visibilità e controllo della temperatura. Sono gli atout dei nuovi banchi frigo per pasticceria e gelateria. Ma anche illuminazione LED, per consumare meno ed essere più sostenibili, e pannelli in vetro studiati per mettere in risalto i prodotti, mentre il controllo preciso dell’umidità e della temperatura garantisce la freschezza.

Anche il packaging si concentra su sostenibilità e innovazione funzionale. Soluzioni ecologiche, come materiali riciclabili o biodegradabili, per rispondere alla crescente domanda di prodotti eco-friendly, e confezioni progettate per essere riutilizzabili. Ecco cosa ne pensano alcuni dei protagonisti del settore che animeranno Host 2025, a fieramilano – Rho dal 17 al 21 ottobre 2025.

“Abbiamo intrapreso già da tempo il cammino per la sostenibilità utilizzando in maniera massiccia gas a bassissimo impatto ambientale, come R290 e R455a, oltre all’utilizzo del refrigerante CO2 per il collegamento a centrali frigo. Tutti i nostri prodotti refrigerati sono conformi alle normative Eco-Design e Eco-Labelling. Stiamo lavorando sull’internazionalizzazione, in particolare USA e Paesi del Golfo, e Host è fondamentale per noi per portare queste proposte anche all’estero”, afferma Ilaria Paradisi, marketing & communication Dept. di Ciam.

Un percorso che sta affrontando anche il comparto del packaging. Commenta Luca Sala, Direttore Marketing di Novacart: “Oggi sfumano i confini tra specialità regionali, pensiamo al panettone, e aumenta la propensione agli acquisti online, aprendo nuovi scenari per l’innovazione. Per la fase produttiva utilizziamo materiali ad alte performance che migliorano la cottura e abbreviano i tempi, con un risparmio energetico, mentre per la vendita utilizziamo materie prime certificate per il riciclo, ponendo in primo piano la sostenibilità e sensibilizzando i clienti sull’importanza di questo impegno”.

Riassume Alessandro Perli, sales manager di Scotton: “Le tendenze che influenzano l’innovazione sono sostenibilità, personalizzazione, design funzionale e praticità. La crescente domanda di soluzioni ecologiche spinge verso packaging riciclabili o riutilizzabili: i consumatori vogliono conoscere l’origine, il processo di produzione dei prodotti e come smaltirli. Cercano imballaggi personalizzati che riflettano la loro identità, favorendo l’uso di tecnologie come la stampa digitale. Richiedono inoltre facilità nell’utilizzo, montaggio e trasporto, stimolando innovazioni funzionali e pratiche”.

Per non perdersi nessuna di queste innovazioni, e molte altre, sarà d’obbligo visitare a ottobre, dal 17 al 21, l’area Gelato e Pastry di Host 2025.

Pergamino Caffè cambia sede e presenta i nuovi coffee corner a Roma in Piazza Risorgimento

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ROMA – Pergamino Caffè, l’innovativo locale primo punto di caffè specialty aperto dieci anni fa nella Città Eterna in piazza Risorgimento da Luigi Parise e sua moglie Laura (ne abbiamo parlato qui), verrà spostato  in due nuovi coffee corner vicino a San Pietro. Uno dei locali sarà proprio dentro il Morrison’s Pub, bistrot che lo stesso Parise ha fondato, l’altro sarà ubicato da Be.Re, entrambi in Piazza del Risorgimento.

Il trasloco di Pergamino Caffè

Luigi Parise, Massimo Bonini, grazie anche all’intervento di Davide Cobelli, scriveranno, grazie ai punti vendita, una nuova pagina nella storia dello specialty di Roma.

Il Morrison’s Pub avrà quindi un occhio di riguardo per il caffè di qualità, mentre Be.Re servirà i coffee lover alla ricerca di uno specialty.

Le bevande servite offriranno tutti i principali metodi di estrazione, tra cui: aeropress, syphon, cold brew e v60.

Tra le torrefazioni incluse ci sono: Lady Cafè, Campana, Le Piantagioni del Caffè e Gardelli con la coffee roastery australiana A+ di Melbourne.

Il Gran premio della caffetteria italiana fa tappa a Milano: l’ultima selezione si terrà da Hemro Anfim Italia, 18/06

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BUCCINASCO (Milano) – L’ultima tappa delle selezioni del Gran premio della caffetteria Italiana 2025 approda a Milano, nella sede di Hemro Group a Buccinasco (Milano), il 18 giugno. Una giornata che si preannuncia intensa e appassionante, tra performance tecniche, formazione e innovazione, in vista della grande finale nazionale.

Organizzato da Aicaf – Accademia italiana maestri del caffè, l’evento rappresenta un momento chiave per i migliori baristi e sommelier del caffè provenienti da tutta Italia, pronti a contendersi l’accesso all’ambito podio del settore.

Un’intera giornata dedicata all’eccellenza

La giornata prenderà il via alle ore 8.30 con l’arrivo dello staff organizzativo AICAF, seguito alle 9.00 dalla calibrazione dei giudici e dal briefing con i partecipanti. Le gare inizieranno alle ore 10.00 e vedranno alternarsi sul palco sette concorrenti, ciascuno valutato per competenza tecnica, creatività e professionalità.

Non solo gara: spazio anche alla formazione

Durante l’evento, si terranno anche tre workshop tematici aperti al pubblico e ai professionisti del settore:

  • “Il grinder nelle competizioni” a cura di Andrea Villa
  • “Il caffè in Italia fa schifo” presentazione del libro di Valentina Palange
  • “I grinder professionali” a cura del team Hemro, patron di casa dell’evento

Un’occasione imperdibile per aggiornarsi, confrontarsi e vivere da vicino il mondo della caffetteria professionale.

Gran finale e premiazioni

Alle ore 16.15 si terranno le premiazioni ufficiali, che decreteranno i finalisti del Gran Premio della Caffetteria Italiana 2025 che accederanno ad Host 2025, pronti a rappresentare il meglio dell’arte del caffè nel nostro Paese.

Info e contatti

  • Hemro International AG  – Via Veneto 11, Buccinasco (MI)
  • Mercoledì 18 giugno 2025
  • Dalle ore 8.30 alle 17.00
  • info@aicaf.comwww.aicaf.com

Autogrill e Fondazione Umberto Veronesi ETS per la ricerca scientifica

MILANO – Al via la quarta edizione de “La macedonia per la ricerca”, il progetto di Fondazione Umberto Veronesi ETS, realizzato in partnership esclusiva con Autogrill, per sostenere il lavoro di medici e ricercatori che dedicano la propria vita alla ricerca scientifica.

Dal 27 giugno al 27 luglio 2025, in tutti i punti vendita Autogrill sul territorio, sarà possibile acquistare “La macedonia per la ricerca”, una confezione di macedonia di frutta pensata per finanziare la ricerca scientifica nel campo della nutrigenomica, ossia la scienza che studia le relazioni tra patrimonio genetico e cibo; come le molecole che introduciamo con la dieta influenzano i nostri geni e quindi la nostra salute, sia positivamente che negativamente.

La nutrigenomica va di pari passo quindi con la prevenzione, soprattutto delle malattie croniche cardiovascolari, cerebrovascolari e soprattutto dei tumori, responsabili dei tre quarti dei decessi nei paesi sviluppati.

“Da oltre vent’anni Fondazione Veronesi è impegnata nel finanziamento della ricerca scientifica e nella divulgazione dei corretti stili di vita che comprendono anche l’alimentazione, quale arma di prevenzione contro numerose patologie. Iniziative come La macedonia per la ricerca nascono con un duplice obiettivo: sensibilizzare i consumatori a compiere scelte consapevoli per la propria salute e sostenere concretamente la ricerca scientifica, a vantaggio dei pazienti di oggi e di domani” – afferma Monica Ramaioli, Direttore di Fondazione Umberto Veronesi ETS.

Autogrill, partner tecnico ed esclusivo del progetto, è al fianco di Fondazione Veronesi, con l’obiettivo di sensibilizzare chi viaggia sull’importanza di un’alimentazione equilibrata per uno stile di vita sano.

“Da ormai quattro anni collaboriamo con un partner autorevole come Fondazione Umberto Veronesi, scegliendo di sostenere la ricerca scientifica in campo nutrizionale”, – commenta Luca D’Alba, general manager Italy F&B di Avolta. “Anche quest’anno ci impegniamo a portare La macedonia per la ricerca sul territorio attraverso i nostri punti vendita e a sensibilizzare i nostri clienti verso stili di vita e consumo sostenibili e responsabili, a sostegno del progresso scientifico e delle esigenze del consumatore moderno, sempre più orientato verso un’alimentazione salutare e bilanciata”.

Un sostegno concreto che ha permesso grazie alle tre precedenti edizioni de La macedonia per la ricerca di finanziare per due anni il progetto di ricerca della Dottoressa Rosarita Nasso, impegnata quotidianamente a valutare gli effetti benefici dei polifenoli sui processi coinvolti nella progressione del tumore gastrico e per l’anno in corso gli studi della Dottoressa Alice Cattivelli, che presso l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, mira a comprendere meglio il ruolo della dieta e dei suoi componenti con l’obiettivo di migliorare la salute della popolazione e la prevenzione del cancro al colon-retto.

I fattori legati alla dieta hanno infatti un forte impatto sullo sviluppo e sulla progressione del cancro del colon-retto.

Alcune abitudini alimentari possono avere un impatto negativo sulla salute, aumentando il rischio di cancro al colon, mentre altre, come una dieta ricca di alimenti vegetali, possono aiutare a prevenirne l’insorgenza e l’evoluzione.

Le diete prevalentemente vegetali sono caratterizzate da un elevato apporto di composti fenolici, molecole spesso utilizzate dai batteri intestinali e convertite in altri composti (metaboliti microbici intestinali) con potenziale effetto antitumorale.

Lo scopo del progetto è comprendere il meccanismo con cui i questi metaboliti esercitano il loro effetto antiproliferativo sulle cellule di cancro del colon-retto, attraverso l’utilizzo di diverse tecniche dette “omiche” (proteomica, genomica, metabolomica).

Colture cellulari di carcinoma del colon retto verranno incubate con i metaboliti microbici intestinali più promettenti in termini di effetto antiproliferativo e verranno studiati le vie di segnalazione e i meccanismi di azione di queste molecole sulle cellule cancerose. Inoltre, potranno essere individuate anche nuove vie metaboliche con l’obiettivo di individuare nuovi bersagli farmacologici.

Consumare frutta è un’abitudine importante per un’alimentazione sana, varia ed equilibrata. Le Linee Guida suggeriscono infatti di consumare dalle 2 alle 3 porzioni di frutta al giorno e la macedonia è un’ottima soluzione che unisce praticità e gusto, soprattutto se si è in viaggio.

La frutta è la fonte migliore di zuccheri semplici e apporta minerali, vitamine, molte molecole bioattive utili come i polifenoli e fibra, che aumenta il senso di sazietà e favorisce un microbiota in salute. Può essere consumata a colazione o come spuntino, ma anche dopo i pasti principali, così da favorire l’assorbimento dei nutrienti e soddisfare la voglia di dessert con un apporto calorico moderato.

Fabrizio Galla, pasticciere dell’anno 2024, lancia la linea gelato

SAN SEBASTIANO DA PO (Torino) – Niente è lasciato al caso nel mondo di Fabrizio Galla, pasticciere visionario e insignito da Apei del titolo di Pasticcere dell’anno 2024, che anche quest’estate mette il turbo alla sua linea gelato, trasformando ogni assaggio in un’esperienza di stile, gusto e carattere. Lontano anni luce dal gelato convenzionale, Galla propone una collezione pensata come un album: ogni pezzo ha il suo suono, la sua personalità, il suo colpo di scena.

L’affogato al caffè

È un classico? “Sì, ma reinterpretato come un assolo di chitarra jazz in mezzo a un concerto rock”, spiega il Maestro Galla che studia e realizza i suoi dessert insieme alla moglie Federica Russo alla guida del laboratorio di pasticceria. L’affogato al caffè è un gelato alla crema dalla texture avvolgente, affogato in un caffè caldo e intenso, servito come un vero dessert da ristorante, ma con l’anima libera e diretta della pasticceria da banco per un mix di eleganza e vibrazione pura in ogni cucchiaio.

Bonbon gelato: piccoli, freddi, bellissimi

Pensati per stupire, i Bonbon gelato sono la risposta di Galla a chi cerca il “gelato couture”. Piccoli scrigni di freschezza con il cuore morbido e il rivestimento croccante di glassa al cioccolato, studiata per esaltare ogni gusto. Cinque identità, cinque caratteri:

  • Cioccolato fondente: profondo, sensuale, deciso.
  • Nocciola: un inno al Piemonte, cremoso e avvolgente.
  • Fragola: fruttato, acido quanto basta, irresistibile.
  • Crema: rassicurante ma mai banale, la base di tutto.
  • Pistacchio: corposo, elegante, persistente.

Confezionati in eleganti scatole da 20 pezzi, i bonbon sono il regalo perfetto – o un vizio da collezionare e assaporare con calma.

Fragola al piatto: il gelato che si mangia anche con il cervello

Chiamarlo semplicemente “gelato alla fragola” sarebbe riduttivo. Qui si parla di una vera composizione da piatto a base di gelato alla crema, fragole fresche ricomposte e marinate con fruttosio, succo di limone e lime, il tutto completato da una cialda croccante che aggiunge ritmo, contrasto e texture. “È un dessert che vibra: fresco, acido, bilanciato, con un twist che ti rimane in testa come un ritornello perfetto”, raccontano Fabrizio e Federica.

Le novità sono disponibili da giugno 2025 presso la pasticceria di San Sebastiano da Po (TO) in via Chivasso 79. Per info sulla collezione completa di pasticceria e acquisti è disponibile il sito fabriziogalla.it.

Riguardo Fabrizio Galla

Classe 1973 originario di Chivasso, Fabrizio Galla ha mosso i primi passi nel mondo della pasticceria presso la scuola d’Arte Bianca di Torino. Figlio di ristoratori, ha messo a frutto le sue esperienze proprio presso l’attività di famiglia a San Sebastiano Po, dove dalle sue mani sono nati i “San Sebastianesi”, prodotti a base di nocciole e cioccolato.

Nel 2007 partecipa alla Coupe du Monde de la Pâtisserie di Lione, dove vince la medaglia di bronzo e il premio speciale come miglior torta: l’iconica “Jessica”, vero cavallo di battaglia insieme alla rivisitazione del bonet piemontese in versione piccola pasticceria e a tutto il mondo del cioccolato.

Secondo posto e miglior pralina alla World Chocolate Masters di Parigi nel 2006, primo posto al Gran Prix della Pasticceria a Barcellona nel 2003, è entrato nel 2019 a far parte di Relais Desserts, la prestigiosa associazione francese che riunisce l’élite dell’alta pasticceria di 19 Paesi e nel 2022 in APEI, l’Associazione Pasticceri dell’Eccellenza Italiana.

Dal 2016 guida l’omonima pasticceria di San Sebastiano da Po, ormai stabilmente insignita del prestigioso riconoscimento delle “Tre Torte” nella guida “Pasticceri & Pasticcerie” di Gambero Rosso. Nel 2024 è stato insignito del titolo di “Pasticciere dell’anno” APEI.

Luca Creti, Rancilio Group: “Le nostre macchine un investimento strategico: crea valore nel tempo”

Luca Creti, direttore vendite Italia di Rancilio Group S.p.A., ha raccontato la grande evoluzione della storica azienda dell’Alto Milanese, produttrice di macchine per caffè di alta qualità, e ha presentato le nuove soluzioni pensate appositamente per i professionisti del settore.

Nel 2023 Rancilio Group è entrata a far parte della nuova Coffee Division di Ali Group. Quali vantaggi strategici offre ai vostri clienti questa nuova sinergia tra le aziende del gruppo?

“La Ali Group Coffee Division, nata in seguito all’acquisizione di Welbilt, si fonda sull’eccellenza di quattro brand iconici: Rancilio, Egro, Rancilio Specialty e Promac. A questi si affiancano marchi noti al di fuori dell’Italia – Crem, Coffee Queen, Spengler ed Expobar.

L’unione di questi brand rappresenta l’unione di competenze, innovazione e tradizione trasversali in diversi settori: macchine per caffè tradizionali professionali e per la casa, superautomatiche, soluzioni per il caffè filtro e il caffè porzionato (cialde e capsule), macinadosatori”.

Come e perché i vostri prodotti e servizi possono supportare le attività che si sforzano di crescere in questi tempi difficili e competitivi?

“Abbiamo brevetti e tecnologie uniche sul mercato: sistemi di macinatura intelligente, sistemi automatizzati per la gestione di latte e vapore, telemetria, e non ultimo, un service capillare in tutto il mondo.

Scegliere i nostri prodotti è una garanzia per i nostri clienti. Le nostre attrezzature si distinguono per la qualità dei materiali, il design, le soluzioni ergonomiche, le possibilità di personalizzazione e le tecnologie avanzate per il controllo dell’estrazione, disponibili con i prodotti premium come Rancilio Specialty RS1, certificata da SCA e IEI. La vasta gamma di prodotti, per ogni esigenza e ogni fascia di prezzo, e il lavoro di sviluppo di nuove soluzioni realizzate in partnership con i nostri clienti, ci rende l’interlocutore ideale per chiunque operi nel settore caffè”.

Vista la crescente esigenza di molti grandi locali e catene del settore horeca di coniugare alta qualità del prodotto e turnover elevato, quali soluzioni comprende la vostra offerta?

“La macchina per caffè Rancilio Classe 20 connessa al macinadosatore Bond, è una soluzione progettata per le grandi catene e i locali con consumi elevati. La connessione in tempo reale tra macchina per caffè e il macinadosatore regola in automatico il grado di macinatura del caffè sulla base del tempo di preparazione della bevanda.

Questo sistema, che si ricalibra in automatico ed è facile da usare anche per gli operatori alle prime armi, consente di ottimizzare i tempi di lavoro, ridurre gli sprechi di caffè mantenendo una qualità costante”.

Rancilio Classe 20 connessa al macinadosatore Bond (immagine concessa)

Come vi proponete di aiutare i vostri clienti a gestire meglio i consumi e ridurre i costi operativi?

“Con l’aumento dei costi di gestione, sia per i piccoli che per i grandi locali, l’attenzione verso l’ottimizzazione energetica sta aumentando. Un esempio del lavoro che portiamo avanti con passione per risolvere i problemi concreti dei nostri clienti sono le molteplici tecnologie per il controllo dei consumi, che abbiamo sviluppato sia per le macchine tradizionali sia per le superautomatiche Egro”.

In un settore altamente competitivo, dove la varietà del menu caffè e dell’offerta di alternative vegetali sono fattori determinanti, quali principali novità sono disponibili per i vostri clienti?

“Rimanendo sulle superautomatiche Egro, possiamo citare la nuova Egro MoDe con il bypass acqua fresca, che permette ai nostri clienti di ampliare il loro menu con nuove bevande come il caffè americano da servire con ghiaccio. Il sistema di Egro Next permette la gestione, con una sola macchina e un solo frigorifero, del latte senza lattosio insieme al latte vaccino, evitando contaminazioni.

Egro MoDe  (immagine concessa)

Anche la nuova lancia vapore automatica iSteam Pro, in dotazione con Egro MoDe, Rancilio Classe 20 e Rancilio Specialty Invicta, è progettata per lavorare al meglio anche con il latte di origine vegetale e permette all’operatore di salvare fino a 20 ricette diverse per scaldare e montare il latte in automatico”.

Infine, quali sono i vantaggi a lungo termine dei vostri prodotti per i clienti?

“Poniamo una grandissima enfasi sulla qualità dei nostri prodotti, utilizzando esclusivamente componenti durevoli e di elevato standard. Questo si traduce concretamente in una riduzione dei costi di manutenzione e degli interventi nel tempo, garantendo un migliore ROI complessivo ai nostri clienti.

Non si tratta solo di un acquisto iniziale, ma di un investimento strategico che genera valore nel tempo”.

Per maggiori informazioni basta cliccare qui

Panificio Papale: a Torino, lievitati e specialty riscrivono la storia del locale

TORINO – Alessio Simonetta era già comparso su queste pagine quando ancora lavorava all’interno di uno dei locali che hanno fatto la storia dello specialty a Torino e ora torna come consulente di un’altra attività storica della città, il Panificio Papale di San Salvario, che si è spostato di recente verso lo specialty coffee, filosofia sposata da Gisella e Roberto Tota, nuova generazione di famiglia che ha preso in mano questa attività secolare per rinnovarla.

Panificio Papale: un ottimo esempio della tradizione che si aggiorna

Attraverso una ristrutturazione, la caffetteria ha assunto un’altra forma e ha virato verso lo specialty proprio attraverso l’esperienza sviluppata negli anni di carriera di Alessio Simonetta. Gisella Tota e Roberto Tota da un lato hanno accolto l’eredità famigliare e dall’altra hanno voluto darle un’impronta più moderna: mantenuti naturalmente i prodotti da forno e riorganizzazione di spazi e offerta.

La riorganizzazione è avvenuta in base al loro gusto con un ambiente che ora diventa più ampio, con sei tavoli all’interno per il servizio e circa una ventina di sedute. Simonetta: “L’anima storica è preservata, non si scorda la tradizione accogliente del Panificio Papale, con l’aggiunta però di dettagli di design moderno e industriale. Il forno resta il focus attorno a cui girano clienti di tutte le età, dalle famiglie con bambini, agli adolescenti sino agli anziani.”

La divisione in tre parti del Panificio Papale: pane, bar, shop

Gisella: “Abbiamo deciso di acquistare l’attrezzatura per essere indipendenti al 100% e di collaborare con Luigi Paternoster di Pier Caffè: abbiamo scelto insieme una miscela specialty che potesse incontrare il gusto della maggior parte dei nostri clienti, un blend di caffè raccolti a m ano dal Brasile naturale e due lotti di Etiopia, lavato e naturale, dal nome Supernova. Abbiamo fissato il costo dell’espresso per ora ad un euro e trenta per tazzina per renderlo più accessibile a tutti.”

La prospettiva comunque è quello di alzare più avanti il costo, in quanto inevitabile dati gli ultimi aumenti. Serviamo anche filtro, che oscilla dai 4 ai 7.50: al momento serviamo un microlotto Colombia lavato più fruttato, un profilo che si spinge più verso l’acidità più intensa.”

Il caffè filtro (foto concessa)

“Panificio Papale ha una caffetteria indipendente senza essere legati ad un brand specifico”

“L’intenzione è quella di variare un po’ la proposta in base alla stagionalità e collaborare con più micro roasters. Ci piace l’idea di lavorare con gli italiani. Vogliamo valorizzare il lavoro dei piccoli torrefattori del nostro Paese, che hanno molto da offrire in termini qualitativi. Avere lo specialty dall’estero dà una percezione di un prodotto migliore per moda, ma noi crediamo di fare rete con professionisti e amici con cui instaurare una relazione umana e questo giova a tutto il settore. Nel 2025 è il momento di investire in questa nicchia italiana.”

Come sta andando sin qui Gisella?

“Bene, abbiamo ampliato il nostro bacino di utenza, siamo i primi a Torino ad aver abbinato ai prodotti da forno artigianali il caffè specialty, semplificando il prodotto per avvicinare anche le persone che si pensano essere fuori target, guidandoli a comprendere il caffè di qualità, facendo apprezzare la scelta di rifornirci da un piccolo torrefattore.”

Vince l’espresso o il filtro?

“Lavoriamo molto con l’espresso, il filtro lo vendiamo più nel fine settimana, quando le persone arrivano da noi per fare una colazione più rilassata o una merenda con una pausa più prolungato. Ormai comunque il filtro e lo specialty in città sono sdoganati e poi la differenza la fa sempre il barista: io mi sono occupato della consulenza, della comunicazione e avviamento iniziale, dietro il banco ci sono sempre Gisella, Irene, Valeria, e da poco si è aggiunta alla squadra tutta femminile, Ella, che si occupa della gestione della caffetteria e ha studiato il nostro menù estivo.

In programma c’è anche di prolungare l’apertura per servire un aperitivo più ricco, con delle bottiglie di vino artigianale oltre la birra locale di Giaveno che già serviamo e anche lo specialty nei cocktail.

Poi con la bella stagione arriverà anche il cold brew e tutte le bevande fredde a base caffè.”

L’attrezzatura acquistata (foto concessa)

Continua Simonetta: “Siamo a buon punto per il momento, fin qui stiamo riuscendo a far funzionare questo cambiamento. Ormai ho compreso che lo specialty, dopo tanti anni di lavoro in questa nicchia partendo da purista, deve essere normalizzato, facendolo diventare un valore aggiunto per un locale. Credo nell’essere indipendenti e per questo abbiamo acquistato una Victoria Arduino Tempo multi boiler, il Mythos e l’X54 per il decaffeinato e il filtro.

La combinazione poi tra lievitati e specialty è vincente e c’è poi la bellezza di fare la coda per il pane bevendosi uno specialty: il caffè resta un rito di aggregazione potente con un altro prodotto forte come il pane di consumo quotidiano ancestrale.

Più avanti si penserà a proporre altre singole origini, ma la miscela base attuale ci soddisfa nel suo equilibrio. Abbiamo scelto anche una comunicazione per richiamare la vecchia bottega italiana, anche per quanto riguarda il caffè e i servizi con una targa esterna in vetrofania fatta a mano dai ragazzi di Il letterista. “

Cecafé: imbarchi brasiliani in calo di un terzo a maggio, verso l’Italia esportati 1.375.030 sacchi in 5 mesi

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MILANO – Export brasiliano in caduta libera a maggio: secondo le statistiche da Cecafé diffuse nella serata di ieri, martedì 10 giugno, gli imbarchi del Brasile sono diminuiti di un terzo (-33,3%) rispetto all’anno scorso risultando pari a 2.963.201 sacchi. Ancora più marcata la flessione nelle esportazioni di caffè verde (-35,9%), che sono state pari a 2.602.863 sacchi, contro il dato record di oltre 4 milioni di sacchi registrato un anno fa.

I volumi di arabica sono stati pari a 2.400.177 sacchi (-24,6%); quelli di robusta ad appena 202.686 sacchi, contro 879.905 sacchi a maggio 2024 (-77%).

Cecafé
fonte: Cecafé

Più contenuto (-6,2%) il calo delle vendite all’estero di caffè trasformato (in massima parte solubile), che sono ammontate a 360.338 sacchi.

Nei primi 5 mesi dell’anno solare, l’export ha raggiunto quota 16.789.878: il 19,2% in meno rispetto al pari periodo del 2024, riferisce Cecafé

I quantitativi di caffè verde esportati sono stati pari a 15.127.077 sacchi, in flessione del 21%.

Gli imbarchi di arabica scendono a 14.115.966 sacchi (-10%); quelli di robusta si riducono drasticamente (-70,7%) a poco più di un milione di sacchi, contro gli oltre 3,45 milioni dell’anno trascorso.

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Veronica Rossi, Lavazza: “Nel 2050 metà della produzione di arabica potrebbe sparire a causa del clima: necessari interventi da parte di tutti”

MILANO – Veronica Rossi, sustainability senior manager del Gruppo Lavazza, è stata ospite del Green&Blue Festival 2025 tenutosi al Museo nazionale scienza e tecnologia Leonardo da Vinci di Milano dal 5 al 7 giugno. Rossi ha parlato del rapporto tra cambiamento climatico e caffè. Riportiamo di seguito parte dell’intervista pubblicata sul portale la Provincia Pavese.

Veronica Rossi, Lavazza, sul cambiamento climatico

Veronica Rossi: “Il cambiamento climatico è un grande rischio per la fornitura di chicco in tutto il mondo oggi”.

“Ricordiamo che il caffè, prima di essere una bevanda, è una pianta e cresce nell’area tropicale del nostro Pianeta, lo stesso luogo più vulnerabile ai cambiamenti climatici”.

“La varietà arabica in particolare è estremamente sensibile agli sbalzi di temperatura e alle gelate. Il cambiamento climatico è un elemento che mette a rischio l’intera filiera. Se non ci prendiamo cura del caffè e degli effetti del clima si stima che nel 2050 metà della produzione di arabica possa andare perduta: ciò mette a rischio la tazzina che beviamo tutti i giorni. Perciò è importante occuparsi di questo tema a livello di imprese, stakeholder istituzionali e aumentare la consapevolezza dei consumatori: noi ci impegniamo a lavorare su tutte le aree per migliorare la filiera”.

Per guardare l’intervista completa basta cliccare qui

Michele Oliva scrive de “Il futuro del caffè”: come poter affrontare la crisi climatica

MILANO – Un approfondimento sul tema cambiamento climatico e caffè, arriva dalla penna di Michele Oliva, che nel suo “Il futuro del caffè. Insidie del cambiamento climatico e prospettive sostenibili” edito da Infinito Edizioni, analizza con lucidità un tema che interessa a tutta la filiera di questo prodotto agricolo.

Oliva comincia con una domanda importante per produttori, trasformatori e consumatori

“Ma sarà possibile in futuro mantenere la qualità
del caffè odierno senza farlo diventare un bene di lusso?”.

Tutto dipende dalla corretta gestione della minaccia alla produzione principalmente della pianta di Arabica e Robusta, ovvero, la crisi climatica. Un fenomeno che c’è, esiste, colpisce duro.

Dopo un rapido excursus storico che racconta la genesi di queste due varietà attraverso il tempo e lo spazio (con un breve cenno ad altri esempi come la Liberica e l’Excelsa) torna a parlare del riscaldamento globale e del suo impatto su tutta la filiera.

I risultati sono bel illustrati, come indica Oliva: “Sia C. arabica che C. canephora crescono,
infatti, in maniera ottimale solo in ristretti intervalli di temperature (18°C-22°C la prima e 20°C-28°C la seconda). Temperature troppo alte arrestano la crescita della pianta, ne alterano il metabolismo e ostacolano la fotosintesi (le foglie assumono un colore giallo). La resa di drupe e la qualità dei semi diminuiscono: il contenuto di caffeina si riduce e il gusto è scadente.”

Stando alle proiezioni possibili, si può stimare che l’innalzamento della temperatura potrebbe portare alla riduzione delle aree adatte per la coltivazione della pianta di caffè sino al 50% entro il 2050.

Ovviamente un altro effetto collaterale dell’innalzamento delle temperature è la siccità, la mancanza d’acqua (fattore fondamentale per la buona crescita della pianta, stimando che questa abbia bisogno di 1.500-2.000 millimetri annui di precipitazioni e che, secondo l’organizzazione no profit Water Footprint Network, per estrarre 125 millilitri di bevanda, servono 140 litri d’acqua, una quantità ben otto volte superiore rispetto a quella necessaria per ottenere lo stesso volume di tè.

Opposta alla problematica della siccità, esiste quella altrettanto pericolosa degli acquazzoni, precipitazioni esagerate che comunque hanno effetti devastanti sulle colture. Altri nemici mortali della pianta del caffè, gli agenti patogeni come ad esempio la Roya (la cui diffusione potrebbe essere accentuata sempre dal cambiamento di temperatura).

A questo si aggiunga la difficoltà dell’impollinazione e del reperimento di forza lavoro nelle piantagioni per vari motivi socio-economici e il quadro di crisi è completo.

Cosa fare quindi?

Michele Oliva ci dedica un intero paragrafo, con focus appunto sulle possibili strategie da adottare per reagire a questi fattori avversi: spostamento delle coltivazioni, cambiamento dei metodi di coltivazione, la ricerca di nuove varietà e specie più resistenti, la revisione dei metodi agricoli e di compostaggio, in funzione di una minor produzione di gas serra e di emissioni di CO2.

Altra buona pratica da sviluppare in futuro richiama l’economia circolare: gli scarti del caffè, sia a valle che a monte della filiera, costituiscono un’alternativa valida a sostegno del sistema intero.

Ma non tutto deve ricadere sulle spalle degli addetti ai lavori: parte della catena, così come giustamente ricorda Oliva nelle sue conclusioni finali, come uno dei suoi attori, sono proprio i consumatori. I quali sono “In grado di agire sia scegliendo caffè di cui conosciamo l’origine e i trattamenti, sia durante la preparazione del prodotto. In base a studi europei, solo la preparazione della bevanda incide fino al 30 per cento delle emissioni totali di CO2
dell’intera filiera.”

Si può chiudere così questo testo di 86 pagine, con una riflessione che deve coinvolgere tutti per salvare una bevanda di consumo comune che rappresenta spesso tradizioni molto forti come è il caso dell’Italia.

Il futuro del caffè, è disponibile a questo link al costo di 12,35.