lunedì 01 Dicembre 2025
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I dolci preferiti dagli italiani: l’analisi Tilby svela i trend per caffetterie e sale da tè

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Francesco Medda, ceo di Tilby (immagine concessa)

TORINO – Creare una carta dei dolci perfetta e che accontenti tutti non è certo una sfida semplice, ma un’analisi accurata delle preferenze regionali e stagionali può facilitare gli esercenti nell’ideare una proposta coerente con i gusti dei clienti.

Zeppola a Carnevale e pastiera napoletana a Pasqua, è quanto emerge dall’Osservatorio Drink & Food di Tilby – punto cassa cloud del Gruppo Zucchetti – che mostra le principali tendenze di ricerca degli italiani, nonché il loro interesse nei confronti di alcuni specifici dessert della tradizione culinaria nazionale.

I dolci preferiti dagli italiani

La top 10 dei dolci italiani più cercati [1] vede in cima alla classifica l’immancabile tiramisù.

Sul podio anche panettone e pandoro, seguiti dalla colomba pasquale, a sottolineare come le festività influenzino il palato dei consumatori.

Al quinto posto troviamo il ciambellone, un dolce perfetto per la colazione insieme al cornetto, che si colloca in settima posizione, preceduto dal croccante.

Ottava la pastiera napoletana, nona la zeppola che spopola soprattutto a Carnevale. In fondo alla lista troviamo gli struffoli.

Tra i dolci più amati anche cheesecake, profiteroles e crème brûlée, che però non appartengono alla tradizione gastronomica italiana.

Regione che vai, dolce che trovi

Per i dolci, così come per i vini, ogni regione rivendica il suo dessert tradizionale ed è quindi possibile individuare determinate tendenze legate al territorio [2].

Se il tiramisù e la colomba sono apprezzati in tutta Italia, il panettone e il pandoro riscontrano interessi differenti: il primo piace soprattutto al sud, mentre il secondo è maggiormente apprezzato nelle regioni settentrionali.

Il croccante e la pastiera napoletana rimangono confinati quasi esclusivamente nella loro terra natìa, la Campania. Sorte analoga per gli struffoli, mentre la zeppola è apprezzata in gran parte del Meridione.

I cantucci sono molto amati dai Toscani, soprattutto se accompagnati da un bicchiere di Vin Santo.

Per quanto riguarda la colazione, il ciambellone sembra essere il dolce preferito in Abruzzo, Marche e Lazio, mentre per calabresi, pugliesi e campani il modo migliore per iniziare la giornata è con un cornetto.

Dolci per occasioni speciali, ad ognuna il suo

La nostalgia delle feste si riflette anche a tavola: i dolci cercati e preferiti dagli italiani sono proprio quelli che appartengono alla tradizione.

Pandoro, panettone, croccante, cantucci e struffoli sono perfetti a Natale, la pastiera napoletana e la colomba vengono apprezzate soprattutto a Pasqua; le zeppole, invece, a Carnevale e in occasione della festa del papà.

Tuttavia, oltre ai grandi classici della tradizione italiana, sono sempre più diffuse varianti internazionali che reinterpretano l’arte della pasticceria, e che sembrano raccogliere parecchi consensi: dalle Ugly Cakes, torte dall’aspetto “brutto” con scritte ironiche ed imprecise, al meno conosciuto trend coreano delle Bentō Cakes, vere e proprie torte in miniatura eleganti e perfette per l’asporto.

Molto diffuse anche le Hidden Cakes, il cui interno è progettato per nascondere una sorpresa; disegni, messaggi e colori vengono rivelati solo al momento del taglio, rendendo questo dolce unico e personalizzabile.

Conoscere le preferenze dei clienti per una migliore organizzazione del magazzino

Realizzare un menù dei dolci curato in base alle inclinazioni e ai desideri dei consumatori offre un vantaggio concreto agli operatori del settore. La conoscenza delle tendenze stagionali e regionali permette di ottimizzare la gestione delle scorte in magazzino e delle forniture, oltre che di presentare ai clienti un menù ricco di proposte in sintonia con le aspettative e le tendenze del momento.

”Le tecnologie innovative nel campo della ristorazione, come il nostro punto cassa cloud, mettono a disposizione degli esercenti una vasta gamma di strumenti per la gestione di attività ristorative, incluso l’accesso ai data analytics su vendite e preferenze dei clienti, che forniscono una panoramica dettagliata delle abitudini e delle tendenze di consumo degli avventori”, spiega Francesco Medda, ceo di Tilby. “Quest’approccio consente di selezionare e acquistare prodotti in modo più efficiente e consapevole”.

Lo studio completo è disponibile qui

Note

[1] I dati relativi ai trend dei consumatori derivano dall’analisi della ricerca dei dolci attraverso Google Trends. Per maggiori informazioni relative alle opportunità di analisi di Google Trend e per informazioni su ulteriori strumenti di analisi è possibile fare riferimento qui.

[2] I dati relativi ai trend dei consumatori derivano dall’analisi della distribuzione delle ricerche nelle regioni italiane negli ultimi 5 anni (2018-2023)

Chi è Tilby

Tilby (ex Scloby) è una pmi innovativa nata presso l’I3P, Incubatore di Imprese Innovative del Politecnico di Torino e oggi parte del Gruppo Zucchetti, la prima azienda italiana di software.

Nata dall’esperienza con negozianti e liberi professionisti che spesso non possono accedere a soluzioni tecnologiche semplici ed evolute, Tilby è la prima piattaforma proprietaria cloud aperta agli sviluppatori di terze parti che oltre a essere uno strumento apprezzato come Punto Cassa Cloud risponde anche alla necessità di raccolta e analisi di big-data in tempo reale.

Tilby è presente in Italia, Spagna, Francia, Germania e Gran Bretagna. Per maggiori informazioni basta cliccare qui.

Lindt presenta le tavolette Lindor Bianco e Caramello salato

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La tavoletta Classica Caramello salato (immagine concessa)

INDUNO OLONA (Varese) – Lindt Italia, azienda parte del Gruppo Lindt & Sprungli, leader nella produzione di cioccolato premium, lancia due golose novità che arricchiscono la vasta gamma di ricette delle tavolette Lindt. La tavoletta Lindor Bianco e la tavoletta Classica Caramello salato sono le ultime arrivate in casa Lindt: pronte a conquistare il palato e, perché no, anche il cuore degli amanti del cioccolato.

Tavoletta Lindor Bianco

Ora tutta l’irresistibile scioglievolezza di Lindor Bianco è racchiusa in una nuova tavoletta: cioccolato bianco cremoso e delicato nato dall’amore per gli ingredienti più semplici e tradizionali.

Una golosissima novità che aggiunge una variante di gusto in più alla ricca offerta per i chocolover che vogliono gustare tutta l’irresistibile scioglievolezza Lindor nel formato tavoletta.

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Tavoletta Lindor Bianco (immagine concessa)

La tavoletta Lindor è da sempre simbolo della creatività e dell’ingegno dei maîtres chocolatiers Lindt.

Oggi come allora, nel laboratorio Lindt l’obiettivo è raggiungere la perfezione nel cioccolato, per rendere ogni momento unico.

La Tavoletta Lindor Bianco 100g è disponibile negli ipermercati, supermercati e punti vendita GDO, nei negozi monomarca Lindt e nelle migliori pasticcerie, bar e spacci dolciari e sull’e-shop Lindt. Prezzo al pubblico consigliato 2,39 euro.

Tavoletta Classica Caramello salato

La tavoletta Classica Caramello salato è una nuova ricetta in cui il golosissimo cioccolato al latte Lindt si unisce a pezzetti croccanti di caramello salato, per un’unione di gusto unico e un sapore sorprendente.

Questa tavoletta della linea Classica di Lindt è il risultato dell’amore per la dolcezza e la golosità, la perfetta combinazione tra il migliore cioccolato tradizionale e uno dei gusti più innovativi e amati del momento. Un prodotto ideale per chi ama il cioccolato e lo vuole condividere con la propria famiglia.

La tavoletta Classica Caramello salato 100gr è disponibile negli ipermercati, supermercati e punti vendita GDO, nei negozi monomarca Lindt, nelle migliori pasticcerie, bar e spacci dolciari e sullo shop online Lindt. Prezzo al pubblico consigliato 1,99 euro.

La Marzocco è prima nella Best Workplaces for Blue Collar per il secondo anno consecutivo

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Il logo La Marzocco

SCARPERIA (Firenze) –La Marzocco, azienda toscana produttrice di macchine da caffè espresso artigianali, ha raggiunto la vetta nella classifica Best Workplaces for Blue Collar 2023 realizzata da Great Place to Work Italia, dedicata alle aziende italiane considerate un’eccellenza per la qualità dell’ambiente di lavoro nel reparto produzione.

La Marzocco, per il secondo anno consecutivo annoverata tra i Best Workplace Italia, si è posizionata al primo posto della classifica

Grazie alla cura e all’attenzione dedicate al benessere delle proprie persone, alla capacità di garantire un’esperienza lavorativa in grado di sviluppare il potenziale di ognuno e per il costante lavoro rivolto alla creazione di un forte senso di comunità interno e spirito di squadra.

“Si tratta di un premio che ci rende particolarmente soddisfatti e che riconosce la bontà della nostra strategia volta a perseguire quell’umanesimo industriale, caratterizzato dall’eccellenza nella qualità dei rapporti con le persone nell’ambiente lavorativo, così come nella realizzazione di prodotti artigianali made in Italy”, ha commentato Guido Bernardinelli, Ceo di La Marzocco.

“Vogliamo condividere questo riconoscimento come sempre con l’intero team La Marzocco, a cui va il merito di lavorare costantemente per trovare la perfetta armonia tra risultati aziendali e benessere della gente”.

In fase di produzione (foto concessa)

L’azienda ha intrapreso negli ultimi anni un percorso di miglioramento in termini di organizzazione, ripensando sia gli spazi e le postazioni di lavoro, sia i ruoli interni
all’organizzazione produttiva, introducendo nuove linee di produzione e applicando i
metodi “lean” per una produzione più efficiente e snella.

A fronte del riconoscimento, Michela Nardini, HR Manager La Marzocco, ha dichiarato:

“Siamo estremamente orgogliosi di aver raggiunto questo importante risultato. Ricevere un riconoscimento così prestigioso che si basa sull’opinione dei nostri dipendenti non può che essere gratificante e confermare che il nostro impegno di valorizzazione delle risorse è percepito internamente.

Continueremo a investire nella cura e attenzione dei dipendenti e a trasmettere loro un senso di comunità e spirito di squadra con l’obiettivo di porre sempre al centro le nostre preziose risorse”.

I dipendenti al primo posto (foto concessa)

Café 124: l’invenzione del cold brew pronto in circa 15 minuti, che può durare sino a un anno fuori frigo

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Ivan Marchese e Mario Alemi, i fondatori di Café 124
Ivan Marchese e Mario Alemi, i fondatori di Café 124

MILANO – Ivan e Mario sono i creatori di Café 124, un’azienda che è stata alimentata dalla passione per il caffè e nello specifico, per un’estrazione alternativa che ultimamente è diventata una tendenza tra i consumatori: il cold brew. Una sfida, soprattutto contro il tempo, che i due ragazzi hanno superato a pieni voti e ha portato ad un metodo proprietario per accorciare la preparazione e allungare la shelf life.

Il progetto si è evoluto ma non si è fermato: adesso è il momento di ingrandirsi e acquistare nuovi macchinari per implementare la linea produttiva. Il sostegno di Family and Friends è stato essenziale: amici e sostenitori si sono fatti sentire.

Café 124 vede la luce durante il lockdown

Ivan: “Io e Mario siamo due vicini di casa e durante le chiusure ci vedevamo quando si poteva per bere insieme il caffè. Mi ero avvicinato molto al mondo dello specialty per interesse personale e grazie al bar di Mario. Precedentemente ho lavorato nel settore del cibo, gestendo con mio fratello un’azienda di cannoli.

Volevamo entrambi promuovere il cold brew – che ci piaceva di più tra tutte le estrazioni alternative – insieme allo specialty coffee, raccontandone la storia a partire dai produttori che lavorano la terra.

Abbiamo iniziato a imbottigliare il cold brew, che ha un vantaggio enorme essendo un’estrazione a freddo: anche riscaldato, comunque non sviluppa trasformazioni organolettiche come capiterebbe con il caffè filtro a caldo.

Allo stesso tempo, pone dei problemi per la commercializzazione: nei primi test ci siamo accorti che stavamo tantissimo in laboratorio, perché la semplice infusione richiede 8-10 ore per poi esser versato in bottiglia a mano e tutto ciò richiedeva davvero molto tempo.

In questa fase ci è servito molto studiare e confrontarci con una nuova clientela, che iniziava a chiedere proprio il cold brew.

Sin dal primo momento siamo riusciti a entrare da Carlo e Camilla in Segheria, dove è stato immediatamente utilizzato anche per la miscelazione.

Il potenziale quindi c’era, sia all’interno dei locali che sul consumer finale che raggiungevamo attraverso il nostro sito.

Forti di questo fatto, siamo riusciti in seguito a sviluppare un metodo di estrazione che ci permettesse a freddo di calcolare con i giusti strumenti, il controllo per un risultato finale pronto in circa un quarto d’ora: lo stiamo brevettando adesso.

Abbiamo avuto un’intuizione: in Italia la ricerca e sviluppo per il caffè si è un po’ bloccata negli anni ’60, invece insieme alla Francia, il nostro paese resta leader sul vino.

Quindi per questo settore tutti i macchinari vengono sviluppati e disegnati in questi due Paesi: abbiamo iniziato ad assemblare diversi macchinari enologici che potessero soddisfare le nostre esigenze. Inizialmente siamo partiti usando anche delle cose assurde, come delle pedane per massaggiatori che facilitassero l’estrazione, poi ci siamo evoluti.

Café 124, il cold brew in bottiglia (foto concessa)

Stiamo presentando la domanda di brevetto, dopo almeno un anno e mezzo speso per mettere a punto la linea di produzione attuale, migliorarla e renderla adattabile ai caffè di tutte le torrefazioni.

A Milano abbiamo uno stabile e ora cerchiamo uno spazio più grande, forse non in città. Vorremmo portare avanti questo nostro processo innovativo, che possiamo chiamare metodo 124, e metterlo a disposizione di tutte le torrefazioni d’Italia e non, che sono interessate a usare il nostro brevetto.

Allora abbiamo aperto un Crowdfunding, certificati con Banca Etica che è entusiasta del nostro percorso, per raccogliere i fondi necessari per poter costruire un laboratorio che ad oggi ci permette di produrre all’incirca 100 litri al giorno e che vorremmo estendere a 1000.

Ci siamo accorti che le torrefazioni ricevono ingenti richieste per il cold brew dall’estero, però nessuno lo produce in Italia e questo perché ci sono anche problemi di shelf life o di processi che un’infusione a caldo può sviluppare.

Con quello che abbiamo raccolto vorremo avviare una piccola catena di imbottigliamento. Ci preme molto raggiungere una grandezza industriale e passare dal prototipo al prodotto.

Per quanto riguarda il punto critico della shelf life: siamo partiti da un prodotto dalla durata di 6 mesi senza trattamenti in frigorifero e oggi siamo arrivati, con una produzione più mirata a circuito chiuso, con una leggera pastorizzazione senza temperature elevate, ad un anno fuori frigo.

Partiamo da una bevanda che non è un cold brew tradizionale, che invece pone un problema: tenere 8 ore una materia organica nell’acqua a temperatura più o meno ambiente, crea un ambiente ideale per la fermentazione batterica.”

Parliamo della linea di alcolici con specialty coffee di Café 124

“Abbiamo pensato, visto che molti dei nostri clienti sono bar su Milano, anche di categoria dove la miscelazione ha un ruolo principale, il cold brew fosse molto utilizzato in questi contesti.

Il brand Café 124 è ispirato alla 124 spider, con cui andiamo in giro: abbiamo pensato di realizzare la nostra rivisitazione del classico cocktail italiano con il cold brew.

Sempre in bottiglia, vermouth, bitter e cold brew, che si potrà semplicemente servire sul ghiaccio e aggiungere seltz e soda. Abbiamo creato una rivisitazione del classico, chiamandolo 124 America.

È il nostro cocktail di riferimento con cui facciamo assaggiare il cold brew in miscelazione. Fin qui comunque chi lo ha assaggiato, magari durante i catering e gli eventi, ha apprezzato molto questa ricetta.

Questo ottobre, delle bottiglie sono state spedite direttamente a chi ha deciso di supportarci e di acquistarle in pre vendita.

È un formato abbastanza diverso da quello dei ready to drink soliti: sarà una bottiglia da 500ml, da condivisione, che si compra per un’occasione o si regala, tra i 19 e i 22 euro.

E poi, in collaborazione con il birrificio agricolo abruzzese MAIOT, abbiamo sviluppato Kalì, la prima birra agricola con il nostro cold brew.

La birra Kalì (foto concessa)

In questa Coffee Dry Stout i chicchi di caffè macinati vengono aggiunti alla fine del processo di cottura e quando la birra è pronta per l’imbottigliamento, viene aggiunto il cold brew 124 per abbassare la gradazione alcolica e renderla una birra beverina, nonostante sia una Stout ha una gradazione alcolica del 4.5%. L’abbiamo lanciata a maggio 2023 ed è possibile acquistarla in bottiglia sul nostro sito.”

Ci raccontate il caffè del vostro cold brew?

“Uno dei motivi per cui abbiamo iniziato a produrre il nostro cold brew è quello di commercializzare un caffè più giusto, per qualità e rispetto della filiera.

Il caffè tostato di Café 124 (foto concessa)

Importiamo caffè crudi attraverso il circuito specialty, un etiope di cui abbiamo tutti i certificati d’origine dalla Washing station d’Etiopia sino all’importatore europeo e al nostro magazzino.

Banca Etica, per darci la certificazione, ci ha chiesto di entrare nel circuito Fairtrade, ma noi abbiamo deciso di non farlo, perché non è così inclusivo per i coltivatori: lo specialty è più attento in termini di consulenza e supporto al farmer, con il quale si instaura un dialogo.

Abbiamo scelto l’Etiopia perché è qui che è nato il caffè. Secondo noi il caffè etiope è sempre di qualità medio alta. È l’unico caffè in cui l’80% è selvatico, raccolto ancora nel bosco dai contadini, in quanto una pianta tradizionale. Lo facciamo tostare da terzi sul profilo deciso insieme, da Cafezal, con tostatura medio chiara. “

E in futuro avete nuovi programmi per Café 124?

“In realtà abbiamo un piccolo sogno, ovvero quello di acquistare un caffè indonesiano a fermentazione anaerobica per 14 giorni (che costa però sui 50 euro al chilo). Lo teniamo sempre per stupire le persone, per far capire quanto possa esser particolare una tazza. Vorremmo coinvolgere poi altre realtà che lavorano nel mondo del caffè, facendo ricerca e sviluppo in collaborazione.

Si può sperimentare molto nella preparazione: il nitro cold brew è ancora più difficile, con l’uso della lattina. Vorremmo quindi ottenere in futuro una linea di produzione di bevande basate sul cold brew, con caffè diversi, preparazioni come il nitro, sull’alcolico, l’analcolico, l’aromatizzato.

Il cold brew ormai sta crescendo: ho fatto dei controlli su Google trend e dieci anni fa non c’erano ricerche e oggi sono molto aumentate. Questa è una tendenza che ci dà la giusta carica. “

Green Coffee Summit: ecco come partecipare al grande evento virtuale della Sca

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Green Coffee Summit
La locandina dell'evento

MILANO – Torna, per la sua terza edizione, il Green Coffee Summit, l’evento virtuale a partecipazione libera targato Sca, che propone due giorni di presentazioni, lezioni E tavole rotonde su temi afferenti l’universo del caffè verde. L’appuntamento è per il 5 e 6 dicembre: in programma una serie di contenuti in live streaming, che analizzeranno la complessa filiera di approvvigionamento della materia prima caffè fornendo informazioni e offrendo spunti di riflessione, validi tanto per i produttori, quanto per i commercianti crudisti e i torrefattori.

Tutte le sessioni saranno registrate e successivamente condivise nella Library del Green Coffee Summit, che è ugualmente accessibile a tutti.

La Sca descrive il Green Coffee Summit come una piattaforma virtuale unica nel suo genere, che promuove la conoscenza del mondo del caffè.

In uno scenario in continua evoluzione è essenziale essere sempre al corrente degli sviluppi più attuali dell’industria.

I partecipanti all’evento avranno la possibilità di seguire discussioni e trattazioni tenute da esperti di fama internazionale sulle prospettive produttive, sui trend di mercato e sulle novità normative.

La prima giornata avrà come tema portante gli attributi estrinsechi del caffè verde. Negli ultimi anni abbiamo assistito al nascere di nuovi trend, come il cold brew, il ready-to-drink, le app per le ordinazioni e l’e-commerce. Trend che sono stati analizzati perlopiù nella prospettiva del consumatore.

Il Green Coffee Summit se ne occuperà anche nell’ottica della catena produttiva approfondendone gli aspetti inerenti all’approvvigionamento della materia prima, alla sostenibilità economica, alle problematiche di determinazione del valore.

Il tutto, con il contributo di esperti e veterani dell’industria, che condivideranno osservazioni e strategie.

Tema della seconda giornata sarà la scoperta e la costruzione del valore attraverso strumenti quali la selezione e il miglioramento genetico, l’innovazione negli strumenti e nelle metodologie di lavorazione del caffè verde, con l’obiettivo di allargare il concetto di qualità in connessione con quello di sostenibilità, sullo sfondo di un futuro che si presenta incerto e sfuggente.

“Negli ultimi anni, la nostra percezione del valore del caffè verde è cambiata in modo significativo, con un’enfasi crescente sulle qualità estrinseche” ha dichiarato il direttore per la sostenibilità della Sca Andrés Montenegro.

“La ricerca volta a comprendere gli attributi del gusto del caffè si sta evolvendo rapidamente per effetto dei cambiamenti in atto nel mercato, del progresso scientifico e dello spostarsi delle preferenze dei consumatori verso lo specialty.

Il Green Coffee Summit 2023 è un’occasione unica per tastare il polso dell’innovazione e imparare dai massimi esperti e professionisti del settore, che forgiano le strategie volte a far progredire il settore delle specialty, per rendere il caffè migliore per tutti”.

Ripetiamo che il Green Coffee Summit è un evento aperto a tutti. Per partecipare è sufficiente iscriversi a questo link.

Green Coffee: A guide to coffee roasters and buyers: il manuale che parte dal verde per tostare il chicco

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Green Coffee A Guide for Roasters and Buyers (photo granted)
Green Coffee: A Guide for Roasters and Buyers (foto concessa)

MILANO – Green Coffee: A Guide for Roasters and Buyers di Chris Kornman – ricercatore e autore nonché direttore dell’educazione a The Crown: Royal Coffee Lab and Tasting Room ad Oakland, California -, è il manuale pubblicato da Roast Magazine, che propone un’ampia visione dei meccanismi che si celano dietro il prodotto finale che nel mondo tutti consumano in diverse forme: il caffè.

Si parte, lo suggerisce il titolo stesso, dal grano verde: materia prima dissezionata dall’autore, di cui viene raccontata la struttura biologica, la coltivazione, i processi di lavorazione, i luoghi d’origine.

Green Coffee, la guida di 179 pagine

Rivolta a torrefattori, ai traders, ma anche ai consumatori, così come a tutti coloro che sono interessati ad intraprendere questo viaggio esplorativo lungo una filiera complessa a partire dal verde. Il libro – lo racconta l’autore stesso – è la summa di anni di esperienza professionale sul campo, raccolta in un unico testo a disposizione dei lettori.

Una miscela equilibrata tra teoria e pratica che risale la supply chain dalla coltivazione, a partire dall’estrazione del seme dalla pianta del caffè, per approfondire le dinamiche che ne regolano il commercio. Si scende nel dettaglio dell’analisi fisica dei chicchi – grandezza, densità, contenuto d’acqua e presenza di difetti – che poi supporta i principi di una corretta torrefazione per ottenere il giusto risultato finale in tazza.

Molto utile anche la parte di suggerimenti dello stesso autore rispetto ai possibili problemi che potrebbero verificarsi nella fase logistica del trasporto del verde e alle modalità per gestire le criticità lungo la supply chain.

Interessante infine il capitolo dedicato alle corrette modalità di conservazione in magazzino, così come quello che si concentra sul processo di decaffeinizzazione.

Una panoramica completa, questa è Green Coffee A guide for Roasters and Buyers, che ha la qualità di non proporre una visione statica di questa materia prima, ma un approccio flessibile che rispetta la più grande verità rispetto al caffè: si tratta di un prodotto agricolo e come tale, non conosce risposte e soluzioni univoche. Al contrario, soltanto delle linee guida che poi potranno adattarsi a diversi fattori.

Considerazioni finali dell’autore

Il pre-requisito per diventare un eccellente torrefattore, è proprio il caffè verde. Che però va analizzato facendo attenzione alle sfumature che intercorrono tra le metriche standard di riferimento, con una comprensione olistica che permetta a chi si avvicina a questo mestiere di prendere decisioni informate e consapevoli.

E’ disponibile per l’acquisto al seguente link.

I benefici del caffè al mattino potrebbero essere un placebo: lo studio

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Una classica tazzina di espresso (immagine: Pixabay)

Bere caffè aumenta l’attività di parti del cervello coinvolte nella memoria di lavoro, nel controllo cognitivo e nel comportamento orientato agli obiettivi: però non si ottiene lo stesso effetto con la caffeina. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Laura Cuppini pubblicato sul quotidiano Il Corriere della Sera.

Gli effetti benefici del caffè al mattino

MILANO – Per molte persone la giornata comincia solo dopo il caffè del mattino. Lo si beve, oltre che per piacere, anche per svegliarsi ed essere più produttivi. Ma da cosa dipende questo effetto? Alcuni ricercatori dell’Università del Minho di Braga (Portogallo) si sono chiesti se consumare caffeina pura porti agli stessi risultati o se invece sia proprio la tazzina di caffè, nel suo insieme, ad essere una sorta di placebo (ovvero, in farmacologia, una sostanza che viene somministrata soprattutto per gli effetti psicologici che può avere sul paziente).

“È opinione comune che il caffè aumenti la vigilanza e il funzionamento psicomotorio — ha spiegato Nuno Sousa, tra gli autori dello studio pubblicato sulla rivista Frontiers in Behavioral Neuroscience —, ma quando si arriva a comprendere i meccanismi alla base di un fenomeno si aprono strade per esplorare i fattori che possono modularlo e i potenziali benefici di quel fenomeno stesso”.

Risonanza magnetica

Gli scienziati hanno reclutato persone che bevevano almeno una tazza di caffè al giorno e hanno chiesto loro di astenersi dal mangiare o bere bevande contenenti caffeina per almeno tre ore prima dell’esperimento. Hanno intervistato i partecipanti per raccogliere dati personali e poi li hanno sottoposti a risonanza magnetica funzionale: una prima e una 30 minuti dopo aver assunto caffeina o bevuto una tazza di caffè.

Durante le scansioni di risonanza magnetica, ai partecipanti è stato chiesto di rilassarsi e lasciar vagare la mente.

I ricercatori hanno scoperto che l’attività del cosiddetto default-mode network, ovvero la modalità di base del cervello (insieme di circuiti neurali che si attivano quando non siamo impegnati a svolgere compiti specifici) era diminuita sia dopo aver bevuto caffè sia dopo aver assunto caffeina, il che indica che il consumo di entrambi rende le persone più pronte a passare dal riposo al lavoro.

Tuttavia in coloro che avevano bevuto caffè è anche aumentata la connettività nelle aree deputate alla visione e al controllo esecutivo, parti del cervello coinvolte nella memoria di lavoro, nel controllo cognitivo e nel comportamento orientato agli obiettivi. Questo non è accaduto ai partecipanti che avevano assunto solo caffeina.

La colazione amata dagli italiani che prediligono sempre i latticini: l’indagine

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I latticini nella colazione italiana (foto concessa)
I latticini nella colazione italiana (foto concessa)

BOLZANO – Ah, la colazione! Il pasto più importante della giornata, nonché momento perfetto per caricarsi e prepararsi a ciò che ci aspetta con calma, regalandoci un momento tutto per noi oppure da condividere con i familiari. Tutto questo e molto di più è emerso da un’indagine svolta da AstraRicerche – istituto italiano di ricerche sociali e di marketing – per la Federazione Latterie Alto Adige: l’intervista CAWI è stata condotta nel mese di aprile 2023 su un campione di più di 1000 intervistati dell’età compresa tra i 18 e i 65 anni.

Ne sono emersi dati molto interessanti, che confermano il grande amore degli italiani per questo momento, in cui spesso scelgono di deliziarsi e regalarsi una coccola in più grazie ai prodotti lattiero-caseari dell’Alto Adige.

In effetti, integrare latte e latticini a marchio Qualità Alto Adige significa scegliere prodotti buoni e sani, dal gusto fresco e dai valori nutrizionali eccellenti. Che siano latte fieno, yogurt o formaggi, si tratta di prodotti creati seguendo ricette tradizionali che, abbinate alle più moderne tecnologie di lavorazione, soddisfano i numerosi criteri di qualità che li rendono unici (e buonissimi!).

L’importanza di fare la colazione

“Iniziamo dalle basi: fare colazione è importantissimo e questo gli italiani lo sanno – commenta la Dott.ssa Verdiana Ramina, nutrizionista ed esperta di alimentazione – Una colazione completa ed equilibrata, infatti, permette di regolare il resto della giornata alimentare, evitando troppi snack e cene esagerate. È il primo passo per sentirti davvero bene, in armonia con il proprio corpo e la propria mente. Dopo un lungo digiuno notturno, infatti, il corpo ha bisogno di essere correttamente nutrito, per poter iniziare a svolgere le attività della giornata. In particolare, al mattino, quando i livelli di glicemia sono bassi e quelli di cortisolo – l’ormone dello stress – alti.” sostiene la Dott.ssa Ramina.

Colazione dolce o colazione salata?

“Amanti del dolce, gli italiani sono famosi per la colazione tipica a base di cappuccino e brioche, vero cliché del Bel Paese. La colazione dolce è particolarmente energetica e, soprattutto, stimola la produzione di serotonina, che ha un effetto calmante e antistress. La differenza la fa sicuramente la quantità di zuccheri inseriti e il modo in cui questi sono bilanciati all’interno del pasto, perché andrebbero sempre accompagnati da fonti proteiche e/o di grassi affinché il loro assorbimento venga modulato.

Se ben studiate, possono essere anche queste delle buone scelte, equilibrate, soprattutto quando ‘naturalmente’ dolci, ovvero quando l’apporto di zuccheri è dato esclusivamente da miele, confettura e frutta fresca. Dal punto di vista nutrizionale, quindi, possiamo lavorare per creare combinazioni alimentari che apportino gusto e principi nutritivi” commenta ancora la dottoressa Ramina sulle abitudini dolcissime degli italiani.

Gli intervistati si dicono fan principalmente dei biscotti (52,6%) e dei croissant (42,8%). I primi, amatissimi dalle donne (54,1%), dalla generazione Boomer (56,7%) e nel Triveneto (58,2%); i secondi, sempre dai Millennials (44,0%) e nel Nord Ovest (45,2%). La Gen Z, invece, è molto amante dei cereali (31,6%), accompagnati per eccellenza dal latte o dallo yogurt. Anche gli zuccheri naturali sono molto consumati: si tratta principalmente di frutta fresca (13,1%), miele (12,4%) e frutta secca (10,7%). Molto più bassi – ma comunque presenti – i valori relativi alle scelte salate, che virano principalmente su formaggi (4,4%), crêpes salate (4,2%) e torte salate (3,4%).

La colazione salata, perfetta per quando si ha bisogno di energia e di mantenere la sazietà a lungo fino a raggiungere il pasto successivo, per gli ingredienti utilizzati è maggiormente ricca di proteine e risulta indicata quando si pratica sport o quando, per varie motivazioni, intercorrono molte ore tra il momento della colazione e quello del pranzo.

Ad oggi, questo tipo di colazione non è ancora troppo diffuso in Italia, ma sale sul podio quando si tratta di provare qualcosa di nuovo. La colazione cosiddetta nordeuropea – a base di uova e pancetta, ma anche salsicce, funghi, brioches salate e wurstel, senza dimenticare, nella variante scandinava, pesce come arringhe e tonno, ma anche pane tostato, gallette, cereali, pane scuro e integrale, burro, miele e marmellata – è al terzo posto tra le colazioni che incuriosiscono di più gli intervistati (31,1%): ad esserne attratti sono maggiormente gli uomini (36,8%), gli italiani della Gen X (33,6%), ancora una volta nel Triveneto (35,7%).

Quando si tratta di colazioni italiane, invece, subito dopo la sfogliatella napoletana – che detiene il primato indiscusso (23,8%) – si posiziona la combo altoatesina di pane di segale, burro e marmellata, amata dal 23,6% degli intervistati.

I latticini a colazione, soprattutto se dell’Alto Adige

Dolce o salata, la composizione della colazione può davvero essere variegata, prevedere prodotti industriali o artigianali, ma soprattutto contemplare l’inserimento o meno di latte e latticini, che risultano molto amati.

“Inserire latte o yogurt a colazione è abbastanza comune come abitudine, fin da piccoli” continua la Dottoressa. “Un’abitudine che si perde leggermente con il passare dell’età, ma la percentuale dei consumatori di questa tipologia di prodotti resta comunque rilevante”.

Non a caso, infatti, il 55,6% ha affermato che consumare latticini durante la colazione è molto importante ed è anche emerso che il 75,0% consuma latte, il 69,5% yogurt e il 29,7% formaggi. Nello specifico, il latte è un alimento amato da donne e uomini in quasi egual misura (75,7% vs 74,4%), dalla Gen Z (78,3%) e dai Boomers (77,8%). Per lo yogurt e il formaggio, invece, si registrano dati più elevati sugli uomini (71,4% e 32,5%), presso la Gen Z (83,9% in un caso, 38,8% nell’altro).

“Le motivazioni che spingono a un consumo di latticini durante la colazione sono molteplici e vanno dalla facilità e praticità di utilizzo, al senso di idratazione, fino a considerazioni più legate alla sfera nutrizionale. In generale, dal punto di vista nutrizionale è un’ottima idea inserirli durante il primo pasto dopo il digiuno notturno: latte e latticini sono infatti fonti di proteine nobili e minerali come calcio e potassio. In più, contribuiscono a creare il senso di sazietà che permette di iniziare al meglio la giornata” continua la dottoressa Ramina.

In particolare, lo yogurt tradizionale è sicuramente la scelta più rappresentativa della popolazione. La dottoressa Ramina consiglia di sceglierlo nella versione bianca naturale, come già fa il 17% degli intervistati, senza aggiunte di altri ingredienti o zuccheri. Yogurt e latte, in generale, risultano molto amati. Dagli uomini più che dalle donne, (65,9% vs 59,4%) e dalla Gen Z e Gen Y (67,5% e 67,4%). Meno convinta, invece, la Gen X, che si attesta al 56,9%.

Latte, yogurt o formaggi in Alto Adige ce n’è davvero per tutti i gusti! Parlando di latte, per esempio, nelle latterie si produce latte intero, a lunga conservazione, ESL e biologico. Ma il re è lui: il Latte Fieno, prodotto secondo le antiche tradizioni e fatto con latte di mucche alimentate con mangimi 100% naturali come fieno, crusca e cereali. Una vera e propria specialità tradizionale garantita!

Anche lo yogurt è un grande vanto dell’Alto Adige: è molto amato ed è ottimo per chi ama le colazioni fresche e leggere, senza però rinunciare al gusto. Che si scelga dunque una colazione salata o dolce, la regola è una: inserire uno o più latticini per rendere il primo pasto della giornata completo e gustoso. Varietà e sapore fanno davvero la differenza nell’alimentazione.

Dior lancia la lussuosa tazzina di caffè in porcellana Limoges

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dior tazzina caffè
La tazzina di caffè Dior (immagine presa dal sito Dior)

Il mondo del design e quello del caffè si uniscono ancora una volta grazie alla nuova tazzina di lusso lanciata dal brand di alta moda Dior. Si tratta di un oggetto di lusso in finissima porcellana di Limoges, caratterizzato da un bordo con filetto e dal motivo Toile de Jouy dipinto a mano. Il prezzo ufficiale per questa piccola opera d’arte è di 170 euro a tazzina, con un supplemento di 70 euro con l’aggiunta del piattino. La tazza variante da colazione si trova invece ad un prezzo di 220 euro. Leggiamo di seguito parte dell’articolo pubblicato sul portale d’informazione online Italia Parlare.

La tazzina di caffè firmata Dior

MILANO – Una delle cose che fanno parte della quotidianità di molti, è sicuramente al caffè. Schiumato, espresso, corretto, ce ne sono di mille tipi e soddisfa un po’ tuti i palati che non possono rinunciare ad almeno una tazzina di caffè al giorno. Soprattutto per noi italiani è parte fondamentale delle nostre caotiche giornate, per alcuni sembra avere anche effetti miracolosi, tanto da tenerli svegli e dargli tante energie.

Bevanda ormai tipica della nostra routine, per molti il miglior modo di berla è in una tazzina di vetro, per altri non c’è molta differenza e rimangono sul classico.

Sarebbe bello però, che per chi vive questo momento di degustazione con grande passione e sapore, che ci fosse una tazzina speciale, un oggetto di design unico, di un marchio prestigioso, un oggetto che possa un po’ stupire gli ospiti. Un normale e aromatico caffè contenuto in un piccolo oggetto di design che possa soddisfare i nostri gusti sofisticati.

Un pezzo d’arte che possa contenere un prodotto dal consumo comune, spesso frettoloso e sinonimo di lavoro e di stress. Dior ha creato una tazzina di lusso, un oggetto di arredamento di assoluto livello, da usare solo nelle occasioni speciali.

Tazzina da caffè in finissima porcellana di Limoges, caratterizzata da un bordo con filetto e dal motivo Toile de Jouy dipinto a mano. Simbolo della Maison particolarmente caro a Christian Dior, il motivo Toile de Jouy viene costantemente rivisitato e utilizzato per decorare le creazioni Dior come tributo al suo fondatore.

Un prodotto al 100% di fattura francese, elegante e lussuoso come il marchio che rappresenta. Con pochi semplici tocchi Dior ha trasformato un semplice tazzina in una piccola opera d’arte, mantenendo lo stile classico che ci riporta malinconicamente indietro nel tempo.

Per questa tazzina nello specifico, il prezzo ufficiale Dior, è di 170 euro a tazzina, con un supplemento di 70 euro se si vuole anche e ovviamente il piattino.

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Central Kerp: il bar ispirato alla sitcom Friends a Carpi, ha il cappuccino personalizzato

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friends central perk
Il logo di Friends

Cristiana Delaurentis ed Erica Paolucci, entrambe classe ’98, hanno ideato il Central Kerp Cafè, ispirato all’iconico bar Central Perk della sitcom Friends. Il bar si contraddistingue anche per il servizio bar: il Central Kerp è in grado di preparare un cappuccino decorato con un’immagine personalizzata, che è stato ribattezzato “selfieccino”. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato su Il Resto del Carlino.

Il Central Kerp Cafè a Carpi in omaggio a Friends

CARPI (Modena) – Dal piccolo schermo alla realtà: nasce così il Central Kerp Cafè, frutto dell’intuizione e della creatività di due giovani socie carpigiane che hanno realizzato un locale ispirato all’iconico Central Perk di Friends, la loro sitcom preferita.

Aperto dal 28 gennaio di quest’anno in piazzale Ramazzini, il Central Kerp si sta affermando grazie alla qualità dei prodotti e all’abilità delle due socie: Cristiana Delaurentis ed Erica Paolucci, entrambe classe ’98.

“Sognavamo di aprire un bar insieme — spiega Cristiana Delaurentis — e abbiamo colto l’occasione grazie a un bando del Fondo Impresa Femminile che, per le nuove aperture, garantisce un finanziamento a fondo perduto del 50% dell’investimento”.

Delaurentis continua: “La nostra filosofia? Non vendiamo marche famose perché acquistiamo soltanto prodotti biologici made in Italy, prepariamo ogni cosa al momento e cerchiamo di evitare qualsiasi spreco di cibo: certamente è una scelta difficile e coraggiosa, ma fino a ora i nostri clienti la stanno apprezzando molto”.

Gli arredi del locale ricalcano il Central Perk Cafè di Friends, compresi il divano, la poltrona e una parete totalmente dedicata alla celebre sitcom americana.

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