lunedì 08 Settembre 2025
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Gelato: ecco i trend e i gusti, tutti tradizionali, che spopoleranno nel 2025

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gelato cono bari garda sardegna mostra milano pupo
Un cono gelato (immagine: Pixabay)

L’Osservatorio SIGEP World, che da 25 anni fotografa dati e tendenze nel settore della gelateria, ha chiesto ad alcuni famosi maestri gelatieri quali saranno i gusti da provare quest’estate. Leggiamo di seguito un estratto dell’articolo di Camilla Sernagiotto per il quotidiano Il Corriere della Sera.

I nuovi trend e gusti per l’estate 2025

MILANO – Secondo Antonio Mezzalira, già insignito dei Tre Coni dal Gambero Rosso per il lavoro svolto nella sua Golosi di Natura a Piazzola sul Brenta, la prossima estate sarà segnata dall’introduzione di ingredienti inconsueti ma ricchi di benefici. Tra questi c’è l’aronia, una bacca dal gusto affine al mirtillo e apprezzata per l’alto contenuto di antiossidanti, e la barbabietola, indicata per chi necessita di alimenti a basso impatto glicemico.

In parallelo, Mezzalira rilancia un’idea di differenziare i prezzi del gelato a seconda della complessità e del costo delle materie prime impiegate, analogamente a quanto già avviene nelle pizzerie. “Da me, ad esempio, il gelato al prosecco viene 3 euro a coppetta invece di 2,50”.

Taila Semerano, nominata miglior gelatiere emergente del 2024 proprio al SIGEP World, ha deciso di ritornare alle radici familiari gestendo la gelateria fondata dal nonno a Ostuni, dopo aver conseguito una laurea alla Bocconi.

Secondo lei la tendenza dominante sarà il recupero dei sapori tradizionali, da riscoprire attraverso lavorazioni artigianali semplici e curate. Tra le novità che segneranno la sua proposta spicca la stracciatella inversa, una rivisitazione della celebre variante, con una base di cioccolato fondente su cui si inseriscono scaglie di cioccolato bianco. Semerano sottolinea inoltre l’avvicinamento sempre più evidente tra gelateria e pasticceria, che porta alla sperimentazione di gusti arricchiti da elementi come biscotti e croccanti.

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Bustine di zucchero: ecco la collezione di Fabio Pozzolo con oltre 3000 esemplari

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Bustine di zucchero (da commons.wikimedia, autore Paulata) federgrossisti
Bustine di zucchero (da commons.wikimedia, autore Paulata)

Fabio Pozzolo, 31 anni, graphic designer di Pordenone, da quando era piccolo colleziona bustine di zucchero. Ne ha messe insieme oltre 3000 nel corso della vita e possono essere ammirate sul profilo Instagram @sugarpackets.archive. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale Non Sprecare.

Il collezionista di bustine di zucchero

MILANO – Un collezionista speciale, che comunque possiamo far rientrare nella categoria delle persone che, indirettamente, contribuiscono a ridurre gli sprechi. In questi casi delle bustine di zucchero, che continuamente, e non del tutto esaurite, finiscono nella spazzatura.

E invece Fabio Pozzolo, 31 anni, graphic designer di Pordenone, da quando era piccolo colleziona bustine di zucchero. Ne ha messe insieme oltre 3mila, che si possono guardare sul profilo Instagram @sugarpackets.archive, e alcune sono davvero particolarmente curiose, come per esempio una bustina utilizzata per la propaganda nel corso di una campagna elettorale.

Il collezionismo delle bustine di zucchero, detto anche glicofilia, è un hobby che affonda le sue radici nei primi del Novecento. Questo interesse è stato alimentato dalla varietà e unicità delle bustine, nonché dalla loro presenza ovunque, nei bar, nei ristoranti e in tutti i locali pubblici. Le bustine possono distinguersi per diversi fattori, tra cui la casa produttrice, il luogo o locale pubblicizzato, la dimensione, la forma e la serie di appartenenza.

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Coupe du monde de la pâtisserie: al via le candidature per la selezione del team italiano

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coupe pasticceria
La vittoria dell'Italia nel 2021 (crediti: GL EVENTS - SIRHA)

MILANO – Il Club Italia della Coupe du Monde de la Pâtisserie annuncia ufficialmente l’apertura delle candidature per la selezione nazionale italiana 2025, tappa fondamentale per comporre la squadra che rappresenterà l’Italia alla Coupe d’Europe de la Pâtisserie 2026, in programma il 19 e 20 gennaio 2026 a Parigi. La competizione continentale fungerà da selezione ufficiale per accedere alla Coupe du Monde de la Pâtisserie di Lione, prevista nel gennaio 2027.

La selezione italiana si svolgerà giovedì 11 settembre 2025 presso CAST Alimenti, a Brescia, sede storica del Club Italia e centro d’eccellenza della formazione pasticcera italiana.

La competizione si terrà in forma individuale ed è aperta a tutti i professionisti del settore, da nord a sud.

I candidati potranno scegliere di partecipare in una o più delle seguenti quattro categorie:

  • Pièce artistica in zucchero con entremets al cioccolato
  • Pièce artistica in cioccolato con dessert al piatto da ristorazione
  • Pièce artistica in cioccolato con torta gelato
  • Scultura in ghiaccio con torta gelato

A ogni prova verrà assegnato un punteggio; i tre concorrenti con il punteggio complessivo più alto (calcolato sulla somma delle prove sostenute) comporranno la squadra nazionale italiana per la Coupe d’Europe.

“Con questa nuova selezione intendiamo valorizzare il talento dei professionisti italiani, invitandoli a partecipare per dare lustro al talento nazionale e vivere un’esperienza formativa e professionale unica nel suo genere”, afferma Alessandro Dalmasso, presidente del Club Italia Coupe du Monde de la Pâtisserie. “La Coupe d’Europe rappresenta una tappa fondamentale verso l’élite della pasticceria mondiale, e il nostro obiettivo è che, anche questa volta, l’Italia si distingua per passione ed eccellenza.”

Una giuria tecnica valuterà esclusivamente:

  • la degustazione
  • l’esecuzione tecnica
  • la resa estetica delle pièce

Regolamento completo e modulo di iscrizione disponibili su:
www.coppadelmondopasticceria.com

Termine ultimo per le iscrizioni:
28 luglio 2025 (fino a esaurimento delle postazioni disponibili – farà fede l’ordine cronologico di ricezione).
Quota di partecipazione: € 100,00 + IVA
Candidature via e-mail: info@coppadelmondopasticceria.com

Il Club Italia, presieduto da Alessandro Dalmasso, invita tutti i professionisti della pasticceria italiana a partecipare a questa selezione per dare lustro al talento nazionale e vivere un’esperienza formativa e professionale unica nel suo genere.

Gli intenti del Club Italia

Su volontà di Gabriel Paillasson, fondatore nel 1989 della Coupe du Monde de la Pâtisserie, nell’aprile 2000 è stato istituito il Club Italia della Coupe du Monde de la Pâtisserie, con la finalità di selezionare, preparare ed accompagnare la squadra e la delegazione italiana a Lione. Tutte le attività di promozione, selezione ed allenamento sono possibili grazie al sostegno e alla collaborazione di più protagonisti che credono nell’iniziativa, in primo luogo i soci fondatori del Club Italia, nonché partner: Agrimontana, CAST Alimenti, Conpait, Pasticceria Internazionale (Chiriotti Editori), Valrhona.

Confida e JAKALA presentano il nuovo Vending Market Monitor, cioè lo strumento di analisi per il mercato del vending & OCS

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Michele Adt, direttore generale di Confida (immagine concessa)

MILANO – JAKALA, realtà leader nella data-driven transformation, trasformazione basata sui dati, ha presentato l’11 giugno presso la sede in Corso di Porta Romana 15 a Milano, l’innovativo Vending market monitor, la soluzione di analisi avanzata sviluppata con Confida, Associazione italiana distribuzione automatica. Il nuovo strumento rappresenta il prossimo passo nell’evoluzione nella misurazione e nel monitoraggio delle performance del mercato vending & OCS (Office coffee service) con un focus sui volumi venduti nei diversi canali distributivi.

Michele Adt, direttore generale di Confida, prende la parola: “Il vending italiano è la più grande catena distributiva alimentare automatica d’Europa. È una realtà poderosa che comprende 800 mila distributori automatici gestiti da circa 3.000 imprese. Il vending è rigorosamente made in Italy. Nel 2024 il giro d’affari complessivo, compreso l’OCS, è stato pari a 1,9 miliardi di euro con 4,9 miliardi di consumazioni. Per il canale vending, siamo in leggera decrescita rispetto all’anno precendente a -3,7% di consumazioni, dovuto prevalemente alla produzione industriale. Perché se le industrie producono meno e hanno meno lavoratori di conseguenza, le consumazioni sono minori. Altro discorso per l’OCS, che rappresenta oltre 1 miliardo di consumazioni: da ciò si deduce l’importanza della distribuzione automatica in Italia”.

Adt aggiunge: “Nel 2019 avevamo costruito già una piattaforma chiamata Vending Maket Monitor che restituiva l’andamento mensile del vending sulla base delle principali macrocategorie come bevande calde, fredde e snack. L’anno scorso ci siamo spinti oltre sia dal punto di vista del contenuto, con un panel ampliato e un livello di dettaglio per la categorizzazione dei dati maggiore. La partnership con Jakala è stata fondamentale per la realizzazione del nuovo Vending market monitor”.

Le due principali novità introdotte dal nuovo sistema di rilevazione sono:

  • Un panel significativamente ampliato, con un livello di rappresentatività ampio e solido, in grado di garantire maggiore affidabilità statistica e valore informativo;
  • Un livello di dettaglio analitico inedito, con la possibilità di effettuare analisi geografiche a livello regionale e approfondimenti per singola referenza, permettendo una lettura ancora più granulare del comportamento dei consumatori e delle performance dei prodotti.

Ma c’è di più: grazie al Vending market monitor, i prodotti saranno categorizzati secondo la gerarchia utilizzata per lo studio di settore Confida, integrando anche il dettaglio del gruppo e del brand.

Il nuovo strumento offre dunque un’evoluzione a 360° fornendo una visione approfondita e strategica del settore del vending con una migliore analisi e comprensione del comparto vending e OCS.

Il vending Market Monitor si propone come punto di riferimento per aziende, operatori e investitori che vogliono orientare le proprie strategie su dati oggettivi.

Luigi Maggio, senior manager JAKALA (immagine concessa)

Luigi Maggio, senior manager JAKALA, fa il quadro della situazione nel vending per il 2024: “Per quanto riguarda le consumazioni dello scorso anno, le bevande calde hanno registrano un calo di -3,4%, tra queste, anche il caffè, re delle consumazioni alle vending machine, ha subito una frenata con -2,93% (ne abbiamo parlato qui). Stabilmente siamo a -19% rispetto al periodo pre-Covid. Abbiamo identificato come principali motivi il consolidamento dello smartworking e l’aumento dei costi che ha influito sulle evoluzioni di abitudini di consumo. C’è inoltre il tema della stagionalità: nel 2024 ci sono state giornate meno calde rispetto al 2023 e ciò ha contribuito al calo dei consumi”.

Maggio aggiunge: “Attraverso un survey, abbiamo chiesto a 71 operatori previsioni sull’evoluzione del mercato della distribuzione automatica. Per quanto riguarda il settore automatico, il 42% delle persone crede che tra 5 anni sarà in lieve calo, e il 44% crede che rimarrà stabile. Mentre per l’OCS il 39% crede che sarà in crescita, di cui il 13% pensa sarà in forte aumento. Sempre sull’OCS, i settori di ufficio e famiglia sono percepiti come in calo secondo più della metà degli operatori”.

“Con il nuovo Vending market monitor, vogliamo supportare aziende e operatori del settore con uno strumento concreto, basato su dati affidabili e profondi, per prendere decisioni più consapevoli e strategiche in un mercato in continua evoluzione”, conclude Luigi Maggio, “La collaborazione con Confida è stata fondamentale per costruire un osservatorio realmente utile, capace di cogliere i segnali del mercato e trasformarli in insight di valore.” Il Vending Market Monitor sarà ultimato entro settembre 2024.

Alessandro Galtieri sulle macchine espresso superautomatiche: “Non sostituiranno il barista ma miglioreranno il servizio”

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Alessandro Galtieri (immagine concessa)

Alessandro Galtieri, campione di caffetteria, scrittore di apprezzatissimi manuali per baristi e coffee lover, giudice e trainer, si esprime sull’evoluzione delle macchine espresso superautomatiche, protagoniste del prossimo Host 2025. Sembra che le nuove attrezzature siano pronte ad imporsi anche sul mercato italiano.

Secondo Galtieri, in uno scenario ideale, la superautomatica non sostituirà la figura del barista, ma potrà diventare una sua alleata. Leggiamo di seguito l’opinione dell’esperto.

Il futuro dell’espresso: riflessioni sull’automazione nelle caffetterie

di Alessandro Galtieri

Galtieri: “Il prossimo Host 2025 vedrà una presenza massiccia di macchine espresso superautomatiche, provenienti anche dall’Oriente e non soltanto. Tecnologie pronte a proporsi sul mercato italiano, storicamente legato alla macchina semiautomatica manovrata dal barista: simbolo dell’espresso all’italiana e icona riconosciuta in tutto il mondo.

Ma è lecito chiedersi: siamo pronti ad accogliere questa rivoluzione?

Il caffè, dopotutto, non è solo una necessità fisiologica. È rituale, conforto, pausa, abitudine. È un gesto quotidiano che racconta chi siamo, che scandisce il nostro tempo. Soddisfa bisogni fisiologici come la caffeina che ci rimette in moto ma anche bisogni più profondi: il piacere, l’identità, la gratificazione personale.

Eppure, oggi ci troviamo davanti a un paradosso sempre più evidente: da un lato i costi di gestione delle caffetterie continuano a salire – tra materie prime, manodopera ed energia – mentre dall’altro il potere d’acquisto dei consumatori si contrae. Il prezzo dell’espresso cresce, ma non abbastanza da rendere sostenibile il modello attuale. Ma fino a quando potrà andare avanti così?

Il mercato, tra crisi climatica, difficoltà logistiche, speculazioni e normative come l’EUDR, non sembra offrire margini di respiro. La politica? Non c’è da illudersi.

E allora? Forse è il momento di considerare un’alternativa: una macchina che riduce gli sprechi, ottimizza i consumi, promette un possibile risparmio sul personale e garantisce qualità e costanza. Un’ipotesi che, vista con gli occhi dell’imprenditore, diventa tutt’altro che trascurabile.

Come l’automazione ha reso accessibili beni un tempo elitari – abbigliamento, automobili, tecnologia – mi domando: non potrebbe democratizzare anche il caffè?

L’alternativa, purtroppo, è il rischio che il consumo del caffè fuori casa si trasformi in un’abitudine per pochi, confinata in una manciata di oasi gourmet.

Basta uno sguardo al panorama internazionale per intuire la traiettoria possibile: in molte città europee (e non solo), un espresso costa anche quattro volte più che in Italia. Se i prezzi dovessero allinearsi anche da noi, il rischio è che il caffè al bar diventi un lusso occasionale, e non più una consuetudine quotidiana.

Non considero l’automazione come una risposta univoca, ma una possibilità in più. Non credo esista – né oggi né domani – una macchina che possa davvero sostituire il ruolo attivo, pensante e sensibile del barista. Ma credo anche che ignorare le potenzialità delle nuove tecnologie significhi rinunciare a esplorare soluzioni che, se ben integrate, potrebbero rendere più sostenibili e accessibili certi modelli di business, senza compromettere la qualità”.

Galtieri aggiunge: “La macchina semiautomatica rimane, e continuerà a rimanere, il riferimento per chi lavora in un contesto in cui l’intervento umano fa la differenza: nella regolazione, nella sensibilità, nella capacità di adattarsi in tempo reale. È una protesi intelligente nelle mani del barista, e in molti contesti è – giustamente – insostituibile”.

C’ è di più: “Ma in parallelo, ci sono segmenti di mercato dove la costanza e l’efficienza della superautomatica possono offrire una risposta concreta. L’interesse verso queste macchine non è un tradimento della tradizione, ma un tentativo di capire dove e come possono affiancare l’artigianalità, liberando energie preziose per l’accoglienza, il servizio, la relazione”.

E negli specialty coffee shop?

“Per le caffetterie specializzate, quei luoghi dove si va non solo per bere un buon espresso, ma per vivere un’esperienza, l’introduzione dell’automazione dovrà essere ponderata, ben progettata e armonizzata. Dovrà inserirsi senza sottrarre valore all’esperienza.

L’espresso preparato da una superautomatica non dovrà solo essere buono: dovrà anche apparire tale, inserirsi con naturalezza nell’estetica e nella narrazione del locale. Niente rivoluzioni traumatiche, ma un percorso fatto di combinazioni intelligenti, mediazioni e nuove visioni.

Queste attrezzature dovranno fondersi con l’anima del locale senza rompere l’incantesimo. Serve una logica estetica. Si tratta sicuramente di una sfida.

Non possiamo negare che la macchina espresso, oltre alla funzione, ha sempre offerto un’emozione visiva, un’estetica tecnologica che – almeno per ora – le superautomatiche non trasmettono allo stesso modo.

Forse anche perché, nell’immaginario comune, l’automazione è ancora associata al caffè mediocre degli hotel business e dei distributori automatici di uffici e ospedali. Contesti in cui, più che la macchina, a fare la differenza sono margini risicati, manutenzione incostante e attrezzature scelte per risparmiare.

Ma se confrontassimo la media dei caffè serviti nei bar italiani con quelli estratti da una superautomatica ben tarata e ben manutenuta, il risultato non sarebbe così scontato. Il caffè, dopotutto, non distingue tra mani e circuiti: ciò che conta è la competenza, la costanza, la cura. E in questo, la macchina può eccellere: precisione, ripetibilità, velocità. Se progettate con intelligenza e seguite con attenzione, le superautomatiche potrebbero diventare a tutti gli effetti le fabbriche del buon caffè di domani.

In uno scenario ideale, la superautomatica non sostituirà il barista, ma potrà diventare una sua alleata, permettendogli di concentrarsi su ciò che fa la differenza: l’ascolto, il consiglio, l’accoglienza, cultura del prodotto, oltre ad offrire un servizio più sostenibile, accessibile e qualitativamente solido”.

                                                                                                       Alessandro Galtieri

Usda: l’Etiopia si avvia a diventare dal prossimo anno il quarto produttore mondiale di caffè superando l’Indonesia

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Etiopia
Chicchi di caffè etiope (credits: Wikimedia Commons - autore: Ninaras)

MILANO – Vola la produzione dell’Etiopia, che nell’annata corrente (2024/25 ha superato i 10,6 milioni di sacchi e nella prossima (2025/26) raggiungerà gli 11,56 milioni sopravanzando il raccolto dell’Indonesia e facendo del primo produttore dell’Africa anche il quarto produttore mondiale, alle spalle di Brasile, Vietnam e Colombia. Queste, almeno, le stime del servizio agricolo estero del Dipartimento dell’agricoltura (Usda) degli Stati Uniti.

L’Ufficio di Addis Abeba ha innanzitutto rivisto considerevolmente al rialzo le sue stime sulla produzione 2023/24 e 2024/25 portandole rispettivamente a 9,13 e 10,68 milioni.

E ha inoltre formulato questa prima, ottimistica previsione per il raccolto 2025/26, che porterebbe l’Etiopia davanti all’Indonesia, la cui produzione 2025/26 è prevista – sempre da Usda – in 11,25 milioni.

Negli ultimi vent’anni, la produzione dell’Etiopia è aumentata di oltre due volte e mezzo rispetto ai circa 4 milioni di sacchi del 2004/05

Secondo il report, questi dati riflettono l’impatto positivo dei programmi promossi su scala nazionale, che hanno diffuso migliori pratiche agricole, migliorato il materiale genetico e favorito l’espansione delle aree coltivate.

Negli ultimi 4 anni si è dato impulso al rinnovo delle piantagioni e alla potatura periodica degli arbusti, con risultati tangibili in termini di produttività e qualità.

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Circana: colazioni fuori casa aumentano del 10% tra i giovani di 17-29 anni

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Il logo Circana

MILANO – I consumatori europei, nonostante continuino a essere misurati negli acquisti quotidiani, stanno spendendo in modo più generoso per momenti di gratificazione legata al cibo che nutre sia il corpo che la mente. Questa è la reazione al particolare momento in cui la preoccupazione per i conflitti globali, le questioni climatiche e le continue pressioni economiche plasmano la vita quotidiana.

Dimenticate carboidrati, grassi, zuccheri e alcol. Oggi, la gratificazione nel cibo riguarda sapori dal mondo, nuovi ed entusiasmanti, ingredienti attentamente selezionati e persino l’acquisizione di nuove abilità culinarie. Un kit per cucinare ben curato può soddisfare il desiderio di gratificazione tanto quanto una barretta di cioccolato o una vaschetta di gelato. Una piacevole visita al ristorante riguarda tanto la socializzazione l’atmosfera e la scoperta di nuove cucine, quanto tornare a casa sazi.

L’analisi “Eat Play Love” del brand Circana offre un’istantanea delle abitudini dei consumatori nel 2025, attingendo alla sua tecnologia leader del settore, all’intelligenza artificiale e ai dati sui consumatori, attraverso i mercati della vendita al dettaglio di alimentari, del foodservice, dei giocattoli e della bellezza di prestigio in Europa.

La snackificazione del cibo

Gli snack non vengono più consumati solo tra i pasti, ma anche abbinati o in sostituzione di una tradizionale colazione, pranzo o cena. Il 13% degli europei dichiara di mangiare snack al posto di un pasto principale e il 28% li consuma contemporaneamente. Inoltre, quattro snack su dieci fuori casa vengono ora consumati a pranzo o a cena.

Non solo patatine e barrette di cioccolato, quasi tutto può essere considerato uno snack, inclusi sottaceti, uova sode e persino la pizza surgelata. Ciò che conta per i consumatori è che lo snack scelto si adatti alla propria giornata e soddisfi le esigenze del proprio stile di vita.

Grazie a molte più opzioni naturali, ricche di proteine e minimamente processate tra cui scegliere, non sorprende che quasi la metà dei consumatori europei affermi che fare spuntini regolarmente rappresenti una forma di cura di sé, con il 73% che si concede questo piacere davanti a uno schermo, e quasi la metà che lo considera un rituale di benessere. La spesa per i ‘pasti snack’ è aumentata del 4,5% nei punti vendita di servizi di ristorazione e del 9,6% nella ristorazione al dettaglio (un totale combinato di 64 miliardi di euro).

Lo snacking rappresenta ora quasi il 40% del valore totale dei prodotti alimentari, generando 234 miliardi di euro in vendite, con un aumento del 2,9% o 7 miliardi di euro in più nel 2024 rispetto al 2023.

“Mangiare non riguarda più solo placare la fame; si tratta di migliorare l’umore, aggiungere entusiasmo a ogni pasto e arricchire i rituali quotidiani”, ha dichiarato Ananda Roy, senior vice president of Strategic Insights and Thought Leadership EMEA di Circana. “La convenienza, la flessibilità e la varietà offerte dagli snack ne sono un ottimo esempio. Oggi, gli snack rappresentano più un acquisto consapevole che un piacere proibito.”

Qualità da ristorante, direttamente a casa

Ordinare a domicilio è uno dei modi più costosi per portare cibo a casa, ma gli europei accorti stanno usando il delivery per gestire intelligentemente la spesa pur continuando a sperimentare cibo di ristoranti di qualità. Ordinando solo il piatto principale a domicilio e acquistando antipasti, dessert e bevande al supermercato, trasformano una visita al ristorante da 120 euro in una consegna di pizza da 50 euro, mantenendo gran parte dello stesso piacere.

Questo è uno dei motivi per cui il delivery continua a performare sorprendentemente bene in Europa, anche con l’aumento della pressione sul costo della vita, con una spesa nell’ultimo anno di 29 miliardi di euro per le consegne di cibo e bevande, in aumento rispetto ai 26 miliardi di euro del 2023.

“Il desiderio di un maggiore controllo va oltre gli ingredienti”, ha dichiarato Edurne Uranga, vice president foodservice Europe di Circana. “I consumatori stanno monitorando le loro spese, chiedono le ‘doggy bag’ e pianificano attentamente le occasioni dei pasti. Questo non è solo budgeting; è una forma di empowerment. Man mano che le esigenze emotive delle persone nei confronti del cibo cambiano, il confine tra ciò che acquistano nei negozi di alimentari e nei bar, ristoranti e altri punti di ristoro sta sfumando.”

Altri cambiamenti evidenziati dall’analisi “Eat Play Love” nelle preferenze degli Europei:

  • Una nuova prospettiva sull’alimentazione equilibrata. Poiché il mondo sembra più caotico e le preoccupazioni per la salute, come l’obesità e le malattie croniche, aumentano, i consumatori europei vogliono essere più proattivi nel prendere il controllo della propria salute. Alimenti ricchi di proteine, con l’aggiunta di fibre, che rafforzano il sistema immunitario, migliorano l’umore e stimolano la mente rappresentano ora un business multimiliardario e sono saldamente integrati nella cultura alimentare europea. Questo non significa che gli europei siano completamente contrari alla lavorazione. Sebbene le opzioni più naturali siano decisamente richieste, soprattutto in categorie come lo snacking, il 38% dei consumatori crede anche che la lavorazione industriale possa migliorare il gusto e il 40% afferma che rende i prodotti più accessibili.
  • Le grandi catene e i punti vendita tradizionali dominano la scena. La scelta di ristoranti, bar, punti di ristoro e negozi di alimentari da parte degli europei rimane decisamente tradizionale. Acquistano ancora di più da catene come Starbucks, Five Guys, Quick e Pret a Manger rispetto agli indipendenti perché desiderano valore, convenienza e opzioni di consegna a domicilio facili, che i grandi operatori con operazioni di back-office professionali sono spesso maggiormente in grado di offrire.

Questo è evidente anche nella vendita al dettaglio di alimentari. Dopo anni di rapida crescita per i discount, gli europei stanno tornando ad amare i supermercati. Nell’ultimo anno, le vendite unitarie dei supermercati sono cresciute dell’1,6% rispetto a solo lo 0,8% per i discount.

  • Meglio per me e per l’ambiente. Nonostante la pressione sul costo della vita, essere responsabili dal punto di vista ambientale negli acquisti alimentari rimane importante: il 26% dei consumatori europei preferisce opzioni ecocompatibili e il 27% è attratto da marchi socialmente responsabili. Sebbene la maggior parte delle visite ai ristoranti continui ad essere guidata dal desiderio di concedersi un piacere, gli europei prediligono sempre più prodotti locali e stagionali.
  • La “doggy bag” diventa un’istituzione europea. Il 20% dei consumatori europei ora afferma che è importante portare a casa la propria “doggy bag” e lo considera un atto di sostenibilità. Il risparmio di denaro è la motivazione principale per richiederla, ma anche il desiderio di ridurre lo spreco alimentare gioca un ruolo centrale. Un ulteriore 19% vorrebbe che gli avanzi fossero donati in beneficenza.

La scheda sintetica di Circana

Circana è un’azienda leader nella fornitura di tecnologia, intelligenza artificiale e dati agli operatori del largo consumo e di beni durevoli, produttori e distributori, impegnati a ottimizzare il loro business. Le analisi predittive e la tecnologia di Circana consentono ai clienti di misurare la loro quota di mercato, comprendere il comportamento dei consumatori che la guida e accelerare la crescita.

La piattaforma tecnologica Liquid Data di Circana è alimentata da un vasto set informativo di alto valore e da algoritmi intelligenti sviluppati in sei decenni di esperienza nel settore. Con Circana, i clienti possono intraprendere azioni immediate per preparare il futuro ed evolvere le loro strategie di crescita in un’economia sempre più complessa, dinamica e in continua evoluzione. Per ulteriori informazioni, visita www.circana.com.

La Metodologia Eat Play Love

Questa analisi sfrutta l’ampia copertura di Circana nel settore del retail alimentare, del foodservice, della bellezza di prestigio e dei giocattoli, coprendo le vendite di beni di consumo in centinaia di categorie e miliardi di unità di stoccaggio in cinque paesi europei, tra cui Regno Unito, Francia, Italia, Spagna e Germania. Il retail alimentare copre sei paesi, includendo i dati dai Paesi Bassi. Sono compresi anche i dati delle indagini sui consumatori.

Lo stabilimento di Caffè Ninfole ospita il MAP Festival “Earthphonia live” con Max Casacci, 13/06

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Lo stabilimento di Caffè Ninfole (immagine concessa)

TARANTO – Caffè Ninfole prosegue con la sua attività di sostegno alle attività culturali della città di Taranto dove dall’inizio del secolo scorso trova casa la sua antica torrefazione. Questa volta, per il MAP Festival, la rassegna che da cinque anni, nella terra celebrata dalla grande opera monumentale dell’architetto e artista Giò Ponti, parla dei grandi processi che riguardano il cambiamento urbano delle città, Caffè Ninfole è protagonista con la sua stessa architettura e il suo impianto di produzione.

Caffè Ninfole e la musica Earthphonia Live con Max Casacci

Il 13 giugno, infatti, lo stabilimento Caffè Ninfole sulla strada per San Giorgio Jonico, ospita uno degli appuntamenti più attesi della rassegna con “Earthphonia Live”, la musica della natura nata dalla mente artistica di Max Casacci, musicista, ingegnere del suono e fondatore dello storico gruppo dei Subsonica.

La locandina (immagine concessa)

In questa nuova opera sonora, Max Casacci schiera la sua musica in prima linea nella battaglia per l’ambiente, raccogliendo il suono direttamente dalla natura.

“Per noi si tratta di un’occasione di estremo prestigio – commenta Rossella Ninfole, presidente dell’omonimo gruppo – perché i suoni della natura trasformati sapientemente in tessitura musicale, sono anche il pro-memoria di responsabilità che come cittadini e imprenditori abbiamo nei confronti di questo territorio, provato ma con le grandi potenzialità che anche questo fermento culturale dimostra”.

La musica irrompe quindi tra i sacchi di arabica e robusta, tra le pareti della più antica torrefazione di Puglia.

Con la direzione artistica di Piero Romano e Gloria Campaner, il festival è organizzato dall’Orchestra della Magna Grecia, con il patrocinio del Ministero della Cultura, della Regione Puglia e del Comune di Taranto, e in collaborazione con realtà culturali e istituzioni come il MArTA, la Marina Militare, la Soprintendenza nazionale per il patrimonio culturale subacqueo e l’Ordine degli Architetti.

L’appuntamento di venerdì 13 giugno, alle ore 20.00 nello stabilimento NINFOLE di Taranto, prevede la performance Earthphonia live di Max Casacci e della biologa marina, divulgatrice scientifica e presidente della onlus Worldrise, Mariasole Bianco.

illycaffè partner di The World’s 50 Best Restaurants 2025 per celebrare il fine dining internazionale

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Il logo The World’s 50 Best Restaurants

TRIESTE – illycaffè, azienda leader nel caffè di alta qualità sostenibile, rinnova anche per il 2025 la propria partnership con The World’s 50 Best Restaurants – la classifica internazionale che celebra l’eccellenza gastronomica globale – confermando così il proprio legame con il fine dining, con cui condivide i valori di ricerca ed esaltazione della qualità: dall’utilizzo delle migliori materie prime alla cultura della preparazione, il tutto con l’obiettivo di offrire esperienze uniche ai propri clienti.

illycaffè rinnova la partnership con The World’s 50 Best Restaurants

In occasione della 23ª edizione, in programma per la prima volta a Torino, illycaffè sarà protagonista come coffee partner esclusivo in tutti i momenti chiave dell’evento, per raccontare l’impegno dell’azienda nella promozione della cultura del caffè nel mondo dell’alta cucina: dai #50BestTalks, il forum che esplora i temi di attualità del mondo dell’ospitalità, alla Chefs’ Feast, fino all’appuntamento più atteso – la cerimonia che svelerà la classifica dei 50 migliori ristoranti nel mondo del 2025.

 “Siamo orgogliosi di rinnovare la nostra partnership con questa prestigiosa manifestazione che celebra l’eccellenza gastronomica a livello globale. Il nostro legame con l’alta cucina si fonda su valori condivisi: la ricerca costante della qualità, il rispetto per le materie prime e l’attenzione al dettaglio. Partecipare a questa edizione, ospitata per la prima volta in Italia, ha per noi un significato ancora più profondo: è un’occasione per ribadire il ruolo centrale della cultura del caffè nel dialogo tra persone, territorio e sapori”, dichiara Cristina Scocchia, amministratore delegato di illycaffè.

Durante la cerimonia al Lingotto Fiere, illycaffè accoglierà gli ospiti alla cocktail reception con uno stand dedicato all’innovazione nel mondo del caffè. Qui potranno provare il portable personal blender: una versione portatile della macchina brevettata da illy e presentata per la prima volta a Expo Milano 2015, che consente la creazione di un caffè personalizzato combinando i 9 ingredienti dell’unico blend illy 100% Arabica in quantità e proporzioni differenti. Una possibilità, quella di creare il proprio blend personale, che illycaffè riserva ai suoi Chef Ambassador, i quali possono così offrire un’esperienza unica e irripetibile ai propri clienti, sulla base delle loro preferenze sensoriali, gustative e olfattive.

Proprio il programma Chef Ambassador sarà, per illycaffè, punto focale delle celebrazioni legate a The World’s 50 Best Restaurants 2025: a Torino l’azienda riunirà infatti, per la prima volta dalla nascita del progetto, tutti e 23 i protagonisti del programma attraverso il quale da anni dialoga con l’alta cucina internazionale, che assisteranno insieme all’annuncio della classifica 2025.

Nato dalla volontà di creare un ponte tra l’universo del gusto e quello del caffè, il programma illy Chef Ambassador coinvolge un’eccezionale selezione di chef stellati e sostenibili, che rappresentano i valori di illycaffè in tutto il mondo: tra questi, non solo i Maestri dell’Eccellenza illy, ovvero i grandi Chef Stellati, ma anche gli Chef Sostenibili, insigniti della Stella Verde dalla Guida Michelin, e i Pastry Chef, i maestri dell’alta pasticceria contemporanea.

Maggiori informazioni sul programma illy Chef Ambassador e l’elenco completo degli chef sono disponibili sul sito: https://www.illy.com/chefambassador

La scheda sintetica di illycaffè

illycaffè è un’azienda familiare italiana fondata a Trieste nel 1933, che da sempre si prefigge la missione di offrire il miglior caffè al mondo. Produce un unico blend 100% Arabica composto da 9 ingredienti diversi.

L’azienda seleziona solo l’1% dei migliori chicchi di Arabica. Ogni giorno vengono gustate più di 10 milioni di tazzine di caffè illy nei bar, ristoranti, alberghi, caffè monomarca, case e uffici di oltre 140 paesi, in cui l’azienda è presente attraverso filiali e distributori.

Fin dalla nascita illycaffè ha orientato le proprie strategie verso un modello di business sostenibile, impegno che ha rafforzato nel 2019 adottando lo status di Società Benefit e nel 2021 diventando la prima azienda italiana del caffè ad ottenere la certificazione internazionale B Corp. Tutto ciò che è ‘made in illy’ viene arricchito di bellezza e arte, a cominciare dal logo, disegnato da James Rosenquist, le illy Art Collection, le tazzine decorate da più di 135 artisti internazionali o le macchine da caffè disegnate da designer di fama internazionale.

Con l’obiettivo di diffonderne la cultura della qualità ai coltivatori, baristi e amanti del caffè, l’azienda ha sviluppato la sua Università del Caffè che ad oggi svolge corsi in 24 paesi del mondo. Nel 2024 illycaffè ha generato un fatturato consolidato pari a €630 milioni. La rete monomarca illy conta 157 punti vendita in 28 Paesi.

17g Coffee, iniziativa non profit di specialty, debutta a World of Coffee Ginevra 2025

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17g coffee
17g Coffee Project al World of Coffee Ginevra (immagine concessa)

VILLARS-SUR-OLLON – 17g Coffee, un’iniziativa non profit di caffè specialty, nata in Svizzera e parte integrante del corso di studi del Collège Alpin Beau Soleil, annuncia il debutto al World of Coffee Ginevra 2025. Presso il Roasters Village Stand 63, i visitatori potranno scoprire l’eccezionale caffè specialty di 17g Coffee e il suo impegno nel sostenere le comunità produttrici di caffè, offrendo qualità e sostenibilità.

17g Coffee al WOC Ginevra

I visitatori dello stand 17g Coffee potranno vivere un’esperienza unica, che include:

  • Degustazioni di caffè unici, tra cui:
    • Kenya Natural e Kenya Anaerobic (48 ore e 96 ore) – Filter ed Espresso.
    • Colombian Pink Bourbon di Rodrigo Oyuela – Filter.
    • Rwandan Natural – Filter ed Espresso.
  • Dimostrazioni interattive di diverse tecniche di estrazione come Aeropress, V60 ed espresso.
  • Sessioni di cupping per esplorare i sapori del caffè.
  • La possibilità di vincere premi con il gioco “spin the wheel”.

Eventi speciali:

  • Una presentazione esclusiva dei caffè kenioti presso lo stand Eversys (venerdì 27 giugno, ore 10:00-13:00).
  • Dimostrazioni di tostatura dal vivo con il nuovo Bellwether Roaster

Una visione di qualità e impatto

“Con ogni tazza impariamo, cresciamo e costruiamo insieme un futuro migliore.” – Studenti del 17g Coffee Project.

17g Coffee reinveste il 20% dei profitti delle vendite in iniziative volte a migliorare le condizioni di vita dei produttori di caffè, con particolare attenzione all’empowerment delle donne. Attraverso formazione, attrezzature e infrastrutture per metodi di lavorazione alternativi, il progetto aiuta i coltivatori a migliorare la qualità del caffè e a incrementare la sostenibilità.

L’iniziativa non profit di caffè specialty (immagine concessa)

Supporto continuativo con NGUVU

17g collabora attivamente con sei coltivatrici nella contea di Meru, in Kenya, finanziando miglioramenti come la formazione sulla fermentazione, letti di essiccazione e infrastrutture avanzate, tra cui patii in cemento e tunnel di polietilene per l’essiccazione controllata. Gli sforzi di quest’anno si concentrano sul perfezionamento della lavorazione di micro-lotti.

L’agronoma Doris Kajuju

A guidare questo lavoro è Doris Kajuju, un’agronoma di Timau, nella contea di Meru, che supporta i coltivatori locali con formazione su pratiche sostenibili e cura delle colture. Grazie al suo aiuto, oltre 200 coltivatrici nella regione beneficiano di pagamenti equi e anticipati, un passo importante verso una maggiore equità nel settore del caffè in Kenya.

Un percorso educativo attraverso il caffè

Con una combinazione unica di educazione e business, 17g Coffee offre agli studenti del Collège Alpin Beau Soleil un’esperienza di apprendimento immersiva. Dalla selezione alla tostatura, dal branding al marketing, gli studenti acquisiscono conoscenze sul commercio globale, sull’etica e sulla sostenibilità.

Il debutto del progetto (immagine concessa)

Questo approccio innovativo integra le lezioni in aula con sfide reali, rendendo 17g Coffee un esempio eccezionale di educazione pratica.

17g Coffee vi invita a scoprire l’unione tra innovazione educativa ed eccellenza del caffè presso il Roasters Village Stand 63.

Per maggiori informazioni, contattare all’indirizzo info@17gcoffee.com o visitate il sito www.17gcoffee.com.

La scheda sintetica di 17g Coffee

Fondata nel febbraio 2021, 17g Coffee ha avuto origine come progetto educativo presso il Collège Alpin Beau Soleil a Villars-sur-Ollon, in Svizzera.

L’iniziativa è partita con 17 studenti e membri dello staff, e il suo nome riflette queste radici uniche: 17 grammi di caffè, la base della loro prima ricetta; 17 membri fondatori; e gli studenti di 17 anni che hanno contribuito a fondare il progetto. Dalla sua nascita, oltre 111 studenti e membri dello staff sono stati formati come baristi certificati, molti dei quali hanno ottenuto ulteriori qualifiche nella tostatura e preparazione del caffè attraverso programmi della Specialty Coffee Association (SCA).

17g Coffee opera come organizzazione non profit, reinvestendo tutti i profitti in progetti che migliorano la qualità della vita dei coltivatori di caffè e delle loro famiglie. L’iniziativa principale è incentrata sul supporto ai coltivatori in Kenya attraverso programmi di educazione ed empowerment. Questo lavoro viene svolto in collaborazione con organizzazioni come Falcon Specialty, Algrano e Nguvu, un’azienda danese dedicata all’emancipazione delle donne coltivatrici di caffè.