lunedì 08 Settembre 2025
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Danesi Caffè sostiene il Polo for the Cure 2025: sport, eleganza e solidarietà in campo con Komen Italia a Roma, 14/06

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Danesi Caffè per il Polo for the Cure 2025 (immagine concessa)

ROMA – Danesi Caffè è tra i partner del #PoloForTheCure2025, l’evento benefico promosso da Komen Italia a sostegno della lotta ai tumori al seno. Un appuntamento imperdibile che unisce sport, eleganza e impegno sociale, in programma il 14 giugno in una cornice esclusiva, per una giornata da vivere insieme all’insegna della condivisione e della solidarietà.

In qualità di sponsor, Danesi Caffè sarà presente per offrire tutto il calore del suo caffè e per testimoniare l’impegno concreto a fianco delle donne e della ricerca.

Il brand crede da sempre nel valore della responsabilità sociale e nel potere delle connessioni autentiche: per questo Danesi Caffè ha scelto di essere al fianco di un’iniziativa che mette in campo energie positive, determinazione e speranza.

Il logo dei 120 anni di Danesi Caffè (immagine concessa)

L’azienda ti aspetta per tifare insieme, condividere emozioni e sostenere una causa importante.

Prenota il tuo posto su eventi.komen.it e vivi con Danesi Caffè tutta l’energia del #PoloForTheCure!

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Caffè: bastano 16 sorsi al giorno per essere donne più sane, il nuovo studio

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Una classica tazzina di espresso (immagine: Pixabay)

Un nuovo studio dell’Università di Harvard ha scoperto che bere una tazza di caffè al mattino aiuta a prevenire il rischio di malattie croniche, declino cognitivo e limitazioni fisiche delle donne. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale d’informazione Gazzetta Express.

I benefici del caffè

MILANO – Gli scienziati hanno scoperto che il caffè mattutino ha un effetto che va oltre l’energia che fornisce. Uno studio ha scoperto che bere almeno una tazza di caffè con caffeina al mattino (solo 16 sorsi) aiuta le donne a invecchiare in modo più sano.

Ciò include un rischio inferiore di malattie croniche, declino cognitivo (correlato alla demenza) e limitazioni fisiche.

Un esperto di salute pubblica dell’Università di Harvard ha analizzato i dati di oltre 47,000 donne, molte delle quali hanno fornito dati sulla propria dieta, stile di vita e salute a partire dal 1984.

La dottoressa Sara Mahdavi, che ha guidato lo studio, ha affermato: “Oltre all’ampia dimensione del campione e al follow-up per 30 anni, abbiamo valutato diversi aspetti della longevità e dell’invecchiamento sano, nonché informazioni molto complete sulle abitudini alimentari e di vita, raccolte ogni quattro anni dopo l’inizio dello studio”.

Il dott. Mahdavi ha definito invecchiamento sano il raggiungimento dell’età di 70 anni o più, l’assenza di 11 malattie croniche come cancro e diabete, l’assenza di problemi di mobilità, una buona salute mentale e nessun deterioramento della memoria o delle funzioni cognitive.

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Una ragazza cubana prepara il caffè con una moka quasi distrutta: la reazione sui social

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cuba cubano
La bandiera di Cuba (immagine: Wikimedia Commons)

La star dei social Anita la Cubanita (@anita.cubanita64) ha mostrato ai follower su TikTok come preparare il caffè cubano utilizzando una vecchia caffettiera semi distrutta, suscitando dibattitti sullo stato danneggiato della moka. Giorni dopo aver pubblicato il video, l’influencer ha condiviso con emozione di aver ricevuto due nuove moka italiane, lucide, nelle scatole originali da parte di alcuni follower. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale d’informazione Cibercuba.

La moka cubana

MILANO – La creatrice di contenuti Anita la Cubanita (@anita.cubanita64) ha conquistato i suoi follower con un video casalingo in cui, tra risate, mostra come prepara il tradizionale caffè cubano, con una caffettiera italiana in condizioni così precarie che lei l’ha presentata come “vittima della terza guerra mondiale”.
Tutto è iniziato quando diversi follower le hanno chiesto come si fa il caffè cubano. Anita, sempre pronta a soddisfare la sua comunità, ha deciso di registrare un video esplicativo.
Ma la scena è stata rubata dalla caffettiera: una moka classica con il coperchio rotto, visibilmente vecchia e usurata, ma che, secondo lei, “filtra ancora bene”.
Giorni dopo aver pubblicato il video, l’influencer ha condiviso con emozione di aver ricevuto due nuove moka, lucide, nelle loro scatole originali. Un regalo da parte di diverse follower che sono rimaste commosse dalla sua storia e hanno voluto sorprenderla.
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Espresso italiano champion: Tianyu Wang e Eric Venturi sono gli ultimi finalisti

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Il finalista Tianyu Wang (immagine concessa)

GRADISCA D’ISONZO (Gorizia) – Tianyu Wang e Eric Venturi sono gli ultimi due finalisti che insieme a Johnatan D’Auria, Luca Cellizza, Carla Fozzi, Matteo Colzani e Giulia Ruscelli parteciperanno alle fasi finali dell’Espresso italiano champion, il campionato nazionale che vede sfidarsi i migliori baristi in prove di qualità e abilità. Le ultime due gare di selezione che hanno visto uscire i migliori baristi si sono svolte il 3 giugno a Gradisca d’Isonzo (Gorizia) presso La San Marco e il 5 giugno a Anzola dell’Emilia (Bologna) presso Essse Caffè.

Al centro, il finalista Eric Venturi (immagine concessa)

Un veneziano alle finalissime di fine giugno

Tianyu Wang, detto Andrea, è il barista veneziano ad avere trionfato alle selezioni che si sono svolte nella sede de La San Marco, tra nove concorrenti. Il giovane vincitore ha attualmente un a Santa Maria di Sala, in provincia di Venezia, dove risiede dal 2018. Entrato nel mondo del caffè e della latte art nel 2013, da allora ha sviluppato questa passione fino a diventare una parte fondamentale della sua vita, sia per il caffè sia per il latte art.

“Ho partecipato a questa gara perché so che l’Istituto Espresso Italiano organizza una delle competizioni più famose in Italia, una esperienza che mi ha aiutato anche a scoprire molti errori che ho commesso durante la competizione ha spiegato il giovane barista – non è importante solo vincere, ma migliorarsi sempre”. Roberto Nocera, general manager di La San Marco parla di una grande in cui due baristi si sono messi in luce per precisione, coerenza estrattiva e qualità in tazza, sotto l’attenta valutazione dei giudici accreditati IEI.

“A rendere ancora più significativo questo risultato, il primo classificato è un barista di origine orientale, a testimonianza della straordinaria diffusione della nostra bevanda icona italiana e dell’apprezzamento che l’espresso ha conquistato nel mondo”, ha concluso Nocera.

Il forlivese Venturi tra i finalisti

Ha ventisei anni l’ultimo finalista dell’Espresso Italiano Champion. Nato a Longiano, un piccolo paese nella provincia di Forlì Cesena, cresciuto nel bar di famiglia, il Caffè del Teatro.

Preso il diploma è iniziata la formazione di Venturi tra ristoranti stellati, caffetterie, cocktail bar serali e tante gare. Da qualche mese Venturi è rientrato nell’attività di famiglia dopo circa 10 anni, al motto di innovazione e di esperienze maturate in questi anni. “La vittoria alle selezioni di Essse Caffè è un motivo di orgoglio per tanti fattori perché rappresenta non un traguardo ma una partenza – detto il giovane finalista – per anni ho partecipato alle selezioni per Espresso Italiano Champion, ma senza poter arrivare fino in fondo e sono contento di poter rappresentare Essse Caffè in questa manifestazione”. Soddisfazione anche per Agata Segafredo, Communication Director di Essse Caffè.

Inoltre: “Con le selezioni per i finalisti dell’Espresso Italiano Champion, abbiamo voluto portare il nostro modo di intendere il caffè fuori dalla sede, nei locali, tra le persone. È un progetto nato per valorizzare il capitale umano, perché dietro a ogni espresso perfetto c’è un professionista preparato, appassionato, attento. La grande partecipazione e il clima che si è respirato in ogni tappa ci confermano che c’è sete di formazione e qualità, e noi siamo felici di poterla alimentare, tazzina dopo tazzina”.

L’Espresso italiano champion da diversi anni è la gara per i baristi che desiderano mettersi alla prova con i simboli della caffetteria italiana: espresso e cappuccino. Negli anni ha coinvolto centinaia di professionisti da una decina di paesi, sia quelli con una lunga tradizione nel caffè sia i cosiddetti nuovi mercati. La gara è aperta a tutti e si svolge con un meccanismo di selezione locale per arrivare alle semifinali e alle finali nazionali e internazionali. La fase finale dell’Espresso Italiano Champion è in programma dal 24 al 25 giugno nella sede di Dersut Caffè a Conegliano Veneto (Treviso).

I sette finalisti, come detto, saranno Tianyu Wang, Eric Venturi, Johnatan D’Auria, Luca Cellizza, Carla Fozzi, Matteo Colzani e Giulia Ruscelli.

La scheda sintetica dell’Istituto espresso italiano

L’Istituto espresso italiano (Iei), di cui fanno parte torrefattori, costruttori di macchine per caffè e macinadosatori e altre aziende della filiera, tutela e promuove la cultura dell’espresso e del cappuccino italiani di qualità.

Oggi conta 36 aziende aderenti con un fatturato aggregato di circa 700 milioni di euro. Maggiori info qui.

Pompi, il brand specializzato in tiramisù, apre a Napoli

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pompi

La pasticceria Pompi, specializzata nel tiramisù, ha aperto una sede a Spaccanapoli: il nuovo punto vendita è in via Benedetto Croce. L’azienda è nata nel 1960 a Roma ed è diventata negli anni una delle eccellenze del made in Italy. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Nico Falco per il portale d’informazione Fanpage.

Pompi arriva a Napoli

NAPOLI – Pompi, il re del tiramisù a Roma, ha aperto un nuovo locale a Napoli: dopo il “pop up” store inaugurato ad aprile 2023 nella Food Hall della Stazione Centrale, in piazza Garibaldi, la storica pasticceria artigianale ha optato per un punto vendita stabile, in uno dei posti più caratteristici della città. Come viene annunciato sui propri social con un post di ieri, 9 giugno, il nuovo store si trova, in fatti, a Spaccanapoli, in via Benedetto Croce.

L’azienda è nata nel 1960 a Roma, è diventata negli anni una delle eccellenze del made in Italy ed oggi è una delle più conosciute del settore. Nella Capitale oggi conta 5 negozi, altre sedi sono presenti a Frascati (Roma, Ronciglione (Viterbo) e Firenze. All’estero è presente a Shanghai, in Cina, e a Segovia, in Spagna. Ultima apertura, quella di via Benedetto Croce, nel centro storico partenopeo.

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Ventimiglia: caffè gratis ai pensionati , l’iniziativa del bar Anvio

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Una classica tazzina di espresso (immagine: Pixabay)

Il caffè gratis a tutti i pensionati: questa è l’idea del gestore Victor del bar Anvio a Ventimiglia. Offrire l’espresso gratis ai pensionati significa, secondo Victor, di origini albanesi, omaggiare prima di tutto gli italiani. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Francesco Fredella pubblicato sul portale RTL 102.5 Italia.

L’iniziativa del bar Anvio

VENTIMIGLIA – Caffè gratis a tutti i pensionati. La trovata, geniale, è del signor Victor – 37 anni, di origini albanesi. “Dal 2017 vivo in Italia, sono nato in Albania e gestisco il bar Arvio a Ventimiglia”, racconta a RTL 102.5 al telefono. Emozionato. Un filo di voce quando gli telefoniamo

L’iniziativa per omaggiare gli italiani

Offrire il caffè gratis ai pensionati significa, secondo Victor, omaggiare prima di tutto gli italiani. “Lo faccio perché voglio ringraziarli”, dice. “Sono qui. Ho creato la mia famiglia con affetto ed amore, per questo motivo – senza alcuna trovata pubblicitaria – decido di offrire ogni giorno, in media decine e decine di caffè ai pensionati che arrivano nel mio bar”, continua.

Questa idea è nata due settimane fa. Così, all’improvviso. “Qui vivo con la mia famiglia, mia moglie e due figli: l’Italia è casa mia”, continua al telefono con voce commossa. “Pensionate, passate al bar Arvio – storico a Ventimiglia – e prendetevi il caffè con me. Offro io”, assicura ancora una volta Victor.

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Food & beverage: nel 1° trimestre, l’Italia +10,9% sulle vendite negli Usa, Scocchia, ceo illycaffè: “Sono il mercato più importante per il caffè: dobbiamo essere presenti”

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food summit usa
Da sinistra: Sebastiano Barisoni, vicedirettore esecutivo Radio24, Massimo Beduschi, , chairman and chief executive officer GroupM in Italia e chairman WPP in Italia, Marco Ecchelli, partner e managing director di AlixPartners, Cristina Scocchia, ceo illycaffè e Massimo Silvestri, presidente Lidl Italia

MILANO – Si è tenuta l’11 giugno al il Centro Congressi Fondazione Cariplo in Via Romagnosi 8 a Milano l’undicesima edizione del Food Summit 2025 dal titolo “Incertezza globale, certezza italiana: la risposta dell’Italian food”. L’appuntamento di riferimento, organizzato dal Gruppo Food e dedicato ai vertici della business community del settore food & beverage, quest’anno ha visto la partecipazione di speaker di rilievo che hanno esplorato le strategie e gli strumenti necessari per mantenere la competitività del settore agroalimentare tricolore in un mercato globale in continua evoluzione.

Il food & beverage italiano tra le oscillazioni di mercato e i dazi Usa

Il summit ha visto la presenza di Gregorio De Felice, chief economist Intesa Sanpaolo, Laura Asperti, managing director global head of food and beverage and distribution industry global corporate Intesa Sanpaolo, Leonardo Bagnoli, presidente Sammontana, Roberto Ardagna, executive vice chairman Investindustrial, Luca D’Alba, general manager Autogrill Italia, Cristina Scocchia, ceo illycaffè, Massimo Beduschi, chairman and chief executive officer GroupM in Italia e chairman WPP in Italia, Marco Ecchelli, partner e managing director di AlixPartners, e  Massimo Silvestri, presidente Lidl Italia.

È stato Gregorio De Felice, chief economist Intesa Sanpaolo, ad aprire i lavori, sottolineando le buone performance, nelle esportazioni F&B, per la Penisola. Infatti, volgendo lo sguardo al 2024, le esportazioni del settore agro-alimentare hanno maturato 67,5 miliardi di euro segnando una variazione del +8,3% rispetto all’anno precedente. Di questi, 7,8 miliardi di euro – così distribuiti: 4,9 industria alimentare, 2,8 bevande e 114 milioni agricoltura – è il valore dell’export destinato al mercato USA, pesando sul totale export agro-alimentare italiano per l’11,6%.

Da sinistra: Francesca Zecca, vicedirettore editoriale Gruppo Food, Roberto Ardagna, executive vice chairman Investindustrial, Luca D’Alba, general manager Autogrill Italia, Laura Asperti, managing director global head of food and beverage and distribution industry global corporate Intesa Sanpaolo, Leonardo Bagnoli, presidente Sammontana

La risposta di illycaffè ai dazi

Cristina Scocchia, illycaffè, riflette: “Stiamo cercando di adeguare i prezzi in base ai dazi i Trump. Non possiamo accettare in questo momento di comprimere ulteriormente i nostri margini, già ridotti all’osso dalla materia prima del caffè verde che è ai massimi storici. La tempesta è perfetta. Il caffè verde ha oscillato tra i 100 e i 130 centesimi tra il 2015 e il 2021. A partire dal 2022 il costo della materia prima è raddoppiato. E quando si pensava che 250 centesimi sarebbe stato il massimo concepibile per i prezzi, in realtà il costo ha raddoppiato sempre di più”.

Scocchia aggiunge: “Abbiamo toccato e sfondato la barriera dei 400 centesimi per libbra poche settimane fa. Il risultato di ciò è che tutti gli operatori stanno affrontando un costo della materia prima che non si vedeva negli ultimi 70 anni. E a questo aggiungiamo anche la situazione negli Stati Uniti. A livello mondiale, il Nord America è il mercato più importante per il caffè. Ci sono altri mercati promettenti come la Cina, ma quest’ultima è ancora legata al tè e, dal punto di vista del chicco, non è paragonabile agli Stati Uniti. Dobbiamo e vogliamo essere presenti in questo mercato data l’importanza per illy. Abbiamo aumentato i prezzi il primo di giugno per riflettere sia l’aumento dei prezzi del caffè verde che i dazi”.

“In questo scenario, stiamo valutando una maggiore attenzione alla produzione in loco. Pensavamo a questo già prima di Trump e i dazi ma ora le opzioni sono più tangibili. Prima dei dazi avevamo dichiarato che avremo investito a Trieste 120 milioni di euro per raddoppiare la capacità produttiva e rimaniamo su questa linea di pensiero”.

Scocchia aggiunge: “La nostra è una fascia medio-alta e, di conseguenza, siamo meno toccati dalle problematiche del mercato ma i nostri prodotti non sono acquistati solo da consumatori ricchi con una buona capacità di acquisto. Il caffè è considerato una coccola. La percentuale dei consumatori occasionali che scelgono illy è davvero rilevante e dobbiamo tenerne conto. Proprio un mese fa abbiamo lanciato l’iperspresso in alluminio riciclato all’85% (ne abbiamo parlato qui): quando si aumentato i prezzi è necessario declinare la qualità sotto tutti i punti di vista non solo nella miscela in sé ma anche nel packaging”.

Scocchia conclude: “Questo problemi con i dazi ci offrono più opportunità di concentrarci sulla strategia di crescita con l’Europa. Se le nostre aziende capiscono questa opportunità, mettendo a disposizione anche degli strumenti, ciò può essere una occasione  per offrire un mercato più sicuro per tutti”.

De Felice ha poi commentato: “Il posizionamento qualitativo dei nostri prodotti alimentari ci proteggerà, almeno in parte, dai dazi americani. La quota di mercato italiana sulle importazioni Usa è maggiore nella fascia alta di qualità rispetto al dato totale; per molte filiere il peso dell’alta gamma sull’export alimentare verso gli USA supera l’80%. Secondo una survey interna di Intesa Sanpaolo, tra le reazioni che le imprese stanno valutando, circa la metà dei rispondenti indica la ricerca di nuovi clienti in nuovi mercati, ma anche un’accelerazione delle vendite negli USA, cresciute nel primo trimestre del 2025 del 10,9%, meglio di Francia (+8%) e Spagna (+4%). I costi di materie prime/energia e cambiamenti climatici restano in cima alle preoccupazioni delle aziende. Gli investimenti in sostenibilità sono sempre più una leva strategica: le imprese agro-alimentari con certificazioni biologiche mostrano risultati migliori in termini di redditività e crescita di fatturato”.

Leonardo Bagnoli, presidente Sammontana, riflette: “C’è una grande incertezza che sta frenando gli acquisti. La propensione del fuori casa è calata anche a causa del rincaro che impoverisce il consumatore medio. Bisogna dare un prodotto di qualità che spinge il cliente ad essere più propenso ad avere un’ottima esperienza. La qualità fa vincere l’azienda nel lungo termine. A fine giugno lanceremo il gelato Sammontana negli Usa, un progetto a cui puntiamo molto considerando la vastità del mercato in questione che vogliamo presidiare mettendo la qualità prima di tutto”.

Luca D’Alba, general manager Autogrill Italia, parla dell’importanza della dimensione in termini aziendali: “Questo è un elemento sempre più importante perché nel canale travel retail si compete a livello globale. Operiamo prevalentemente nel canale aeroportuale che genera il 70% delle nostre vendite. È necessario avere una dimensione importante per gestire il tutto: in primis perché gli investimenti richiesti sono molto alti e poi perché l’asticella sia sta progressivamente alzando e i clienti sono alla ricerca di prodotti sempre più qualitativamente validi. La sosta negli aeroporti e nelle autostrade è ora una vera e propria esperienza che fa parte viaggio. Servono più innovazioni con più brand: questo comporta la necessità di avere processi efficienti”

A seguire Laura Asperti, global head of food & beverage and distribution, Divisione IMI CIB di Intesa Sanpaolo, ha posto l’accento sul valore dell’industria agroalimentare italiana nel complesso panorama globale: “Il settore del food & beverage italiano continua a distinguersi per la sua forte attrattività e resilienza oltre che per il potenziale di crescita internazionale. Nonostante le difficoltà congiunturali, percepiamo con fiducia le potenzialità ed il dinamismo che questo settore potrà esprimere nel medio termine e ci aspettiamo attività di concentrazione, anche a livello europeo”.

Asperti ha aggiunto: “Nel 2024, in generale l’attività di M&A ha registrato un incremento del valore complessivo delle transazioni del 5% a livello globale e del 20% in Italia, nonostante una flessione del 18% nel numero di operazioni sia su scala globale che nazionale. Anche in questo scenario, il settore agroalimentare si è distinto per la sua vivacità: a livello globale ha mantenuto stabile il numero di operazioni, ma ha registrato un incremento in termini di valore superiore al 50%, trainato in particolare da importanti operazioni nel mercato Usa. I primi mesi del 2025 si stanno caratterizzando per una dinamicità ancora contenuta, ma ci attendiamo una ripresa nella seconda metà dell’anno, sostenuta dalla stabilizzazione dei mercati e dal raggiungimento di nuovi accordi sul commercio internazionale”.

C’è di più: “In tale contesto, come Divisione IMI CIB sosteniamo iniziative capaci di unire solidità industriale e visione strategica, in linea con le sfide poste dalla doppia transizione energetica e digitale, offrendo servizi di advisory diversificati e prodotti mirati e personalizzati in base alle concrete esigenze. Il Gruppo Intesa Sanpaolo è da sempre impegnato nel sostenere l’economia italiana e accompagnare le realtà imprenditoriali nei loro percorsi di sviluppo”.

Internazionalizzazione: è quindi la parola chiave per le realtà italiane operanti nel settore. Ma come avere successo?

È Marco Eccheli, partner & managing director di AlixPartners, ad approfondire le strategie a disposizione per attuare un piano di espansione efficace: “Attraverso il nostro punto di vista privilegiato, possiamo affermare che, tra i modelli prevalenti per affacciarsi con successo ai mercati esteri, troviamo sia le acquisizioni cross-border – distributori locali, competitor stranieri –, sia investimenti greenfield, ovvero verso nuovi stabilimenti. A confermare ciò, anche alcune ricerche che vedono il 45% degli investimenti diretti finalizzati all’acquisizione di distributori locali, mentre il 31% indirizzati verso nuovi stabilimenti (greenfield)[1]”.

Eccheli aggiunge: “In questo scenario, entrano in gioco anche i fondi di Private Equity che vedono il 70% delle loro operazioni di internazionalizzazione riguardare mercati extra-UE, in particolare Usa , Canada, Medio Oriente e Sudest Asiatico[2]. Questi attori, inoltre, svolgono la funzione di acceleratori: infatti, le realtà alimentari tricolori supportate da PE hanno registrato un +47% di crescita del fatturato estero e un +37% dell’occupazione[3]. In ultimo, ma non per importanza, abbiamo notato come la premiumizzazione – con focus su prodotti high-end per mercati maturi – è l’approccio strategico vincente affinché le realtà del Food& beverage siano portavoce della qualità della filiera agroalimentare della Penisola nel mondo”.

Le risposte all’incertezza Usa

È poi Massimo Beduschi, ceo e chairman WPP Media in Italia e Chairman WPP in Italia, a commentare la situazione italiana dal punto di vista della pubblicità: “Nell’attuale incertezza, tra tensioni geopolitiche e fluttuazioni economiche, l’Italia offre una certezza inequivocabile: il suo Made in Italy, in particolare nella industry del food. Il nostro report WPP BAV Best Countries, basato sui dati di 17 mila consumatori in 89 Paesi, mette in evidenza quanto il Belpaese sia percepito globalmente come il Paese leader per il Great food, posizionandosi al primo posto nelle preferenze degli intervistati, seguito da Spagna e Messico. Questa leadership non deriva solo dall’eccellenza delle nostre materie prime, ma dall’esperienza complessiva che sappiamo offrire”.

Beduschi aggiunge: “La comunicazione diventa quindi un asset fondamentale per raccontare il prestigio dei brand. Il nostro report semestrale “This Year Next Year” appena pubblicato con le previsioni pubblicitarie globali vede il mercato internazionale dell’advertising a 1,08 trilioni di dollari, con una crescita del 6% prevista per il 2026. In questo contesto, il mercato italiano prevede 13 miliardi di euro di investimenti, in crescita di circa il 3-4 %. Noi di WPP e di WPP Media in Italia – pianificando una campagna pubblicitaria su tre – sentiamo profondamente la nostra responsabilità nel valorizzare l’unicità e l’eccellenza dei brand e dei nostri clienti, sviluppando strategie di internazionalizzazione che sappiano tradurre l’italianità in un linguaggio distintivo ed efficace a livello universale”.

Dati

[1] The strategic role of private equity in the internationalization of Italian SMEs, Journal of Financial Management, Markets and Institutions (Bosio et al., 2021)

[2] AIFI – I semestre 2024 private equity e venture capital

[3] Quadrivio & Pambianco, together with AIFI, presents “The impact of private equity on Made in Italy”

Granarolo, il latte nell’horeca: “Sebbene quello vaccino sia in contrazione da diversi anni, rimane ancora dominante”

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Agata Fogli, Marketing Manager di Granarolo S.p.A. (foto concessa)
Agata Fogli, Marketing Manager di Granarolo S.p.A. (foto concessa)

BOLOGNA – L’inchiesta che esplora il ruolo del latte vaccino e delle bevande vegetali nelle caffetterie continua con l’intervento del Gruppo Granarolo, la più grande filiera italiana del latte, azienda attiva anche nel settore horeca che ha certamente il polso della situazione odierna. Per loro, parla Agata Fogli, Marketing Manager di Granarolo S.p.A.

Oggi, in un momento in cui il trend delle bevande vegetali è in crescita, quanto ancora conta il latte vaccino in una caffetteria?

“Le alternative vegetali vanno a servire le esigenze specifiche di una parte di consumatori che sta diventando sempre più rilevante, ma al momento rimane ancora un segmento dal peso contenuto.

Il latte vaccino si conferma il fulcro dei consumi e in particolare registriamo sempre più importanza per le proposte “senza lattosio”.

L’offerta di Granarolo copre tutte le esigenze dei consumatori e assicura ottime performance di montatura. In particolare, Granarolo Expert è il latte vaccino pensato per i professionisti e approvato da importanti accademie come AIB (Accademia Italiana Baristi) e AMPI (Accademia Maestri Pasticceri Italiani). Granarolo Benessere Accadì è la nostra gamma di prodotti senza lattosio, mentre Granarolo 100% Vegetale offre anche una linea “Barista” (una referenza Avena e una Soia) anch’essa approvata da AIB.”

Avete notato delle differenze in termini di acquisti di prodotto tra caffetterie specializzate (quelle che investono sullo specialty coffee per esempio) e bar più classici?

I prodotti Granarolo (foto concessa)

“Le attività multiservizio/premium che serviamo sicuramente prediligono prodotti pensati
appositamente per gli specialisti. In questo senso la linea Granarolo Expert riesce a soddisfare questa tipologia di clienti che rappresentano la parte più esigente del mercato. I bar più classici sono più sensibili al prezzo e quindi si possono indirizzare, di volta in volta, verso più prodotti anche in base al vantaggio economico.”

Quali sono le caratteristiche di un latte super performante, cosa richiedono i baristi oggi?

“Sulla base di incontri con l’Accademia Italiana Baristi abbiamo definito le caratteristiche del
cappuccino perfetto: innanzitutto deve essere cremoso e presentare una schiuma omogenea e consistente, oltre a una tessitura fine con bolle di piccole dimensioni, infine la resa (overrun) deve essere maggiore del 60%. Il Latte della gamma Granarolo Expert garantisce queste performance, mantenendo la qualità Granarolo.”

La qualità del latte è un fattore che viene considerato dai vostri clienti?

“La qualità della materia prima è direttamente correlata alle performance richieste dagli esperti del settore. Un latte che è molto controllato e soddisfa criteri di qualità più stringenti si comporta anche meglio in fase di montatura. La filiera integrata di Granarolo permette di controllare il latte fin dalla stalla grazie all’importante lavoro dei soci-allevatori; questo si riflette nelle scelte dei nostri clienti che sono in grado di riconoscere il valore aggiunto nei nostri prodotti.”

Ci sono cambiamenti anche in base alla zona geografica dei vostri clienti?

“Come anticipato, in generale registriamo un trend di interesse in aumento per tutte le proposte “free-from” e per le alternative vegetali, ma senza una particolare differenziazione legata alla dislocazione geografica.”

Come sta affrontando Granarolo le numerose intolleranze e preferenze delle alternative al latte vaccino?

“Come discusso sopra, Granarolo ha il giusto know-how per soddisfare anche le esigenze di quelle che sono attualmente nicchie di mercato, ma che potrebbero diventare sempre più rilevanti in futuro. Oltre ai già citati “senza lattosio” e “plant-based” nel nostro portafoglio sono presenti anche prodotti a ridotto contenuto di zuccheri o senza zuccheri, ad elevato contenuto proteico e con altri posizionamenti funzionali che soddisfano specifiche esigenze.”

Avete dei dati sul mercato italiano del latte vaccino rispetto alle bevande vegetali?

“Monitoriamo costantemente lo stato del mercato del latte e sebbene il latte vaccino sia in
contrazione da diversi anni rimane ancora dominante. È interessante notare che Granarolo nel comparto frigo standard, grazie alle innovazioni impiantistiche apportate negli scorsi anni, registra trend di crescita +3.5% vs Anno Precedente in controtendenza rispetto al mercato -5.1% vs AP (dati Circana GDO AT Aprile 25).”

Qual è il futuro del latte nelle caffetterie dal vostro punto di vista?

“Riteniamo che il ruolo del latte in caffetteria continuerà a rimanere centrale, dovrà però continuare ad adattarsi sempre meglio alle esigenze differenziate di tutti i segmenti di consumo. Inoltre, le innovazioni che implicano un aumento del cosiddetto “livello di servizio” saranno sempre più apprezzate dagli utilizzatori.”

Nescafé Plan: quasi un terzo del caffè verde arriva da filiere di agricoltura rigenerativa

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Nescafé Plan
Il frontespizio del report

MILANO – Nel giorno della pubblicazione del Nescafé Plan 2030 Progress Report, Nestlé ha organizzato ieri, mercoledì 11 giugno, il webinar “Nescafé Plan 2030: Annual Progress Highlights” per fare il punto sull’avanzamento di questo importate programma, partito nel 2022 con l’obiettivo di rendere la coltivazione del caffè più sostenibile e resiliente. L’appuntamento è stata l’occasione per condividere gli aggiornamenti rispetto ai progressi del piano Nescafé, sulle strategie attuate fin qui e sulle azioni ancora da sviluppare per promuovere una filiera sostenibile dal punto di vista ambientale, economico e sociale.

Ma ha anche offerto l’opportunità di approfondire fondamenti e criteri alla base dell’agricoltura rigenerativa.

Coinvolti nella discussione, due dei partner Nescafé:

GIZ (Deutsche Gesellschaft für Internationale Zusammenarbeit) per il lavoro di responsabilizzazione dei coltivatori in Indonesia, Tailandia, Filippine e Costa d’Avorio, e Technoserve per il recente lancio del “Regenerative Coffee Investment Case”, co-finanziato da Nestlé.

In apertura del webinar Axel Touzet – Responsabile della Business Unit Strategica Nestlé Coffee Brands – ha brevemente introdotto le ragioni che hanno spinto a portare avanti il Piano Nescafé 2030, tra la sfida del cambiamento climatico, la promozione di un modello produttivo più improntato sull’agricoltura rigenerativa e un sistema più equo di retribuzione dei farmers – attori sempre più attenti e ricettivi rispetto a queste riscoperte innovazioni.

Il tutto, tenendo sempre in mente che il caffè è comunque un business, che deve quindi dimostrarsi sostenibile sotto tutti gli aspetti, a cominciare da quello economico. Per far sì che questo diventi possibile, in primis i coltivatori devono essere educati sulle modalità più efficienti (così come su quelle assolutamente da evitare) da portare nelle rispettive piantagioni.

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Starbucks: Mike Grams è il nuovo chief operating officer Nord America

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Il logo di Starbucks

MILANO – Brian Niccol, il ceo di Starbucks ha annunciato che lo chief stores officer per il Nord America Mike Grams ricoprirà il ruolo di chief operating officer. Già all’inizio dell’anno, come riportato dal portale d’informazione Market Screener, il colosso di Seattle aveva rivelato che Sara Trilling, presidente Nord America, e Arthur Valdez, chief suppy chain officer, avrebbero lasciato l’azienda.

Mike Grams nominato nuovo chief operating officer

Perciò il ruolo di Trilling è stato suddiviso: Mike Grams, ex dirigente di Tacobell, sempre come afferma Market Screener, è diventato chief store officers per il Nord America.

Meredith Sandlans è stata nominata invece chief store development officer per la stessa zona.