domenica 23 Novembre 2025
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Mercati del caffè: gli aumenti dei prezzi sono legati anche a motivi di ordine strutturale

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Il logo dell'Ice

MILANO – Segnali positivi per i mercati del caffè, che hanno registrato ieri, mercoledì 24 luglio, una forte virata al ribasso. A New York, il contratto principale ha ceduto 795 punti chiudendo a 231,15 centesimi. A Londra, il contratto per scadenza settembre ha perso quasi il 3,5% terminando la giornata a 4.327 dollari. In Brasile, le operazioni di raccolta procedono a pieno ritmo e l’export di luglio si preannuncia nuovamente da record, anche se le aspettative per il nuovo raccolto si stanno ridimensionando.

La debolezza del real brasiliano costituisce un ulteriore incentivo agli imbarchi.

Buone notizie anche dal Vietnam, dove le condizioni del tempo hanno segnato un deciso miglioramento nel corso di questo mese.

Da registrare infine l’endorsement di tre player globali – Nestlé, Mars Wrigley e Ferrero – alla nuova normativa anti-deforestazione dell’UE applicata alle filiere del caffè e del cacao.

Consumatrici e consumatori di tutto il mondo dite addio alla tazzina a prezzo stracciato

All’espresso al banco a un euro o al caffè all’americana a 99 centesimi di dollari. E rassegnatevi a pagare sempre di più per la vostra bevanda preferita.

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Pacorini Silocaf incontra la delegazione della Repubblica Federale Democratica di Etiopia

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Pacorini insieme alla delegazione della Repubblica Federale Democratica di Etiopia (immagine concessa)

VADO LIGURE (Savona) – Venerdì 19 luglio i vertici di Pacorini Silocaf, società controllata al 100% dal Gruppo Pacorini e leader in Italia nella logistica di caffè verde e cacao, hanno ricevuto una delegazione della Repubblica Federale Democratica di Etiopia in visita in Italia.

L’Etiopia rappresenta il primo produttore africano di caffè arabica e il quinto al mondo ed è conosciuta per la qualità del caffè arabica esportato principalmente negli Stati Uniti d’America e in molti paesi europei.

I manager della società italiana hanno illustrato ai delegati della Repubblica Federale Democratica di Etiopia le attività svolte dal Gruppo Pacorini nelle proprie strutture in Europa, Usa, Canada, Brasile e Vietnam soffermandosi sulla pluralità di servizi offerti nell’area Ligure.

L’attività svolta a Vado Ligure all’interno degli impianti silos e dei magazzini di oltre 30.000 mq ha suscitando un forte interesse per la tipologia dei servizi offerti e per le lavorazioni ad alto valore aggiunto.

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Il Silo di Vado Ligure (immagine concessa)

Il Silo di Vado Ligure, di proprietà del Gruppo Pacorini, rappresenta, ad oggi, il più grande Silo al mondo per dimensioni, tipologia di lavorazione, capacità di stoccaggio alla rinfusa dedicato al caffè verde, pari solo al suo gemello di New Orleans.

“L’impianto Silo e i magazzini dedicati al caffè verde di Vado Ligure rappresentano un fiore all’occhiello della nostra attività in Italia – commenta Riccardo Marchesi, amministratore delegato di Pacorini Silocaf – e sono destinati a ricevimento, pesatura, stoccaggio, miscelazione, lavorazione e consegna di caffè verde sfuso e/o insaccato, ovvero operazioni industriali ad alto valore aggiunto che contraddistinguono la nostra attività”.

La visita è stata altresì occasione per affrontare e confrontarsi sulle tematiche del nuovo regolamento europeo anti-deforestazione (EUDR) – che si inserisce nel più ampio contesto del Green Deal – entrato in vigore il 29 giugno 2023 e che impone agli operatori che commercializzano nel territorio della UE bovini, cacao, caffè, palma di cocco, soia, legno e i prodotti derivati di verificare, con la dovuta diligenza, che gli stessi non provengano da terreni che siano stati oggetto di deforestazione e che siano stati prodotti senza violazione dei diritti dei proprietari dei terreni stessi, dei lavoratori e delle comunità locali.

Federico Traverso, business devoloper di Pacorini Silocaf, ha così commentato la visita della delegazione: “Sono onorato di aver potuto presentare ad un Paese in forte crescita e così rilevante per il mercato del caffè verde, le potenzialità del Gruppo Pacorini, il know-how e le proprie strutture anche in vista delle future esigenze di un mercato in continua evoluzione”.

Pacorini incontra la delegazione della Repubblica Federale Democratica di Etiopia presso le strutture a Vado Ligure (immagine concessa)

L’ambasciatrice a Roma della Repubblica Federale Democratica dell’Etiopia, S.E. Demitu Hambisa Bonsa, al termine della visita ha dichiarato: “Anche a nome del Governo che qui rappresento e degli esponenti oggi presenti, siamo lieti di aver conosciuto la società Pacorini, con la quale il dialogo intrapreso in questa piacevole circostanza porterà, ne siamo certi, un reciproco valore aggiunto alla nostra catena logistica di gestione del caffè e di altre materie prime”.

Il Ministro agli Affari Esteri, S.E. Mesganew Arega Moach, ha concluso auspicando un ruolo crescente del settore privato italiano nei processi logistici dell’economia etiope, con l’obiettivo di creare nuovi posti di lavoro, garantire la sicurezza alimentare ed incrementare le esportazioni efficientandone i processi.

Pacorini Silocaf: Valerio Andreotti, operations manager area Liguria; Giacomo Ghiglione, operations manager area cacao; Federico Traverso, business developer.

Repubblica Federale Democratica di Etiopia: sua eccellenza Ms. Demitu Hambisa Bonsa, ambasciatore della Repubblica Federale Democratica d’Etiopia in Italia, sua eccellenza il vice ministro degli affari esteri, signor Mesganu Arga Moach; Sua Eccellenza il signor Zenebe Kebede Korcho, direttore generale per gli affari europei e americani del Ministero degli Affari Esteri della RFDE; il Sig. Endaweke Tesfaye Getahun, ministro, capo della diplomazia politica presso l’Ambasciata Etiope a Roma.

La scheda sintetica del Gruppo Pacorini

Il Gruppo Pacorini, fondato nel 1933 a Trieste, multinazionale italiana oggi guidata dalla terza generazione della famiglia, offre servizi logistici per una vasta gamma di commodity vantando una posizione di leadership a livello mondiale nella logistica del caffè verde, cacao e metalli non ferrosi. Per maggiori info basta cliccare qui.

Tetra Pak pubblica il 25° report di sostenibilità: -20% delle emissioni di gas serra nella catena del valore dal 2019

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Tetra Pak presenta il nuovo report di sostenibilità (immagine concessa)

RUBIERA (Reggio Emilia) – Tetra Pak, azienda leader nelle soluzioni per il trattamento e il confezionamento alimentare, ha rilasciato il 25° report di sostenibilità[1], che traccia i progressi compiuti dall’azienda nell’ambito del suo programma di sostenibilità. Il report si concentra su cinque aree interdipendenti: sistemi alimentari, circolarità, clima, ambiente e sostenibilità sociale ed evidenzia una riduzione del 20% delle emissioni di gas serra nella catena del valore[2] e del 47% nelle proprie attività dal 2019.

Tetra Pak rilascia il 25° report di sostenibilità

Questi risultati mostrano come Tetra Pak sia sulla buona strada per raggiungere l’obiettivo di emissioni zero per le proprie attività entro il 2030[3] e conferma l’ambizione, a lungo termine, di collaborare con fornitori, clienti e stakeholder per giungere al medesimo traguardo lungo tutta la catena del valore entro il 2050[4].

In questo contesto, un altro importante traguardo è stato il lancio di un cartone asettico per bevande con una barriera a base carta, che riduce la propria impronta ambientale di un terzo (33%)[5] e permette all’azienda di fare un passo avanti nella realizzazione di un packaging alimentare ancora più sostenibile[6].

Si tratta di un risultato importante, reso possibile da un investimento di 100 milioni di euro su scala globale nella ricerca e sviluppo in ambito packaging nel 2023, un investimento previsto su base annua anche per i prossimi 5-10 anni.

Il Rapporto di sostenibilità di Tetra Pak per l’anno fiscale 2023 evidenzia anche ulteriori successi dell’azienda nell’ultimo anno. In particolare, Tetra Pak ha ottenuto un riconoscimento per la sua leadership in materia di trasparenza aziendale e di performance per l’ottavo anno consecutivo, guadagnandosi l’inserimento all’interno della A List di CDP per la categoria Forests e ricevendo una A anche in termini di Water Security, nonostante fosse il primo anno di rendicontazione in quest’area.

L’impegno dell’azienda si è tradotto, inoltre, in diverse iniziative per la tutela degli alimenti, delle persone e del pianeta. Più in dettaglio, puntando sull’espansione dei programmi di alimentazione nelle scuole, Tetra Pak ha contribuito a far sì che 64 milioni di bambini in 49 Paesi avessero accesso al latte e ad altre bevande nutrienti; allo stesso tempo, si è adoperata per implementare attivamente i Principi Guida delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani, ma anche nel favorire il processo di riciclo dei cartoni per bevande.

A questo riguardo, i numeri sono particolarmente positivi: la quantità di confezioni di cartone raccolte e inviate al riciclo in tutto il mondo[7] è aumentata del 7% rispetto al 2022, mentre il volume di PolyAl[8] inviato al riciclo è aumentato del 14%.

Per accelerare i progressi in questo campo, Tetra Pak investe circa 40 milioni di euro all’anno in programmi di riciclo su scala globale, costruendo anche collaborazioni strategiche con numerosi partner industriali e non solo, in un’ottica di economia circolare. In Italia, degne di nota sono quelle avviate con Lucart, Cartiere Saci, Ecoplasteam ed Ecorevive, che puntano a dare una seconda vita ai materiali che compongono i cartoni per bevande, trasformandoli sempre più spesso in una materia prima seconda di grande valore per la produzione di nuovi prodotti.

Ne sono un esempio i pallet a base di PolyAl progettati da CPR System per la Grande Distribuzione, ma anche la nuova piastrella per outdoor lanciata in collaborazione con Leroy Merlin e realizzata da Artemisia in TwoECO, un materiale riciclato a partire da PolyAl, insieme a una quota di segatura di legno. Di recente è stata, infine, presentata insieme a Felli una nuova soluzione per esterni, che incorpora a sua volta una percentuale di queste componenti, garantendo elevate prestazioni e versatilità.

Adolfo Orive, Presidente e ceo di Tetra Pak, commenta così: “La collaborazione nell’industria alimentare è sempre più importante per alimentare in modo sostenibile una popolazione in crescita. La nostra presenza a livello mondiale e le nostre soluzioni end-to-end ci offrono ogni giorno l’opportunità di cooperare con tutti i soggetti interessati dell’intera catena del valore, dagli agricoltori e produttori di alimenti, ai fornitori, ai decisori politici, ai consumatori e ad altri attori. Siamo consapevoli della responsabilità che deriva da questo ruolo. Continuiamo a impegnarci a fare la nostra parte per trasformare i sistemi alimentari mondiali e per garantire che siano più sicuri, resilienti e sostenibili”.

Paolo Maggi, presidente e managing director Tetra Pak South Europe: “L’industria delle tecnologie e del packaging alimentare svolge un ruolo chiave nella creazione di sistemi alimentari più efficienti, resilienti e sostenibili. Grazie alla nostra posizione nel settore agroalimentare possiamo offrire un importante contributo, che si realizza in azioni concrete trasversali alle nostre operazioni e alla più ampia catena del valore”.

Paolo Maggi aggiunge: “Per favorire un cambiamento efficace, riteniamo, infatti, che sia fondamentale avviare anche sforzi collaborativi a livello di sistema, coinvolgendo tutti gli stakeholder per creare sinergie strategiche. Le numerose partnership in corso e i risultati conseguiti testimoniamo il valore aggiunto di questo approccio e ci spronano a fare ancora di più per realizzare soluzioni sempre più sostenibili, supportando la transizione verso un’economia circolare”.

Il report completo FY2023 è disponibile qui

La scheda sintetica di Tetra Pak

Tetra Pak è un’azienda leader a livello mondiale nella lavorazione degli alimenti e nelle soluzioni di confezionamento. In collaborazione con i nostri clienti e fornitori, garantiamo ogni giorno l’accesso a cibi sicuri e nutrienti a centinaia di milioni di persone in oltre 160 Paesi.

Con oltre 24.000 dipendenti in tutto il mondo, ci impegniamo a rendere il cibo sicuro e disponibile, ovunque, e promettiamo di proteggere ciò che è buono: il cibo, le persone e il pianeta.

[1] L’esercizio finanziario 2023 (FY23) è il periodo compreso tra il 1° gennaio 2023 e il 31 dicembre 2023.

[2] Scope 1, 2 e 3. Lo Scope 1 comprende le emissioni dirette provenienti da fonti di proprietà o controllate. Lo scope 2 comprende le emissioni indirette derivanti dalla generazione di elettricità, vapore, riscaldamento e raffreddamento acquistati e consumati dall’azienda dichiarante. Lo Scope 3 comprende tutte le altre emissioni indirette che si verificano nella catena del valore di un’azienda.

[3] Scope 1, 2 e viaggi d’affari – rispetto al 2019.

[4] Scope 1, 2 e 3 – rispetto al 2019.

[5] Carbon Trust-verified Tetra Pak ‘Carton CO2 Calculator’ modello versione 9 (valido dal 2023-01-01): Ambito: misurazione del ciclo di vita di un cartone Tetra Brik® Aseptic 200 Slim Leaf con polimeri di origine vegetale nel rivestimento e barriera in carta rispetto a una confezione Tetra Brik Aseptic 200 Slim Leaf standard. Geografia: UE Dati di settore.

[6] L’ambizione di Tetra Pak è quella di creare confezioni alimentari sempre più sostenibili. Ciò significa creare cartoni realizzati con materiali rinnovabili o riciclati, di provenienza responsabile, che contribuiscano a proteggere e ripristinare il clima, le risorse e la biodiversità del nostro pianeta; contribuire alla produzione e alla distribuzione a basse emissioni di carbonio; essere comodi e sicuri, contribuendo così a consentire un sistema alimentare resiliente; essere completamente riciclabili.

[7] Per quanto riguarda le confezioni di cartone raccolte per il riciclaggio, utilizziamo, ove disponibili, dati ufficiali di pubblico dominio provenienti da fonti affidabili, quali agenzie governative, organizzazioni di recupero registrate, associazioni industriali nazionali, ONG, ecc.

[8] La componente non fibrosa delle confezioni di cartone è nota come polyAl, che indica gli strati di polietilene e alluminio utilizzati come barriera contro l’ossigeno e l’umidità per proteggere il contenuto alimentare nelle confezioni di cartone asettico.

Davide Trombini, Confesercenti: “Il prezzo giusto per l’espresso al bancone a Ferrara sarebbe 1,50 euro”

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Una classica tazzina di espresso (immagine: Pixabay)

Davide Trombini, Confesercenti, giustifica il rincaro dei prezzi della prima colazione al bar. Nell’analisi voce per voce dell’esperto spiccano 70 centesimi solamente per la manodopera. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Stefano Ciervo pubblicato sul portale d’informazione Gazzetta di Reggio.

Il prezzo del caffè a Ferrara

FERRARA – Il costo della colazione si sta ormai avvicinando ai 3 euro, con una media della tazzina di caffè a 1,30 euro nei bar cittadini? “Guardi che il prezzo giusto per l’espresso al bancone sarebbe 1,50 euro, a causa dei rincari di questi anni: lo stiamo tenendo più basso perché si cerca di guadagnare su altro, ma praticamente facciamo una “patta””.

Davide Trombini, che gestisce un esercizio pubblico all’interno del centro commerciale Il Castello, è presidente di categoria della Confesercenti, e dopo aver letto l’articolo della Nuova si è rimesso a fare i conti su colazione e dintorni, “perché i clienti devono avere un quadro completo di cosa costa agli esercenti servire la colazione, tra materie prime, manutenzione, ammortamenti, manodopera e tasse”.

Si parte appunto dall’espresso: per farne uno, dal momento dell’ordine, “servono due minuti e mezzo di lavoro del dipendente: al costo medio di 17-20 euro all’ora, fanno 70 cent solo di manodopera”. Di caffè ne servono 7 grammi, costo 19-20 cent, più altri 5 cent tra zucchero, cartine, latte, detergenti ecc: “E siamo già a 95 cent”.

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International coffee tasting 2024: la Factory Food Designers di Autogrill ospita la sessione dedicata ai caffè in grani, 5-7/11

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Carlo Odello, presidente Iiac (immagine concessa)

ROZZANO (Milano) – International coffee tasting, il concorso organizzato da Iiac – International institute of coffee tasters, annuncia la sessione dedicata al segmento caffè in grani che si terrà presso la Factory Food Designers all’interno dell’headquarter di Autogrill a Rozzano (Milano). Una sessione particolarmente attesa dai torrefattori italiani e non proprio perché storicamente in grado di attrarre i grandi marchi nazionali e internazionali nel confronto per assegnare le Gold Medal ai prodotti migliori.

International coffee tasting annuncia la sessione per i caffè in grani

“Iiac nasce nel 1993 come associazione dedicata all’assaggio del caffè in generale, ma sin da subito ci siamo focalizzati in modo specifico sull’espresso, prima quello italiano e poi, mano a mano che il mercato internazionale evolveva, abbiamo acquisito una notevole esperienza anche sugli altri stili – ha commentato Carlo Odello, presidente Iiac – L’espresso si ricollega a un mondo che ben conosciamo in quanto da più di trent’anni organizziamo corsi di analisi sensoriale dedicato agli operatori sia nell’ambito della certificazione dell’Istituto espresso italiano (Iei) sia in altri contesti con player globali”.

International Coffee Tasting si basa sulle rigide regole dell’analisi sensoriale. Si avvale infatti di assaggiatori che operano alla cieca, quindi senza conoscere il prodotto. Inoltre, i dati di assaggio (nel 2023 più di 120.000) sono elaborati tramite un ampio numero di strumenti statistici per valutare la loro qualità e arrivare a profili sensoriali validati statisticamente. A riprova della massima trasparenza del concorso, la formula per il calcolo del punteggio attribuito ai prodotti in gara è pubblica, disponibile sul sito di International Coffee Tasting con la spiegazione dettagliata ed esauriente del peso attribuito alle singole caratteristiche sensoriali.

“International coffee tasting è nato con l’idea di fornire un banco di prova equo e indipendente per le torrefazioni, per dare loro la possibilità di una valutazione oggettiva dei propri prodotti e permettergli di valorizzarli e migliorarli a favore del consumatore finale – ha continuato Odello – Questo è davvero lo scopo ultimo della competizione: sostenere la competenza del settore e dei suoi professionisti. Per questo siamo tra i concorsi più selettivi del food & beverage: nel 2023 abbiamo premiato con la Gold Medal meno del 25% dei prodotti in gara”.

Caffè ammantecato: ecco i segreti della bevanda di Trapani

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Trapani (immagine: Pixabay)

Il caffè a Trapani in Sicilia è ammantecato, ovvero preparato con il latte di mandorla al posto dell’acqua. Un abbinamento particolare ma vincente, che permette di ottenere una bevanda cremosa, piacevole da bere e diversa dal classico caffè a cui si è abituati. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Martina De Angelis per Cookist.

Le origini del caffè ammantecato

TRAPANI – Le mandorle, in Sicilia, sono un prodotto fondamentale: non solo la regione vanta la maggiore produzione italiana di mandorle, ma ne coltiva anche alcune delle varietà più pregiate come la mandorla d’Avola. Non sorprende quindi che, dalle mandorle, derivino tantissime specialità locali: il marzapane per esempio, la cassata, la frutta martorana. E il caffè ammantecato, meno conosciuto delle altre delizie a base di mandorle ma è ugualmente delizioso.

È una specialità della città di Trapani e dei suoi dintorni, una preparazione che unisce il tradizionale rito della tazzina di caffè preparato con la moka al gusto delizioso del latte di mandorla. La tradizione del caffè ammantecato è molto antica, dal procedimento semplicissimo ma dal risultato sorprendente.

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Maison Gavé: ecco la prima caffetteria francese a Palermo con le monorigini della Torrefazione Morettino

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La città di Palermo (immagine: Pixabay)

Maison Gavé è più di una semplice caffetteria: è un progetto di vita per Michele Mannina e Julia Fillaud, un luogo dove passione, materie prime siciliane e autenticità delle ricette francesi si fondono per offrire ai palermitani un’esperienza gastronomica nuova in un’ambiente rilassato e internazionale.

Ampissima l’offerta di bevande, da quelle analcoliche come succhi, estratti, spremute e tè freddi ad una piccola selezione di cocktail d’ispirazione francese, birre e vini.

Hanno anche una carta di caffè (1,50-3€), con miscele e monorigini della Torrefazione Morettino Coffee Lab di Palermo, per espresso o french press. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Vivian Petrini per il quotidiano Cibo Today.

La caffetteria Maison Gavé a Palermo

PALERMO – ‘Gavé’ è una parola usata nel dialetto bordolese per accentuare il significato delle parole, “è un po’ l’equivalente del nostro ‘assai’”, ci spiega il proprietario Michele. Di qui nasce Maison Gavé, “maison perché per noi era fondamentale trasmettere l’idea di accoglienza, come a casa”. Si trova nel cuore di una delle zone residenziali di Palermo, precisamente in Via Tasso, ed è la prima caffetteria d’Oltralpe della città, fondata da una coppia italo-francese con un passato nel mondo del turismo e della moda. Michele Mannina, originario di Palermo, e Julia Fillaud, nata a Parigi ma cresciuta a Bordeaux, hanno trasformato la loro passione per la cucina francese in un caffè dal respiro internazionale, offrendo ai palermitani un’esperienza gastronomica del tutto nuova.

La maison di Michele e Julia racchiude in sé tre anime café, pâtisserie e cuisine, con un’offerta adatta dalla colazione al brunch, fino alla pausa pranzo o a uno spuntino dolce. C’è un menù mensile sia per i dolci che per i salati, dove tutto viene fatto in casa. La mattina propongono il ‘petit dejeuner’ dalle 9 alle 12 con sfogliati – l’unica cosa che per il momento non fanno internamente per motivi di spazio e logistica, ma sono quelli buoni della linea alta di Délifrance – pane tostato burro e marmellata, yogurt con granola, croissant salati, brioche, toast, pain perdu, e un’ampia scelta di pasticceria fra torte, flan, canelés, paris brest e frolle. E fanno anche gelato.

Ampissima l’offerta di bevande, da quelle analcoliche come succhi, estratti, spremute e tè freddi si Kodama Paris a una piccola selezione di cocktail d’ispirazione francese, birre e vini. Hanno anche una carta di caffè (1,50-3€), con miscele e monorigini della Torrefazione Morettino Coffee Lab di Palermo, per espresso o french press. Nel periodo che va da settembre a maggio gli orari di apertura si dilatano e Maison Gavè si trasforma anche in una sala da tè.

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Guess presenta il primo café sulla terrazza dello store di Viareggio

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Il logo Guess (Creative Commons License)

Il celebre marchio statunitense di moda Guess ha inaugurato il primo café sulla terrazza del negozio di Viareggio. Il locale Guess Terrazza offre cibi leggeri, caffè e cocktail. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale d’informazione Firenze Made in Tuscany.

Il caffè Guess Terrazza a Viareggio

VIAREGGIO – Importanti novità nel mondo di Guess, che ha aperto il primo caffè in assoluto, Guess Terrazza, sulla terrazza dello storico negozio di Viareggio che domina la spettacolare vista sul mare toscano.

L’area di vendita di 600 metri quadrati della sede di Viareggio, uno dei più storici spazi di vendita italiani del marchio, è stata completamente rinnovata con un nuovo design e un nuovo store concept.

La terrazza del primo piano è stata trasformata in uno spazio sofisticato ed esclusivo, arricchito da meticolosi elementi di design.

Delicati motivi di peonie e toni contrastanti di rosa salmone sono sparsi ovunque, infondendo all’area energia e vivacità. Un’atmosfera moderna e raffinata, che invita gli ospiti a immergersi in un mondo di bellezza, eleganza e lusso senza pari, con vista sulla splendida costa di Viareggio.

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Aroma-Zone lancia le nuove tisane bio per la stagione estiva

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La tisana Limone detox bio (immagine concessa)

MILANO – In estate le tisane sono un’ottima soluzione per idratare il corpo e contrastare le temperature alte. Aroma-Zone, brand francese 100% naturale per la cura, la bellezza e il benessere della pelle, ne ha selezionate alcune da provare sia per il loro tocco rinfrescante sia per attenuare alcuni problemi di stagione, come le gambe pesanti.

Tisana Limone detox bio

La tisana Limone detox bio di Aroma-Zone combina armoniosamente piante diverse come il rosmarino, il ribes nero, la menta piperita, l’ortica, il limone e la citronella. Vero e proprio alleato delle cure detox, questo infuso privo di teina può essere gustato freddo durante tutta la giornata e conquisterà col suo gusto aromatico e delicatamente agrumato.

Prezzo: €7,50

Per maggiori informazioni cliccare qui

Tisana dimagrante Mate bio

tisana dimagrante
La tisana bio Maté Minceur di Aroma-Zone (immagine concessa)

La tisana bio Maté Minceur di Aroma-Zone conquista grazie al suo magnifico colore rosa e al suo gusto fruttato e rinvigorente. Combina le foglie di Mate, dagli effetti stimolanti e drenanti, con una miscela di piante BIO selezionate per il loro effetto drenante e per il gusto piacevole: fiori di ibisco, foglie di ribes nero, radice di cicoria e ananas.

Senza aromi aggiunti, questo infuso dimagrante può essere gustato freddo per aiutare a tornare in forma. Ideale per unire piacere, idratazione ed equilibrio.

Prezzo: €7,50

Per maggiori informazioni cliccare qui

Tisana Mamma e bebè bio

La tisana Mamma e bebè bio (immagine concessa)

La tisana Mamma e bebè bio di Aroma-Zone è ideale per sostenere e fornire tutto il comfort e il relax di cui hanno bisogno le mamme che allattano, soprattutto in estate, per combattere la stanchezza e la disidratazione.

Prodotta in Francia, questa tisana è composta da piante essiccate sfuse, come finocchio, anice verde, fieno greco, luppolo e zenzero, da mettere in infusione in acqua calda ma da gustare fredda per sfruttarne al massimo i benefici.

Prezzo: €4,95

Per maggiori informazioni cliccare qui

Tisana Canapa zen bio

tisana bio canapa zen
La tisana BIO Canapa Zen di Aroma-Zone (immagine concessa)

La tisana bio Canapa Zen di Aroma-Zone nasce da una selezione di piante dalle proprietà lenitive e calmanti, come la canapa, la verbena odorosa, la camomilla matricaria, la maggiorana, la lavanda e l’arancio amaro. Grazie ai diversi benefici antistress delle sue piante, questo infuso vegetale senza teina si gusta freddo in ogni momento della giornata, per un piacevole momento di relax.

Prezzo: €5,50

Per maggiori informazioni cliccare qui

Per maggiori informazioni sul brand, sui prodotti e sulle ricette cliccare qui.

 

Lunga (e nuova) vita alla Moka: degustazione online di tre caffè Bristot, con il kit Pump, poi in espresso e in monoporzionato

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Il kit di degustazione con Pump My Moka (foto concessa)
Il kit di degustazione con Pump My Moka (foto concessa)

MILANO – Pump my moka, serigrafata Bialetti da tre tazze, espresso e single serve messi a confronto nella degustazione online delle referenze spedite dalla torrefazione Caffè Bristot, premiata da La Guida del caffè e delle torrefazioni giunta alla sua terza edizione. Tutti riuniti di fronte alla webcam per riscoprire i flavori, sperimentare nuovi metodi di estrazione con una moka (non) tradizionale: questi gli obiettivi di questo appuntamento digitale.

Moka: l’old style è sempre attuale, basta rinnovarlo

Mauro Illiano e Andrej Godina, co-autori e caffesperti presenti all’appello, con il presidente dell’Accademy Simone Rubin, Simone Previati e Stefano Cevenin ideatori di Pump My Moka e infine con Marzio Buttarelli, Global Strategy & Business Development Director Bialetti.

Mauro Illiano dà il rapido benvenuto: “Siamo tanti e significa che questo evento è un piacere. Siamo un bellissimo gruppo di professionisti. Alcuni conoscono già la Guida dei caffè e delle torrefazioni in Italia: siamo in procinto di stampare la terza edizione.

Ogni anno dedichiamo una parte introduttiva ad una materia specifica: ad esempio il caffè preparato a casa, con tanto di suggerimenti e best practice, è stato il tema passato. Le recensioni dei caffè e delle torrefazioni d’Italia restano il cuore della Guida. Segnando i marcatori aromatici più importanti tramite delle icone.

Poi esiste la parte dedicata alle Academy dove il consumatore e il professionista possono recarsi per approfondire le proprie competenze. La Guida vuole essere sempre di più un luogo, un connettore in cui raccontare le innovazioni del nostro mondo. Come lo è Pump My Moka, che ci dà una visione totalmente diversa, con delle variabili che completano l’estrazione.”

Godina si inserisce: “Fin dall’inizio abbiamo deciso di portare avanti il progetto della Guida per fare cultura e far conoscere il mondo delle torrefazioni al settore e ai consumatori. Uno dei modi per farlo sono gli awards: ogni anno valutiamo e premiamo delle aziende virtuose che si sono distinte in diversi ambiti.

Abbiamo scelto Procaffè con il marchio Bristot perché è stata capace di inserire nella propria lista prodotti, una gamma che copre tutte le categorie delle bevande e posizionamento.

Per questo abbiamo presentato in questa occasione tre caffè completamente diversi: un primo dedicato alla moka, uno alle capsule compatibili Nespresso e infine una versione per l’espresso.”

Prima estrazione: caffè amico dello stomaco, in quanto decerato, Wellcoffee

Spiega Godina: “Il chicco di caffè è un seme che dal punto di vista chimico è complesso, contiene carboidrati, vitamine, lipidi, sali minerali, caffeina. Non molti sanno che è composto da delle cere vegetali difficilmente digeribili dai succhi gastrici che non riescono a scomporle.

Le cere in tostatura e in espresso vengono in parte estratte in tazza: non sono dannose per la salute, ma in alcuni soggetti con la mucosa gastrica più irritata per altri motivi, potrebbero avere sensazioni poco piacevoli.

Ecco perché il caffè può venire decerato con un processo simile a quello di decaffeinizzazione con il diclorometano. La deceratura viene avviata sul chicco ancora verde e il solvente messo a contatto con il grano per tempi brevi, rimuove la parte superficiale di cera senza però eliminare il contenuto caffeinico.”

Pump My Moka a caldo e a freddo

Godina procede con la temperatura ambiente: “Mauro invece inserirà nella caldaia acqua pre-riscaldata, idealmente tra i 92-94 gradi centigradi. Quanta acqua usare? Visto che non si raggiungerà una pressione troppo elevata e non ci sarà la fonte di calore, possiamo generalmente pensare di riempire una moka come questa da tre a filo della valvola.

Godina estrae a freddo con la moka

Ho usato un’acqua minerale facendo attenzione all’etichetta: ci interessa il residuo fisso a 180. Per la moka e i pour over è gradita un’acqua con un contenuto di sali minerali non troppo elevato, intorno ai 100 milligrammi/litro.

Attenzione che in questo caso con l’acqua distillata, con un residuo fisso quasi a zero non va bene, perché non dà un buon equilibrio gustativo di flavore. Al contrario avere troppi sali minerali, si avrà un risultato finale amaro e flavori scuri.”

Come procedere: usare un cucchiaio per riempire il filtro posizionato già nella moka

Quanto metterne, senza usare un bilancino? A livello di volume: si mette il caffè, si livella e compatta con dei colpi, fino a riempire il filtro senza fare la montagnetta a cui tradizionalmente si è abituati: sovradosando, la pressione una volta avvitata la moka, si crea una resistenza al passaggio dell’acqua troppo elevata e si sovra estrae la bevanda.

Il filtro posizionato, la testa della caffettiera avvitata, si prende in mano il connettore plug in che va spinto nella sua sede con forza. Una volta saldamente collegato al corpo, si tiene il coperchio aperto e la pompa va azionata lentamente. Un’estrazione di circa trenta secondi, non troppo rapida, comincia a creare un po’ di schiuma.

Ciascuno può decidere di personalizzare il tempo di estrazione: l’acqua fredda ha un potere minore di estrazione e conviene quindi procedere in un tempo più lungo per compensare. Così si ottiene una buona bevanda.

Una volta ultimato il procedimento, si può premere dalla caldaia la parte del gancio plug in e automaticamente il connettore della pompa permette l’estrazione.

La nota aromatica dolce di caramello e biscotto viene persa, ma quella dominante è di cioccolato fondente e di fava di cacao. Ricorda molto una torta Sacher, un dolce al cioccolato con buona persistenza.

Abbiamo dato un riconoscimento a questo caffè perché la ricerca e sviluppo dell’azienda è stata in grado di dare al consumatore un caffè amico dello stomaco che non ha nulla da invidiare a un caffè non decerato.”

Da servire a temperatura ambiente oppure con dei cubetti di ghiaccio per i mesi estivi.

Differenze con l’estrazione a 94 gradi della moka

E’ il turno di Mauro Illiano: “Tazza con sentori bruni che prevalgono, con del cacao, caramello, bakery, nota tostata. Discreta acidità, buona dolcezza, leggera amaricanza nella parte finale della degustazione. Dal biondo al bruno, mielosa in modo persistente.”

Simone Rubin, presidente dell’Academy Bristot si occupa dell’espresso

Simone Rubin (foto concessa)

“I plus dell’azienda sono diversi: quando ho iniziato a conoscerla 9 anni fa, arrivavo da Londra e ho cominciato a scoprire gli specialty coffee. Non appena ho messo piede nel laboratorio ho capito il potenziale ancora da esprimere, dalla qualità della materia prima utilizzata alla ricerca. Abbiamo cercato di valorizzare una torrefazione che opera in modo corretto.

Miscela di punta, Espresso Tiziano 1919 Riserva: 5% di Robusta indiana, una base brasiliana (dall’Alta Mogiana che restituisce note cioccolatose e dal Cerrado con un po’ di acidità), Colombia dall’area di Huila con note di frutta rossa e di fava di cacao, Nicaragua per donare rotondità e corposità, infine Sidamo dall’Etiopia, particolarmente aromatico, con agrumi e frutti gialli.

Si comincia con il purge, per abbassare la temperatura e pulire la doccetta.

Il dosaggio: in tutte le miscele Bristot emergono le descrizioni dei profili sensoriali previste e le origini contenute al suo interno. Fornita anche la tipica ricetta con cui vengono testati i prodotti in laboratorio: temperatura 92-94 gradi, dosaggio minimo per il doppio espresso è 15 grammi (nei Paesi nordici si sale, in Australia si arriva ai 20) tempo di estrazione che varia e tipologia d’acqua selezionata per la migliore estrazione.

Si contano 40-45 grammi in uscita, millilitri circa 20 ml per tazza. In espresso regala delle note mandorlate, con l’arancia candita che spicca, leggeri accenni di cacao e nocciola. Corpo medio per la predominanza di Arabica e la tostatura medio-chiara.

Si torna da Mauro con l’estrazione in capsula di Lungo Americano

Mauro Illiano analizza l’estrazione in capsula

“Un altro dei prodotti premiati è il monoporzionato di Bristot, lungo americano. Interessante perché l’azienda ha pensato ad una ricetta più lunga, con il suggerimento degli ml in tazza, in quanto caso a 70ml, nettamente più elevata rispetto a un espresso, sino ad un massimo di 100ml. Estratto in un bicchiere adatto, non una tazzina d’espresso.

Il monoporzionato sta cambiando e da estrazione che si consuma a casa o in ufficio di fretta, sta diventando sempre più un caffè diverso. Questo è ancora più insolito: sicuramente ci sarà un maggiore tenore di caffeina ma non c’è una maggiore amarezza come ci si potrebbe attendere da un’estrazione con un allungamento dell’acqua che modifica il rapporto e può sbilanciare il risultato finale.

E’ un caffè gentile, con note tendenti al biondo, caramello, agrumato, vellutato, molto dolce. L’amarezza è appena accennata, si presta ad una consumazione prolungata.”

Simone Previati e Stefano Cevenini: le due menti dietro Pump My Moka

“Dal 2002, come Full Service Training Lab lavoriamo nel settore horeca, con vendita e assistenza alle strutture alberghiere. Nel 2020 siamo partiti con la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti. Nel 2022 partecipando alla Moka Challenge di Aicaf, abbiamo scelto di lavorare sui limiti della moka. Da qui l’intuizione di applicare una striscia termometrica e una pompa per controllare l’estrazione senza sovra estrarre. Da qui l’idea dell’estrazione a freddo e dell’uso di spirits, senza il deterioramento della componente alcolica.

All’estero la moka non piace molto proprio perché sovra estrae: Pump My Moka è un nuovo modo per essere apprezzati anche fuori dai nostri confini nazionali. La pressione generalmente inizia superati i 100 gradi e per ottenere il Bar e mezzo/due si deve raggiungere addirittura i 130 gradi.

Il risultato è sempre di bruciato. Ma avendo bisogno di pressione per dare forza all’acqua di risalire, abbiamo sopperito alla temperatura con un’azione meccanica data dalla pompa. Il concetto è che l’utente decide, non più la caffetteria.

Siamo partiti come una start up e gradualmente siamo arrivati a questo prototipo che non è industrializzato. Ci siamo mossi tra varie fiere, abbiamo raccolto parecchi feedback e molte esperienze. Stiamo definendo il futuro di Pump My Moka.”

Marzio Buttarelli sulla moka Bialetti

Come sta questa caffettiera e questa innovazione cosa dà in più?

Marzio Buttarelli_ph Antinori

“Abbiamo festeggiato l’anno scorso il novantesimo anniversario dal colpo di genio che ha caratterizzato la creazione di questo prodotto diventato icona dell’Italia anche all’estero. Oggi stiamo vivendo un momento florido: parliamo di una nuova giovinezza. Negli ultimi vent’anni ci sono state tantissime evoluzioni, quella del monoporzionato è stata la più sconvolgente che si temeva potesse appiattire gli altri metodi esistenti.

In realtà questo non è avvenuto, anzi, ha dato un nuovo influsso a sistemi come la moka. Oggi vediamo una riscoperta dalle nuove generazioni, che pensa al consumo del caffè non solo come bevanda da bere velocemente, ma come un’occasione di convivialità.

La moka permette di cimentarsi come barista a chiunque in casa e crea un’interazione che piace molto ai giovani e poi ha un aspetto importante legato alla sostenibilità: questo strumento è un sistema che crea soltanto uno scarto compostabile e può essere riciclata infinite volte (quella in alluminio).

La Moka Bialetti è un’icona in Italia, ma anche all’estero abbiamo assistito ad un’attenzione diversa: la moka è una tipologia che dà un risultato diverso dall’espresso e dal filtro, che sta vedendo una crescita anche nei luoghi in cui vogliamo essere distribuiti maggiormente. Siamo presenti già in circa 90 Paesi e fuori dall’Italia siamo forti negli Stati Uniti e in Cina.

La moka ha sempre mantenuto il suo funzionamento, ma come Bialetti siamo sempre attenti alle innovazioni: osservare Pump My Moka ci ha fatto piacere nella sua rivisitazione un po’ più di nicchia che abbraccia quella fascia di consumatori che non userebbero la moka per via di alcune sue limitazioni. La Moka Bialetti sta conoscendo una nuova vita e un ulteriore ampliamento di utilizzo.

Questo kit è disponibile distribuito direttamente dai ragazzi di Pump My Moka principalmente online. Lavoreremo più avanti per rendere questo strumento più commerciale.”