sabato 05 Luglio 2025
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Lavazza ha acquisito la catena di caffetterie Caffè di Roma che conta 82 locali in Spagna e Portogallo

MILANO – Lavazza è entrata nel settore del retailing nel 1999, attraverso l’acquisizione de “Il Caffè di Roma”, una catena di coffee shops in franchising nata a Barcellona nel 1994, che conta attualmente 82 punti vendita, dislocati principalmente in Spagna (54 punti vendita) e Portogallo (24 punti vendita).

Dal 2003 è sorta a Torino un’unità pilota che sta preparando il terreno all’espansione, sempre attraverso la formula del franchising, in tutta la penisola.

Nel corso del 2004 e del 2005 sono inoltre stati realizzati due test operativi, a Parigi e Singapore, che preludono a una progressiva globalizzazione del progetto, che si rivolgerà prioritariamente al Far East, al medio oriente, e all’Europa dell’Est, dove il concept sta incontrando un grande favore da parte del pubblico.

Gli ingredienti alla base del successo de “Il Caffè di Roma” sono – oltre all’atmosfera calda e accogliente, che ricrea la suggestione delle caffetterie di un tempo – l’espresso e le specialità esclusive a base di caffè.

Il menù comprende anche una selezione di tè, cioccolato, panini, pasticceria e gelati, il tutto all’insegna della miglior qualità italiana.

 

Latina: inaugurazione “bipartisan” per il Gran caffè San Marco

LATINA – Nel periodo natalizio, si è riaccesa un’insegna nel centro di Latina. È quella del Gran Caffè San Marco, in uno spazio che torna a vivere grazie al lavoro svolto da Marco e Paolo Picca e da Lidano Grassucci, nonché al contributo fornito da Antonio Sciarretta e da alcuni imprenditori locali.

L’apertura ha suscitato entusiasmo e curiosità.

Il San Marco è una scommessa vinta, un sogno che si fa realtà. E i suoi arredi rispecchiano il carattere tetragono di chi ha creduto in questa impresa: semplici, lineari e duri, come una buona tazza di espresso.

L’inaugurazione ha visto, tra gli invitati, numerosi esponenti del mondo politico e imprenditoriale, tutti uniti dal comune desiderio di riscoprire un luogo della memoria collettiva.

E per una volta, gli steccati partitici sono stati rimossi per lasciare spazio a una vera festa bipartisan.

Al vernissage erano infatti presenti Stefano Zappalà, euro parlamentare di Forza Italia, Paride Martella dell’Italia dei valori, Mauro Carturan e Maurizio Galardo dell’Udc, l’ex sindaco di Latina, Delio Redi, il sindaco di Sermoneta, Riccardo Pedrizzi, il senatore di An, Giuseppe Impallara, il direttore di Teleobiettivo e tanti altri personaggi della vita locale, che hanno varcato la soglia del San Marco, mescolandosi alla gente comune, in un continuo andirivieni durato sino a tarda sera.

Il locale farà da cornice a vari appuntamenti culturali, tra i quali dibattiti e presentazioni di libri.

La curiosità: vi spieghiamo che cosa è la valdostana coppa dell’amicizia che è derivata dalla grolla

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MILANO – In principio era il Graal, termine che nella lingua d’oïl indica il “calice”: una parola quasi magica, che evoca miti celtici ed eroi cristiani.

Non tutti sanno, forse, che da questo nobile vocabolo del francese antico (derivante a sua volta dal latino Gradalis) ha preso il proprio nome la grolla, ossia il noto calice di legno usato dai valdostani per bere il vino.

Lavorata a tornio e, successivamente, decorata a mano, essa è uno degli oggetti più tipici e caratteristici dell’artigianato della Vallée, tanto da costituire, ancora oggi, uno dei suoi simboli.

Simile alla Grolla, ma più bassa, larga, provvista di “beccucci” e dotata di un coperchio lavorato, è la Coppa dell’amicizia, utilizzata per il caffè alla valdostana, bevanda a base di grappa e spezie, da servire fiammeggiante.

Come lo dice il nome stesso, la Coppa va sorseggiata in compagnia, attorno a un tavolo ed è un’occasione di festa e convivialità.

Francesca café: ora scende in campo anche il sindaco di Naro

LONDRA – Per scongiurare l’abbattimento dell’edificio che ospita il Francesca café di Hackney, nell’East End di Londra (vicenda alla quale abbiamo già dedicato un articolo in precedenza), si mobilità ora anche il sindaco di Naro e deputato regionale dell’ Udc, Maria Grazia Brandara.

La prima cittadina del comune agrigentino, di cui è originario il gestore del locale Calogero Platia, ha indirizzato infatti una lettera al suo collega di Londra, il laburista Ken Livingstone, chiedendogli d’intervenire per evitare che venga raso al suolo l’ edificio che ospita il caffè.

Oltre al “Francesca” sono a rischio numerosi esercizi commerciali destinati a scomparire per far spazio a dei grandi progetti immobiliari. Gli abitanti della zona, che si oppongono all’abbattimento, hanno occupato il bar.

Brandara, invita Platia, detto “Tony l’italiano”, «a resistere» e il sindaco della capitale britannica a desistere dal «trasformare una fascinosa periferia urbana in un comune plastico di modernità senza anima».

«Le Olimpiadi – scrive ancora il sindaco di Naro – hanno le loro giuste pretese, ma i quartieri hanno diritto alla tutela della loro anima, del loro cuore pulsante, delle loro economie modeste. Anche a Naro la modernità devastante viene respinta perché amiamo la nostra città e la sua forma urbanistica e culturale, che rispetta lo sviluppo così come la comunità lo ha realizzato, anno dopo anno». «Non è solo una battaglia economica -conclude la lettera- lì sono nati e vissuti speranze e progetti di vita che le ruspe finirebbero per cancellare. La invito a desistere e a lasciare in piedi ed in attività il “Francesca café” ».

Trieste: i caffè della Mitteleuropea in 55 scatti d’autore

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TRIESTE – Un “giro della Mitteleuropea in 55 foto” attraverso le immagini dei suoi caffè. Questo il singolare viaggio fotografico proposto da una monografia della Fiaf (la Federazione Italiana Associazioni Fotografiche).

L’autore degli scatti è Giuseppe Ialuna, siciliano purosangue, ma triestino d’adozione, che proprio nella più asburgica delle città italiane ha scoperto il fascino arcano e le atmosfere rarefatte dei caffè mitteleuropei, “luoghi senza tempo”, sospesi tra una voluttuosa nostalgia del passato e una disincantata attesa del futuro.

Da Trieste a Vienna, da Berlino a Bratislava, da Salisburgo a Praga e a Milano, Ialuna segue un originale percorso artistico e umano, che si fa osservazione, riflessione, ricerca interiore.

Nella sua tavolozza fotografica dominano le tonalità delicate, i grigi quasi ovattati o, ancora, i neri profondi, i giochi e i contrasti di luce. In queste sofisticate ambientazioni è l’elemento umano ad assurgere al rango di assoluto protagonista.

«Le figure – come spiega lo stesso Ialuna – sono variopinti microcosmi, anime alla ricerca di un rifugio esistenziale e di un spazio fuori dal mondo dove poter essere soli in mezzo agli altri e consentire che il tempo trascorra senza scopo». Una magia fatta di sguardi, gesti, sorrisi, pensieri e movimenti di persone sconosciute, ma non anonime, immortalate in un attimo della loro esistenza «nell’apparente banalità di azioni scontate che sono la poesia del quotidiano».

Import italiano in crescita: +5,1% nei primi 9 mesi del ma l’incremento annuo è più contenuto

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MILANO – Nei primi nove mesi dell’anno passato, le importazioni di caffè verde hanno fatto registrare un +5,01% raggiungendo i 5,1 milioni di sacchi.

A segnalarlo è il Comitato Italiano Caffè, che rileva anche come l’incremento dei volumi sdoganati nei 12 mesi ( ottobre 2004-settembre 2005) sia stato però più contenuto fermandosi al 3,53%.

Per quanto riguarda le tipologie, si osserva la crescita dei Colombiani Dolci, dei Brasiliani Naturali e dei Robusta, cui fa riscontro una flessione (-3,4%) degli Altri Dolci. Tra i paesi fornitori migliorano la loro posizione Bolivia, Ecuador, Ruanda, Burundi, Zambia, Zimbabwe, Perù, Etiopia, Colombia, Ghana, El Salvador, Tanzania, Sierra Leone, Panama e Indonesia.

È bene notare come, nel caso di merci provenienti da paesi comunitari, non essendo previsto l’obbligo di indicarne l’origine, non sia sempre possibile individuare i paesi di origine delle partite di caffè verde acquistate.

Trieste, i caffè della Mitteleuropa in 55 scatti d’autore

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TRIESTE – Un “giro della Mitteleuropea in 55 foto” attraverso le immagini dei suoi caffè. Questo il singolare viaggio fotografico proposto da una monografia della Fiaf (la Federazione Italiana Associazioni Fotografiche).

L’autore degli scatti è Giuseppe Ialuna, siciliano purosangue, ma triestino d’adozione, che proprio nella più asburgica delle città italiane ha scoperto il fascino arcano e le atmosfere rarefatte dei caffè mitteleuropei, “luoghi senza tempo”, sospesi tra una voluttuosa nostalgia del passato e una disincantata attesa del futuro.

Da Trieste a Vienna, da Berlino a Bratislava, da Salisburgo a Praga e a Milano, Ialuna segue un originale percorso artistico e umano, che si fa osservazione, riflessione, ricerca interiore.

Nella sua tavolozza fotografica dominano le tonalità delicate, i grigi quasi ovattati o, ancora, i neri profondi, i giochi e i contrasti di luce. In queste sofisticate ambientazioni è l’elemento umano ad assurgere al rango di assoluto protagonista.

«Le figure – come spiega lo stesso Ialuna – sono variopinti microcosmi. Anime alla ricerca di un rifugio esistenziale e di un spazio fuori dal mondo. Dove poter essere soli in mezzo agli altri e consentire che il tempo trascorra senza scopo».

Una magia fatta di sguardi, gesti, sorrisi, pensieri e movimenti di persone sconosciute. Ma non anonime, immortalate in un attimo della loro esistenza. «Nell’apparente banalità di azioni scontate che sono la poesia del quotidiano».

Valle d’Aosta, per bere il caffè in compagnia usano la grolla dell’amicizia

VALLE D’AOSTA – In principio era il Graal, termine che nella lingua d’oïl indica il “calice”: una parola quasi magica, che evoca miti celtici ed eroi cristiani. Non tutti sanno, forse, che da questo nobile vocabolo del francese antico (derivante a sua volta dal latino Gradalis) ha preso il proprio nome la grolla, ossia il noto calice di legno usato dai valdostani per bere il vinoi.

Lavorata a tornio e, successivamente, decorata a mano, essa è uno degli oggetti più tipici e caratteristici dell’artigianato della Vallée. Tanto da costituire, ancora oggi, uno dei suoi simboli.

Ma non manca la variante al caffè. Infatti, simile alla Grolla, ma più bassa, larga, provvista di “beccucci” e dotata di un coperchio lavorato. È la Coppa dell’amicizia, utilizzata per il caffè alla valdostana.

Si tratta di una bevanda a base di grappa e spezie, da servire fiammeggiante.

Come lo dice il nome stesso, la Coppa si sorseggia in compagnia, attorno a un tavolo ed è un’occasione di festa e convivialità.

Londra, Francesca café: scende in campo anche il sindaco di Naro

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LONDRA – Per scongiurare l’abbattimento dell’edificio che ospita il Francesca café di Hackney, nell’East End di Londra (vicenda alla quale abbiamo dedicato un articolo nell’edizione di lunedì), si mobilità ora anche il sindaco di Naro e deputato regionale dell’ Udc, Maria Grazia Brandara.

La prima cittadina del comune agrigentino, di cui è originario il gestore del locale Calogero Platia, ha indirizzato infatti una lettera al suo collega di Londra, il laburista Ken Livingstone, chiedendogli d’intervenire per evitare che venga raso al suolo l’ edificio.

Che ospita il caffè.

Oltre al “Francesca” sono a rischio numerosi esercizi commerciali destinati a scomparire per far spazio a dei grandi progetti immobiliari.

Gli abitanti della zona, che si oppongono all’abbattimento, hanno occupato il bar. Brandara, invita Platia, detto “Tony l’italiano”, «a resistere» e il sindaco della capitale britannica a desistere dal «trasformare una fascinosa periferia urbana in un comune plastico di modernità senza anima».

«Le Olimpiadi – scrive ancora il sindaco di Naro – hanno le loro giuste pretese. Ma i quartieri hanno diritto alla tutela della loro anima, del loro cuore pulsante, delle loro economie modeste.

Anche a Naro la modernità devastante si respinge respinta perché amiamo la nostra città. E la sua forma urbanistica e culturale. Che rispetta lo sviluppo così come la comunità lo ha realizzato, anno dopo anno».

«Non è solo una battaglia economica -conclude la lettera- lì sono nati e vissuti speranze e progetti di vita che le ruspe finirebbero per cancellare.

La invito a desistere e a lasciare in piedi ed in attività il “Francesca café” ».

Latina, inaugurazione bipartisan per il Gran caffè San Marco

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LATINA – Nel periodo natalizio del 2006, si è riaccesa un’insegna nel centro di Latina. È quella del Gran Caffè San Marco, in uno spazio che torna a vivere grazie al lavoro svolto da Marco e Paolo Picca e da Lidano Grassucci, nonché al contributo fornito da Antonio Sciarretta e da alcuni imprenditori locali.

L’apertura ha suscitato entusiasmo e curiosità.

Il San Marco è una scommessa vinta, un sogno che si fa realtà. E i suoi arredi rispecchiano il carattere tetragono di chi ha creduto in questa impresa: semplici, lineari e duri, come una buona tazza di espresso.

L’inaugurazione ha visto, tra gli invitati, numerosi esponenti del mondo politico e imprenditoriale, tutti uniti dal comune desiderio di riscoprire un luogo della memoria collettiva. E per una volta, gli steccati partitici sono stati rimossi per lasciare spazio a una vera festa bipartisan.

Al vernissage erano infatti presenti Stefano Zappalà, euro parlamentare di Forza Italia, Paride Martella dell’Italia dei valori; Mauro Carturan e Maurizio Galardo dell’Udc, l’ex sindaco di Latina, Delio Redi, il sindaco di Sermoneta, Riccardo Pedrizzi, il senatore di An, Giuseppe Impallara, il direttore di Teleobiettivo e tanti altri personaggi della vita locale, che hanno varcato la soglia del San Marco, mescolandosi alla gente comune, in un continuo andirivieni durato sino a tarda sera.

Il locale farà da cornice a vari appuntamenti culturali, tra i quali dibattiti e presentazioni di libri.