La struttura della caffeina (immagine: Wikimedia Commons)
MILANO – Gli ingegneri del MIT hanno scoperto che quando l’alluminio delle lattine di bibite viene esposto nella sua forma pura e mescolato con acqua di mare, la soluzione fa delle bolle e produce naturalmente idrogeno, un gas che può essere successivamente utilizzato per alimentare un motore o una cella a combustibile senza generare emissioni di carbonio. Inoltre, questa semplice reazione può essere accelerata aggiungendo uno stimolante comune: la caffeina. Leggiamo di seguito parte dell’articolo tradotto dallo spagnolo e pubblicato dal portale Lamezia in Strada.
In uno studio pubblicato sulla rivista Cell Reports Physical Science, i ricercatori dimostrano che possono produrre idrogeno lasciando cadere palline di alluminio pretrattato delle dimensioni di ciottoli in un bicchiere con acqua di mare filtrata.
L’alluminio viene pretrattato con una lega di metalli rari che depura efficacemente l’alluminio fino a convertirlo in una forma pura che può reagire con l’acqua di mare per generare idrogeno. Gli ioni di sale dell’acqua di mare possono, a loro volta, attrarre e recuperare la lega, che può essere riutilizzata per generare più idrogeno, in un ciclo sostenibile.
Il team ha scoperto che questa reazione tra l’alluminio e l’acqua di mare produce gas idrogeno, anche se lentamente. Per puro caso, hanno aggiunto alla miscela alcuni fondi di caffè e hanno scoperto, con loro sorpresa, che la reazione si accelerava.
La caffeina accelera la produzione
Alla fine, il team ha scoperto che una bassa concentrazione di imidazolo, un ingrediente attivo della caffeina, è sufficiente per accelerare significativamente la reazione, producendo la stessa quantità di idrogeno in soli cinque minuti, rispetto a due ore senza lo stimolante aggiunto.
I ricercatori stanno sviluppando un piccolo reattore che potrebbe funzionare su una nave o un veicolo sottomarino. La nave ospiterebbe una fornitura di pellet di alluminio (riciclati da vecchie lattine di bibite e altri prodotti in alluminio), insieme a una piccola quantità di gallio-indio e caffeina. Questi ingredienti potrebbero essere periodicamente convogliati nel reattore, insieme a parte dell’acqua di mare circostante, per produrre idrogeno su richiesta. L’idrogeno potrebbe quindi alimentare un motore di bordo per spingere un motore o generare elettricità per la propulsione della nave.
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Starbucks ha lanciato le tazze raffiguranti la Reggia di Caserta disponibili all’acquisto presso lo store della Stazione Garibaldi a Napoli. Il sindaco Carlo Marino ha lodato l’iniziativa per la valorizzazione del patrimonio artistico su Facebook. Ciò ha suscitato reazioni controverse: dai cittadini che hanno criticato la scelta di promuovere Caserta negli store di un’altra città, agli interventi dell’opposizione. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Anna Rispoli per Caserta Web.
Caserta sulle tazze di Starbucks: le polemiche sui social
CASERTA – Insomma, ancora non si è capito se le tazze della multinazionale Starbucks raffiguranti la Reggia di Caserta e i luoghi iconici del capoluogo di Terra di Lavoro, in vendita presso uno store della Stazione Garibaldi a Napoli, siano in definitiva un bene o un danno per la città. Spieghiamo meglio con un po’ di ordine.
E’ notizia del 25 luglio, dalla pagina official Facebook del Comune di Caserta, la pubblicazione di un post del Sindaco Carlo Marino che cita testualmente: “Una bella iniziativa per la valorizzazione del nostro patrimonio artistico: sono disponibili le nuove tazze raffiguranti la Reggia di Caserta presso Starbucks della Stazione di Napoli in Piazza Garibaldi. Un’opportunità unica per cittadini e visitatori di apprezzare e portare con sé un simbolo della nostra storia e cultura. Invitiamo tutti a scoprire queste tazze esclusive, che celebrano la bellezza e la tradizione della nostra città. Un ringraziamento speciale a Starbucks per il suo contributo alla promozione del nostro patrimonio”.
Mai esternazione pubblica istituzionale dell’amministrazione ha suscitato reazioni più
controverse, dalle levate di scudi di cittadini che ne hanno fatto una questione di
“patriottismo”, vedendo la scelta di promuovere Caserta negli store di un’altra città, quasi
un affronto, agli interventi dell’opposizione vedi Napolitano e Del Rosso, addirittura il
comunicato stampa direttamente da Roma del parlamentare casertano Gianpiero Zinzi.
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Federico Bernardeschi, calciatore del Toronto, ha pubblicato un video ironico su TikTok in cui ha voluto spiegare la differenza del rito del caffè tra gli italiani e gli americani omaggiando una delle bevande simbolo del Bel Paese. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Ada Cotugno per il portale Fanpage.
La differenza del caffè tra Italia e Stati Uniti
MILANO – Per gli italiani poche cose sono più sacre del caffè, anche quando si trovano dall’altra parte del mondo.
La diatriba con gli americani e il loro modo di intendere questa bevanda è stata da sempre oggetto di grandi polemiche e Federico Bernardeschi ha provato a mettere insieme una guida definitiva da seguire per non sbagliare nessun passaggio in questo rito. Le regole del caffè perfetto si potrebbe dire, un messaggio lanciato con enorme serenità e solennità.
Il calciatore del Toronto è stato il protagonista di un video pubblicato sul profilo TikTok della sua squadra che ha voluto spiegare definitivamente la differenza del caffè per gli italiani e gli americani. Il risultato è stato un siparietto esilarante che ricalca tutti gli stereotipi e che ha fatto il giro del web.
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Diverse detenute di vari istituti iscritte a corsi professionali tra giugno e novembre 2024 stanno imparando come fare il gelato artigianale. L’iniziativa è nata grazie all’accordo tra Soroptimist, organizzazione mondiale di donne impegnate nella promozione di progetti per il miglioramento della condizione femminile, e Fabbri 1905 SpA. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Antonella Barone per gNews.
L’iniziativa sociale a tema gelato di Fabbri 1905 e Soroptimist
MILANO – Frutta, vaniglia, variegato, nocciola e sorbetti vari. Sono alcuni dei gusti che imparano a realizzare le detenute allieve dei 6 corsi professionali di gelateria artigianale, realizzati tra giugno e novembre 2024 in altrettanti istituti o sezioni femminili. Il tutto grazie all’accordo tra Soroptimist, organizzazione mondiale di donne impegnate nella promozione di progetti per il miglioramento della condizione femminile, e Fabbri 1905 SpA.
L’azienda bolognese, leader nel mercato alimentare–dolciario e della gelateria, dopo l’esperienza del biennio 2017–2019, interrotta a causa dell’emergenza covid, ha aderito ancora una volta al progetto Si Sostiene.
Come nel precedente ciclo di formazione, Fabbri SpA ha messo a disposizione materie prime, materiali, lezioni teoriche e dimostrazioni pratiche one to one, sotto la guida della docente Rosa Pinasco, Ambassador Fabbri 1905 e formatrice della Scuola Professionale internazionale Fabbri Masterclass.
Il progetto rientra tra le attività di collaborazione previste dal protocollo d’intesa sottoscritto nel 2017, e in seguito rinnovato, dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria con Soroptimist Si Sostiene, finalizzato a offrire opportunità di formazione professionale e lavorativa a donne in condizioni di fragilità come le detenute.
Nei primi sei anni di attuazione, il progetto, coordinato per Soroptimist da Paola Pizzaferri, ha organizzato 136 corsi di formazione in 34 istituti e coinvolto 830 detenute; 90 sono invece le donne in esecuzione pena che, al termine della formazione, hanno ottenuto borse-lavoro retribuite dentro o fuori dal carcere. Numeri a cui vanno aggiunte le tante attività avviate nell’anno in corso.
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La Mole Antonelliana, simbolo di Torino (immagine: Pixabay)
A Torino è possibile ammirare la mostra fotografica ospitata, fino a domenica 6 ottobre, negli spazi della Project Room di CAMERA – Centro italiano per la fotografia, in via delle Rosine, della terza tappa della rassegna Bar Stories on Camera, realizzata in collaborazione con Galleria Campari e Magnum Photos. Cinquanta gli scatti esposti a raccontare, per immagini, il mondo dei bar (ne abbiamo parlato qui). Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo per il quotidiano online L’identità.
La mostra Bar Stories on Camera di Torino
TORINO – Non ci si fa caso. Ma sono ormai luoghi iconici, direi quasi “sacrali” della nostra più banale quotidianità. Si entra, si beve il caffè o un aperitivo, si sbocconcella un morbido croissant e si fanno due chiacchiere. Le famose “chiacchiere da bar”! Semplici spetteguless o chiacchiere ben più importanti. La durata di un caffè. E già basta per celebrare il rito quotidiano del bar. Del nostro bar “amico” sotto casa o di quell’altro con dehors un po’ più in là o quello più impegnativo (e più caro!) del Centro. La scelta è libera e varia.
Nei bar si entra e non si pensa (quando mai? ma provate a farlo, sarà coinvolgente!) a tutte le storie, alle vicende umane, agli amori, alle amicizie, agli affetti e alle solitudini che si sono rincorse in anni e anni di storia all’interno di quei muri, seduti ai tavolini o anche in piedi al bancone, davanti a quella specie di catena di montaggio che in certe ore paiono diventare le “macchine da caffè” professionali, un tutt’uno con il povero barista che spesso viaggia in automatico, alla maniera del grande Charlot di “Tempi Moderni”.
Il bar (il primo pare sia stato aperto addirittura nel 1475, a Istanbul per bere il caffè “alla turca”) è oggi – e di anni ne sono passati – “cultura di convivialità”. A ricordarcelo é la mostra fotografica ospitata, fino a domenica 6 ottobre, negli spazi della “Project Room” di “CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia”, in via delle Rosine, a Torino, terza tappa della rassegna “Bar Stories on Camera”, realizzata in collaborazione con “Galleria Campari” e “Magnum Photos”.
Cinquanta gli scatti esposti a raccontare, per immagini, il “mondo dei bar”, dagli Anni Trenta agli inizi del Terzo Millennio. Concepita appositamente per “CAMERA” (con 22 scatti provenienti dall’Archivio Storico della “Campari” e 28 a firma di illustri nomi della “Magnum”, da Robert Capa a Elliott Erwitt, da Martin Parr a Ferdinando Scianna) l’edizione torinese segue le esposizioni che già si sono tenute alla “Galleria Campari” di Sesto San Giovanni (ottobre 2023) e alla “Davide Campari Lounge” di “Art Basel” a Basilea, nel giugno scorso.
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Valentina Palange, la nuova campionessa Aeropress, credits Rafael Maggion
MILANO – Valentina Palange, ai più nota come Specialty Pal su Instagram, ha segnato un traguardo nel suo percorso nell’ultima e decima edizione della gara Aeropress, che si è tenuta presso gli spazi del Social Hub di Firenze, e organizzata da Oatly. Primo posto, trofeo portato a casa, non senza difficoltà sulla via che però non sono riuscite a tenerla lontana dalla vittoria sugli altri 23 sfidanti.
Ha conquistato una giuria di esperti assaggiatori: Alessandro Gianmatteo, Natalia Mazzilli e Simone Zaccheddu. Sul podio con lei una buona compagnia: secondo posto a Stefano Cevenini (tra i creatori di Pump my Moka) e al terzo Oliviero Alotto (ceo di Ialty Coffee).
Valentina Palange proclamata campionessa Aeropress 2024 credits Rafael Maggion
Palange, campionessa 2024 Aeropress: non è la prima volta che partecipa, ma stavolta ha vinto. Che è successo?
“Solitamente partecipo a questa gara insieme al mio compagno, Luca (che per altro è arrivato secondo nella nona edizione, n.d.r.). Quest’anno invece soltanto io ho potuto essere presente, perché è stato cancellato il suo volo.
Nei giorni precedenti ho ricevuto il caffè e ho potuto attraverso diverse prove, trovare una ricetta che mi è piaciuta molto. Nessuno mi ha aiutato particolarmente in fase di studio, perché ciascuno di noi si era focalizzato sulla propria ricetta e mi sono potuta affidare solo alla mia esperienza e gusto.
E poi, arrivato il giorno della prova, nonostante avessi tutto contro compresi i trasporti e lo sciopero dei treni, ho sentito di dover andarci a tutti i costi per presentare la mia idea ai giudici: la mia tazza era davvero dolce, persistente, con un tocco di acidità ma molto bilanciata e ci credevo molto. E così, ho vinto.”
Lei arriva da un’esperienza quest’ultimo periodo, come barista (ha gareggiato nei campionati SCA): ci spiega questa sua nuova esperienza da influencer a operatrice dietro al bancone
“Tutto è successo perché, dal punto di vista della mia carriera ho capito che questo era un passaggio che dovevo compiere. Uno dei motivi che lo rendevano necessario, è il fatto che in Italia non si è abituati a considerare la figura del content creator, del caffè poi, rispetto a come accade in altri Paesi.
È una categoria che si sta ancora sviluppando: competere, fare le cose nel concreto, mostrare le competenze sul campo, può far comprendere che quello che promuovo non è soltanto storytelling ma qualcosa che è frutto di una conoscenza effettiva di ciò di cui sto parlando.
Le ricette che propongo, le macchine che sperimento, derivano da uno studio alle spalle. Partecipare alle gare dà più credibilità e sentivo di averne bisogno. L’esperienza in sé poi mi è servita tantissimo: mi ha formato ulteriormente e non solo a livello professionale ma anche personale, perché ho dovuto superare molti miei limiti e scoprire una nuova Valentina.”
Veniamo alla gara: ce la racconta, dal caffè alla preparazione, alla performance vera e propria.
“C’è stato innanzitutto un gioco di temperature. Sono partita dal blooming con acqua a temperatura ambiente (che comunque era intorno ai 30 gradi, essendo d’estate). Con la stessa acqua (La Lauretana che apriva di più i flavour in tazza) sono passata all’infusione a 97 gradi, per creare uno shock termico che facesse esplodere il caffè.
Una materia prima che a parer mio aveva bisogno di essere svegliata. Un’altra soddisfazione che ho collezionato durante la gara: quando hanno chiesto l’origine del caffè, l’ho indovinata subito.
Era un colombiano (red bourbon lavato, tostato da Gearbox Coffee Roasters e fornito da Mae Coffee Liason n.d.r.) che mi ha riportato indietro nel tempo ai miei primi assaggi specialty.
Particolarità della mia ricetta: non ho effettuato il bypass, perché ritenevo avesse bisogno di essere gustato più concentrato. La macinatura poi non era esattamente quella che ci si aspetterebbe per l’Aeropress con metodo inverso, che ho portato in gara: non era grossissima, ma più simile a quella del Chemex, perché attraverso le diverse prove e combinazioni ho capito che quella era la migliore in assaggio.
Non ho fatto tantissimi test in realtà: il pacchetto da 250 grammi non l’ho terminato neppure e questo perché sono entrata presto in sintonia con questo caffè.”
Qual era il livello degli altri competitor? Ha notato un maggiore coinvolgimento verso questa competizione nel corso delle tante edizioni?
“I biglietti sono andati a ruba in tempi record: sono riuscita a partecipare soltanto perché Luca è stato attentissimo ad essere tra i primi a prenotare due biglietti.
Personalmente credo anche che il fatto che quest’anno il campionato si sia svolto in città ed era logisticamente più facile da raggiungere, abbia incentivato a partecipare in tantissimi. Ma in generale l’Aeropress è sempre stato molto sentito e partecipato: ti dà la possibilità di condividere, di divertirsi con gli altri, di scambiarsi conoscenze. La maggiorparte dei concorrenti sono baristi e professionisti con cui è bello sempre confrontarsi.”
Molti dicono che l’Aeropress sia uno strumento abbastanza semplice da gestire rispetto ad altre estrazioni: ma è davvero così?
“Può dimostrarsi più semplice rispetto ad altri metodi come l’espresso, ma il tutto sta nel metterci la testa per valutare bene le variabili e assaggiare ogni volta per scoprire le differenze e trovare la giusta combinazione.
Rispetto alla gara baristi ci sono meno difficoltà: per esempio nella gara Aeropress non hai uno speech da esporre durante la preparazione. L’Aeropress inoltre è più alla portata di tutti, inclusi i semplici coffeelovers: è un metodo ludico e pop e il gap di abilità con i baristi professionisti si assottiglia, perché forse in Italia viene più utilizzato a casa che in caffetteria, a differenza del V60.”
Di solito chi prova l’Aeropress poi entra in una spirale da collezionista: lei si è fatta arrivare uno specifico modello nonostante tutte le difficoltà logistiche…
L’Aeropress pink edition, credits Rafael Maggion
“E’ così in effetti – ride – se ti piace l’Aeropress diventi un collezionista. L’edizione limitata rosa l’ho persino usato in gara, ma c’è chi la lascia in esposizione su uno scaffale. Penso invece che lo porterò anche ai mondiali”.
Palange, a proposito: pronostici e prospettive per Lisbona a settembre?
“Io e Luca siamo già con la testa lì per vedere che cosa succede sul campo. Mi aspetto di incontrare tantissimi appassionati e professionisti da tutte le parti del mondo e di fare nuove amicizie. Ci saranno campioni che arrivano da lontano, anche se io fortunatamente non subirò il fuso orario perché si terrà a Lisbona, in un Paese caldo.
Affronterò la sfida come ho sempre fatto: assaggi, esperimenti. Come va, va. Sperando che ci sia un feeling immediato anche in questo caso con il caffè. Mi piace mettermi alla prova, e mi trovo a mio agio nella creazione di una ricetta a poche ore prima della gara, con un caffè uguale per tutti e meno variabili da dover considerare in anticipo.
Poi ovviamente i livelli saranno più alti, perché nella maggior parte dei Paesi fuori dall’Italia le estrazioni alternative sono particolarmente diffuse e conosciute dagli operatori. La selezione quindi a monte è più importante. A leggere le ricette dei campioni del mondo, ti stupisci dai dettagli che si inventano. Da appassionata ogni anno, studio e replico a casa. È un metodo di estrazione che sento molto mio.”
E ora Specialty Pal, o meglio, Valentina Palange, che altro vorrà sperimentare da competitor?
“Voglio continuare su questa linea. Ho scoperto che mi piace forgiarmi attraverso le gare. Quello che racconto è ciò che spesso non si coglie dagli altri competitor che non sono così social. Far vedere il sacrificio dietro, il lavoro, lo stress, rende le competizioni un’esperienza più universale.
Molte volte si vede soltanto il risultato finito della performance e invece esistono tanti passaggi che io vorrei mettere in mostra. Anche esporsi ovviamente può portare al rischio di beccarsi delle critiche, ma non è un problema che mi pongo. Anzi, esorto le nuove generazioni a buttarsi.”
Faema insieme a Leica Camera Italia per "Il sabato rosa del villaggio" (immagine concessa)
MILANO – Palloncini in festa, biciclette, magliette e bandierine ma anche unghie colorate e acconciature sgargianti, parrucche, ghirlande appese e automobili improbabili. Poi la trepidante attesa nei bar e nei caffè, le grida dei bambini che giocano per le strade, città e paesi di provincia addobbati a festa, la festa rosa delGiro d’Italia.
Questo e molto altro è raccontato dalla mostra fotografica “Il sabato rosa del villaggio” di Faema, brand di Cimbali Group e partner ufficiale della manifestazione ciclistica dal 2022, e Leica Camera Italia, leader globale nei settori fotocamere e ottiche sportive. La mostra aprirà le porte al pubblico dal prossimo 6 settembre presso la Leica Galerie di Milano e durerà fino ai primi di ottobre.
La mostra fotografica “Il sabato rosa del villaggio” di Faema e Leica Camera Italia
Il Giro d’Italia, infatti, è un mix sensazionale di piacere e tradizione, un’esperienza da condividere, un “collante” appassionato capace di aggregare ovunque, esattamente come il caffè bevuto al bar o a casa. Faema tutto questo lo sa e da qui nasce l’idea del progetto fotografico che Leica ha sposato a tutto tondo.
In esposizione gli scatti realizzati da quattro fotografi Leica, un reportage di segni ‘rosa’ da sabato del villaggio di leopardiana memoria in cui si attende con ansia la gara ciclistica più amata di sempre. Perché i grandi eventi hanno segnato un’epoca, ma tra questi soltanto il Giro d’Italia ha segnato una comunità e un Paese, divenuti oggetto di interesse degli autori in mostra.
Giuseppe Nucci e Piero Percoco, docenti della Leica Akademie Italy, insieme a Clara Vannucci e Vincenzo Noletto, fotografi Certified by Leica, hanno vagato tra la gente in alcune delle tappe del Giro d’Italia 2024 alla ricerca dei segni del rito, immortalandone i più classici e i più bizzarri, i più tradizionali e i più insoliti che nella mostra trovano la loro coerenza coniugando sapientemente passato e presente in un’esposizione di pregio curata da Maurizio Beucci, Senior Manager of the Global Leica Akademie.
E’ un legame a doppio filo quello che unisce il mondo del caffè di Faema sia al mondo della bicicletta che a quello della Corsa Rosa.
Un legame che ha ripreso vita nel 2022 con il ritorno del brand come partner ufficiale del Giro d’Italia: una collaborazione che ha riacceso negli animi degli appassionati quell’antico amore che va avanti dai primi anni ’50 del secolo scorso e che racconta oggi l’evoluzione di un brand straordinario, sempre al passo coi tempi, innovativo e all’avanguardia in grado di regalare ai consumatori di tutto il mondo una coffee experience unica.
Leica Camera Italia ha deciso di abbracciare questo progetto fotografico sul Giro d’Italia per celebrare la bellezza e la passione che caratterizzano sia il ciclismo che la fotografia. Questa collaborazione con Faema unisce due marchi storici, ciascuno con una lunga tradizione di eccellenza e innovazione nei rispettivi campi. Il progetto mira a catturare l’essenza e l’emozione della competizione ciclistica più amata d’Italia, raccontando storie uniche attraverso l’unicità degli obiettivi Leica. Un’opportunità per esplorare nuove prospettive visive e creare un legame ancora più forte tra la cultura sportiva e l’arte fotografica.
In sintesi:
Mostra
Il Sabato Rosa del Villaggio
Dove
Leica Galerie Milano
Via G. Mengoni 4, ang. Piazza Duomo
Milano
Quando
Dal 6 settembre al 10 ottobre 2024
Giorni e Orari apertura
dal lunedì al sabato
10-14 / 15-19
Ingresso gratuito
La scheda sintetica di Faema Art machine
Il brand Faema, nato nel 1945 a Milano, fa parte di Cimbali Group, tra i principali produttori di macchine per caffè professionali. Design, innovazione, sostenibilità e cultura del caffè sono i pilastri su cui il brand fonda la sua produzione. In linea con la nuova visione di Gruppo, Faema propone un’offerta diversificata di soluzioni per caffetterie, ristorazione, hotellerie, workplaces e per l’ambiente domestico: ampie gamme di macchine per caffè espresso (tradizionali e superautomatiche), macinadosatori, servizi digitali (app e servizi per il professionista e per gli appassionati) e accessori.
Faema ha fatto la storia, proponendo negli anni 50’ le macchine a leva e, negli anni ’60 con la macchina Faema E61, la prima ad utilizzare una pompa volumetrica. Grazie al talento di uno dei più iconici designer italiani, Giorgetto Giugiaro, e a Italdesign, sono state prodotte Faema E91, Faema Emblema, la gamma Faema E71 e la Faema President.
Nel 2021 il brand dà vita all’esclusiva Faemina, una macchina dal design minimal ed elegante con cui l’azienda fa ritorno nel segmento Home rivolgendosi anche ad un target consumer. Mentre per il segmento Office, l’ultima nata è la X-Compact, ideale per quei contesti in cui il consumatore interagisce direttamente con la macchina e dunque ricerca facilità d’uso.
A proposito di Leica Camera
Leica Camera AG è un costruttore che opera a livello internazionale nel segmento superiore dei settori fotocamere e ottiche sportive. Lo status leggendario del marchio Leica si fonda su una lunga tradizione di eccellenza nelle costruzioni ottiche. Attualmente, con l’impiego di tecnologie innovative, i prodotti Leica continuano a garantire immagini migliori in tutte le situazioni nei campi della visualizzazione e della percezione.
Leica Camera AG ha la propria sede a Wetzlar, nello stato federale dell’Assia in Germania, mentre un secondo sito produttivo opera a Vila Nova de Famalicão, in Portogallo. L’azienda gestisce filiali in Inghilterra, Francia, Italia, Svizzera, Giappone, Singapore, Corea del Sud, Australia e USA. Prodotti nuovi e innovativi hanno costituito la spinta propulsiva per il positivo sviluppo dell’azienda negli anni recenti.
MILANO – Nuovo traguardo miliare per Luckin Coffee: la più grande catena di caffetterie della Cina ha infatti tagliato il traguardo dei 20 mila locali. Un risultato ancora più significativo poiché conseguito in meno di 7 anni di attività e nonostante i gravi incidenti di percorso, che a un certo punto hanno rischiato di compromettere l’esistenza stessa dell’azienda. Il locale numero 20 mila è stato aperto il 18 luglio, a Pechino.
Al taglio del nastro hanno presenziato il ceo e presidente del consiglio di amministrazione Guo Jinyi, David Li, presidente e ceo di Centurium Capital, azionista di maggioranza di Luckin Coffee, e il capo della sezione commercio e investimenti dell’ambasciata brasiliana in Cina, Adriano Giacomet.
“La crescita e lo sviluppo di Luckin Coffee sono alimentati dal sostegno di oltre 230 milioni di clienti e dell’impegno di 110 mila dipendenti” ha dichiarato Guo.
“Guardando avanti, continueremo a migliorare la customer experience avendo inoltre come priorità quella di essere un datore di lavoro scelto guidato dai valori di integrità, artigianalità, innovazione, proprietà e cooperazione.
Continueremo a impegnarci per diventare un brand eccezionale a di livello mondiale, destinato a durare nei secoli”.
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Il settore del bar e della ristorazione (immagine: pixabay)
MILANO – Via libera del Consiglio dei Ministri al ddl Concorrenza. Approvato, su proposta del ministro delle imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, il disegno di legge contenente importanti misure in materia di dehors, portabilità delle scatole nere ai fini assicurativi, trasporto pubblico non di linea, rilevazione dei prezzi, shrinkflation e startup innovative, oltre a ulteriori rilevanti misure di competenza di altri dicasteri tra cui la riforma della gestione delle autostrade. Leggiamo di seguito parte dell’articolo pubblicato sul portale adnkronos.
Cosa prevede il decreto per i dehors
Dehors: più servizi per i cittadini, più decoro per le città, più risorse per i Comuni, più sviluppo per l’Italia. Questi i quattro pilastri della norma contenuta nel ddl che riforma i dehors. Il provvedimento stabilisce regole certe ponendo fine alla giungla che caratterizza il settore, incentiva gli investimenti migliorando la ricettività e il decoro urbano. Nello specifico, il ddl stabilisce che entro un anno dall’entrata in vigore della legge è prevista l’emanazione di un decreto legislativo, su proposta del Mimit e di concerto con i ministeri dell’Interno, della Giustizia, della Pubblica amministrazione, del Turismo e delle Infrastrutture, per riordinare e coordinare la concessione ai pubblici esercizi di spazi e aree pubbliche di interesse culturale e paesaggistico per l’installazione di strutture amovibili funzionali all’attività.
Si prevede, inoltre, che i Comuni adeguino i propri Regolamenti per garantire, in particolare, adeguate zone per il passaggio dei pedoni e delle persone con limitata o impedita capacità motoria nel caso di occupazione di marciapiedi. Fino al 31 dicembre 2025, e comunque fino alla data di entrata in vigore del decreto legislativo, vengono prorogate le norme del 2020 connesse alla pandemia di Covid.
La federazione dei pubblici esercenti con il suo presidente Lino Stoppani ha rivelato a Radio Studio 90 Italia “apprezzamento per il provvedimento sui dehors, che dà seguito all’impegno preso dal ministro delle Imprese, Adolfo Urso, in occasione proprio della Giornata della ristorazione 2024”.
“La semplificazione delle procedure non significa improvvisazione ma è il giusto presupposto per dare agli imprenditori la certezza che gli investimenti effettuati per creare spazi rispettosi del contesto urbano abbiano una prospettiva certa e duratura – prosegue Stoppani sempre a Radio Studio 90 Italia – Un dehor con questi criteri non solo migliora nel suo complesso la qualità della vita di cittadini e turisti, ma anche l’attrattività stessa delle città. Per questi obiettivi la semplificazione da sola non basta. È necessaria una solida azione di contrasto a ogni forma di abusivismo che contempli anche la sospensione delle autorizzazioni in caso di violazioni dei criteri stabiliti”.
Stoppani conclude: “La bussola che deve guidare il rilascio delle autorizzazioni per il suolo pubblico è l’accessibilità di strade e marciapiedi, mentre la salvaguardia del valore paesaggistico e culturale degli spazi urbani vanno assicurati con investimenti adeguati, attenti anche alla qualità degli arredi. I tanti valori che i dehors esprimono sono stati condensati in un manifesto reso pubblico proprio oggi”.
La posizione di Fipe sul provvedimento per i dehors (immagine concessa)
ROMA – Riportiamo il commento del presidente della Federazione italiana pubblici esercizi (Fipe) Lino Enrico Stoppani a quanto uscito dal Consiglio dei Ministri di venerdì 26 luglio in merito alla delega al Governo per il riordino delle procedure in materia di dehors per i pubblici esercizi.
Fipe sul nuovo provvedimento per i dehors
Stoppani: “Come Fipe esprimiamo il nostro apprezzamento per il provvedimento sui dehors, che dà seguito all’impegno preso dal Ministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso in occasione proprio della Giornata della ristorazione 2024.
La semplificazione delle procedure non significa improvvisazione ma è il giusto presupposto per dare agli imprenditori la certezza che gli investimenti effettuati per creare spazi rispettosi del contesto urbano abbiano una prospettiva certa e duratura. Un dehor con questi criteri non solo migliora nel suo complesso la qualità della vita di cittadini e turisti, ma anche l’attrattività stessa delle città.
Per questi obiettivi la semplificazione da sola non basta. È necessaria una solida azione di contrasto ad ogni forma di abusivismo che contempli anche la sospensione delle autorizzazioni in caso di violazioni dei criteri stabiliti.
La bussola che deve guidare il rilascio delle autorizzazioni per il suolo pubblico è l’accessibilità di strade e marciapiedi, mentre la salvaguardia del valore paesaggistico e culturale degli spazi urbani vanno assicurati con investimenti adeguati, attenti anche alla qualità degli arredi. I tanti valori che i dehors esprimono sono stati condensati in un manifesto reso pubblico proprio oggi.”
Sulla stessa nota Roberto Calugi, direttore generale di Fipe-Confcommercio, la Federazione italiana pubblici esercizi, si è espresso in merito alle disposizioni in materia di dehors contenute nel ddl Concorrenza approvato in Consiglio dei Ministri.
Calugi afferma: “Accogliamo con soddisfazione il provvedimento sui dehors contenuto nel ddl Concorrenza, risultato di un processo di ascolto e dialogo di imprese e associazioni con le istituzioni, per cui ringraziamo il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso per la grande attenzione e sensibilità riservata al tema”.
Calugi conclude: “Il provvedimento, infatti, che dà seguito alle indicazioni contenute nella proposta di legge a prima firma dell’On. Caramanna in merito, sottolinea il valore culturale rappresentato dai dehors per la salvaguardia e la tutela delle nostre città”.
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