ROMA – Prende il via a Roma il 17 e 18 novembre presso l’hub delle Officine Farneto, in via dei Monti della Farnesina 77, Futura Festival – The new era of drinking, il primo festival indipendente dedicato a specialty coffee, kombucha e no/low. Un progetto di Viva la Vite che si propone come momento di incontro tra le realtà emergenti del panorama culturale del beverage.
pulyCAFF al festival Futura
Dove c’è innovazione, dove c’è un evento che guarda al futuro e alla qualità, dove c’è caffè da estrarre al meglio, con apparecchiature e strumenti perfetti e ben puliti, c’è pulyCAFF.
“Sposiamo a pieno la filosofia degli organizzatori e siamo sponsor della due-giorni: il caffè è importante sotto tutti gli aspetti. È un alimento e al contempo è socialità, fatta di piacere e di condivisione, soprattutto quando si parla di specialty, e il desiderio è che tutto ciò diventi di pubblico dominio – afferma Gianfranco Carubelli, responsabile amministrativo di Asachimici-pulyCAFF con il fratello Marco -. Un passaggio fondamentale affinché ci possa essere effettiva qualità in tazza con qualsiasi tipo di estrazione, è che macchine, macinacaffè e strumenti siano ben puliti. Solo così il ruolo importante dei piccoli Roaster, che saranno protagonisti del settore caffeicolo di Futura Festival, può essere esaltato al meglio. È poi fondamentale che queste conoscenze passino al consumatore finale, e noi faremo la nostra parte”.
I prodotti pulyCAFF (immagine concessa)
A disposizione di professionisti, coffee lover e di tutti i visitatori ci sarà l’esperto del pulito Andrea Antonelli, con workshop giornalieri di 30 minuti in area talk dal titolo “Una tazza di caffè che trasmette un’emozione? Vi raccontiamo i retroscena che ne assicurano la qualità”.
Seguire questi appuntamenti, significa ricevere una risposta certa a domande quali “Perché? Come devo pulire?” e vedere applicate in modo semplice ed efficace le giuste procedure per la pulizia delle apparecchiature per la trasformazione del caffè con prodotti sicuri ed efficaci. Come pulyCAFF Plus, pulyMILK e pulyBAR Igienic per la pulizia giornaliera della macchina espresso; pulyGRIND Crystals e pulyGRIND Hopper per i due interventi settimanali sul macinacaffè.
Tutti gli espositori del roaster village avranno a disposizione i prodotti della linea pulyCAFF per la manutenzione delle apparecchiature.
Se dopo avere ascoltato il coffee specialist Andrea Antonelli, avrete il desiderio di approfondire teoria e pratica della corretta pulizia della macchina espresso e del macinacaffè, non rimarrà che iscriversi ai Puly Day, corsi gratuiti che Asachimici-pulyCAFF organizza in tutta Italia: durano 4 ore e sono tenuti da trainer qualificati pulyCAFF.
Baristi e torrefattori possono scrivere a info@asachimici.com. Riceveranno un riscontro rapido per programmare una formazione mirata al pulito.
In Svizzera nasce la Piattaforma per il caffè sostenibile con l’obiettivo di riunire i torrefattori dell’industria elvetica. Lanciata nel giungo di quest’anno, la SSCP conta oggi 60 membri provenienti da ogni angolo del settore. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo del Corriere del Ticino.
La Piattaforma per il caffè sostenibile in Svizzera
BERNA – A Berna è stata ufficialmente fondata la Piattaforma svizzera per il caffè sostenibile (Swiss Sustainable Coffee Platform, SSCP), un’iniziativa che riunisce tutti gli attori dell’industria elvetica del caffè. Tra gli obiettivi c’è anche quello di migliorare le condizioni dei produttori.
Lanciata nel giugno di quest’anno, la SSCP conta oggi 60 membri provenienti da ogni angolo del settore. Oltre a rappresentanti, produttori, torrefattori e distributori, annovera anche organizzazioni non governative, atenei ed esponenti della Confederazione, come la Segreteria di Stato dell’economia (SECO).
Stando all’organigramma pubblicato sul sito internet della SSCP, il Consiglio di amministrazione è rappresentato attualmente anche dalla multinazionale Nestlé.
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Il settore del bar e della ristorazione (immagine: pixabay)
Marino Niola, professore di antropologia all’Università degli studi di Napoli Suor Orsola Benincasa, parla dell’origine del concetto di bar che nasce nell’Ottocento dall’accelerazione che la borghesia imprenditoriale ha impresso ai ritmi collettivi per conciliare le esigenze della produzione, del consumo e delle relazioni umane senza sacrificarne nessuna.
Qui di seguito un estratto dell’approfondimento pubblicato da La Repubblica e la video intervista.
Un antropologo in cucina: all’origine dei bar
MILANO – Il caffè al banco è il più nazionale dei riti nazionali. Perché ricrea ogni giorno il legame sociale. Fa di noi un collettivo di anime sparpagliate ma unite dall’aroma dell’arabica, accomunate dalla chiacchiera da bar, con amici, conoscenti e sconosciuti.
Momenti che si sincronizzano, storie che si incrociano. Il bancone è un luogo di sincronizzazione fra il nostro bioritmo e il logorio della vita moderna, sempre più accelerata.
Se il caffè è la bevanda della modernità che converte il tempo in denaro, il banco è il simbolo di un ulteriore cambio di passo.
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Enrico Pacorini, amministratore delegato del Gruppo Pacorini, una delle aziende simbolo della logistica del Porto di Trieste con una forte specializzazione nel caffè, racconta al Top 500 di Trieste come guerre e tensioni internazionali stanno stravolgendo il mondo dei trasporti. Riportiamo di seguito la trascrizione della breve intervista rilasciata al quotidiano Il Piccolo.
Così Enrico Pacorini sui trasporti del caffè
TRIESTE – “La situazione delicata degli ultimi tempi ha toccato tutti: dal consumatore che subisce l’incremento dei prezzi, ai nostri clienti per situazioni che spesso non sono prevedibili.
Offriamo un servizio a società di trading, importazioni e industrie del cioccolato. Abbiamo un network globale e di fronte a crisi e situazioni non programmate cerchiamo di essere quanto più flessibili e di dare delle soluzioni ai clienti per proporre loro delle alternative in maniera da ridurre l’impatto del problema che può essere di carattere logistico (ad esempio il canale di Suez) o altri eventi metereologici che vanno ad impattare il raccolto agricolo di Paesi produttori tipo Costa d’Avorio e Ghana per la produzione del cacao o Vietnam e Brasile, i maggiori produttori del caffè.
In quei casi si può fare ben poco poiché l’industria ha un grosso impatto di incremento di posto che si ripropone sulla materia prima.
Ciò che si può fare e trovare soluzioni per garantire il supply chain del prodotto che a volte è carente dovuto anche a congestioni portuali. Per cui cerchiamo di essere il più flessibili possibile e innovativi nel caos che si crea nel mercato”.
Il logo dell'Ernesto Illy International Coffee Award (immagine concessa)
NEW YORK – Il Brasile vince l’Ernesto Illy International Coffee Award, il riconoscimento, intitolato alla memoria del fondatore della illycaffè, che celebra il lavoro quotidiano di oltre 30 anni dell’azienda al fianco dei produttori, per offrire il miglior caffè al mondo. La Fazenda Serra do Boné di Matheus Lopes Sanglard si è aggiudicata l’ambito premio Best of the Best, con un caffè prodotto con la cosiddetta tecnica del despolpado, che massimizza la quantità di zuccheri e aromi.
Il premio è stato assegnato da una giuria internazionale indipendente di 9 esperti che hanno scelto il migliore tra i vincitori delle 9 monorigini che compongono la ricetta del blend unico illy: Brasile, Costa Rica, El Salvador, Etiopia, Guatemala, Honduras, India, Nicaragua e Ruanda.
A SMS Cluster ECOM del Nicaragua, invece, è andato il premio Coffee Lovers’ Choice, votato dai consumatori che nelle settimane precedenti all’evento hanno degustato alla cieca gli stessi campioni nei caffè illy di tutto il mondo.
“Per il secondo anno consecutivo un’azienda brasiliana che adotta pratiche rigenerative ci ha regalato il migliore caffè al mondo. Nella Fazenda Serra do Bonè vengono preservate la salute del suolo, la biodiversità, e le sorgenti di acqua grazie all’utilizzo di fertilizzanti organici, alla lotta biologica e al riutilizzo dei sotto prodotti di lavorazione – afferma Andrea Illy, presidente di illycaffè – Notiamo nuovamente segnali importanti che confermano quanto l’agricoltura rigenerativa sia la strada giusta verso una produzione più resiliente in grado di garantire una produttività elevata e una qualità superiore, di cui il caffè è l’apripista con i maggiori tassi di crescita”.
La giuria internazionale che ha decretato il vincitore del Best of the Best era composta da Massimo Bottura, Chef Patron di Osteria Francescana e di Casa Maria Luigia e fondatore di Food for Soul, organizzazione no-profit che combatte lo spreco alimentare e l’isolamento sociale, Viki Geunes, chef e proprietario del ristorante Zilte di Anversa, detentore di tre stelle Michelin, Felipe Rodriguez, Head Chef per tutti i ristoranti del Rosewood Complex a San Paolo, Vanúsia Nogueira, Direttore Esecutivo dell’International Coffee Organization, i degustatori professionisti Q Grader Felipe Isaza e Dessalegn Oljirra Gemeda, i giornalisti Vanessa Zocchetti, caporedattore per la sezione lifestyle di Madame Figaro, Sebastian Späth, caporedattore di Falstaff, Josh Condon, caporedattore di Robb Report.
La giuria ha descritto il caffè vincitore dell’Ernesto Illy International Coffee Award come è un caffè cremoso, dolce e corposo dall’equilibrio elegante, ricco di sapori di frutta fresca, saturo di note di caramello, delicati sussurri di zucchero di canna e un persistente retrogusto di cioccolato con sfumature floreali di gelsomino. È un caffè elegantemente equilibrato ed estremamente complesso, che rappresenta magnificamente le caratteristiche gustative della sua origine.
Un’edizione, questa, che ha visto una grande partecipazione di pubblico. Francis Ford Coppola, Marina Abramović, Pat Cleveland, Kerry Kennedy, Alex Riviere, Chiara Maci, Candela Pelizza, Tamu McPherson, Sveva Alviti, Piero Lissoni, Christoph Leitner, Simon e Marina Ksandr, Nick Lowry, Maddy Devita, Justine Martilotti e Brittany Leigh Ball sono solo alcune delle celebrities che si sono date appuntamento all’Ernesto Illy International Coffee Award 2024 per celebrare i migliori produttori del blend unico illy durante la cena di gala che si è tenuta al Peak Hudson Yards e presentata dalla giornalista televisiva spagnola Olivia Frejus Lloyd.
L’Ernesto Illy International Coffee Award è anche un’importante momento di incontro per i rappresentanti di tutta la filiera del caffè, dai produttori agli esportatori, dai trader alle istituzioni che nella mattinata si sono dati appuntamento al quartier generale delle Nazioni Unite di New York per partecipare alla tavola rotonda “Alleanza globale per il caffè: mobilitare un fondo pubblico-privato per combattere il cambiamento climatico” insieme al presidente Andrea Illy e all’ambasciatore dell’Italia alle Nazioni Unite Maurizio Massari, Vanusia Nogueira (Executive Director dell’International Coffee Organization), Massimo Bottura (Chef e UNEP Goodwill Ambassador), Andrea De Marco (Project Manager per UNIDO), Raina Lang (Direttrice del Sustainable Coffee al Conservation international) e Jamil Ahmad (Direttore UNEP per la sede di New York).
La scheda sintetica di illycaffè
illycaffè è un’azienda familiare italiana fondata a Trieste nel 1933, che da sempre si prefigge la missione di offrire il miglior caffè al mondo. Produce un unico blend 100% Arabica composto da 9 ingredienti diversi. L’azienda seleziona solo l’1% dei migliori chicchi di Arabica.
Ogni giorno vengono gustate più di 8 milioni di tazzine di caffè illy nei bar, ristoranti, alberghi, caffè monomarca, case e uffici di oltre 140 paesi, in cui l’azienda è presente attraverso filiali e distributori.
Fin dalla nascita illycaffè ha orientato le proprie strategie verso un modello di business sostenibile, impegno che ha rafforzato nel 2019 adottando lo status di Società Benefit e nel 2021 diventando la prima azienda italiana del caffè ad ottenere la certificazione internazionale B Corp. Tutto ciò che è ‘made in illy’ viene arricchito di bellezza e arte, a cominciare dal logo, disegnato da James Rosenquist, le illy Art Collection, le tazzine decorate da più di 130 artisti internazionali o le macchine da caffè disegnate da designer di fama internazionale.
Con l’obiettivo di diffonderne la cultura della qualità ai coltivatori, baristi e amanti del caffè, l’azienda ha sviluppato la sua Università del Caffè che ad oggi svolge corsi in 23 paesi del mondo. Nel 2023 illycaffè ha generato un fatturato consolidato pari a €595,1 milioni. La rete monomarca illy conta 159 punti vendita in 30 Paesi.
MILANO – Sarà un pomeriggio intenso di emozioni quello di domenica 24 novembre presso Ecosistema, spazio creato dallo chef Luigi Cassago e dall’architetto Luca Cassago, in via Giardino 3 a Milano, proprio alle spalle del Duomo di Milano. Infatti, grazie all’intesa tra Luigi Cassago, chef e founder di Ecooking World, e Fabio Verona, lo chef del caffè e creatore del primo campionato di macinatura al mondo, è nata l’idea di unire le due passioni, realizzando un evento ad alto impatto culturale, oltre che di spettacolo.
Nel favoloso contesto di Ecosistema, a partire dalle 14,00, vi sarà una masterclass d’eccezione riservata agli operatori della comunicazione (giornalisti, influencer, comunicatori e titolari di aziende del settore) che inizierà ovviamente da un welcome coffee realizzato con un caffè di Bloom Specialty Coffee e delle suggestioni creative preparate dallo chef Luigi Cassago.
Ecosistema (immagine concessa)
Il tema dell’incontro sarà: I fondamentali per raccontare l’autentica vita del caffè ed il ruolo delle donne nel settore.
A relazionare sul tema un panel di donne tra le più esperte al mondo, direttamente coinvolte nella filiera del caffè.
Saranno presenti Francesca Bieker, Q-grader, responsabile Education di SCA Italy e titolare di GRIP; Eleonora Pirovano, trader di caffè e Presidente di IWCA Italy; Mary Mauro, amministratore delegato di Sevengrams specialty coffee; Carmen Stanziola, Area Manager Italia per Dalla Corte macchine espresso e Barbara Ronchi della Rocca, giornalista e scrittrice esperta di “galateo e buone maniere”.
Alle 16:30 prenderà il via la finale del Master Coffee Grinder Championship 2024, un’ opportunità aperta a tutti gli appassionati di caffè ed agli operatori del settore per visitare il Ecosistema, assaggiare lo specialty coffee di Bloom, partner della finale, parlare con le “donne del caffè” sopra citate e conoscere di persona i referenti degli sponsor dell’evento quali Eureka Grinders, presente con il suo Atom W75 dotato della tecnologia Grind by Weight: Dalla Corte e la piccola grande macchina espresso multiboiler Studio; Pulycaff ed i suoi prodotti specifici per la pulizia; i sistemi professionali di filtrazione per l’acqua di Brita; IPA porcellane, con tazze italiane di alta qualità; i prodotti originali di DVG coffee; le attrezzature innovative per il barista moderno di Motta metallurgica; scoprire le differenze tra i filtri e le doccette tradizionali e quelle da competizione di IMS filtri e affrontare il tema dell’importanza delle macine per macinacaffè con i professionisti di Keber.
I sei finalisti (Ilaria Anna Izzo, Fabio Ferrara, Diletta Sisti, Nadia Giacomelli, Iuri Grandini e Giuseppe Fiorini) saranno valutati dal dream team Judge del MCGC, ovvero Luca Ventriglia (capo giuria), Luca Bernardoni e Luigi Pillitu (giuria sensoriale) e Simone Previati (giuria tecnica).
Al termine, per gli accreditati, vi sarà un aperitivo realizzato dal pluri campione italiano e terzo classificato alle finali mondiali di Coffee in Good Spirits, Francesco Corona, accompagnati dalle prelibatezze di Ecooking World.
Per i partecipanti ci sarà la possibilità di degustare il sun-dried gin, primo gin al mondo realizzato con la cascara del caffè; il liquore SVN Senses, realizzato con il cafè de Mama proveniente dal Rwanda; il liquore vinoso e il bitter delle valli cuneesi firmati F.M. Corona.
Un pomeriggio diverso all’insegna del gusto e della scoperta. Posti limitati, è gradita la prenotazione a catering@ecookingworld.com
Chi è ecosistema:
Un nuovo spazio dedicato al benessere, all’arte del vivere e alla consapevolezza
Dove l’uomo è al centro di un viaggio sensoriale tra i quattro elementi
Ecosistema Milano, il nuovo spazio multifunzionale nel cuore della città, nasce per
offrire un’esperienza immersiva che unisce benessere, design, nutrizione e
consapevolezza.
Fondato dai fratelli Luca e Luigi Cassago, Ecosistema Milano non è
solo una location, ma un vero e proprio ambiente d’ispirazione dove ogni evento,
spazio e proposta è pensata per nutrire il corpo, la mente e lo spirito attraverso i
quattro elementi della natura: aria, acqua, fuoco e terra.
Indicazioni su come arrivare ad Ecosistema Milano:
Via Gaetano Giardino, 5, 20123 Milano MI
In auto:
Parcheggio in prossimità della location: Autosilo DIAZ – P.zza Diaz 6 – 20123 Milano
Alternativa:
• Lasciare l’auto al parcheggio ATM Lampugnano e seguire le indicazioni della linea M1 (metro rossa) in direzione Sesto 1 Maggio Fs – dopo 10 fermate scendere in Duomo e camminare per 4 minuti.
L'accordo di product placement per i contenitori vintage dei cioccolati (immagine concessa)
NOVI LIGURE (Alessandria) – Il Gianduiotto Pernigotti sarà protagonista di “Napoli-New York”, il nuovo film di Gabriele Salvatores, su soggetto inedito di Federico Fellini e Tullio Pinelli ritrovato nel 2006, che uscirà giovedì 21 novembre nei cinema di tutta Italia distribuito da 01 Distribution.
La storica azienda dolciaria di Novi Ligure (Alessandria), controllata dal 2022 da J.P.Morgan, ha infatti raggiunto un accordo di product placement con Paco Cinematografica, che ha prodotto il film con Rai Cinema, per l’inserimento in alcune scene di contenitori di latta vintage dei cioccolatini Pernigotti con la grafica originale dei primi del ‘900.
L’accordo di product placement Gianduiotto Pernigotti
La pellicola – con Pierfrancesco Favino, Dea Lanzaro, Antonio Guerra, Omar Benson Miller, Anna Ammirati, Anna Lucia Pierro e con la partecipazione di Tomas Arana e Antonio Catania – è ambientata nell’immediato dopoguerra, tra le macerie di una Napoli piegata dalla miseria, dove i piccoli Carmine e Celestina tentano di sopravvivere come possono, aiutandosi a vicenda. Una notte, si imbarcano come clandestini su una nave diretta a New York per andare a vivere con la sorella di Celestina, emigrata anni prima. I due bambini si uniscono ai tanti emigranti italiani in cerca di fortuna in America e sbarcano in una metropoli sconosciuta che, dopo numerose peripezie, impareranno a chiamare casa.
“Siamo onorati di aver legato il nostro marchio a questo nuovo film del premio Oscar Gabriele Salvatores, inserendo nella storia toccante e drammatica dei due protagonisti piccoli momenti di dolcezza e di leggerezza grazie ai prodotti d’epoca del nostro brand”, ha spiegato Gianluca Cazzulo, direttore commerciale di Pernigotti. “A seguito di questa prestigiosa iniziativa nel settore cinematografico, abbiamo anche deciso di lanciare sul mercato per il prossimo Natale due speciali latte vintage da 190 grammi, con grafiche diverse da collezionare ispirate alle confezioni originali Pernigotti dei primi del secolo scorso, contenenti gianduiotti e cremini ai vari gusti”.
Il barattolo di Nutella versione natalizia (immagine concessa)
Nutella e Kinder lanciano le nuove referenze per la stagione estiva 2024 come i mini vasetti del brand Nutella da 30gr: la stessa golosa versione del barattolo in un piccolo formato caratterizzato Natale. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale d’informazione Efa News.
Nutella e Kinder per Natale
MILANO – Anche per questo Natale, Nutella propone le sue iconiche referenze, perfette per rendere ancora più dolce l’atmosfera natalizia. Il vasetto di Nutella da 950 gr si veste delle ormai immancabili grafiche natalizie dalla trama tricot, rinnovate e impreziosite da dolci messaggi racchiusi all’interno di un cuore bianco.
“Sei speciale”, “Sempre insieme” e “Con amore” sono solo alcune delle frasi che potranno essere dedicate alle persone che si amano. Anche il vasetto di Nutella da 750gr si rinnova in una speciale versione natalizia che, oltre a presentare quattro diverse grafiche rivisitate, propone sul retro un QR Code tramite il quale sarà possibile accedere alla sezione dedicata alle ricette natalizie sul sito www.nutella.it per divertirsi a replicarle.
Per leggere la notizia completa basta cliccare qui.
Gushi Cliff Coffee (immagine presa dal social Weebo)
Al Gushi Cliff Coffee è possibile bere il caffè su una panca di legno a 70 metri dal livello del mare. Il caffè prende il nome dalla città vicino a cui si trova: il villaggio di Gushi a Fuzhou, capoluogo della provincia sud-orientale del Fujian. Leggiamo di seguito parte dell’articolo di Lilit Marcus e Joyce Jiang per il portale d’informazione CNN Travel.
Il Gushi Cliff Coffee
GUSHI – Ye Kunkun ha speso 398 yuan (circa 52 euro) per un americano ghiacciato speciale in un bar rurale nella Cina sud-orientale. Non è un prezzo ordinario ma la caffetteria Gushi Cliff Coffee è diversa. Il posto a sedere premium è una panca di legno arroccata a ben 70 metri sopra il mare con viste mozzafiato sulla costa.
Il caffè prende il nome dalla città vicino a cui si trova: il villaggio di Gushi a Fuzhou, capoluogo della provincia sud-orientale del Fujian.
La trentenne Ye è scesa dall’imponente scogliera di 130 metri, alta circa 43 piani, lungo una via ferrata con pioli di metallo fissati alla parete rocciosa, mentre una guida la guidava lungo il percorso.
“All’inizio ero spaventata quando ho visto la scogliera proprio davanti a me”, ha ricordato Ye giorni dopo. “Ma la mia paura è svanita non appena la guida mi ha mostrato la via”.
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MILANO – Si entra nel prossimo capitolo del romanzo di Cafezal, innanzitutto torrefazione e caffetteria specialty e poi panificio e pasticceria: la creatura di Carlos Bitencourt, Cafezal, continua a crescere – tutto parte nel 2017 con il primo locale in Via Solferino, seguito poi da Viale Premuda e dal terzo locale in Corso Magenta – e segna il numero 4 sul piano di espansione del marchio che fonde l’impronta brasiliana del suo fondatore con lo spirito italiano del bar.
Apertura al pubblico, da sabato 16.
Dopo la campagna di crowdfunding che ha raccolto oltre a 850mila euro da 150 investitori, ora è il turno di conquistare Porta Venezia, in Via San Gregorio 29, dove lo specialty sarà l’alleato ad un ampio laboratorio dedicato alla produzione di pasticceria e panificazione.
La pianta del caffè protagonista anche in questo nuovo store
Intanto quello che si può osservare a qualche giorno dall’apertura al pubblico, è una macchina in costruzione che promette già alla vista un altro punto ben segnato dall’azienda.
Perché è così che Carlos Bitencourt ha da sempre impostato tutto il progetto targato Cafezal.
Come è l’impianto dell’ultimo locale Cafezal
Focus sulla produzione di pasticceria e panificazione. Presente ovviamente anche la caffetteria, con una Maverick Black Eagle da due gruppi posizionata davanti alla vetrina, dallo stesso punto in cui sarà possibile prendere il take-away. A disposizione del barista, tre macinini Mythos 85 e un EK43 Mahlkoenig.
Pasticceria appena sfornata, con le attrezzature da brewing nello sfondo dietro al bancone, un totale di 12 posti a sedere dentro e 8 fuori nel dehors. Spazio anche per gli accessori e alle attrezzature da retail, 3 silos in rame che ricordano Via Solferino appesi alla parete.
Poi il pezzo forte: lo show-cooking che mette in mostra l’artigianalità – un po’ sull’impronta della roastery a vista in Viale Premuda, in cui verrà posizionata la sfogliatrice, con la professionista Monica Paviera in azione davanti ai clienti.
Un dettaglio all’interno
Dietro le quinte in comunicazione con la parte esposta, il punto della produzione vera e propria dotata di strumentazioni all’avanguardia, come il forno Rational da 20 teglie, un top di gamma necessario al balzo in avanti di qualità produttiva.
Bitencourt racconta: “Questo passaggio verso il food è molto naturale. Dalla fornitura esterna in Via Solferino siamo arrivati a Viale Premuda con una produzione interna, che però ormai non regge più i nostri piani di sviluppo per nuove aperture. Qua ci sarà il cuore della fornitura di pasticceria e panificazione per tutti i punti Cafezal.
Da settembre-ottobre 2024 rispetto all’anno precedente, solo nel canale retail siamo cresciuti del 44% a parità di numero di negozi (Solferino, Premuda, Magenta). Il nostro brand nel tempo si è fatto conoscere sempre di più, e allo stesso tempo abbiamo notato che lo specialty attira: questo prodotto si sta sempre più sdoganando. Quindi la nostra crescita è dovuta sia al food ma anche al nostro essere torrefattori di specialty.
A dimostrazione di questo fatto, anche qui dove il focus è sulla produzione, non abbiamo escluso il caffè. Il nostro sviluppo è molto legato alla qualità, alla competenza dell’operatore e all’apertura della città di Milano – dai turisti ai locali, agli stranieri che vivono qui – rispetto agli specialty.”
Ma come commenta che con tanti bar che chiudono, le catene come Cafezal – ma pensiamo a Pavè, Ditta Artigianale, Marchesi per fare alcuni nomi – continuano invece ad aprire se non addirittura attirano l’attenzione di grandi nomi?
“La nostra crescita, come quella di altri colleghi che portano avanti un’idea di caffetteria moderna in Italia e non, la sento come naturale: il pubblico per primo chiede un’offerta più contemporanea con degli ingredienti di un certo livello come lo specialty coffee. La sostenibilità e la qualità rappresentano le esigenze espresse dalle nuove generazioni.
Magari i bar tradizionali sono costretti a chiudere perché non sono stati in grado di evolversi, non hanno cercato di aggiornarsi. Chi invece rappresenta la tradizione ed è ancora in attività, si è comunque sviluppato per adeguarsi al mercato mantenendo la propria autenticità – cosa importante in un Paese come l’Italia -. Chi resta fermo, nel mezzo, fa fatica.
Per me la caffetteria moderna si deve basare sullo specialty sia in espresso che in filtro. Sulla qualità, la vicinanza con i coltivatori della materia prima, sulla prossimità tra barista e cliente che aiuta il racconto della filiera, dei processi, delle varietà: tutti temi che attirano molto.
C’è poi da curare la tecnologia, il tipo di macchine scelte: da tanti anni collaboriamo con Victoria Arduino che produce modelli particolarmente avanzati che ci mettono nelle condizioni di estrarre un ottimo caffè. Insomma, una caffetteria moderna è aggiornata su tanti livelli.
La cura delle decorazioni in Cafezal
Compreso quello dell’estetica – in questo locale ad esempio abbiamo scelto dei toni pastello più tenui che rappresentassero meglio l’idea di pasticceria -.”
È una scelta obbligata continuare ad espandersi?
“Non è un dovere. Ogni imprenditore, o ogni artigiano ha la sua visione: ho grande rispetto per chi decide di restare fermo ad una o due caffetterie, perché conserva la bellezza di una bottega. Dipende dalla visione di partenza: io prevedo un piano di espansione di Cafezal anche oltre Milano e l’Italia, come azienda che vuole diventare uno dei player principali in Europa. Attraverso degli investimenti, premiando sempre la qualità e la formazione in una crescita organica.”
Non ha paura di un calo nella qualità con questa moltiplicazione?
“L’espansione ci permette al contrario di standardizzare e la crescita della qualità su certi prodotti: contando su dimensioni più grande, se ci si concentra sull’eccellenza, si può garantire una costanza della qualità.
L’esempio è proprio la pasticceria: con questo nuovo assetto produttivo riusciremo a rafforzare la nostra offerta food. Certo si complicano alcune cose, ma stiamo cercando di strutturarci maggiormente ad esempio garantendo formazione ai nostri baristi in un percorso professionalizzante importante. Cafezal non perderà la sua cura della qualità, anzi, rimarrà stabile o addirittura migliorerà.”
Il fatto di essere in buona compagnia con tanti altri specialty coffee shop (molti anche nelle vicinanze) cosa rappresenta per lei?
“Abbiamo contato 9 aperture quest’anno a Milano nel settore e la trovo una cosa positiva per tutti. È un fenomeno che si vede anche a Roma e a Firenze, ma credo che l’aspetto importante è la crescita degli stessi operatori. Noi stessi vorremo aprire altri punti vendita nel prossimo anno, sempre muovendosi con i tempi e i modi giusti”.
Ma perché in questa posizione nasce l’ultimo Cafezal?
“Porta Venezia è un quartiere molto importante, con una movida interessante. Quando abbiamo identificato questa location era perchè aveva tutte le caratteristiche per diventare il luogo di produzione per Cafezal, per metratura, posizionamento, canone di affitto etc.”
L’offerta si distinguerà?
“Si spingerà su altri prodotti, anche se i nostri best seller come il pastel de nata rimarranno, degli sfogliati e dei muffin con creme particolari che presenteremo con l’apertura. Poi introdurremo anche qui il mate, in cui io credo molto: è di nostra produzione, in Premuda lo facciamo in polvere per lo sviluppo delle creme di farcitura che di bevande al posto del matcha.
Il mate per noi significa riprendere quell’identità di Cafezal legata alle sue origini latine. Qui non è ancora conosciuto ma è un aspetto che mi interessa approfondire, proprio perché nessuno lo propone”.
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