martedì 11 Novembre 2025
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Nespresso Professional presenta la nuova miscela Amaretti Decaffeinato

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Amaretti Decaffeinato (immagine concessa)

MILANO – Il mercato del caffè decaffeinato è in aumento[1], trainato dalla domanda di alternative prive di caffeina che preservino il piacere autentico del caffè e, allo stesso tempo, i clienti amano sperimentare gusti inediti per un’esperienza caffè diversa dalla più tradizionale.

In questo scenario, Nespresso amplia la gamma Creations della linea Professional con l’ultima novità Amaretti Decaffeinato, la nuova miscela decaffeinata con l’aggiunta di aromi naturali al gusto di Amaretto, il celebre biscotto italiano a base di mandorle, resa unica dalle note di biscotto e vaniglia, per continuare a offrire ai clienti un’offerta ampia, su misura e di altissima qualità e soddisfare le nuove esigenze e trend del consumo fuori casa.

Amaretti Decaffeinato incontra il gusto di clienti amanti dei sapori di frutta secca, che grazie alla decaffeinizzazione possono dedicarsi un momento di relax e piacere in ogni momento della giornata, anche durante una coccola serale.

Realizzato con chicchi Arabica decaffeinati provenienti dal Brasile e dalla Colombia, Amaretti Decaffeinato offre un perfetto equilibrio tra morbidezza e intensità, rendendolo ideale per diverse modalità di consumo:

  • Espresso (40 ml) o Lungo (110 ml) per un’esperienza intensa da assaporare in purezza;
  • Con aggiunta di latte o bevanda vegetale, dando vita a ricette golose che ne esaltino la dolcezza e le note aromatiche di vaniglia e biscotto;
  • Servito freddo, con l’aggiunta di ghiaccio, per un’alternativa in vista dell’arrivo della stagione estiva.

La sua nota dolce e avvolgente lo rende ideale anche nel settore pasticceria, bakery e gelateria, dove può diventare un ingrediente perfetto per realizzare cappuccini aromatizzati e dolci o ancora, grazie al suo profilo aromatico, può essere proposto in pairing a dessert a base di mandorla, vaniglia o cioccolato.

Ma non solo, Amaretti Decaffeinato è perfetto per sperimentare e utilizzare il caffè come ingrediente e dare vita a pairing inediti, come un Caffè salentino con aggiunta di sciroppo alle mandorle e ghiaccio proposto in abbinamento ad un Almond Croissant o Brioche alla marmellata di albicocca o, ancora, un Affogato con gelato alla mandorla e granella di mandorle tostate, per esaltarne ulteriormente le sfumature e offrire nuove possibilità di personalizzazione per i professionisti del settore.

Per valorizzare al meglio ogni sfumatura di Amaretti Decaffeinato, Nespresso propone una ricetta esclusiva, ideale per trasformare ogni tazza in un’esperienza di degustazione unica.

Iced pistacchio oat latte

Una bevanda cremosa e rinfrescante, che unisce il gusto della bevanda vegetale d’avena al sapore intenso e dolce di Amaretti Decaffeinato, arricchita da una nota gourmet di pistacchio.

Ingredienti

  • Crema al pistacchio
  • 5 cubetti di ghiaccio (circa 30 g ciascuno)
  • 150 ml di bevanda vegetale d’avena
  • 5 g di granella di pistacchio
  • 40 ml di Amaretti Decaffeinato (formato Espresso)

 Strumenti

  • Macchina da caffè Nespresso Professional, modello Zenius o Momento 100
  • Aeroccino 4
  • Momento & Milk o Aguila
  • Bicchiere da ricetta (350 ml)

 Procedimento

  • Spennellare leggermente l’interno del bicchiere con la pasta di pistacchio.
  • Aggiungere 5 cubetti di ghiaccio e versare 50 ml di bevanda vegetale d’avena direttamente nel bicchiere.
  • In un Aeroccino 4, montare i restanti 100 ml di bevanda vegetale d’avena, chiudere il coperchio e premere il pulsante schiuma fredda.
  • Versare delicatamente 40 ml di Amaretti Decaffeinato (formato Espresso) all’interno del bicchiere.
  • Una volta pronta, versare la schiuma fredda nel bicchiere, aggiungere il ghiaccio, assicurandosi di lasciare un po’ di spazio in cima.
  • Con la Macchina Momento o Aguila: selezionare rispettivamente la modalità Latte Macchiato o Macchiato Ghiacciato.
  • Per il tocco finale, aggiungere la granella di pistacchio.

Amaretti Decaffeinato entra a far parte della gamma Creations della linea Nespresso Professional, che include caffè pensati per essere abbinati al latte o creare deliziose ricette, comprese ricette con il ghiaccio, oltre a caffè con aggiunta di aromi naturali e sarà disponibile a partire dal 22 aprile 2025 sui seguenti canali: canale e-commerce Nespresso Professional, Servizio Clienti Nespresso, oppure rivolgendosi ai venditori appartenenti al canale di vendita diretta e indiretta.

[1] Mintel: The Future of Coffee 2022 Jonny Forsyth, Director of Mintel Food & Drink.

La scheda sintetica di Nespresso

Nespresso è pioniera e punto di riferimento per il caffè porzionato di altissima qualità. L’azienda lavora con oltre 157.000 coltivatrici e coltivatori in 18 Paesi attraverso il suo Programma AAA Sustainable Quality per integrare le pratiche di sostenibilità nelle aziende agricole e nei territori circostanti. Lanciato nel 2003 in collaborazione con la ONG Rainforest Alliance, il Programma aiuta a migliorare la resa e la qualità dei raccolti, assicurando una fornitura sostenibile di caffè di alta qualità e migliorando le condizioni di vita delle coltivatrici, dei coltivatori e delle loro comunità.

Nel 2022 Nespresso ha ottenuto la certificazione B Corp, unendosi a un movimento internazionale di oltre 9.000 aziende che soddisfano gli elevati standard di responsabilità sociale e ambientale e di trasparenza B Corp. Con sede a Vevey, Svizzera, Nespresso opera in 93 mercati e conta 14.000 dipendenti. Nel 2023 ha gestito una rete globale di vendita al dettaglio globale di 791 boutique. Per ulteriori informazioni basta cliccare qui.

Associazione museo del caffè di Trieste: 6° appuntamento dei Cenacoli con il ricercatore Matteo Carzedda, 24/04

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Matteo Carzedda, ricercatore in economia agraria ed estimo rurale al Dipartimento di scienze economiche, aziendali, matematiche e statistiche dell'Università di Trieste (immagine concessa)

TRIESTE – Sesto appuntamento giovedì 24 aprile con il ciclo 2024-2025 dei Cenacoli del caffè, organizzati dall’Associazione museo del caffè di Trieste guidata da Gianni Pistrini e giunti ormai al traguardo dell’ottava edizione. L’incontro si svolgerà nella tradizionale sede dell’Hotel Savoia Excelsior, con inizio alle ore 17.30, e vedrà l’intervento di Matteo Carzedda, ricercatore in economia agraria ed estimo rurale al Dipartimento di scienze economiche, aziendali, matematiche e statistiche dell’Università di Trieste, già apprezzato protagonista di precedenti appuntamenti della AMDC che stavolta tratterà il tema Il caffè: alimento, medicinale o piacere?”.

Il nuovo appuntamento con Matteo Carzedda

“Più che una semplice bevanda – anticipa in proposito il professor Carzedda – il caffè è stato carburante di civiltà, motore dell’Illuminismo e simbolo della modernità produttiva. Ma cosa ci dice il suo successo del rapporto profondo tra umanità e sostanze capaci di stimolare, curare o trasformare? Dalle ipotesi evolutive più originali, alle funzioni sacre e religiose del vino e delle piante visionarie, fino all’ascesa di tè, zucchero e spezie nel capitalismo globale, esploreremo come il rapporto con le sostanze psicoattive abbia accompagnato, e spesso guidato, la nostra storia”.

Matteo Carzedda rivolge i suoi studi in particolare verso la sostenibilità dei sistemi alimentari, le filiere alimentari alternative e lo sviluppo rurale. Ha precedentemente collaborato con l’Università di Udine ed è stato visiting PhD student all’Università di Lubiana.

Ha partecipato a progetti di ricerca internazionali e nazionali ed è stato membro del Comitato tecnico-scientifico per la redazione della Strategia Regionale per lo Sviluppo Sostenibile della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia.

Ingresso libero fino a esaurimento dei posti. L’incontro potrà venir seguito anche on line sul portale web dell’Associazione: www.amdctrieste.it o tramite il profilo Facebook aMDCTrieste.

Il ciclo dei “Cenacoli” 2024-2025, organizzato attorno al tema-guida “La trasversalità del caffè”, è coordinato anche quest’anno da Nicoletta Casagrande (responsabile dell’InfoLibro-Salotto multimediale del libro italiano di Capodistria) assieme al vicepresidente di AMDC Doriano Simonato.

Da rilevare con l’occasione che in precedenza, nello stesso pomeriggio e sempre al Savoia Excelsior, avrà luogo, con inizio alle ore 15.30, l’Assemblea ordinaria elettiva della AMDC, con all’ordine del giorno la relazione sulle attività in corso e programmate per il 2025, l’approvazione dei bilanci e l’elezione del nuovo Consiglio Direttivo per il triennio 2025-2027.

Al via il Campionato nazionale di pasticceria istituti alberghieri d’Italia a Cagliari, 28-30/04

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Il Campionato nazionale di pasticceria istituti alberghieri d’Italia (immagine concessa)

CAGLIARI – Tutto pronto per il Campionato nazionale di pasticceria istituti alberghieri d’Italia, in scena il 28, 29 e 30 aprile a Cagliari. Una tre giorni entusiasmante che celebra il talento e la professionalità dei giovani aspiranti pasticceri, gelatai e cioccolatieri. La competizione è ideata e organizzata dalla Federazione internazionale pasticceria, gelateria e cioccolateria (Fpgc) e l’Istituto di istruzione superiore Azuni, è promossa dal Ministero dell’Istruzione del Merito (MIM) e vede la partecipazione di 27 scuole e 54 studenti concorrenti provenienti da tutte le regioni del Paese.

Il Campionato, giunto quest’anno alla sua settima edizione, ha l’obiettivo di valorizzare le eccellenze, le competenze e le capacità metodologiche acquisite dagli studenti e dalle studentesse degli Istituti Alberghieri. Tutto ciò si inserisce nel contesto della promozione della cultura della pasticceria, sia nazionale che internazionale, attraverso l’integrazione di diverse tecniche e metodologie, mirate alla crescita, all’innovazione e, soprattutto, al confronto.

“Il campionato non è solo una competizione, ma una vera e propria opportunità per commisurarsi con gli esperti del settore e prepararsi a entrare nel mondo del lavoro,” ha affermato Matteo Cutolo, presidente Fipgc. “È emozionante vedere giovani talenti confrontarsi in un ambiente sano e competitivo. Ma ciò che davvero conta è la crescita professionale che si realizza durante l’evento, non solo per i partecipanti, ma anche per le classi che li affiancano nella preparazione dei dolci”.

“Grande soddisfazione per l’ampia adesione riscontrata: in soli venti giorni dall’apertura del bando, hanno aderito ben 27 istituti scolastici. Asserisce Maurizio Santilli, Responsabile Nazionale e Internazionale comparto scuole FIPGC. Questo è un risultato significativo, che testimonia come l’impegno negli ultimi anni sia stato riconosciuto e apprezzato. Le scuole percepiscono il campionato come un’iniziativa strutturata e di alto profilo professionale, e questo riconoscimento rappresenta per noi una conferma importante del grande lavoro svolto dalla nostra Federazione”.

La competizione

Ogni squadra, composta da due componenti, avrà il compito di preparare sei dessert al piatto in un tempo massimo di tre ore, da presentare alla giuria composta da esperti del settore e autorità locali. La monoporzione deve avere almeno una parte croccante e almeno due stratificazioni con glassatura a specchio e deve richiamare le bellezze artistiche, paesaggistiche, culturali e naturali della Sardegna.

La preparazione dei dessert avviene sotto l’attento controllo di una giuria interna, che supervisiona ogni fase del processo produttivo per verificare il rispetto dei metodi di lavorazione. A conclusione, ogni candidato sarà tenuto a illustrare il processo di lavorazione del dessert, spiegandone le caratteristiche metodologiche. Inoltre, sarà richiesto di presentare una brochure accurata e ben organizzata, completa di fotografie e ricetta dettagliata del dolce preparato.

La giuria

Il dessert deve rispecchiare i criteri di cremosità, croccantezza, cromaticità, stratificazione e glassaggio. La giuria è composta da: tre membri della Federazione, tra cui il Presidente Matteo Cutolo, Cesare Sciambarruto e Giuseppe Caforio, Carla Galdino come membro del Ministero dell’Istruzione e dall’Executive Chef e Referente del Forte Village Stefano Andreoli. Saranno inoltre presenti Maria Grazia Frau e Gabriella Mara come Giuria Tecnica.

I concorrenti saranno valutati in base alle loro competenze tecnico-professionali. Verrà analizzata la capacità di elaborare e gestire una ricetta in modo autonomo, la creatività nella composizione artistica del dessert, la professionalità dimostrata nelle varie fasi di preparazione e l’abilità comunicativa nel presentare il prodotto finale, ma anche la pulizia del piano di lavoro e la gestione dello stress.

I premi

Il primo classificato riceve la medaglia d’oro, il Trofeo Campione Nazionale FIPGC Studenti 2025 e il Riconoscimento d’Eccellenza Nazionale dal Ministero dell’Istruzione, che non solo celebra il suo successo, ma rafforza anche la sua visibilità e le opportunità professionali future nel mondo della pasticceria. A seguire, medaglia d’argento e bronzo con relativo trofeo. A tutti i concorrenti sarà rilasciato un attestato di partecipazione.

L’evento si svolgerà su tre giorni intensi, ricchi di emozioni e di occasioni per arricchire le proprie competenze. Non mancano le dimostrazioni dei migliori maestri FIPGC, che offrono ai partecipanti una panoramica completa delle tecniche avanzate della pasticceria.

L’evento è gratuito e aperto a tutti e sarà trasmesso anche in diretta sulla pagina Facebook FIPGC cliccando qui.

Calendario. 7° Campionato Nazionale di Pasticceria Istituti Alberghieri d’Italia 2025 FIPGC –MIM- IIS “D. A. Azuni” Via Is Maglias 132, Cagliari.

1° giorno lunedì 28/04/25.

Ore 17.00. Cerimonia di inaugurazione del 7° Campionato Nazionale, saluto di tutte le autorità civili e militari presenti e presentazione delle squadre.

2° Giorno martedì 29/04/25.

Ore 9.00/12.15 1ª batteria concorrenti

ore 9.30 /11:30 Corso di formazione FIPGC

ore 12:45/15:45 2ª batteria concorrenti

ore 15.30/19.45 3ª batteria concorrenti

ore 15.00/17.00 Corso di formazione FIPGC

3°Giorno mercoledì 30/04/25.

ore 09.00/12.15 4ª batteria concorrenti (6 team)

ore 09.00/11.00 Corso di formazione FIPGC

ore 11.30/15.45 5° batteria

ore 15.00/17.00 Corso di formazione FIPGC

Per maggiori informazioni basta cliccare qui.

La scheda sintetica della Federazione internazionale pasticceria, gelateria e cioccolateria

La Federazione internazionale pasticceria, gelateria e cioccolateria (Fipgc) è l’ente che promuove la pasticceria italiana in tutto il mondo. Vanta una presenza radicata e capillare sul territorio italiano, con delegati per ogni regione e dei sotto-delegati per ogni provincia. Ha lo scopo di unire tutte le realtà esistenti sul territorio (scuole, grossisti, associazioni, imprese del settore pasticceria, gelateria, cioccolateria, panificazione), per rafforzarne la collaborazione ed ottenere la crescita di tutto il settore e dei prodotti Made in Italy. FIPGC organizza in tutta Italia eventi, fiere, corsi di formazione di alto livello, preparazione One-to-One o di squadra per gareggiare nei concorsi a livello nazionale e internazionale.

Dal 2015 organizza i Campionati Italiani e i Campionati Mondiali di Pasticceria e Cake Design. Nel 2017 nascono anche i Campionati Nazionali di Pasticceria Alberghieri d’Italia: promossi insieme al MIUR, Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, è il primo campionato Juniores di pasticceria dedicato agli istituti alberghieri, che dà modo ai giovani che vogliono intraprendere la professione di confrontarsi con i grandi maestri d’Italia. FIPGC è un soggetto che ha acquisito in questi ultimi anni una grande importanza a livello istituzionale.

Un ruolo suggellato dai protocolli d’intesa con il Ministero degli Esteri, con lo scopo di sostenere il made in Italy e delle eccellenze italiane nel mondo e con il MIM (Ministero dell’Istruzione de le Merito) per rafforzare il rapporto tra scuola e mondo del lavoro.

Francesco, è il pontefice che ha cambiato il rapporto con la gente davanti a una tazzina di caffè e un mattino a Saint-Gilles, Bruxelles…

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Papa Francesco I (immagine: Wikimedia Commons)

MILANO – È un legame molto forte quello che ha unito papa Francesco al mondo del caffè. Il primo “pontefice del Sud Globale” era particolarmente sensibile alle diseguaglianze economiche, presenti anche lungo la filiera del caffè, e fortemente critico rispetto a un modello economico-alimentare che “conosce il prezzo di tutto e il valore di niente” – come papa Francesco scrisse nella prefazione a un libro di Carlo Petrini e Gaël Giraud, prendendo a prestito una celebre frase di Oscar Wilde.

Da buon argentino, Francesco amava naturalmente il mate – bevanda nazionale del suo paese – ma era anche estimatore e intenditore di caffè, nelle sue diverse preparazioni.

Prediligeva l’espresso, ma non disdegnava l’infuso di moka, che preparava lui stesso alla mattina e che offriva, a volte, ai suoi ospiti a Casa Santa Marta e alle stesse guardie svizzere, in indimenticabili momenti di incontro e condivisione.

A Napoli, con il Gambrinus, scoprì l’espresso assoluto

E sull’espresso un episodio ovviamente partenopeo. Per esempio bevve l’espresso del Gambrinus, durante una sua visita, nel 2015. I titolari, richiesti dagli assistenti del papa, gli servirono il caffe alla basilica di san Francesco di Paola. L’espresso, sino a quel giorno Bergoglio era solito allungarlo con l’acqua. Da quell’assaggio, scoperto il vero caffè napoletano, ascoltò i consigli del direttore Gennaro Ponziani e cominciò a berlo sempre assoluto.

Il caffè preferito, definito “il migliore del mondo”? Quello della Costa Rica, come ebbe modo di dire più volte.

Quando apprezzava una miscela, Francesco prendeva carta e penna per ringraziare personalmente, il torrefattore che l’aveva prodotta

Come fece scrivendo a Rosario Marchese, proprietario della storica torrefazione palermitana Stagnitta. O, ancora, al titolare del bar Beccuti di Torino, di cui apprezzò il caffè portatogli in dono da don Luigi Ciotti, fondatore di Libera e del Gruppo Abele.

Spontaneità e semplicità – due aspetti caratteriali che hanno segnato il pontificato di papa Francesco – si riflettevano in fuori programma quotidiani che stravolgevano gli stereotipi della solennità papale. Come quello – in occasione di uno dei suoi ultimi viaggi (in Lussemburgo) – di andare a bere un caffè al bar con i propri collaboratori in un locale nei pressi della Casa Arcivescovile del Granducato.

E di soffermarsi a chiacchierare e degustare la tazzina di espresso servita al banco, come un qualsiasi cliente.

Ci piace concludere questa breve galleria di ricordi, con le parole di Gianluigi Goi – autore anche dell’articolo di cui potete leggere qui sotto un estratto, articolo che sarebbe stato normalmente l’apertura di oggi e di cui trovate qui il link per una lettura completa. Un articolo che illumina ancora meglio il pontificato di Francesco alle prese con il caffè.

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Papa Francesco nella parrocchia di Saint-Gilles a Bruxelles (immagine concessa)

Parlando della visita del pontefice nel quartiere popolare di Saint-Gilles, a Bruxelles – dove, ogni giorno, la locale parrocchia offre il cosiddetto “Caffè del Mattino” ai meno abbienti, che bussano alla sua porta – Goi scriveva, lo scorso ottobre: “In questi tempi tanto travagliati, in cui lo spettro nucleare è persino esibito, il richiamo del caffè della fraternità (nobile concetto che unisce a tutto tondo sia il mondo laico che quello cristiano) e della solidarietà di papa Francesco, in un microcosmo specchio della multiforme realtà contemporanea, apre il cuore alla speranza.

L’augurio è che il mondo del caffè, nella sua interezza, continui ad interpretare al meglio il ruolo di strumento e facilitatore sociale sia della fraternità che delle emozioni. Come è successo, al più alto livello a Bruxelles, nel centro cittadino: “ma vicino alle periferie, quelle esistenziali”.

Un augurio al quale vogliamo unirci anche noi di Comunicaffè.

Gianluigi Goi ci rivela l’esclusivo rituale delle tazzine per l’espresso nell’Antica Trattoria del Gallo a Clusane d’Iseo, costa Sud del Lago

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Le tazzine “Staffordshire Associated Potters 13 England” raffiguranti galli (immagine concessa)

Gianluigi Goi è un nostro lettore nonché giornalista di fama riconosciuta. Goi è affezionato a queste pagine alle quali, con la sua lunghissima esperienza e il suo punto di vista, ha contribuito diverse volte proponendo contenuti sempre intriganti.

In questa occasione, Goi racconta la sua visita all’Antica Trattoria del Gallo a Clusane d’Iseo in provincia di Brescia, sulla costa Sud dell’omonimo lago lombardo che può vantare una curiosa collezione di  tazzine colorate “Staffordshire Associated Potters 13 England” – prodotte nello Staffordshire, storica regione inglese di produzione ceramica, a suo tempo acquistate in un mercatino ad Iseo – raffiguranti bellissimi galli tronfi. Riportiamo di seguito l’esperienza di Goi.

Il rituale dell’espresso all’Antica trattoria del gallo

di Gianluigi Goi

“Il sommo Leonardo da Vinci che, celiando, amava definirsi “homo sanza lettere’, ha annotato con la straordinaria capacità di osservazione che gli è propria, che “l’allegrezza è appropriata al gallo, che d’ogni piccola cosa si rallegra e canta con vari e scherzanti movimenti”.

Il senso di questa citazione mi è venuta alla mente nel corso di una recente visita all’Antica Trattoria del Gallo a Clusane d’Iseo, storico locale di questo borgo lacustre che deve la sua fama alla tinca al forno, il piatto che ha letteralmente trasformato l’economia locale.

Allocato all’ingresso del paese il ristorante, aperto agli inizi del Novecento su preesistenti antichi fabbricati rurali, è stato negli anni oggetto di numerosi interventi di adattamento, ampliamento e recupero edilizio che si sostanziano nell’ampio ristorante attuale su due piani e nel recente Hostel del Gal (Ostello del Gallo, ricavato da un vecchio fienile), un B&B suggestivo per ambientazione che strizza l’occhio sia agli amanti del Sebino che agli enoturisti della vicinissima Franciacorta.

Nell’insieme, con affaccio sulla stessa corte, un misto di rustico, in qualche tratto anche elegante, e di vecchio ammodernato con buon senso e senza strafare.

Si respira il rispetto per la tradizione ma si è anche attenti alle esigenze della clientela, assai numerosa e la più composita: dai ciclisti accaldati e agli sportivi in vena di performances, alle famiglie, ai tanti clienti abituali e, durante la settimana, anche ai cultori delle peculiarità gastronomiche, soprattutto lacustri, che non mancano.

Fiore all’occhiello le fotografie in bianco nero su lastre di vetro del maestro Carlo Lanza, zio degli attuali proprietari, confluite nell’omonimo archivio fotografico raccolto dalla figlia Chiara e dai nipoti Abele e Giulio e ivi conservato: bellissime, iconiche e molto conosciute per quanto attiene la descrizione della pesca, ai tempi attività fondamentale in questo borgo.

Nell’Antica Trattoria del Gallo, che poggia su numeri decisamente importanti, “gestita in maniera corale dalla famiglia Vitali (in particolare da Abele e Giulio, fratelli e colonne portanti del ristorante dal 1979 anno di inizio della gestione” oggi coadiuvati da figli e nipoti) si respira un’aria amicale che nella semplicità, corretta e seria di una lunghissima esperienza, viene incontro con professionalità non esibita e prezzi non da capogiro, alle più disparate esigenze di una clientela molto composita.

Il logo del gallo (immagine concessa)

Clientela che a fine pasto, al momento del caffè – rigorosamente espresso, da alcuni decenni marchio Lavazza ha tenuto a precisare uno dei titolari – più o meno consapevole partecipa ad una sorta di piccolo rituale simpaticamente colorato.

Protagoniste le coloratissime tazzine “Staffordshire Associated Potters 13 England” – prodotte nello Staffordshire, storica regione inglese di produzione ceramica, a suo tempo acquistate in un mercatino ad Iseo – raffiguranti bellissimi galli tronfi, dall’aria impettita, il petto ben esposto, bargigli carnosi e crestati che di più non si può, code di foggia diversa ma tutte eleganti e colori sgargianti a sottolineare forza e bellezza, attirano l’attenzione e gli sguardi dell’avventore che alla tazzina dedica sguardi attenti come fanno i cultori dello spumante quando roteano la flute per carpire colore e consistenza delle bollicine.

E’ così che il caffè, in questa moderna “Trattoria con Alloggio”, per dirla alla vecchia maniera con riferimento all’Hostel, risuona tutti i giorni dei possenti chicchirichì di saluto e di augurio ogniqualvolta un commensale si appresta ad alzarsi da tavola.

Che si tratti di una sorta di piccolo rito particolarmente gradito dalla clientela è dimostrato dal fatto che gran parte dei galli raccolti in quella che tra il serio e il faceto viene definita la “Galleria dei Galli” sono regalati da clienti che spesso li acquistano all’estero.

Quadro raffigurante un gallo composto utilizzando ali farfalle (immagine concessa)

Non è un caso che Gabriele Vitali, giovane leva del locale, sottolinei: “Certamente, la nostra passione per i galli non ha confini! Quasi tutti i galli, i quadri, i dipinti sono regali di clienti che hanno pensato al nostro ristorante mentre erano in giro per il mondo!”.

Fra la congerie di oggettistica “galliforme” la più varia raccolta ed esposta con semplicità naif, si segnalano tre chicche: un quadretto composto utilizzando ali di farfalle, un altro petali di fiori e un dipinto di Ernesto Treccani, artista molto noto. Pronubo del tutto il vecchio e troppe volte bistrattato espresso“.

                                                                                                              Gianluigi Goi

Mauro Conti, esperto cybersecurity: “Così gli hacker sfruttano il collegamento alla rete internet dei distributori di caffè per gli attacchi”

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L'intelligenza artificiale (immagine Pixabay)

Mauro Conti, presidente del corso di laurea magistrale in cybersecurity dell’Università di Padova, esplora il sottomondo della criminalità digitale in cui tutti, sia aziende che privati, sono potenziali vittime. Leggiamo di seguito un estratto dell’intervista di Gabriele Fusar Poli per Il Corriere della Sera.

La cybersecurity secondo Mauro Conti

PADOVA – “Se vogliono possono attaccarti anche sfruttando i distributori di caffè tramite la rete Internet ad essi collegata”. Come a dire che le vie degli hacker sono infinite (ma possono sempre venire interrotte): sentendo parlare Mauro Conti, presidente del corso di laurea magistrale in cybersecurity dell’Università di Padova, ci si rende conto che esiste un mondo sommerso a livello di criminalità digitale in cui tutti – sia aziende che privati cittadini – sono potenziali bersagli. Proprio per dare una mano soprattutto alle imprese ha creato Spritz Matter, spin-off dell’ateneo patavino composto da giovani talenti che, in quanto hacker buoni, compiono check up specifici alle imprese per capirne le vulnerabilità dal punto di vista tecnologico.

Professor Conti, le aziende venete sanno proteggersi a dovere?

“Purtroppo sono tra le vittime preferite dagli hacker, soprattutto le piccole medie imprese”.

Come mai?

“Soprattutto perché il problema viene ancora sottostimato, e troppo. C’è un modo di dire tristemente vero, secondo cui ci sono due tipi di aziende: quelle che hanno subito attacchi e quelle che non lo sanno. Da questo punto di vista siamo ancora molto indietro a livello di consapevolezza degli imprenditori, i quali si rendono spesso conto del rischio solo dopo aver subito un attacco personale o magari ai danni di un competitor”.

Viene da pensare che con l’intelligenza artificiale le cose potrebbero anche peggiorare…

“Questi sistemi possono potenzialmente essere ancor più vulnerabili. Un esempio? Come Spritz Matter abbiamo vinto un prestigioso riconoscimento attaccando alcuni tra i principali sistemi internazionali di traduzione simultanea online dimostrando che inserendo caratteri non visibili dall’uomo possiamo anche variare il significato di una frase tradotta da “Ti voglio bene” a “Ti voglio uccidere”. Ma c’è anche chi usa l’Ai per fare telefonate imitando la voce di dirigenti d’azienda e contattare i dipendenti spingendoli a compiere azioni a loro vantaggio”.

Per leggere l’intervista completa basta cliccare qui

Youth Academy Italia 2025: gli studenti del programma formativo di Simonelli Group si raccontano

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Da sinistra verso destra a partire dalle alunne: Lorenza Porcellini, Valentina Bongarzoni, Irene Giupponi, Alessia Perfiano. A seguire gli alunni Cesare Spinella e Kevin Frausin (immagine concessa)

BELFORTE DEL CHIENTI (Macerata) – Si è appena conclusa la prima sessione dei corsi Youth Academy Italia 2025, il programma formativo di Simonelli Group che ogni anno offre a sei giovani talenti una borsa di studio completa per seguire il Coffee Skills Program certificato SCA. Un’occasione unica per entrare da protagonisti nel mondo del caffè, acquisendo competenze professionali e costruendo solide basi per il futuro.

Durante la scorsa settimana, gli studenti hanno affrontato gli esami del modulo Sensory Foundation e frequentato con successo i primi livelli dei corsi Green e Roasting, sotto la guida esperta dei trainer Francesca Bieker, Dario Ciarlantini e Marco Cremonese.

Ma chi sono i protagonisti di questo percorso? E quali sogni li guidano?

Valentina Bongarzoni, si occupa di marketing nella torrefazione di famiglia
“Sono cresciuta nel mondo del caffè, oggi lo vivo con passione tra marketing e vendite internazionali, con un obiettivo chiaro: formarmi per raccontarlo in modo consapevole al mondo intero”.

Kevin Frausin, da Trieste, lavora in una torrefazione da tre anni: “Avevo bisogno di una formazione più strutturata. Youth Academy è un’opportunità unica per crescere, imparare dai professionisti e costruire una base solida per il mio percorso.”

Alessia Perfiano, da Roma, lavora nella torrefazione di famiglia e sogna di creare un progetto sociale legato al caffè: “Vorrei arricchire il mio territorio offrendo formazione professionale a chi oggi non ha accesso a queste opportunità.”

Irene Giupponi, giovane barista di Bergamo, ha già partecipato ai Campionati italiani e vuole approfondire la parte teorica del mestiere: “Il mondo della caffetteria è l’unico posto in cui mi sento davvero sicura. Voglio crescere, imparare dai trainer e migliorarmi, sia come barista che come persona.”

Lorenza Porcellini, con 9 anni di esperienza nella ristorazione, ha un obiettivo preciso:
“Voglio conoscere a fondo il mondo del caffè per offrire un prodotto di qualità ai miei clienti e, un giorno, diventare trainer per trasmettere passione e competenze ai più giovani.”
Cesare Spinella, da Firenze, sogna di aprire la propria caffetteria: “Youth Academy mi offre una formazione concreta e la possibilità di confrontarmi con altri ragazzi che condividono la mia stessa passione.”

Valentina, Kevin, Alessia, Irene, Lorenza e Cesare hanno appena intrapreso un viaggio fatto di scoperta, crescita e innovazione.

Con Youth Academy, Simonelli Group continua a investire sulle nuove generazioni per costruire un futuro in cui i giovani professionisti saranno al centro dell’evoluzione dell’industria del caffè.

Per saperne di più basta visitare il sito o seguire la pagina LinkedIn.

Pasqua: ecco i menù speciali dei grandi chef italiani da Cannavacciuolo a Bottura

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Massimo Bottura (immagine concessa)

Alcuni dei volti più noti della cucina italiana, tra cui Antonino Cannavacciuolo, Massimo Bottura, illy chef ambassador dal 2023, e Gianfranco Vissani, hanno celebrato la Pasqua con un menù speciale e prezzi che variavano dai 150 ai 350 euro a persona, bevande escluse. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Mirko Vitali per il portale Virgilio Notizie.

I menù di Pasqua degli chef italiani

MILANO – Gli chef star italiani si sono impegnati molto per i menù di Pasqua. Gli stellati Antonino Cannavacciuolo, Massimo Bottura e Gianfranco Vissani hanno pensato delle pietanze squisite per regalare ai loro clienti un viaggio nei sapori memorabile. Alessandro Borghese invece ha puntato à la carte. I prezzi proposti dai vari ristoranti sono variati dai 150 euro ai 350 euro a persona, bevande e vini esclusi.

Antonino Cannavacciuolo, tre stelle Michelin, ha ideato proposte culinarie sia per il Bistrot di Torino sia per il ristorante nella stupenda Villa Crespi, sul Lago d’Orta. Per quest’ultimo, il pacchetto pasquale ha previsto due notti in suite, con colazione gourmet e cena. Il punto forte del soggiorno è rimasta la cena con il menu degustazione “Itinerario” che ha avuto costo di 280 euro a persona.

Tra i piatti sono figurati calamaretti, salsa al pane di segale, la Triglia, cavolo nero, linguina di Gragnano, provola affumicata e il Cilindro di pasta alla genovese, carciofo e topinambur.

Le bevande non erano incluse nel prezzo. Per quel che riguarda il Bistrot, il menu di Pasqua ha avuto un costo di 150 euro. Anche in questo caso bevande escluse. Come antipasto è stata servita una piccola creazione pensata dallo chef per ‘scaldare’ il palato dei clienti.

A seguire, il branzino abbinato al cocco e agli asparagi, una terrina di patate, spinaci e caprino, e i plin (ravioli piemontesi rivisitati) che sono stati accompagnati da fave, provolone del monaco e menta. Quindi l’agnello con carciofi e limone. Infine il dolce di Pasqua firmato Cannavacciuolo. Il Bistrot Torino ha proposto altri due percorsi: il menu “I Classici”, al costo di 120 euro, e “Questione di Attimi”, a 140 euro.

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Svizzera: c’erano 23 milioni di conigli al cioccolato pronti per Pasqua di quest’anno

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La Svizzera

BERNA – Chocosuisse, la Federazione dei fabbricanti svizzeri del cioccolato, ha dichiarato che il Paese ha prodotto circa 23 milioni di conigli al cacao in occasione di Pasqua. La Federazione ha notato come il rincaro delle materie prime si sia ripercosso anche sui prodotti più artigianali e tradizionali.

La produzione di conigli al cioccolato in Svizzera

Come riporta il portale Market Screener, in più di due anni il costo del cacao è più del doppio.

Il gusto più amato risulta essere il cioccolato al latte che regna incontrastato, ma le varietà fondenti stanno acquisendo sempre maggiore popolarità.

In ogni caso, sia le uova che i conigli di cioccolato anche quest’anno sono i prodotti di punta della Pasqua svizzera.

Intelligenza artificiale: un’azienda su due oggi la utilizza per corsi e seminari

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Ernesto Di Iorio, ceo di QuestIT (immagine concessa)

MILANO – “Una mente intelligente è quella che è in costante apprendimento”: Bruce Lee, da grande appassionato di duro lavoro e crescita costante, non aveva dubbi sull’importanza di aggiornarsi e cambiare punto di vista giorno dopo giorno. La stessa visione, oggi, accomuna i lavoratori di tutto il mondo che sentono la necessità di acquisire nuove competenze per restare al passo con i tempi e con le richieste di un universo lavorativo in costante evoluzione.

L’utilizzo dell’intelligenza artificiale nelle aziende

Conferme in merito giungono da un recente approfondimento elaborato da HR Executive, secondo cui più di un lavoratore su 2 (52%) ha espresso il desiderio di apprendere nuove skill entro l’anno corrente con l’obiettivo di migliorare e, soprattutto, offrire un miglior contributo a supporto dell’azienda d’appartenenza. Inoltre il 73% dei professionisti appartenenti allo stesso campione vorrebbe effettuare il tutto da remoto e durante l’orario lavorativo.

Ora una domanda sorge in modo spontaneo: come possono organizzarsi le imprese e i leader per soddisfare questo desiderio in un momento storico in cui velocità ed efficienza sono fondamentali?

La risposta, secondo una serie di ricerche condotte sulle principali testate internazionali del settore da Espresso Communication per conto della tech company QuestIT, è l’intelligenza artificiale.

A questo proposito, stando a quanto precisato dagli esperti, l’AI risulta così centrale e funzionale che, a livello globale, sta prendendo sempre più corpo un vero e proprio fenomeno denominato “AI-Learning Fever”.

Il trend si basa sull’organizzazione di corsi e seminari, per lo più da remoto, che vengono offerti ai lavoratori attraverso l’utilizzo dell’artificial intelligence, la quale, all’interno di questo contesto, assume diverse forme e ruoli: dagli “AI tutor”, capaci di spiegare alla perfezione ogni tipologia di concetto e tenere corsi di formazione o aggiornamento rispettando tempi e necessità dei partecipanti, fino agli “Avateacher” elaborati con l’obiettivo di prevedere con largo anticipo, e con un’accuratezza del 90%, il livello di preparazione, prima, e crescita, poi, di ogni professionista durante lo svolgimento del seminario scelto.

Conferme in merito alla diffusione della cosiddetta “AI-Learning Fever” arrivano da un’indagine a firma di Worldmetrics, secondo cui, al giorno d’oggi, un’azienda su 2 nel mondo utilizza l’intelligenza artificiale per rendere più efficienti i propri corsi da remoto strutturati per aiutare i propri collaboratori a crescere sia dal punto di vista personale sia professionale.

Restando sulla stessa lunghezza d’onda, l’efficienza dei percorsi di formazione risulta in crescita del 50% e i tempi d’apprendimento da parte dei partecipanti si riducono della metà.

Ma non è tutto perché gli algoritmi basati sull’intelligenza artificiale vengono progettati per rispondere a eventuali domande da parte dei dipendenti durante le sessioni di apprendimento con un’efficienza pari al 90%. E ancora, entro il 2025, l’85% dei dubbi e delle curiosità da parte dei partecipanti verranno fugati da artificial coach o tutor con estrema precisione.

Ulteriori spunti sul tema e sullo scenario sviluppato vengono offerti da un esperto del settore, ovvero Ernesto Di Iorio, ceo della tech company senese QuestIT: “L’intelligenza artificiale, descritta da molti quasi come un pericolo, in realtà è già tuttora una più che valida aiutante e compagna di viaggio. Basta pensare che, implementando l’artificial intelligence, le aziende possono ridurre del 70% i costi impiegati per offrire corsi di formazione o d’aggiornamento da remoto ai loro dipendenti.

Ulteriori conferme in merito all’esplosione della AI-Learning Fever arrivano dal mercato di competenza. Entrando più nello specifico, l’asset dell’artificial intelligence applicata al mondo e-learning sfiorerà i 21 miliardi di euro entro i prossimi 3 anni. In quanto azienda di spicco nel settore, a livello nazionale mettiamo a disposizione delle imprese del territorio soluzioni all’avanguardia come avatar intelligenti capaci di conversare, rispondendo in più lingue a seconda delle necessità, ma non solo.

Gli stessi virtual twin, su richiesta delle aziende contemporanee, devono essere in grado di analizzare enormi quantità di dati, estrapolando i più autentici e d’interesse per i professionisti in carne ed ossa, i quali vengono di conseguenza supportati in diversi ambiti professionali tra cui quello educativo”.

Sulla stessa lunghezza d’onda, si dimostra anche un’altra esperta del settore, ovvero Luana Lo Piccolo, AI Governance and strategy expert: “L’integrazione dell’AI nell’e-learning offre notevoli vantaggi, tra cui la personalizzazione dei percorsi formativi, che consente di adattare i contenuti alle esigenze individuali dei singoli partecipanti ai corsi, e l’alleggerimento del carico di lavoro dei coach attraverso l’automazione delle attività ripetitive”.

Luana Lo Piccolo continua: “L’AI facilita inoltre un apprendimento più inclusivo e accessibile, superando barriere geografiche e linguistiche. Tuttavia, è essenziale affrontare i rischi legati a bias algoritmici e privacy dei dati, per evitare di ampliare le disuguaglianze digitali e garantire che gli studenti continuino a sviluppare competenze fondamentali, come il pensiero critico e la capacità di risolvere problemi, essenziali per il loro successo futuro. Per sfruttare al meglio l’AI nell’e-learning consiglio alle aziende d’iniziare con un’analisi approfondita delle esigenze formative dei dipendenti e di scegliere soluzioni AI che offrano personalizzazione e interattività”.

C’è di più: “È fondamentale garantire la qualità dei contenuti, mantenere l’engagement attraverso strumenti come gamification, quiz e simulazioni, e assicurare l’accessibilità per tutti i dipendenti, inclusi quelli con disabilità. La protezione dei dati, il supporto tecnico, e una valutazione continua dell’efficacia dei programmi sono altrettanto cruciali. Infine, l’integrazione dell’e-learning con altri software aziendali facilita una gestione efficiente delle informazioni, massimizzando così i benefici e allineando la formazione agli obiettivi aziendali”.

Per concludere, ecco il vademecum degli esperti con i 6 consigli utili alle aziende per sfruttare al meglio le potenzialità dell’intelligenza artificiale in ottica e-learning:

  • Analizzare le esigenze formative dei singoli dipendenti per capire quali soluzioni, in ottica artificial intelligence, scegliere al fine di offrire un servizio ottimale e soddisfacente;
  • Affidarsi a consulenti o AI Expert adeguati per capire su quali piattaforme o soluzioni concentrare i propri investimenti;
  • Mantenere elevato l’engagement dei propri lavoratori, puntando non solo su spiegazioni o corsi teorici, ma anche su strumenti o solutions coinvolgenti come quiz o simulazioni;
  • Assicurarsi che i corsi di formazione o aggiornamento siano accessibili per tutti i dipendenti, inclusi quelli con disabilità;
  • Effettuare opportune verifiche a cadenza variabile per fare in modo che i dati dei partecipanti ai corsi siano protetti a dovere;
  • Offrire l’opportunità ai dipendenti di valutare i corsi potenziati con l’intelligenza artificiale per testare il loro livello di soddisfazione e, di conseguenza, apportare i dovuti cambiamenti.