giovedì 18 Settembre 2025
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Cupper presenta la nuova miscela Refreshing tè verde con limone e aloe vera

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cupper
La miscela Refreshing tè verde con limone e aloe vera (immagine concessa)

MILANO – Stress, vita frenetica, tensioni sono alcune delle condizioni della vita moderna e bisogna saper scegliere al meglio gli alleati del proprio benessere. Con la miscela Refreshing tè verde con limone e aloe vera, il brand Cupper ha realizzato una tazza benefica di piacere.

I tre ingredienti si fondono insieme per una miscela del tè verde dalla trama sottile in cui ogni sorso è un tuffo nel fresco aroma del limone e dell’aloe vera.

Tre piante, tre preziose alleate dell’equilibrio fisico, in particolare per la loro proprietà antinfiammatoria, depurativa e digestiva.

Il tè verde di Cupper è limpido e leggero per la qualità delle foglie che derivano da coltivazioni biologiche e Fairtrade e che garantiscono una coltivazione pregiata.

Il limone è un vero tesoro dorato, simbolo di bellezza e ricchezza, molto amato perché ricco di composti antiossidanti, ha incredibili virtù complici preziose per il benessere.

E come una ciliegina sulla torta l’Aloe vera, famosa presso i popoli antichi tra cui cinesi, greci, egizi e romani, viene citata anche dal condottiero Cristoforo Colombo che nel suo diario di bordo ha descritto l’Aloe come pianta indispensabile per portare l’armonia nel corpo e curare lo spirito.

Refreshing Tè Verde con Limone e Aloe Vera è una vera coccola di equilibrio ed energia.

Ingredienti Tè verde con limone e aloe vera

Ingredienti: tè verde* (94%), aroma naturale di limone* (5%), aloe vera essicata e concentrata in polvere* (1%)

*Ingredienti da agricoltura biologica

Informazioni sul prodotto (distribuzione e prezzo consigliato al pubblico)

Refreshing Tè Verde con Limone e Aloe Vera Bio è disponibile tutto l’anno nei migliori supermercati e online su Amazon.it. Tè verde (20 bustine): 3,49€

Packaging

  • Confezione in cartone riciclabile
  • Bustine di carta riciclabili
  • Filtri non sbiancati, con un’etichetta riciclabile e un filo di cotone biologico

Caratteristiche

  • 100% naturale Bio
  • Certificato Fairtrade

La scheda sintetica di Cupper

Cupper nasce nel 1984 dal desiderio di una coppia inglese di unire il proprio amore per il tè ad un approccio etico nell’approvvigionamento delle materie prime e ad una produzione naturale. Oggi tutti i prodotti Cupper sono certificati Bio. Fedele alla sua vocazione etica, Cupper è il primo marchio di tè Fairtrade del mondo che, ad oggi, opera a livello internazionale in oltre 50 paesi con 150 referenze.

Con la sua partnership con Fairtrade, che dura da quasi tre decenni, Cupper sostiene oltre 114.000 produttori e le loro famiglie in tutto il mondo.

Una scelta fairtrade fatta da Cupper per garantire ai produttori un trattamento economicamente equo e che ha permesso importanti investimenti in infrastrutture per lo sviluppo locale. Anche le scelte che riguardano il packaging sono all’insegna della sostenibilità, con confezioni riciclabili, e per sigillare le bustine si utilizza materiale completamente plastic- free e OGM-free.

Cioccolato Gourmet firma la nuova colomba agli agrumi

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cioccolato gourmet colomba
La colomba agli agrumi di Cioccolato Gourmet (immagine concessa)

MILANO – Cioccolato Gourmet, il brand creato dai fratelli Tancredi e Alberto Alemagna, celebra la Pasqua con una creazione inedita: la nuova colomba agli agrumi. Un dolce artigianale, soffice e profumato, realizzato con ingredienti selezionati per regalare un viaggio sensoriale unico.

Perfetta per chi ama il gusto autentico della tradizione, arricchito da un tocco di creatività gourmet.

La nuova colomba agli agrumi di Cioccolato Gourmet è un vero capolavoro di gusto dal profumo intenso e dal sapore inconfondibile degli agrumi italiani: cubetti di arancia, di limone e pasta di mandarini canditi.

Ogni morso è un’esplosione di freschezza e armonia, grazie ad un impasto soffice, impreziosito da delicate gemme agrumate che sprigionano un irresistibile aroma fruttato. A completare questa delizia, una croccante copertura di glassa, arricchita da mandorle intere tostate e granella di zucchero, per un perfetto equilibrio di consistenze e sapori capaci di conquistare anche i palati più raffinati.

Con la colomba agli agrumi di Cioccolato Gourmet, la Pasqua si trasforma in un’esplosione di dolcezza per un’esperienza gourmet da assaporare fino all’ultima fetta.

Colomba agli agrumi da 750g ha un prezzo consigliato di 25,00 euro.

Godina: “Conservazione del caffè, quelle idee errate: sul web, per una parte delle torrefazioni, la Terra è ancora piatta, si deve adottare sempre un approccio più scientifico”

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Andrej Godina
Andrej Godina con alcune dellle sue innumerevoli pubblicazioni (immagine concessa)

Andrej Godina, caffesperto e ricercatore di scienza, tecnologia e industria del caffè, afferma che una piccola ma significativa parte del mondo della torrefazione in Italia è ancora notevolmente indietro da un punto di vista scientifico. L’esperto prende come esempio le recenti polemiche sul web attorno alle sue affermazioni sui metodi di conservazione del caffè.

Il tema del dibattito? La dichiarazione in Tv, a Report, che sarebbe meglio conservare il caffè in frigorifero o addirittura in freezer. Secondo alcune opinioni sui social, questa pratica sarebbe sbagliata, in quanto il freddo intaccherebbe gli oli essenziali consegnando così una bevanda di minor qualità.

Godina smentisce tutto questo, sulla base di ricerche scientifiche internazionali, affermando che il calo di qualità causato dal freddo, sarebbe un falso mito.

E c’è di più, perché recenti studi dimostrano, così riporta Godina, che è proprio la conservazione a temperatura ambiente ad accelerare il deterioramento dell’aroma.

Leggiamo di seguito le dichiarazioni dell’esperto.

Come conservare il caffè

di Andrej Godina

“Per una parte del mondo della torrefazione la Terra è ancora piatta: c’è la necessità di un maggiore studio scientifico sul packaging e sulle modalità di conservazione del caffè tostato.

Persistono pratiche consolidate e convinzioni radicate che tuttavia non trovano riscontro nelle più recenti evidenze scientifiche. Questo settore, in gran parte ancorato a modelli obsoleti e a interpretazioni superficiali della qualità, rischia di rimanere indietro in un mercato che sta attraversando una fase di profondo cambiamento.

Da un lato il settore in Italia è in una situazione di avanzata maturità e di fronte a un leggero declino dei consumi. Contemporaneamente, si registra l’evoluzione delle aspettative dei consumatori che richiedono un radicale cambio di rotta per elevare la percezione del prodotto e alzare il prezzo”.

Godina riflette: “Mai come oggi, fare cultura di prodotto e di filiera è necessario per distinguersi in un panorama competitivo sempre più affollato. Eppure, alcuni torrefattori continuano a operare in modo tradizionale, senza un adeguato approfondimento tecnico-scientifico. Se si vuole preservare e valorizzare la qualità del caffè tostato, non è più sufficiente ripetere le pratiche del passato, occorre un approccio basato su dati affidabili e studi scientifici autorevoli”.

Godina: “I torrefattori hanno la responsabilità di gestire questa transizione culturale investendo nella formazione del proprio personale per acquisire le competenze necessarie a studiare i fenomeni chimici e fisici che influenzano la qualità del prodotto”.

Godina continua: “Solamente in questo modo, come filiera di prodotto, è possibile fornire ai consumatori informazioni chiare, evitando la diffusione di nozioni errate o approssimative che generano confusione e disinformazione, con messaggi contraddittori e da etichette fuorvianti.

L’ultima inchiesta televisiva di REPORT su Rai3 alla quale ho partecipato ha messo in evidenza la scarsità di informazioni presenti sulle etichette dei caffè in commercio, portando alla luce una serie di ambiguità che penalizzano la trasparenza di informazioni nei confronti dei consumatori.

Tra le principali criticità emerse figurano, in generale e con alcune lodevoli eccezioni, la mancanza di dettagli sugli ingredienti delle miscele, la scarsa conoscenza delle tipologie di packaging utilizzato, le modalità di conservazione del prodotto e le ricette di estrazione ottimali per la preparazione della bevanda.

Tutto ciò contribuisce a una percezione confusa della qualità del prodotto finale.

In questo contesto, vorrei trattare due temi che meritano un approfondimento specifico: la temperatura di conservazione del caffè tostato e il ruolo del packaging nel proteggere la qualità del prodotto.

Questo perchè la temperatura di stoccaggio influisce direttamente sulla freschezza e sull’aroma del caffè, accelerando o rallentando i processi di ossidazione e volatilizzazione dei composti aromatici.

Tuttavia, le informazioni disponibili su questo aspetto sono spesso imprecise o incomplete, lasciando spazio a interpretazioni errate che compromettono l’esperienza di degustazione del consumatore. Parallelamente, il packaging svolge un ruolo cruciale nel preservare la qualità del caffè tostato, fungendo da barriera protettiva contro i principali fattori di decadimento qualitativo: ossigeno, umidità e luce.

L’ossigeno è il principale responsabile dell’ossidazione dei composti oleosi del caffè, mentre l’umidità influisce negativamente sulla consistenza del flavore.

La luce accelera la degradazione dei composti sensibili all’ossidazione, contribuendo all’invecchiamento precoce del prodotto.

Tuttavia, alcuni torrefattori continuano a utilizzare materiali di imballaggio trasparenti, privi di una sufficiente barriera all’ossigeno o alla luce, compromettendo così la durata e la freschezza del caffè”.

Godina: “Per affrontare questi temi è necessaria la condivisione di conoscenze scientifiche aggiornate. Porto come esempio un caso che mi è stato portato in evidenza da alcuni dei miei follower sul web a proposito di affermazioni sulla conservazione del caffè”.

“Così sul web si trovano affermazioni di questo tipo, a proposito della conservazione del caffè e di come mantenere il caffè fresco e ricco di aromi:

1. Evita frigorifero e freezer (soprattutto se consumi il caffè con frequenza): il freddo intenso, e i ripetuti scongelamenti parziali, intaccano gli oli essenziali.

2. Scegli un luogo fresco e asciutto: temperatura stabile tra 15° e 25°, al riparo da fonti di calore. (…)”

Un’analisi degli studi scientifici in materia smentisce queste raccomandazioni, dimostrando che la conservazione a temperatura ambiente accelera il deterioramento dell’aroma e porta a una rapida ossidazione dei composti oleosi e aromatici.

Al contrario, la conservazione in frigorifero o in freezer si è dimostrata significativamente più efficace per preservare la freschezza e l’intensità di flavore del caffè nel tempo.

Da una breve ricerca che ho condotto sono emersi i risultati degli studi di Cotter et al. (2018) e Baggenstoss et al. (2008) che evidenziano chiaramente che a temperatura ambiente si verifica una rapida perdita dei composti aromatici volatili, responsabili della freschezza e della complessità dell’aroma del caffè.

In particolare, a 25°C, composti chiave come metantiolo, 2-acetilfurano e furfurilmetilsolfuro diminuiscono sensibilmente già dopo poche settimane.

Questa volatilizzazione porta a una perdita di freschezza percepita e a un decadimento della qualità, con lo sviluppo di odori rancidi e un profilo aromatico meno intenso e meno gradevole.

La causa principale di questo fenomeno è il gradiente di pressione tra l’interno del chicco e l’esterno, che accelera la volatilizzazione dei composti aromatici. Inoltre, la temperatura ambiente favorisce l’ossidazione dei composti volatili e dei lipidi presenti nei chicchi, portando alla formazione di off-flavors e al deterioramento del profilo aromatico complessivo.

A temperatura ambiente l’ossidazione accelerata porta a un aumento del gusto amaro e dell’aroma di rancido, specialmente nei caffè tostati per l’espresso. La bevanda risulta avere un aroma attenuato e meno intenso, con una perdita di complessità aromatica e l’apparizione di flavori stantii e amari.

Gli studi che confrontano la qualità del caffè conservato in freezer, in frigorifero e a temperatura ambiente utilizzano un approccio scientifico combinato, avvalendosi sia dell’analisi sensoriale condotta da un panel di assaggiatori esperti, sia di tecniche avanzate di analisi chimica come la Microestrazione in fase solida in spazio di testa accoppiata a gascromatografia e spettrometria di massa (HS-SPME-GC-MS).

Questa tecnica consente di identificare e quantificare i composti aromatici volatili responsabili dell’aroma del caffè.

Il caffesperto Andrej Godina (immagine concessa)

Lo studio di Cotter et al. (2018) ha dimostrato che il caffè conservato in freezer per 9 settimane ha mantenuto un profilo aromatico quasi indistinguibile dal caffè appena tostato, con una maggiore intensità di composti aromatici.

Al contrario, i campioni conservati a temperatura ambiente hanno mostrato una significativa perdita di composti, accompagnata dalla comparsa di off-flavors percepiti dagli assaggiatori.

L’analisi combinata tramite HS-SPME-GC-MS e l’assaggio del panel sensoriale confermano che la conservazione a temperatura ambiente compromette irreversibilmente la qualità aromatica, mentre la conservazione al freddo (soprattutto in freezer) preserva freschezza e intensità aromatica in modo significativamente superiore.

La conservazione a temperatura ambiente si dimostra quindi la peggiore tra le tre modalità, poiché non protegge adeguatamente l’aroma e accelera l’ossidazione, portando a un rapido deterioramento della qualità del caffè.

Al contrario, mantenere il caffè in frigorifero rallenta la volatilizzazione dei composti aromatici e le reazioni ossidative, mantenendo un buon livello di freschezza per 1-2 settimane.

Questo perché a 4 gradi centigradi, la pressione di vapore dei composti volatili è più bassa rispetto alla temperatura ambiente, condizione che rallenta l’evaporazione degli aromi.

Inoltre, le basse temperature rallentano le reazioni chimiche, inclusa l’ossidazione, preservando tutti i composti aromatici.

Tuttavia, anche in frigorifero si verifica una perdita parziale di volatili, poiché la volatilizzazione continua a causa del gradiente di pressione.

La qualità della tazza è comunque superiore rispetto a quella del caffè conservato a temperatura ambiente, poiché l’aroma rimane più intenso e fresco, con una perdita di complessità meno marcata.

Inoltre per ottenere i migliori risultati, è sempre importante conservare il caffè in contenitori ermetici (e a tenuta di luce) per evitare l’assorbimento di umidità e odori dagli altri alimenti presenti nel frigorifero.

Gli argomenti che si possono leggere sul web sostengono che lo sbalzo termico del frigorifero danneggia la qualità in tazza.

Ma gli studi scientifici dimostrano che l’elevata temperatura e la presenza dell’ossigeno sono i fattori di decadimento del flavore più importanti.

È certo che l’umidità è un fattore responsabile del deterioramento dell’aroma, di importanza minore rispetto agli altri due già citati, non certamente lo sbalzo termico.

Il caffè deve essere conservato in un contenitore ermetico, l’umidità penetrerà solamente per qualche secondo, il tempo necessario a prelevare la dose e riporlo, e in un tempo così breve lo sbalzo termico risulta ininfluente.

Detto questo si può affermare che il metodo di conservazione più efficace è il freezer, poiché mantiene l’integrità dei composti aromatici in modo significativamente migliore rispetto alle altre modalità.

A -20°C, la pressione di vapore dei composti volatili è fortemente ridotta, il che rallenta la volatilizzazione degli aromi e la perdita della CO2 mantenendo il profilo di flavore in modo migliore.

Le reazioni ossidative sono praticamente bloccate a queste temperature, prevenendo la formazione di off-flavors e preservando l’intensità aromatica.

Andrej Godina
Andrej Godina

Dagli articoli scientifici è chiaramente dimostrato che dopo 9 settimane in freezer, il profilo aromatico del caffè è risultato molto simile a quello del caffè appena tostato, senza note rancide o stantie.

La bevanda risulta più intensa, complessa e fresca, mantenendo l’aroma originale con una qualità sensoriale paragonabile a quella del caffè appena tostato.

Da queste evidenze non rimane che modificare le linee guida sulla conservazione del caffè, consigliando la conservazione in freezer o frigorifero in contenitori ermetici al fine di proteggere l’aroma, allungare la shelf-life e garantire una migliore esperienza sensoriale.

Il ruolo cruciale del packaging che non deve esporre il caffè alla luce diretta

Godina si spinge oltre: “Passiamo ora al secondo tema di questo articolo, ovvero il packaging che gioca un ruolo cruciale nella conservazione della qualità del caffè tostato, influenzando direttamente la sua shelf life e l’esperienza sensoriale del consumatore.

Uno degli errori più comuni e dannosi per la qualità è l’uso di imballaggi trasparenti o semitrasparenti, che espongono il caffè alla luce diretta.

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, il caffè tostato non deve mai essere esposto alla luce, soprattutto se è macinato. L’esposizione alla luce, in particolare alla luce ultravioletta, accelera i processi di ossidazione e porta a un rapido decadimento qualitativo.

Gli studi di Cotter et al. (2018) e Baggenstoss et al. (2008) evidenziano come la luce diretta inneschi reazioni fotochimiche che degradano i composti aromatici volatili e ossidano i lipidi presenti nei chicchi di caffè, generando off-flavors e compromettendo l’intensità e la complessità dell’aroma”.

Godina spiega: “Questo processo di degradazione è particolarmente rapido nel caffè macinato, a causa della maggiore superficie esposta all’ossigeno e alla luce. L’esposizione alla luce provoca un aumento della temperatura superficiale del caffè, accelerando ulteriormente la volatilizzazione degli aromi e l’ossidazione.

Tutti gli studi dimostrano che il caffè esposto alla luce perde rapidamente le sue note aromatiche fresche e sviluppa flavori rancidi e stantii.

In particolare, la luce degrada composti come il metantiolo e il furfurilmetilsolfuro, responsabili delle note floreali e fruttate, compromettendo irreversibilmente il profilo aromatico del caffè”.

Andrej Godina
Il caffesperto Andrej L’esperto Godina (immagine concessa)

Godina aggiunge: “Al contrario, la conservazione al buio rallenta significativamente questi processi di decadimento, garantendo una maggiore durata della freschezza aromatica e una migliore qualità della tazza nel tempo.

Per garantire una conservazione ottimale, il caffè tostato deve essere mantenuto al buio, utilizzando imballaggi con rivestimenti ad alta barriera contro i raggi UV.

In particolare, i sacchetti in materiale multistrato con strato di alluminio o i contenitori in latta garantiscono una protezione completa dalla luce, preservando in modo migliore l’aroma e l’intensità del caffè per periodi significativamente più lunghi.

È quindi necessario smentire l’idea che il packaging trasparente possa essere adatto per il caffè tostato, soprattutto se macinato. Questa scelta, sebbene possa sembrare esteticamente accattivante o funzionale per mostrare il prodotto, è in realtà altamente negativa per la qualità del caffè”.

Godina conclude: “Per superare la visione piatta e anacronistica che ancora persiste in alcune nicchie del settore, è necessario un cambio di paradigma che abbracci la cultura della qualità e l’approfondimento scientifico.

Solo così si potrà restituire dignità e valore a un prodotto che merita di essere trattato con rispetto, scientificità  e competenza, preservando la sua unicità sensoriale e garantendo un’esperienza di consumo autentica e soddisfacente”.

                                                                                                              Andrej Godina

Bibliografia:

Coffee Roasting and Aroma Formation: Application of Different Time-Temperature Conditions

  • Juerg Baggenstoss, Luigi Poisson, Ruth Kaegi, Rainer Perren, e Felix Escher*,†
  • Institute of Food Science and Nutrition, Swiss Federal Institute of Technology (ETH), Zurich,
    Switzerland, and Nestle´ Product Technology Centre, Orbe, Switzerland
  • https://pubs.acs.org/doi/pdf/10.1021/jf800327j

The Effects of Storage Temperature on the Aroma of Whole Bean Arabica Coffee Evaluated by Coffee Consumers and HS-SPME-GC-MS

Andrew R. Cotter 1 and Helene Hopfer 1,2,* ID

1 Department of Food Science, The Pennsylvania State University, 202 Food Science Building, State College, PA 16802

2 Sensory Evaluation Center, The Pennsylvania State University, 202 Food Science Building,
State College, PA 16802, USA

https://www.mdpi.com/2306-5710/4/3/68

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Andrej Godina al lavoro (immagine concessa)
godina
Andre Godina con in mano la Guida dei caffè e delle torrefazioni d’Italia 2022 (immagine concessa)

Angelo Crucitti, la parola al torrefattore: “Ci sono caffè commerciali con pochi difetti: spingiamo su questi”

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Angelo Crucitti in torrefazione (foto concessa)
Angelo Crucitti in torrefazione (foto concessa)

Angelo Crucitti, titolare dell’omonima torrefazione di Reggio Calabria, interviene a commento di una realtà in trasformazione: il settore caffeicolo italiano sta attraversando un periodo critico e anche di forti cambiamenti, spinto da una parte dalle attuali condizioni del mercato e dei rincari, dall’altra dall’approdo sempre più rilevante degli specialty nella patria dell’espresso.

Crucitti, il sistema espresso: croce e delizia della torrefazione e del bar italiano. La tradizione come può e deve essere aggiornata?

La tradizione secondo me non deve essere aggiornata ma valorizzata, per questo bisogna conoscere bene le caratteristiche dei caffè che si utilizzano e le tecniche di torrefazione. Così come il sistema di estrazione in espresso che è soggetto a molte variabili, molte di più rispetto agli altri metodi. Eppure qui in Italia, la sua patria, è paradossalmente l’unica preparazione rispetto alla quale la maggior parte degli operatori non possiedono le competenze necessarie per offrire un ottimo prodotto. Credo che il miglioramento più grande che si possa auspicare in Italia sia rappresentato proprio da una seria formazione dei baristi.

E gli specialty coffee? Alcuni li vedono convivere con l’espresso, altri invece li mettono in contrapposizione: cosa ne pensa?

“L’importante è conoscere bene le caratteristiche dei grani che si decidono di utilizzare in espresso. Dire che per tutti i tipi di caffè sia sufficiente tracciare un profilo adatto ed una tostatura media, per essere valorizzati in espresso, sembra quasi un’offesa per chi opera nel nostro mondo con serietà.

Abbiamo avuto modo di apprezzare gli specialty coffee, con parere condiviso da tutti, in monorigine e tostature chiare per l’estrazioni in filtro. Tuttavia, nel momento in cui abbiamo provato ad adattarli all’espresso, per introdurre gli specialty nel mercato italiano, con delle cotture più spinte al fine di non eccedere nell’acidità spiccata, si è verificato, nella maggior parte dei casi, un risultato non entusiasmante.

A volte emergeva comunque l’acidità, nonostante tutto. In altre prove si sviluppava un po’ di amarezza e in generale si riscontrava una perdita di aromi gradevoli come quelli che invece si ritrovavano in filtro con una tostatura chiara.

Chiaramente esistono anche i casi in cui, per caratteristiche intrinseche del caffè o metodi di lavorazione, si ottiene un buon risultato, ma ahimè parliamo di pochi esempi. Ho specificato in precedenza il monorigine. Perché il discorso comincia ad essere e a dare risultati diversi se parliamo di miscele specialty, che regalano una tazza più bilanciata e
cremosa. Dove l’acidità spiccata non deve essere mitigata dalla tostatura molto spinta, ma può essere aggiustata dall’unione di un caffè meno acido per le sue caratteristiche.”

Gli specialty possono davvero prendere piede in un paese di consumatori abituati a tostature molto scure, a miscele con tanta robusta?

Crucitti: “Lo specialty coffee non credo sia destinato alla massa e mi auguro sarà sempre cosi. L’importante è che quei pochi appassionati non vengano allontanati da forzature o da cattive informazioni. Se si affronta il problema con onestà intellettuale, valutando cioè i risultati in tazza in maniera oggettiva e consigliando il metodo di estrazione più adatto in base al caffè, credo si possa ottenere un buon risultato in termini di pubblico e anche di aumento di coffeelovers.”

Esiste un caffè più commerciale che però dia una tazzina pulita, senza difetti?

“Assolutamente si, esistono caffè commerciali con pochi difetti, che superano anche gli 80 punti nel caso dell’Arabica, come anche Robusta puliti e molto aromatici. Da questi possiamo ottenere davvero delle ottime tazze in espresso (forse le migliori), buon corpo, acidità lieve, una buona dolcezza, aromi positivi di pasticceria, una tazza molto apprezzata dal pubblico italiano e non solo.

Dal mio punto di vista dovremmo puntare di più su questo tipo di tazze, per ottenere un buon riscontro sia dal pubblico nostrano che a livello internazionale. Lo specialty deve viaggiare in parallelo e trattato diversamente, magari spingendolo all’assaggio con altri metodi di estrazione, con tostature più adatte che ne esaltano le migliori caratteristiche.”

E quanto dovrebbe costare oggi la tazzina, Crucitti?

“Non amo indicare un prezzo di vendita, perché vorrebbe dire uniformare per l’ennesima volta i bar con un prezzo concordato. Questo perché il costo della tazzina di caffè è legato al servizio che viene offerto, alla location, alla preparazione di chi opera dietro il banco. E meno al costo del singolo chilo di materia prima. Il cliente, nel momento in cui paga, ritiene giusto o sbagliato quello che deve spendere, facendo una somma dell’esperienza che ha vissuto, sia a livello gustativo che personale.”

Il sistema espresso spesso è legato ad un altra consuetudine, ovvero quella del comodato d’uso e dei finanziamenti da parte dei torrefattori: Crucitti, voi lo fate oppure no ed è un limite?

Non lo abbiamo mai fatto e non ce ne siamo mai pentiti, anche se chiaramente a livello di acquisizione dei clienti è una lotta impari. La nostra politica aziendale si è sempre basata sul dare i migliori consigli sia in termini economici che qualitativi. Spieghiamo che questa spesa iniziale (l’acquisto di attrezzature), in futuro si traduce in un grande risparmio e maggiore libertà lavorativa.

Credo che in questo periodo di aumenti del caffè, la prima cosa che salterà, sarà proprio questa piaga. I bar si renderanno ben presto conto che non possono sostenere né un costo alto del chilo del caffè, né rispettare i vincoli ai quali sono legati, né aumentare più di tanto il costo della tazzina di caffè.

Chi riesce a liberarsi avrà qualche speranza di sopravvivere, gli altri moriranno insieme a questo sistema marcio.”

Con il mercato in estrema crisi per la volatilità dei prezzi in Borsa, la vostra torrefazione come sta reagendo? Avete aumentato o avete intenzione di alzare di molto i prezzi?

“Lavoriamo sempre con lo stesso ricarico. Abbiamo spiegato ai nostri clienti qual è la situazione attuale del mercato. E questa trasparenza, unita all’onestà che abbiamo sempre dimostrato in tutti questi anni, ha trovato il riscontro nella comprensione generale. La risposta di quasi tutti i nostri clienti è stata “mi fido di voi, il vostro caffè è buono e non mi interessa se aumenta il costo”.

Questo è un messaggio chiaro, il problema è la percezione che il consumatore ha di quel prezzo.

Alto o basso non esiste, esiste giusto o sbagliato ai loro occhi, in base a quello che vivono e percepiscono e che una ditta riesce a trasmettere. Chiaramente i prezzi non potranno aumentare all’infinito senza conseguenze sui consumi. Credo che ormai siamo quasi arrivati al punto di rottura, in cui il cliente per cause di forza maggiore verrà spinto verso il monoporzionato, più accessibile economicamente.”

Crucitti, lei come vede quindi il futuro dell’espresso italiano?

“Sono fiducioso e credo che il marcio di questo mondo avrà vita breve, gli impreparati chiuderanno e resteranno solo i competenti: abbiamo troppi imprenditori improvvisati.

I baristi non si potranno più permettere di svolgere questo lavoro con sufficienza e senza aver conseguito degli studi.

Ricordiamoci che un espresso sbagliato ad un costo alto corrisponde a un cliente perso e allo stesso modo, chi tenterà di allontanarsi di molto da quelli che sono i gusti medi dei consumatori, ne pagherà comunque le conseguenze.

Chi invece migliorerà le aspettative in tazza dell’utenza, verrà glorificato.

Chi deciderà infine di rivolgersi alla nicchia con gli specialty in espresso, sarà meglio che presti molta attenzione al parere del consumatore e al caffè che sta utilizzando, prima di allontanare anche quei pochi che si sono mostrati incuriositi, come è stato fatto generalmente fino ad oggi.”

Prezzi in calo, ma la filiera brasiliana è sottoposta a uno stress finanziario senza precedenti

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mercati del caffè
Chicchi di caffè tostato (credits: Alexa from Pixabay)

MILANO – Prezzi dei futures in ulteriore ribasso in questa ultima settimana di febbraio. New York ha proseguito nella sua parabola discendente con altre quattro sedute consecutive in territorio negativo. Il contratto per scadenza maggio ha chiuso ieri, giovedì 27 febbraio, a 373,60 centesimi, sempre più lontano dal territorio dei 4 dollari per libbra, nel quale si era mantenuto per oltre una decina di giorni. Londra (maggio) ha iniziato la settimana perdendo $310 tra lunedì e martedì.

Dopo avere recuperato marginalmente nella seduta di mercoledì, il benchmark è tornato ieri in rosso (-$34) terminando la giornata a 5.376 dollari.

Secondo gli operatori del settore, l’inversione di trend osservata da una settimana a questa parte costituisce un prevedibile ripiegamento, dopo i massimi storici precedentemente raggiunti nel corso di questo mese.

Il broker Sucden Financial sostiene che il quadro tecnico lascia intravedere un’ulteriore evoluzione al ribasso nel breve termine. Che non esclude però futuri, nuovi rimbalzi in territorio positivo.

Alcune voci dell’industria – da prendere, come sempre, cum grano salis – ritengono che i prezzi dei futures degli arabica possano arrivare a oltrepassare la soglia dei 5 dollari

Qualcuno ipotizza persino livelli molto più alti citando il caso dei prezzi del cacao, che sono addirittura triplicati nei primi 4 mesi del 2024.

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Evoca Group presenta la nuova filiale commerciale in Olanda

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Tjerry Sanders, country manager di Evoca Nederland B.V. (immagine concessa)

VALBREMBO (Bergamo) – Evoca Group annuncia un traguardo significativo nel suo percorso di crescita con il lancio della nuova filiale commerciale, Evoca Nederland B.V., con sede a Gorinchem, nella provincia dell’Olanda Meridionale. Questa apertura strategica sottolinea l’impegno di Evoca per una crescita dinamica, il rafforzamento delle relazioni e il miglioramento del servizio per i nostri clienti nella regione.

Guidata dal country manager Tjerry Sanders, Evoca Nederland B.V. sarà il punto di riferimento per le attività con i clienti locali. Per supportare ulteriormente i partner, a inizio luglio 2025 aprirà uno showroom di 70mq, dove sarà possibile scoprire le ultime proposte di macchine da caffè professionali e vending sotto i marchi Gaggia, Necta e Saeco.

Lo showroom metterà inoltre in evidenza le eccellenze del Gruppo in termini di sostenibilità, TCO e innovazioni digitali all’avanguardia.

Durante queste prime settimane dall’apertura, le operazioni continueranno normalmente, garantendo un servizio senza interruzioni ai clienti. Seguiranno ulteriori dettagli sull’inaugurazione dello showroom, un’occasione per esplorare l’ampia gamma di prodotti e soluzioni innovative di Evoca.

Per ulteriori informazioni e richieste commerciali, è possibile contattare direttamente Tjerry Sanders (tjerry.sanders@evocagroup.com).

La scheda sintetica di Evoca Group

Evoca Group è un produttore di livello mondiale di macchine da caffè professionali e distributori automatici per il consumo fuori casa, con oltre 90 anni di tradizione nel settore del caffè e della distribuzione automatica. L’ampia gamma di prodotti serve circa
10.000 clienti, portando caffè e prodotti di distribuzione automatica di qualità in hotel, ristoranti, uffici, spazi pubblici e molto altro.

Per maggiori informazioni basta cliccare qui

Moka: boom di ricerche online su idealo per i brand italiani

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La moka Bialetti Express, che molti italiani conoscono (foto dal libro)

MILANO – Sarà il forte sentimento di appartenenza, l’ampia offerta disponibile o piuttosto il brand italiano sinonimo di qualità, a spingere i nostri connazionali a tenere in alta considerazione i prodotti italiani quando si tratta di finalizzare un acquisto. Ciò che è certo è che il legame con l’Italia è molto solido, come rivelato da un’indagine di idealo – portale internazionale leader europeo nella comparazione prezzi – che ha analizzato l’andamento delle intenzioni di acquisto online per le eccellenze italiane sulla propria piattaforma.

L’interesse generale è forte, con tutte le macrocategorie che a gennaio 2025 – rispetto allo stesso mese del 2024 – hanno registrato una crescita delle intenzioni d’acquisto per i brand italiani, con un aumento totale pari al +89,5% (1).

Un maggiore interesse per la moka made in Italy

Non solo, se considerate singolarmente, alcune di esse hanno totalizzato percentuali di crescita ancora maggiori, svelando interessanti preferenze d’acquisto: nel dettaglio, boom di ricerche quando si tratta di giocattoli & gaming di marchi italiani, con una crescita di oltre il +200%, mentre, nel comparto moda & accessori il trend si è fermato al +196%.

moka
(dati: Idealo)

Tuttavia, complici la storia, la cultura e le tradizioni dei territori dello Stivale – dall’artigianato all’arte culinaria -, le macrocategorie mangiare & bere e arredamento & giardino sono quelle per cui i nostri connazionali si dimostrano più fieri in fase d’acquisto. A gennaio 2025 infatti, più della metà (51%) delle intenzioni di acquisto registrate su idealo all’interno della macrocategoria mangiare & bere sono state esclusivamente per brand italiani, che hanno inoltre totalizzato una crescita di interesse del +187,5% rispetto a gennaio 2024.

Nel dettaglio idealo rende noto che, a gennaio 2025, nella top 3 delle categorie con più ricerche online per brand italiani si posizionano delle vere e proprio eccellenze, che hanno contribuito a rendere il nostro paese celebre in tutto il mondo: le capsule & cialde – con il 76% delle ricerche sul totale del comparto – seguite da vino e caffè – rispettivamente pari al 75% e al 49,5%.

Non solo l’universo food

La garanzia di un prodotto nazionale è rilevante anche per i consumatori alla ricerca di complementi e accessori per arredare la propria casa – in particolare la cucina – con grande interesse per elettrodomestici e mobili: a gennaio 2025 le intenzioni d’acquisto per brand italiani nella macrocategoria arredamento & giardino sono infatti cresciute del +118% (rispetto al medesimo periodo del 2024) e rappresentano il 10,5% sul totale del comparto.

Tra le categorie per cui si prediligono i marchi tricolore, come la moka, spiccano le cucine componibili – per le quali le intenzioni d’acquisto solo per brand italiani sono pari all’80% sul totale – ma anche mobili di design come sedie e tavolini (con il 79,5% sul totale) e servizi da tavola – dai set per mise en place uniche agli utensili per la cucina – dove il 49,5% delle ricerche sul totale della categoria sono per brand nazionali.

(dati: Idealo)

Tale interesse trova riscontro anche nel settore dell’elettronica, dove a prevalere sono prodotti tech impiegati per cucinare, preparare e conservare alimenti e bevande, in linea con la tradizione culinaria del Bel Paese.

Secondo quanto emerge dai dati di idealo, a gennaio 2025, si è infatti preferito optare per un prodotto italiano per l’acquisto di caffettiere per la moka – con il 72% di ricerche effettuate per brand tricolori sul totale della categoria – affettatrici – con il 64,5% sul totale – ma anche macchine per sottovuoto (54,5%), macchine da caffè a cialde (46%) e per il pane (45,5%).

Le eccellenze italiane oltre i confini nazionali: tra i trend d’acquisto europei spicca l’interesse per la caffettiera moka, simbolo di italianità anche al di fuori del Bel Paese.

Consapevoli che le preferenze d’acquisto variano significativamente in base al paese, influenzate da numerosi fattori quali abitudini culturali, tradizioni e stili di vita caratteristici di ciascun territorio – alcuni beni di consumo, simbolo dell’italianità, come la moka, sono riusciti nel tempo a guadagnare interesse anche oltre i confini nazionali, suggestionando le abitudini di spesa europee.

Dai dati resi noti da idealo, che ha analizzato le intenzioni di acquisto online per i brand tricolori sul proprio portale internazionale a gennaio 2025(2), emerge infatti che l’Italia rivendica un posto di rilievo nelle case delle famiglie europee, soprattutto in cucina, dove a guidare l’interesse è la caffettiera moka, le cui ricerche per soli brand italiani si rivelano essere pari a ben l’80% (sul totale del comparto) in Francia e al 77% in Regno Unito.

Numeri interessanti anche in Austria, Germania e Spagna – dove rispettivamente il 68%, il 64,5% e il 38% delle ricerche effettuate per la categoria sono per marchi di nazionalità italiana.

In linea con queste preferenze, in Austria si posiziona inoltre nella top 3 dei prodotti tricolori con maggior numero di ricerche anche il macinacaffè mentre, mentre in Germania, spiccano il pressa caffè e la lattiera: tutto l’essenziale per preparare il perfetto espresso, cappuccino o latte macchiato, come insegna la tradizione del Bel Paese, che si conferma ancora una volta solida e capace di estendere la propria influenza e leadership ben oltre i confini nazionali.

Note

1 idealo ha analizzato le intenzioni di acquisto sul proprio portale italiano, in particolare quelle relative ai brand italiani. Periodo: gennaio 2025, messo a confronto con gennaio 2024.

2 idealo ha analizzato le intenzioni di acquisto sul proprio portale internazionale, in particolare quelle relative ai brand italiani. Periodo: gennaio 2025. Paesi: Germania, Francia, Spagna, Regno Unito e Austria.

La scheda sintetica di idealo

idealo è un comparatore prezzi internazionale con un totale di oltre 350 milioni di offerte da circa 50.000 negozi online. L’azienda viene fondata a Berlino nel 2000 e da allora è cresciuta costantemente. Dal 2006 entra a far parte del gruppo editoriale Axel Springer SE (editore anche di Bild Zeitung).

Attualmente è presente in Germania, Austria, Regno Unito, Francia, Italia, Spagna, con sei portali nazionali. Nel corso dei suoi primi 25 anni di attività ha ricevuto eccellenti recensioni e ha vinto numerosi test condotti da enti autorevoli e indipendenti impegnati nella tutela dei consumatori.

Nel 2014 ha ottenuto dall’ente di certificazione tedesco TÜV Saarland il marchio di “comparatore certificato” per la qualità delle informazioni reperibili sul portale e le misure a protezione dei dati degli utenti. idealo mette a disposizione dei propri utenti centinaia di test sui prodotti e opinioni di altri utenti, non limitandosi ad offrire un servizio di comparazione per individuare i prezzi più convenienti, ma ponendosi anche come una guida autorevole e imparziale allo shopping online con schede tecniche, filtri di ricerca avanzati e recensioni di esperti.

Circa 1000 persone provenienti da oltre 60 nazioni lavorano nella sede di Berlino. idealo è una partecipazione di maggioranza di Axel Springer SE.

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Chef Express e Roadhouse, dalla cucina ai motori: il progetto sugli oli vegetali

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Chef Express e Roadhouse per la sostenibilità (immagine concessa)

BOLOGNA – Crescono ancora gli oli vegetali esausti (OVE) che dalle cucine del gruppo Cremonini finiscono nei motori come biocarburante per alimentare la transizione ecologica della mobilità personale. Nel 2024, infatti sono salite a oltre 133 le tonnellate di OVE trasformate in biocarburante grazie alla collaborazione con il Gruppo Hera, con un incremento del 4% rispetto all’anno precedente.

Il progetto riguarda 220 punti ristoro Chef Express, Roadhouse, Calavera e Wagamama distribuiti su tutto il territorio nazionale, con una più forte concentrazione in Lombardia, Lazio, Piemonte, Emilia-Romagna e Veneto.

Un processo certificato

Il processo inizia con separazione e stoccaggio degli oli di scarto nelle cucine di ogni ristorante da parte di personale appositamente formato da Cremonini.

Tali scarti (ad esempio, gli oli di frittura) sono poi prelevati da Hera nei ristoranti e sottoposti a un pretrattamento secondo i rigidi parametri di qualità della Multiutility, che consente poi l’ingresso nelle bioraffinerie, dove avviene la trasformazione in biocarburante.

Hera, inoltre, cura trasparenza e tracciabilità dell’intero percorso, certificato da un istituto indipendente secondo lo standard AFNOR XP X30-901, il principale riferimento internazionale per l’implementazione di un sistema di gestione per progetti in ambito economia circolare.

L’impatto in termini di riduzione delle emissioni

L’utilizzo di biocarburanti prodotti da oli alimentari esausti ha permesso nel 2024 una riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra lungo l’intera filiera di produzione del biocarburante di circa l’83% rispetto al carburante fossile di riferimento per i trasporti, con una mancata emissione di 378 tonnellate equivalenti di CO2 (rispetto alla medesima produzione da fonti fossili).

Renato: “un’attività che migliora autonomia energetica e sostenibilità dei trasporti”

“Il progetto, pienamente coerente con l’impegno sulla decarbonizzazione previsto dal piano industriale del Gruppo Hera, parte da un presupposto rilevante: in Italia il 35% degli oli vegetali esausti, pari a oltre 100 mila tonnellate, viene generato da industria alimentare, ristorazione e artigianato”, spiega Giulio Renato, direttore Centrale Servizi Ambientali e Flotte Hera. “Dunque attività come queste valorizzano un potenziale ancora in buona parte da dispiegare per migliorare autonomia energetica e sostenibilità dei trasporti nel Paese”.

Castellano: “con Hera collaborazione più vasta per migliorare le performances ambientali”

“Per Chef Express l’impegno a migliorare le performances ambientali rientra nell’idea stessa di qualità e sicurezza che vogliamo offrire ai clienti”, afferma Sergio Castellano, chief quality & ESG officer di Chef Express. “E’ per questo che il recupero degli oli vegetali esausti, si inserisce nel quadro di una più ampia collaborazione del Gruppo Cremonini con il Gruppo Hera sull’economia circolare, che prevede, fra le altre cose, anche la produzione, dagli scarti organici, di biometano utilizzato per alimentare reti di trasporti pubblici”.

LMDV Hospitality Group di Leonardo Maria Del Vecchio acquisisce il Gruppo Twiga da Flavio Briatore e apre un nuovo locale a Milano

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Leonardo Maria del Vecchio, founder e presidente di Triple Sea Food, con l'imprenditore Flavio Briatore (immagine concessa)

MILANO – LMDV Hospitality Group, la nuova capogruppo per il business dell’accoglienza a 360° nella holding di Leonardo Maria Del Vecchio, annuncia ufficialmente l’acquisizione del 100% del Gruppo Twiga, rafforzando la propria presenza nel settore della ristorazione e dell’hospitality.

Dalla fusione tra Triple Sea Food (che detiene i 3 brand Casa Fiori Chiari, Trattoria del Ciumbia, Vesta) e Twiga (parte del Gruppo Majestas di Flavio Briatore e Francesco Costa), infatti, nasce il nuovo gruppo LMDV Hospitality che gestirà l’intero business dell’ospitalità per LMDV Capital avviando un ambizioso piano di espansione.

Il locale a Forte dei Marmi (immagine concessa)

“L’acquisizione del Gruppo Twiga rappresenta un passo fondamentale per la crescita di LMDV Hospitality. Questo progetto non è solo un investimento, come il Twiga non è solo un brand, ma un impegno a valorizzare e ridefinire l’hospitality in Italia e all’estero” ha dichiarato Leonardo Maria Del Vecchio, presidente di LMDV Capital e di LMDV Hospitality.

“Twiga è stata un’icona dell’intrattenimento di lusso e uno dei brand più prestigiosi del nostro Gruppo. Oggi è arrivato il momento di affidarlo a una realtà capace di valorizzarne il futuro con una visione ambiziosa e strutturata”, dichiara Flavio Briatore. “LMDV Hospitality ha il potenziale per portare Twiga a un nuovo livello, rispettandone il DNA e aprendo la strada a nuove opportunità di crescita. Auguro a Leonardo Maria e al team di Triple Sea Food un futuro ricco di meritati successi”, conclude Briatore.

Il Gruppo ha una visione estetica specifica per la completa trasformazione dei locali Twiga e, per realizzarla, ha ingaggiato l’architetto Stefano Belingardi – per le location di Montecarlo e Porto Cervo – e lo studio Fanti Bozzetti Menegon per Forte dei Marmi.
A Forte dei Marmi, l’attuale ristorante Vesta si trasferirà all’interno del Twiga, mentre il precedente spazio che lo ospitava diventerà il nuovo stabilimento balneare Casa Fiori Chiari.

I tavoli all’esterno a Forte dei Marmi (immagine concessa)

In Sardegna, l’ex Billionaire verrà convertito in un nuovo Twiga, all’interno del quale sorgeranno due ristoranti: Casa Fiori Chiari e Vesta. Anche Montecarlo e Baia Beniamin vedranno l’inserimento del brand Vesta come ristorante all’interno dei Twiga, consolidando la sinergia tra i marchi del gruppo.

Marco Talarico, amministratore delegato di LMDV Capital e amministratore unico di LMDV Hospitality, ha aggiunto: “LMDV Hospitality non è solo un gruppo in espansione, ma una visione ambiziosa che sta ridefinendo gli standard dell’ospitalità in Italia e nel mondo. Dopo aver costruito un’identità solida con Triple Sea Food, fondata su qualità e innovazione, ora acceleriamo il nostro percorso con l’integrazione di Twiga, icona del luxury entertainment”.

Talarico aggiunge: “Questa operazione non è una semplice acquisizione, ma l’inizio di una nuova era: ristorazione, intrattenimento e lifestyle si fondono per creare destinazioni iconiche, in grado di dettare tendenze e attrarre un pubblico internazionale. Presto la Versilia vivrà una trasformazione epocale e nuove aperture rafforzeranno la nostra presenza su scala globale. Stiamo costruendo qualcosa di unico: un gruppo italiano che non si limita a crescere, ma che punta a essere un riferimento nel panorama internazionale dell’hospitality.”

L’acquisizione rappresenta una grande opportunità anche per il personale del gruppo, che conta oltre 600 professionisti, garantendo continuità occupazionale e nuove prospettive di crescita per i dipendenti.

LMDV Hospitality Group punta su una gestione improntata al rafforzamento e alla sinergia tra i brand. Questa strategia di consolidamento trova una concreta manifestazione nell’apertura a settembre di un nuovo Twiga a Milano, una mossa che espande la presenza del gruppo nel capoluogo lombardo.

Bialetti apre due nuovi punti vendita a Milano e Biella

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Lo store di Bialetti a Milano (immagine concessa)

MILANO – Bialetti, storico marchio italiano e punto di riferimento per la cultura del caffè, annuncia l’apertura di due nuovi punti vendita a Milano e Biella. Questa iniziativa si inserisce in una più ampia strategia di sviluppo del brand, finalizzata a consolidare la propria presenza nei centri urbani e a garantire ai consumatori un’esperienza d’acquisto distintiva e qualificata.

I nuovi store di Bialetti

Il nuovo store di Milano sorge in Corso Vittorio Emanuele 15, una delle vie più prestigiose e frequentate della città. Il punto vendita è stato pensato come uno spazio elegante e raffinato, dove la tradizione e l’innovazione si incontrano per celebrare l’autentica esperienza del caffè italiano.

L’allestimento della campagna di lancio del nuovo negozio è stato progettato in collaborazione con Tony Pignatelli Studio, e il concept dello store guida i visitatori in un viaggio sensoriale che esalta il rituale della preparazione del caffè, attraverso la selezione di miscele pregiate e la possibilità di ricevere consulenze personalizzate dagli esperti Bialetti.

Grande attenzione viene dedicata alla collezione di caffettiere della linea Exclusive e alla linea Dolce&Gabbana, a cui è stata riservata una vetrina speciale in occasione dell’inaugurazione.

Parallelamente, Biella accoglie un nuovo store situato in pieno centro storico, in via Italia all’angolo con via XX Settembre. Un’apertura che segna un cambiamento significativo per il brand, che trasferisce il suo punto vendita dal centro commerciale “Gli Orsi” direttamente nel cuore della città, contribuendo alla valorizzazione e al rilancio del tessuto commerciale locale.

L’interno dello store Bialetti a Milano (immagine concessa)

Il nuovo negozio offre ai clienti un’ampia selezione di prodotti iconici, dalla celebre Moka Express alle miscele di caffè più pregiate, creando un punto di riferimento per gli appassionati di caffè.

Enrico Segner, chief commercial officer di Bialetti Retail, sottolinea l’importanza di questo doppio traguardo: “Queste due nuove aperture rappresentano un passo significativo nella nostra strategia di crescita. Milano ci offre una vetrina esclusiva per consolidare la nostra presenza in una delle capitali mondiali dello shopping, mentre Biella ci permette di riaffermare il nostro impegno nel sostenere i centri urbani e la loro vitalità commerciale. In entrambi i casi, vogliamo offrire un’esperienza d’acquisto di alta qualità, celebrando il rito tradizionale italiano del caffè con uno sguardo sempre rivolto al futuro.”

Questa apertura è particolarmente significativa per Milano, in quanto rappresenta il secondo negozio Bialetti nella città, dopo quello di Piazza Duomo 17. Con questa nuova aggiunta, Bialetti continua a rafforzare la propria presenza in un contesto cosmopolita, confermando la città come una location chiave per il brand.

Attraverso questa doppia inaugurazione, Bialetti conferma la propria strategia di espansione e il costante impegno nella promozione dell’autentica esperienza del caffè italiano, coniugando artigianalità, innovazione e legame territoriale.

La scheda sintetica di Bialetti Industrie

Bialetti Industrie S.p.A. è una realtà industriale leader in Italia e tra i principali operatori nei mercati internazionali, cui oggi fa capo il marchio di lunga tradizione e assoluta notorietà come Bialetti.

La società opera nella produzione e commercializzazione di prodotti rivolti all’houseware e, in particolare, con il marchio Bialetti nel mercato di prodotti per la preparazione del caffè come caffettiere tradizionali, caffettiere elettriche e macchine elettriche per il caffè espresso oltre che moltissime referenze di caffè, tutte prodotte nella propria torrefazione di Coccaglio.

Bialetti è un’icona del “gusto italiano” nel mondo, espressione di creatività e design che unisce qualità, sicurezza e innovazione tecnologica. La Società nello svolgimento della propria attività è impegnata in una costante ricerca dell’eccellenza, adottando allo stesso tempo una strategia che consideri le responsabilità sociali e ambientali dell’impresa.