lunedì 15 Aprile 2024
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Mary Mauro: ecco la mental coach della campionessa mondiale Manuela Fensore

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MILANO – Ancora sulla scia della recente vittoria dei campionati mondiali di Latte Art, con un primo posto conquistato da Manuela Fensore, ecco la testimonianza di chi, questo traguardo, l’ha vissuto in diretta. Parte del team che ha portato la due volte campionessa nazionale e ora mondiale, è Mary Mauro. Una delle “donne del caffè” che ha fondato la torrefazione 7gr di Milano. E ora, può affermare di esser salita anche lei sul podio di una sfida internazionale.

Mary Mauro: 7Gr è una piccola azienda familiare, che ha voluto sostenere un’impresa mondiale. Com’è nata questa collaborazione?

“In modo molto naturale: conosciamo da tempo Manuela Fensore e Carmen Clemente. Una coppia incredibile dal punto di vista umano e che abbiamo seguito dagli inizi dell’evoluzione di Manuela come professionista della Latte Art.

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Da sinistra a destra: Chiara Bergonzi, Manuela Fensore, Mary Mauro e Carmen Clemente

Avendo inoltre un rapporto professionale consolidato sin dal 2012 con Chiara Bergonzi, quando lei ha accettato di prepararla per i Campionati mondiali il passo per un lavoro di squadra a tutto tondo è stato semplice.

Aldilà delle indiscusse capacità tecniche di Manuela, quello che ci ha trascinato è la sua incredibile determinazione, il suo perfezionismo e – cosa più importante – la sua umiltà. Credo che questo riconoscimento sia arrivato soprattutto grazie a quest’ultima sua qualità. Che le ha consentito di rimanere con i piedi per terra mentre, mattoncino dopo mattoncino, seguita da una trainer di eccezione come Chiara, ha raggiunto la vetta del mondo. Battendo dei veri miti di questa disciplina.”

Com’è stato lavorare tutti assieme, come un grande organismo composto da un team di donne?

“E’ stato bellissimo e anche divertente. Ognuno di noi ha svolto la propria parte con grande complicità. Affiancando il lavoro di preparazione, soprattutto dal punto di vista organizzativo e di comunicazione. Anche durante il Campionato è stato così. Durante il warm-up (la mezz’ora quotidiana di allenamento alla gara) e la snervante attesa dei risultati nel tardo pomeriggio.

Anna, che non è potuta essere fisicamente con noi, era come se fosse lì. Proprio grazie alla tecnologia e alle lunghe video chiamate quotidiane. Il fatto di essere tutte donne ha sicuramente aiutato a sdrammatizzare i momenti più difficili con il pragmatismo e il cuore. Senza filtri e dirette sull’obiettivo.”

Nessuno di noi dava per scontato il risultato

L’emozione della vittoria

Continua Mary Mauro. “Ma probabilmente dentro ognuna di noi – man mano che Manuela finiva le sue performances – la speranza di poter superare le nostre aspettative si rafforzava sempre di più. Stavamo tutti puntando al cielo e la nostra piccola stella era destinata a brillare.”

Specialty coffee e Latte Art: due tendenze future del caffè, riunite nella sede di 7gr. Qual è il filo conduttore?

Ancora Mary Mauro.”Il filo conduttore è la conoscenza, la continua formazione sul prodotto e sulla capacità di rappresentarlo al meglio. Con trasparenza e credibilità. La Latte Art ha il compito di avvicinare al nostro mondo – grazie al suo incredibile potenziale di comunicazione – i neofiti e gli appassionati. E spesso rappresenta un grimaldello formidabile per l’inizio di un percorso di formazione.

Nel nostro Coffee Studio, molti dei più bravi ragazzi che abbiamo formato, hanno iniziato da lì. Per poi capire che dietro ad uno splendido cappuccino c’è un mondo ancora più affascinante da scoprire e comunicare.”

Manuela Fensore l’ha definita la sua “mental coach”: in che cosa è consistito il suo lavoro per la competizione mondiale?

“Quando Manuela mi ha chiamato per chiedermi di affiancarla come coach durante i mondiali qualche mese fa, non avevo chiaro quello che avrei dovuto e potuto fare oltre a supportarla nella lingua durante le delicate fasi di briefing e organizzative. Per me è stata la prima volta e sinceramente non avrei mai immaginato che da lì a poco, avrei vissuto una delle esperienze più incredibili della mia vita. Sia sotto il profilo professionale che umano.

Il mio contributo è stato soprattutto quello di scaricare l’ansia da prestazione durante la preparazione della gara. Avendo (purtroppo) un bel po’ di anni in più di Manuela, ho cercato di farle capire quali fossero i rischi di una tensione eccessiva. E, soprattutto, aiutarla nell’essere semplicemente se stessa.

Ho cercato di darle sicurezza quando era necessario e contemporaneamente tenerla con i piedi per terra. Il lavoro di team ci ha consentito una perfetta sincronia tra momenti di grande auto-ironia per scaricare la tensione e massima concentrazione nel preparare il carrello da gara e il training quotidiano.

Mary Mauro ha creato un mix delicato

“Del quale mi sono assunta la responsabilità e che mi ha tenuta incollata a lei per tutta la competizione fino alla proclamazione. Dove abbiamo stabilito un contatto di sguardi – ripetendo un rituale utilizzato nei momenti di maggiore stress – man mano che venivano chiamate le posizioni fino alla più importante. Il cuore batteva fortissimo, si sentiva quasi il rumore.”

E’ vero che ha curato il discorso di presentazione in inglese, per la performance di Manuela Fensore sullo stage?

Mary Mauro, la “porta voce” di Manuela Fensore

“Parlare in una lingua che non è la tua, durante la performance in un contesto di questa importanza è tutt’altro che cosa semplice. Quando Manuela mi ha inviato la bozza, insieme a Chiara abbiamo ragionato sui tempi di esposizione e su quelli che erano gli elementi essenziali da comunicare ai giudici.

Manuela ha poi dovuto sentire suo lo speech e questo ha comportato un ultimo fine tuning della presentazione. Ogni suo disegno portava oltre alle sue incredibili capacità tecniche, una descrizione di se stessa. Per cui la scelta dei termini per descriverli ha comportato una ricerca che fosse veritiera e diretta. Siamo molto felici del risultato. Credo infatti che la sua esposizione abbia rappresentato uno dei fattori più importanti della gara. Manuela è stata, naturale, credibile ed efficace come nessuno.”

E poi l’abbiamo anche vista di fronte alle telecamere, per aiutare Manuela Fensore a confrontarsi con il presentatore e il pubblico: com’è stato esser la sua porta voce?

“Molto bello ed emozionante, probabilmente non avrebbe avuto bisogno, ma essere lì con lei le ha dato sicurezza e io ho cercato di trasmettere parola per parola la sua emozione e soprattutto l’orgoglio di essere su quel palcoscenico. Da parte mia è stato un onore affiancarla; potermi congratulare per la performance per prima; stringerle forte la mano e sentire l’entusiasmo del pubblico davanti al suo sorriso che illuminava il palco.”

Un bilancio di questi mesi di preparazione: lo rifarebbe?

“Certamente sì, nonostante la voce che “ho lasciato” a Berlino al momento della proclamazione. Si potrebbe scrivere un libro sul percorso che l’ha portata a vincere il Wlac 2019.

Penso che Manuela meriti profondamente questo risultato e non solo perché ha dimostrato di essere la più brava. Sin dai preliminary girando per la fiera, la fermavano tutti per complimentarsi e chiederle un autografo. E dopo la proclamazione c’è stata una processione di gente che andava a complimentarsi dai grandi campioni e star come Dritan Alsela a tutti i membri dello staff nel backstage che hanno avuto modo di conoscerla durante la meticolosa preparazione della gara.

Mi ha fatto una tenerezza infinita guardare i suoi occhi increduli di fronte a tutto l’entusiasmo che aveva intorno e al boato del palcoscenico ogni volta che veniva chiamata in pedana. Manuela ha dato a tutti noi e al movimento Sca Italia una visibilità incredibile diventando una star del World Coffee Events.

E interrompendo il monopolio asiatico in questa disciplina, ma per noi tutti che abbiamo avuto il privilegio di starle vicina a Berlino e anche per chi l’ha seguita da casa in streaming, ha rappresentato un esempio di tenacia, semplicità e cuore molto raro; impossibile da dimenticare e per il quale tutti dobbiamo esserle grati.”

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