sabato 20 Aprile 2024
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Maltoni: il collezionista di macchine espresso che diffonde la cultura del caffè

Enrico Maltoni ci guida nel particolare mondo dei collezionisti delle macchine per espresso: da dove è partito e dov'è arrivato questo universo nutrito dalla passione per il caffè, che tocca anche l'evoluzione dell'Italia

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MILANO – Riportiamo un terzo interessante intervento di Enrico Maltoni, raccolto sempre in occasione dell’evento dedicato al caffè, il Milano Coffee Festival.

Attorno alla sua attività di autore e alla sua collezione, Enrico Maltoni sta tentando di costruire una sorta di network tra i collezionisti di macchine espresso, in tutta Europa.

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Maltoni ci guida nel mondo del collezionismo

Che cosa si può dire rispetto a questo mondo al giorno d’oggi?

“Sono molto sorpreso dalla situazione odierna. Perché mi aspettavo una crescita, ma non di questa entità. Io ho iniziato come collezionista nel 1988 e ancora alla fine degli anni 90, ero l’unico.

Eravamo pochissimi a collezionare macchine per espresso. Il primoè stato Sir Adams. Un pionere di Londra che ha aperto il primo museo di questo tipo. Purtroppo è scomparso di recente. E’ stato lui un po’ l’apripista del collezionismo in Europa. ”

Negli ultimi 15/10 anni

“Il numero dei collezionisti oggi, è aumentato. Siamo amici e non concorrenti. Infatti, abbiamo instaurato un rapporto di collaborazione.

I collezionisti, i 5 più importanti, si trovano in Germania. Poi esiste un collezionista olandese che vive in Inghilterra. Due in Cina e uno in Australia. Infine, uno dei più forti, che si trova in America.”

Su che base un cinese colleziona macchine per espresso?

“Il caso cinese è emergente. Ha iniziato solo da 5 anni, ma ha importanti risorse economiche alle spalle. Gli ho chiesto il motivo che lo ha spinto nella sua passione e lui mi ha risposto: “I love coffee, I love Italy“. Nella vita, lui costruisce sistemi idraulici per lo Stato.”

In Italia Enrico Maltoni con Maurizio Cimbali, ha dato vita al Mumac.

Oltre a questo museo, in Italia cosa c’è?

“Di recente è stato aperto il museo Lavazza, che racconta tutta la filiera del caffè. Esiste una sezione dedicata all’espresso che io ho curato personalmente.

Al suo interno c’è la prima macchina di Moriondo, che ho ricostruito io in base al brevetto, all’interno del mio laboratorio. La prima macchina bar costruita da un italiano a fine 800.”

Per un coffeelover, che senso ha visitare ad esempio, il Mumac?

“Il Mumac ha un grande vantaggio, ovvero che non è solo un museo sulle macchine del caffè. Infatti nelle sue sale, espone anche un po’ tutto il 900 italiano. Quindi il visitatore percepisce lungo tutto il percorso espositivo, anche l’evoluzione del nostro Paese.

All’interno del contesto di ogni sala, è possibile approfondire gli aspetti storico-politici attraverso dei monitor che abbiamo impostato. E’ possibile seguire i mutamenti storici anche attraverso le coreografie che introducono in sei epoche diverse.

Infatti abbiamo suddiviso l’ambiente in sei sale che illustrassero le diverse evoluzioni che hanno caratterizzato il Paese in 100 anni.”

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