giovedì 11 Aprile 2024
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Nespresso. Intervista a Eleonora Abbagnato nuova testimonial della campagna italiana

Nespresso per la nuova campagna italiana ha arruolato non uno, ma ben cinque testimonial speciali: una fashion influencer, un artista, un collezionista di libri antichi, la cantante Nina Zilli e l'étoile Eleonora Abbagnato. E proprio alla ballerina abbiamo chiesto di parlarci del rito legato al caffè preferito e le sfide che affronta una donna che ricopre un ruolo importante come quello di direttrice del Ballo del Teatro dell'Opera di Roma

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La nuova campagna italiana Nespresso (nespresso.com), ideata dall’agenzia McCann, ha arruolato ben cinque testimonial dai talenti molto speciali: la fashion influencer Daniela Zuccotti, l’artista Paolo Troilo, il collezionista di libri antichi Lorenzo Reato, la cantante Nina Zilli e l’étoile Eleonora Abbagnato (FOTO).

Ogni protagonista di questa squadra speciale ha raccontato come vive il caffè, il rituale che si è creato con il Grand Cru preferito, le affinità con il proprio carattere e stile di vita.

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Abbiamo intervistato Eleonora Abbagnato, rubando un po’ del suo preziosissimo tempo fra una prova e l’altra per l’inizio della stagione del Teatro dell’Opera di Roma, dove da un anno è direttrice del Ballo.

Qual è il suo rituale della mattina e con chi lo vive?
Uno di sicuro è quello del caffè. Semplice, senza nient’altro, mi piace condividerlo, prima che si sveglino anche i bambini, con Federico (il marito Federico Balzaretti, ndr) che al caffè accompagna invece una colazione davvero abbondante. Da vero sportivo.

Come riesce a far convivere carriera e famiglia?
Una famiglia allargata, con un totale di 4 figli, come la nostra e delle carriere impegnative si gestiscono solo con tanta, tanta organizzazione. In questo sono un po’ tedesca (ride, ndr). O forse sono semplicemente una ballerina, vista la disciplina enorme richiesta a chi intraprende questa arte.

Mattino a parte, quando è il momento giusto per bere un caffè e con chi lo condivide?
ll momento del caffè è anche un’occasione di riflessione e condivisione che vivo più volte al giorno, con persone diverse. Addirittura in città diverse, ho una macchina Nespresso: a Roma, a Parigi, a Palermo, in camerino…sono decisamente una bevitrice di caffè e lo condivido con chi amo, con i collaboratori, con gli amici.

Quali sono le bellezze e quali le difficoltà dell’importante ruolo che riveste a Roma?
La difficoltà…non mi piace parlarne, mi concentro sempre sulle cose belle. Questo è il mio primo anno da direttrice del Ballo dell’Opera di Roma, sono orgogliosa della compagnia che è molto giovane, della rivoluzione che ho apportato con il mio staff, portando i miei maestri. Il bilancio quindi è assolutamente positivo, abbiamo avuto un grande successo con “Lo Schiaccianoci”, uno spettacolo totalmente sold out, e abbiamo registrato il record degli incassi con la stagione 2015/16.

Qual è la sua città del cuore? Ce ne è una che conosce poco e in cui vorrebbe vivere per un po’?
Ogni città ha per me un’importanza particolare. A Palermo dove sono nata ci sono le mie radici. Qui a Roma ci sono mio marito, è la sua città, e il Teatro dell’Opera, sono davvero molto legata a questi ragazzi con cui lavoro. E poi c’è Parigi, con la danza al Ballet de l’Opéra. Sinceramente, essendo sempre in viaggio, non sono curiosa di vivere altrove, mi basta dividermi già tra queste tre bellissime città.

Quali sono i prossimi progetti?
Il prossimo, bellissimo progetto, è la prima italiana de “Il Lago dei Cigni”, a Roma il prossimo 27 settembre. Poi l’apertura della nuova stagione a Parigi, dove ballerò anche con con Jirí Kylián. E ancora il rito natalizio con Lo Schiaccianoci di Giuliano Peparini all’Opera di Roma …Gli appuntamenti e le sfide saranno tanti e tutti entusiasmanti!

Ci lascia un consiglio per chi volesse seguire i suoi passi?

Ci vogliono amore e tanta passione per questo lavoro. Ma l’aspetto che sta diventando più raro e che invece è fondamentale per poter riniziare sempre e non arrendersi mai è lo spirito di sacrificio. La danza è soprattutto disciplina e i giovani di oggi trovano più difficile adattarsi a questa regola.

 

 

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