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ICO REPORT – La pioggia in Brasile fa scendere i prezzi, ma non risolve i problemi

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MILANO – Le piogge in Brasile avranno anche contribuito a sbollire i bollenti spiriti speculativi, ma le previsioni produttive per l’annata caffearia in corso rimangono negative.

Così l’incipit del report mensile Ico diffuso nel tardo pomeriggio di giovedì. L’andamento dei prezzi ha subito, a novembre, una brusca inversione di tendenza consumando buona parte dei guadagni conseguiti a ottobre.

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Rimane tuttavia la prospettiva di un deficit di produzione a livello mondiale. Il report cita, in particolare, le previsioni iniziali di Conab (la prima stima ufficiale sarà diffusa appena a gennaio), che calcola in 6 milioni di sacchi il minor raccolto brasiliano di arabica per il prossimo anno.

Gli incrementi dei raccolti probabili in Colombia e in alcuni paesi centro americani (dove la migliore gestione della ruggine del caffè dovrebbe consentire un parziale rilancio) ovvieranno in parte alla caduta produttiva brasiliana, ma non la compenseranno del tutto.

Sul fronte dei robusta, le stime sul raccolto vietnamita in corso continuano a offrire indicazioni, in parte, contrastanti. Vicofa (l’associazione vietnamita dei produttori di caffè e cacao) gioca – come sempre – al ribasso e anticipa un calo del 20% sull’annata precedente, dovuto alla siccità e all’invecchiamento degli arbusti.

Anche alcune fonti private – tuttavia – hanno ridimensionato le loro stime, sebbene in modo meno drastico. È il caso di Volcafe, che prevede ora un raccolto da 27,4 milioni di sacchi, contro una precedente stima di 28,5 milioni. Le prospettive appaiono incerte anche per l’Indonesia. L’andamento al rallentatore dell’export recente sembrerebbe infatti suggerire un ulteriore calo nella produzione.

La media mensile dell’indicatore composto arretra del 6,2% scendendo a 162,17 cents per libbra. Le variazioni negative più marcate riguardano gli indicatori degli arabica, con colombiani dolci, altri dolci e brasiliani naturali in calo, rispettivamente, del 7,3%, 7,1% e 7,9%.

Più contenuta la flessione dei robusta (-1,6%). Gli indicatori di New York e Londra segnano, nell’ordine, un -8,5% e un -2%.

La calma relativa dei mercati si riflette anche nell’indice di volatilità (6,6%), che scende ai minimi dall’inizio dell’anno solare e risulta fortemente ridimensionato rispetto a ottobre (9,5%).

L’indicatore giornaliero Ico è oscillato tra un minimo di 158,06 cents, il 7 novembre, e un massimo di 167,83 cents, il 19 novembre. L’ulteriore andamento nel corso della prima decade di questo mese è stato quasi costantemente al ribasso, sino al minimo di 152,87 cents registrato il 10 dicembre.

Sul fronte dei consumi, i segnali sono contrastanti. Il report osserva che i dati Eurostat, relativi al primo semestre dell’anno solare 2014, evidenziano un calo dell’import dei 28 paesi dell’UE dell’1,1%, per un totale di 22,6 milioni di sacchi importati.

L’Ico sottolinea comunque come tale cifre siano provvisorie e vadano dunque prese con il beneficio di inventario. È bene osservare – aggiungiamo noi – che alcuni paesi dell’UE – tra i quali l’Italia – hanno registrato, nel lasso temporale sopra descritto, andamenti positivi. Stando a quanto emerso nel convegno di apertura di Triestespresso Expo, l’import degli ultimi 12 mesi del nostro paese avrebbe raggiunto, già nel corso del 2014, il traguardo storico dei 9 milioni di sacchi

Moderatamente positiva l’evoluzione negli Usa e in Giappone, dove i consumi apparenti sono cresciuti, sempre nei primi due trimestri, rispettivamente dell’1,8% e del 2,7%. Complessivamente, questi 3 mercati, che contano per circa la metà dei consumi mondiali, crescono sul semestre dell’anno precedente di un modesto 0,2%.

Positivi i dati relativi ai nuovi mercati, che dovrebbero confermare (con la possibile eccezione della Russia) i favorevoli trend recenti, al pari dei paesi produttori. Per qualsiasi valutazione precisa e attendibile sull’entità dei consumi mondiali dovremo comunque attendere il prossimo anno, viste le annose difficoltà nel reperimento dei dati dai singoli paesi.

Concludiamo – come di consueto – con lo stato delle scorte. Si evidenzia, a tale proposito, il forte reintegro degli stock Liffe, risaliti a novembre a 2,1 milioni di sacchi, contro un minimo storico di soli 274.000 sacchi toccato lo scorso aprile.

Nello stesso arco temporale, le giacenze nei magazzini certificati dell’Ice Futures US sono scese da 2,9 a 2,6 milioni di sacchi. Viste le previsioni produttive sopra delineate per quanto riguarda gli arabica, tale flessione appare destinata a proseguire nei mesi a venire.

Il raccolto mondiale per l’annata in corso viene stimato preliminarmente dall’Ico in 141 milioni di sacchi: oltre 4 milioni di sacchi in meno rispetto al volume record di 145,202 milioni di sacchi raggiunto nel 2013/14.

Nel prossimo report, l’Ico fornirà un riepilogo completo della produzione mondiale nell’annata caffearia trascorsa, nonché una prima stima dettagliata per il 2014/15.

Potete scaricare il pdf (in lingua inglese) del report a questo link.

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