giovedì 11 Aprile 2024
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Istituto dei tumori e Fondazione Veronesi indicano al Parlamento di vietare il fumo nei dehors

Una campagna, inizialmente posta all'attenzione del sindaco Sala, con la quale si chiede a questi di estendere anche alle aree esterne di bar e ristoranti, appunto, quel divieto di fumare all'aperto che il Primo Cittadino ha, con regolamento comunale, applicato a svariati luoghi quali parchi pubblici, fermate del bus ed impianti sportivi.

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MILANO – Potrebbe arrivare una svolta importante per i pubblici esercizi che in un futuro non troppo lontano dovrebbero vietare di fumare nei dehors ai clienti: un po’ come già succede in altre parti del mondo, anche nei bar e locali seduti fuori, potrebbe esser presto vietato accendere una sigaretta in mezzo agli altri avventori. Una proposta che arriva dall’Associazione Ideal, dall’Istituto dei tumori e dalla Fondazione Veronesi, che potrebbe esser accolta dallo stesso Parlamento. Leggiamo i dettagli dall’articolo di Giuseppe Fortunato su skyvape.it.

Fumare ai tavolini esterni di ristoranti e bar, una “pratica” alquanto comune che potrebbe divenire presto “illegale”

Ebbene si, perchè, secondo indiscrezioni, il Parlamento potrebbe ben presto prendere in carico l’imput di associazione Ideal, Istituto dei tumori e Fondazione Veronesi in ordine alla particolare proposta.

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I tre soggetti, nel dettaglio, hanno lanciato una campagna denominata “Milano come New York: vietiamo il fumo fuori dai locali pubblici”

Una campagna, inizialmente posta all’attenzione del sindaco Beppe Sala, con la quale si chiede a questi di estendere anche alle aree esterne di bar e ristoranti, appunto, quel divieto di fumare all’aperto che il Primo Cittadino ha, con regolamento comunale, applicato a svariati luoghi quali parchi pubblici, fermate del bus ed impianti sportivi.

Ma non è tutto.

La “volontà” dei tre soggetti potrebbe, infatti, ben presto valicare lo stretto ambito di Milano ed approdare, come detto, all’attenzione delle Camere divenendo la sostanza di una vera e propria proposta di legge.

La Costituzione italiana, del resto, consente anche ad un solo membro di Senato o Camera dei Deputati di farsi promotori di una iniziativa legislativa. Quanto al dettaglio della possibile norma, come detto, la stessa poggia su una motivazione di chiara ed evidente tutela della pubblica salute: sebbene in contesti “open air”, infatti, i tavolini esterni di bar e ristoranti sono punti dove il fumo passivo può rappresentare disturbo e danno.
La distanza tra le sedute di differenti tavolini, infatti, è spesso ridotta, per ovvie questioni di spazio, e la nube espirata può viaggiare anche a diversi metri di distanza raggiungendo un incolpevole avventore non fumatore.

Già diverse metropoli internazionali – quali la già citata New York e Tokyo – hanno vietato di fumare in tali situazioni

Divieti che pre-esistono all’era Covid e che, quindi, nascono prima dell’esigenza di tutelare dalla diffusione virale. Quanto alle vicende nostrane, si resta alla finestra in attesa di “nuove”: si ricorda come un precedente tentativo di vietare tale “pratica” all’aperto (il disegno di legge Auddino) sia rimasto impantanato nelle stanze del Senato senza mai decollare.

Si trattava, in quel caso, però, di una istanza molto più radicale – che riguardava anche le sigarette elettroniche – e che si rivolgeva, praticamente, a tutti i contesti pubblici all’aperto.

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