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COLOMBIA – Continua la protesta dei produttori iniziata lunedì scorso

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Critiche dalle opposizioni al presidente Santos che accusa le Farc di avere infiltrato dei propri uomini tra i manifestanti. Netta la dissociazione della Federazione dei produttori che difende l’operato del governo e i risultati ottenuti con l’Accordo per la prosperità caffearia. Infine, sostegno a Fedecafé anche dal direttore esecutivo Ico Robério Oliveira Silva

MILANO – Non si placa la rabbia dei produttori colombiani. E prosegue l’agitazione a tempo indeterminato scattata lunedì scorso su iniziativa del Movimento nazionale per la difesa e la dignità del settore del caffè; che ha messo sul tavolo una serie di rivendicazioni. Tra le quali il riconoscimento di un prezzo minimo garantito al produttore superiore di circa il 60% a quello percepito attualmente, calcolando anche il sussidio temporaneamente concesso dallo stato.

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Farc in rivolta per condizioni migliori

Già martedì, la protesta si era estesa a una decina di regioni interessando alcune tra le più importanti aree produttive del paese. (Antioquia, Huila, Risaralda, Quindio and Tolima) e coinvolgendo almeno 30 mila persone.

Lo strumento principale di lotta prescelto è quello dei blocchi stradali su alcune grandi arterie di comunicazione. Imponente lo schieramento di polizia, con migliaia di uomini inviati a presidiare le zone a rischio.

Il bilancio degli scontri tra manifestanti e le forze dell’ordine sarebbe sin d’ora di una settantina di feriti; tra cui oltre una decina di poliziotti. Numerosi i fermi e gli arresti operati. L’episodio più grave è occorso lunedì nel dipartimento di Huila. Dove Leonardo Valencia, un coltivatore del comune di El Agrado, sarebbe rimasto gravemente ferito.

La posizione del governo

Il governo mantiene intanto la linea dura e pone la levata dei blocchi quale condizione imprescindibile per la riapertura del dialogo. Il presidente della repubblica Juan Manuel Santos Calderón, a suo tempo a capo della delegazione colombiana presso l’Ico, ha definito la protesta “ingiusta e fuori luogo”. Aggiungendo poi che gli interventi a sostegno del settore del caffè attuati dalla Colombia superano (in proporzione) “quelli di qualsiasi altro paese produttore”.

Ha inoltre attribuito parte delle responsabilità ai terroristi delle Farc. Le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia di ispirazione bolivariana. Accusandole di avere infiltrato dei propri uomini tra i manifestanti. L’affermazione è stata smentita sia dalle Farc, che hanno comunque espresso solidarietà alla protesta, sia dal Movimento dei produttori.

Sostegno all’agitazione giunge dalle opposizioni, sia di destra che di sinistra

Al coro di voci di dissenso nei confronti dell’operato del governo si è aggiunta anche quella dell’ex presidente Álvaro Uribe Vélez, di area liberale; che in un tweet ha accusato il governo di trattare i produttori “come dei terroristi”.

Santos ha convocato ieri un gabinetto d’urgenza cui hanno preso parte i ministri degli interni, delle finanze, dell’agricoltura e del lavoro. Con l’intento di varare delle “misure” urgenti atte a consentire una “soluzione rapida” della vertenza. Ma ha ripetuto che non potrà esserci alcuna soluzione sino a che l’agitazione non sarà stata revocata.

Fedecafé

Netta anche la presa di distanza della Federazione nazionale dei produttori di caffè (Fedecafé). Il direttore esecutivo Luis Genaro Muñoz ha attribuito in parte la protesta alle speculazioni politiche già in atto. In vista delle elezioni legislative e presidenziali del prossimo anno.

Muñoz, negli ultimi giorni, ha moltiplicato le dichiarazioni e gli appelli a difesa delle posizioni sostenute da Santos. Affermando anch’egli che l’attuale governo ha speso più di ogni esecutivo precedente per alleviare gli attuali, gravi problemi del comparto. Ha respinto quindi le accuse di “indolenza” rivolte da più parti nei confronti dell’operato dell’esecutivo.

E rivendica i risultati ottenuti grazie al recente rinnovo dell’Accordo per la prosperità caffearia. In virtù del quale il sussidio al reddito dei produttori (Aic) di 60.000 pesos (circa 33 dollari) per carga (125 kg), istituito lo scorso ottobre, è stato prorogato sino al 31 luglio. Inoltre, verrà ulteriormente esteso sino alla fine dell’anno, se la situazione non migliorerà sul fronte dei prezzi.

L’accordo prevede inoltre la ristrutturazione dei debiti

Contributi per l’acquisto degli input agricoli e la costituzione di una commissione consultiva per le strategie di settore. Che avrà a capo l’ex co-direttore della banca centrale colombiana Juan José Echavarría.

Cosa chiedono i produttori

Come abbiamo scritto già la settimana scorsa, i promotori del Movimento nazionale per la difesa e la dignità del settore del caffè, entità costituitasi circa un anno fa; intercettando il disagio e le rivendicazioni della base dei produttori, lamentano l’insostenibilità della situazione e la gravità della crisi economico-produttiva. Ma anche sociale e istituzionale, che il settore si ritrova a fronteggiare.

La rivendicazione principale e immediata è l’elevamento del sopra citato sussidio

Sino a giungere a un prezzo minimo garantito di 800.000 pesos (circa 443 dollari) per carga, a fronte degli attuali 500.000.

“I nostri problemi non si possono risolvere con le riunioni dell’ultimo minuto” ha sostenuto Oscar Gutierrez. Uno dei promotori della protesta, aggiungendo che il governo “non può giocare con le sorti di oltre mezzo milione di famiglie, che dipendono dalla coltivazione del caffè per la propria sopravvivenza”.

Ancora più drastica la posizione di un contadino di Antioquia, intervistato dal quotidiano di Bogotá El Espectador. Che ha dichiarato “questo sciopero segna un passaggio decisivo: o vinciamo o soccomberemo”.

Molti analisti appaiono tuttavia scettici quanto alla reale efficacia delle soluzioni proposte dal Movimento

Poiché, al di là dei problemi contingenti, il comparto soffre di gravi difficoltà strutturali legate alla scarsa competitività e alla sottocapitalizzazione dei produttori ;(in massima parte coltivatori diretti con meno di 5 ettari di piantagioni). Che potranno essere risolti soltanto con una lenta e complicata ristrutturazione del settore.

Comunicato Ico Solidarietà a Fedecafè

Pur prendendo atto delle gravi difficoltà che affliggono i produttori, è stata espressa intanto dal direttore esecutivo dell’Ico Robério Oliveira Silva. In un comunicato diffuso nel tardo pomeriggio di ieri dalla sede londinese dell’organizzazione.

“La media dell’indicatore composto per il mese in corso è scesa, in data odierna, a 131,39 centesimi per libbra. – si legge nel comunicato. – il 28% in meno rispetto a febbraio 2012.

La media mensile del colombiani dolci è caduta da 244,14 a 161,57 centesimi

Pari cioè a una flessione del 34% nell’arco dello stesso periodo. L’attuale situazione dei prezzi colpisce i produttori di tutto il mondo ed è materia di preoccupazione per l’Ico e la comunità globale del caffè.

È una situazione di mercato che nessun singolo soggetto è in grado di tenere da solo sotto controllo

La volatilità dei prezzi causa gravi problemi economici lungo tutta la supply chain e interessa oltre 120 milioni di piccoli produttori in più di una cinquantina di paesi di tutto il mondo. Che dipendono dagli introiti generati dal caffè e hanno accesso limitato agli strumenti di gestione del rischio.

I produttori colombiani di caffè sono apprezzati dai mercati internazionali. Inoltre, i loro caffè sono conosciuti e rispettati in tutto il mondo per la loro qualità.

La Federazione colombiana del caffè è da 85 anni un modello per i paesi produttori

Ha garantito sostenibilità e una vita migliore ai produttori colombiani per tutto l’arco della sua esistenza. La Colombia è il quarto produttore mondiale di caffè – dopo Brasile, Vietnam e Indonesia – e ha prodotto 7,6 milioni di sacchi nell’annata caffearia 2011/12. La Federazione colombiana del caffè rappresenta oltre 500 mila piccoli produttori in tutto il paese”.

Ultima ora in un comunicato diffuso nella serata di ieri

Il governo di Bogotá ha riaffermato la disponibilità a “tenere aperta la porta al dialogo con gli organizzatori del movimento di protesta e con i rappresentanti delle istituzioni caffearie”. A patto che vengano levati i blocchi stradali che stanno “colpendo gli abitanti di varie regioni del paese”.

Sempre secondo il comunicato, il numero di manifestanti e di blocchi sarebbe nel frattempo diminuito.

 

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