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Coffea stenophylla, la specie dimenticata che potrebbe essere il futuro del caffè

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MILANO – Cresce l’interesse del mondo del caffè, oltre che di quello scientifico, per la Coffea stenophylla, la rara specie dell’Africa occidentale riscoperta e rivalutata di recente per le sue qualità organolettiche e la sua resistenza agli stress climatici. L’occasione per parlarne è offerta, questa volta, dalla pubblicazione, sulla rivista Nature Plants, di un paper nel quale gli scienziati del Royal Botanic Gardens di Kew (Rgb Kew), dell’università di Greenwich, dell’istituto francese Cirad e delle istituzioni della Sierra Leone svelano i risultati di uno studio approfondito dedicato a questa specie.

E descrivono il ruolo importante che essa potrebbe rivestire nelle strategie di adattamento al mutamento climatico.

Esistono 124 specie di Coffea, ma due soltanto – la C. arabica e la C. canephora o robusta (marginale il ruolo di excelsa e liberica) – provvedono al 99% dei consumi mondiali.

Come sappiamo, l’arabica è più pregiata, ma anche più vulnerabile. Mentre la robusta è più resistente, ma inferiore in termini organolettici. È qui che entra in gioco la C. stenophylla, una specie che non veniva avvistata in natura dal lontano 1954.

Nel 2018, il dottor Aaron Davis, responsabile delle ricerche sul caffè del Rbg Kew e autore principale del paper, e il professor Jeremy Haggar, delluniversità di Greenwich, si sono messi sulle tracce di questa varietà, un tempo ampiamente diffusa e coltivata in Africa occidentale.

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