domenica 14 Aprile 2024
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Bob Gendolf: “Se non si cambia entro il 2050 sparirà metà del terreno utile”

Secondo i dati del Credit Suisse, nell'ultimo decennio la domanda mondiale ha esibito un incremento medio annuo pari circa al 2,5 per cento. Il fornitore di cacao e prodotti di cioccolateria Barry Callebaut ritiene che questa spirale ascendente sia destinata a eccedere l'offerta di ben un milione di tonnellate entro il 2020.

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MILANO – Come la maggior parte delle persone, Sir Bob Geldof ha una passione per il cioccolato. Eppure, la consapevolezza delle sfide e dei vincoli che affliggono i coltivatori a monte della complessa catena di approvvigionamento gli lascia l’amaro in bocca. In occasione della prima conferenza Chocovision, il celebre musicista e attivista ha discusso le problematiche su questo fronte e le imminenti sfide che comportano per l’industria del cacao.

Bob Geldof attivista per la filiera del cacao

Trainata soprattutto dalla crescita della popolazione mondiale, dal rapido sviluppo dei mercati emergenti e dall’incremento dei redditi, la domanda di cacao è in costante aumento. Benché la commodity venga distribuita e impiegata in prodotti disponibili in tutto il mondo, circa il 70 per cento dell’offerta globale proviene attualmente da tre paesi produttori situati nella fascia equatoriale: Costa d’Avorio, Ghana e Indonesia.

Squilibrio tra domanda e offerta all’orizzonte. Secondo i dati del Credit Suisse, nell’ultimo decennio la domanda mondiale ha esibito un incremento medio annuo pari circa al 2,5 per cento. Il fornitore di cacao e prodotti di cioccolateria Barry Callebaut ritiene che questa spirale ascendente sia destinata a eccedere l’offerta di ben un milione di tonnellate entro il 2020.

Joe Prendergast del Credit Suisse precisa:

“Rapportate agli attuali livelli della domanda, le scorte di cacao sono tuttora ingenti. Tuttavia, il rapporto tra scorte e macinazione evidenzia un trend discendente indicativo di un’effettiva flessione sul versante dell’offerta”. Piantagioni di cacao alla radice del problema Le difficoltà di fornitura interessano l’intera catena di approvvigionamento del cacao fino ai produttori di cioccolato e ai dettaglianti, ma affondano le proprie radici nel primo anello: le piantagioni. Tra i maggiori ostacoli figurano problemi strutturali quali l’invecchiamento degli alberi, i coltivatori sempre più anziani, la scarsità di investimenti, le carenze infrastrutturali e l’abbandono dei raccolti. “Le piantagioni di cacao sono inoltre costantemente messe in pericolo dalle malattie delle fave e dall’instabilità politica”, spiega Prendergast.

Durante la prima conferenza Chocovision, in occasione della quale i principali stakeholder di tutto il mondo si sono riuniti per discutere le problematiche di fondo del settore, Sir Bob Geldof – noto per l’impegno profuso nella lotta alla povertà in Africa – ha aggiunto che un’ulteriore grave minaccia è posta dal riscaldamento globale:

Bob Geldof:”Se il cambiamento climatico prosegue ai ritmi attuali, entro il 2050 sparirà metà del terreno utile per la coltivazione del cacao.”

Interventi di governi e industria Benché le problematiche ambientali siano un osso duro, la soluzione risiede in gran parte nell’incremento della produttività e del reddito dei coltivatori di cacao. Questo traguardo presuppone ingenti investimenti nell’innovazione dei sistemi di coltura, nell’educazione dei coltivatori e nell’infrastruttura agricola, nonché un aumento dei prezzi agricoli alla produzione. Grazie a una serie di programmi governativi a sostegno degli investimenti e della crescita dell’offerta, il Ghana e l’Indonesia hanno esibito una massiccia espansione dell’attività produttiva, ma il cammino da percorrere per soddisfare la domanda futura è ancora lungo. La responsabilità ricade in parte sulle grandi società e aziende produttrici. Geldof fa il punto della situazione: “Per cogliere le opportunità offerte dai mercati emergenti, l’industria deve cambiare completamente tattica, perché i consumatori non sono disposti ad acquistare un prodotto se hanno l’impressione che sia frutto di metodi poco ortodossi. Andando incontro alle esigenze dei coltivatori, le società si rendono artefici del proprio futuro. Non c’è tempo da perdere”.

La consapevolezza dei consumatori favorisce la realtà agricola

In marzo Barry Callebaut, organizzatore di Chocovision, ha lanciato un’iniziativa globale da 40 milioni di franchi svizzeri volta a migliorare ulteriormente i raccolti, la qualità e le fonti di sostentamento nei principali paesi produttori di cacao dando impulso al sistema sanitario e all’istruzione dei coltivatori. Prendergast spiega: “Questa forma di accresciuto coinvolgimento nell’intera catena di approvvigionamento del cioccolato è in gran parte attribuibile alla maggiore consapevolezza dei consumatori, ma è anche nell’interesse dei produttori assicurare l’offerta di cacao a lungo termine.

Dal momento che gli investitori globali sono sempre più sensibili alle tematiche ambientali, sociali e di governance, è inevitabile e auspicabile che si compiano ulteriori passi avanti verso una produzione sostenibile e un incremento del reddito reale dei coltivatori”. Negli ultimi anni, alcuni colossi del settore hanno aderito a schemi di certificazione etica quali Fairtrade, UTZ o Rainforest Alliance per il proprio cioccolato destinato alla vendita su larga scala. Oltre a favorire la coltivazione sostenibile della commodity, queste iniziative permettono ai consumatori – in particolare agli amanti del cioccolato – di operare una scelta informata sui prodotti a base di cacao. Volatilità dei prezzi: un altro paio di maniche La volatilità dei prezzi all’offerta del cacao rappresenta un altro grande ostacolo lungo la catena di approvvigionamento.

Prendergast commenta: “Grazie al ricco raccolto del 2011 i prezzi si sono mantenuti su livelli modesti, ma il trend discendente delle scorte rispetto all’incremento dell’attività di macinazione è destinato a mettere le ali alla volatilità. Ci vogliono parecchi anni prima che una pianta dia i primi frutti e molti altri ancora perché raggiunga la piena fruttificazione: escludo che assisteremo a una rapida reazione dell’offerta. Piuttosto, saranno sufficienti uno o due cattivi raccolti per causare un profondo shock.

La situazione contingente presenta una correlazione diretta con la necessità di un modello di offerta maggiormente sostenibile”. Alla luce delle attuali dinamiche del mercato del cacao, il Credit Suisse prevede che i prezzi registreranno un andamento laterale – oltre quota USD 2000 la tonnellata – per la maggior parte della stagione agricola 2011/2012 e in seguito aumenteranno. In un’ottica di ampio respiro, i prezzi del cacao dovrebbero presentare elevati livelli di volatilità associati a un graduale trend ascendente. Oltre ai trend della domanda e dell’offerta, nelle prossime stagioni i prezzi del cacao potrebbero risentire di fattori quali investimenti, disponibilità di scorte e costi di finanziamento, in grado di incidere sul processo decisionale economico a lungo termine degli operatori di mercato, siano essi consumatori, produttori o investitori. Prendergast conclude: “Le varie fasi del ciclo economico, l’assetto geopolitico e le condizioni meteorologiche possono esercitare un notevole influsso sui prezzi a medio termine”.

L’intervista video a Sir Bob Geldof

http://www.youtube.com/watch?v=–PkJFo0B3s

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