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L’aumento dei prezzi è la preoccupazione dei torrefattori anche in Belgio: tutti i rincari

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BRUXELLES  – L’aumento del prezzo del caffè preoccupa sempre di più i torrefattori belgi. Per J.J. Looze, che acquista 45 tonnellate di caffè all’anno, l’esercizio 2021 si concluderà senza dubbio con un calo dei profitti stimato fra il 30 e il 40%. Da gennaio, il prezzo per libbra di Arabica, il chicco di caffè più usato dai torrefattori, è raddoppiato.

Le ragioni sono molte e ben note: forti gelate, piogge torrenziali, impennata dei costi di trasporto (fino a dieci volte più costosi) combinata con una carenza di container che sta bloccando alcune consegne, e una domanda mondiale crescente combinata con un’offerta stagnante.

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Un torrefattore come J.J. Looze ha potuto resistere finora grazie alla sua vasta gamma di clienti, divisa tra aziende, rivenditori, horeca e privati.

In Belgio, il consumo di caffè è in calo da diversi anni: da 42.500 tonnellate nel 2015, le vendite di caffè al dettaglio, escluso l’horeca, sono scese a 39.400 tonnellate nel 2020 e anche allora, con un leggero effetto rimbalzo causato dal contenimento.

Tuttavia, le entrate sono passate da 576 milioni di euro nel 2015 a 624 milioni di euro cinque anni dopo

Questo aumento è dovuto in gran parte alla “premiumisation” del consumo, che si riflette nell’aumento delle vendite di caffè “barista” o di caffè in cialde.

Alla Rombouts, uno dei maggiori torrefattori belgi, l’attuale aumento dei prezzi, combinato con l’esplosione dei costi energetici, ha portato a un aumento di 31 milioni di euro nella fattura di acquisto dei chicchi di caffè.

Questo si rifletterà inevitabilmente sui prezzi praticati dai torrefattori. Il proprietario dei caffè J.J. Looze parla di un aumento tra il 10% e il 20% e anche Beyers, che produce caffè per catene come Hema, Amazon e Lidl, ha una visione simile.

Alcuni potrebbero essere tentati di comprare più chicchi Robusta, una varietà che è tre volte più economica, ma meno qualitativa dell’Arabica. Mentre per J.J. Looze, questo è fuori questione: il sapore non è affatto lo stesso e le miscele non verranno cambiate.

Tuttavia, la direttrice dei Cafés, Sylvie Looze mette l’impatto di questo aumento in prospettiva: “una tazza di caffè rimarrà accessibile. A 25 euro al chilo, una tazza costa 18 centesimi”.

L’aumento dovrebbe quindi essere dell’ordine di qualche decina di centesimi per una confezione da 250 grammi o 2 centesimi per tazza.

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