mercoledì 10 Aprile 2024
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Sanapo e la multa da 1000€ perché il deca a 2€ offende un cliente: non era esposto nel listino dietro al bancone bar

Esibisce il foglio con della rabbia, Francesco Sanapo: “Ancora nella mente delle persone non è possibile aumentare il prezzo del caffè. È difficile far capire che ci sono caffè che possono costare anche di più di un euro"

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MILANO – Francesco Sanapo da sempre, anche in tempi in cui farlo era ancora più difficile, spinge per fare cultura attorno al caffè, motivando i consumatori con un prodotto di eccellenza frutto del duro lavoro dei contadini delle farm, a pagare un prezzo che sia adeguato alla valorizzazione dell’intera filiera. Non è stato un percorso facile e lineare, ma è partito con la passione di un barista esperto che non ha mai mollato e soprattutto che ha voluto comunicare il mondo dal verde all’espresso – e non solo – attraverso tutti i canali possibili, compreso un documentario alle origini del chicco. Chi ha voluto mettere in dubbio il prezzo proposto nei suoi locali di Ditta Artigianale, ha sempre trovato apertura e una storia che giustificasse ampiamente i prezzi richiesti.

Eppure, come tutte i racconti dei pionieri, non ci sono solo degli alti, ma anche dei bassi: stavolta Francesco Sanapo ha ricevuto una multa di 1000 euro comunicata dalla Polizia municipale di Firenze.

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Il motivo? Un cliente scontento, anzi, offeso, per aver dovuto pagare un decaffeinato a 2 euro. E’ stato possibile portare a termine la procedura in rispetto della legge che prevede l’esposizione di tutti i prezzi dei prodotti in listino nel retro banco. Perché il menù completo era sì disponibile utilizzando il Qr code, ma non è stato abbastanza dal punto di vista legale per evitare la sanzione.

Ma il problema non è la multa da pagare in sé, né tanto meno l’irregolarità riscontrata – sbagliando si impara – piuttosto il principio per cui ancora una volta, ha vinto la solita logica dell’euro a tazzina. Scandaloso, offensivo addirittura ancora per qualcuno, provare a innalzare qualità, rito, condizioni di lavoro per i farmers e baristi con qualche centesimo in più.

Il video che proponiamo è stato condiviso proprio da Francesco Sanapo, che si è abbandonato a un breve sfogo di fronte a questo approccio che ancora oggi frena la crescita dell’intero comparto. Fare sensibilizzazione è anche questo: a volte, si paga un prezzo alto per seguire ciò che si ritiene giusto.

Sanapo: quel decaffeinato specialty che costava troppo

Dal Messico con la decaffeinizzazione ad acqua, coltivato a 1.200 metri d’altezza, pesato, macinato, erogato alla perfezione dal barista di Ditta Artigianale, il deca non ha convinto il cliente che non ha proprio digerito quei 2 euro.

Ci ha raccontato direttamente Sanapo: “Non ho niente contro la burocrazia: è una legge un po’ da rivedere, che però rispetto. La tristezza scaturisce dal modo in cui siamo stati trattati, come dei furfanti, per aver chiesto qualche centesimo in più solo per promuovere la qualità.

Si deve fare qualcosa: non è possibile continuare così e ricevere questa multa per un motivo del genere. Lo ammetto: la voce del decaffeinato non era esposta nel menù dietro al bancone, e per rimediare a questa mancanza abbiamo anche voluto offrire il caffè al cliente, che però si è mostrato irremovibile: ci ha considerato dei furfanti per quel sovrapprezzo.

Non voleva ascoltare le ragioni dietro a quel costo. I nostri ragazzi hanno provato, ma lui non ha voluto ascoltare. Ed è proprio questo il meccanismo sbagliato, la mentalità che è scorretta. Allora, deve passare un messaggio forte che arrivi alla gente in modo da cambiare le cose per l’intera categoria.

Certo, ammetto di esser in fallo, perché l’espresso decaffeinato non compariva nella lista nel retro bancone. Ci sono però tutti i fattori per fare ricorso e io lo farò, per principio.”

Esibisce il foglio di fronte all’obiettivo, con della rabbia, Francesco Sanapo:

Nel video continua a raccontare: “Ancora nella mente delle persone non è possibile aumentare il prezzo del caffè. È difficile far capire che ci sono caffè che possono costare anche di più di un euro. Che sono coltivati da persone che lavorano sodo per produrlo e far sì che diventi in tazza un’esperienza unica. Ci sono anche baristi da questa parte, che studiano per estrarre il meglio di quel caffè. Ma c’è qualcuno che ancora si offende per doverlo pagare a più di un euro. Ecco perché la caffetteria italiana sta morendo”.

Il resto, potete vederlo direttamente qui

 

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