venerdì 03 Maggio 2024
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Trieste Coffee Cluster, tre secoli di competenze da sviluppare con investimenti sul binomio caffè-territorio: 50 aziende, un fatturato aggregato prossimo ai 500 milioni che è pari al 15% del fatturato nazionale di settore,1.000 occupati e il 26% del caffè sbarcato in Italia. Ecco i progetti per far diventare Trieste capitale dell’espresso

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TRIESTE – Venerdì al Magazzino 26 del Porto vecchio, il Coffee Cluster ha tenuto un incontro per candidare la città a capitale mondiale del caffè espresso italiano. Il confronto è stato introdotto da Furio Suggi Liverani, presidente del Trieste Coffee Cluster e portavoce degli imprenditori caffeicoli triestini: di seguito trovate il testo completo del suo intervento.

Il distretto ha una competitività naturale ed è centro di eccellenza riconosciuto a livello mondiale, sia a livello scientifico, sia perché è presente l’intera filiera. Importatori, spedizionieri e torrefattori operano integrati.

Triestespresso

Trieste Coffee Cluster è l’agenzia per lo sviluppo del distretto industriale del caffè di Trieste

Nata per volontà di sei aziende e frutto del lavoro congiunto svolto dall’Associazione degli industriali, da Qualicaf Trieste e dall’Associazione caffè Trieste. Viene costituita con un chiaro e ambizioso scopo: promuovere la valorizzazione e lo sviluppo del sistema produttivo locale.

L’impegno del Trieste Coffe Cluster si manifesta attraverso strategie e progetti volti a rafforzare la competitività del distretto, capitalizzare al meglio la rete di competenze esistenti, stimolare la ricerca e l’innovazione, attrarre nuove imprese, promuovere la filiera del caffè sul mercato nazionale e sui mercati esteri. La possibilità di studiare e promuovere queste strategie è data dall’elevata competitività naturale del distretto del caffè di Trieste nel mercato internazionale, determinata innanzitutto da un fattore geografico.

Collocata strategicamente tra il bacino del Mediterraneo e le aree in forte crescita dell’Europa centrale e orientale, Trieste ha tutte le prerogative per diventare uno degli attori principali nel controllo e nella gestione di due distinti flussi logistici intercontinentali, ovvero il collegamento tra l’Estremo Oriente e i mercati dell’Europa Centrale e Orientale, e l’indispensabile cabotaggio tra Centro Europa, Turchia, Medio Oriente e Nord Africa, attraverso le cosiddette autostrade del caffè del mare. Alla posizione geografica favorevole, che la rende un centro di snodo commerciale molto importante, bisogna aggiungere una dotazione infrastrutturale come il porto che ha da sempre un ruolo chiave nell’affermazione e sviluppo di Trieste.

Il distretto del caffè è inoltre un centro di eccellenza riconosciuto a livello mondiale

Eccellenza che coinvolge anche il campo scientifico, derivante dalla particolare struttura del settore caffeicolo triestino che presenta l’intera filiera del caffè sul territorio e dal sistema scientifico triestino. Una realtà unica in tutta Italia, un vero e proprio cluster costituito da più sottoinsiemi (importatori, spedizionieri, torrefattori), che operano in maniera integrata per aumentare il valore aggiunto del prodotto. Uno dei principali asset del distretto industriale triestino è costituito da una diffusa cultura tecnica e dal prezioso “saper fare”, acquisito nel corso degli ultimi tre secoli di storia. Uno straordinario capitale di competenze che ha determinato non solo una vincente specializzazione nel settore del caffè, ma che ha posto le basi per un notevole sviluppo dell’intero tessuto imprenditoriale.

Trieste è anche luogo d’innovazione. Questa grande capacità è comune sia alle piccole e medie imprese, sia alle più grandi realtà produttive del distretto, ed è fortemente sostenuta da un ampio e articolato sistema di ricerca in grado di generare “knowledge spillovers” sul territorio: 50 unità locali, un fatturato aggregato prossimo ai 500 milioni di euro (che è pari al 15% del fatturato nazionale di settore), 1.000 occupati e il 26% del caffè sbarcato in Italia.

In virtù di questa indiscutibile ricchezza che caratterizza Trieste, il Trieste Coffee Cluster ha definito alcuni macro obiettivi, che si possono sintetizzare con due affermazioni:

Allungamento di filiera e rafforzamento del legame tra le aziende e con il loro sistema territoriale. Sono state quindi stilate delle linee strategiche per il piano di sviluppo del distretto, focalizzando l’attenzione su tre principali assi d’azione. 1 – Marketing e promozione attraverso piani di marketing e strategia promozionali, il fine ultimo è la capitalizzazione della rete di relazioni e competenze del distretto e l’ottimizzazione degli investimenti. 2 – Ricerca, sviluppo, innovazione e alta formazione con progetti diversificati che porteranno all’accrescimento delle competenze dei singoli operatori e una maggiore competitività dell’intero distretto nella ricerca di innovazione di prodotto, di processo e nei modelli di business. 3 – Logistica e infrastrutture verranno svolti studi con lo scopo di individuare nuovi assetti logistici e infrastrutturali per lo sviluppo del distretto.

All’interno di questi tre assi di azione sono stati delineati e sviluppati diversi progetti

Non è questa la sede per elencarli tutti ma voglio ricordane almeno i principali. Al fine di promuovere il distretto sono stati realizzati un marchio, registrato a livello europeo, un manuale di immagine coordinata, ed è stato completato il progetto “Portale del Distretto del Caffè”, il cui obiettivo è offrire un portale di servizi integrati per le aziende associate, dando nel contempo visibilità al distretto, promuovendo il ruolo e le attività del Trieste Coffee Cluster. Il sito ha contenuti sia in lingua italiana che inglese, e un comitato di redazione cura lo sviluppo delle varie sezioni tematiche, aggiornando in maniera costante le news in ambedue le lingue.

Un’altra importante iniziativa è “Mercati Emergenti”, che nasce per aumentare la visibilità del distretto a livello internazionale

nel 2010 è stata realizzata la prima missione di promozione dell’agenzia alla ventitreesima conferenza dell’associazione per la scienza e l’informazione sul caffè di Bali, nel 2011 abbiamo partecipato al Coffee&Tea Festival di Dubai e nel 2012 all’Eastern African Fine Coffees Association a Addis Abeba. In questi ultimi tre anni, l’agenzia è stata inoltre molto attiva nell’effettuare numerose presentazioni alle istituzioni locali e nazionali, al sistema scientifico triestino, a giornali e televisioni internazionali, cito la rete Giapponese NHK.

Nell’ambito della formazione, all’interno del Trieste Coffee Cluster è stato istituito il comitato tecnico scientifico

E ora stiamo sta supportando il Master in Economia e Scienza del Caffè promosso dalla Fondazione Ernesto Illy e il dottorato di ricerca in Scienza, Tecnologia ed Economia dell’industria del caffè dell’Università di Trieste, che si prefiggono il compito di preparare personale altamente qualificato con una preparazione specialistica nei settori scientifici e dell’economia.

Nel 2011 abbiamo sponsorizzato e partecipato attivamente all’organizzazione del Convegno Internazionale sulla chimica degli alimenti “Ms Food Day”, e a febbraio 2012 abbiamo organizzato il seminario “L’analisi sensoriale come strumento innovativo per il controllo della qualità dei prodotti alimentari”, anticipando un convengo nazionale sul medesimo tema, che si terra a Trieste verso la fine dell’anno e che sosterremo.

Queste sono solo alcune delle iniziative che il Trieste Coffee Cluster ha progettato dalla sua costituzione

Ma è facile evincere che il fine ultimo dell’agenzia rimane quello di sottolineare la ricchezza intrinseca del territorio: Trieste è tra gli scali più importanti per il caffè verde, in particolare di provenienza asiatica, è un punto di riferimento internazionale per l’espresso italiano, è un centro di eccellenza per la ricerca sul caffè e sui servizi a esso legati. Per questi motivi l’importanza di questo settore per il territorio è maggiore rispetto a qualsiasi altra città d’Italia. Come Torino nel tempo è divenuta la città del cioccolato, così Trieste ha tutte le potenzialità per essere, di diritto, la capitale dell’Espresso.

Al fine di valorizzare Trieste quale capitale mondiale del caffè espresso italiano, è in via di definizione una collaborazione strutturata con il Comune di Trieste detentore del principale sistema museale locale al fine di co-progettare il museo del caffè. Sulla scorta dell’esperienza maturata con il prototipo dell’ Exhibit Diffuso del Caffè – “Museo Espresso” messo a punto con un workshop realizzato in collaborazione con l’Istituto di cultura marittimo portuale nel 2011, si darà vita a un concept museale del tutto innovativo che superando le barriere del singolo edificio proporrà un modello di museo integrato tra mondo virtuale e insieme di punti fisici distribuiti all’interno delle sedi museali già esistenti, delle aziende, dei bar e di tutti i luoghi carichi di significati legati al tema caffè. Va sottolineato che il valore di questo progetto comporta vantaggi sia per gli operatori del distretto che per la città intera con particolare riferimento al comparto turistico.

La crisi economica in atto non ha lasciato indenne la filiera produttiva

Come risulta dall’analisi aggregata dei bilanci delle imprese che compongono il distretto del caffè. Nel periodo 2007 – 2010 il trend di fatturato è in aumento, ma il rapporto debt/equity è peggiorato, segno che la posizione finanziaria netta delle imprese del distretto risente della stretta creditizia generale e del peggioramento dei tempi di incasso incrementando la vulnerabilità delle aziende.

Nonostante questo, il confronto con l’andamento dell’industria alimentare del Friuli Venezia Giulia denota un ROE (Return on Equity) ed un ROCE (Return on Capital Employed) nettamente superiori nel quadriennio considerato a vantaggio del cluster del caffè, segno di una confermata redditività di tutta la filiera produttiva e segno, a mio avviso, che l’appartenenza ad un cluster identificato genera aumenti del valore delle singole imprese coinvolte nella catena. Trieste Coffee Cluster continuerà quindi su questo percorso, investendo nel binomio caffè-territorio, sostenendo sinergie tra il sistema industriale e scientifico, stimolando nuove iniziative di business, e promuovendo il caffè anche attraverso grandi eventi aperti al pubblico, coinvolgendo così la città nella sua interezza.

Dopo il presidente Suggi Liverani, sono intervenuti Federica Seganti, assessore alle attività produttive della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Igor Dolenc, vice presidente della provincia di Trieste e Fabio Omero, assessore allo sviluppo economico del comune di Trieste. I tre politici hanno sottolineato lo storico binomio che lega la città al caffè. In particolare Federica Seganti ha ricordato il “crocevia di culture dove anche il caffè riflette questa peculiarità nelle diverse tipologie di ordinazioni che si possono fare al bar”. L’assessore Seganti ha poi ribadito la disponibilità della Regione a sostenere idee nuove e innovative che possano favorire lo sviluppo del distretto industriale del caffè e del comparto turistico.

Igor Dolenc, vice presidente della provincia, ha sottolineato due aspetti fondamentali:

“Rafforzare l’immagine della città sotto tutti i punti di vista e considerare Trieste come un concentrato di storia e di cultura. Solo con un gioco di squadra, dove si rema tutti dalla stessa parte, si può ottenere qualcosa in un orizzonte altamente competitivo». Da parte sua l’assessore Omero ha sottolineato “l’importanza di promuovere fuori e dentro i confini cittadini la cultura del caffè, anche attraverso l’iniziativa che vede coinvolti tutti i musei triestini che riserveranno al loro interno un angolo dedicato al caffè”. A questo proposito Omero ha posto l’accento sulla crescita del turismo tematico, filone che, a suo avviso, anche il caffè potrebbe sfruttare proponendo l’assaggio e la visita dei “luoghi del caffè” come esperienza.

Al termine della conferenza gli ospiti – circa 200 tra soci, autorità e rappresentanti del mondo del caffè triestino – sono saliti al terzo piano del magazzino 26 dove il bar tender Michele Paoletich (campione CIBC 2009 e formatore dell’università del caffè) ha dato una dimostrazione dell’uso versatile del caffè preparando aperitivi a tema. L’evento è poi proseguito con la degustazione di piatti a base di caffè.

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