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MILANO – Vivaci e resilienti i consumi di caffè specialty negli Stati Uniti, a dispetto di una congiuntura sempre incerta. Così il National Coffee Data Trends (Ncdt) – Specialty Coffee Report della National Coffee Association of Usa, la massima associazione dell’industria Usa del caffè, fondata nel lontano 1911. L’indagine, che oggi si svolge due volte all’anno, è nata nel 1950 per fare il punto, con cadenza annuale, sull’universo dei consumi americani.
Sostenuto inizialmente dal Pan American Coffee Bureau e, successivamente, dall’Ico, il report è passato a essere finanziato e condotto direttamente dalla Nca a partire dal 1991 e, dal 1993, ha cominciato a rilevare in una categoria a parte anche le statistiche relative al consumo di bevande a base di espresso.
Ciò fa del Ncdt la più lunga serie storica sulle abitudini di consumo degli Stati Uniti per quanto riguarda il caffè e le bevande a base caffè
L’indagine di questa edizione è stata condotta a gennaio 2025, su un campione di 1.845 rispondenti, rappresentativo della popolazione statunitense di età superiore ai 18 anni.
Il report è stato prodotto in collaborazione con la Sca. Un primo dato significativo: il 46% del campione dichiara di avere consumato caffè specialty il giorno precedente, ben l’84% in più rispetto al 2011 e nettamente al di sopra della media storica recente del 42%.
I consumi del giorno precedente per tutti i tipi di caffè sono invece al 66%, in crescita rispetto al 2024 e a pari con il 2022. A trainare i consumi di caffè speciali, le bevande a base espresso (EBB), il cui consumo è cresciuto dal 24% del 2020 al 28% di quest’anno.
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