giovedì 11 Aprile 2024
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RICERCA DEL MARIO NEGRI – Caffè, 3-4 tazzine al giorno fanno bene

Raddoppiano l’apporto di polifenoli, interazione vietata con l’efedrina Ma non tutti sono egualmente sensibili alla caffeina

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MILANO – Nelle persone sane il caffè, a dosi moderate di 3-4 tazzine al giorno, non fa male alla salute, anzi. Potrebbe avere alcuni effetti benefici. Lo si afferma in `Caffè e Salute´, l’ultimo booklet scaturito dalle ricerche dell’IRCCS  Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano.

Mario Negri studia gli effetti benefici del caffè

Nei Paesi del Nord Europa, dove il consumo di frutta e verdura è scarso e quello di caffè alto; vi si legge – il caffè è l’ alimento che fornisce all’organismo la maggior parte degli antiossidanti; in Italia, dove frutta e verdura fanno parte della comune dieta, 3-4 tazzine di caffè ne raddoppiano l’apporto.

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«Bisogna non fare confusione tra effetti della caffeina e del caffè – dice Alessandra Tavani. Capo del Laboratorio di Epidemiologia delle Malattie Croniche presso il Mario Negri. – La caffeina della tazzina di caffè è ritenuta responsabile della diminuzione del senso di fatica, dell’aumento della vigilanza e dell’ aumento della mobilità intestinale.

Inoltre, a dosi appropriate, potenzia gli effetti antidolorifici dell’ aspirina».

Altri componenti del caffè (fra cui i polifenoli)

Potrebbero avere, secondo la ricercatrice – effetti favorevoli prevenendo l’insorgenza di malattie cardiovascolari, cirrosi epatica.

Oltre che dei tumori del cavo orale, del fegato, dell’endometrio e forse del colon-retto. Dati recenti mostrano che il caffè sembra essere associato a una diminuzione di mortalità totale. Anche se i risultati devono essere confermati.

Tornando alla caffeina

Davanti ad essa non tutti gli individui sono uguali: una volta ingerita, alcuni la eliminano velocemente, altri lentamente. Questi ultimi sono coloro che sostengono di non dormire se prendono il caffè dopo le 17. Altri riferiscono tachicardia.

«È bene che chi non tollera la caffeina; avverte Tavani – si astenga dal consumo di caffè oppure utilizzi caffè decaffeinato».
Quanto all’interazione coi farmaci, l’unica sostanza per cui quella col caffè è pericolosa è l’efedra e i suoi derivati; efedrina e pseudo-efedrina, che può provocare, in qualche caso, tachicardia, ipertensione; aritmia cardiaca ed emorragie intracraniche, eventi talvolta gravi, anche mortali.

«Consumando 3-4 tazzine al giorno, una persona sana può godere del piacere di bere un buon caffè senza temere per la propria salute». Parola di Alessandra Tavani. Capo del Laboratorio di epidemiologia delle malattie croniche dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano.

Ma cosa succede alla caffeina quando viene ingerita?

«Parlando di persone adulte e sane, escludendo le donne in gravidanza – continua Tavani – la caffeina ingerita entra in circolo in circa 30 minuti. Viene poi assorbita al 99% nel giro di un’ora; inoltre non si lega alle proteine plasmatiche, ha il suo picco massimo di concentrazione dopo 2 ore dall’assunzione e i suoi livelli plasmatici vengono dimezzati in 3-4,5 ore».

Ma non tutti sono ugualmente sensibili alla caffeina

«Esistono metabolizzatori lenti e metabolizzatori veloci, sembra che questo dipenda dalle caratteristiche genetiche della persona», riferisce la ricercatrice del Mario Negri.

In conclusione, ecco la ricetta degli scienziati: «In base alle conoscenze attuali, in una persona sana e non sensibile alla caffeina, dosi moderate di caffè. Come 3-4 tazzine al giorno che corrispondono per il caffè espresso e moka a circa 240-300 milligrammi di caffeina, assunti durante l’arco del giorno, non nuocciono alla salute, ma possono apportare benefici tuttora in attesa di conferma .

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