mercoledì 17 Settembre 2025
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La gelateria Vivoli di Firenze compie 95 anni: “Dal 2023 abbiamo comprato 4.000 tazze per l’affogato al caffè espresso”

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Un'immagine suggestiva del famoso affogato al caffè nella gelateria Vivoli (foto concessa)
Un'immagine suggestiva del famoso affogato al caffè nella gelateria Vivoli (foto concessa)

La gelateria Vivoli di Firenze ha compiuto 95 anni. Il brand è diventato famoso grazie ad un post virale nei social in cui era immortalata la gran crema al caffè (ne abbiamo parlato qui). Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo de la Repubblica ripreso sul portale d’informazione msn.

I 95 anni della gelateria Vivoli

FIRENZE – “Sai quante tazze ho comprato da maggio 2023? Quattromila”. Lo dice sorridendo, Silvana. Le tazze sono quelle dell’affogato Vivoli, alias “La gran crema al caffè”, diventata virale nell’era dei social: la fila all’esterno della gelateria artigianale di via dell’Isola delle Stinche, a Firenze, dice tutto.

È il prezzo della celebrità, per un’autentica istituzione del gelato: il 5 maggio, Vivoli ha compiuto 95 anni, festeggiati con i clienti nello storica sede di Santa Croce. “Siamo gelatai da quattro generazioni e abbiamo altrettante generazioni di clienti: ci sono bambini che vengono con i bisnonni” racconta Silvana Vivoli.

C’è una foto che racchiude il presente della gelateria artigianale più famosa della città. Al centro c’è Simonetta, moglie di Piero e nuora di Raffaello, che raggiunse a Firenze, da Pelago, il fratello Serafino all’alba degli anni Trenta per dare impulso all’attività partita come latteria. Accanto a Raffaella i nipoti Giulia e Lorenzo, figli di Patrizia e Simone che sorridono ai due lati della foto. Tra Lorenzo e Simone c’è Silvana.

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Firenze: il locale Caffè Amerini entra nella famiglia di Caffè Libertà

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Caffè Amerini (immagine presa da Facebook)

Si apre una nuova pagina per Caffè Amerini, il locale di via della Vigna Nuova, che passa sotto la proprietà del brand Caffè Libertà. L’acquisizione è stata ufficializzata nei giorni scorsi e ha visto protagonista l’imprenditore Edoardo Triarico. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale d’informazione Firenze Today.

Il nuovo capitolo di Caffè Amerini

FIRENZE – Un nuovo capitolo per uno dei bar storici del centro città. Il Caffè Amerini è appena passato sotto la stessa proprietà del brand Caffè Libertà.

L’acquisizione è stata ufficializzata nei giorni scorsi e ha visto protagonista l’imprenditore Edoardo Triarico, il cui obiettivo è continuare a tenere alte le insegne del locale di via della Vigna Nuova – nato nei primi anni del Novecento e da sempre punto di riferimento per i frequentatori abituali e gli appassionati dei locali storici della città – ma allo stesso tempo introducendo una serie di innovazioni, in collaborazione col fratello Lorenzo.

In primis, con il cambio di proprietà il nuovo Caffè Amerini potrà contare sul know how del Caffè Libertà per quanto riguarda la produzione dolciaria e la fornitura di lievitati. Inoltre, cambieranno gli orari di apertura introducendo l’orario continuato dalle 7 alle 21, sette giorni su sette.

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Master coffee grinder championship: la seconda tappa a Vittoria, 25/05

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Il logo di Master Coffee Grinder Championship (immagine concessa)

VITTORIA (Ragusa) – Domenica 25 maggio 2025, la città di Vittoria (Ragusa) sarà nuovamente il palcoscenico della seconda tappa del Master coffee grinder championship, il campionato italiano dedicato all’arte della macinatura del caffè. Per il secondo anno consecutivo, la competizione approda in Sicilia grazie alla consolidata partnership con Brazilcafè, azienda leader nel settore della torrefazione e promotrice di iniziative legate alla cultura del caffè.

Quest’anno, l’evento si inserisce nel contesto del Scenica Festival, manifestazione multidisciplinare giunta alla sua diciassettesima edizione, che dal 10 al 25 maggio anima Vittoria con spettacoli di teatro, musica, danza e circo contemporaneo, promuovendo l’integrazione e lo scambio culturale.

Un weekend ricco di appuntamenti

Le attività specifiche sul tema caffè prenderanno il via sabato 24 maggio alle ore 16:00 presso la storica Sala delle Capriate Gianni Molè, situata al primo piano dell’ex convento dei Frati Minori in via Principe Umberto 91.

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Il convento dei Frati Minori, Vittoria, durante l’inaugurazione dopo il restauro (immagine concessa)

Il convegno, aperto al pubblico, sarà moderato dal dottor Marco Randazzo, responsabile commerciale di Brazilcafè, e affronterà temi legati al mondo del caffè:

– La dottoressa Rossella Alfè, nutrizionista, discuterà sulla salubrità del caffè e i suoi effetti sulla salute.

– Le dottoresse Giovanna De Vecchi e Carmen Stanziola porteranno testimonianze sul ruolo delle donne nella filiera del caffè.

– Il pluricampione italiano di Latte Art e caffetteria Andrea Antonelli illustrerà l’importanza della pulizia delle attrezzature.

– Il giornalista e docente Fabio Verona analizzerà l’aumento dei costi del caffè e strategie per valorizzarlo al bar.

La domenica: masterclass e competizione

Domenica 25 maggio, l’evento si sposterà in Piazza del Popolo, cuore pulsante di Vittoria, dove dalle ore 10:00 si terrà una masterclass aperta a tutti gli appassionati e ai concorrenti. Durante l’incontro, verrà presentato il nuovo format della competizione e le innovazioni tecnologiche a disposizione dei baristi.

Piazza del Popolo, Vittoria (foto di Gianluca Salvo)

Interverranno i rappresentanti delle aziende partner: DVG De Vecchi, Pulycaff, Brita, Dalla Corte, Fiorenzato, Metallurgica Motta, Bargiornale, IPA Porcellane, Bialetti, Antonelli Academy e Brazilcafè.

La competizione

Alle ore 14:00 avrà inizio la gara, che vedrà sfidarsi i migliori professionisti della macinatura. Il pubblico potrà assistere alla competizione, conoscere i partecipanti e dialogare con il campione italiano in carica, Giuseppe Fiorini. La giuria sarà composta da Luigi Pillitu, Luca Bernardoni e Alessandro Zengiaro.

Un evento all’insegna del sociale

Il Master Coffee Grinder Championship continua a promuovere valori di inclusione e responsabilità sociale. Anche quest’anno, le targhe premio saranno realizzate dall’associazione Parallelo Lab, impegnata nel supporto a persone con disabilità. Inoltre, l’evento sosterrà l’associazione Rubens, che si dedica all’assistenza di giovani con disabilità.

Il caffè utilizzato durante la competizione sarà certificato IWCA (International Women’s Coffee Alliance), testimonianza dell’impegno del campionato nel promuovere pratiche sostenibili e inclusive nella filiera del caffè.

Partecipazione

L’ingresso agli eventi è libero e gratuito. Per chi desidera partecipare alla competizione, è ancora possibile iscriversi attraverso il sito ufficiale cliccando qui.

Un’occasione imperdibile per gli amanti del caffè, i professionisti del settore e tutti coloro che desiderano vivere un’esperienza unica tra competizione, formazione e impegno sociale.

Per ulteriori informazioni:

Espresso italiano champion: la finale regionale a Sassari, 14/05

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Sassari Piazza Italia
Sassari Piazza Italia

A Sassari ci sarà la finale regionale della competizione Espresso italiano champion mercoledì 14 maggio. La finalissima mondiale, prima delle semifinali e finale, anche quest’anno si terrà invece a Milano in occasione di Host. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale d’informazione Sassari Notizie.

Espresso italiano champion: la finale regionale a Sassari

SASSARI – Torna a Sassari, mercoledì 14 maggio, la finale regionale di Espresso italiano champion che si svolgerà nel centro di formazione di Altogusto Spa, in Z.I. Predda Niedda strada 2.

Si sfideranno, a suon di caffè, esperti baristi da tutta la Sardegna, e il vincitore parteciperà, prima alle semifinali e poi alla finale italiana, che quest’anno si terrà a Conegliano Veneto (Treviso), presso la torrefazione Dersut. La finalissima mondiale anche quest’anno si terrà a Milano durante la Fiera Internazionale Host.

La gara inizierà intorno alle 9.30 e terminerà intorno all’ora di pranzo. La giuria tecnica sarà costituita da minimo due giudici.

I giudici valuteranno ogni partecipante con apposita scheda come previsto dal regolamento tecnico, un direttore di gara nominato da Iei avrà la responsabilità del corretto svolgimento della gara, con specifica attenzione all’operato di tutti i giudici coinvolti.

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Fratelli Bonacchi e Leonardo Maggiori presentano il caffè di terroir da Tappa Bistrot a Venezia

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Leonardo Maggiori, Francisco Villeda e Sandro Bonacchi (immagine concessa)

VENEZIA – In una Venezia lontana dai sentieri battuti, nel sestiere di Cannaregio, è possibile vivere un’esperienza gastronomica che trascende la cucina veneziana per offrire un viaggio tra sapori di ispirazione mediterranea e internazionale, abbinamenti sorprendenti e prodotti locali.

Nel loro Tappa Bistrot Giovanni Torcellan e Guglielmo Zanini hanno unito alla cucina creativa una selezione accurata di vini naturali, distillati e amari artigianali, impegnandosi nella creazione di eventi e attività che promuovono una cultura del gusto più autentica e responsabile.

Un locale vivo e in continua evoluzione che mercoledì 7 maggio ha organizzato una giornata per esplorare il mondo del caffè di terroir tra degustazione, formazione e sperimentazione grazie alla guida esperta dell’ambassador Leonardo Maggiori. L’appuntamento è stato aperto a tutti, con un focus speciale per baristi, chef, operatori del settore e coffee lover.

tappa bistrot venezia
Tappa Bistrot a Venezia (immagine concessa)

Partner è stata la Fratelli Bonacchi che trae ispirazione da alcuni concetti chiave: approccio agricolo ecologico e socialmente responsabile, conoscenza profonda di piantagioni e farmer, organizzazione di tutte le filiere “dal seme alla tazza”. La mission è migliorare in modo costante la consapevolezza di baristi, ristoratori e consumatori attraverso proposte di caffè “buoni, puliti e giusti”.

Dalle 11 alle 15 è stato servito un menu concepito grazie alla partnership Fratelli Bonacchi per accompagnare due caffè di origine selezionata e scoprirne gli abbinamenti: espresso Guji Hambela di un microlotto etiope e il filtro a caldo Campo Hermoso Sidra della Colombia. Dalle 15.30 alle 17.30 in programma la masteclass Dal seme alla tazza per un caffè buono giusto e pulito per imparare a riconoscere le differenze sensoriali legate all’origine e al metodo di lavorazione, scoprire le tecniche di estrazione e servizio per valorizzare i caffè di alto profilo, conoscere la filiera tra sostenibilità, tracciabilità e micro produzioni consapevoli.

I caffè di terroir 100% Arabica che gli ospiti hanno potuto degustare nella versione espresso sono quelli garantiti dalla Slow Food Coffee Coalition:

Finca Rio Colorado (Honduras, Las Capucas, Finca Umami 100% Arabica Parainema, Lempira, Obatà, metodo semilavato honey e naturale); Finca Alfolì (Honduras, Las Capucas, 100% Arabica Parainema, processo naturale); Dona Elda (Honduras, Las Capucas, Finca Platanares, 100% Arabica Parainema, processo naturale); Finca El Cerro ( varietà Ana Cafè, metodo naturale, proveniente da Apaneca Ahuachapán, El Salvador) e Guji Hambela (Etiopia, Oromia, Villaggio Benti Nenka, 100% Arabica 74114, processo a fermentazione anaerobica 7-10 giorni).

Alle 17.30 è stata servita la Merenda tardiva, un momento informale con piatti dolci e salati, abbinamenti creativi e un menù dedicato al caffè in chiave aperitivo.

Domori vince il premio miglior packaging ai Dolci&Salati Consumi Awards

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La premiazione a TuttoFood (immagine concessa)

NONE (Torino) – In occasione della quattordicesima edizione dei DS – Dolci Salati & Consumi Awards, svoltasi durante la fiera TuttoFood (Milano, 5–8 maggio 2025), Domori è stata premiata nella categoria miglior packaging dolci per la nuova linea di tavolette Antologia, lanciata nel 2024. Il riconoscimento è stato assegnato da una giuria composta da 73 buyer e operatori del settore presieduta da Donatella Prampolini, Presidente FIDA (Federazione italiana dettaglianti dell’alimentazione) e Vicepresidente Confcommercio Imprese per l’Italia.

Il premio di Domori ai Dolci Salati & Consumi Awards

Il premio, consegnato nella cornice dell’evento milanese dove Domori è presente con un proprio stand, riconosce il valore e l’efficacia delle attività di marketing svolte nel corso del 2024. In particolare, il riconoscimento valorizza uno dei punti di forza storici di Domori: le tavolette, simbolo dell’identità bean to bar dell’azienda, in cui la degustazione diventa un’esperienza coinvolgente che inizia già dalla vista, in questo caso dal packaging, con cioccolato e ingredienti messi in rilievo, protagonisti assoluti.

Antologia è la nuova linea Ambassador di Domori, pensata per rappresentare il marchio sui mercati italiani e internazionali. Una collezione che celebra l’eccellenza del cacao Criollo, la varietà più rara e pregiata al mondo, coltivata nelle piantagioni di proprietà Domori in Venezuela ed Ecuador. Le ricette uniscono tradizione e innovazione, offrendo una gamma esclusiva di tavolette che racchiude l’essenza della filosofia Domori.

Il concept del packaging riflette con grande efficacia il posizionamento premium del brand: elegante, vivace, d’impatto e curato con estrema attenzione ai dettagli visivi. Il design, ispirato alla “rosa dei venti” simbolo dell’azienda, crea un pattern raffinato e distintivo che conferisce coerenza e riconoscibilità all’intera collezione.

Gli ingredienti d’eccellenza – il cioccolato e le sue varie interpretazioni – sono valorizzati con forza espressiva, coinvolgendo il consumatore fin dal primo sguardo.

Questo premio conferma la capacità di Domori di coniugare qualità superiore dei prodotti, valorizzazione del cacao pregiato e strategia di comunicazione in un’offerta unica nel panorama del cioccolato gourmet.

ChatGPT legge i fondi del caffè e svela il presunto tradimento del marito: divorzio in Grecia

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Una tazza di caffè americano (immagine: Pixabay)

Un matrimonio di 12 anni in Grecia ha avuto fine dopo l’interpretazione dei fondi di caffè proposta da ChatGPT che avrebbe rivelato un presunto tradimento da parte del marito. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Andrea Campana per il portale d’informazione La Scimmia Pensa.

La lettura dei fondi del caffè di ChatGPT

MILANO – Tutto è successo in Grecia: una donna si è rivolta a ChatGPT per leggere i suoi fondi di caffè, cosa che come sapete sarebbe una pratica divinatoria alla quale molti credono – anche Sibilla Cooman, personaggio di Harry Potter, lo faceva – con l’intento di sedare la propria gelosia nei confronti del marito. E ha ottenuto l’effetto opposto.

Secondo Ekathimerini e come riportato da ADNKronos, nell’interpretare la foto dei fondi di caffè suddetti il chatbot ha svelato alla donna che il marito aveva una relazione extraconiugale.

Infatti in qualche modo la I.A. è riuscita a trarne un significato chiaro che, senza dubbio, si è sovrapposto a tensioni già esistenti.

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Scarti del caffè: come riciclarli per rimuovere le incrostazioni da pentole e padelle

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I fondi di caffè (immagine: Pixabay)

Ecco come è possibile utilizzare i fondi del caffè. Secondo il portale DesignMag i fondi sono particolarmente utili per rimuovere le incrostazioni più ostinate da pentole e padelle. Permettono di rinnovare anche quelle più danneggiate senza ricorrere a costosi prodotti chimici. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Mary Ingrosso per DesignMag.

Gli utilizzi dei fondi del caffè

MILANO – Il caffè è una delle bevande più amate in tutto il mondo, ma in Italia è anche molto di più. Rappresenta un vero e proprio rito di gusto, che in tanti amano concedersi una o più volte nel corso della giornata. Realizzarlo in casa è molto semplice, ma ciò implica un continuo spreco di materiale organico.

I fondi di caffè vengono ritenuti inutili una volta utilizzati e finiscono in centinaia di chili l’anno direttamente nella spazzatura. Di questi tempi si è sviluppata una sensibilità sempre maggiore verso la tematica del riciclo delle risorse, che trova piena applicazione con questo prezioso ingrediente.

Una busta di caffè può costare da pochi euro a decine di euro e potrebbe rappresentare un investimento molto più ampio se solo questo prodotto venisse utilizzato al massimo del suo potenziale. I famosi rimedi della nonna stanno ottenendo grande popolarità e rivelano l’utilità dei fondi di caffè in diversi ambiti domestici. Dalle pulizie fino al giardinaggio, sono tanti i motivi per cui conservarli in un barattolo da tenere pronto per l’occorrenza.

I suoi fondi sono particolarmente utili per rimuovere le incrostazioni più ostinate da pentole e padelle. Permettono di rinnovare anche quelle più danneggiate senza ricorrere a costosi prodotti chimici, semplicemente strofinandoli direttamente sulla superficie con l’aiuto di una spugna. Tutto tornerà a splendere in un attimo.

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Lavoro: il 56% delle aziende eccellenti sceglie il modello ibrido

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Alessandro Zollo, ceo Great Place to Work Italia (immagine concessa)

MILANO – All’aumentare dei giorni di lavoro trascorsi in smart working migliora anche l’esperienza lavorativa vissuta dai collaboratori di un’organizzazione. Con una singolare eccezione, in negativo, per le realtà che adottano un modello di quasi full remote, concedendo ai dipendenti la possibilità di lavorare per 4 giorni alla settimana lontano dall’ufficio.

È questo uno dei trend principali che emergono dal “Report Smartworking 2024”, la ricerca realizzata da Great Place to Work Italia con l’obiettivo d’indagare il rapporto tra smart-working, soddisfazione lavorativa e produttività aziendale, redatta ascoltando il parere espresso da quasi 21mila collaboratori di 33 organizzazioni che hanno partecipato alla survey Great Place to Work, attive in 10 settori merceologici.

Lo smart working, in forme come telelavoro o lavoro flessibile, esisteva in Italia già prima della pandemia, ma era limitato solo a specifiche categorie. Il Covid-19 ha accelerato drasticamente l’adozione di questa modalità d’organizzazione del lavoro, spesso senza dare alle aziende il tempo di sviluppare buone pratiche.

Nel 2023, i lavoratori da remoto nel Bel Paese erano pari a 3,58 milioni, in leggera crescita rispetto ai 3,57 milioni del 2022, ma ben il +541% in più rispetto al dato pre-Covid; nel 2024, invece, si stima che saranno 3,65 milioni gli smart worker attivi in Italia.

Entrando nel dettaglio dell’indagine promossa dalla realtà mondiale leader per la cultura organizzativa, emerge come il 37% del campione non benefici dello smart working ed il modello più diffuso tra le organizzazioni risulti essere quello ibrido che offre la possibilità di lavorare da remoto per 2 (20%) o 3 giorni (18%) alla settimana; mentre solo in meno di un caso su 10 (7%) i collaboratori lavorano in full remote per l’intera settimana lavorativa.

Mettendo a confronto gli ambienti di lavoro d’eccellenza italiani con il campione nazionale che emerge dall’indagine Europe Workforce Survey 2024 si evince come le realtà più virtuose del Made in Italy sposino un modello di lavoro ibrido in più della metà dei casi (56%), con una differenza del +37% rispetto al dato della media nazionale (19%), dove a dominare è ancora il lavoro in presenza (74%).

Tra le generazioni al momento attive nel mondo del lavoro la Generazione X (tra 45 e 54 anni) e i Baby Boomer (over 55) preferiscono la collaborazione in presenza, percependo isolamento e ridotta efficacia nel lavoro completamente da remoto.

Al contrario, i più giovani gestiscono meglio la collaborazione a distanza ma soffrono la mancanza di socializzazione in ufficio, un aspetto importante per i programmi d’inserimento della Gen Z (under 25). La resistenza al cambiamento verso il lavoro ibrido può essere dunque maggiore tra Baby Boomer, Gen X e Millennial, rendendo fondamentale l’implementazione di una cultura aziendale solida che supporti lo smart working.

La survey realizzata da Great Place to Work Italia ha preso in considerazione una serie di dimensioni a partire dalle politiche organizzative con queste ultime che si devono adattare allo smart working. Le persone maggiormente positive rispetto al tema delle politiche organizzative atte a favorire lo smart working sono le persone che lavorano per 5 giorni a settimana da remoto. In seconda battuta, anche chi lavora in smart per 3 giorni riporta percezioni molto elevate.

Da notare invece come per chi lavora per 4 giorni a settimana da remoto vi sia un calo rispetto alla dimensione delle politiche organizzative, quasi a significare che nel passaggio tra lavoro ibrido e “quasi full remote” i bisogni e le percezioni delle persone rispetto al proprio lavoro cambino radicalmente.

Un trend che si conferma anche rispetto al tema delle tecnologie, degli strumenti e degli spazi di lavoro messi a disposizione dalle organizzazioni per svolgere al meglio le proprie mansioni: chi lavora 4 giorni a settimana in smart working è più negativo, trovandosi in una zona grigia tra lavoro ibrido e full remote.

Passando invece all’analisi dello stile adottato dai leader e dal management aziendale nei confronti dello smart working la ricerca mostra come chi lavora 4 giorni da remoto percepisca più negativamente la leadership, suggerendo che la transizione da ibrido a full remote comporti per il management sfide comunicative e di gestione.

Questo “limbo” tra ibrido e full remote impatta negativamente sulla leadership, poiché i responsabili, spesso meno abituati allo smart working, faticano ad adattarsi a questa nuova modalità di lavoro tanto che, secondo una ricerca condotta dall’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano, meno di un quarto degli impiegati (22%) ritiene di avere un capo smart.

Le analisi di Great Place to Work evidenziano una quinta dimensione cruciale, quella della comunicazione e della cultura aziendale. Per lo smart working e il lavoro ibrido, infatti, è essenziale mantenere una comunicazione efficace e una cultura coesa. I dati mostrano che chi lavora 4 giorni in smart working percepisce meno la possibilità di assentarsi (85%) rispetto a chi lavora da remoto per 3 o 5 giorni (90%).

Anche il bilanciamento tra lavoro e vita privata è percepito meno positivamente in chi lavora per 4 giorni in smart (77%), ma le differenze nel confronto con chi è impiegato in full remote (79%) sono minori. Passando all’orgoglio, quest’ultima è l’area tematica meno influenzata dal numero di giorni medi trascorsi in smart working. L’analisi suggerisce, infatti, che il numero di giorni trascorsi in smart working non ha impatto sulla percezione dell’orgoglio verso il proprio lavoro, sui risultati ottenuti insieme o sull’intenzione di restare in azienda a lungo termine. Questo è significativo, poiché sfida l’idea che maggiore distanza dall’azienda riduca l’orgoglio lavorativo. Inoltre, non vi è alcun impatto sulla retention, suggerendo che la volontà di rimanere in azienda dipenda più da dinamiche come relazioni, fiducia e leadership, piuttosto che dal numero di giorni di lavoro in smart working.

“L’analisi che abbiamo condotto per analizzare quello che è lo stato dell’arte in Italia sul tema dello smart working parte come sempre dall’ascolto dei collaboratori, la voce delle persone è stata molto chiara, c’è un discrimine evidente tra lavoro ibrido e quello full remote. Cambiano le logiche organizzative, le capacità manageriali, gli strumenti, le tecniche di coinvolgimento e di comunicazione. La scelta va presa quasi a livello del modello di business che si vuole mettere a terra poi organizzativamente – spiega Alessandro Zollo, ceo di Great Place to Work Italia – Il modello ibrido rimane comunque vincente, soprattutto oggi che si sentono eco di restaurazione abbastanza tipici dell’incapacità di adattamento ad un mondo che cambia, e lo fa molto velocemente”.

Spostando il focus sull’innovazione, le analisi mostrano che all’aumentare dei giorni di smartworking aumenta anche nei collaboratori la percezione delle possibilità d’innovazione, con una leggera flessione registrata sempre in chi trascorre 4 giorni alla settimana in smart working. Una via di mezzo, quest’ultima, considerata meno vantaggiosa e che offre dunque ai dipendenti minori possibilità d’innovare rispetto al modello ibrido (3 giorni in presenza e 2 in smart) e alla soluzione full remote.

Infine, rispetto alla percezione di equità del salario, i dati mostrano una crescita nella percezione positiva del compenso che va di pari passi all’aumento del numero di giorni trascorsi in smart working. La flessibilità offerta dal modello di lavoro da remoto è in grado di migliorare la soddisfazione economica dei collaboratori e il senso di equità nella distribuzione della ricchezza aziendale, garantendo un migliore equilibrio vita-lavoro, la riduzione dei costi di spostamento e una maggiore autonomia. In sintesi, l’introduzione dello smart working migliora in modo lineare la percezione del salario.

Mese della lentezza: per l’89% dei giovani fermarsi è un lusso

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Le priorità dei giovani lentezza
Le priorità dei giovani (immagine concessa)
MILANO – In un’epoca dominata dalla velocità e dalla connessione costante, i giovani riscoprono il valore del tempo, della lentezza e dei momenti autentici vissuti insieme. In occasione della Giornata mondiale della lentezza, ScuolaZoo – punto di riferimento per le nuove generazioni – e TheFork, la principale piattaforma per la prenotazione online di ristoranti e leader nei gestionali per la ristorazione con TheFork Manager, hanno realizzato un Osservatorio sullo slow living, con l’obiettivo di monitorare e raccontare come i ragazzi e le ragazze under 30 stanno cambiando il proprio stile di vita, a partire dal tempo trascorso a tavola.

In un sondaggio condotto su un campione di oltre 500 ragazzi e ragazze tra i 14 e i 26 anni, emerge un quadro chiaro: i giovani vogliono rallentare, vivere con più consapevolezza e riscoprire il valore del tempo, della natura e della convivialità.

Secondo la ricerca di ScuolaZoo e TheFork, il dato più sorprendente arriva dal rapporto con la tecnologia. L’82% dei giovani ha già fatto o vorrebbe fare un digital detox, ovvero un periodo senza social o notifiche. Un segnale di stanchezza verso l’iperconnessione e il multitasking costante. Tra chi ha già provato a disconnettersi, c’è una minoranza attiva (16%) che lo fa regolarmente, e un’ampia fascia (40%) che ci sta pensando.
Quando si tratta di staccare davvero, le scelte sono eloquenti: attività fisica e uscite con gli amici per il 35%, musica soft o una serie rilassante per il 34%, natura e silenzio per un altro 26%. Solo il 5% sceglie contenuti social. A testimoniare questo cambio culturale arrivano anche gli Offline Days, l’esperienza firmata ScuolaZoo che porta i ragazzi a vivere quattro giorni nella natura toscana senza smartphone. Dal 1 al 4 maggio, il Rocchette Village di Castiglione della Pescaia ha ospitato un gruppo di giovani immersi tra tramonti, yoga, e-bike e zero notifiche. Tutto è stato documentato con macchine fotografiche analogiche, per riscoprire l’attimo non filtrato. Il secondo turno è previsto dal 12 al 15 giugno.

I giovani riscoprono il valore della tavola

Il modo in cui si mangia racconta molto di noi. Dai dati raccolti da ScuolaZoo e TheFork emerge che oggi il pasto è un momento da vivere con lentezza e presenza: per il 54% dei giovani, mangiare con calma è una pratica che si cerca di rispettare il più possibile, mentre il 29% lo considera una parte essenziale del proprio benessere. Solo una piccola minoranza continua a mangiare “per dovere”, in fretta.
Le abitudini a tavola confermano questo trend: il 34% guarda la TV, ma un 46% preferisce conversare con familiari e amici. C’è ancora chi non riesce a staccarsi dallo smartphone (13%), ma il dato è in calo. Il pasto come esperienza solitaria e mindful resta un’abitudine di pochi (7%).

Anche la scelta dei ristoranti riflette questo cambio di paradigma. Il 41% preferisce scoprire ristoranti e cucine diverse, mentre il 37% preferisce cene a casa, con calma e convivialità. L’11% opta per locali immersi nella natura e un altro 11% ama organizzare picnic all’aperto. Il 57% degli intervistati privilegia atmosfere rilassate a prezzi accessibili, ma cresce anche l’interesse per esperienze originali, come cene a tema o degustazioni(10%).

Per rispondere a questi bisogni emergenti, TheFork organizza da due anni l’iniziativa “Sconnessi Day”, che invita le persone a mettere da parte i dispositivi per riscoprire il piacere autentico di stare a tavola, condividere un pasto e vivere appieno l’esperienza gastronomica. Un gesto simbolico, ma concreto, che riflette l’impegno della piattaforma nel promuovere un modo di vivere la ristorazione più consapevole e accessibile.

Un modo nuovo di vivere, che mette al centro il contatto umano, la qualità del tempo e la bellezza delle piccole cose. La lentezza non è più una rinuncia, ma un atto rivoluzionario. Il sondaggio mostra un chiaro interesse verso lo slow living, soprattutto nei momenti di relax e convivialità. Molti intervistati cercano consapevolezza e piacere nelle piccole cose, pur dovendo convivere con abitudini moderne (come il controllo del telefono durante i pasti). Lo slow living non è solo una tendenza, ma un desiderio sempre più sentito, specialmente tra i giovani adulti.

La scheda sintetica di ScuolaZoo

ScuolaZoo è il media network di riferimento della Generazione Z e la community di studenti più grande d’Italia, con oltre 5 milioni di follower sui social. ScuolaZoo è una testata giornalistica, un Rappresentante d’Istituto, un diario, un tour operator che porta in vacanza migliaia di studenti ogni anno, e molto altro. Fondata da Paolo de Nadai nel 2007, in 15 anni ha saputo coinvolgere e rappresentare due generazioni di adolescenti grazie a un sapiente mix di attività online e on field.

La scheda sintetica di TheFork

TheFork, brand di Tripadvisor è la principale piattaforma per le prenotazioni online di ristoranti in Europa. In prima linea nel sostenere e promuovere la cultura della ristorazione, TheFork utilizza la tecnologia per favorire le connessioni reali tra clienti e ristoratori e per avviare questi ultimi al successo.

Con una rete di circa 55.000 ristoranti partner in 11 Paesi, quasi 40 milioni di download dell’app e più di 20 milioni di recensioni verificate, TheFork è la piattaforma di riferimento per tutti gli appassionati di food che vogliono vivere esperienze indimenticabili al ristorante. Attraverso TheFork gli utenti possono facilmente selezionare un ristorante in base alle loro preferenze, consultare le recensioni verificate, controllare la disponibilità in tempo reale, prenotare immediatamente online 24 ore su 24, 7 giorni su 7, beneficiare di offerte speciali e pagare direttamente dall’app.

Per i ristoranti, TheFork fornisce un software, TheFork Manager, che consente di ottimizzare la gestione delle prenotazioni e il tasso di occupazione, aumentare le prenotazioni e la visibilità, combattere i no-show, gestire i pagamenti e semplificare le operazioni, connettendosi alla più ampia community di appassionati di ristorazione.