lunedì 10 Novembre 2025
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Caffè: l’88% degli stranieri crede che il migliore si beva in Italia

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Una tazza di caffè americano (immagine: Pixabay)

Con la bella stagione, nel Paese cambiano le abitudini di consumo, con un’incidenza maggiore di iced coffee, creme di caffè e shakerati. Secondo AstraRicerche, per il 91% degli italiani la giornata inizia con una tazzina. Per l’88% degli stranieri il miglior caffè si beve in Italia. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Caterina Maconi per il quotidiano La Repubblica.

Il caffè in Italia

L’88% degli stranieri è convinto che il miglior caffè si beva in Italia, con l’80% dei turisti in visita che desidera vivere un’esperienza autentica, scegliendo soprattutto l’espresso al bar, ma anche la moka, il cappuccino o il macchiato.

Che sia caldo o freddo, con panna o ghiaccio, il caffè rimane un rito quotidiano, che spesso affascina chi viene da fuori.

Nel frattempo, nel nostro Paese le abitudini di consumo continuano a evolversi: se la casa resta il regno indiscusso del caffè per 8 italiani su 10, cresce la popolarità delle capsule (+13% rispetto all’anno scorso), pur rimanendo il macinato la scelta più diffusa.

Lo conferma lo studio “Tendenze del mercato italiano del caffè”, realizzato da AstraRicerche per il Comitato Italiano del Caffè, che fotografa gusti, usanze e passioni legati a questa bevanda.

Quasi la totalità degli italiani tra i 18 e i 65 anni (98,6%) consuma, almeno occasionalmente, caffè o bevande a base di caffè, mentre oltre 7 italiani su 10 (71,3%) lo bevono ogni giorno, più volte al giorno. Per il 91% degli italiani, la giornata inizia davvero solo dopo la prima tazzina.

Con l’estate, il caffè si reinventa e spopolano le varianti più fresche — dallo shakerato alla crema caffè, dalla granita con panna all’iced coffee.

Prezzi del caffè in ribasso a Londra e New York, mentre accelera il raccolto brasiliano

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Il logo dell'Ice

MILANO – Il migliorato quadro meteo in Brasile e l’avanzare del raccolto, che sia avvia a grandi passi verso la conclusione, hanno spinto al ribasso i prezzi del caffè nell’ultima seduta di una settimana caratterizzata da forte volatilità. Venerdì 25 luglio, entrambe le borse sono tornate in territorio negativo cancellando, in buona parte, i guadagni delle tre giornate precedenti.

A New York, il contratto per scadenza settembre ha perso il 2,4% chiudendo a 297,55 centesimi, in calo del 2% rispetto al venerdì precedente.

Il contratto “C” aveva iniziato la settimana in forte ribasso lasciando sul campo, nella seduta di lunedì 21 luglio, 1.165 punti.

Ma, sin dall’indomani, le quotazioni sono tornate a salire a fronte delle previsioni meteo, che prefiguravano l’arrivo di un fronte freddo, con potenziale rischio gelate nelle aree della cintura brasiliana del caffè.

A fornire ulteriore supporto ai prezzi, l’incertezza determinata dall’incombere dei dazi di Trump, al 50% su tutto l’import dal Brasile.

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Vortice presente a HostMilano con la gamma di ventilatori industriali

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vortice
VORT QBK SAL-KC EVO (immagine concessa)

TRIBIANO (Milano) – Dal 17 al 21 ottobre Vortice SpA sarà presente a HostMilano, l’imperdibile appuntamento per tutti coloro che operano nei settori horeca, foodservice, catering, ristorazione e hospitality. “Da sempre il mercato horeca, afferma l’ingegner Luca Belotti key account-divisione industriale, ha bisogno di professionisti che sviluppino e offrano soluzioni specifiche, adatte a trattare le problematiche tipiche del settore, quali temperature elevate, presenza di gassi in sospensione, oltre naturalmente a una progettazione “robusta””.

Belotti aggiunge: “Vortice, con una gamma particolarmente ampia di ventilatori industriali prodotti negli stabilimenti italiani e spagnoli, entra quindi a pieno titolo anche in questo interessante campo applicativo.”

All’interno del proprio stand (Padiglione 1, Stand R01) Vortice esporrà la sua gamma di ventilatori industriali, specificatamente studiati e destinati al mercato dell’aspirazione nell’ambito delle industrie alimentari e per il mondo horeca (cucine professionali/ristoranti).

Tre le gamme presenti che i Visitatori potranno visionare e conoscere in modo approfondito:

VORT QBK SAL-KC EVO

Casse ventilanti per estrazione di aria calda umida e inquinata da residui grassi e oleosi, specifico per l’aspirazione nelle cucine professionali/ristoranti.

CASALS BD 12/12 M6

Ventilatori centrifughi a bassa pressione.

CASALS BD 12/12 M6 (immagine concessa)

Serie VORTICE HEATMASTER F400

Aspiratori centrifughi da tetto di tipo “dual use” a scarico radiale ideali per il ricambio dell’aria e l’evacuazione di fumi caldi.

Serie VORTICE HEATMASTER F400 (immagine concessa)

Con la propria presenza anche in questo settore l’azienda rafforza la sua strategia di proporsi sul mercato con un catalogo sempre più ricco, completo e con soluzioni variegate e competitive.

 

Nestlé punta a riconquistare i consumatori con più test sul gusto dei prodotti

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Nestlé
Il logo Nestlé

Nestlé intende riconquistare i consumatori puntando su test di gusto più frequenti e su un rafforzamento del marketing, mentre i volumi di vendita restano stagnanti e i prezzi, già in crescita, continueranno ad aumentare, seppur più lentamente. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale tvsvizzera.

Il piano strategico di Nestlé

VEVEY – Confrontata con una stagnazione dei volumi di vendita, l’azienda Nestlé punta a riconquistare i consumatori: “torneremo a fare più test relativi al gusto dei nostri prodotti”, hanno promesso i vertici. E nel frattempo i prezzi continueranno ad aumentare, anche se a ritmi meno marcati.

Tra il 2022 e il 2024 la multinazionale alimentare ha testato meno di un quarto dei suoi articoli più venduti (in rappresentanza di circa la metà del giro d’affari) per verificare se i consumatori preferiscono il sapore dei suoi prodotti a quelli della concorrenza. Entro la fine dell’anno in corso la società intende effettuare tali test su due terzi degli articoli e su tutti tra un anno.

Per cambiare le cose il gruppo sta puntando anche sul marketing: la quota della pubblicità e delle altre iniziative per stimolare le vendite è salita all’8,6% nella prima parte di quest’anno, a fronte dell’8,1% dello stesso periodo dell’anno scorso.

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Ecco come la Svizzera ha cambiato il mondo del caffè

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La Svizzera

Dal caffè solubile a quello in capsule: l’ingegno della Svizzera ha ridefinito la preparazione, il consumo e l’apprezzamento di una delle bevande più amate al mondo. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Patrizia Rennis per il portale d’informazione tvsvizzera.

La storia del caffè in Svizzera

La Svizzera è conosciuta in tutto il mondo per eccellenze come il cioccolato e il formaggio, ma non tutti sanno che alcuni inventori svizzeri hanno lasciato il segno anche in un altro settore: quello del caffè. Sebbene non sia un produttore agricolo di caffè, le invenzioni ideate nel nostro Paese hanno rivoluzionato il modo in cui milioni di persone gustano questa bevanda ogni giorno.

Se oggi possiamo prepararci un caffè appena svegli semplicemente premendo un pulsante, lo dobbiamo all’ingegnere svizzero Arthur Schmed. La primissima macchina per caffè espresso risale al 1884, quando l’imprenditore torinese Angelo Moriondo la progetta per alberghi e ristoranti. Il suo obiettivo è quello di offrire alla clientela un caffè veloce e istantaneo.

Fino agli anni ’70 queste macchine rimangono a uso esclusivo di bar, ristoranti e alberghi, ma Arthur Schmed ha una visione diversa: portare questa tecnologia nelle case di tutti.

In un garage di Zurigo l’ingegnere svizzero crea il primo prototipo di macchina per caffè automatica destinata all’uso domestico, ad aiutarlo nello sviluppo della sua idea, c’è l’ingegnere Sergio Zappella. I due ingegneri trascorrono anni alla ricerca di finanziamenti, fino a ottenere il sostegno dello storico produttore svizzero di elettrodomestici, Solis.

Nel 1981 Schmed e Zappella fondano la Saeco (acronimo di Sergio, Arthur e Compagnia) e riescono finalmente a produrre la loro invenzione. Nel 1985 Saeco e Solis lanciano sul mercato la prima macchina per caffè espresso automatica per uso domestico al mondo.

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Eureka: nel 2024 fatturato di 60 milioni e oltre 200mila macinacaffè prodotti, operativo lo stabilimento Mignon Factory

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Il logo Eureka

L’azienda toscana Eureka, fondata nel 1920, ha inaugurato un nuovo stabilimento Mignon Factory, interamente dedicato alla produzione della linea iconica dei macinacaffè, frutto di un investimento di tre milioni di euro (ne abbiamo parlato qui). L’azienda ha registrato nel 2024 un fatturato di 60 milioni di euro derivante per il 98% dalle attività export e oltre 200.000 macinacaffè prodotti. Leggiamo di seguito un estratto dell’articolo pubblicato su L’Economia del quotidiano Il Corriere della Sera.

La Mignon Factory di Eureka

SESTO FIORENTINO (Firenze) – Potenziare la produzione dell’elettrodomestico italiano per cogliere il trend mondiale di crescita della filiera del caffè. È con questo intento che è diventata operativa la Mignon factory di Eureka, un nuovo stabilimento interamente dedicato alla produzione della linea iconica dei macinacaffè professionali dell’azienda fiorentina fondata nel 1920.

Frutto di un investimento di tre milioni di euro, dal nuovo impianto sono stati lanciati sul mercato in questi giorni tre nuovi modelli del macinacaffè tecnologico Mignon che verranno prodotti per il target dei consumatori privati.

Si tratta di modelli che partendo dalla tecnologia del canale professionale ora guardano sempre di più al consumo domestico, tanto che in Germania sono riusciti nell’intento di conquistare la fetta di mercato più consistente sul mercato.

“Dai primi periodi del Covid, è aumentato vertiginosamente il desiderio di rivivere in casa il piacere del caffè preparato al bar – afferma Fiorani al Corriere della Sera – Infatti c’è stato un generale exploit dell’attrezzatura destinata a dei veri coffee corner domestici. Un fenomeno trasversale che in parte ha interessato anche l’Italia e che noi siamo stati in grado di anticipare avendo da sempre riconosciuto grande importanza agli investimenti in tecnologia e performance”.

All’interno del nuovo stabilimento inaugurato alla presenza dei maggiori players del caffè, tra cui Lavazza, Illy e Smeg, vengono impiegate ventiquattro risorse umane ad alta specializzazione. L’impianto produttivo occupa una superficie di 700 metri quadrati e ha una capacità produttiva di 700 macinacaffè al giorno.

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Bialetti, al via il delisting: Nuo detiene il 96,431% del capitale sociale

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gruppo Bialetti industrie illa nuo
Il celebre omino coi baffi del logo Bialetti

MILANO – La società Nuo Capital ha acquisito complessivamente 149.259.129 azioni di Bialetti, pari a circa il 96,431% del capitale sociale del brand specializzato nella produzione di moka, al termine dell’offerta pubblica di acquisto (OPA) (ne abbiamo parlato qui).

Il delisting di Bialetti

Come riportato dal quotidiano La Repubblica e Teleborsa, non ci sarà una riapertura dei termini.

L’offerente eserciterà il diritto di acquisto, attivando in tal modo la procedura congiunta.

Borsa Italiana, continua La Repubblica, si occuperà della sospensione dalla quotazione e dalle negoziazioni delle azioni.

Seguirà il delisting al termine dei tempi previsti per l’esercizio del diritto di acquisto.

L’operazione decreta l’uscita dell’azienda dai listini di Borsa Italiana e una nuova era per il marchio simbolo del made in Italy.

Andrea Illy sulla sostenibilità: “Dobbiamo investire per recuperare il debito verso il pianeta”

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Andrea Illy, presidente illycaffè (immagine concessa)

Andrea Illy, co-presidente della Regenerative Society Foundation, commenta il superamento anticipato a oggi del limite annuale di rigenerazione delle risorse naturali del pianeta, affermando che è imperativo investire nella sostenibilità per recuperare il nostro debito con l’ambiente. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale dell’Ansa.

Andrea Illy per la sostenibilità

ROMA – “L’earth overshoot day continuerà ad arretrare sempre di più finché non correggeremo il nostro modello di sviluppo”, indica Andrea Illy, co-presidente della Regenerative Society Foundation, commentando il superamento anticipato a oggi del limite annuale di rigenerazione delle risorse naturali del pianeta.

“È necessario, infatti, – avverte Andrea Illy – recuperare il debito che abbiamo nei confronti del pianeta, investendo nel ripristino e nella conservazione del capitale naturale per favorire la produzione dei servizi ecosistemici”.

Illy aggiunge: “Al contempo, dobbiamo ridurre drasticamente la nostra impronta ecologica tramite l’economia circolare e la transizione alle cleantech, tecnologie efficienti e pulite a sostegno dell’attività di impresa”.

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Dersut Caffè e Favini presentano le buste shopper ricavate dai residui della tostatura del caffè

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Le buste shopper (immagine concessa)

CONEGLIANO (Treviso) – Il primo batch da 1.000kg di pula, partito in big bags dalla storica torrefazione di Conegliano alla volta della cartiera Favini, ha rappresentato un nuovo e concreto impegno dell’azienda nel riuso e nella valorizzazione del sottoprodotto in un’ottica di economia circolare.

Dersut Caffè, che aderisce al Gruppo Sostenibilità di CVE dal 2019, ha così intrapreso un primo significativo passo nella valorizzazione del proprio sottoprodotto, orientandolo verso un impiego che contribuisce a ridurre l’impatto ambientale delle proprie scelte produttive.

Protagonista dell’iniziativa è la pula, residuo naturale del processo di tostatura del caffè che oggi, grazie alla collaborazione con la prestigiosa cartiera Favini, viene recuperata e trasformata in materia prima per la produzione di shopper in carta riciclata.

Pula e shopper (immagine concessa)

Questa innovazione ha permesso di sostituire fino al 10% della cellulosa di origine arborea utilizzata nella fabbricazione delle shopper riducendo così il consumo di risorse forestali e contribuendo a un’economia più circolare e responsabile.

Secondo l’avvocato Lara Caballini di Sassoferrato, amministratrice delegata della torrefazione: “L’impegno nella sostenibilità ambientale va misurato dai passi concreti che un’azienda intraprende. Sono molte le direzioni percorribili, ma devono essere valutate con serietà e attuate con dedizione, per dar vita a progetti che parlino veramente dell’azienda e che lo facciano con un linguaggio autenticamente sostenibile” prosegue l’amministratrice delegata “economia circolare significa anche coinvolgere partner appartenenti a categorie merceologiche differenti e collaborare per una finalità comune, ognuno forte delle proprie capacità, e desideroso di vedere il risultato dell’impegno congiunto”.

Il progetto ha preso avvio dagli studi condotti dalla professoressa Roberta Bertani e dalla dottoressa Anna Scettri, afferenti al Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Padova, che hanno condotto approfonditi studi sulle proprietà e caratteristiche tecniche di questo prezioso sottoprodotto.

La texture (immagine concessa)

Questo progetto si aggiungerà a quelli del brand Dersut Reuse che, grazie alla pluriennale collaborazione con Ricrearti, propone una serie di oggetti frutto del riuso intelligente e artistico di eccedenze di produzione.

Le shopper realizzate con la pula sono ora disponibili per l’acquisto per chiunque voglia contribuire a un piccolo ma significativo gesto di cura verso l’ambiente.

La scheda sintetica di Favini

Favini è un’azienda leader mondiale nella ideazione e realizzazione di supporti release, ossia stampi creativi e tecnici impiegati nei processi di produzione di ecopelle e altri materiali sintetici per i settori della moda, del design e dell’abbigliamento tecnico-sportivo. È inoltre tra le aziende di riferimento a livello mondiale nella realizzazione di specialità grafiche innovative a base di materie prime naturali (cellulosa, alghe, cuoio, denim, cotone e lana, frutta e noci) per il packaging dei prodotti realizzati dai più importanti gruppi internazionali del settore luxury e fashion.

Opera anche nel segmento cartotecnica, che comprende le attività relative alla creazione e alla produzione di articoli di cartoleria per la scuola, il tempo libero e l’ufficio, destinati alla fascia alta del mercato. Favini conta oltre 600 dipendenti e due stabilimenti, a Rossano Veneto (VI) e Crusinallo (VB).

Pernigotti: successo per la prima stagione estiva del nuovo brand Signor Stefano

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signor stefano pernigotti
Il brand Signor Stefano (immagine conessa)

NOVI LIGURE (Alessandria) – Successo per la prima stagione estiva di Signor Stefano, il nuovo brand di proprietà di Pernigotti Spa che propone semilavorati di alta qualità per le gelaterie artigianali. Presentato al salone internazionale SIGEP World 2025 nel gennaio scorso alla Fiera di Rimini, questo nuovo brand ha subito suscitato un grande interesse. Gli operatori del settore hanno infatti apprezzato il rientro dell’azienda dolciaria di Novi Ligure (Alessandria), controllata da JP Morgan Asset Management e Invitalia, in un mercato dove per decenni è stata tra i principali operatori di riferimento.

Signor Stefano, il nuovo brand di Pernigotti

“Stiamo riportando il nome di Novi Ligure nel mondo delle gelaterie artigianali, e non solo in quelle italiane, con il nuovo brand Signor Stefano che è stato senza dubbio una delle piacevoli novità di questa calda estate 2025”, ha dichiarato Gianluca Cazzulo, direttore commerciale di Pernigotti Spa.

Cazzulo aggiunge: “In pochi mesi, abbiamo portato sul mercato un prodotto molto apprezzato dai professionisti di questo settore. Siamo in una fase molto affascinante, in quanto stiamo costruendo o ricostruendo una nuova struttura commerciale, formata da professionisti che condividono innanzitutto i nostri valori e che ambiscono a partecipare ad un progetto che ha radici profonde nel passato, ma che guarda al futuro con una visione chiara”.

In questa prima stagione estiva, la Divisione Gelateria di Pernigotti Spa – che vede la collaborazione di grandi professionisti del settore, come Marino Tacchino, responsabile ricerca e sviluppo, e Giacomo Tonelli, in qualità di consulente commerciale – ha proposto un catalogo di 45 semilavorati per i gelati (basi in polvere e creme) per un totale di circa 60 referenze.

Le ricette dei prodotti sono tutte assolutamente nuove, ma basate su una tradizione nella gelateria ormai quasi centenaria. In particolare, un grande successo hanno fatto registrare i prodotti classici come la pasta nocciola e la pasta gianduia con l’utilizzo solamente di nocciole italiane, oltre agli altri gusti al cacao amaro, cioccolato, stracciatella e pistacchio, tutti basati su materie prime ed ingredienti di altissima qualità. E’ stato anche attivato un nuovissimo canale e-commerce, che consente ai titolari delle gelaterie artigianali di acquistare online i prodotti in tempi brevi.

“Tutta la nostra produzione avviene sempre nello storico stabilimento di Novi Ligure e può contare sui nostri maestri gelatieri che si tramandano da decenni questo particolare know how”, ha sottolineato Cazzulo. “Il nostro piano industriale prevede di raggiungere una produzione di 1.000 tonnellate in 3 anni e oggi siamo a circa 300 tonnellate in linea con il budget. Alla fiera internazionale SIGEP World nel gennaio 2026 a Rimini, lanceremo diverse novità con forti connotati di innovazione, ma sempre nel rispetto della lunghissima tradizione che contraddistingue la storia del nostro territorio”.

Per maggiori informazioni basta cliccare qui