mercoledì 17 Settembre 2025
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Gruppo Selecta, numero 1 della distribuzione automatica in Europa: per il rilancio arriva il ceo ad interim Michael Rauch

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Il logo Selecta

CHAM (Svizzera) – Selecta Group, leader svizzero nel settore Foodtech con una rete di distribuzione di livello mondiale in Europa, annuncia che Christian Schmitz ha informato il Consiglio di Amministrazione della sua intenzione di dimettersi dalla carica di ceo del Gruppo. Michael Rauch, che in passato ha ricoperto i ruoli di ceo e cfo di CompuGroup Medical, nonché di cfo di Douglas Group e ha maturato una lunga carriera presso Henkel, assumerà il ruolo di ceo ad interim.

Christian Schmitz, ceo di Selecta Group, ha dichiarato: “Sono onorato di aver guidato Selecta per cinque anni, guidando la sua trasformazione in una forza leader nel settore food tech europeo. Con l’accordo sulla ricapitalizzazione di Selecta, sono convinto che questo sia il momento ideale per affidare il suo prossimo capitolo di crescita a una nuova proprietà.”

Marc van der Plas, Presidente di Selecta Group, ha dichiarato: “A nome del Consiglio di amministrazione di Selecta Group e dell’intera organizzazione, desidero ringraziare Christian per la sua leadership, la sua dedizione e il suo contributo. Ha guidato il gruppo in tempi difficili e ha realizzato una ricapitalizzazione veramente trasformativa, lasciando l’azienda con prospettive nettamente migliori. Il Consiglio di amministrazione gli augura ogni successo per i suoi impegni futuri.”

“Siamo certi che con Michael Rauch ci siamo assicurati i servizi di un leader eccezionale con un’esperienza diretta alla guida di un’azienda paneuropea. Insieme alla struttura di capitale significativamente rafforzata del Gruppo, siamo fiduciosi di poter perseguire opportunità di crescita, migliorare la competitività e migliorare il servizio ai clienti in tutti i mercati. Michael e Christian lavoreranno insieme per garantire una transizione ben organizzata”.

IMF fa un passo decisivo verso l’eccellenza ambientale: ottiene la certificazione UNI EN ISO 14001:2015

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Torrefattrice industriale automatica RM60 installata da Fausto Kaffeerösterei a Monaco, Germania (immagine concessa)

OCCHIOBELLO (Rovigo) – Da sempre impegnata nell’innovazione tecnologica e nella qualità dei propri impianti per la torrefazione del caffè, la società IMF compie un ulteriore passo avanti nel segno della sostenibilità. L’azienda ha infatti ottenuto la certificazione UNI EN ISO 14001:2015, attestando l’adozione di un Sistema di Gestione Ambientale conforme ai più rigorosi standard internazionali.

Un riconoscimento che conferma l’attenzione costante non solo alla performance delle proprie soluzioni tecnologiche, ma anche all’impatto ambientale lungo tutto il ciclo produttivo.

Verso una produzione a basso impatto

La norma ISO 14001:2015 stabilisce requisiti e best practice per individuare, controllare e ridurre gli aspetti ambientali delle attività aziendali. Per IMF il percorso ha comportato:

  • Mappatura degli aspetti ambientali: analisi di consumi energetici, emissioni in atmosfera, gestione dei rifiuti e utilizzo di risorse.
  • Definizione di obiettivi misurabili: piani di miglioramento per ridurre consumi elettrici, ottimizzare la raccolta differenziata e minimizzare gli scarti di lavorazione.
  • Formazione del personale: corsi dedicati alla sensibilizzazione ambientale, con particolare attenzione a buone pratiche operative e segnalazione di potenziali non conformità.

Grazie a questi interventi, l’azienda prevede un abbattimento progressivo delle emissioni di CO₂ e una maggiore efficienza nell’uso delle materie prime.

Le parole del responsabile qualità e ambiente

“Ottenere la certificazione ISO 14001:2015 è per noi motivo di grande orgoglio”, commenta Vladimiro Boschi, responsabile qualità e ambiente del brand IMF. “Questo riconoscimento conferma che la sostenibilità è parte integrante del nostro modello di business. Continueremo a monitorare ogni processo, puntando a nuovi traguardi green, in coerenza con le normative europee e le aspettative dei clienti più attenti all’ambiente”.

IMF conferma la propria visione di crescita responsabile, con questo ulteriore passo, fondendo innovazione e sostenibilità per offrire ai torrefattori soluzioni sempre più performanti e rispettose del pianeta.

Il certificato (immagine concessa)

La macchina NUOVA Aurelia, firmata Nuova Simonelli, lancia la tecnologia C-Automation che consente di servire più bevande in meno tempo

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NUOVA Aurelia (immagine concessa)

BELFORTE DEL CHIENTI (Macerata) – Negli ultimi anni, il consumo di caffè ha visto una crescita costante, accompagnata da aspettative sempre più alte da parte dei consumatori, in particolare dei più giovani. Questi clienti richiedono bevande di alta qualità, preparate rapidamente e in modo consistente.

Allo stesso tempo, dall’altro lato del bancone, catene e torrefattori devono affrontare una realtà complessa: alti tassi di turnover del personale, costi di formazione elevati, workflow intricati e la necessità di contenere consumi e sprechi.

Per rispondere efficacemente a queste sfide, la ricerca tecnologica ha fatto passi da gigante, e tra le innovazioni più rilevanti c’è la tecnologia C-Automation di NUOVA Aurelia, firmata Nuova Simonelli.

C-Automation (immagine concessa)

1. Efficienza e qualità non sono più un compromesso

Uno dei problemi principali per le catene e i professionisti del caffè è trovare il giusto equilibrio tra efficienza operativa, produttività e qualità in tazza. La tecnologia C-Automation consente di servire più bevande in meno tempo, mantenendo alti standard qualitativi. Come? Automatizzando la comunicazione tra macchina e macinino, che condividono le ricette tramite il portafiltro.

Il sistema regola automaticamente la macinatura e controlla il flusso del caffè in uscita, garantendo un risultato sempre consistente. In questo modo, è possibile aumentare la velocità del workflow fino al 20% senza compromettere la qualità.

Per guardare il video basta cliccare qui

2. Semplificare la complessità del workflow

La preparazione del caffè può essere un processo articolato e soggetto a variabili che impattano la qualità finale. Con C-Automation, tutto diventa più semplice e fluido: ogni portafiltro è associato a una o più ricette che vengono preparate automaticamente, riducendo tempi e margini di errore. Il macinino GX riconosce automaticamente il portafiltro inserito e macina la dose corretta. Allo stesso modo anche la macchina NUOVA Aurelia riconosce il portafiltro ed eroga la dose associata.

Questo processo non richiede l’uso di app o connessioni internet, garantendo massima affidabilità anche in ambienti complessi. C-Automation analizza inoltre molteplici parametri – incluso il flusso di tutte le estrazioni – e regola continuamente le impostazioni del macinino per mantenere la qualità costante. L’operatore, quindi, non deve più preoccuparsi di calibrare il macinino o monitorare l’estrazione: tutto avviene in automatico, riducendo i tempi e rendendo il processo fluido, replicabile e adatto anche a contesti con alto volume di ordini.

3. Una risposta concreta all’alto turnover del personale

Formare nuovi operatori richiede tempo e risorse, e spesso rappresenta un ostacolo alla crescita per molte realtà del settore. C-Automation riduce al minimo la necessità di formazione: il sistema guida l’operatore in ogni fase, permettendo anche a personale con poca esperienza di servire ottime bevande fin dal primo giorno. Questo abbassa i costi di onboarding e garantisce continuità operativa, indipendentemente dalla frequenza del cambio staff.

4. Taglio dei consumi energetici e degli sprechi

Ogni errore di estrazione può tradursi in uno spreco di materie prime, tempo ed energia. Automatizzando i processi, C-Automation abbatte gli scarti, ottimizza i consumi e contribuisce a un modello di lavoro più sostenibile sia dal punto di vista economico che ambientale. Meno errori, meno rifiuti, più efficienza energetica.

Una soluzione per un futuro sostenibile del coffee shop

Dalla prima macchina ergonomica del 2003 fino alla recente evoluzione con NUOVA Aurelia, Nuova Simonelli continua a innovare pensando alle esigenze reali di chi gestisce uno o più punti vendita. La tecnologia C-Automation rappresenta oggi una delle risposte più avanzate e concrete alle sfide che affrontano torrefattori e catene: velocizzare il servizio, ridurre i costi, migliorare la qualità e semplificare il lavoro.

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Donald Trump rifiuta il caffè arabo offerto dal principe Muhammed bin Salman: la polemica sui social

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Donald J. Trump (foto The White House)

Donald Trump ha inaugurato il secondo mandato con il primo viaggio all’estero ufficiale in Arabia Saudita. Il presidente è stato ben accolto tuttavia, come si vede dal filmato dell’incontro, rifiuta di bere il caffè Arabo offertogli per due volte. Sui social media è subito scoppiata la polemica. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato su Corriere Tv.

Il caffè rifiutato da Donald Trump in Arabia Saudita

MILANO – Il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha scelto l’Arabia Saudita per il primo viaggio ufficiale all’estero del suo secondo mandato.

Il regno lo ha accolto con tutti gli onori del caso, compresa una parata militare e un’accoglienza personale all’aeroporto da parte del principe ereditario Mohammed bin Salman.

Ma il filmato dell’incontro, in cui Trump rifiuta di bere il caffè arabo offerto per due volte, ha scatenato critiche sui social media sauditi, con alcuni che lo hanno definito un insulto.

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SCA presenta il nuovo listino prezzi per i corsi più economico e accessibile con differenze tra i Paesi, l’Italia è nel gruppo 5

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Il nuovo modello dei prezzi della SCA (immagine concessa)

MILANO – La Specialty Coffee Association ha deciso di cambiare il listino prezzi dei corsi al fine di rendere l’apprendimento più accessibile, economico ed equo per i professionisti del caffè in tutto il mondo. L’associazione ha potuto constatare che sempre più persone vogliono entrare nel mondo del chicco, anche e specialmente nei mercati emergenti, nelle regioni meno servite.

Il nuovo modello di prezzi della SCA

Già l’anno scorso, al fine di creare una filiera più inclusiva, l’associazione SCA ha introdotto l’iscrizione gratuita per abbattere le barriere di accesso alla comunità globale.

Yannis Apostolopoulos, ceo della Specialty Coffee Association, ha affermato:  “L’educazione rappresenta il fondamento delle carriere, della leadership e dell’innovazione lungo tutta la filiera. Gioca un ruolo vitale nella missione di migliorare il caffè, con la nostra ricerca e standard che continuano a plasmare l’evoluzione del curriculum dell’associazione. Dopo anni di lavoro, abbiamo introdotto un nuovo modello progettato per rendere la nostra educazione più accessibile.”

I costi dei corsi varieranno ora a seconda del Paese, riflettendo le realtà economiche locali. I Paesi sono stati divisi in cinque gruppi in base ai dati dell’IMF (International Monetary Fund) e sull’Indice di parità del potere d’acquisto pro capite.

Questo approccio garantisce che le tariffe dei corsi per gli studenti e le licenze per i formatori siano proposte in maniera equa e trasparente.

Ecco alcuni prezzi dal nuovo listino SCA (l’Italia è nel gruppo 5):

Un formatore autorizzato SCA (AST) nel Gruppo 5 pagherà 975 dollari all’anno, mentre un formatore nel Gruppo 1 pagherà solo 115.

Uno studente nel Gruppo 5 pagherà una tariffa di 50 dollari per corso alla SCA, mentre uno appartenente al primo Gruppo ne pagherà solo 8.

Questo modello si applica a tutti i programmi di certificazione SCA, incluso il Q Program, dopo le recenti novità.

I formatori continueranno a stabilire i propri prezzi

SCA ha stabilito inoltre collaborazioni con Coffee Quality Institute (CQI), Colombian Coffee Growers Federation (FNC), Brazil Specialty Coffee Association (BSCA).

Secondo Sca queste partnership aiutano a introdurre programmi e standard a un numero maggiore di persone, rispettando e sfruttando le conoscenze e le infrastrutture locali.

Cosa c’è da sapere

  • La struttura completa dei prezzi è ora disponibile sul sito web di SCA Education.
  • Sessioni informative—online e in presenza—si terranno nelle prossime settimane.
  • Nei prossimi mesi ci sarà un lancio ufficiale

Per maggiori informazioni basta cliccare qui.

Nespresso: il progetto Da chicco a chicco dona 220 quintali di riso al Banco Alimentare del Lazio

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nespresso Eric Favre capsule
Logo Nespresso

A volte basta cambiare prospettiva per dare nuovo valore a ciò che consideriamo scarto. È da qui che nasce l’iniziativa di Nespresso Da chicco a chicco in cui sostenibilità e aiuto sociale si rafforzano a vicenda. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale d’informazione Banco Alimentare.

Il progetto Da chicco a chicco di Nespresso

ROMA – Un chicco di caffè può trasformarsi in un chicco di riso? Sì, grazie al progetto “Da chicco a chicco” di Nespresso: le capsule esauste vengono raccolte, l’alluminio viene riciclato e il caffè residuo si trasforma in compost, che fertilizza le risaie italiane. È così che la raccolta delle capsule diventa un esempio concreto di economia circolare, unendo rispetto per l’ambiente e solidarietà.

Anche quest’anno Banco Alimentare del Lazio ha ricevuto una generosa donazione di riso frutto di questa iniziativa: un alimento prezioso, che porterà un aiuto concreto a tante persone in difficoltà nella nostra regione.

In totale, sono 22.000 kg di riso quelli che Banco Alimentare del Lazio potrà distribuire nel 2025 grazie a questo progetto.

Come funziona il progetto

Le capsule esauste vengono raccolte:

  • nelle Boutique Nespresso
  • nelle isole ecologiche partner

Qui, i materiali vengono separati:

L’alluminio si trasforma in nuovi oggetti come penne e biciclette.

Il caffè esausto diventa compost, che fertilizza il terreno delle risaie italiane.

In questo modo, lo scarto si trasforma in nuova risorsa, generando un impatto positivo sia sull’ambiente che sulle persone.

Per leggere la notizia completa basta cliccare qui

Ristoranti contro la fame: l’iniziativa benefica ha raggiunto circa 1 milione dal 2015 a oggi

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I protagonisti dell'iniziativa (immagine concessa)

MILANO – Dieci anni di collaborazione solidale con il mondo della ristorazione. Dieci anni di idee, piatti solidali, eventi e coinvolgimento attivo per garantire a ogni persona una vita libera dalla fame. Questo e tanto altro è Ristoranti contro la fame, iniziativa promossa da Azione contro la fame, che ha celebrato la conclusione dell’edizione numero dieci con un evento organizzato presso la Fondazione IBVA di Milano, una delle due sedi che ospita il programma di Azione contro la fame a Milano.

All’evento hanno partecipato oltre cento persone, tra ristoratori, rappresentanti istituzionali, partner e appassionati del mondo food. La giornata ha alternato momenti di riconoscimento ufficiale, testimonianze dirette dei beneficiari dei programmi e la condivisione dei risultati raggiunti, resi possibili anche grazie ai fondi raccolti attraverso l’iniziativa Ristoranti Contro la Fame.

La mattinata si è aperta con una visita al social market Solidando, progetto di IBVA nato nel 2017, ed è proseguita con gli interventi di Azione Contro la Fame e dei partner. La conclusione dell’evento ha visto la consegna dei premi ai ristoranti e alle catene che si sono distinti per l’impegno nella raccolta fondi sia nell’ultimo anno sia nel corso del decennio. La raccolta fondi di 250.000 euro nel 2024 ha portato il totale complessivo dei dieci anni a quasi 1 milione di euro.

“Ristoranti contro la fame è sicuramente buon cibo e convivialità, ma è soprattutto un modo per realizzare progetti concreti di risposta alle emergenze e di costruzione dell’autonomia delle persone che partecipano ai nostri programmi. In Italia abbiamo supportato più di 400 persone vulnerabili a Milano e Napoli. Nel mondo, abbiamo potuto verificare lo stato di nutrizione di oltre 8.000 bambini in India, Repubblica Centrafricana e Repubblica Democratica del Congo, dato accesso all’acqua potabile a quasi 30.000 persone in Libano e rafforzato 21 strutture sanitarie in contesti fragili”, ha dichiarato Simone Garroni, Direttore di Azione Contro la Fame in Italia.

Oltre 300 le realtà aderenti tra ristoranti, osterie, pizzerie e catene. A queste ultime si deve una delle principali novità della decima edizione che, per la prima volta, ha visto un equilibrio numerico tra catene e ristoranti indipendenti. Tra i brand più attivi: Bomaki, Bun Burgers, Greeat, Investfood (NIMA Sushi, Pokéria by NIMA, This Is Not a Sushi Bar, Poké Factory e Maui Hawaiian Restaurant), Il Mannarino, Lievità – Pizzeria Gourmet, Macha, Roadhouse Restaurant e Wiener Haus. Al risultato del 2024 hanno contribuito anche Giano Lai e Francesca Manunta (del canale YouTube @cosamangiamooggi) che, nel loro viaggio- documentario attraverso l’India, hanno raccontato i progetti di Azione Contro la Fame e raccolto oltre 30.000 euro attraverso la loro community.

Premi e riconoscimenti

Tra i riconoscimenti con il Premio Platinum 2024 (oltre 3.000 euro raccolti): Madama Piola di Torino, Da Vittorio di Brusaporto – BG (3 Stelle MICHELIN 2025), Yard Restaurant di Verona, Nobu di Milano, Il Sereno Al Lago di Torno – CO (1 Stella MICHELIN 2025), Il Fagiano di Gardone Riviera – BS (1 Stella MICHELIN 2025), Locanda Margon di Trento (1 Stella MICHELIN 2025), Osteria Brunello di Milano e Denis Pizza di Montagna di Alano di Piave – BL.

I riconoscimenti con il Premio Gold 2024 (oltre 1.500 euro raccolti) sono per: Innocenti Evasioni di Milano, Ristorante Famiglia Rana di Vallese di Oppeano – VR (1 Stella MICHELIN 2025), Venissa di Mazzorbo – VE (1 Stella MICHELIN 2025), Lanterna Verde di Villa di Chiavenna – SO (1 Stella MICHELIN 2025), Orma di Roma (1 Stella MICHELIN 2025), Osteria dai Coghi di Costermano sul Garda – VR e Oseleta di Cavaion Veronese – VR (1 Stella MICHELIN 2025).

Premi Fedeltà assegnati a ristoranti che sostengono l’iniziativa dall’inizio come Ceresio 7 di Milano, Glass Hostaria di Roma (1 Stella MICHELIN 2025), Il Credenziere di Annone Veneto – VE, Innocenti Evasioni di Milano, La Locanda dei Matteri di Sant’Elpidio a Mare – FM, La Pineta Marina di Bibbona – LI (1 Stella MICHELIN 2025), Lanterna Verde di San Barnaba – SO (1 Stella MICHELIN 2025), Piazza Duomo di Alba – CN (3 Stelle MICHELIN 2025), Poporoya di Milano, Sadler di Milano (1 Stella MICHELIN 2025), San Domenico di Imola – BO (2 Stelle MICHELIN 2025) e Terrazza Palestro di Milano.

Grazie ai fondi raccolti, Azione Contro la Fame ha potuto sostenere i programmi in Italia e nel mondo di seguito elencati.

Impatto in Italia

In Italia, fino a fine 2024, il programma ha coinvolto 410 famiglie tra Milano e Napoli, offrendo un percorso integrato che comprende supporto alla spesa, educazione nutrizionale, formazione e accompagnamento all’inserimento lavorativo.

I risultati sono rilevanti: il 59% dei partecipanti ha trovato lavoro o ripreso la formazione e anche la qualità dell’alimentazione è migliorata sensibilmente, con progressi evidenti su idratazione, varietà della dieta e riduzione del consumo di zuccheri e cibi ultra-processati.

Impatto nel mondo

Nel mondo, i programmi sono stati portati avanti in India, dove oltre 6.000 bambini hanno avuto accesso a screening nutrizionali e 2.400 donne hanno ricevuto consulenza su salute e nutrizione. Nel Sahel (Burkina Faso, Mauritania, Niger e Senegal), Azione Contro la Fame ha sviluppato progetti di adattamento climatico, guidando le comunità nomadi – grazie all’uso di immagini satellitari e intelligenza artificiale – verso le aree più adatte al pascolo e alla coltivazione. In Repubblica Centrafricana, sei strutture sanitarie sono state rinforzate e dotate delle risorse necessarie, più di 2.300 bambini sono stati sottoposti a screening e 246 famiglie hanno ricevuto supporto psicosociale.

Nella Repubblica Democratica del Congo, sostenute 15 strutture per il trattamento della malnutrizione grave, oltre 6.000 famiglie sono state formate sulla diagnosi precoce della malnutrizione e più di 1.600 bambini sono stati curati.

In Libano, oltre 29.000 persone hanno avuto accesso all’acqua potabile e più di 39.000 hanno beneficiato di servizi di igiene e gestione delle acque reflue, in un contesto segnato da crisi economica e sociale.

Partnership e sostenitori

L’edizione 2024 della campagna ha visto il supporto di partner strategici, tra cui Ferrari Trento, METRO Italia, Michelin Italiana e Radio DEEJAY.

“La partnership con Azione Contro la Fame è particolarmente significativa per noi perché unisce a filo doppio ristorazione di eccellenza e solidarietà, due ambiti a cui sia Ferrari Trento sia l’acqua Surgiva sono da sempre molto vicini. Sapere che i fondi ricavati da Ristoranti Contro la Fame, anche grazie al contributo del nostro progetto “Bollicine Solidali”, si sono tradotti in azioni concrete a sostegno di tante persone vulnerabili, in Italia e nel mondo, è per noi motivo di grande soddisfazione”, ha dichiarato Camilla Lunelli, direttrice comunicazione e sostenibilità Gruppo Lunelli.

“Come METRO Italia, siamo orgogliosi di essere al fianco di Azione Contro la Fame per celebrare dieci anni di Ristoranti Contro la Fame, un progetto che dimostra quanto la ristorazione possa essere protagonista anche fuori dalle cucine. I ristoratori che aderiscono a questa iniziativa mettono al servizio degli altri non solo il loro lavoro, ma anche il loro senso di responsabilità e il loro cuore. In qualità di partner d’eccellenza della ristorazione, METRO crede con convinzione nell’importanza di iniziative come questa per mettere il talento e l’impegno dei professionisti del fuori casa a sostegno di chi è più in difficoltà”, ha dichiarato David Martínez Fontano, ceo di METRO Italia.

Si ringraziano: ABI Professional, Federazione Italiana Cuochi, GAG, Gastronomika, Honor Consulting, IBVA, International Pizza Academy, Italian Gourmet, Jeunes Restaurateurs, Le Soste, Restworld e Unione Brand Ristorazione Italiana – UBRI.

Si aggiunge nel 2025 il prezioso contributo della Federazione Italiana Pubblici Esercizi – FIPE. Azione Contro la Fame | www.azionecontrolafame.it

Azione Contro la Fame è un’organizzazione umanitaria internazionale impegnata a garantire a ogni persona

il diritto a una vita libera dalla fame. Specialisti da 46 anni, prevediamo fame e malnutrizione, ne curiamo gli effetti e ne preveniamo le cause. Siamo in prima linea in 56 paesi del mondo per salvare la vita dei bambini malnutriti e rafforzare la resilienza delle famiglie con cibo, acqua, salute e formazione. Guidiamo con determinazione la lotta globale contro la fame, introducendo innovazioni che promuovono il progresso, lavorando in collaborazione con le comunità locali e mobilitando persone e governi per realizzare un cambiamento sostenibile. Ogni anno aiutiamo 21 milioni di persone.

Caffè Borbone rinnova la partnership con Plastic Free Odv Onlus

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Caffè Borbone partner di Plastic Free (immagine concessa)

NAPOLI – Caffè Borbone, azienda leader nel business della torrefazione e del caffè porzionato, rinnova la partnership con Plastic Free Odv Onlus, l’organizzazione di volontariato impegnata dal 2019 nel contrastare l’inquinamento da plastica. Negli anni la collaborazione si è ulteriormente consolidata, ampliando il numero di iniziative di pulizia ambientale su più tappe distribuite in diverse regioni italiane.

Anche quest’anno Caffè Borbone conferma la propria presenza a diversi appuntamenti previsti in Campania. Il primo è stato quello in occasione della Giornata della Terra che ha avuto luogo il 26/27 aprile.

A seguire, le prossime due date:

• 7/8 giugno per la Giornata Mondiale dell’Ambiente
• 27/28 settembre in occasione del Sea & Rivers Day.

La partnership, ormai consolidata e ampliata anche al Nord Italia, vedrà inoltre l’azienda protagonista il 7 giugno a Milano, in una giornata esclusiva di raccolta organizzata da Caffè Borbone in collaborazione con Plastic Free.

Nel 2024 la partnership ha visto coinvolti 3.444 volontari e 26.360 kg di plastica e rifiuti rimossi dall’ambiente.

Plastic Free Odv Onlus è l’organizzazione di volontariato nata nel 2019 con lo scopo di informare e sensibilizzare le persone sulla pericolosità dell’inquinamento da plastica, impegnata in battaglie per la salvaguardia del pianeta attraverso collaborazioni attive sui vari territori coinvolgendo cittadini volontari, scuole, aziende, media, enti ed istituzioni.

In questi anni, Plastic Free Odv Onlus ha provveduto a rimuovere 4.540.836 kg di plastica e rifiuti dall’ambiente attraverso 8264 appuntamenti con la collaborazione di oltre 260.000 volontari.

Dichiara Marco Schiavon, amministratore delegato di Caffè Borbone: “Continuiamo a sostenere con determinazione la missione di Plastic Free, associazione da anni in prima linea nella lotta contro l’inquinamento da plastica e promotrice di iniziative di educazione ambientale e coinvolgimento civico, con la quale condividiamo valori fondamentali quali la tutela dell’ambiente e la promozione di una cultura di responsabilità attraverso la sensibilizzazione delle comunità”.

Schiavon aggiunge: “L’impegno di Caffè Borbone si estende lungo l’intera filiera produttiva, da una selezione accurata del caffè verde nei paesi d’origine fino allo smaltimento dei prodotti. Parallelamente, l’azienda prosegue nel percorso di riduzione delle emissioni climalteranti lungo tutta la catena del valore, intervenendo in maniera strutturale su selezione e coinvolgimento dei fornitori, efficientamento dei processi produttivi, eco-design di prodotti e imballaggi e ottimizzazione delle attività logistiche. Nel 2024, Caffè Borbone ha ulteriormente rafforzato il proprio impegno ambientale aderendo al percorso di decarbonizzazione ispirato ai principi della Science Based Targets initiative”.

“Siamo orgogliosi di continuare a collaborare con Caffè Borbone, che per il quarto anno consecutivo ci supporta nelle nostre attività di sensibilizzazione e tutela ambientale. La lotta contro l’inquinamento da plastica è un obiettivo che richiede la partecipazione attiva di tutti: aziende, istituzioni e cittadini. Grazie a questa partnership, possiamo estendere la nostra azione a sempre più territori, coinvolgendo un numero crescente di persone nella protezione del nostro pianeta. Il nostro impegno è quello di sensibilizzare e agire concretamente per un futuro più verde, con l’obiettivo di ridurre l’uso della plastica e promuovere una cultura della sostenibilità”, dichiara Luca De Gaetano, fondatore e presidente di Odv Onlus.

Nel 2017, Caffè Borbone è stato il primo brand ad introdurre sul mercato la cialda compostabile con incarto riciclabile nella carta e cialda smaltibile nell’umido eriutilizzabile come compost, un chiaro segnale di come sia possibile realizzare soluzioni di consumo che siano sostenibili e allo stesso tempo di qualità.

È di Caffè Borbone anche la prima capsula compostabile in biopolimero con top in carta filtro, realizzata attraverso processi biologici che conferiscono al prodotto un’elevata biodegradabilità. La conversione del sacchetto e dell’involucro della cialda, oggi totalmente in carta, ha permesso di ridurre significativamente negli anni il ricorso a plastiche.

Per maggiori informazioni basta cliccare qui.

La scheda sintetica di Caffè Borbone

Nata a Napoli nel 1999 come piccola torrefazione legata alla tradizione del caffè napoletano, Caffè Borbone è diventata in pochi anni uno dei principali produttori di caffè monoporzionato in cialde e capsule. Rappresenta un caso di crescita esemplare, grazie anche al costante investimento in Ricerca & Sviluppo che ha portato alla realizzazione di prodotti innovativi e di qualità che, gradualmente, hanno conquistato i consumatori sempre più attenti all’ambiente.

È stata, infatti, la prima azienda in Italia a proporre la cialda compostabile che, smaltita nell’umido, può essere utilizzata per la produzione di compost, con involucro riciclabile nella raccolta della carta. Successivamente, ha lanciato la capsula compostabile in biopolimero con il top in carta filtro. Dal 2018 Caffè Borbone è controllata da Italmobiliare Investment Holding, che ha acquisito il 60% della società, mentre il restante 40% rimane al fondatore Massimo Renda.

Arianna Mingardi, 45 anni di Amigos Caffè: “Il nostro obiettivo principale, è quello di esportare il made in Italy in tutto ilmondo”

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La famiglia Amigos Caffè (foto concessa)
La famiglia Amigos Caffè (foto concessa)

TRIESTE – Amigos Caffè si è dimostrata essere azienda solida anche di fronte alla crisi che sta mettendo in ginocchio il settore, capitanata oggi da Arianna Mingardi, marito, figlie e da tutto il team. Il 19 dicembre 2025 è la data ufficiale che decreta i 45 anni dalla fondazione dell’attività di famiglia sotto la guida di Severino Mingardi e una tostatrice di appena 30 chili usata. Di strada sin qui se n’è fatta e la volontà è quella di proseguire ancora per molto ancora.

Quindi Amigos Caffè promette delle sorprese per questo compleanno a Host Milano?

Arianna esordisce con una prima notizia: “Devo annunciare che a questo Host Milano non ci saremo con un nostro stand, perché stiamo progettando di partecipare a quello in Arabia Saudita, che cadrà proprio dal 15 al 17 dicembre, quasi in concomitanza al nostro anniversario.

Abbiamo deciso di fare questa scelta perché abbiamo compreso che, per entrare al meglio in questo nuovo mercato, è fondamentale essere presenti direttamente sul territorio, soprattutto in un periodo come quello attuale, dove non è facile essere ovunque: si devono fare delle scelte. Poiché Host, manifestazione con cui abbiamo sempre collaborato, ci ha proposto l’opportunità di partecipare all’edizione di Riyadh, abbiamo deciso di coglierla al volo.

Porteremo il nostro made in Italy con il prodotto che in questo momento, insieme alle nostre 12 miscele, sta spingendo molto in quelle zone, l’Amigos Qualità Blu e cercheremo di portare la nostra personalità per colmare la distanza con i clienti locali. Il nostro obiettivo è far conoscere la nostra azienda e il nostro lavoro attraverso un contatto diretto.” Arianna Mingardi rassicura: “Per i 50 anni, torneremo a festeggiare di nuovo in casa.”

45 anni di Amigos Caffè: quanto è rimasto uguale e cosa invece sta cambiando?

“È rimasto uguale il nostro rapporto umano e il nostro senso di famiglia, sia all’interno dell’azienda, con i nostri collaboratori, che all’esterno, con i nostri clienti. Il confronto e il dialogo sono sempre stati valori fondamentali per noi. L’ingresso delle mie figlie in azienda, tuttavia, sta portando una svolta importante, aiutando Amigos Caffè ad adattarsi meglio alle sfide moderne del mercato e al contesto che stiamo vivendo. Il dialogo tra generazioni è essenziale: mi permette di comprendere la realtà attuale senza restare ancorata a concetti fissi di impresa e prodotto. Questo continuo scambio ci aiuta a rimanere giovani e innovativi.

La visione aziendale nel settore del caffè è cambiata per rispondere alle condizioni attuali del mercato. Mio padre diceva che l’obiettivo principale era produrre un ottimo prodotto e soddisfare il cliente. Oggi, a questi principi, aggiungiamo anche l’importanza della formazione, dell’aggiornamento, della comunicazione e della sensibilità verso l’ambiente, integrando questi valori nel nostro processo produttivo.”

In questi 45 anni, avete vissuto mai un periodo così critico come quello attuale?

Il team dietro la torrefazione (foto concessa)

“No, assolutamente no. Nel mio ruolo di presidente dell’Associazione Caffè Trieste, ho avuto molte occasioni di confrontarmi con vari attori della filiera. Ascoltando le loro esperienze, posso dire che tutti descrivono questo periodo come una ‘tempesta perfetta’, mai verificatasi prima in queste proporzioni. L’aumento dei costi delle materie prime e i problemi di approvvigionamento sono situazioni che, sebbene si siano già verificate in passato, non avevano mai creato una crisi così prolungata nel tempo.

Un tempo, i rialzi dei costi erano improvvisi, ma erano accompagnati da una discesa dei costi logistici che permetteva di bilanciare le spese. I rialzi si stabilizzavano rapidamente, per poi tornare a calare. Era anche più facile trovare soluzioni per fronteggiare la mancanza di alcune origini.

Oggi, invece, assistiamo a una combinazione di fattori, con aumenti simultanei e una totale instabilità, che rende la situazione devastante e difficile da gestire. Le prospettive sono incerte.

Stiamo navigando a vista, senza alcun punto di riferimento sicuro, né a livello finanziario né politico. Il settore del caffè, ma anche altri, ormai si trova senza una bussola che possa indicare la giusta direzione per il futuro. I problemi sono molteplici: il Canale di Suez è ancora chiuso, le tempistiche di approvvigionamento si allungano, c’è carenza di materie prime, i prezzi sono altissimi e la speculazione in Borsa complica ulteriormente la situazione. In questo contesto, come possiamo garantire ai nostri clienti una certa stabilità dei prezzi?”

Secondo carico diretto in Arabia Saudita: com’è questo mercato e cosa rappresenta per i prossimi sviluppi di Amigos Caffè?

“Considerato il periodo particolarmente complesso sul fronte dei prezzi di vendita, risulta difficile fare previsioni attendibili. Al di là dei mercati già consolidati – con un 93% del nostro lavoro rivolto sui mercati esteri quali Europa Centro-Orientale, Balcani (sia UE che extra UE), Svezia ed Egitto,– siamo in contatto con altri Paesi extra-UE. Tuttavia, al momento è prematuro espormi ulteriormente a riguardo.”

“Per quanto concerne l’Arabia Saudita, si tratta di un mercato che richiede un investimento a medio-lungo termine, con tempi di ingresso che possono estendersi anche fino a sei mesi o un anno. Le tempistiche sono lente e la fase di valutazione è piuttosto prolungata, ma siamo già arrivati alla spedizione del secondo carico.

Per Amigos Caffè, l’obiettivo principale è esportare il made in Italy nel mondo. È vero che l’attuale livello dei prezzi non favorisce l’apertura di nuovi mercati, ma non intendiamo scendere a compromessi sulla qualità: per ogni miscela ci impegniamo a garantire costanza nel profilo organolettico in tazza.”

Siete riusciti a chiudere un 2024 con un fatturato in crescita, nonostante tutto: come siete riusciti e quali sono le previsioni per questo 2025?

“Nel 2024, credo che molte aziende che sono riuscite a operare nonostante le numerose difficoltà abbiano registrato un aumento significativo del fatturato, anche se non strettamente legato ai volumi di vendita.

Nel nostro caso, abbiamo registrato una crescita del 5% nei volumi rispetto al 2023, a fronte però di un incremento del fatturato del 30%. Questo risultato è stato principalmente determinato dall’aumento dei prezzi di vendita, necessario per compensare il forte rincaro delle materie prime, che solo nell’ultimo anno è stato non inferiore in media al 170%.

Abbiamo cercato di contenere gli aumenti per non rischiare di perdere i clienti, ma la verità è che avremmo dovuto alzare ulteriormente i prezzi per garantire una marginalità sostenibile e capace di supportare investimenti futuri.

“Essendo un’azienda a conduzione familiare, possiamo operare con margini ridotti e, allo stesso tempo, mantenere un rapporto diretto e trasparente con i nostri interlocutori, informandoli tempestivamente su ogni evoluzione del mercato e pianificando i prezzi in modo coerente con gli sviluppi del contesto.”

“Per il 2025, se la situazione rimarrà simile a quella dei primi quattro mesi dell’anno, prevediamo di raggiungere probabilmente la soglia dei 10 milioni di fatturato. Questa crescita sarà principalmente dovuta all’espansione verso nuovi mercati e agli aumenti dei prezzi che siamo stati costretti ad applicare.

Per quanto riguarda gli investimenti, alcuni progetti sono ancora in stand-by, mentre altri stanno proseguendo grazie ai finanziamenti ottenuti nel settore della sostenibilità. In particolare, stiamo completando l’installazione dei pannelli solari su un intero tetto di uno dei due capannoni del nostro stabilimento di Muggia, in provincia di Trieste. Con 494 moduli installati su una superficie di 950mq, il sistema avrà una capacità annuale di 222 KWh.”

Possiamo affermare che Amigos Caffè sia la più grande torrefazione triestina dopo illy? Come ci si sente?

Non mi permetterei di affermarlo e spiego anche il perchè: se anche fosse vero, il divario di fatturato tra queste due realtà sarebbe troppo grande. Posso però dire che Amigos sta facendo passi importanti e spero che, nel suo piccolo, continuerà a crescere, portando avanti il lavoro che mio padre ha iniziato. Questo mi dà molta fiducia, e vedo sempre più nuovi clienti apprezzare le nostre scelte.

Questo è ciò che conta, al di là delle classifiche.

Continuiamo quindi a seguire la nostra strada. Il nostro settore, purtroppo, presenta molte sfide: il caffè non è solo un prodotto per cui può bastare realizzare qualcosa di qualità in fase di trasformazione. Deve essere estratto correttamente al bar come a casa. Non sarà facile per le future generazioni proseguire in questo settore, ma io stessa mi sto rendendo conto di affrontare difficoltà maggiori rispetto a chi mi ha preceduto. Le mie figlie ci stanno mettendo tutta la passione, e sono libere di scegliere. Se in futuro dovessero cambiare idea, avranno la possibilità di farlo.”

A prevedere i prossimi anni, prima il traguardo dei 50 ma anche più in là, cosa vede nel futuro di Amigos Caffè?

“Magari altri progetti a base caffè. Non parlo soltanto di espresso. Abbiamo iniziato a “contaminare” con le nostre miscele di caffè alcuni liquori conosciuti nel nostro territorio grazie alla collaborazione con un’azienda artigianale come la nostra, la Piolo & Max. E’ nato così il primo Pelincoffee, abbinamento della nostra miscela 7 origini 100% Arabica al noto liquore Pelinkovac, comune nelle zone balcaniche e nelle province di Trieste e Gorizia.

Siamo poi passati alla creazione del Divin Terrano al caffè, una rivisitazione del Liquore al vino Terrano, che è un prodotto tipico del Carso triestino e sloveno, associandolo alla nostra miscela Qualità Blu. Per concludere con un liquore, l’Elisir, ottenuto dai chicchi di caffè tostato della miscela Il Mingardi S Riserva pestati manualmente a mortaio dal mastro liquorista.

Il caffè può essere sempre il protagonista, bisogna essere pronti a tutto.”

CoffeeeandLucas e Gianluca Bianchi alla scoperta dello specialty nelle caffetterie e bakery romane

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CoffeeandLucas e Gianluca Bianchi fanno colazione specialty @myMediastudio @coffeeandlucas
CoffeeandLucas e Gianluca Bianchi fanno colazione specialty @myMediastudio @coffeeandlucas

MILANO – CoffeeandLucas colpisce ancora, portando lo specialty su Youtube stavolta grazie alla collaborazione con Gianluca Bianchi, che solitamente si occupa della proposta food – con un occhio di riguardo alla pasticceria – e che in due video si lascia guidare dal profumo del caffè. Un incontro fortunato, che va ancora esplorato da chi sottovaluta ancora oggi il ruolo di una buona tazza o tazzina, insieme all’offerta del cibo.

CoffeeandLucas e Gianluca Bianchi, insieme fanno un giro a Roma

Si racconta Gianluca Bianchi – tutto parte dai cornetti della capitale e promette bene -: “In questo momento la mia vita si divide tra lo studio e la creazione di contenuti: sto frequentando un Master in Gestione d’Impresa Food & Wine e allo stesso tempo porto avanti il mio canale YouTube. Mi considero a tutti gli effetti un content creator, anche se il mio obiettivo lavorativo è più ampio. Credo molto in quello che sto studiando e sogno di lavorare nel marketing nel mondo del food.

Il mio stile di comunicazione è molto diretto, esattamente come sono nella vita di tutti i giorni. Non metto su un personaggio per il web: quello che si vede nei video sono io, senza caricature. Se piaccio bene, altrimenti c’è spazio per tanti altri food influencer, magari più seguiti e più bravi.

Tutto è iniziato con il mio trasferimento a Roma. Essere in una città nuova, piena di stimoli e di possibilità, mi ha spinto a lanciarmi su YouTube dopo anni di ripensamenti. Il primo video è stato proprio sui cornetti romani: ero molto timido davanti alla telecamera, ma ho deciso di provarci lo stesso. Il canale oggi conta 6000 iscritti: è un bel numero, ma per me è solo l’inizio. I video che piacciono di più sono sicuramente i tour, come quello che ho girato a Genova.”

E lo specialty com’è arrivato?

“La mia passione per il caffè è nata in modo un po’ casuale. Durante i miei viaggi vedevo spesso la scritta “specialty coffee” e ogni volta che lo provavo capivo che c’era qualcosa di diverso, di più buono, anche se non sapevo bene il perché. È stato poi con il trasferimento a Roma e grazie ad alcuni video realizzati con Coffee&Lucas che questa passione è esplosa.
Ho imparato che il caffè non è solo un espresso buttato giù al volo al bancone del bar. È un momento per fermarsi, capire i gusti, scoprire che esiste un caffè per ogni situazione. E poi mi sono innamorato del caffè filtro.

Mi affascina tutto del caffè: la preparazione, la degustazione alla ricerca di sfumature nascoste e soprattutto la cultura che lo circonda. Amo i locali che sanno proporre un’offerta ampia di specialty coffee, magari accompagnata da sfogliati di livello. “

E che cosa ha trovato nelle caffetterie dei suoi tour?

“Sul mondo del caffè in Italia penso che ci sia ancora tanto da fare. Dopo aver scoperto lo specialty e conosciuto persone che ci lavorano, mi sono reso conto che la maggior parte dei caffè che si trovano in giro sono di pessima qualità. Però spero anche che non diventi solo una moda, perché questo rischierebbe di abbassare il livello e snaturare il senso vero dello specialty.

Ciò che mi motiva ogni giorno è la voglia di scoprire cose nuove, trovare posti buoni da condividere con chi mi segue. La soddisfazione più grande è stata essere riconosciuto come capace da esperti del settore: per me è il segno che sto andando nella direzione giusta.

La palla passa a Coffeeandlucas, che è riuscito anche stavolta ad uscire dalla nicchia dello specialty, online e offline

“Tutto è iniziato quando ho visto qualche video di Gianluca su YouTube. Qualche tempo dopo per combinazione ci sentimmo via social e, come al solito faccio, cercai di attirarlo verso il discorso caffè, a maggior ragione visto il focus che pone sulle pasticcerie e le colazioni.

Da questa collaborazione sono nati, per ora, due video insieme, durante i quali abbiamo visitato diversi posti romani legati allo specialty come Faro, Sensorio, Marzapane e Bap. Ma l’aspetto più interessante è il fatto che Gianluca si sia realmente interessato al caffè. A dimostrazione di questo, anche nei video successivi (dove io non sono presente), visitando bakery o ristoranti, ha prestato attenzione anche a questo aspetto a cui prima dava meno importanza.

Da parte mia posso dire di aver portato avanti lo stesso discorso su cui spingo ormai da circa 10 anni e quindi comunicare online (e molto spesso offline) e attirare con la divulgazione nuove persone verso il mondo del caffè di qualità anche in Italia. È un percorso lungo, ma oggi non è più un argomento tabù e certe tematiche (anche se non ancora mainstream al 100%) sono molto più note.”

I primi due episodi romani