Il presidente Angelo Mastrolia (immagine concessa)
TORINO – Il consiglio di amministrazione di Centrale del Latte d’Italia S.p.A. (“CLI” o la “Società”) – terzo operatore italiano del mercato del latte fresco e a lunga durata – riunitosi sotto la presidenza di Angelo Mastrolia, ha approvato i risultati al 31 marzo 2025.
La Società ha registrato un fatturato pari a 78,1 milioni di euro nel primo trimestre 2025, contro gli 81,9 milioni di euro dello stesso periodo dell’esercizio 2024, in leggera diminuzione del -4,8%.
Il bilancio di Centrale del Latte d’Italia
Tale riduzione è giudata principalmente dal periodo deflazionistico e dalla conseguente riduzione del prezzo medio di vendita, a beneficio del costo del venduto, il quale ha avuto un peso del 77% sul fatturato nel primo trimestre 2025 rispetto all’80% nel primo trimestre 2024.
Il margine operativo lordo (EBITDA), al 31 marzo 2025, si attesta a 6,8 milioni di euro, in leggera diminuzione rispetto al dato registrato nel primo trimestre dello scorso anno, pari a 7,3 milioni di euro. L’EBITDA margin è pari al 8,8%, in linea con l’EBITDA margin riportato nel primo trimestre del 2024.
Il risultato operativo (EBIT), nel primo trimestre 2025, cresce del +7% ed è pari a 3,9 milioni di euro, rispetto ai 3,6 milioni di euro, registrati nello stesso periodo dell’esercizio precedente.
CLI registra, quale risultato ante imposte, 3,1 milioni di euro, rispetto ai 2,6 milioni di Euro del primo trimestre dello scorso esercizio.
L’utile netto risulta pari a 2,2 milioni di euro, con una crescita del +19% rispetto a 1,9 milioni di euro al 31.03.2024.
L’indebitamento finanziario netto risulta in visibile miglioramento rispetto al dato registrato al 31 dicembre 2024, passando da -38 milioni di Euro, a –35,5 milioni di Euro, al 31 marzo 2025.
Analisi dei ricavi
Per una più corretta ed omogenea rappresentazione del business, si riportano i dati del fatturato confrontati con i risultati al 31 marzo 2024.
Al 31 marzo 2025, CLI ha realizzato ricavi pari a 78,1 milioni di Euro, come di seguito suddivisi per linee di business:
(dati concessi)
I ricavi relativi al segmento Milk Products risultano essere in diminuzione rispetto allo stesso periodo del precedente esercizio per effetto combinato di minori volumi di vendita ed una diminuzione del prezzo medio. I ricavi relativi al segmento Dairy Products risultano in crescita del 2,2% rispetto al trimestre dell’esercizio precedente, in particolare grazie ad una crescita dei volumi del mascarpone, parzialmente compensata da un prezzo medio di vendita inferiore.
I ricavi relativi al segmento Altri prodotti risultano essere in linea con il trimestre dell’esercizio precedente.
(dati concessi)
I ricavi relativi al canale Grande Distribuzione Organizzata diminuiscono per effetto di un decremento dei volumi di vendita e di un prezzo medio più basso rispetto al trimestre precedente.
I ricavi relativi al canale B2B partners registrano un decremento rispetto allo stesso periodo del precedente esercizio per effetto di una diminuzione del prezzo medio di vendita.
I ricavi relativi al canale Normal trade registrano un decremento per effetto di una flessione della domanda nel settore tradizionale.
I ricavi relativi al canale Private label risultano essere in linea con il precedente trimestre per effetto soprattutto del buon andamento nel settore del dairy.
I ricavi relativi al canale Food services registrano un decremento per effetto di una contrazione di domanda legato al settore milk.
(dati concessi)
I ricavi relativi all’Italia registrano un decremento per effetto principale di una diminuzione dei volumi di vendita e del prezzo medio.
I ricavi relativi alla Germania sono sostanzialmente in linea rispetto al trimestre del periodo precedente.
I ricavi relativi agli Altri Paesi sono in diminuzione per effetto di una diminuzione dei volumi di vendita nel settore milk.
RIMINI – Il Consiglio di Amministrazione di Marr S.p.A. (Milano: MARR.MI), società leader in Italia nella commercializzazione e distribuzione al foodservice di prodotti alimentari e non- food, ha approvato il resoconto intermedio di gestione al 31 marzo 2025. Il primo trimestre 2025, storicamente di bassa stagionalità, si chiude con ricavi totali consolidati a 409,2 milioni di euro che nel confronto con i 418,1 milioni del primo trimestre 2024 risentono del diverso calendario della Pasqua (quest’anno il 20 aprile e l’anno scorso il 31 marzo) e dei relativi impatti sui consumi fuori casa.
Marr: principali risultati consolidati del primo trimestre 2025
La redditività operativa, con Ebitda ed Ebit rispettivamente a 9,9 e 0,9 milioni di euro (16,6 e 7,5 milioni nel 2024), nel confronto con il primo trimestre 2024, oltre che dell’andamento delle vendite per il diverso calendario della Pasqua, risente anche dei costi sostenuti per lo start-up della piattaforma MARR del Centro-Sud di Castelnuovo di Porto (Roma) avviata nei primi giorni di aprile e di maggiori costi di servizi anche per tariffe dell’energia elettrica più elevate.
Alla fine dei primi tre mesi del 2025 il risultato netto, che beneficia di minori oneri finanziari netti per effetto della riduzione del costo del denaro, si attesta a -2,7 milioni di euro (+1,7 milioni nel 2024).
Il Capitale Circolante Netto Commerciale al 31 marzo 2025 è pari a 224,4 milioni di euro e si confronta con i 234,1 milioni del 31 marzo 2024.
L’indebitamento finanziario netto al 31 marzo 2025, prima dell’applicazione del principio contabile IFRS 16, è di 219,8 milioni di euro (181,5 milioni al 31 marzo 2024), mentre incluso l’effetto dell’IFRS 16, che aumenta a seguito della presa in locazione della struttura per la Piattaforma MARR del Centro-Sud, è di 309,0 milioni di euro (260,7 milioni alla fine del primo trimestre 2024).
L’indebitamento finanziario al 31 marzo 2025 nel confronto con il pari periodo dell’esercizio precedente risente di investimenti per 31,0 milioni di euro effettuati nell’arco di dodici mesi e di 39,1 milioni di euro di dividendi distribuiti a maggio 2024.
Il Patrimonio Netto consolidato al 31 marzo 2025 è pari a 341,2 milioni di euro (354,0 milioni alla fine del primo trimestre 2024).
Risultati per segmento di attività del primo trimestre 2025
Le vendite del Gruppo MARR nei primi tre mesi del 2025 sono pari a 403,4 milioni di euro e nel confronto con i 412,5 milioni del pari periodo 2024, che era bisestile, sono influenzate dal già menzionato diverso calendario della Pasqua e dal relativo impatto sui consumi fuori casa, che hanno penalizzato le vendite ai clienti della Ristorazione Commerciale: sia quella indipendente del segmento dei clienti dello Street Market sia quella strutturata delle Catene e Gruppi incluse nel segmento del National Account.
In particolare, le vendite del segmento dello Street Market ammontano a 245,1 milioni di euro (256,7 milioni nel primo trimestre 2024); mentre quelle relative ai clienti delle Catene e Gruppi sono pari a 43,8 milioni di euro (48,4 milioni nel 2024).
Le vendite ai clienti della Ristorazione Collettiva, che assieme a quelle alle Catene e Gruppi costituiscono il segmento del National Account, sono pari a 74,8 milioni di euro e nel confronto con i 66,2 milioni del 2024 confermano anche il progressivo recupero delle vendite a questa categoria di clientela, tendenza che già aveva caratterizzato la seconda metà del 2024.
Nel complesso le vendite ai clienti della Ristorazione (segmenti dello Street Market e del National Account) ammontano a 363,8 milioni di euro (371,3 milioni nel 2024).
Tali risultati sono stati conseguiti in un contesto di mercato che, in base alle rilevazioni dell’Ufficio Studi di Confcommercio (Congiuntura n. 5, maggio 2025) evidenzia consumi (a quantità) della voce “Alberghi, pasti e consumazioni fuori casa” in Italia nel primo trimestre 2025 in flessione dell’1,4% rispetto al pari periodo 2024; mentre per TradeLab (AFH Consumer Tracking, aprile 2025) il numero di visite alle strutture della ristorazione fuori casa dell’ “Away From Home” (AFH), incluse quelle ai bar, nei primi tre mesi 2025 sono diminuite del 4,3% rispetto al 2024.
Le vendite ai clienti del segmento dei Wholesale (per la quasi totalità di prodotto ittico congelato a grossisti) nel primo trimestre 2025 sono pari a 39,7 milioni di euro (41,2 milioni nel 2024).
Eventi successivi alla chiusura del primo trimestre 2025
Il 7 aprile scorso hanno avuto avvio secondo programma le attività operative della nuova Piattaforma Centrale MARR di Castelnuovo di Porto (Roma), destinata al servizio dell’area del Centro-Sud.
In particolare, le prime attività trasferite a Castelnuovo di Porto dall’attuale Piattaforma di Pomezia (Roma) e in parte da quella di Piacenza, sono quelle dei servizi di stoccaggio, con anche ottimizzazione dei depositi temporanei presso strutture esterne di terze parti, e quelle di re- distribuzione dei prodotti ai centri distributivi MARR del Centro-Sud. La messa a regime di Castelnuovo di Porto, che è atteso possa essere completata entro l’ultimo trimestre dell’anno, proseguirà con il ridisegno e potenziamento delle attività operative oggi gestite dalle strutture MARR presenti nel Lazio.
L’immobile di Castelnuovo di Porto è una struttura in locazione nuova ed efficiente, che con oltre 30 mila metri quadri di superficie coperta è oggi la più ampia del network distributivo MARR.
L’attivazione della Piattaforma Centrale di Castelnuovo di Porto rappresenta un significativo avanzamento nella prima fase del Piano investimenti di MARR, fase iniziata con la realizzazione del centro di distribuzione di MARR Lombardia a Bottanuco (Bergamo), la cui apertura è avvenuta ad aprile 2024, e che si andrà a completare, secondo programma, con la realizzazione del nuovo centro distributivo di MARR Puglia a Monopoli (Bari).
La nuova struttura di MARR Puglia, di circa 9 mila metri quadri di superficie coperta e i cui lavori stanno avanzando nei tempi previsti, sostituirà la storica filiale ubicata sempre a Monopoli e sarà presa in locazione.
In data 28 aprile 2025 l’Assemblea degli Azionisti ha deliberato la distribuzione di un dividendo lordo di 0,60 euro per azione (0,60 l’anno precedente) con “stacco cedola” (n.20) il 19 maggio 2025, record date il 20 maggio e pagamento il 21 maggio.
L’Assemblea degli Azionisti ha inoltre revocato, per la parte non eseguita, l’autorizzazione all’acquisto, all’alienazione e alla disposizione di azioni proprie della Società concessa con delibera dell’Assemblea in data 19 aprile 2024 e contestualmente ha approvato una nuova autorizzazione all’acquisto (fino ad un numero massimo che, tenuto conto delle azioni ordinarie MARR di volta in volta detenute in portafoglio dalla Società, non sia complessivamente superiore al 7,5% del capitale sociale), all’alienazione e alla disposizione di azioni proprie della Società secondo i termini e le condizioni illustrati nella relazione disponibile sul sito internet della Società all’indirizzo www.marr.it sezione governance/assemblee.
Alla data odierna MARR detiene in portafoglio 2.400.200 azioni proprie pari a circa il 3,6% del capitale sociale.
Linee guida di sviluppo e Piano investimenti
L’organizzazione di MARR continua e rafforza il focus sull’attuazione delle Linee guida per sostenere la crescita e migliorare la redditività.
In particolare i principali ambiti di intervento delle Linee guida riguardano:
sviluppo commerciale: iniziative di servizio e di prodotto per realizzare una Proposta Commerciale di Valore al Cliente, attraverso un approccio consulenziale dell’organizzazione di vendita che viene supportata da uno sviluppo degli strumenti digitali e da programmi di formazione mirati;
specializzazione dell’assortimento: segmentazione dei prodotti per fasce di posizionamento qualitativo e momenti di consumo, in un’ottica di razionalizzazione e ampliamento della gamma offerta al Cliente con ulteriore sviluppo dei prodotti a marchio proprio e ad alto contenuto di servizio. Tale razionalizzazione beneficia anche di un efficientamento dei processi di approvvigionamento e dell’ottimizzazione dei sistemi di riordino centralizzato;
efficienza operativa: ridisegno dei processi operativi in termini di flussi tra strutture del network logistico MARR, movimentazione interna delle merci e trasporti, attraverso anche la progressiva messa a regime delle strutture della prima fase del Piano investimenti, che alla luce dei primi riscontri è atteso possano dare un progressivo contributo in termini di redditività.
Stante la priorità della messa a regime, sia in termini di sviluppo commerciale sia di ridisegno logistico, delle strutture della prima fase del Piano investimenti attivate (il centro distributivo di proprietà di MARR Lombardia (aprile 2024) e la piattaforma MARR del Centro-Sud (aprile 2025) in locazione), viene sospesa la seconda fase relativa all’investimento diretto per la realizzazione della piattaforma del Centro-Nord.
La seconda fase potrà così trarre beneficio pienamente dell’esperienza degli interventi di ridisegno logistico implementati nella prima fase, che sono già tangibili, e di conseguenti valutazioni che attengono la modalità di intervento (realizzazione diretta piuttosto che in locazione) e il tipo e livello di impiego di soluzioni di automazione.
In conseguenza della sospensione della seconda fase del Piano per l’esercizio 2025 sono attesi investimenti complessivi nell’ordine di circa 30 milioni di euro.
Evoluzione prevedibile della gestione
Dopo le festività pasquali di aprile e i “ponti di primavera” del 25 aprile e del 1° maggio, alla fine dei primi quattro mesi l’andamento delle vendite del Gruppo MARR è in crescita ed in particolare nel bimestre marzo-aprile l’incremento delle vendite ai clienti della Ristorazione (segmenti dello Street Market e National Account) è coerente con le attese per l’anno.
Il management e l’intera organizzazione di MARR sono concentrati sull’avvio della prossima stagione estiva e sull’attuazione delle Linee guida per la crescita e il miglioramento della redditività, con una confermata attenzione alla gestione dei livelli di assorbimento del capitale circolante.
Secondo una ricerca promossa da Heineken, nonostante siano cittadini del mondo, i giovani sono in realtà abitudinari quando si tratta scegliere locali e bar da frequentare optando sempre per le stesse opzioni. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato su L’Economia del Corriere della Sera.
I bar e le abitudine delle nuove generazioni
MILANO – Le nuove generazioni? Consumatori fedeli, amanti della comfort zone quando si tratta di locali da frequentare. Secondo una ricerca promossa da Heineken, i giovani italiani nonostante siano grandi viaggiatori e cittadini del mondo sono abitudinari quando si tratta di scegliere locali e bar.
In base al sondaggio, che ha coinvolto 1.000 giovani italiani della Generazione Z e Millennials, oltre 7 intervistati su 10 (73%) dichiarano di tornare sempre negli stessi locali quando escono con gli amici. E questo nonostante il 49% dica di amare la varietà e il desiderio di esplorare nuove connessioni.
Il risultato? Un giovane su due (50%) percepisce che la propria vita sociale non è così appagante e dinamica come vorrebbe e il 20% ammette che manca quella scintilla alle proprie serate. Il 58% vorrebbe, non a caso, scoprire nuovi locali.
Per leggere la notizia completa basta cliccare qui.
Le bevande al caffè del marchio Java Monster sono state richiamate dallo stesso Ministero della Salute a causa dell’eccessiva presenza di caffeina nei gusti French Vanilla e Mocha. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Iacopo Conti per il portale d’informazione msn.
Il richiamo del Ministero della Salute per Java Monster
MILANO – Il Ministero della Salute ha diramato un richiamo urgente per una linea di bevande al caffè del marchio Java Monster, segnalando la presenza eccessiva di caffeina nei gusti French Vanilla e Mocha.
I prodotti interessati sono venduti in lattine da 444 ml, con una concentrazione pari a 300 mg di caffeina per unità, quantità considerata oltre i limiti di sicurezza per il consumo.
Le bevande in questione non sono distribuite ufficialmente in Italia, ma risultano reperibili in negozi specializzati e catene che importano prodotti esteri.
In particolare, il richiamo riguarda i prodotti distribuiti sul territorio italiano da Sapori Artigianali Srl, società che gestisce la rete di punti vendita ODStore.
Per leggere la notizia completa basta cliccare qui.
MILANO – Sono più di 8 su 10 (85%) le donne nei Best Workplaces italiani che dichiarano di avere un elevato livello di fiducia nei confronti dell’organizzazione per cui lavorano. Ciò ha degli effetti diretti e positivi sia sulla retention aziendale, con l’87% delle collaboratrici che esprime l’intenzione di rimanere a lungo a lavorare nella propria azienda, sia sull’orgoglio, con l’86% delle impiegate che raccomanderebbe il proprio ambiente di lavoro a terzi.
Il ranking Best workplaces for women
Sono questi alcuni dei dati più interessanti che emergono dall’edizione 2025 del ranking Best workplaces for women, la classifica delle 20 migliori aziende per cui lavorare in Italia secondo le opinioni delle donne, stilata da Great Place to Work Italia, ascoltando i pareri e le opinioni espresse da quasi40mila donne (37.567) appartenenti alle aziende italiane, suddivise sulla base del numero di dipendenti (oltre 1.000, 500-999, 150-499, 50-149).
Tra gli indicatori principali presi in considerazione per stilare il ranking c’è il Trust Index, l’indice che misura la fiducia e il grado di engagement dei collaboratori e delle collaboratrici nei confronti dell’organizzazione, il quale risulta essere pari all’85% tra le donne impiegate in uno dei 20 “best workplaces”, con una differenza del +8% (77%) nel confronto con il dato fatto registrare tra le aziende certificate Great Place to Work ma non presenti in classifica e addirittura del +34% (51%) rispetto alle organizzazioni non certificate.
Quando ci sono elevati livelli di fiducia nei confronti del proprio luogo di lavoro, la volontà di continuare a proseguire la propria esperienza professionale è maggiore: nei 20 Best Workplaces for Womenl’87% delle donne dichiara di avere intenzione di continuare a lavorare all’interno dell’organizzazione, un dato che scende all’82% nelle aziende certificate e al 66% nelle realtà non certificate.
Forte è anche tra i Best Workplaces for Women 2025 il senso di appartenenza dei collaboratori con l’86% della popolazione femminile che raccomanderebbe la propria azienda a terzi, con una differenza di ben 46 punti percentuali (40%) nel confronto con le aziende non certificate.
L’87% delle donne delle aziende Best Workplaces for Women 2025 ritiene eccellente il proprio luogo di lavoro con una differenza del 43% nel confronto con le realtà non certificate (44%).
“Il ranking Best Workplaces for Women 2025 mette in chiaro un persistente problema di meritocrazia legato al genere – spiega Beniamino Bedusa, presidente di Great Place to Work Italia – Un dato su tutti: nelle 20 organizzazioni in classifica, il 48% del management è di genere femminile, quasi il triplo della media nazionale (17%). Segno che quando le opportunità di crescita sono presenti, diffuse e accessibili a tutti, la soddisfazione di collaboratori e collaboratrici aumenta di conseguenza. Creare un eccellente ambiente di lavoro – conclude Bedusa – significa proprio questo: costruire un’esperienza di valore per tutte e tutti, a prescindere da genere, età e ruolo”.
Ma quali sono le 20 migliori aziende per cui lavorare in Italia secondo le donne? Al primo posto troviamo TP, realtà attiva nel settore telecomunicazioni e leader mondiale nell’offerta dei servizi di supporto alla clientela, che precede S.C. Johnson, organizzazione attiva nella produzione di prodotti per la pulizia e la conservazione della casa, per la cura dell’aria, per il controllo dei parassiti e per la cura delle scarpe, oltre che di prodotti professionali, e Biogen che è attiva nel settore delle biotecnologie.
Sulla base del numero di collaboratori, sono 4 (20%) le realtà virtuose presenti in classifica che hanno più di 1.000 dipendenti, poi ce ne sono 3 (15%) con un numero di collaboratori compreso tra 500 e 999, altre 5 realtà (25%) del ranking hanno tra 150 e 499 dipendenti e infine in classifica si piazzano ben 8 organizzazioni (40%) con un numero di collaboratori compreso tra 50 e 149.
Questo dato è particolarmente rilevante perché evidenzia come le buone politiche a favore della parità di genere stiano progressivamente permeando la cultura aziendale anche delle realtà organizzative più piccole, le quali tradizionalmente faticavano di più a competere con le multinazionali. Tra i settori maggiormente rappresentati in classifica spiccano biotecnologie e prodotti farmaceutici (30%), servizi finanziari – assicurazioni e servizi professionali (15%), healthcare – assistenza sanitaria e manifattura – produzione (10%).
Lo studio analizza poi diversi aspetti con riferimento alla condizione femminile in azienda come, ad esempio, l’incoraggiamento a trovare un equilibrio fra lavoro e vita privata, comparandoli con il parere espresso dai colleghi uomini.
Da qui emerge come l’82%delle donne impiegate nei Best Workplaces for Women 2025 dichiara che la propria organizzazione è in grado d’incoraggiare la ricerca di un corretto worklife balance, la stessa percentuale vale per gli uomini con una differenza del +43% nel confronto con le realtà non certificate come Great Place to Work. Tra le aziende più virtuose per cui lavorare in Italia secondo le donne il 48% del management (CEO, c-level, second level management) è al femminile, percentuale che scende al 25%nelle aziende certificate e addirittura al 17% tra quelle senza certificazione.
Un altro aspetto importante secondo le donne riguarda l’importanza di avere degli ambienti sani da un punto di vista psicologico e qui le aziende “best” (80%) hanno un vantaggio di ben 45 punti percentuali nel confronto con le organizzazioni non certificate. Un divario ancora più ampio tra i Best Workplaces for Women (87%) e le realtà non certificate (39%), pari a ben 48 punti percentuali, riguarda l’attenzione delle persone nei confronti dei colleghi di lavoro.
L'evento in collaborazione con Fipe (immagine concessa)
MONTEFALCONE DI VAL FORTORE (Benevento) – Una mattinata intensa e partecipata ha animato la Sala Convegni del Museo della Civiltà Contadina “C. Nardi” di Montefalcone di Val Fortore, dove si è svolto l’evento “Terre di Futuro – Donne, lavoro e comunità che generano valore”.
L’iniziativa, promossa dalla Pro Loco di Montefalcone in collaborazione con Fipe Confcommercio e Confcommercio Campania, rientra nel progetto nazionale #SicurezzaVera, che mira a promuovere una cultura della sicurezza integrata con i valori dell’impresa, della legalità e dell’inclusione.
L’incontro ha rappresentato un’occasione concreta per riflettere sulle potenzialità inespresse dei territori interni e sulle risorse che, se opportunamente valorizzate, possono diventare volano di sviluppo sostenibile. In particolare, l’accento è stato posto sul ruolo delle donne, sull’impresa femminile e sulla capacità delle comunità locali di generare coesione sociale e crescita economica.
In questa occasione, Valentina Picca Bianchi, presidente del Comitato Impresa Donna del Ministero delle Imprese e del Made in Italy e presidente del Gruppo Donne Imprenditrici Fipe, ha sottolineato il potenziale trasformativo dell’imprenditoria femminile: “Quando le donne fanno impresa generano valore che ricade sull’intera comunità. Oggi più che mai è fondamentale investire sulla formazione, sull’accesso al credito e su reti di supporto che valorizzino l’imprenditoria femminile come leva per una crescita equa, innovativa e duratura. Lavorare per colmare il gender gap non è solo una questione di giustizia sociale, ma una scelta strategica per il futuro del Paese.”
Nel suo intervento, Picca Bianchi ha inoltre evidenziato l’urgenza di valorizzare i piccoli centri e le aree interne, spesso escluse dai grandi flussi economici e sociali, ma ricchi di potenzialità. “Andiamo a incidere sulle comunità locali fuori dalle metropoli perché si stanno svuotando – ha affermato – quindi dobbiamo far capire ai giovani che rimanere e fare impresa è possibile.”
Un messaggio chiaro che invita a ripensare lo sviluppo a partire dal territorio, offrendo ai giovani strumenti e prospettive per costruire il proprio futuro senza rinunciare alle proprie radici.
Nel corso dell’evento, moderato dalla Pro Loco e arricchito dalla presenza di esponenti del mondo scolastico, delle forze dell’ordine e delle amministrazioni locali, si è parlato di buone pratiche territoriali, di sicurezza partecipata e di cittadinanza attiva, in un’ottica di sviluppo integrato che mette al centro la persona e la dignità del lavoro.
“Terre di Futuro” si è confermato non solo un momento di confronto, ma un laboratorio di idee e di relazioni, dove le storie, le esperienze e le visioni hanno costruito un ponte tra identità locali e sfide globali.
MILANO – Con oltre 70 anni di esperienza nella tecnica della macinatura e numerosi brevetti all’attivo, Casadio, brand di Cimbali Group presenta Ermes Dual, il nuovo macinadosatore a doppio utilizzo progettato per rispondere alle esigenze di baristi professionisti contemporanei in cerca di qualità, funzionalità, precisione e versatilità.
Debuttando contemporaneamente in tre tra i più importanti appuntamenti internazionali del settore – il London Coffee Festival, il World of Coffee di Jakarta e il NRA Show di Chicago – Ermes Dual segna una nuova tappa nel percorso di Cimbali Group nel mondo della macinatura: un prodotto che unisce tecnologia all’avanguardia, design ricercato e un’anima profondamente artigianale, con un chiaro invito rivolto ai professionisti del caffè: Find your Grind , con l’obiettivo di mettere al centro l’esperienza del barista.
Il macinadosatore nel dettaglio (immagine concessa)
“Con Ermes Dual abbiamo sviluppato un grinder preciso, versatile e intuitivo, progettato per garantire performance ottimali sia per l’espresso che per il caffè filtro. Uno strumento che consente di ampliare l’offerta di bevande e, di conseguenza, le opportunità di business. Una soluzione funzionale, pensata per chi cerca flessibilità senza compromessi sulla qualità. Questo lancio segna un ulteriore passo nel nostro percorso dedicato all’arte della macinatura, portando nei coffee bar un alleato affidabile, capace di adattarsi ai ritmi e agli stili del caffè contemporaneo”, commenta Jacopo Bambini, Group Marketing Director.
Caratteristiche
Pensato per rispondere alle esigenze di una caffetteria moderna, dove precisione, versatilità e velocità sono ormai fondamentali, Ermes Dual stabilisce un nuovo standard nella qualità della macinatura, offrendo una transizione fluida tra diverse modalità di estrazione – dall’espresso ai metodi filtro – grazie all’avanzato sistema di rilevamento della distanza, che misura la separazione tra le macine in micron.
La regolazione con mano (immagine concessa)
Il barista può salvare fino a sei profili di ricetta e regolare ogni dettaglio con una precisione millimetrica, garantendo costanza e qualità a ogni estrazione.
La facilità d’uso è uno degli elementi centrali del grinder: il vivace display TFT a colori da 2,5” semplifica la navigazione e rende ogni operazione intuitiva. L’interfaccia pulita consente ai baristi di monitorare la distanza di macinatura, regolare i parametri e salvare i profili con pochi tocchi. La semplicità del design rende il dispositivo non solo efficiente, ma anche comodo da usare nei contesti più dinamici: che si tratti di regolare la granulometria o riprendere una ricetta salvata, l’interfaccia mantiene tutto a portata di mano.
Dal punto di vista meccanico, Ermes Dual vanta prestazioni notevoli. È dotato di macine verticali in acciaio da 75 mm e di una camera a bassa ritenzione, per garantire uniformità e pulizia in ogni dose. Con una capacità di erogazione fino a 3 grammi al secondo, è perfetto per i locali ad affluenza medio-alta. Il supporto portafiltro hands-free è compatibile con tutti i principali produttori di portafiltri, rendendolo versatile nell’uso quotidiano. Completano il tutto una tramoggia da 550 g e un corpo in alluminio disponibile in nero o bianco, per un mix perfetto di durabilità ed estetica contemporanea.
Pensato per i baristi che ragionano come brewer: si passa con facilità dalla modalità singola a quella on demand, offrendo la massima flessibilità per ogni esigenza di estrazione. E per i locali dove la qualità non è un dettaglio ma una filosofia, Ermes Dual vuole essere uno strumento versatile, progettato per chi riconosce che ogni chicco di caffè merita la giusta cura e sa che sono i dettagli — dalla macinatura all’erogazione — a fare davvero la differenza. Perché quando il caffè è curato con competenza e passione, i clienti sentono la differenza.
Design
Il design è stato sviluppato da Christopher Flechtner, celebre designer delle iconiche macchine Slayer. L’innovazione di Ermes Dual si unisce a materiali autentici e tattili, come viti a vista e condotto trasparente per i chicchi, per un design concreto e centrato sulla user experience.
Una sintesi perfetta tra forma e funzione, pensata per i coffee bar che curano sia l’impatto visivo che la performance tecnica. Il nome “Ermes”, in continuità con la naming strategy di Casadio, vuole essere il simbolo di cambiamento e versatilità: un’identità scelta per rappresentare la natura dinamica di questo prodotto. Il suffisso “Dual” racconta la peculiarità del grinder del duplice funzionamento, sia come on demand che come single shot, adattandosi con precisione a diverse modalità di estrazione, dall’espresso ai metodi filtro.
Macine
Il cuore delle performance di Ermes Dual è rappresentato dal set di macine: la geometria dei tagli e il materiale influiscono direttamente sulla dimensione e la consistenza delle particelle di caffè, fattori determinanti per esprimere al meglio il potenziale aromatico di ogni caffè.
Le macine di Ermes Dual, frutto di un’approfondita ricerca, sono ottimizzate per un uso versatile, dalla macinatura fine e uniforme dell’espresso a quella più grossa richiesta dai metodi filtro. Questa flessibilità rende il macinadosatore un alleato prezioso in ogni ambiente, permettendo ai baristi di ampliare il menu caffè e quindi le opportunità di business.
L’arte della macinatura al centro dell’esperienza caffè
Nel 2019, Cimbali Group ha rafforzato le sue competenze nel mondo della macinatura con l’acquisizione di Keber, specialista in macine con oltre 30 anni di esperienza. Grazie a un impianto produttivo all’avanguardia a Dolo (Venezia), Keber sviluppa macine su misura con leghe e rivestimenti avanzati, ottimizzando durata e resa aromatica. Questa acquisizione ha permesso al Gruppo di affinare la propria conoscenza dei processi di macinatura, rendendo Ermes Dual un prodotto ancora più preciso e affidabile. È la soluzione ideale per le caffetterie che cercano versatilità senza compromessi su qualità e costanza.
Con il lancio di Ermes Dual, Cimbali Group continua a tracciare il futuro della macinatura, dove ogni micron conta e ogni dettaglio – dalle macine al corpo macchina – è pensato per chi ama davvero il caffè.
La scheda sintetica di Casadio
Casadio è il brand di Cimbali Group che offre macchine per caffè e macinadosatori moderni, versatili e personalizzabili, capaci di integrarsi perfettamente in ogni ambiente. Il brand si distingue per la grande expertise sui grinders, un’estetica contemporanea e un approccio orientato all’esperienza del cliente, affermandosi come scelta ideale per baristi e locali di tutto il mondo.
Con il debutto di Ermes Dual nel 2025, Casadio amplia il proprio portafoglio prodotti con un grinder di nuova generazione, pensato per rispondere alle esigenze del bar moderno, dove prestazioni, precisione e design convivono in perfetto equilibrio.
La scheda sintetica di Cimbali Group
Cimbali Group è tra i principali produttori di macchine professionali per caffè e bevande a base di latte e di attrezzature dedicate alla caffetteria. Il Gruppo, di cui fanno parte i brand La Cimbali, Faema, Slayer e Casadio, opera attraverso tre stabilimenti produttivi in Italia e uno negli Stati Uniti (a Seattle, dove vengono prodotte le macchine a marchio Slayer), impiegando complessivamente circa 850 addetti. Nel 2019, con l’acquisizione di Keber, brand di eccellenza per la produzione di macine di acciaio professionali per l’industria del caffè con sede a Dolo (Venezia), i siti produttivi salgono a cinque. L’impegno del Gruppo per la diffusione della cultura del caffè espresso e per la valorizzazione del territorio si è concretizzato nel 2012 con la fondazione del MUMAC – Museo della Macchina per Caffè, la prima e più grande esposizione permanente dedicata alla storia, al mondo e alla cultura delle macchine per il caffè espresso situata all’interno dell’headquarter di Cimbali Group a Binasco. MUMAC ospita MUMAC Academy, l’accademia della macchina per caffè di Cimbali Group, centro di formazione, divulgazione e ricerca.
La nuova special edition Sol de Yungas a bordo piscina del suggestivo Ceresio 7 (immagine concessa)
MILANO – In occasione del lancio della nuova miscela special edition Sol De Yungas di 1895 Coffee Designers by Lavazza, si è svolta una degustazione sensoriale studiata dagli chef Elio Sironi e Alberto Airaghi con la coffelier Stefania Zecchi.
Sol de Yungas, selezionata dai coffee designers Lavazza, sempre alla ricerca di profili aromatici inattesi, è la nuova special edition disponibile unicamente per i partner del brand.
Si tratta nello specifico di un caffè monorigine limitato dalla regione delle Yungas in Bolivia, un unicum nel novero dei sapori e delle sfumature di 1895 Coffee Designers by Lavazza, con il suo aroma di frutta dolce e agrumi con note di frutti di bosco e mandarino. Questo caffè incarna i sapori audaci e vibranti della regione, coltivato in armonia con la natura.
Le origini
Sol de Yungas incarna perfettamente questi principi: single origin boliviana, coltivata nel cuore dei Yungas dalla visionaria famiglia Rodríguez, questo caffè in edizione limitata racchiude decenni di esperienza e di impegno per l’innovazione, offrendo un equilibrio tra vivaci note agrumate, profonde sfumature floreali e una dolcezza persistente.
La famiglia Rodríguez, pioniera del caffè specialty boliviano, ha ridefinito il panorama del caffè del paese unendo le tradizioni artigianali con metodi scientifici all’avanguardia.
La miscela Sol De Yungas (immagine concessa)
La loro attività è iniziata con Agricafe, una rete di 12 fattorie in cui si sono stati pionieri nella coltivazione del caffè anche attraverso l’utilizzo di tecniche sperimentali, per arrivare nel 2014, a lanciare Sol de la Mañana. Un programma di iniziative che fornisce agli agricoltori locali conoscenze in agronomia, lavorazione e sostenibilità, riuscendo ad evitare il declino della produzione di caffè e garantire un futuro prospero per la cultura del caffè boliviano.
La produzione
Dalla raccolta alla tazza, Sol de Yungas segue un processo meticoloso per ottenere una chiarezza e una profondità di sapore eccezionali.
Le ciliegie vengono accuratamente raccolte a mano, pesate e inizialmente essiccate su letti africani rialzati, dove vengono girate con cura ogni ora per un processo di essiccazione uniforme.
Dopo una settimana, i chicchi subiscono un processo definito “Coco Natural”, un metodo rivoluzionario, studiato dai Rodríguez: utilizzando una macchina per l’essiccazione del cacao, il caffè viene essiccato lentamente, dopo l’ossidazione al sole, trascorrendo 35 ore in grandi vasche di acciaio a una temperatura controllata di non più di 40°C. Ogni 30 minuti, il caffè viene girato per garantire uniformità.
Questo processo di essiccazione lento e intenzionale consente di estrarre note che evolvono magnificamente mentre il caffè si raffredda. Una volta essiccati, i chicchi vengono inviati a La Luna, il moderno impianto di lavorazione secca di Agricafe a La Paz. Qui, vengono decorticati e accuratamente selezionati, sia da macchinari avanzati che a mano, sotto luce UV e naturale. Ogni passaggio, dalla fattoria al mulino, è eseguito con precisione per garantire la massima qualità.
La collaborazione con Ceresio 7
Un caffè complesso, armonioso e unico che Lavazza ha scelto di presentare creando un’esperienza sensoriale immersiva che unisce la cura e la ricerca dell’alta ristorazione con la passione per gli specialty coffee attraverso un menù studiato per l’occasione dagli Chef di Ceresio 7, Elio Sironi e Alberto Airaghi.
Ad accompagnare il menù, un’esperienza di degustazione del rituale del caffè condotta dalla coffelier Stefania Zecchi, del progetto 1895 Coffee Designers by Lavazza, in grado che ha condotto noi ospiti in un viaggio esperienziale nel mondo dei caffè di eccellenza, dando tutti gli strumenti per poterli comprendere, dal luogo di origine alla degustazione in tazza.
Chemex e toast di avocado (immagine concessa)
Il menù ha previsto Chemex e toast di avocado con un saporito salmone marinato, shiso e aceto balsamico dal sapore forte ma non invadente.
A seguire, è arrivato il cold brew e carpaccio di ricciola: un abbinamento decisamente che ha esaltato le proprietà aromatiche del caffè freddo accompagnando delicatamente il gusto del pesce azzurro. Infine è stato servito il “Claire de cafè”, drink studiato proprio per l’occasione, in abbinamento con frutta fresca: rinfrescante e leggero.
Cold brew e carpaccio di ricciola (immagine concessa)
Inoltre, è stato servito un assaggio di Soraya (Russel Bourbon 10, Appleton 12, caffè espresso, acqua di passion fruit, vaniglia, soia whey) un anticipo del cocktail studiato da Abi El Attaoui, Bar Manager Ceresio 7, in collaborazione con Lavazza che sarà inserito nella cocktail list della location per l’estate.
Il Claire de cafè con frutta (immagine concessa)
Con Sol de Yungas, 1895 Coffee Designers by Lavazza desidera proporre un racconto a più voci, che unisce i propri specialty coffee alla ristorazione creando momenti esperienziali e trasportando gli ospiti in un viaggio sensoriale unico e inaspettato.
Il drink Soraya (immagine concessa)
La scheda degustazione
Chemex e toast di avocado con salmone marinato
Note aromatiche del caffè: Frutta dolce, agrumi, frutti di bosco, mandarino.
Abbinamento food: Il toast di avocado con salmone marinato, shiso e aceto balsamico.
Descrizione: Le note fruttate e agrumate del Sol de Yungas si sposano perfettamente con la cremosità dell’avocado e la delicatezza del salmone marinato. Il shiso aggiunge un tocco erbaceo che esalta ulteriormente le sfumature aromatiche del caffè, mentre l’aceto balsamico bilancia la dolcezza con una leggera acidità.
Cold brew e carpaccio di ricciola
Note aromatiche del caffè: Frutta dolce, agrumi, frutti di bosco, mandarino.
Abbinamento food: Carpaccio di ricciola, mela verde, barbabietola e fumetto di agrumi.
Descrizione: La freschezza della mela verde e degli agrumi nel carpaccio di ricciola si armonizza con le note agrumate del Sol de Yungas. La barbabietola aggiunge una dolcezza terrosa che completa le note fruttate del caffè, creando un abbinamento equilibrato e raffinato.
Claire de cafè (rhum, lampone, vaniglia, soia whey) in abbinamento con frutta fresca
Note aromatiche del caffè: Frutta dolce, agrumi, frutti di bosco, mandarino.
Abbinamento food: Fragole fresche e frutti di bosco.
Descrizione: La dolcezza naturale delle fragole e dei frutti di bosco esalta le note fruttate del Sol de Yungas. Questo abbinamento semplice ma efficace permette di apprezzare pienamente le sfumature aromatiche del caffè, offrendo un finale perfetto a questa esperienza sensoriale.
MILANO – Improvviso rimbalzo dei futures degli arabica nella seduta di ieri, giovedì 15 maggio. Il contratto per scadenza luglio della borsa di New York ha guadagnato oltre 10 centesimi (1.020 punti) risalendo a 375 centesimi, in forte ripresa, dopo avere toccato mercoledì i minimi dal 21 aprile scorso. Andamento opposto per i robusta, giù di un ulteriore 0,7%, a 4.971 dollari e per la prima volta sotto la soglia dei 5.000 dollari dal 10 aprile scorso.
Alcuni analisti hanno attribuito i rialzi di ieri dell’Ice Arabica ai dati Cecafé sull’export, ma si tratterebbe di una reazione a scoppio ritardato, dal momento che essi sono stati diffusi a inizio settimana.
Oltretutto sono state pubblicate, in questi giorni, varie stime che hanno rivisto in modo parzialmente più ottimistico le previsioni sul raccolto di arabica di quest’anno.
La realtà è che il mercato continua a essere estremamente volatile e lo sarà prevedibilmente anche nei prossimi mesi
Come spiega un recente commento di Escritório Carvalhaes, anche se le prospettive sono parzialmente migliorate, il raccolto brasiliano di arabica sarà comunque inferiore a quello dell’anno scorso e le scorte di riporto, in attesa dell’immissione nel mercato del new crop, sono bassissime.
A ciò si aggiungono i problemi logistici di cui abbiamo scritto nel numero di ieri. Ma anche le testimonianze di alcuni produttori, che hanno già iniziato la raccolta degli arabica e riferiscono di una resa pessima, con frutti piccoli e poco pesanti.
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MILANO – Il futuro del vending? Senza dubbio in crescita, ma a rilento. L’incremento medio dei ricavi nel 1° trimestre del 2025 sul 2024 è di +2,12%. Tuttavia, nel 15,8% dei casi la variazione dei ricavi è stata in influenzata da acquisizioni: senza quest’ultime l’incremento si attesterebbe sul +1,18%.
Ma ci sono buone notizie per il caffè che si conferma ancora una volta il prodotto con la maggiore crescita nel vending: +36%
Questi sono solo alcuni dei tantissimi dati condivisi da Eidos Consulting e Vending Magazine e commentati sul webinar “Il futuro del vending visto dai gestori”.
L’iniziativa è stata possibile grazie all’Osservatorio Permanente del Vending, con la collaborazione di un gruppo di aziende del settore. Nella nuova edizione dello studio è stata esaminata la situazione del mercato del comparto gestori in Italia nei primi tre mesi del 2025.
Il futuro del vending
Il fatturato dei partecipanti all’iniziativa è superiore a 291 milioni di euro su base annua (una ventina di aziende tra Grandi Gruppi e operatori indipendenti) e identifica circa il 20,1% del totale dei ricavi della “Top 100 – 2023” uscita sul numero di dicembre 2024 di Vending Magazine.
L’incremento medio dei ricavi nel 1° trimestre del 2025 rispetto all’analogo periodo del 2024 è di +2,12%. Nel 15,8% dei casi la variazione dei ricavi è stata in influenzata da nuove acquisizioni.
Il peso delle nuove acquisizioni sulla variazione dei ricavi, rispetto a tutte le aziende che hanno partecipato al sondaggio, è stata mediamente dello 0,94% sul +2,12%. Senza considerare le nuove acquisizioni è possibile dire, quindi, che l’incremento si attesta sul +1,18%.
La variazione è positiva per il 60% delle aziende del campione, il 40% ha un andamento negativo.
L’incremento massimo è del 19,4% (senza acquisizioni), il maggiore decremento è -11,2%.
Il 45% ha un incremento dei ricavi inferiore al 10%, il 15% è tra +10% e +20%, il 40% ha un decremento.
(dati concessi)(dati concessi da Eidos Consulting e Vending Magazine)
L’incremento medio dei ricavi nel 1° trimestre del 2024 rispetto all’analogo periodo del 2023 era stato del 6,23%. Se invece si considera l’incremento medio totale dei ricavi nel 2024 rispetto al 2023 era del 3,98%. E, ancora, l’incremento del 2023 rispetto al 2022 era stato dell’11,50%.
La metà delle aziende ha un incremento dei ricavi superiore a quello dei costi. Nel 1° trimestre 2024, il 71% delle aziende aveva un aumento dei ricavi superiore a quello dei costi, nel 29% invece i costi aumentavano più dei guadagni.
(dati concessi da Eidos Consulting e Vending Magazine )
Nel 2024 la variazione era positiva per l’86% delle aziende del campione, il 14% aveva un andamento negativo. L’incremento massimo era del 22,8%, il maggiore decremento era del -7,1%.
Nel 2023, proseguono Vending Magazine e Eidos Consulting, la variazione dei ricavi tra le imprese che facevano parte del campione era stata per tutte positiva e l’andamento andava da un minimo di +1,20% a un massimo di +33,88%.
Anche il totale dei costi operativi aziendali mediamente aumenta nel 1° trimestre 2025 rispetto al 1° trimestre 2024 e il valore è di +2,14%. Poiché l’incremento dei ricavi è del 2,12%, la conseguenza è una diminuzione media della redditività pari al 0,02%.
(dati concessi da Eidos Consulting e Vending Magazine)
Il 33% delle aziende ha una riduzione dei costi, mentre il 67% registra un incremento. In tal senso, l’aumento maggiore è del 20,7%, la massima riduzione è di -13,6%.
(dati concessi da Eidos Consulting e Vending Magazine)
Per costi si intendono il totale dei costi operativi, cioè tutti i costi aziendali ad esclusione degli oneri finanziari e delle imposte.
Il 50% delle aziende ha un incremento dei costi inferiore al 10%, l’11% tra il 10% e il 20%, il 6% tra il 20% e il 30%, il 33% ha una riduzione dei costi.
Il totale dei costi operativi aziendali mediamente era aumentato nel 1° trimestre 2024 rispetto al 1° trimestre 2023 e il valore era di +5,68%.
Nel 2024 mediamente i costi erano aumentati del +2,45% rispetto al 2023. Nel 2023 rispetto al 2022 i costi erano aumentati di +6,86%.
Il costo delle materie prime aumenta del 6,8% rispetto al primo trimestre del 2024. C’è di più: nel primo trimestre dello scorso anno il costo era aumentato dell’8,7% rispetto al primo trimestre del 2023.
Nel 2024 aveva registrato +2,36% rispetto al 2023. Nel 2023 era aumentato del 12,7% rispetto all’anno precedente e nel 1° semestre 2023 l’incremento era stato del 16,53% rispetto ad analogo periodo del 2022.
(dati concessi Eidos Consulting e Vending Magazine)
Le variazioni sono determinate sia dai prezzi di acquisto che dai volumi. Nel 24% dei casi abbiamo avuto un decremento, l’incremento inferiore al 10% ha riguardato il 41% delle aziende; il 29% ha avuto un aumento tra il 10% e il 20%, il 6% ha avuto un incremento superiore al 20%. L’incidenza del costo delle materie prime sui ricavi nelle aziende del campione è il 28,15%.
Il 33% delle aziende del campione ha avuto un aumento del numero delle erogazioni rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente, il 67% ha avuto una riduzione.
(dati concessi da Eidos Consulting e Vending Magazine)
La variazione media è stata negativa e vale -0,6%, (in diminuzione rispetto al primo trimestre del 2024 quando era stata del 3,03% e rispetto al +1,5% del 2024 e al 6,4% del 2023). Essa va da una riduzione di -11% ad un aumento massimo del 15%.
Essendo l’incremento dei ricavi superiore a quello delle erogazioni di circa il 2,72%, si presume che nel periodo considerato ci sia stato un aumento del prezzo medio delle erogazioni dovuto probabilmente a una crescita dei prezzi delle forniture (in particolare il caffè). La variazione naturalmente può essere provocata, almeno in parte, anche dalla variazione nel mix dei prodotti venduti.
(dati concessi da Eidos Consulting e Vending Magazine)
La differenza tra incremento percentuale dei ricavi e aumento percentuale delle erogazioni nel 2024 era stata del 2,48% e nel 2023 era stata del 5,06%.
Il 67% delle aziende ha avuto una riduzione delle erogazioni, il 22% delle aziende ha avuto un incremento delle erogazioni inferiore al 10%, l’11% tra il 10% e il 20%.
Andamento dell’occupazione
L’occupazione nel 1° trimestre 2025, rispetto al trimestre precedente, è aumentata nel 30% dei casi, invariata nel 45%, diminuita nel 25%.
Nel 1° trimestre 2024, rispetto al trimestre precedente, era aumentata nel 48% dei casi, invariata nel 43%, diminuita nel 9%.
Nell’ultimo trimestre del 2023, rispetto al trimestre precedente, era aumentata nel 65% dei casi, invariata nel 31%, in diminuzione nel 4%.
(dati concessi da Eidos Consulting e Vending Magazine)
Anche nella crescita dell’occupazione si riscontra un forte rallentamento.
(dati concessi da Eidos Consulting e Vending Magazine)
Il 70% delle aziende, si prosegue nel webinar, ha inserito nuove referenze nel 1° trimestre 2025. Nel primo trimestre 2024 il 43% delle aziende aveva inserito nuove referenze; nell’ultimo trimestre del 2023 era stato il 62%. Aumenta l’inserimento di nuove referenze probabilmente perché i gestori cercano nuove strade, stante le maggiori difficoltà sul versante dei ricavi.
Il 7% valuta positivamente l’andamento delle nuove referenze, nessuno lo valuta negativamente e il 70% dichiara che non è ancora possibile fare valutazioni. Per quanto riguarda le referenze con la maggiore crescita in termini di volume, troviamo il caffè col 36%, snack dolci al 29% e acqua al 14%.
(dati concessi da Eidos Consulting e Vending Magazine)
Ogni azienda poteva indicare le 3 referenze con maggiore crescita. Nel primo trimestre 2025, nonostante le difficoltà, le aziende che hanno fatto parte del campione hanno avuto un aumento dei ricavi del 2,12% e anche togliendo le acquisizioni l’incremento dei ricavi si mantiene positivo e vale +1,18%.
I costi aumentano di +2,14%, quindi sostanzialmente in linea con i ricavi. I costi aumentano di +2,14%.
Le erogazioni sono in diminuzione, -0,6%. Tiene l’occupazione: il 30% delle aziende ha aumentato gli occupati, contro il 25% in cui sono diminuiti. Il caffè resta il prodotto con la maggiore crescita.
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