giovedì 18 Settembre 2025
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Milano: apre Cardinale, il ristorante dei fratelli Debora e Nicola Massari

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cardinale massari
L'interno di Cardinale (immagine concessa)

MILANO – Milano accoglie un nuovo protagonista nel panorama della ristorazione: Cardinale, il progetto dei fratelli Debora e Nicola Massari, apre le sue porte in via Freguglia 2 a pochi passi dal Tribunale. Un format inedito che promette di coniugare l’eccellenza gastronomica, tipica dell’esperienza dei fratelli Massari, con un approccio moderno, efficiente e scalabile.

Cardinale: il nuovo format dei fratelli Massari

Cardinale nasce dall’evoluzione del concetto di ristorazione italiana democratica ed estremamente curata. Ad accompagnare Debora e Nicola Massari nella nuova impresa ci sono gli amici Lorenzo Benussi, ingegnere aerospaziale e imprenditore, a capo della S.A.R.A. Ing. Sandro Benussi srl, azienda specializzata in articoli plastici per l’automotive, Roberta Cioffi, ingegnere ambientale con esperienza in strategie di sostenibilità, e Paolo Coglio, imprenditore alla guida della Forelli Pietro Srl, società leader nella raffinazione di metalli non ferrosi.

L’obiettivo dei soci è offrire un’esperienza di alto livello gastronomico con un costo contenuto, replicabile in diverse città, con un’attenzione particolare al controllo qualità, all’esaltazione della tradizione italiana, al servizio grazie all’ottimizzazione delle preparazioni e processi. Il nome stesso, Cardinale, è frutto di un’attenta riflessione e racchiude in sé molteplici significati.

“La scelta non è casuale – spiega Debora Massari -. Volevamo un nome che evocasse autorevolezza, eleganza e un senso di tradizione, ma allo stesso tempo che avesse una risonanza contemporanea e dinamica. Cardinale, nella sua più ampia semantica, rappresenta un punto di riferimento (punto cardinale), il rigore ideale (numero cardinale), proprio come vogliamo che sia la nostra cucina. Inoltre, il colore rosso cardinale è un colore caldo, accogliente, che richiama la passione per la cucina e l’attenzione all’ospitalità che sono alla base del nostro progetto. Ci posizioniamo in una fascia di prezzo media, con un’offerta gastronomica dall’identità forte e riconoscibile”.

Il menu di Cardinale è un viaggio nella tradizione della cucina italiana in chiave contemporanea, con un occhio di riguardo alla stagionalità e alle esigenze del contesto urbano. Accanto ai piatti che hanno decretato il successo di Fermento di Brescia, sempre di proprietà di Debora e Nicola Massari e presto riconvertito anch’esso in Cardinale, il ristorante propone nuove creazioni, dai primi piatti, di cui alcuni con processi brevettati, ai secondi con cotture a bassa temperatura e ultrasuoni, dagli hamburger gourmet ai dolci. Un’attenzione particolare è riservata al menu ASAP (As Soon As Possible), pensato per un Business Lunch veloce, con piatti del giorno che variano quotidianamente e che garantiscono rapidi tempi di servizio.

Ma la vera scommessa è esportare nella cucina salata alcuni principi fondamentali della storia “dolce” dei fratelli Massari. “La pasticceria insegna a misurare, a rispettare i tempi, a costruire strutture stabili e sapori bilanciati – sottolinea Nicola Massari -. Portare questo approccio nel salato significa poter replicare con fedeltà la propria idea di cucina, senza dover sacrificare creatività o spontaneità. Al contrario, è proprio la solidità del metodo a lasciare spazio all’espressione personale, liberandola da imprevisti e approssimazioni.

È un’attenzione quasi ingegneristica che permette di raggiungere una qualità costante, piatto dopo piatto. Ma non si tratta di ripetizione meccanica: è coerenza stilistica, cura nel dettaglio, volontà di garantire un’esperienza perfetta in ogni occasione. Un modo per dare valore al gesto quotidiano, rendendolo straordinario attraverso la disciplina. In questo senso, la pasticceria non è più solo l’ultima voce del menù, ma una filosofia che può attraversarlo tutto, trasformando la cucina in un racconto coerente, preciso, e profondamente umano”.

Le mezze maniche alla carbonara (immagine concessa)

Tra i Signature si segnalano il manzo all’olio, una delle più antiche ricette bresciane realizzata con carne di Scottona e servita con patate al forno, ma anche grandi classici come il vitello tonnato, le mezze maniche alla carbonara, con mix di tre pepi, gli hamburger (Cardinale: con pecorino e salsa tartara. Al pepe verde e alla senape dolce e altri).

Oppure il baccalà mantecato con suo latte di cottura aromatizzato all’alloro, la freschezza delle tartare di salmone (con dressing all’arancia e chutney di finocchio) e di tonno rosso (con dressing al lampone e chutney di mela, sedano e pepe di Timut), fino agli intramontabili risotti, con l’immancabile giallo alla Milanese.

Entro l’estate l’offerta sarà completata con colazioni dolci e salate: croissant in varie versioni, torta di rose, Pancake, yogurt a coagulo compatto con scorzette di agrumi e ricercate granole, omelette soufflé, Croque Monsieur, uova strapazzate con guanciale croccante. Una ricercata offerta di caffè, con preparazioni che andranno dall’espresso alle slow coffee preparations, accompagnerà i clienti di Cardinale.

Lo Speciality Blend Cocoa Reloaded Coffee Designers by 1895 sarà protagonista delle preparazioni tradizionali, mentre si alterneranno le Single Origin della collezione 1895 Coffee Designers by Lavazza per le estrazioni alternative.

“Cardinale è un progetto a cui abbiamo lavorato con passione e dedizione – conclude Debora Massari – . Vogliamo offrire ai nostri clienti un’esperienza che vada oltre il semplice pasto, un momento di piacere e condivisione in un ambiente accogliente. Milano è la città ideale per lanciare questo nuovo format, che rappresenta un’evoluzione naturale del nostro percorso nel mondo della ristorazione e che da sempre è il più grande test di mercato in Italia”.

L’ambiente di Cardinale, ispirato allo stile metropolitano, è stato progettato agendo con un approccio scientifico e sartoriale per la definizione e realizzazione di eleganti dettagli italiani.

Progettato dagli architetti Gianluca Gallucci e Pierfrancesco Terlizzi e realizzato da Imago srl di Cava Dei Tirreni di Tiziano Accarino, il locale si presenta con materiali di pregio, illuminazione curata e un layout funzionale per una completa esperienza sensoriale. Il logo Cardinale, infine, è frutto della creatività e dello studio dell’Accademia LABA che ha inserito la collaborazione con i fratelli Massari nell’ambito di LABA-25, il programma di iniziative e sinergie che celebra il venticinquesimo anniversario dell’Accademia stessa.

Maggiori informazioni

  • Via Freguglia 2, Milano M1 / M5 San Babila
  • Aperto dal lunedì al giovedì, dalle 12.00 alle 16.00 e dalle 18.00 alle 23.00 Venerdì, dalle 12.00 alle 16.00 e dalle 18.00 alle 24.00
  • Sabato, dalle 18.00 alle 24.00
  • Domenica, dalle 12.00 alle 16.00 e dalle 18.00 alle 23.00 Tel. e Whatsapp 02-91557935
  • Web: cardinalefratellimassari.it
  • Mail: prenotazioni@cardinalefratellimassari.it
  • IG: @cardinale_fratellimassari

Cova Montenapoleone presenta la nuova apertura a Taipei, Taiwan

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La nuova apertura a Taipei (immagine concessa)

TAIWAN – Cova Montenapoleone, Maison milanese fondata nel 1817, simbolo dell’eccellenza italiana, annuncia l’apertura a Taiwan, presso Taipei 101, uno dei Mall più prestigiosi dell’Asia. C’è un filo sottile che unisce Milano a Taipei. Un filo fatto di luce dorata del mattino, del profumo intenso del caffè appena versato, del sapore autentico dell’alta pasticceria. Si apre un nuovo capitolo nel viaggio d’Oriente della Maison Cova che riflette il desiderio di portare l’eleganza e il sapore autentico della tradizione milanese nei luoghi più iconici del mondo.

Un viaggio partito da Milano che ha raggiunto Hong Kong e poi nuove destinazioni come Shanghai, Montecarlo, Parigi, Kuwait City, Doha, Riyadh, Atene, Istanbul e ora Taipei.

La scelta di Taiwan – risponde a una chiara logica di espansione e presenza: Taipei 101 è infatti uno delle destinazioni più amate per shopping e fine dining.

Cova Montenapoleone a Taipei (immagine concessa)

Lo spazio, concepito come caffè-pasticceria, rappresenta una tappa significativa nella strategia di espansione del marchio nel mercato asiatico, da sempre considerato dalla Maison come una seconda casa.

Al quarto piano del Mall accanto ai principali marchi del lusso, la Maison proporrà un’offerta focalizzata su prodotti iconici come la caffetteria, il cioccolato artigianale e la pasticceria d’autore.

Lo spazio – 120 metri quadrati – si inserisce all’interno di un piano dedicato al lusso e al lifestyle, posizionandosi come punto di riferimento per una clientela sofisticata e internazionale.

Questa nuova apertura conferma la vocazione internazionale di Cova, che punta a coniugare heritage italiano e cultura dell’eccellenza.

La scheda sintetica di Cova

Cova, storica Maison Milanese fondata nel 1817 perpetua una tradizione secolare unendo tradizione artigianale a maestria moderna.

Una cultura fondata sull’alta Pasticceria, Caffetteria e Ristorazione che ne fa uno dei punti di riferimento in Italia e nel mondo per il tradizionale Panettone e i suoi prodotti di eccellenza che accompagnano gli ospiti dal momento della colazione all’aperitivo.

Cova è sinonimo di Milano, rappresentando in ogni angolo del mondo il gusto dell’eccellenza italiana.

Nel 1993, ha iniziato la sua espansione in Asia, aprendo il suo primo caffè fuori confini a Hong Kong e raggiungendo poi nuove destinazioni come Shanghai, Montecarlo, Parigi, Kuwait City, Doha, Riyadh, Atene e Istanbul. Ad oggi, Cova conta più di 35 negozi in tutto il mondo.

Dal 2013 è parte dal Gruppo LVMH – Louis Vuitton Moët Hennessy.

La pasticceria artigianale Olivieri 1882 entra nel Gruppo Bauli (pandori e panettoni)

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Nicole Frigo e Alberto Trainotti di Andersen (immagine concessa)

VERONA – Andersen ha supportato la famiglia Olivieri nella cessione della maggioranza della partecipazione della storica pasticceria artigianale Olivieri 1882 a Bauli SpA. Questa operazione rappresenta un passo significativo per Olivieri 1882, che potrà crescere ulteriormente in termini di volumi e mercati grazie al supporto del nuovo socio leader di mercato.

Olivieri 1882 nel Gruppo Bauli

Gli avvocati, dottori commercialisti e advisor finanziari di Andersen hanno assistito in tutte le fasi del deal la famiglia Olivieri e la quinta generazione che guida il marchio, Andrea e Nicola Olivieri.

La partner Nicole Frigo ha coordinato le attività legali con l’obiettivo di rafforzare la posizione del cliente: dalla due diligence legale, per una visione chiara e trasparente dell’azienda, alla redazione e negoziazione di tutto il set contrattuale della cessione, al fine di proteggere il valore del deal e ridurre i rischi di contenzioso; nonché i contratti di amministrazione di due dei tre soci di minoranza, Andrea e Nicola Olivieri, i quali continueranno ad avere una posizione di rilievo nel management della società, conservando il ruolo, rispettivamente di Chief Commercial Officer e di CEO di Olivieri 1882.

In ambito tax, il partner Alberto Trainotti ha predisposto anche gli aspetti fiscali, in particolare la tax due diligence e la negoziazione delle clausole fiscali dei contratti.

Sempre Alberto Trainotti – in condivisione con Romano Olivieri della società di consulenza Loprin- Market Plans – ha seguito il processo one to one con Bauli, dalla definizione degli economics dell’operazione fino agli accordi ancillari, garantendo una valorizzazione significativa della quota ceduta.

Tra gli altri, hanno contribuito alle diverse attività i seguenti professionisti Andersen: Marilena Di Bella, Saverio Fabbiano, Emanuele Sacchetto e Irene Munaretto.

L’accordo con Bauli SpA permetterà a Olivieri 1882 di crescere ulteriormente, beneficiando delle risorse e dell’esperienza del nuovo socio, leader di mercato, che metterà a disposizione mezzi finanziari e non solo per espandere la produzione e raggiungere ulteriori mercati.

“L’operazione che ha portato alla cessione della maggioranza di Olivieri 1882 a Bauli è il concreto esempio di come un’assistenza legale solida e strategica possa fare la differenza in un passaggio imprenditoriale cruciale come questo – dichiara Nicole Frigo –. I nostri legali hanno lavorato a stretto contatto con la famiglia Olivieri per garantire la giusta valorizzazione del patrimonio aziendale”.

Olivieri 1882, da 140 anni, è sinonimo di eccellenza nella produzione di panettone, pandoro e colomba artigianale. Premiati da Gambero Rosso e citati dalle più importanti testate internazionali, tra cui il New York Times che ha elogiato e premiato il Panettone Classico come il migliore panettone tradizionale.

“Desideriamo offrire al nostro prodotto – afferma Nicola Olivieri, ceo e head baker dell’azienda di famiglia, selezionato da Fortune Italia tra gli imprenditori 40 Under 40 della Food Industry 2024 – l’opportunità di affermarsi ancora di più, nonostante i nostri panettoni vengano spediti già in 76 Paesi del mondo. Nuova forza, nuovi mercati, senza tradire la tradizione delle materie prime e del metodo artigianale”.

Vicenza, Bin Hu, il titolare del Caffè Commercio: “Evitano il mio locale per pregiudizio”

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Il centro storico di Vicenza (immagine: Pixabay)

Bin Hu, titolare del Caffè Commercio, è innamorato di Vicenza dove ha rilevato il locale. Tuttavia, nota una scarsa apertura mentale nella città in confronto a Milano dove ha vissuto per 23 anni. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Giulia Arnaldi per il portale d’informazione Il Giornale di Vicenza.

L’esperienza di Bin Hu a Vicenza

VICENZA – Davanti al Caffè Commercio ci siamo passati tutti. Si trova in piazza Biade 22, davanti a palazzo Uffici, a pochi passi dalle colonne di piazza dei Signori. Ci sono passati tutti, ma non tutti ci sono entrati. Perché, come racconta Bin Hu a Il Giornale di Vicenza, per gli amici Steve, il proprietario, “a volte qualcuno si affaccia, vede che sono cinese e va via. Spesso mi capita di sentire qualcuno a bassa voce dire “no, qui sono cinesi, andiamo da un’altra parte. Non so se sia razzismo o un semplice pregiudizio, ma mi fa restare molto male”.

Steve è arrivato in Italia nel 2001, quando aveva otto anni, e per 23 anni ha vissuto a Milano, dove ha avuto diversi locali, prima di trasferirsi a Vicenza l’anno scorso e rilevare la bottega storica in piazza Biade.

“Questa situazione mi riporta indietro a vent’anni fa. Quando sono arrivato a Milano non c’erano molti stranieri, e gli episodi di discriminazione erano frequenti, ma poi le cose sono cambiate, è diventata una città internazionale. Siamo venuti via da Milano perché lì il problema di sicurezza è veramente molto grave, ma arrivare qui è stato come fare un salto indietro nel tempo. Anche perché non si tratta di persone anziane, che magari hanno una mentalità diversa, anzi, spesso mi accorgo di queste dinamiche in persone di trenta, quaranta o al massimo cinquant’anni”.

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Maestri dell’Espresso Junior 2025, 33ª edizione: al MUMAC vincono nelle due classifiche, Juliana Gonzales e Gaia Crosetti

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Vincitori Maestri dell'Espreso Junior 2025 (foto concessa)
Vincitori Maestri dell'Espreso Junior 2025 (foto concessa)

BINASCO (Milano) – Maestri dell’Espresso Junior, 33ª edizione: si torna al Mumac – Museo delle macchine del caffè espresso di Cimbali Group – a Binasco per concludere il concorso che si è svolto dal 2 settembre 2024 al 16 maggio 2025. Con la partnership strategica anche quest’anno di illycaffè e la collaborazione di Alpro, è stato possibile portare a termine l’iter di questa grande opportunità per i giovani operatori del futuro.

Dopo la prima fase di selezione dei candidati e della formazione obbligatoria sia per docenti che per studenti, svoltasi in più sessioni online, l’iscrizione alla gara, la qualifica attraverso un test online di 30 domande a scelta multipla, il video inviato dai concorrenti che rispondono agli ordini di espresso e cappucci… ecco che si giunge alla finale.

Maestri dell’Espresso Junior gioca su tecnica e comunicazione

Il giorno della grande sfida, gli 8 finalisti hanno dovuto durante la mattinata, convincere la giuria tecnica (formata da 3 giurati tecnici provenienti da illycaffè, Cimbali Group e Alpro) ottenendo il punteggio più alto per un espresso e due cappuccini – con latte vaccino e bevanda vegetale – dimostrando di possedere le competenze per utilizzare correttamente le attrezzature, il dosaggio e l’analisi sensoriale.

Il pomeriggio invece, si è tenuta la classica gara per conquistare la giuria della Stampa, che ha dovuto valutare le ricette ideate e presentate dai partecipanti, rigorosamente a base espresso e preparata sul momento con una bevanda vegetale della gamma prodotto Alpro.

I nomi degli 8 finalisti di Maestri dell’Espresso Junior 2025:

Christian di Pumpo, Roberto Bovincini, Juliana Julet Gonzales, Erika Poli, Gaia Crosetti, Sergio Danieli, Gaia Feis, Marianna Denaro.

E così si passa al clou della finale con la proclamazione dei vincitori della giuria tecnica: Juliana Gonzales – nata a Milano, cittadina boliviana – con un punteggio di 143,5, della Scuola Galdus di Milano, accompagnata dal docente Sergio Canetti e Gaia Crosetti vicinissima con 142,5, ad aver convinto la giuria tecnica, posizionandosi al secondo posto.

Di nuovo Gaia Crosetti compare al primo posto proclamato dalla giuria giornalisti, accompagnata dal docente Davide Oglietti dell’Istituto Paire di Barge da Cuneo con la sua ricetta “L’ombelico del mondo”. Mentre Roberto Bonvicini, con il suo riferimento letterario a Gabriele D’Annunzio, ha ottenuto una menzione speciale.

Valentina De Angelis, Università del Caffè Subsidiary, e-learning and Office Manager:

“Questa è stata una giornata emozionante. Abbiamo visto tante edizioni e come sempre è meraviglioso vedervi mentre vi tenete per mano, così come le persone che qui creano rapporti che continueranno nel tempo. Questa è la cosa bella di questo concorso.”

Presente Noemi Migliavacca, Mumac Academy Project Leader Maestri dell’Espresso junior per Cimbali Group.

Marco Vietti, dietro la giuria, a controllare come super partes il corretto svolgimento della gara.

Si inserisce Moreno Faina, il Direttore dell’Università del caffè, che ha celebrato 33 edizioni del concorso, senza perderne una.

Moreno Faina, il discorso finale di Maestri dell'Espresso Junior 2025
Moreno Faina, il discorso finale di Maestri dell’Espresso Junior 2025

“Tutti avete dato il massimo di quello che potevate. È un bel segnale per voi e per i vostri professori. Si può e si dovrà migliorare. Pensiamo a qualche aspetto utile su cui meditare. Stamattina tutti avete dedicato più della metà dei 15 minuti a disposizione, per trovare la macinatura corretta. Possiamo avere le migliori tecnologie, macchine, macinadosatori, ma l’essere umano, chi trasforma, non può basarsi solo sulla teoria. In quei 30 secondi devono uscire le giuste quantità.

Tutti conoscete la filiera del caffè: diamo il giusto peso su cui porre l’attenzione in futuro. Alla fine la trasformazione sarà l’elemento chiave.”

Il discorso del Direttore si sposta sulla lunga catena che parte dalla drupa al barista: “Dal fiore al momento in cui arriva all’operatore, passano 18 mesi. Voi, baristi, per poter esaltare o distruggere questo viaggio, avete 30 secondi. I problemi di oggi stanno lì e ancora lì ci sono le soluzioni per esaltare questi 18 mesi. Meditate”.

E continua: “Sono sempre più convinto che lo sviluppo della conoscenza tramite la formazione, produca un vantaggio tangibile nel tempo, migliorando nelle persone, la qualità delle azioni, la creatività e l’efficienza. Agli studenti degli IPSSAR che abbiamo seguito in questi mesi, abbiamo affiancato alla formazione sul prodotto e alla trasformazione di caffè e cappuccino, quella sul servizio che sicuramente fa la differenza nell’offerta finale.

Questo concorso negli anni ha contribuito a stimolare studenti e professori con tematiche e sfide sempre nuove ed ovviamente stiamo già pensando alle prossime – afferma Moreno Faina, direttore dell’Università del Caffè – Anche nell’edizione di quest’anno, è stata data la possibilità di svolgere il test a risposta multipla, con una struttura adeguata a coloro che sono in possesso di una certificazione DSA di dislessia per rinforzare una azione concretamente inclusiva”.

“Oggi più che mai la formazione è uno snodo fondamentale per il futuro dei giovani. Siamo orgogliosi, come MUMAC Academy, di poterli accompagnare in questo percorso di crescita professionale e personale – afferma Noemi Migliavacca, MUMAC Academy Communication & Learning Specialist – Maestri dell’Espresso Junior è un’opportunità concreta che arricchisce il bagaglio degli studenti e li prepara ad affrontare il mondo del lavoro con solide competenze.”

“Come Alpro siamo felici di essere promotori della trentatreesima edizione di Maestri dell’Espresso Junior e sostenere così il talento emergente dei giovani baristi, tra i primi ambasciatori delle bevande vegetali.  Oggi è sempre più forte la richiesta di proposte vegetali al bar, con quasi un italiano su due che le ricerca.

Alpro Barista for Professional permette di creare un’offerta dedicata, differenziante e di valore – dichiara Yoann Steri, Digital & Data Director Danone Italia – in grado di fornire ai professionisti un prodotto superiore in termini di gusto, performance e varietà per soddisfare sempre più consumatori attraverso il consumo dei cappuccini vegetali. Con Alpro siamo pionieri da oltre quarant’anni nell’alimentazione a base vegetale e nella nostra visione di un futuro dell’alimentazione più sano, buono e sostenibile è chiave contribuire a formare i professionisti di domani.”

Maestri dell’espresso junior 2025: 65 istituti, 1056 ragazzi hanno iniziato e solo 8 in finale

E come ogni competizione, anche in questo caso qualcuno deve pur vincere sugli altri. Si può però già guardare al futuro, sia di questi giovani operatori, sia di questo concorso che ancora oggi rappresenta una rampa di lancio per i professionisti del domani.

Juliana Gonzales, vincitrice della gara tecnica di MDEJ 2025: “Il mio sogno è aprire una caffetteria specialty”

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Juliana Gonzales mentre serve alla giuria
Juliana mentre serve alla giuria

BINASCO (Milano) – Un po’ di contesto: finale dell’edizione 2025 del concorso nazionale Maestri dell’Espresso Junior, adrenalina che scarica finalmente dopo una giornata intensa a base di caffeina, la vincitrice della gara tecnica è Juliana Gonzales, – nata a Milano, cittadina boliviana –. Con un punteggio di 143,5. È un’allieva della Scuola Galdus di Milano, accompagnata dal docente Sergio Canetti. Sempre lei, racconta a caldissimo, la sua conquista.

Gonzales partecipa per la prima volta ad un concorso di questo livello?

“Mi sono cimentata di recente in una piccola gara di caffetteria specialty, e comunque l’ho vissuta con una certa ansia. Mi piace però mettermi alla prova: oggi stavo tremando, avevo molta paura, ma sono tutte esperienze che mi aiutano ad aprirmi. Le gare mi appassionano, almeno il post.”

Più difficile la parte tecnica o quella della comunicazione di fronte alla stampa?

“La comunicazione. Sono molto timida e addirittura evito di parlare a voce alta. Il mio docente ha insistito molto su questo punto. Sul quale io faccio piuttosto fatica. Ero particolarmente preoccupata di non sbagliare gli ingredienti dei cocktail e quindi non so se sono riuscita a parlare in modo adeguato.

Stessa cosa per la parte tecnica, in cui ci sono state delle piccolezze proprio perché appunto, per me, è complesso parlare mentre opero. Non tutti l’avranno notato, ma io avevo il mio schema in testa, e la gara ha cambiato un po’ le cose.”

Cosa l’ha fatta vincere? Magari l’esperienza da dipendente da Cafezal?

Gonzales: “Lavorare in quell’ambiente è stato bellissimo. Ero affiancata da un operatore, ma sono stata trattata come una lavoratrice a tutti gli effetti. Sono stata messa dietro la macchina e mi è stato detto: in tre ore devi riuscire a fare tutto, se non ce la fai, ti diamo una mano. Ma mi hanno messo nelle condizioni di pressione per cercare di imparare il più possibile. Questo ha cambiato molto la mia capacità nella gestione dell’ansia.

Certo in questo caso è stato diverso: lì devi essere veloce, ma nessuno ti sta osservando, al contrario del concorso.”

Gonzales, il lavoro a scuola con il docente?

“E’ stato molto lungo, soprattutto nella parte della preparazione dei cocktail in cui non sono molto forte. Ma il mio docente mi ha seguito molto, mi ha concesso anche delle ore extra. Se non fosse stato per lui, non ci sarei riuscita.”

Le macchine: differenze rispetto a quelle con cui ti sei allenata?

“Con quelle che ho trovato qua, non avevo particolare dimestichezza. E’ stato un po’ complicato, soprattutto rispetto alla memoria muscolare che ho già sviluppato. Mi sono potuta allenare il giorno prima, sì, ma non è stato facile.”

Il suo sogno quindi è?

Aprire una caffetteria specialty. Se mi parlano di caffè, voglio e sono in grado di raccontare tutta la filiera. E mi appassiona tantissimo la storia, la descrizione degli aromi. E’ stata la svolta il primo anno durante la Scuola Galdus, che mi ha fatto conoscere questo universo e lì ho capito che era la mia strada”.

Gaia Crosetti, 1° nella giuria giornalisti, 2° nella tecnica: “Credeteci: se va male va male, ma se va bene… si può vincere due volte”

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Il docente Davide Oglietti e la vincitrice della giuria giornalisti, Gaia Crosetti

BINASCO (Milano) – Diverse vittorie già alle spalle con Maestri dell’Espresso Junior. Il docente sala e bar presso l’Istituto Paire di Cuneo che ha ottenuto tantissimo trionfi: due secondi posti, un primo e un miglior cocktail nel 2025. Sempre, comunque, in finale. Merito di chi, viene subito da chiedersi? Il docente Davide Oglietti indica altrettanto prontamente, la studentessa e vincitrice della prova giornalisti, Gaia Crosetti.

Crosetti, ma è stata lei che ha voluto partecipare?

“Assolutamente sì. Mi era piaciuto un sacco aver visto due anni fa una ragazza che ha partecipato: già allora ne ero rimasta incantata. Da lì ho sempre puntato ad arrivare qui oggi, anche se non ci credevo neppure al fatto di essere tra gli 8 finalisti.”

E invece credeva di vincere il secondo e il primo posto?

“No. Pensavo di aver fatto una performance terribile dal punto di vista tecnico. Ma per fortuna, dopo un confronto con il mio professore, mi sono reindirizzata correttamente per esporre la parte di comunicazione dei cocktail. E sono molto soddisfatta.”

Un secondo posto tecnico che in realtà è quasi un primo, la differenza di punteggio è minima

Crosetti: “Credo di aver sbagliato qualche dettaglio. Penso ad esempio alla regolazione della granulometria del macinadosatore, ma non saprei. In ogni caso per me è stato meno sfidante curare la comunicazione: parlo molto, mi piace sapere, mi piace parlare. Son sempre stata abituata a farlo e sono portata a confrontarmi con le persone”.

Crosetti, quindi il suo obiettivo è aprire un suo bar?

“Sì, sia all’estero sia in Italia, mi piacerebbe sperimentare entrambe le realtà. Non per forza spingendo sullo specialty: il mio obiettivo ora è andare in Brasile per cercare degli abbinamenti con i frutti esotici e creare qualcosa di particolare da proporre in Italia con i gusti di quel Paese.”

Ma com’è nato il cocktail L’Ombelico del mondo?

L’ombelico del mondo

“E’ nato tutto in modo insolito, mentre ero in Erasmus e la comunicazione è avvenuta online, con messaggi e chiamate con il mio docente. E’ stato un po’ destabilizzante proporre e studiare le ricette a distanza. Ma poi abbiamo ripreso il tutto di persona al mio ritorno a scuola. Confrontando le nostre opinioni, attraverso diverse prove siamo riusciti a riequilibrare vari aspetti e poi abbiamo creato il nome “L’ombelico del mondo”.”

Esperienza quindi all’altezza del sogno?

“Assolutamente sì. Non pensavo di vincere”.

Macchine e attrezzature: com’è stato trovarsi qui?

Crosetti: “E’ stato un po’ diverso in effetti. Posso però ringraziare il professore per cui mi ha fatta arrivare preparatissima, consapevole di tutti gli aspetti che avrei ritrovato qui. Al di là di un pizzico di panico, ero pronta. Mi è piaciuto tantissimo realizzare i cappuccini con le bevande vegetali, che sono certo più difficili da montare, ma una volta appresa la giusta tecnica, è molto divertente da trattare e ottenere una crema lucida.”

Ultimo messaggio da Gaia Crosetti ai prossimi partecipanti.

“Buttatevi, credeteci: se va male va male, ma se va bene… si può vincere due volte.”

Nestlé annuncia macchine per il caffè intelligenti sviluppate in Svizzera nel polo tecnologico di Orbe

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Nestlé
Il logo Nestlé

VEVEY (Svizzera) – Il colosso del caffè e dell’alimentare Nestlé annuncia la creazione di un polo tecnologico unico per l’industria alimentare. La creazione di un centro per la deep tech rappresenta una novità assoluta nell’industria alimentare e della nutrizione. Nestlé costruirà su competenze già esistenti in sistemi di sensori, soluzioni per il riconoscimento dei prodotti, controllo remoto e soluzioni di visualizzazione.

Il nuovo centro esaminerà, testerà e svilupperà nuove generazioni di sensori, robot, sistemi di codifica, intelligenza artificiale (AI) ad alte prestazioni e soluzioni di realtà virtuale/mista. L’obiettivo primario è aumentare l’efficienza nella ricerca, nell’innovazione e nelle operazioni.

Queste nuove tecnologie permetteranno lo sviluppo di macchine da caffè intelligenti

E anche di soluzioni innovative per la nutrizione di precisione, apparecchiature auto-controllate e nuove soluzioni per il controllo qualità dinamico.

L’apertura ufficiale del centro è prevista per la prima metà del 2026, presso le strutture esistenti del Nestlé System Technology Center a Orbe, in Svizzera.

Stefan Palzer, CTO di Nestlé S.A., ha commentato: “Continuiamo a trasformare la nostra organizzazione per abbracciare le tendenze scientifiche e tecnologiche e cogliere le opportunità di crescita attuali e future. Le capacità biotecnologiche, leader del settore, forniranno nuovi ingredienti con bio-efficacia clinicamente provata per la nutrizione di precisione per persone e animali domestici lungo tutto l’arco della loro vita. L’ampliamento delle nostre capacità uniche nella deep tech è fondamentale per massimizzare l’efficienza nell’innovazione e nelle operazioni. Tutto questo è alimentato da un’organizzazione più snella e agile”.

Raccolto brasiliano: sino a 10 milioni di sacchi di differenza tra le stime ufficiali di Conab e Ibge e quelle del settore privato

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mercati del caffè futures
crediti per la foto: PR Consulting Global

MILANO – Come di consueto, in questo periodo dell’anno, è in atto l’abituale balletto delle cifre sul nuovo raccolto brasiliano, che è da poco iniziato e che si concluderà a settembre. Le cifre – come sempre – presentano differenze significative, ancora più marcate se confrontiamo i numeri del settore privato con le stime ufficiali di Conab e Ibge.

L’Agenzia nazionale di approvvigionamento agricolo (Conab), dipendente dal ministero dell’agricoltura, ha recentemente rivisto al rialzo la stima ufficiale governativa sul raccolto brasiliano 2025/26.

E prevede ora una produzione di 55,7 milioni di sacchi, in crescita del 2,7% rispetto al 2024/25, nonostante una contrazione della superficie produttiva e il ricorrere di un’annata negativa nel ciclo degli arabica.

Il raccolto di arabica è stimato in 36,98 milioni di sacchi, in flessione del 6,6% rispetto all’anno scorso, per effetto di un calo della produttività media a 24,9 sacchi/ha (-5,1%) e di una parziale riduzione delle superfici produttive, a 1,48 milioni di ettari (-1,6%).

Il raccolto di robusta è previsto a un nuovo massimo storico di 18,698 milioni di sacchi, in crescita del 27,9% rispetto all’annata precedente.

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E anche Nespresso apre il suo bar in Piazza Cordusio a Milano: il cantiere in bella vista con le immagini del Caffè Florian di Venezia

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nespresso Eric Favre capsule
Logo Nespresso

MILANO – Piazza Cordusio a Milano sembra un punto irresistibile quando si parla di caffè: non solo l’imponente Starbucks Reserve Roastery nell’ex Palazzo delle Poste, poi seguito dal brand nippo-parigino Caffè Kitsuné, ma ora è il turno del colosso svizzero. Ebbene sì, Nespresso prevede di aprire un suo bar- caffetteria. Così indicano le gigantografie alle vetrine messe per nascondere i lavori all’interno: si evoca il Caffè Florian di Venezia.

Non il solito negozio boutique del marchio, con la vendita diretta di capsule ed edizioni speciali, ma un posto dove sostare, essere serviti, incontrarsi per bere uno dei loro caffè.

Si potrebbe pensare ad un locale simile al The Nespresso Bar che si trova a Londra… ma ancora è tutto un’ipotesi basata su quello che si può intravedere da fuori.

Nespresso: il cantiere è aperto

Il prossimo concept di Nespresso promette bene, all’interno di un palazzo di fine Ottocento (il proprietario è Hines), proprio dove in precedenza si trovava uno store di Yamamay e uno spazio Unicredit, che attualmente è occupato da Uniqlo. Con probabilmente 15 vetrine, proprio all’angolo che unisce la Piazza con Via Dante.

Sono già comparse le prime immagini su strada, che segnalano bene l’arrivo imminente di questo punto vendita che trova la sua fine solo in Via Santa Maria Segreta.

Un’operazione che ancora non era stata messa a punto dal brand svizzero, che si era limitato sin qui a sperimentare con la formula dei pop up (l’ultimo dei quali in Costa Azzurra e al Festival di Cannes).

Questo è quanto dichiara l’azienda stessa in merito:

“Il progetto in corso in Piazzale Cordusio darà forma a un luogo inedito dove vivere il caffè e non solo, con nuove esperienze legate al caffè, nuovi servizi e infinite possibilità. Un luogo che avrà sicuramente al centro i nostri prodotti, ma anche l’italianità, Milano e la qualità che contraddistingue da sempre Nespresso e i nostri caffè. Non possiamo ancora fornire dettagli perché siamo ancora in fase di realizzazione e creazione di tutti gli elementi che caratterizzeranno lo spazio.

Possiamo però confermare che si tratta di un’iniziativa molto speciale, destinata a riflettere tutto ciò che Nespresso rappresenta: un connubio unico di innovazione, e passione ed una profonda connessione con la città nella quale nasce.”