martedì 11 Novembre 2025
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Caffè torrefatto nel canale horeca: nel 2024 vendite a 738,3 milioni, +4,4%, report di Competitive Data

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Una tazza di caffè americano (immagine: Pixabay)

MILANO – Competitive Data ha rilasciato l’edizione 2025 del report caffè nel canale horeca, dove analizza l’andamento del mercato nell’ultimo triennio, con le previsioni fino al 2029. Le torrefazioni considerate nel report detengono una quota di mercato aggregata del 87,6% a valore, del 81,3%  a volume, e sviluppano un fatturato aggregato totale (tutti i canali, tutti i prodotti) di 4.870,0 milioni di euro.

L’andamento del mercato e lo scenario competitivo

Nel 2024 le vendite di caffè torrefatto nel canale horeca hanno fatto registrare una crescita a valore del +4,4%, per attestarsi a 738,3 milioni di euro, grazie all’ulteriore crescita dei prezzi medi che hanno controbilanciato la flessione a volume.

Il repentino rialzo dei costi del caffè verde, con il raggiungimento dei massimi storici per l’Arabica, uniti alle criticità logistiche (ed ulteriori costi in più) legate al conflitto mediorientale, hanno messo in seria difficoltà le torrefazioni, che hanno potuto trasferire solo parzialmente tali aumenti sui listini.

Il quadro è stato reso ancor più difficile da tassi di interesse che non hanno completato la discesa, un accesso al credito ancora poco favorevole, e cambiamenti penalizzanti nelle abitudini di consumo.

In tale situazione, in un mercato che si basa su aiuti agli esercenti di varia natura, l’equilibrio economico dell’attività di vendita è stato messo sotto pressione, con l’attenzione interamente rivolta al capitale circolante e alle coperture necessarie per garantire la normale operatività aziendale.

Numerose torrefazioni sono entrate in crisi, soprattutto quelle già compromesse dal punto di vista patrimoniale e finanziario, che non hanno avuto altra scelta se non incrementare in maniera consistente i prezzi di vendita in tempi brevi, ed al contempo rivedere la politica di sconti, condizioni, servizio.

Mentre ne hanno tratto vantaggio le torrefazioni più solide, che hanno potuto calmierare meglio gli aumenti di listino, mantenere costante il livello di servizio, e sottrarre clientela alle prime, di fatto trasformando un contesto difficile in opportunità.

La concorrenza di prezzo si è ulteriormente inasprita, complice un canale, quello dei bar, in saldo negativo per altri 4.337 punti vendita nel 2024.

Le performance migliori le fanno registrare quelle torrefazioni che già nel 2023 e 2022 mostravano indici di competitività molto alti (indicatore composito che include anche attività di innovazione e sostenibilità) e nel 2024 non solo guadagnano quote di mercato, ma al loro interno c’è anche chi riesce a migliorare i margini.

Un risultato eccezionale se confrontato con il preconsuntivo delle medie del canale horeca per il 2024 che mostra indicatori reddituali scesi ai livelli del 2022.

La mappa dell’elasticità degli esercenti horeca rispetto al prezzo praticato dai torrefattori, calcolata per il 2024, mostra solo pochissime regioni con buon livello di anelasticità (la quantità domandata varia in proporzione minore rispetto alla variazione del prezzo).

Il potenziale dei mercati esteri

Il calcolo del potenziale dei mercati esteri più attrattivi per il caffè italiano nel canale horeca nel 2025, che tiene in considerazione non solo del consumo pro capite di caffè, ma anche del reddito medio, crescita specialty, tariffe, reti distributive, ed altre numerose variabili, vede ancora prevalere il Vecchio Continente con cinque Paesi e, nonostante la questione dazi, gli USA rimangono nelle prime posizioni; ma è da evidenziare soprattutto l’ingresso tra i primi dieci posti di ben tre Paesi dell’area asiatica.

Se poi guardiamo ai 7 anni successivi sono cinque i Paesi dell’area asiatica ad entrare nella classifica delle top 10 per potenziale di mercato.

Il potenziale delle regioni italiane

Sebbene nel complesso il potenziale regionale per il 2025 decresca man mano che si scenda  dal Nord verso il Sud e Isole riscontriamo notevoli differenze all’interno delle singole aree, con punteggi anche molto diversi, ad esempio, tra Calabria e Sicilia, o tra Trentino Alto Adige e Piemonte, Marche e Toscana e così via. Nel complesso chi migliora maggiormente la propria  attrattività nel 2025 è l’area del Triveneto.

Le previsioni 2025-2029

A differenza dell’anno scorso, quando già a luglio davamo quasi per definito il 2024, quest’anno a testimonianza del quadro estremamente complesso in cui le aziende si trovano ad operare, le differenze sono sensibili fin dal 2025, a seconda che si verifichi lo scenario base o quello peggiore.

Il 2026 è l’anno su cui dovrebbe poggiarsi la base per un successivo rilancio nel caso di scenario base, mentre per quello peggiore dovremo aspettare il 2027, per arrivare alla forbice massima di 60 milioni di euro di differenza tra i due scenari nel 2029.

Ulteriori approfondimenti sono disponibili qui.

La scheda sintetica di Competitive Data

Competitive Data (www.compedata.com)  è una società specializzata nella realizzazione di ricerche di mercato e nella consulenza strategica di marketing; i suoi servizi supportano le aziende nei processi di analisi, valutazione, e scelta, delle decisioni più efficaci e appropriate per crescere, in Italia e all’estero, attraverso una lettura intelligente dei dati, l’interpretazione dei risultati raggiunti, e l’impiego di metodologie tradizionali unite a quelle più innovative legate al mondo digitale.

Caffè Borbone: nel primo semestre ricavi a 184,5 milioni, +10,7%, continua la crescita all’estero +18%

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Caffè Borbone logo
Il nuovo logo di Caffè Borbone

MILANO – Il consiglio di amministrazione di Italmobiliare S.p.A., la finanziaria che ha una partecipazione al 60% in Caffè Borbone dal 2018, ha riportato i risultati aggiornati al 30 giugno 2025. Nel corso del primo semestre prosegue la crescita del Gruppo. A livello aggregato, i ricavi delle Portfolio Companies Industriali sono cresciuti del 12,3% a 739,3 milioni di euro, con margine operativo lordo pari a 43,4 milioni.

In particolare, tra le principali portfolio companies industriali, si notano i ricavi in aumento del 10,7% a 184,5 milioni di euro per Caffè Borbone, la cui marginalità è stata condizionata dall’elevato prezzo della materia prima caffè, che si conferma prima marca per volumi di vendita nel monoporzionato sul mercato italiano.

I ricavi di Caffè Borbone

Continua inoltre la crescita dell’estero, che fa registrare un +18% rispetto allo stesso periodo dell’esercizio precedente. Anche nel primo semestre 2025 perdura il complesso scenario competitivo che vede il settore del caffè condizionato dall’elevatissimo costo della qualità Robusta, che ha raggiunto quota 5.800 $/tonnellata.

Il margine operativo lordo è pari a 23,3 milioni di euro, in flessione rispetto ai 37,4 milioni di euro del corrispondente periodo dell’esercizio precedente a causa di maggiori costi per l’acquisto della materia prima caffè per 26,7 milioni di euro, per buona parte compensati dalle politiche di prezzo adottate dalla società.

Al netto di ammortamenti per 6,5 milioni di euro, il risultato operativo è pari a 16,7 milioni di euro.

La posizione finanziaria netta al 30 giugno è negativa per 59,6 milioni di euro, nel semestre la generazione di cassa è positiva per 9,7 milioni di euro.

Starbucks, ricavi trimestrali a 8,22 mrd (+4%), Jde Peet’s, vendite semestrali 5,045 mrd (+19,8%), dazi Usa sul caffè brasiliano al 50%

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Starbucks
I loghi delle due multinazionali

MILANO – Le borse premiano i titoli di Starbucks e Jde Peet’s, dopo la pubblicazione, rispettivamente, dei dati trimestrali e semestrali delle due società. Il tutto, mentre l’amministrazione Trump conferma i dazi al 50% sull’import di caffè brasiliano. Starbucks ha reso note martedì 29 luglio, alla chiusura dei mercati, le cifre per il trimestre conclusosi il 29 giugno.

I risultati (in parte) superiori alle attese hanno spinto il titolo al rialzo del 4,6% nel premarket, anche se la quotazione si è ridimensionata nel prosieguo della giornata. I ricavi netti consolidati hanno raggiunto, nel terzo trimestre di esercizio, i 9,5 miliardi di dollari (8,22 miliardi di euro), in crescita del 4%.

Un dato che supera le previsioni di Wall Street, di 9,3 miliardi. Nelle 13 settimane, la più grande catena di caffetterie del mondo ha aperto 308 nuovi locali arrivando a un totale di 41.097, per oltre la metà (53%) a gestione diretta. Usa e Cina sono i massimi mercati di Starbucks, con rispettivamente 17.230 e 7.828 locali.

Le note dolenti cominciano però quando guardiamo alle vendite a parità di perimetro, che hanno segnato un calo del 2%, contro il -1% del trimestre precedente e il -1,5% previsto da Bloomberg. Si tratta del sesto semestre consecutivo in negativo.

In nord America, i ricavi netti di Starbucks sono cresciuti del 2%, a 6,927 miliardi di dollari (5,99 miliardi di euro), grazie a un +5% nei ricavi dei negozi a gestione diretta

Ma le vendite a parità di perimetro sono scese del 2%, per effetto di un -3% nelle transazioni a parità di perimetro solo parzialmente compensato da un incremento dell’1% nello scontrino medio.

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Trieste Coffee Experts: continuano le adesioni all’evento con Pacorini e Flex Packaging

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Andrea Bazzara (immagine concessa)

TRIESTE – Cresce l’attesa per l’ottava edizione del Trieste Coffee Experts – in programma il 6 e 7 dicembre presso l’Hotel Savoia Excelsior Palace -, ma continua a crescere anche il numero di sponsorizzazioni e di ospiti di assoluto rilievo, ai quali con oggi si aggiungono le importanti realtà di Pacorini Global Group e Flex Packaging.

Così Andrea Bazzara ha voluto commentare queste nuove e gradite presenze: “Il Trieste Coffee Experts ora può contare su due altre nuove partnership di primissimo piano, grazie agli accordi di collaborazione siglati con il gruppo globale Pacorini e con Flex Packaging, importante azienda nella produzione di imballaggi ”.

Fondato nel 1933 a Trieste, Pacorini Group da oltre 90 anni offre servizi logistici per una vasta gamma di materie prime e di merci varie: imbarco/sbarco, magazzinaggio, lavorazioni industriali e trasporto. Pacorini Group sosterrà il Trieste Coffee Experts in qualità di Official Sponsor della manifestazione.

Flex Packaging nasce nel 1988 per realizzare imballaggi flessibili poli-accoppiati in bobine sacchetti e doypack per il settore food e non-food, specializzandosi nel settore Caffè.
La Flex Packaging si è dimostrata sin dal principio in linea con i massimi standard di settore, attraverso certificazioni che garantiscono prodotti e materiali in termini di sicurezza igienico-sanitaria e che assicurano un contatto salubre con gli alimenti (BRC IoP standards).

Il direttore vendite di Flex Packaging, Gennaro Del Percio (immagine concessa)

Il direttore vendite di Flex Packaging, Gennaro Del Percio, ha voluto commentare così la scelta di collaborare con il Trieste Coffee Experts: “Come Flex Packaging abbiamo ritenuto opportuno dare il nostro supporto al Trieste Coffee Experts, che anche per questa ottava edizione si conferma un punto di riferimento e di importante aggregazione per il settore. Crediamo nel valore del confronto tra operatori e nella possibilità di costruire insieme risposte concrete a un momento particolarmente delicato, segnato da profondi cambiamenti”.

In conclusione: “Sostenere eventi come quello dei Bazzara significa contribuire a rafforzare la filiera e promuovere una visione comune capace di affrontare le sfide attuali con una maggiore forza e consapevolezza.”

I partner dell’evento (immagine concessa)

Oscar Farinetti da Kimbo: “Oggi una tazzina di caffè al bar non dovrebbe costare meno di € 2,50”

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Mario Rubino insieme a Oscar Farinetti (immagine concessa)

NAPOLI – La grande esperienza di Oscar Farinetti, imprenditore visionario e fondatore di Eataly, nonché scrittore e figura di riferimento internazionale nel mondo della cultura enogastronomica di qualità, nasce proprio nel settore del caffè: “Mio padre, partigiano e idealista, aveva fondato nel 1967 una torrefazione di caffè e la aveva chiamata UniEuro. Fu proprio in quella torrefazione che io incominciai a lavorare nel 1978. Imparai così le differenze tra i vari caffè crudi del mondo. Imparai l’importanza della qualità sia delle materie prime che in fase di trasformazione”.

Con queste premesse ha accolto l’invito di Mario Rubino, presidente altrettanto visionario di Kimbo, ad un incontro ufficiale ma informale, seguito dalle telecamere dell’agenzia giornalistica Ansa, sul tema “La qualità del caffè e il suo giusto prezzo”.

I due imprenditori Mario Rubino e Oscar Farinetti (immagine concessa)

L’idea di Rubino nasce dall’esigenza, oggi più attuale che mai, di raccontare ancora una volta ai consumatori il valore della filiera del caffè, fatta di competenza, responsabilità e passione. Una filiera che parte dalla materia prima, nelle zone equatoriali del pianeta, e che arriva nei negozi e nei bar in formato tazzina, senza mettere sufficientemente in luce la complessità di un processo di trasformazione purtroppo ancora poco noto ai consumatori.

“In un momento in cui il mercato del caffè è fortemente segnato da criticità legate all’aumento dei costi del caffè crudo e alla pressione sui prezzi di vendita per tutte le note crisi internazionali, noi di Kimbo abbiamo scelto con forza di non scendere a compromessi – è stata la premessa a Farinetti di Mario Rubino – perché siamo convinti che la qualità, costruita con impegno lungo tutta la filiera, sia un valore da difendere”.

Invitando Oscar Farinetti in azienda, Mario Rubino ha inteso affidare ad una voce autorevole, esterna e imparziale, il compito di spiegare al grande pubblico perché la qualità ha un valore, e perché oggi più che mai è importante riconoscerlo e sostenerlo, anche a costo di qualche sacrificio, sia per i torrefattori che per i consumatori.

“In Italia il prezzo del caffè espresso è sempre stato calmierato proprio per l’importanza che riveste per noi italiani. Ma se dovessimo guardare ai costi reali, oggi una tazzina di caffè al bar non dovrebbe costare meno di 2,50 euro” – è stata la dichiarazione, ferma e diretta, di Farinetti – “L’Italia è l’unico paese della fascia per così dire occidentale in cui la tazzina di caffè è sottopagata. Solo Grecia e Portogallo hanno un prezzo simile a quello italiano. Tenere il prezzo di una tazzina di caffè al bar a 1,20, al Sud, o magari a 1,50, al Nord, non è sostenibile e non è giusto”.

Oscar Farinetti in visita da Kimbo (immagine concessa)

C’è di più: “Quanto paghiamo al bar per una qualsiasi bibita, se non addirittura per un bicchier d’acqua? Si tratta peraltro di prodotti peraltro già pronti per l’uso, che bisogna solo versare. Che dire del caffè, che invece ogni volta deve essere “cucinato”? Il barista è il cuoco del caffè, ed è ora di riconoscere il giusto valore a tutta la filiera. Così come nessuno si aspetterebbe una bottiglia di vino d’eccellenza a pochi euro, anche la tazzina di caffè dovrebbe essere riconosciuta come il risultato di una filiera complessa e artigianale”.

“Il barista è il responsabile dell’ultimo miglio, deve saper valorizzare e raccontare tutta la complessità che c’è dietro una tazzina. È per questo che abbiamo intensificato negli utlimi anni le attività del Kimbo Trainign Center che ormai non sono dirette solo ai professionisti ma anche agli appassionati di caffè. Perché solo un consumatore più esperto ed esigente riuscirà, proprio come è avvenuto nel mondo del vino, a pretendere e comprendere una qualità in tazza eccellente. E sarà disposto anche a riconoscere il giusto valore al caffè che sta bevendo”.

Oscar Farinetti insieme al team Kimbo (immagine concessa)

Dopo l’incontro al Kimbo Training Center con Alessandra, Mario e Paola Rubino, e con Luca Amabile e Gerardo Evangelista, rispettivamente seconda e terza generazione della famiglia che ha fondato l’azienda nel 1963, Farinetti ha voluto fare visita ai laboratori di ricerca, controllo e qualità dove, con la quality manager Maria Cristina Tricarico, ha curiosato tra le centinaia di pregiati Arabica e Fine Robusta che danno vita alle varie miscele Kimbo, per poi seguire tutte le fasi industriali nei vari reparti della produzione a confronto con Francesco Cavallo, direttore industriale sviluppo impianti e RSPP di Kimbo.

Oscar Farinetti da Kimbo (immagine concessa)

“Non avevo mai visitato una torrefazione napoletana” – ha affermato Farinetti – “e non vedevo l’ora di farlo proprio in Kimbo perché sono affascinato dalla tostatura scura, quella capacità di spingere il punto di cottura al punto massimo possibile per far esprimere al caffè tutte le sue meraviglie. Il caffè è un mondo pieno di storie che devono essere assolutamente raccontate. Soprattutto dai napoletani, che hanno fatto del caffè un momento rituale di incontro tra le persone. A Napoli – ha concluso Farinetti, rivolgendosi a Rubino ed esprimendo tutta la sua ispirazione per la civiltà ateniese socratica – avete preso la parte di vitalità energetica del caffè e l’avete fatta diventare simbolo dell’incontro umano. Per non parlare del caffè sospeso: invenzione della solidarietà sociale”.

Il prezzo dietro una tazzina di caffè (immagine concessa)

Impegnato costantemente proprio nella attuazione di progetti di solidarietà sociale (con il Carcere di Secondigliano, la Diocesi ed il Conservatorio di Napoli), Mario Rubino ha concluso: “Per noi, senza la qualità non si va avanti. Il costo del caffè verde, la materia prima che compone i nostri caffè, è aumentato del 300% negli ultimi 24 mesi, a causa del cambiamento climatico, dei fattori geopolitici, ma anche per l’incremento del consumo mondiale. Oggi i prezzi del caffè sono mediamente raddoppiati, ma prometto ai nostri cari, affezionati consumatori che, se mai i prezzi del caffè crudo, i dazi e il mercato internazionale ce lo consentiranno, noi di Kimbo faremo di tutto, mantenendo la qualità, per offrire sempre il nostro caffè al prezzo più giusto per tutti”.

A corredo dell’incontro, Kimbo ha elaborato un’infografica (vedi allegato) che mostra come si suddivide il prezzo di una tazzina di caffè da 2 euro, per offrire uno spunto concreto di riflessione sul reale valore della qualità.

Per vedere il servizio video dell’agenzia Ansa basta cliccare qui

Coca-Cola: Donald Trump ha convinto il colosso ad usare zucchero di canna

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Il logo della Coca-Cola

Entro la fine del 2024, Coca-Cola lancerà la nuova versione della bevanda dolcificata con zucchero di canna americano. Il presidente Donald Trump ha rivendicato il fatto di aver convinto il colosso a sostituire lo sciroppo di mais ad alto contenuto di fruttosio (HFCS) con vero zucchero di canna. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Leonardo Pasquali per il portale everyeye.

La formula della nuova Coca-Cola approvata da Trump

MILANO – Coca-Cola ha annunciato che lancerà entro la fine dell’anno una versione della sua iconica bevanda dolcificata con zucchero di canna americano. La notizia, diffusa durante la presentazione dei risultati trimestrali dell’azienda, arriva a pochi giorni dalle dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump.

Il tycoon ha rivendicato il fatto di aver convinto il colosso a sostituire lo sciroppo di mais ad alto contenuto di fruttosio (HFCS) con vero zucchero di canna. Sui social, il 16 luglio, scriveva così: “Ho parlato con Coca-Cola per usare vero zucchero di canna nella Coke venduta negli Stati Uniti, e hanno accettato di farlo. Ringrazio chi di dovere in Coca-Cola. Sarà una buona mossa da parte loro – vedrete. È semplicemente migliore!”.

Il ceo di Coca-Cola, James Quincey, ha però chiarito, come riportato da eveyeye, che l’iniziativa non rappresenta una sostituzione completa della formula tradizionale: “Si tratta davvero di una strategia del tipo ‘e’ e non ‘o’”, ha dichiarato agli investitori. “Continueremo a utilizzare molto dello sciroppo di mais che già impieghiamo”, le sue parole riportate dalla redazione del Guardian. Secondo l’azienda, la nuova versione con zucchero di canna sarà un’alternativa destinata a soddisfare “l’interesse dei consumatori per esperienze differenziate”.

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Mars pronta ad investire 1,74 milioni negli Stati Uniti entro il 2026

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Il logo Mars

L’azienda dolciaria Mars investirà altri 2 miliardi di dollari (circa 1,74 miliardi di euro) nella produzione negli Stati Uniti entro il 2026. Il nuovo finanziamento sosterrà la realizzazione di uno stabilimento da 240 milioni di dollari (208,8 milioni di euro) per Nature’s Bakery a Salt Lake City, nello Utah. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale d’informazione MarketScreener.

L’investimento di Mars negli Stati Uniti

MILANO – Il gigante dei dolciumi e snack Mars ha annunciato martedì l’intenzione di investire ulteriori 2 miliardi di dollari nelle sue operazioni negli Stati Uniti entro il prossimo anno, rafforzando così l’impegno continuo dell’azienda nell’espansione della produzione sul territorio americano.

Il produttore delle celebri barrette Twix e MilkyWay ha già investito oltre 6 miliardi di dollari nella manifattura statunitense negli ultimi cinque anni e il nuovo finanziamento sosterrà la realizzazione di uno stabilimento da 240 milioni di dollari per Nature’s Bakery a Salt Lake City, nello Utah.

Il nuovo impianto, la cui inaugurazione è prevista per mercoledì, creerà oltre 230 nuovi posti di lavoro nella regione e avrà la capacità di produrre circa un miliardo di barrette all’anno, ha dichiarato Mars.

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Una coppia di giapponesi a piedi in Italia per l’assaggio di dolci e caffè: la storia di Hajime e Yoshi

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Un dolce (immagine: Pixabay)

Hajime e Yoshi, due amici giapponesi di 70 anni, hanno raggiunto a piedi le Dolomiti venete da Milano, in un tour completamente personale alla scoperta dei dolci e caffè del Bel Paese. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Roberta Merlin per il quotidiano Corriere del Veneto del Corriere della Sera.

Il viaggio di Hajime e Yoshi

MILANO – Altro che tour organizzati o pullman con aria condizionata: Hajime e Yoshi, due arzilli amici giapponesi di 70 anni, hanno deciso di scoprire l’Italia un passo (e un dolcetto) alla volta. Arrivati da qualche giorno dal Giappone all’aeroporto di Milano, hanno raggiunto a piedi le Dolomiti venete, inseguendo la loro passione per torte, biscotti e altre delizie zuccherate. Un vero tour insomma all’insegna della dolcezza e dell’esercizio fisico.

Ma chi sono questi due cacciatori di dolci? Hajime è un pasticcere con le mani in pasta dal 1988, quando ha aperto la sua pasticceria Saintan a Hyogo. Nel 2008 ha creato anche il Miasa Caffè, un localino immerso nel verde di Nagano, perfetto per meditare davanti a una fetta di torta.

L’idea di girare l’Europa a piedi

Proprio lì è nata l’idea: girare l’Europa, senza taxi né autobus, rigorosamente a piedi, alla ricerca dei dolci migliori e caffè. Dopo i tour in Portogallo, Svizzera, Germania, Spagna e Francia, quest’anno, coinvolgendo anche l’amico in pensione, la sua avventura del gusto si è concentrata nel Nord Italia. I due viaggiatori giapponesi, da qualche settimana nel Bel Paese, dormono all’aperto, spesso su panchine nei parchi. Niente italiano, niente inglese: solo tanta curiosità e spirito di avventura.

Quando sono in difficoltà cercano un giapponese nei paraggi. Ma non sempre va bene: “Un giorno volevamo prendere un autobus – hanno raccontato – abbiamo chiesto a una donna giapponese, ma lei ha detto che viaggia solo in limousine. Per fortuna alla fine siamo arrivati comunque a destinazione”.

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Cioccolato: ecco le etichette nutrizionali che traggono in inganno

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La produzione di cioccolato (Pixabay License)

Alcune etichette nutrizionali del cioccolato al supermercato potrebbero trarre in inganno i consumatori: diverse aziende presentano i dati in modo da rendere i loro prodotti più appetibili di quanto la realtà nutrizionale suggerirebbe. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Carmine Galiano per il portale Ambulatorio Fondazione Atm.

L’etichetta nutrizionale del cioccolato

MILANO – Avete mai notato che molte etichette del cioccolato riportano i valori nutrizionali per porzioni da 20 o 25 grammi? Stiamo parlando di due quadratini di una tavoletta standard. Chi di noi si ferma davvero a due quadratini? Questa strategia di marketing nutrizionale permette di dimezzare o addirittura dividere per tre i valori che effettivamente assumiamo quando consumiamo una porzione realistica.

Se i valori nutrizionali venissero calcolati su porzioni da 50-75 grammi, molto più vicine al consumo reale, i numeri racconterebbero una storia completamente diversa. Le calorie schizzerebbero oltre le 300 unità, gli zuccheri supererebbero spesso i 25-30 grammi e i grassi saturi potrebbero raggiungere il 60-70% del fabbisogno giornaliero raccomandato.

Per comprendere realmente cosa stiamo introducendo nel nostro organismo, dobbiamo imparare a ricalcolare i valori nutrizionali in base al nostro consumo effettivo. Un cioccolato al latte tipico contiene circa 530-550 calorie per 100 grammi, con una percentuale di zuccheri che oscilla tra il 45-55% del peso totale.

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Etiopia: il futuro del caffè al centro del dibattito ad Addis Abeba

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Chicchi di caffè tostato (Image by Couleur from Pixabay)

Al Museo della scienza di Addis Abeba è stato organizzato un evento speciale dedicato al caffè. Allestito dai governi di Etiopia e Italia, l’incontro ha messo a nudo le sfide e le enormi potenzialità di una filiera che sostiene oltre 12,5 milioni di aziende agricole a livello globale. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale Africa e Affari.

Etiopia tra caffè e investimenti

MILANO – Non è solo una bevanda, ma un universo di cultura, economia e vita per milioni di persone. Il caffè è stato il protagonista indiscusso di un dibattito di alto livello tenutosi il 27 luglio 2025 presso il Museo della Scienza di Addis Abeba, un evento speciale a margine del Vertice Onu sui Sistemi alimentari (UNFSS+4). Intitolato “Advancing the Transformation of the Coffee Value Chain”, il panel ha riunito governi, organizzazioni internazionali e settore privato per tracciare una nuova rotta per una delle materie prime più strategiche al mondo.

Organizzato dai governi di Etiopia e Italia, in collaborazione con l’Organizzazione delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Industriale (Unido), l’Organizzazione Internazionale del Caffè (Ico) e l’Organizzazione Interafricana del Caffè (Iaco), l’incontro ha messo a nudo le sfide e le enormi potenzialità di una filiera che sostiene oltre 12,5 milioni di aziende agricole a livello globale, ma che è al contempo minacciata da cambiamento climatico, volatilità dei prezzi e pressioni normative che mettono a rischio la sussistenza di milioni di piccoli agricoltori.

Ad aprire i lavori è stato Girma Amente, ministro dell’Agricoltura e delle Risorse Naturali dell’Etiopia, che ha rivendicato con orgoglio il ruolo del suo Paese, culla del caffè Arabica, nel panorama globale. “Il caffè è profondamente radicato nella nostra cultura, nella nostra storia e nella nostra economia”, ha esordito il ministro come riportato dal portale Africa e Affari.

“L’Etiopia abbraccia pienamente la decisione dell’Unione Africana di designare il caffè tra le materie prime strategiche del continente ed è impegnata a trasformare questa visione in progressi tangibili, specialmente per le donne e le ragazze che contribuiscono in modo così determinante”. Amente ha poi illustrato i risultati concreti della strategia nazionale quindicennale per il caffè, un piano con obiettivi chiari e misurabili che ha già dato frutti notevoli.

“La produzione di caffè ha mostrato una crescita spettacolare, con un volume raddoppiato da 500.000 a 1,2 milioni di tonnellate metriche negli ultimi sei anni”. Un successo trainato dal miglioramento delle pratiche agronomiche, che ha portato la produttività da 0,6 a 0,9 tonnellate per ettaro, e da riforme che hanno semplificato l’export.

“Oggi più di 2000 agricoltori etiopi hanno accesso diretto ai mercati internazionali, potendo vendere il loro prodotto a prezzi premium”. Un progresso sostenuto anche dall’iniziativa “Green Legacy”, che ha visto la piantumazione di oltre 8,5 milioni di piante di caffè, contribuendo all’aumento della produzione e alla resilienza climatica.

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