In Sicilia sono ubicate circa 200 imprese nel settore del caffè tra produzione e vendita. La concentrazione delle aziende è maggiore nelle province di Catania e Palermo, che contano rispettivamente 102 imprese ciascuna, pari al 51% del totale. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale d’informazione Blog Sicilia.
Il settore del caffè in Sicilia
PALERMO- La Sicilia può essere considerata la terra del caffè? In base ai dati recenti, sì. Nell’isola operano attualmente circa 200 imprese nel settore, distribuite tra produzione e vendita. L’industria regionale, che ha radici storiche profonde, genera oggi un fatturato complessivo di circa 500 milioni di euro.
La concentrazione delle aziende è maggiore nelle province di Catania e Palermo, che contano rispettivamente 102 imprese ciascuna, pari al 51% del totale. Le restanti aziende si distribuiscono in modo meno uniforme nel territorio: Trapani ne ospita 23, Messina 20, Caltanissetta 17, Ragusa 14, Agrigento 10, Siracusa 9 ed Enna 5. Insomma, l’oro nero sembra avere oggi una forte presenza siciliana.
Molte realtà imprenditoriali siciliane legate al caffè vantano una lunga storia. Tra queste spicca Caffè Barbera, fondata nel 1870 e attualmente guidata dalla sesta generazione della stessa famiglia. Questa impresa rappresenta un chiaro esempio di continuità familiare e adattamento al cambiamento: elementi che caratterizzano l’evoluzione dell’intero comparto siciliano. Le aziende storiche hanno saputo rinnovarsi, investendo nelle nuove tecniche produttive e nella ricerca della qualità, senza rinunciare al forte legame con la propria tradizione.
Per leggere la notizia completa basta cliccare qui.
A Siracusa sorgerà la prima scuola per l’horeca in Sicilia. Un progetto ambizioso, a cui Unigroup s.p.a. ha già iniziato a dare forma acquistando un sito di circa 12 mila metri quadri. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale d’informazione Travelnostop.
La prima scuola per l’horeca in Sicilia
SIRACUSA – Sarà una scuola dedicata al settore horeca in tutte le sue necessità formative quella che sorgerà a Siracusa nel 2026 a opera di Unigroup s.p.a.
Un progetto lungimirante e ambizioso, a cui Unigroup s.p.a. ha già iniziato a dare forma acquistando un sito di circa 12 mila metri quadri, di cui 5.000 saranno utilizzati per dare vita a un centro di formazione professionale di qualità.
“La ristorazione e l’accoglienza siciliana da tempo aspettano una iniziativa di questo tipo perché serve formare più professionisti del settore per supportare il comparto horeca che rappresenta tanta parte del nostro valore economico e turistico” ha raccontato Roberto Cappuccio, presidente di Unigroup a Travelnostop.
Per leggere la notizia completa basta cliccare qui.
Venerdì 18 aprile ha riaperto il Gran Caffè Gambrinus di Montecatini Terme sotto il colonnato liberty dello storico caffè concerto del 1913 degli architetti Bernardini e Giusti. La caffetteria propone colazioni, pranzi e cene accompagnati da eventi musicali e intrattenimento. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Luca Signorini per il portale d’informazione Il Tirreno.
La riapertura del Gran Caffè Gambrinus di Montecatini Terme
MONTECATINI TERME (Pistoia) – Venerdì inizia il nuovo corso – si spera longevo – del Gran Caffè Gambrinus (il nome del locale resta questo, in onore alla tradizione) sotto il colonnato liberty dello storico caffè concerto costruito nel 1913 su progetto degli architetti Bernardini e Giusti.
Da tempo fervevano i preparativi e i lavori in corso per il doveroso restyling all’ambiente, dopo l’esperienza durata pochi anni (dal 2018) del ristorante Foody Farm, poi sparito dalla circolazione come il gemello Fishing Lab all’ex San Francisco sulla salita del Bonfanti, che si è anche scontrato con il periodo nero del Covid.
E dunque alla vigilia di Pasqua torna a ruggire quello che una volta era considerato il salotto buono della città, almeno ai tempi d’oro, frequentato da personaggi del calibro di Nilla Pizzi, poi Gino Bramieri, Pippo Baudo, Mike Bongiorno, Corrado; e in epoche più recenti diversi appuntamenti della Versiliana (dal 2007) portati qui dallo scrittore Romano Battaglia, e il talk show di Giorgio Panariello “Senti se c’ha un amico”, tra gli ospiti Andrea Bocelli, Gigi D’alessio, Carlo Conti, Leonardo Pieraccioni, Albano, Roberto Baggio.
Per leggere la notizia completa basta cliccare qui.
Dall’agorà ai coworking, dai diner di Tarantino ai parchi urbani: ecco come l’ibridazione tra fisico e digitale ridisegna gli spazi dell’incontro. L’articolo di Ludovica Proietti per il portale Elle Decor spiega perché progettare ancora luoghi di relazione è una necessità per la nostra società. Di seguito riportiamo un estratto dell’articolo.
L’ibridazione tra fisico e digitale nei bar
MILANO – Nel suo saggio The Great Good Place (1989), il sociologo statunitense Ray Oldenburg definisce i terzi luoghi come quegli spazi informali che si collocano tra casa e lavoro – bar, caffè, librerie, piazze – fondamentali per il tessuto sociale e la costruzione di comunità. Spazi sempre esistiti, dall’origine dell’uomo: l’agorà, per i greci, era il posto dove si svolgeva davvero la vita della comunità, così come nella Londra dell’Illuminismo le coffee houses sono diventate vero fulcro del cambiamento sociale.
I cafè del primo Novecento, le discoteche e i circoli negli anni Sessanta, i centri sociali nei Novanta: tutti terzi luoghi capaci di generare dibattito e di essere fulcri di piccoli moti della società. In alcune culture, anche parrucchieri, saloni di bellezza, barbieri diventano terzi luoghi. Luoghi di scambio, di confronto, di appartenenza, dove lo spazio dell’abitare non è mai neutro, ma facilita – plasma o ostacola – le relazioni.
In un’epoca in cui il digitale modifica abitudini e spazi, la riflessione sul concetto di terzo luogo si riattualizza, coinvolgendo anche il mondo dell’architettura e del progetto: come si disegnano oggi gli spazi di relazione? E quali sono i nuovi ambienti ibridi che funzionano da snodo tra fisico e virtuale?
Sicuramente abbiamo imparato a riconoscere i terzi luoghi anche da come venivano disegnati. I bar avevano le loro sale da biliardo mentre i pub banconi e sgabelli alti. Li abbiamo visti diventare icone nel mondo del cinema e della tv: pensiamo al Korova Milk Bar di Arancia Meccanica, il vero covo della banda di Alex DeLarge.
La latteria più distopica del grande schermo, anche fulcro narrativo. Lo sfondo nero, le scritte bianche morbide come gocce di latte, i tavolini a forma di corpo di donna, le luci intense sono tutti elementi di design che giocano un ruolo fondamentale nella dimensione dello spazio.
Le statue di donne nude che servono latte non sono solo scenografia: sono una dichiarazione. Ispirate alle opere di Allen Jones – che però rifiutò l’invito di Kubrick – vennero realizzate da Liz Jones su commissione. Corpi femminili trasformati in oggetti d’arredo: un’estetica disturbante, che racconta la visione del regista sull’erotismo come proiezione di un futuro iper-pop, dove la provocazione diventa norma.
Per leggere la notizia completa basta cliccare qui.
Il bar Signore&Signori aveva adottato un anno fa un robot come cameriere. Nonostante il successo tra i clienti, il servizio dell’automa è durato solo quattro giorni a causa delle difficoltà derivate dalla pavimentazione irregolare. Il ricordo però è rimasto e alcuni tra gli avventori del locali chiedono ancora del robot.
Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Riccardo Benedet pubblicata sul portale d’informazione msn.
Il robot cameriere del bar Signore&Signori di Treviso
TREVISO – Quella mattina di un anno fa, in Piazza dei Signori, sembrava l’inizio di una piccola rivoluzione. Al bar Signore&Signori, storico locale nel cuore del centro, era arrivato Bob: non un nuovo cameriere in carne e ossa, ma un robot. Moderno, operoso e silenzioso, programmato per portare con precisione piatti e bevande ai tavoli, aveva destato curiosità e simpatia tra i clienti ancora prima di servire il suo primo caffè.
Peccato che il suo servizio sia durato appena quattro giorni: tra la pavimentazione irregolare e la calca degli avventori, Bob ha dovuto issare bandiera bianca. Eppure, a distanza di più di un anno, qualcuno continua a chiedere di lui, spinto dalla curiosità per quella particolare parentesi hi-tech. “Vengono ancora a chiederci del robot – racconta il titolare Luca Marton come riportato sul portale msn –, anche la settimana scorsa qualcuno l’ha nominato”.
L’idea era semplice: non sostituire il personale, ma alleggerirne il lavoro, rendendo il servizio più veloce e, nelle intenzioni, anche più efficiente.
Per leggere la notizia completa basta cliccare qui.
I bar nel centro di Pristina, capitale del Kosovo, ha aumentato il prezzo dei macchiati in vista dei rincari. Il costo è aumentato da 0,70 centesimi a 1 euro ma in alcune zone è addirittura più costoso. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale d’informazione Insajderi.
Il prezzo del macchiato a Pristina
PRISTINA – Tutti i bar situati nel centro di Pristina, nelle vie “Rexhep Luci” e “Qamil Hoxha”, hanno reso i piccoli macchiati più costosi. Il prezzo è passato da 0.70 centesimi a 1 euro. Il costo è stato aumentato durante il giorno in tutte le mense contemporaneamente. Intanto il macchiato grande continua ad avere lo stesso prezzo di 1 euro. I macchiati sono diventati più costosi in alcune altre zone di Pristina.
Alcuni proprietari del locale hanno raccontato a lajmi.net che in questo modo hanno raggiunto un accordo con l’Associazione dei Gastronomi del Kosovo. Il contatto con questa associazione è stato impossibile oggi.
La conclusione degli accordi per fissare il prezzo tra imprese della stessa concorrenza (tra produttori o grossisti) operanti allo stesso livello economico è sanzionata dalla Legge sulla concorrenza.
Per leggere la notizia completa basta cliccare qui.
Starbucks aprirà una moderna caffetteria, unica al mondo, in cemento stampato in 3D a Brownsville in Texas. Lo store inaugura il 24 aprile e vicino alla base di lancio di SpaceX dell’imprenditore e politico Elon Musk. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Andrea Maiellano per il portale d’informazione Tom’s Hardware.
Il nuovo Starbucks in cemento stampato in 3D
BROWNSVILLE – A Brownsville, Texas, sta per aprire un punto vendita del brandStarbucks che segna un primato significativo nella storia dell’architettura commerciale contemporanea: si tratta infatti del primo negozio del colosso del caffè realizzato interamente attraverso la stampa 3D in cemento.
L’innovativa struttura, situata a circa 32 chilometri dalla base di lancio SpaceX Starbase di Elon Musk, rappresenta un esperimento commerciale che unisce tecnologia costruttiva all’avanguardia e praticità, essendo configurato esclusivamente come punto di ritiro a piedi o in auto, senza spazi per la consumazione sul posto.
Secondo le informazioni disponibili, il costo di realizzazione di questa struttura futuristica si attesterebbe sotto i 2 milioni di dollari (circa 1,8 milioni di euro), un investimento relativamente contenuto considerando l’innovazione tecnologica impiegata.
Con una superficie commerciale di circa 130 metri quadrati dedicati alla vendita di espresso e altre bevande, la caffetteria rappresenta un importante caso studio di ottimizzazione dei costi attraverso tecniche costruttive avanzate.
La costruzione è stata affidata a Lakeside Commercial Builders, azienda con sede nell’area di Dallas, che ha guidato l’implementazione di questa tecnologia edilizia ancora poco diffusa nel settore commerciale. I media locali hanno documentato l’evoluzione del cantiere attraverso numerosi post su Instagram negli ultimi mesi, generando curiosità tra i residenti dell’area.
Per leggere la notizia completa basta cliccare qui.
Roberto Calugi, il direttore generale di Fipe Confcommercio, è stato intervistato dal portale d’informazione adnkronos in merito alla questione spinosa delle recensioni sul web di ristoranti, bar e pubblici esercizi. Come rileva una ricerca dell’ufficio studi del ministero per le Imprese e il made in Italy il 70% dei ristoranti viene scelto proprio in base alle recensioni degli utenti.
Roberto Calugi afferma che il mercato è inquinato da giudizi degli utenti non attendibili. Leggiamo di seguito parte dell’intervista al direttore generale di Fipe Confcommercio del portale adnkronos.
Fipe interviene sul tema delle recensioni dei pubblici esercizi
MILANO – “Le recensioni sui ristoranti e più in generale sui locali quali bar, pizzerie, pub, sono fondamentali, soprattutto per le nuove le nuove attività”. E’ quanto afferma il direttore generale di Fipe Confcommercio, Roberto Calugi, intervistato dall’adnkronos, in rappresentanza di 120mila tra ristoranti, bar, pizzerie, pub, pasticcerie, gelaterie, aziende della ristorazione commerciale e catering.
“Io sono un convinto sostenitore delle recensioni. Il problema è che, se continua così, nessuno ci crede più. E’ del tutto evidente che si inflaziona la qualità delle cose che vengono postate. Si tratta di un tema ‘veramente importante’ in quanto, “come rileva anche una ricerca dell’ufficio studi del ministero per le Imprese e il Made in Italy, – spiega Calugi sempre su adnkronos – ormai il 70% dei ristoranti viene scelto proprio in base alle recensioni degli utenti”.
“Da stime dei nostri associati le valutazioni spostano circa il 30-35% del fatturato di un’attività di ristorazione, – sostiene Calugi su adnkronos – ma non solo in maniera negativa, anche positiva”.
“Noi non siamo contro le recensioni, siamo assolutamente a favore ma contrari alle false recensioni, sia positive che negative. Oggi il mercato è inquinato da un numero importante di recensioni non attendibili e sul web si scatena il Farwest”.
Per leggere l’intervista completa basta cliccare qui.
Matteo Borea, consulente strategico e innovatore nel settore del caffè,
comproprietario della storica torrefazione La Genovese di Albenga (Savona) e autore del blog matteoborea.it, punto di riferimento per imprenditori del chicco, espone la sua opinione sull’introduzione dei dazi dell’amministrazione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump e le conseguenti ripercussioni sul mercato del caffè.
Secondo l’esperto, bisogna smettere di cercare ossessivamente il prezzo più basso e iniziare a costruire un valore che giustifichi costi più alti, cambiando radicalmente la mentalità sul mercato. Leggiamo di seguito la sua opinione.
L’impatto dei dazi di Donald Trump sul mercato del caffè
di Matteo Borea
“Il 2 aprile, l’amministrazione Trump ha annunciato l’introduzione di nuovi dazi a tutto il pianeta, compresi — ovviamente — anche i paesi produttori di caffè. La reazione è stata immediata: titoli allarmistici, tweet indignati, meme sui cappuccini a 15 dollari.
Gli imprenditori del coffee business dovrebbero però farsi una domanda più seria: e se questo non fosse un evento isolato, ma un segnale chiaro che il “vecchio mercato” è morto?
Spoiler: lo è. Il prezzo del caffè cioè non tornerà mai più come prima. E no, non è colpa solo dei dazi”.
I numeri non mentono: un contesto brutale
Borea: “Prima di tutto, occorre mettere in chiaro i fatti. Secondo i dati, i dazi causeranno un aumento dei prezzi del 10-35% sia per il caffè verde che per quello tostato negli Stati Uniti. La maggior parte dei paesi produttori subirà un dazio del 10%, ma alcuni Paesi affronteranno situazioni più drammatiche:
(dati concessi)
Questi dazi si applicano dal 5 aprile 2025 creando una frattura netta nel mercato. Anche se si tratta di regole per quello americano è ovvio che ci saranno ripercussioni per tutta l’economia mondiale.
È opportuno considerare i produttori che già lottano quotidianamente per sopravvivere e difendere i loro diritti. Oltre che i problemi legati al clima. Molte aziende che esportano caffè negli USA vedranno le vendite calare. Insomma, questa guerra commerciale innescata da Trump è solo l’ennesimo segnale che il settore si trova davanti ad una nuova era”.
L’illusione del ritorno alla normalità
Borea aggiunge: “Il mercato sembra ancora intrappolato in un’illusione collettiva: quella che i prezzi debbano per forza scendere. Che sia solo questione di aspettare il momento giusto per “comprare meglio”.
Il problema è che quel momento non arriverà. Perché non si tratta di una fluttuazione, ma di un cambio di paradigma.
“Cambiamento climatico, speculazione finanziaria, filiere fragili, disuguaglianze sempre più profonde all’origine, guerre commerciali, instabilità geopolitica… ogni fattore rema nella stessa direzione: la sostanza diventa più rara e quindi più costosa”.
“E nel mondo del caffè, “sostanza” significa: qualità reale, relazioni solide, lavoro dignitoso, sostenibilità concreta.”
“Chi continua a cercare margine schiacciando il prezzo sta soltanto posticipando la fine. E, cosa ben più grave, si rende complice di un sistema che per decenni ha prosperato sullo sfruttamento di intere comunità.”
Questa era deve finire. Non solo perché è insostenibile economicamente, ma perché è moralmente inaccettabile”.
Borea: “La realtà che nessuno vuole vedere”
“I futures del caffè continueranno a fluttuare, certo. Ci saranno ancora giorni in cui il prezzo scenderà e qualcuno esulterà come se avesse vinto alla lotteria. Ma questi movimenti saranno sempre più scollegati dalla realtà sul campo.”
“La verità è che produrre buon caffè sta diventando un’impresa titanica. Le temperature irregolari stanno devastando raccolti interi, cancellando in pochi giorni il lavoro di anni. I costi di manodopera nei paesi produttori stanno (giustamente) aumentando, perché anche chi raccoglie caffè merita una vita dignitosa. La logistica globale è diventata un incubo di costi imprevedibili e ritardi cronici. Gli eventi climatici estremi non sono più l’eccezione, ma la regola con cui fare i conti ogni stagione.”
“E mentre tutto questo accade, cosa fa parte parte del settore? Continua a cercare il caffè più economico possibile, come se nulla stesse cambiando. Come se questo fosse solo un momento difficile da superare prima di tornare alla “normalità” “.
Aggiunge Borea: “È come puntare sulle azioni di Blockbuster mentre Netflix si stava affermando. È come investire nelle cabine telefoniche all’alba dell’era degli smartphone. È ostinarsi a guardare indietro mentre il futuro sta già travolgendo il settore”.
Il futuro appartiene a chi costruisce, non a chi compra
“Il futuro non è fatto per chi compra bene. È fatto per chi costruisce bene. In un mondo dove tutto cambia velocemente, l’imprenditore evoluto del caffè è quello che accetta la sfida del cambiamento e la trasforma in opportunità. Non aspetta che il sistema si adatti, ma crea il proprio sistema”.
“Serve un salto strategico, e non è più rimandabile. Occorre smettere di cercare ossessivamente il prezzo più basso e iniziare invece a costruire un valore percepito che giustifichi prezzi più alti. È necessario investire in innovazione realmente sostenibile e in esperienze per il cliente. Perché ormai è chiaro che il prodotto da solo non basta più a differenziarsi dalla concorrenza. È tempo di abbracciare l’eccellenza non come slogan di marketing, ma come l’unica strategia concreta per sopravvivere in un mercato sempre più polarizzato”.
“E soprattutto – prosegue Borea -, è ora di abbandonare l’utilizzo strumentale di concetti come “sostenibilità ambientale e sociale” per commercializzare prodotti legati a situazioni difficili dei coltivatori. I consumatori stanno diventando sempre più consapevoli e prima o poi questa ipocrisia verrà smascherata.”
“Il prezzo salirà inevitabilmente. Un fenomeno che potrebbe rivelarsi positivo per il settore. Solo incidendo sul portafoglio dei consumatori si riesce a far breccia e a creare più valore. Ma è necessario avere il coraggio di cambiare mentalità, di uscire dalla spirale tossica del prezzo più basso, di scommettere su un futuro diverso”.
La polarizzazione è già qui (e può diventare un vantaggio)
“Il mercato sta mostrando un trend inequivocabile: la fascia media sta scomparendo.
Da un lato, il caffè commodity diventa sempre più commodity. Dall’altro, il caffè di qualità diventa sempre più percepito come tale. Questa non è una crisi. È un’opportunità per chi sa dove posizionarsi.”
Chi compete sul prezzo si prepara a una guerra persa in partenza. Chi invece sceglie di competere sul valore ha ancora un oceano blu da esplorare.
Aggiunge Borea: “I consumatori stanno cambiando. Sono sempre più consapevoli, sempre più esigenti, sempre più disposti a pagare per esperienze autentiche. Non cercano più solo un prodotto, cercano storie, emozioni, significato. E questo è esattamente ciò che un imprenditore evoluto può e deve offrire.”
La guerra economica che Trump ha inaugurato lo scorso 2 aprile è solo uno dei tanti fattori che dimostrano come il settore stia andando verso una nuova era. L’era dove la sostanza sarà sempre più rara e avrà un valore altissimo in mezzo a un mare di apparenza. Chi non comprende questa dinamica ora, la comprenderà quando sarà troppo tardi.
Azioni pratiche, non lamentele
“Esistono diverse azioni concrete che gli operatori possono intraprendere da subito. È possibile iniziare preparando l’azienda, i clienti e i partner a ulteriori aumenti di prezzo, che arriveranno indipendentemente dalle preferenze individuali. Si possono cercare attivamente collaborazioni all’interno dell’industria, confrontarsi con altri torrefattori, condividere esperienze e soluzioni invece di competere al ribasso. È auspicabile sviluppare una strategia di approvvigionamento completamente nuova, pensata appositamente per questo scenario in evoluzione.”
“Ma la verità è che nessuna di queste azioni funzionerà senza un preventivo cambio di mentalità. Non si tratta di “sopravvivere” ai dazi o alla prossima crisi. Si tratta di reinventare il business per prosperare in un mondo completamente nuovo.”
Ma da dove cominciare?
“Ora più che mai servono visione, consapevolezza e strategia. Per chi vede oltre il prodotto e desidera costruire un business capace di adattarsi e prosperare, è il momento di confrontarsi con altri imprenditori che condividono questa visione.”
“A questo scopo è nato un nuovo gruppo facebook: “Profit Secrets for Coffee Roasters“, uno spazio esclusivo dove condividere strategie concrete e discutere con altri professionisti del caffè come evolvere i modelli di business in questo nuovo scenario.”
“Non è un gruppo per chi cerca scorciatoie o vuole continuare a lamentarsi del mercato. È per chi ha deciso di prendere in mano il proprio destino”.”
Matteo Borea conclude: “Nei prossimi giorni verranno condivise in esclusiva nel gruppo strategie specifiche testate con clienti reali per aumentare il valore percepito senza perdere marginalità”.
MILANO – Nuove stime tornano a muovere i mercati, con effetti opposti per le due borse. A New York, dopo la pesante caduta di lunedì (-805 punti), il contratto per scadenza luglio ha recuperato interamente nella seduta di ieri, martedì 22 aprile 2025, le perdite del giorno precedente terminando a 372,75 centesimi, in ripresa di 820 punti (+2,2%).
Londra ha riaperto le contrattazioni soltanto ieri chiudendo in parziale ribasso (-$20) a 5.257 dollari.
Il più recente Cot dell’IceRobusta, che fotografa la situazione al 15 aprile, evidenzia intanto un drastico calo (38,7%) delle posizioni net long del settore speculativo, che erano scese, a tale data, a 8.863 lotti.
Contenuto riservato agli abbonati.
Gentile utente, il contenuto completo di questo articolo è riservato ai nostri abbonati.
Per le modalità di sottoscrizione e i vantaggi riservati agli abbonati consulta la pagina abbonamenti.
Utilizziamo i cookie per essere sicuri che tu possa avere la migliore esperienza sul nostro sito. Se continui ad utilizzare questo sito noi assumiamo che tu ne sia felice.Ok