Il flagship Lavazza a Hong Kong (credits: Yum China)
MILANO – Sono passati ormai tre anni dal lancio di CoffeeB ed è tempo di bilanci per il rivoluzionario sistema di capsule di caffè compresso in forma di sfera, avvolte in fibra vegetale, al 100% compostabili, brevettato da Migros. Ai tempi, l’allora ceo del gigante della Gdo elvetica, Fabrice Zumbrunnen, lo presentò come la più grande innovazione nella storia dell’azienda. Un’affermazione iperbolica, forse, ma in parte giustificata dagli investimenti in doppia cifra – in milioni di franchi svizzeri – fatti nella nuova tecnologia, la cui messa a punto presentò, all’inizio più di qualche problema, al pari della produzione su scala industriale delle sfere.
Siamo arrivati oggi all’ottavaiterazione della macchina e i perfezionamenti implementati hanno consentito di migliorare sensibilmente il suo funzionamento, come pure la qualità del caffè erogato.
Ma quante macchine e quante sfere sono state vendute in questi anni?
Le cifre fornite dalla catena svizzera parlano di oltre mezzo milione di macchine e più di 160 milioni di sfere commercializzate in varie regioni del mondo.
Fatta eccezione per l’Africa, infatti, il sistema è presente in tutti i continenti. Le CoffeeB sono arrivate in Italia, distribuite da Gruppo Illy, in Francia, in Germania e negli Emirati Arabi Uniti, grazie alla partnership con Perfetto.
Keurig Dr Pepper ha acquisito i diritti sulla tecnologia per tutto il nord America, compreso il Messico.
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FORLI’- Davide De Steinkuhl è l’ideatore del Pianeta caffè, realtà che da oltre dieci anni porta avanti un’idea di locale diversa dal solito bar all’italiana: dopo un servizio di così lunga durata in via Clemente Monari 4, lo spostamento di un solo numero civico apre la via a grossi cambiamenti e opportunità.
Pianeta Caffè, stessa via, numero diverso: come mai questa esigenza e che cosa cambia fondamentalmente?
“Ormai era pressante la necessità di avere a disposizione più spazio per ospitare i clienti, soprattutto nel periodo invernale: dove stavamo prima non era possibile aprire un dehors esterno, per esempio. Contavo 30-35 persone sedute e ora raddoppiato questa cifra.
Nel precedente Pianeta Caffè non ero strutturato per rispondere adeguatamente all’aumento del lavoro che si è creato in questi 10 anni, dagli aperitivi alla cucina, per cui avevo bisogno di un luogo con caratteristiche diverse, con il plateatico che ci ha concesso di aumentare la superficie di somministrazione sino ai 90 metri quadrati.”
Ma lei da dove ha iniziato?
“Ho investito la mia vita, con sudore e sangue, per portare avanti la cultura di famiglia: mio padre possedeva la torrefazione Mokadiscio, poi fusa con la Guaranì e in seguito acquisita da Pellini Caffè: avevo bisogno di qualcosa di più familiare e all’epoca mi ero sentito un dipendente, quasi un numero. Alcune dinamiche non erano in linea con la mia filosofia di lavoro e ho pensato che per continuare a fare cultura del prodotto, sarei dovuto passare dall’altra parte della barricata.
L’esterno del locale (foto concessa)
Pianeta Caffè dunque nasce dalla degustazione di caffè: creo io stesso delle miscele con il sostegno di un terzista che lavora con tanti marchi di caffè. Conoscendo gli agganci giusti, sono riuscito a far tostare da loro il verde certo in piccole di quantità, nell’ordine di un consumo che registriamo intorno ai 2000 chili l’anno tra le varie qualità.
In questi anni mi sono avvicinato agli specialty, che proponiamo, come l’Etiopia Sidamo o il Huetenango.
Ne tengo fissi una decina e ogni due-tre mesi ruoto, magari introducendo soluzioni più ricercate come il Panama. Quelli che restano stabili li vendo anche nei pacchetti per uso domestico e per diverse estrazioni.
Poi ci sono tre miscele base: un 100% Arabica, un 85-15 e un 50 e 50. Di queste, una si usa in macchina per il caffè di tutti i giorni, ovvero la seconda, che ho chiamato proprio Pianeta caffè.”
Ma come mai l’idea di diventare gestore invece che continuare la tradizione di famiglia?
“Sin da quando avevo 15 anni, tiravo su i soldini lavorando in azienda di famiglia. Poi ho fatto la gavetta, appassionandomi proprio alla tostatura: mi ricordo ancora la nostra Petroncini da 120 chili, da caricare a mano, con lo spioncino dotata di faro per controllare la cottura. Ancora è forte l’immagine della mia prima tostata, di 120 chili che ho bruciato per intero: poi ho imparato subito dal mio errore.
Fare il torrefattore però faceva parte di un ambiente che non mi piaceva più. Finivo per fare l’agente commerciale sul mio furgoncino e come rappresentante non mi sentivo stimolato. Dovevo parlare non tanto più del caffè, ma di finanziamenti, contratti con sponsorizzazione.
Quindi ho deciso di curare questo prodotto agricolo, servendolo direttamente alla clientela.”
La miscela Pianeta Caffè è un euro e 40 per espresso, ma si arriva sino ai 14 del Kopi Luwak.
“È un discorso che sicuramente stupisce: non è per tutte le tasche spendere 14 euro, ma un euro e 80, per gli amanti della bevanda che ho educato nel tempo, sperimentare e degustare una serie di specialty non è un problema.”
Cento posti a sedere vanno serviti: in quanti siete ed è stato difficile trovare il personale?
“Si fa fatica a trovarlo, ma il problema vero è che come caffetteria specializzata, ho bisogno di dipendenti che siano formati. Il turn over è molto elevato e le persone in genere se vanno dopo uno-due anni, e a me tocca ricominciare da capo con selezione e formazione. Oggi ho un po’ riscontrato la tendenza della poca voglia di lavorare e fare carriera in questo campo. Attualmente siamo in 5, ma idealmente servirebbero altre due persone. Sto attualmente gestendo diversi colloqui per trovare almeno una nuova risorsa.”
Una trentina di tisane e infusi, rifornite da La Via del Tè
“Solo in foglie, in bustine solo per esposizione con le moke, tazzine, cioccolate nell’angolo dedicato allo shop. Ho deciso di avere un’offerta così ampia perché sono rimasto affascinato dalla possibilità di proporre così tanti prodotti.
Per quanto riguarda invece il caffè, viene chiesto di più tra gli specialty, l’Etiopia, il Guatemala e per i meno formati, il Kopi Luwack che bene o male tutti conoscono e risulta più cremoso, ricorda anche una tazzina più vicina al gusto medio. Tra le miscele, Pianeta caffè registra più ordini, piace molto tra quelli più classici, anche per il consumo domestico.”
Le attrezzature da Pianeta Caffè
Dentro Pianeta Caffè (foto concessa)
“Attualmente usiamo una Cimbali M100 e ora sto pensando ad una Faema (ho sempre poi usato la E61 e ci sono affezionato) per i prossimi anni, perché la conosco anche meglio dal punto di vista della manutenzione. Ho 9 macinacaffè, uno della Cimbali, 6 Casadio, 2 Mazzer.”
Cross selling tè-caffè: funziona? E se sì, come?
“La clientela che ordina il caffè per casa, difficilmente ama allo stesso modo il tè. Sono proprio due tipi di clienti differenti e questo mi fa comodo, perché sono incassi più alti. Altra grossa differenza: il caffè funziona 365 giorni l’anno, il tè e le tisane d’estate soffrono in termini di vendite per casa che per la somministrazione.
L’espresso poi fa da padrone anche durante l’inverno: parliamo di 150 chili all’anno di tè contro duemila di caffè.”
Pianeta Caffè, orari dalle 6.30 di mattino, durante la settimana, si chiude verso le 8.30 con le cucine. Alle 9 si abbassa la serranda. E il caffè quando finisce?
“Abbiamo iniziato a puntare molto anche sull’aperitivo, momento di consumo che ci ha colti quasi impreparati per la grossissima affluenza registrata. Lavoravamo già bene prima, ma ora abbiamo proprio un’abbondanza di richiesta incredibile. Con un menù di piatti semplici ma gustosi, l’aperitivo ha preso piede.
Per quanto riguarda il servizio del caffè, ci siamo dati una regola da subito: alle 7.30 di sera, si pulisce la macchina. Inizialmente l’aperitivo non era un momento fondamentale e chiudevamo anche un po’ prima. Quindi la macchina del caffè andava pulita verso quell’orario. Poi c’è anche da dire la verità: il caffè ce lo chiedono fino alle 5.30, oltre diventa raro.”
È diventato ufficiale il passaggio storico per l’azienda torinese di Vermouth e Spumanti. Ora Cinzano è parte del Gruppo Caffo 1915. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale d’informazione LaC News 24.
Cinzano diventa parte del Gruppo Caffo 1915
MILANO – Con la firma del closing, si conclude ufficialmente l’operazione che sancisce l’uscita della società Francesco Cinzano & C.ia srl da Campari Group e il suo ingresso in Gruppo Caffo 1915. Un passaggio storico che segna l’inizio di un nuovo capitolo per Cinzano, marchio simbolo della tradizione enologica e liquoristica italiana, fondato a Torino nel 1757, e oggi pronto a intraprendere una nuova stagione di crescita sotto la guida della famiglia Caffo.
“Oggi celebriamo un momento importante per il nostro Gruppo e per l’intero settore del Made in Italy – dichiara Nuccio Caffo, amministratore delegato di Gruppo Caffo 1915, a LaC News –. Con Cinzano ereditiamo una storia straordinaria di quasi 270 anni, fatta di eccellenza, artigianalità e spirito internazionale. È un onore poter raccogliere questo testimone e accompagnare il marchio verso una nuova stagione di successo. Desidero inoltre ringraziare l’avvocato Fabio Di Fede di Campari Group per la sua professionalità e il prezioso lavoro svolto, che ha consentito di portare a termine con successo questa importante operazione”.
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MILANO – Coca-Cola torna a raccontare il suo legame con l’Italia attraverso la campagna “Così vicina, così italiana”, ispirata ai risultati della ricerca condotta da SDA Bocconi School of Management sull’impatto economico, occupazionale e sociale delle aziende che la rappresentano nel nostro Paese.
A partire da questa settimana, la campagna sarà on air su diversi canali: pagine stampa sui principali quotidiani nazionali e locali, uno spot TV da 15’’ sulle principali emittenti, contenuti digital e social, una pianificazione radio e formati speciali negli aeroporti di Milano Linate e Roma Fiumicino.
Presente in Italia dal 1927, Coca-Cola è oggi parte integrante del tessuto economico e sociale del Paese, con una rete che si estende da Nord a Sud in 7 regioni — Piemonte, Lombardia, Veneto, Abruzzo, Campania, Basilicata e Sicilia — tra sedi e fabbriche. La campagna mette in luce proprio questo legame, raccontando il contributo concreto dell’azienda alle comunità locali in cui è presente e al Paese.
Il racconto visivo ruota attorno all’iconica onda dinamica di Coca-Cola, che diventa simbolo del legame con i territori, unendo idealmente persone, realtà produttive e comunità.
La ricerca realizzata da SDA Bocconi School of Management, raccontata anche sul sito dell’azienda, ha confermato anche quest’anno che Coca-Cola è prima nel Paese per impatto economico e occupazionale nel settore delle bibite e delle bevande, con ricadute positive sia a livello nazionale sia regionale, a partire dalle persone che lavorano ogni giorno nelle 7 fabbriche e dalla forza vendita diffusa sui territori.
La campagna non poteva che richiamare infine la storica partnership di Coca-Cola con il Movimento Olimpico, alla vigilia dei Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali di Milano Cortina 2026, che Coca-Cola accompagnerà come partner più longevo e da Presenting Partner del Viaggio della Fiamma Olimpica, che attraverserà l’Italia da dicembre 2025.
La campagna è stata ideata da Connexia, brand di comunicazione e marketing della Martech company Retex, sotto la direzione creativa di Anna Vasta e Adriano Aricò.
La pianificazione media è a cura di EssenceMediacom, mentre l’ufficio stampa è gestito da SEC Newgate Italia.
La scheda sintetica di Coca-Cola in Italia
La presenza di Coca-Cola in Italia si concretizza oggi in tre società – Coca-Cola Italia, Coca-Cola HBC Italia e Sibeg – che insieme garantiscono la produzione, la distribuzione delle bevande e la valorizzazione del brand su tutto il territorio nazionale, rispondendo ai gusti e alle esigenze dei consumatori italiani.
Dal 1927 in Italia, Coca-Cola conta oggi 7 stabilimenti e oltre 2.600 dipendenti e si conferma il primo datore di lavoro leader in Italia nell’industria delle bibite e delle bevande in termini di risorse economiche generate e distribuite e primo datore di lavoro del settore: crea direttamente e attraverso il suo indotto circa 30.000 posti di lavoro con un totale di 64.000 persone che beneficiano dei redditi di lavoro generati direttamente e indirettamente (SDA Bocconi School of Management 2023).
Coca-Cola Italia è una controllata di The Coca-Cola Company ed è responsabile delle attività di gestione, protezione e reputazione di tutti i suoi marchi, il marketing strategico, il packaging, le promozioni rivolte al consumatore, le pubblicità, le ricerche di mercato, la brand communication, le relazioni istituzionali e le iniziative di responsabilità sociale.
The Coca-Cola Company è un’azienda globale che offre oltre 200 brand in più di 200 Paesi: oltre a Coca-Cola, il portfolio prodotti include brand come FUZETEA, Kinley, Fanta, Sprite, Powerade, Lurisia. Per rispondere al meglio alle esigenze dei consumatori, lavora costantemente per innovare il portfolio, dalla riduzione dello zucchero al lancio di nuove bevande.
Coca-Cola HBC Italia è il principale produttore e distributore di prodotti a marchio The Coca-Cola Company sul territorio nazionale. Impiega oltre 2.000 dipendenti e produce, confeziona e vende il 95% del volume totale delle bevande del marchio.
L’azienda è dotata di 6 stabilimenti: 3 dedicati alla produzione di bibite situati a Nogara (VR), Oricola (AQ), Marcianise (CE), 2 siti di imbottigliamento di acque minerali a Rionero in Vulture (PZ) e Roccaforte Mondovì (CN) e l’innovativo polo CCH CircularPET situato a Gaglianico (BI) dedicato alla produzione di preforme in plastica riciclata (rPET) destinate all’imbottigliamento dei prodotti sul territorio nazionale.
Coca-Cola HBC Italia è responsabile del packaging, si occupa del merchandising dei prodotti, delle relazioni con i clienti, dell’implementazione delle promozioni e delle relazioni pubbliche e istituzionali nazionali e locali. Impegnata nel campo della responsabilità sociale d’impresa, dal 2004 l’azienda pubblica ogni anno un Rapporto di Sostenibilità in cui documenta le attività svolte per la comunità, nel mercato, in campo ambientale e sul posto di lavoro.
Dal 1960, Sibeg è responsabile della produzione, imbottigliamento e distribuzione e sviluppo dei prodotti The Coca-Cola Company in Sicilia. Con circa 400 dipendenti e uno stabilimento produttivo a Catania, Sibeg garantisce ogni giorno la distribuzione capillare delle bevande a circa 14.000 punti vendita nell’intera Isola e rappresenta uno dei principali attori dello sviluppo e dell’innovazione dell’economia siciliana.
Con orgoglio Coca-Cola sostiene il Movimento Olimpico dal 1928 ad Amsterdam, affiancando gli atleti e diventando così il partner più duraturo nella storia delle Olimpiadi. Un impegno di cui l’azienda è orgogliosa e che ha rinnovato fino al 2032, con la missione di portare ovunque i valori Olimpici.
Con la stessa passione con cui ha avuto l’onore di affiancare i Giochi Olimpici nelle precedenti edizioni svoltesi in Italia, l’azienda sarà accanto a tutti gli atleti e appassionati durante i XXV Giochi Olimpici e Paralimpici di Milano Cortina 2026, pronti a dare il proprio contributo per creare un impatto positivo e lasciare un’eredità tangibile e duratura alle comunità italiane.
Le bevande Coca-Cola, Powerade e Lurisia come acqua ufficiale dei Giochi Olimpici Invernali accompagneranno il pubblico in un’esperienza memorabile, riunendo il Paese in una celebrazione di sport, inclusione e gioia condivisa. Per maggiori informazioni basta cliccare qui.
MILANO – Un’ampia ricerca pubblicata sul British Journal of Cancer mette in guardia gli amanti delle bevande bollenti: bere tè o caffè “molto caldi” può aumentare sensibilmente il rischio di sviluppare il carcinoma squamoso dell’esofago (ESCC).
Studio UK Biobank: più caldo, più rischio
Lo studio, condotto dal National Cancer Institute statunitense e dall’Institute of Cancer Research di Londra, ha seguito per oltre dieci anni 454.796 adulti del database UK Biobank. I risultati mostrano che chi consuma più di otto tazze di bevande “molto calde” al giorno ha un rischio oltre cinque volte superiore rispetto a chi preferisce le bevande tiepide.
Il fattore di rischio, precisano i ricercatori, è legato alla temperatura e non alla bevanda in sé: l’aumento del rischio è analogo per tè e caffè.
Non sono invece emerse associazioni significative con l’altro principale tipo di tumore esofageo, l’adenocarcinoma. Anche chi beve solo “caldo” registra comunque un incremento graduale del rischio con ogni tazza in più.
Calore e salute: cosa dice la ricerca sull’ESCC
Durante il periodo di osservazione di 11,6 anni, sono stati identificati 242 casi di ESCC, un tumore raro ma più frequente tra chi consuma bevande a temperature elevate. L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) classifica già le bevande molto calde, come il maté sudamericano, tra le sostanze “probabilmente cancerogene per l’uomo” (Gruppo 2A).
Gli autori di questo studio ricordano tuttavia che tè e caffè presentano anche numerosi benefici per la salute e invitano a considerare le abitudini alimentari nel loro complesso. La raccomandazione finale è semplice: “chi ama bere molto caldo farebbe bene ad abbassare un po’ la temperatura della tazza.”
Da Vittorio Cafè è il nuovo progetto della famiglia Cerea di Da Vittorio. Il locale si trova presso l’Orient Express La Minerva. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale d’informazione Agen Food.
Da Vittorio Caffè a Roma
ROMA – La famiglia Cerea di Da Vittorio, da quasi 60 anni uno dei simboli dell’alta ristorazione e dell’accoglienza, approda a Roma con Da Vittorio Café, presso Orient Express La Minerva, in Piazza della Minerva.
Il progetto rappresenta un ulteriore passo di Arsenale Group nella valorizzazione delle eccellenze italiane per offrire un’esperienza unica e di alta qualità nella Capitale. Il nuovo indirizzo del piacere gastronomico e della convivialità, a pochi passi dal Pantheon, è stato pensato per accogliere gli ospiti in ogni momento della giornata, che sia per una colazione golosa o una merenda divertente.
Il locale, ospitato presso uno degli hotel più affascinanti e lussuosi della Capitale, l’Orient Express La Minerva, si contraddistingue per un ambiente elegante, curato nei minimi dettagli, dove marmi e legni pregiati richiamano lo stile raffinato e il design che è firma di tutti gli store Da Vittorio. Ma è soprattutto l’offerta, sia dolce che salata, a sedurre gli occhi e il palato.
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Due librerie nel centro storico di Firenze sono state multate per cinquemila euro ciascuna dopo aver svolto una grande attività di somministrazione di cibo e bevande. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale Firenze e Dintorni.
La multa alle librerie di Firenze
FIRENZE – Multa pesante per due librerie del centro storico, sanzionate ciascuna per cinquemila euro per aver svolto prevalentemente attività di somministrazione di cibo e bevande (consentita per le librerie, purché risulti residuale rispetto a quella di vendita di libri).
Oltre alla sanzione pecuniaria alle librerie è stato anche imposto lo stop all’attività di somministrazione come prevalente: “Per entrambe le librerie sono state inoltre rilevate anche difformità nelle insegne, in quanto pubblicizzavano l’attività di somministrazione in maniera percepibile dall’esterno del locale, in violazione delle prescrizioni del Regolamento Unesco” fa sapere il Comune.
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Chicchi di caffè tostato (Image by Couleur from Pixabay)
Leggiamo di seguito un estratto dell’articolo di Roberta Polese per la sezione Veneto del quotidiano Il Corriere della Sera.
Il legame tra caffè e ‘ndrangheta in Veneto
VERONA – Non se ne parla mai, eppure nelle pieghe delle indagini per mafia condotte dalle Direzioni distrettuali antimafia (DDA) dei capoluoghi di Calabria e Sicilia, ciclicamente vengono a galla dettagli che confermano la presenza della mafia a Nordest.
Nell’ultimo processo alla cosca Mannolo, che controllava i rifornimenti ai villaggi turistici calabresi, emergono due aspetti: il primo è che la ‘ndrangheta continua a prestare denaro agli imprenditori veneti, che poi precipitano nella spirale dell’usura; il secondo è che parte degli affari di grandi imprese venete finiscono nelle mani della mafia.
È il caso del Caffè Pellini di Bussolengo, la cui distribuzione in Calabria, almeno fino al 2021, è stata garantita dalla cosca Mannolo fino alla sua decapitazione con l’operazione antimafia Malapianta.
L’azienda veronese non è coinvolta nelle indagini ed è estranea ad ogni addebito.
A spiegare gli investigatori come funzionava la distribuzione del caffè nei resort calabresi è stato un testimone di giustizia, Giovanni Notarianni, che protetto dalla scorta durante un’udienza a Catanzaro, ha descritto l’imposizione del caffè Pellini da parte della ditta di Pietruccia Scerbo, moglie di Dante Mannolo, rampollo del clan di San Leonardo di Cutro.
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MILANO – Lindt & Sprüngli Italia, parte del Gruppo Lindt & Sprüngli leader nella produzione di cioccolato premium, celebra l’apertura del suo nuovo Chocolate Shop nel cuore di Milano, in Via Dante 9, una delle vie più iconiche e frequentate della metropoli.
Con questo progetto, Lindt rafforza la propria presenza sul territorio, portando a 38 il numero dei negozi monomarca in Italia. La nuova apertura conferma anche la missione di incantare il mondo con il cioccolato, valorizzando l’esperienza in-store come punto d’incontro tra tradizione, qualità e innovazione.
Eleganza, tradizione e qualità firmati Lindt
Il nuovo spazio si presenta come un ambiente accogliente e raffinato, dove l’eleganza del design si fonde con la tradizione e la qualità che da sempre contraddistinguono il marchio. Gli interni, progettati per offrire un’esperienza d’acquisto a tutto tondo, comprendono un’area espositiva dedicata alle creazioni Lindt e la zona Pick & Mix, che invita i clienti a creare la propria selezione personalizzata di praline LINDOR.
Il Chocolate Bar completa l’esperienza, offrendo una pausa unica e sorprendente, dove ogni proposta è arricchita dall’inconfondibile gusto del cioccolato Lindt.
Il vasto assortimento di bevande spazia dal classico espresso servito con l’iconico cucchiaino di cioccolato Lindt, alle cioccolate calde e ai frappè, per arricchirsi periodicamente con le imperdibili limited edition, come la nuova “Dubai Style Chocolate” – una creazione esclusiva che combina cioccolato al latte e bianco con una delicata crema al pistacchio e croccante pasta kataifi.
Ogni proposta è pensata per trasformare la pausa in un momento di autentico piacere e golosità.
L’inaugurazione con Benedict Riccabona e Francesca Bernasconi
L’inaugurazione ufficiale si è conclusa con il tradizionale taglio del nastro, momento simbolico che ha dato avvio a questa nuova avventura nel cuore di Milano.
All’evento hanno partecipato Benedict Riccabona, CEO di Lindt Italia, e Francesca Bernasconi, Retail Director, insieme a ospiti e rappresentanti della stampa, che hanno potuto scoprire in anteprima il nuovo spazio e assistere alle dimostrazioni live dei Maîtres Chocolatiers Lindt, protagonisti di speciali momenti di degustazione dedicati alla scoperta dei segreti e della maestria che rendono unico ogni prodotto.
“Siamo orgogliosi di annunciare l’apertura del nuovo store Lindt in Via Dante 9, un ulteriore passo nel nostro percorso di crescita in Italia,” ha dichiarato Benedict Riccabona, CEO di Lindt Italia. “Questo spazio racchiude la nostra visione di eccellenza e innovazione, combinando la qualità del nostro cioccolato, alla capacità di offrire esperienze uniche e coinvolgenti per i consumatori.
Milano, città dinamica e internazionale, rappresenta per noi il luogo ideale per continuare a diffondere la passione e la cultura del nostro cioccolato.”
La creazione dei Maîtres Chocolatiers Lindt: il Cremino Dubai Style
Dopo l’inaugurazione, il nuovo Lindt Chocolate Shop è stato aperto a tutti gli appassionati del cioccolato, invitandoli a scoprire le creazioni della Casa e a vivere un momento di piacere unico.
Per celebrare l’apertura, i visitatori hanno potuto assaporare una creazione dei Maîtres Chocolatiers pensata esclusivamente per l’occasione: il Cremino Dubai Style, una reinterpretazione raffinata dell’iconica tavoletta al latte che delizia e sorprende il palato.
Il nuovo Chocolate Shop di Via Dante 9 è aperto tutti i giorni dalle 10:00 alle 19:30.
Per maggiori informazioni e per scoprire tutti gli altri punti vendita Lindt, basta visitare il sito dell’azienda www.lindt.it.
Si chiama Bar Futura e si trova a Reggio Emilia. Una caffetteria con cucina aperta da una giovane coppia unendo la passione per lo specialty a un menu che spazia dal brunch internazionale ai panini farciti. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Martina Di Iorio per Cibo Today.
Apre Bar Futura, il nuovo concept a Reggio Emilia
REGGIO EMILIA – A Reggio Emilia, in Via San Pietro Martire 4/A, ha aperto a settembre 2025 Bar Futura: un nuovo spazio che reinterpreta il concetto del bar all’italiana, quello che “apre alle 8 e chiude alle 10 di sera”, come racconta Sara Reverberi, cofondatrice insieme al marito James Mariotti, anima operativa del locale.
Un luogo dove si può passare l’intera giornata, dalla colazione con caffè specialty all’aperitivo, con un’anima contemporanea e un tocco internazionale.
“Volevamo riportare in Italia l’idea del bar come punto d’incontro, ma con un respiro più ampio, contaminato da quello che abbiamo vissuto a Londra”, spiega a CiboToday.
James Mariotti e Sara Reverberi si sono trasferiti a Londra anni fa dove hanno vissuto per 14 anni. “James ha sempre lavorato nella ristorazione, iniziando nel 2008 nei primi caffè dove stava emergendo la cultura dello specialty coffee, quando era ancora una novità. Poi ha aperto un suo locale a Shoreditch, The Willo, dove faceva caffè di qualità, insalate alla Ottolenghi e catering negli studi di moda di East London”. Sara, invece, ha un curriculum diverso: “Sono una direttrice creativa e fotografa. Dopo il Covid abbiamo deciso di tornare in Italia con l’idea di aprire un posto simile a quello londinese”.
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