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mercoledì 14 Maggio 2025
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Trieste, i caffè della Mitteleuropa in 55 scatti d’autore

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TRIESTE – Un “giro della Mitteleuropea in 55 foto” attraverso le immagini dei suoi caffè. Questo il singolare viaggio fotografico proposto da una monografia della Fiaf (la Federazione Italiana Associazioni Fotografiche).

L’autore degli scatti è Giuseppe Ialuna, siciliano purosangue, ma triestino d’adozione, che proprio nella più asburgica delle città italiane ha scoperto il fascino arcano e le atmosfere rarefatte dei caffè mitteleuropei, “luoghi senza tempo”, sospesi tra una voluttuosa nostalgia del passato e una disincantata attesa del futuro.

Da Trieste a Vienna, da Berlino a Bratislava, da Salisburgo a Praga e a Milano, Ialuna segue un originale percorso artistico e umano, che si fa osservazione, riflessione, ricerca interiore.

Nella sua tavolozza fotografica dominano le tonalità delicate, i grigi quasi ovattati o, ancora, i neri profondi, i giochi e i contrasti di luce. In queste sofisticate ambientazioni è l’elemento umano ad assurgere al rango di assoluto protagonista.

«Le figure – come spiega lo stesso Ialuna – sono variopinti microcosmi. Anime alla ricerca di un rifugio esistenziale e di un spazio fuori dal mondo. Dove poter essere soli in mezzo agli altri e consentire che il tempo trascorra senza scopo».

Una magia fatta di sguardi, gesti, sorrisi, pensieri e movimenti di persone sconosciute. Ma non anonime, immortalate in un attimo della loro esistenza. «Nell’apparente banalità di azioni scontate che sono la poesia del quotidiano».

Valle d’Aosta, per bere il caffè in compagnia usano la grolla dell’amicizia

VALLE D’AOSTA – In principio era il Graal, termine che nella lingua d’oïl indica il “calice”: una parola quasi magica, che evoca miti celtici ed eroi cristiani. Non tutti sanno, forse, che da questo nobile vocabolo del francese antico (derivante a sua volta dal latino Gradalis) ha preso il proprio nome la grolla, ossia il noto calice di legno usato dai valdostani per bere il vinoi.

Lavorata a tornio e, successivamente, decorata a mano, essa è uno degli oggetti più tipici e caratteristici dell’artigianato della Vallée. Tanto da costituire, ancora oggi, uno dei suoi simboli.

Ma non manca la variante al caffè. Infatti, simile alla Grolla, ma più bassa, larga, provvista di “beccucci” e dotata di un coperchio lavorato. È la Coppa dell’amicizia, utilizzata per il caffè alla valdostana.

Si tratta di una bevanda a base di grappa e spezie, da servire fiammeggiante.

Come lo dice il nome stesso, la Coppa si sorseggia in compagnia, attorno a un tavolo ed è un’occasione di festa e convivialità.

Londra, Francesca café: scende in campo anche il sindaco di Naro

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LONDRA – Per scongiurare l’abbattimento dell’edificio che ospita il Francesca café di Hackney, nell’East End di Londra (vicenda alla quale abbiamo dedicato un articolo nell’edizione di lunedì), si mobilità ora anche il sindaco di Naro e deputato regionale dell’ Udc, Maria Grazia Brandara.

La prima cittadina del comune agrigentino, di cui è originario il gestore del locale Calogero Platia, ha indirizzato infatti una lettera al suo collega di Londra, il laburista Ken Livingstone, chiedendogli d’intervenire per evitare che venga raso al suolo l’ edificio.

Che ospita il caffè.

Oltre al “Francesca” sono a rischio numerosi esercizi commerciali destinati a scomparire per far spazio a dei grandi progetti immobiliari.

Gli abitanti della zona, che si oppongono all’abbattimento, hanno occupato il bar. Brandara, invita Platia, detto “Tony l’italiano”, «a resistere» e il sindaco della capitale britannica a desistere dal «trasformare una fascinosa periferia urbana in un comune plastico di modernità senza anima».

«Le Olimpiadi – scrive ancora il sindaco di Naro – hanno le loro giuste pretese. Ma i quartieri hanno diritto alla tutela della loro anima, del loro cuore pulsante, delle loro economie modeste.

Anche a Naro la modernità devastante si respinge respinta perché amiamo la nostra città. E la sua forma urbanistica e culturale. Che rispetta lo sviluppo così come la comunità lo ha realizzato, anno dopo anno».

«Non è solo una battaglia economica -conclude la lettera- lì sono nati e vissuti speranze e progetti di vita che le ruspe finirebbero per cancellare.

La invito a desistere e a lasciare in piedi ed in attività il “Francesca café” ».

Latina, inaugurazione bipartisan per il Gran caffè San Marco

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LATINA – Nel periodo natalizio del 2006, si è riaccesa un’insegna nel centro di Latina. È quella del Gran Caffè San Marco, in uno spazio che torna a vivere grazie al lavoro svolto da Marco e Paolo Picca e da Lidano Grassucci, nonché al contributo fornito da Antonio Sciarretta e da alcuni imprenditori locali.

L’apertura ha suscitato entusiasmo e curiosità.

Il San Marco è una scommessa vinta, un sogno che si fa realtà. E i suoi arredi rispecchiano il carattere tetragono di chi ha creduto in questa impresa: semplici, lineari e duri, come una buona tazza di espresso.

L’inaugurazione ha visto, tra gli invitati, numerosi esponenti del mondo politico e imprenditoriale, tutti uniti dal comune desiderio di riscoprire un luogo della memoria collettiva. E per una volta, gli steccati partitici sono stati rimossi per lasciare spazio a una vera festa bipartisan.

Al vernissage erano infatti presenti Stefano Zappalà, euro parlamentare di Forza Italia, Paride Martella dell’Italia dei valori; Mauro Carturan e Maurizio Galardo dell’Udc, l’ex sindaco di Latina, Delio Redi, il sindaco di Sermoneta, Riccardo Pedrizzi, il senatore di An, Giuseppe Impallara, il direttore di Teleobiettivo e tanti altri personaggi della vita locale, che hanno varcato la soglia del San Marco, mescolandosi alla gente comune, in un continuo andirivieni durato sino a tarda sera.

Il locale farà da cornice a vari appuntamenti culturali, tra i quali dibattiti e presentazioni di libri.

Caffècultura: la parola di oggi è addict

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MILANO – Caffècultura, le parole del caffè, la rubrica con la quale abbiamo esaminando tutte le parole della lingua italiana collegate in qualche al mondo del caffè è terminata il 29 dicembre con il vocabolo zuppetta. Il tutto utilizzando le definizioni del vocabolario Lo Zingarelli 2005.

Da qualche settimana è in vendita l’edizione 2006 che abbiamo già recensito e che utilizzeremo prossimamente per i vocaboli legati al te e al cacao.
Si riparte da quegli stessi vocaboli ma abbinati alla traduzione. La fonte sarà il Ragazzini 2006, sempre in collaborazione con la Casa editrice Zanichelli.

Non è una sorpresa che i testi di questa fase, prima italiano-inglese poi inglese italiano, per notare le differenze d’approccio agli stessi soggetti delle due lingue saranno identici tra Comunicaffè, diffuso prevalentemente in Italia tra 20.000 operatori, e Comunicaffè International, diffuso prevalentemente nel mondo a 15.000 operatori, perché la cultura del caffè non ha barriere culturali o geografiche.

E, una volta tanto, abbiamo già scoperto che l’italiano è lingua leader nel settore del caffè. Nel vocabolario inglese-italiano il sostantivo caffè batte per 94 a 67 coffee.
Come era naturale abbiamo cominciato con caffè e proseguito con espresso. Da oggi tutti i vocaboli in ordine alfabetico.

addict

n.
1 persona che ha una dipendenza fisica; -dipendente (suff.); -mane (suff.): morphine addict, morfinomane; opium addict, oppiomane
2 (= drug addict) tossicodipendente; tossicomane
3 (fam. scherz.) appassionato (di qc.); patito; fanatico; -dipendente (suff.): video game addict, patito dei videogiochi; TV addict, videodipendente; teledipendente; I’m a coffee addict, non posso fare a meno del caffè
FALSI AMICI: addict non significa addetto.

Dunque per le osservazioni sulle definizioni dei vocaboli i lettori possono rivolgersi direttamente alla redazione de il Ragazzini e-mail lineacinque@zanichelli.it sito Web www.zanichelli.it
La parole del caffè in italiano e in inglese sono tratte il Ragazzini edizione 2006, dizionario Inglese-Italiano Italiano-Inglese. Questa edizione contiene oltre 400.000 voci e accezioni, oltre 6.000 neologismi, 3.000 verbi frasali e 120.000 termini specialistici, l’indicazione delle 4.300 parole inglesi più importanti.

La scheda: ecco il caffè di Roma catena di caffetterie Lavazza nata in Spagna

MILANO – Lavazza è entrata nel settore del retailing nel 1999, attraverso l’acquisizione de “Il Caffè di Roma”, una catena di coffee shops in franchising nata a Barcellona nel 1994, che conta attualmente 82 punti vendita, dislocati principalmente in Spagna (54 punti vendita) e Portogallo (24 punti vendita).

Dal 2003 è sorta a Torino un’unità pilota che sta preparando il terreno all’espansione, sempre attraverso la formula del franchising, in tutta la penisola.

Nel corso del 2004 e del 2005 hanno preso quota due test operativi, a Parigi e Singapore, che preludono a una progressiva globalizzazione del progetto, che si rivolgerà prioritariamente al Far East, al Medio oriente, e all’Europa dell’Est, dove il concept sta incontrando un grande favore da parte del pubblico.

Gli ingredienti alla base del successo de “Il Caffè di Roma” sono – l’atmosfera calda e accogliente. Che ricrea la suggestione delle caffetterie di un tempo – l’espresso e le specialità esclusive a base di caffè. Il menù comprende anche una selezione di tè, cioccolato, panini, pasticceria e gelati. Il tutto all’insegna della miglior qualità italiana.

La scoperta in Iran: nei rifiuti del tè scoperti nuovi antiossidanti

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TEHERAN – Il Giornale della salute pubblica in Iran un nuovo studio sugli antiossidanti trovati nei rifiuti del tè. Lo studio è stato pubblicato nei giorni scorsi uno studio iraniano secondo il quale nei rifiuti della bevanda più popolare del Paese degli ayatollah si trova un concentrato con gli antiossidanti che potrebbero essere estratti con i vari metodi.

Lo studio, effettuato dall’università di Ferdowsi e Mashhad, ha studiato tre metodi dell’estrazione sulle parti differenti della pianta del tè e rifiuti del tè e livelli elevati sorprendentemente trovati degli antiossidanti attraverso tutti gli estratti. Le foglie di tè già maturate sulla pianta e poi fermentate, “sono considerate spesso come gli avanzi agricoli”, sostiene il Dott Reza Farhoosh, autore dello studio.

Ma “hanno potuto essere usate come fonti antiossidanti naturali potenti”.

In Europa il consumo di te è in crecita, 500 tonnellate nel 2003.

Lo studio iraniano ha segnalato gli alti rendimenti dell’estrazione dei polifenoli da Otl e dal Btw, compreso il gallato del epigallocatechin (Egcg), uno dei polifenoli più ricercati in tè verde. Sia per il tè di verde sia per i rifiuti del tè nero, il più efficiente dei tre metodi era di estrazione dell’acqua calda, che ha portato i rendimenti di 35 per cento per le foglie di tè verdi fresche e dei 30 per cento per il Btw.

Gli estratti da tè verde ora sono confermati come fonti dei polifenoli — contenere una fonte ricca della catechina di lavaggio del radicale libero. I dati più recenti suggeriscono il ruolo favorevole di questi residui nella salute cardiovascolare ed orale e nelle cure dimagranti, con alcuno ora che emerge come particolarmente potente.

Ciò ha visto le aziende quale Dsm, con il relativo Teavigo vantantesi 95 per cento di purezza del gallato del epigallocatechin (Egcg) e Taiyo internazionale, con il relativo Sunphenon che sostiene più di 90 per cento di purezza, si posizionano saldamente nei mercati specifici della catechina.

La ricerca iraniana è stata presentata al sesto congresso internazionale su scienza e su tecnologia alimentari ed è accessibile in linea dalla chimica alimentare del giornale di Elsevier.

Caffè cultura: la parola di oggi è addict

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MILANO – Caffè cultura, le parole del caffè, la rubrica con la quale abbiamo esaminando tutte le parole della lingua italiana collegate in qualche al mondo del caffè è terminata il 29 dicembre con il vocabolo zuppetta. Il tutto utilizzando le definizioni del vocabolario Lo Zingarelli 2005.

Da qualche settimana è in vendita l’edizione 2006 che abbiamo già recensito e che utilizzeremo prossimamente per i vocaboli legati al the e al cacao.
Si riparte da quegli stessi vocaboli ma abbinati alla traduzione. La fonte sarà il Ragazzini 2006, sempre in collaborazione con la Casa editrice Zanichelli.

Non è una sorpresa che i testi di questa fase, prima italiano-inglese poi inglese italiano, per notare le differenze d’approccio agli stessi soggetti delle due lingue saranno identici tra Comunicaffè, diffuso prevalentemente in Italia tra 20.000 operatori, e Comunicaffè International, diffuso prevalentemente nel mondo a 15.000 operatori, perché la cultura del caffè non ha barriere culturali o geografiche.

E, una volta tanto, abbiamo già scoperto che l’italiano è lingua leader nel settore del caffè. Nel vocabolario inglese-italiano il sostantivo caffè batte per 94 a 67 coffee.

Come era naturale abbiamo cominciato con caffè e proseguito con espresso. Da oggi tutti i vocaboli in ordine alfabetico.

addict
n.
1 persona che ha una dipendenza fisica; -dipendente (suff.); -mane (suff.): morphine addict, morfinomane; opium addict, oppiomane
2 (= drug addict) tossicodipendente; tossicomane
3 (fam. scherz.) appassionato (di qc.); patito; fanatico; -dipendente (suff.): video game addict, patito dei videogiochi; TV addict, videodipendente; teledipendente; I’m a coffee addict, non posso fare a meno del caffè
FALSI AMICI: addict non significa addetto.

Per le osservazioni sulle definizioni dei vocaboli i lettori possono rivolgersi direttamente alla redazione de il Ragazzini e-mail lineacinque@zanichelli.it sito Web www.zanichelli.it
La parole del caffè in italiano e in inglese sono tratte il Ragazzini edizione 2006, dizionario Inglese-Italiano Italiano-Inglese. Questa edizione contiene oltre 400.000 voci e accezioni, oltre 6.000 neologismi, 3.000 verbi frasali e 120.000 termini specialistici, l’indicazione delle 4.300 parole inglesi più importanti.

Poesia & caffè: un libro di verso al posto di 1 € di resto L’iniziativa di Lettere Caffè di Via S.Francesco a Ripa a Roma

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ROMA – Poesia & Caffè. Forse dire: «Tutto il resto è poesia» può apparire eccessivo, ma una parte del resto, magari un solo euro, appare più possibile specie ora, grazie all’iniziativa di Lettere Caffè di Via San Francesco a Ripa a Roma, creata con il contributo della Presidenza della regione Lazio.

E’ nata una piccola collana di libricini di poesia che verranno distribuiti vicino alle casse di locali e librerie e che si potranno avere rinunciando a 1 € di resto (o pagando 1 euro), intitolata appunto

Il resto è poesia. Per ora, durante le feste, sono usciti il primo e il secondo numero, miscellanee di una trentina di pagine in ognuna delle quali sono presentati 12 poeti più o meno giovani, in cerca di una strada per farsi conoscere.

E il presidente della Regione Piero Marrazzo scrive sul primo volume: «In sei anni di vita Lettere Caffè è diventato un punto di riferimento per i romani, un luogo di incontro e di discussione vivace e dinamico una versione intelligentemente moderna degli antichi caffè letterari… ».

Insomma la poesia come resto, ma non certo come avanzo, anzi, ribadendone la necessità per una vita che abbia senso e magari anche sia alla ricerca di un senso. «L’occasione della poesia rimane un momento irrinunciabile di coscienza collettiva», dichiara sempre Marrazzo, che precisa: «Il resto cui fa riferimento il titolo di questa raccolta, non va inteso come un surplus, un orpello di cui si può anche fare a meno, ma come un’opportunità da cogliere, per conoscere noi stessi e il mondo in cui viviamo».

La collana, nata da un’idea di Alfredo Meleo e Elsa Li Gioi, ha scelto per garantirne la qualità un poeta, critico e animatore culturale come Antonio Veneziani.

Qui si dovrebbero, per giustizia, citare tutti e 24 i poeti dei due numeri ora disponibili, quindi non lo facciamo, lasciando di scoprirli al lettore, che troverà versi che sicuramente sapranno dirgli qualcosa.

Come scrive Veneziani nel finale della sua poesia-introduzione: «Il resto è poesia è: una bardana di fiori rosso-porporini smemorati e persi nello smog, un venerando monumento tormentato da accidiosi pensieri, un nodo scorsoio per il nostro ordinario buio , una scala per il nostro cielo quotidiano. Il resto è poesia è moneta sonante».

Bar: Milano resta la regina del settore, rivela un’indagine della Camera di Commercio

MILANO – Sono quasi 219mila le imprese ricreative in Italia e la provincia con il maggior numero di imprenditori del divertimento è Milano. Lo rileva un’elaborazione della Camera di commercio di Milano sui dati del registro nazionale delle imprese tra il terzo trimestre del 2000 e lo stesso periodo del 2005.

In cinque anni il numero di attività che si occupano di organizzazione di spettacoli è cresciuto del 76,3%.

Periodo positivo anche per le discoteche con +74,9% e per i ristoranti cresciuti del 28,6%.

Solo nella provincia di Milano ci sono 13.367 imprese tra cinema, organizzazione di spettacoli, parchi di divertimento, ristoranti, bar e discoteche, pari al 6,1% del totale nazionale, si legge in una nota della Camera di commercio di Milano.

Al secondo posto si piazza Roma con il 5,5% e Napoli con il 4,5%. Negli spettacoli operano in Italia 3.403 imprese. Il primato va alla Lombardia con 659 attività, seguono Sicilia (433) e Emilia Romagna (386). Per tasso di crescita, primo però il Trentino (+263% in 5 anni) seguito a ruota da Marche (+168,2%) e Calabria (+186,7%).

Nel settore delle proiezioni cinematografiche 1.593 imprese e un aumento del 10,9% in 5 anni si registra, forte soprattutto in Lombardia (237 imprese). Le imprese che gestiscono parchi di divertimento, luna park e simili sono 305, con un aumento del 23,5% in 5 anni.

Tra le regioni, prima la Campania (49 imprese, +81,5%), poi Veneto (29) e Sicilia (27). Quasi 1.900 i gestori di discoteche, sale da ballo, night club e simili con un incremento in 5 anni del 74,9%. Ai primi posti il Nord, Lombardia (283 imprese), Emilia Romagna (232) e Piemonte (180) anche se la crescita maggiore l’ha registrata il Molise (+320% in 5 anni).

Crescita del 28,6% in cinque anni per i ristoranti: sono 83.437 le imprese del settore di cui 11.247 lombarde, 7.970 campane e 7.355 laziali.

127.927, infine, le attività di bar, caffetterie, birrerie, pub, enoteche. Di queste, conclude la nota, 22.874 si trovano in Lombardia, 11.774 in Veneto e 10.859 in Emilia Romagna.