domenica 23 Novembre 2025
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Venchi: Gruppo DeAgostini rivela il 10,28% dell’azienda

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venchi
Il marchio Venchi

DeAgostini, erede dell’editore nato nei primi anni del Novecento e specializzato nella produzione di atlanti e che oggi ha invece diversificato le proprie attività tra editoria, media e Tv, università ed education, lotterie e gaming, ora entra nel mercato della cioccolata rilevando il 10,28% dell’azienda Venchi. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato su Torino Oggi.

Il gruppo DeAgostini entra nel mondo del cioccolato Venchi

MILANO – Dopo rumors che si inseguivano da alcune settimane a dare conto delle notizia sono le pagine economiche del “Corriere della Sera”, secondo le quali il gruppo novarese DeAgostini sarebbe entrato nell’azionariato di Venchi, rilevandone il 10,28%. Una quota che farebbe della storica società controllata dalle famiglie novaresi Drago e Boroli, questi ultimi già proprietari di una cantina nelle Langhe nel Barolo, a Castiglione Falletto, il primo investitore istituzionale nel marchio piemontese della cioccolata.

Insieme a loro una compagine variegata, con il 30% in mano al presidente e amministratore delegato Daniele Ferrero, l’imprenditore cui si deve il rilancio dell’azienda con sede a Castelletto Stura, alle porte di Cuneo, realtà che ha chiuso il 2023 con 205 milioni di fatturato e un margine operativo lordo di poco inferiore ai 50 milioni.

Al loro fianco lo storico socio Nicolò Cangioli (22%), il mastro cioccolatiere Giovanni Battista Mantelli (12%) e una ventina di azionisti tra i quali figura il ceo del gruppo Prada Andrea Guerra, già amministratore delegato di Luxottica e quindi di Eataly, Luca Baffigo Filangieri, azionista di Eataly nonché marito di Elisa Miroglio, esponente della famiglia industriale del tessile albese, la famiglia Pao di Hong Kong (attraverso Nuo Capital) e quella saudita degli Olayan.

Sulla base del closing arrivato giovedì, sarebbe tale variegata compagine ad aver fatto spazio nell’azionariato alla holding presieduta da Lorenzo Pellicioli e guidata dal ceo Marco Sala.

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Marr: ricavi totali consolidati a 987,7 mln, utile netto a 17,5 mln

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Il Gruppo Marr (foto dal sito aziendale)
Il Gruppo Marr (foto dal sito aziendale)

RIMINI – Il consiglio di amministrazione di Marr S.p.A. (Milano: MARR.MI), società leader in Italia nella commercializzazione e distribuzione al foodservice di prodotti alimentari e non- food, ha approvato in data la relazione finanziaria semestrale al 30 giugno 2024.

Principali risultati consolidati del primo semestre 2024

Il primo semestre 2024 si chiude con ricavi totali consolidati a 987,7 milioni di euro che nel confronto con i 1.003,2 milioni del pari periodo 2023 hanno risentito, in particolare nei primi mesi del 2024, anche dell’attuazione di politiche per la gestione dell’inflazione alimentare avviate a partire dalla prima parte del 2023 e che hanno interessato in special modo il segmento di clientela della ristorazione collettiva.

In conseguenza delle citate politiche, volte ad un recupero del primo margine, si conferma il miglioramento della redditività operativa con il margine operativo lordo (Ebitda) consolidato del primo semestre 2024 che è pari a 55,6 milioni di euro (53,4 milioni nel 2023) e l’Ebit pari a 35,4 milioni di euro (34,7 milioni nel 2023).

Alla fine dei primi sei mesi del 2024 l’utile netto, che risente di maggiori oneri finanziari netti per effetto delle dinamiche del costo del denaro, si attesta a 17,5 milioni di euro (18,7 milioni nel 2023).

Il Capitale Circolante Netto Commerciale al 30 giugno 2024 è pari a 183,7 milioni di euro e si confronta con i 198,6 milioni della fine del primo semestre 2023.

L’indebitamento finanziario netto al 30 giugno 2024 è di 240,8 milioni di euro (250,1 milioni alla fine del primo semestre 2023), mentre al netto dell’applicazione del principio contabile IFRS 16 è di 163,6 milioni di euro (172,4 milioni al 30 giugno 2023).

Il patrimonio netto consolidato al 30 giugno 2024 è pari a 326,2 milioni di Euro e si confronta con i 332,2 milioni alla fine del primo semestre 2023.

Risultati per segmento di attività del primo semestre 2024

 Le vendite del Gruppo Marr nel primo semestre 2024 sono pari a 968,9 milioni di euro (986,2 milioni nel 2023) con 556,4 milioni di euro nel secondo trimestre (566,1 milioni nel 2023).

Le vendite ai clienti del segmento Street Market (Ristorazione commerciale indipendente) nei primi sei mesi 2024 ammontano a 624,6 milioni di euro (628,9 milioni nel 2023); mentre quelle del secondo trimestre sono pari a 367,9 milioni di euro (378,2 milioni nel 2023) e sono state conseguite in un contesto di mercato contraddistinto da un avvio debole della stagione turistica estiva, anche per effetto di condizioni metereologiche non favorevoli, e da una tendenziale riduzione dell’Euro/Kg dei prodotti venduti, in particolare per i prodotti ittici.

Le vendite ai clienti del segmento National Account (Catene e Gruppi della Ristorazione Commerciale Strutturata e Ristorazione Collettiva) del primo semestre sono pari a 245,0 milioni di euro e nel confronto con i 253,3 del 2023 hanno risentito nel sotto-segmento della ristorazione collettiva e in particolare nei primi mesi del 2024 di attività implementate a partire dalla prima parte del 2023 per la gestione dell’inflazione alimentare.

Le vendite del secondo trimestre 2024 nel segmento National Account sono pari a 130,4 milioni di Euro e nel confronto con i 131,7 milioni del 2023 evidenziano una crescita a livello di Catene e Gruppi (67,7 milioni di euro rispetto i 66,9 milioni del secondo trimestre 2023) ed un recupero nella ristorazione collettiva (62,7 milioni di euro rispetto ai 64,8 milioni del secondo trimestre 2023) in rapporto alla flessione di 10,8 milioni di Euro dei primi tre mesi del 2024.

Nel complesso le vendite del primo semestre 2024 ai clienti della Ristorazione Commerciale – sia indipendente (segmento Street Market) sia strutturata (Catene e Gruppi, nel segmento National Account) – ammontano a 740,8 milioni di Euro e si confrontano con i 740,6 milioni di Euro del pari periodo 2023; mentre le vendite alla Ristorazione Commerciale del secondo trimestre 2024 sono pari a 435,6 milioni di Euro (445,2 milioni nel 2023).

Per quel che concerne il contesto di mercato dei consumi alimentari fuori casa, secondo l’Ufficio Studi di Confcommercio (Congiuntura n. 7, luglio 2024) i consumi a quantità della voce “Alberghi, pasti e consumazioni fuori casa” in Italia nel secondo trimestre 2024 risultano in diminuzione dell’1% rispetto al pari periodo dell’anno precedente; mentre per TradeLab (AFH Consumer Tracking, luglio 2024) il numero di visite alle strutture della ristorazione fuori casa dell’ “Away From Home” (AFH) nel secondo trimestre 2024 ha evidenziato una flessione del 2,4%.

Le vendite ai clienti del segmento dei Wholesale (per la quasi totalità di prodotto ittico congelato a grossisti) nel primo semestre 2024 sono pari a 99,2 milioni di Euro (103,9 milioni nel 2023), mentre quelle del secondo trimestre 2024 sono pari a 58,0 milioni (56,2 milioni nel 2023), pur in presenza della già citata tendenziale riduzione dell’Euro/Kg per i prodotti ittici.

Marr: evoluzione prevedibile della gestione

La crescita delle vendite nel mese di luglio, beneficiando anche di un effetto di calendario che aveva penalizzato giugno, ha interessato tutti i segmenti di clientela. Alla fine dei primi sette mesi, in un contesto di tendenziale diminuzione dell’Euro/Kg dei prodotti venduti, l’andamento delle vendite ai clienti della Ristorazione Commerciale è coerente con gli obiettivi di rafforzamento della presenza di mercato e di attenzione alla gestione del primo margine.

L’intera organizzazione è concentrata sulla stagione estiva in corso per continuare a dare supporto al Cliente nel periodo di picco dei consumi fuori casa, attraverso un livello di servizio che è fattore distintivo della proposta di Marr al mercato.

Confermato il focus sul recupero di redditività operativa, in particolare grazie alla gestione del primo margine, e sul controllo dei livelli di assorbimento di capitale circolante.

Con riferimento al Piano investimenti, comunicato dalla Società il 14 novembre 2023 in occasione della presentazione dei risultati al 30 settembre 2023, a seguito della recente finalizzazione del progetto definitivo della piattaforma logistica nel Centro-Nord (Ospedaletto Lodigiano in Lombardia), si informa che l’attivazione di tale progetto, originariamente prevista nella prima metà del 2024, è atteso possa avvenire nel quarto trimestre 2024.

Prosegue secondo programma la realizzazione della piattaforma logistica nel Centro-Sud (a Castelnuovo di Porto nel Lazio) il cui avvio delle attività è confermato nella prima parte del 2025.

Alla luce anche della nuova tempistica di progetto per la piattaforma nel Centro-Nord, fermo restando l’importo complessivo del Piano investimenti e gli ambiti di intervento, è prevedibile che gli investimenti complessivi dell’esercizio 2024 possano attestarsi nell’intorno dei 50 milioni di Euro.

La scheda sintetica di Marr

Marr (Gruppo Cremonini), quotata al Segmento Euronext STAR Milan di Borsa Italiana, è la società leader in Italia nella distribuzione specializzata di prodotti alimentari alla ristorazione extra domestica ed è controllata da Cremonini S.p.A..

Attraverso un’organizzazione composta di oltre 950 tecnici di vendita, il Gruppo MARR serve circa 55.000 clienti (principalmente ristoranti, hotel, pizzerie, villaggi turistici, mense aziendali), con un’offerta che include oltre

25.000 prodotti alimentari, tra cui pesce, carne, alimentari vari, ortofrutta e con una significativa offerta di prodotti verdi, sostenibili e del Made in Italy (per maggiori informazioni basta cliccare qui).

La società opera su tutto il territorio nazionale attraverso una rete logistico-distributiva costituita da oltre 40 unità distributive, alcune delle quali con cash&carry, e si avvale di oltre 950 automezzi.

Marr ha realizzato nel 2023 ricavi totali consolidati per 2.085,5 milioni di euro (1.930,5 milioni nel 2022) con un Ebitda consolidato di 123,1 milioni di euro (82,1 milioni nel 2022) ed un utile netto consolidato di 47,1 milioni di euro (26,6 milioni nel 2022).

Per maggiori informazioni su Marr visita il sito Internet della società alla pagina cliccando qui.

Il Bilancio di sostenibilità di Marr è disponibile qui.

Bialetti conclude il 1° semestre con una perdita di 3,8 mln, ricavi a 67,3 mln, +6,2%

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Il celebre omino coi baffi del logo Bialetti

Bialetti, azienda italiana icona del caffè nel mondo, termina il primo semestre del 2024 con una perdita di 3,8 milioni di euro. Il margine operativo lordo (Ebitda) consolidato normalizzato risulta positivo per 8,6 milioni (+10,8%). Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale dell’Ansa.

Il primo semestre di Bialetti

COCCAGLIO (Brescia) – Il gruppo Bialetti chiude il primo semestre dell’anno con una perdita di 3,8 milioni, rispetto al rosso da 3,1 milioni dello stesso periodo dell’anno scorso. I ricavi si attestano a 67,3 milioni in aumento del 6,2% rispetto al primo semestre 2023.

Il margine operativo lordo (Ebitda) consolidato normalizzato risulta positivo per 8,6 milioni (+10,8%).

Il risultato operativo sale a 6,1 milioni (+9,1%). L’indebitamento finanziario netto al 30 giugno 2024 è pari a 116,5 milioni, con un incremento di 8,4 milioni rispetto al 31 dicembre 2023.

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Il caffè letterario LuccaLibri chiude definitivamente dopo 39 anni

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Il logo LuccaLibri

Il caffè letterario LuccaLibri ha chiuso definitivamente dopo 39 anni di servizio tra romanzi e attività culturali: ad annunciarlo è stata la stessa attività nel profilo social di Facebook. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale d’informazione Lucca in Diretta.

La chiusura del caffè letterario LuccaLibri

LUCCA – “Pensavamo potesse essere solo una pausa per ferie e ristrutturazioni necessarie, per poi far ripartire LuccaLibri, magari con dei cambiamenti inevitabili. Non siamo ancora in grado di fare delle dichiarazioni ufficiali e spero che questo sia compreso e rispettato il più possibile”. Inizia così l’addio di LuccaLibri: il caffè letterario vista Mura di Lucca è chiuso.

Una notizia nell’aria, ma ora ufficiale, arrivata dal profilo social dell’attività con tutto il patos di chi è vissuto e ha costruito sui libri la propria esistenza, per 39 anni.

“Solo dieci anni fa – ricorda la consigliera comunale del Pd Serena Mammini – la famiglia Ciancarella aveva sfidato la cronica ‘crisi delle librerie indipendenti’: era il 2014 e, trovato un fondo accogliente e luminoso in viale Regina Margherita, con coraggio aveva portato in quello spazio non solo la storica libreria, ma anche un caffè letterario”

Mammini continua: “Amaro oggi mettere insieme alcune parole per rendere giustizia a una realtà come questa che, dopo 39 anni di ininterrotto servizio, ha scelto di farsi da parte. Ci vogliamo provare, tuttavia. La responsabilità di quello che è successo non sarà certo di Amazon: troppo facile sentirsi vittime di un enorme fenomeno globale che tritura l’economia locale e manda in frantumi i negozi di prossimità”.

C’è di più: “Come se non fosse una scelta consapevole che operiamo tutti noi, lettori forti e meno forti, ogni volta che quel minuscolo risparmio sul prezzo di copertina o la consegna in meno di 24 ore diventa l’alibi perfetto per fare clic dal divano. È forse in quel momento che fallisce ogni ambizione di essere città che costruisce cultura insieme”.

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Caffè illy presenta Strawberry Kiss, bevanda che unisce caffè e fragola

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logo marchio illy master mondo
Il logo illy

Con la bella stagione sono apparsi alcuni nuovi indirizzi da segnarsi in agenda, fra le recenti nuove aperture di bar, ristoranti e store già esistenti a Milano che presentano un menù d’avanguardia. In particolare, il Caffè illy situato in Montenapoleone (e gli altri punti vendita del marchio) offre una nuova bevanda chiamata Strawberry Kiss in cui il blend 100% Arabica si unisce all’aroma delle fragole. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Barbara Giorgia Alex per Il Giornale d’Italia.

Caffè illy lancia Strawberry Kiss

MILANO – Anche prendere il caffè cambia colore con la bella stagione: da Caffè illy in via Montenapoleone (e negli altri monomarca Illy in Italia e nel mondo) l’inconfondibile blend 100% Arabica si unisce all’aroma intenso delle fragole e alla freschezza del lime.

La sensuale bevanda, chiamata Strawberry Kiss, è una combinazione irresistibile di sapore e profumo, dall’intensa e affascinante nuance rossa, un caffè inedito da gustare insieme ad un delizioso macaron al cioccolato e un assaggio di panna montata.

La ricetta può essere facilmente ricreata anche a casa: basta versare in un bicchiere precedentemente raffreddato 35 ml di Cold Brew Illy in lattina, frullare 50 g fragole fresche, 10 ml sciroppo di zucchero e un cubetto di ghiaccio; mescolare gli ingredienti frullati e il Cold Brew e aggiungere un rametto di menta fresca, del lime grattugiato e una spolverata di zucchero a velo.

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Il gelato più economico d’Europa si trova sul Lago di Garda con 2,14 euro a pallina: l’indagine tedesca

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gelato cono bari garda sardegna mostra milano pupo
Un cono gelato (immagine: Pixabay)

Una pallina di gelato nei pressi del Lago di Garda costa 2,14 euro, contro una media europea di 2,39 euro: secondo un’indagine di una società tedesca ciò renderebbe la location in questione la scelta la più economica per gustare uno dei dolci più amati. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato su Economy.

Il gelato più economico d’Europa è sul Lago di Garda

MILANO – Un’indagine condotta da una società tedesca ha rivelato che i turisti tedeschi in vacanza in Europa possono trovare il gelato più economico sul Lago di Garda. Qui, una pallina di gelato costa solo 2,14 euro: cifra inferiore alla media europea che si attesta di 2,39 euro.

Nel resto d’Italia, il prezzo del gelato varia notevolmente da una regione all’altra. A Roma, ad esempio, una pallina di gelato arriva a costare 3,62 euro, rendendo la Capitale, secondo questa classifica, la più costosa in fatto di gelato.

Sulla riviera romagnola, a Rimini, il prezzo è di circa 3 euro. In Sicilia, Puglia e Sardegna, i prezzi sono più contenuti, mantenendosi rispettivamente intorno ai 2,52 euro, 2,60 euro e 2,66 euro.

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Panettone estivo: chi sono le aziende siciliane che lo producono

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Il panettone (immagine: Pixabay)

Tutti coloro che amano il re dei lievitati saranno più che felici della nuova tendenza che negli ultimi anni si sta diffondendo sempre più tra i pasticceri di tutta Italia: il panettone estivo. Scopriamo, di seguito, chi lo produce in Sicilia e i consigli su come gustarlo al meglio grazie ad un estratto dell’articolo di Manuela Zanni per All Food Sicily.

Il panettone estivo

MILANO – Sono tanti i maestri pasticceri che hanno iniziato a sfornare il panettone anche d’estate, lavorando su nuove versioni creative. Dalla frutta esotica agli agrumi, dal cioccolato bianco agli infusi di fiori, sono davvero tanti gli ingredienti di queste nuove ricette che portano con sé una ventata di freschezza.

La Delizia- Bolognetta – Mauro Lo Faso

In Sicilia non sono molte le aziende che hanno deciso di dare una chance al re dei lievitati anche durante la bella stagione. Ma quelle che lo fanno stanno ottenendo dei risultati molto soddisfacenti. Tra queste la pasticceria la Delizia a Bolognetta offre ben tre versioni estive: il Panbrillo al limoncello, il Chocobum al cioccolato imbevuto al rum e il Panettone Conca d’Oro, rivisitazione siciliana del panettone tradizionale in cui al posto di uvetta ci sono solo canditi di agrumi (arancia, limone, cedro, mandarino).

“I panettoni vengono abbinati al gelato di cannella nel caso del Panbrillo, al gelato di nocciola nel caso del Chocobum, e il Conca d’Oro va a nozze con tutti i gusti fruttati, in particolare agli agrumi che esalta i profumi e gli aromi dell’impasto” ci racconta il pastry chef e proprietario Mauro Lo Faso.

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Panettone tutto l’anno? Si discute per fissare la sua giornata

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Il panettone (immagine: Pixabay)

MILANO – Il panettone, così amato dagli italiani in particolare sotto le feste, ora è il protagonista di una proposta di legge portata avanti dalla deputata di Fratelli d’Italia Daniela Dondi: obiettivo, fissare una data istituzionale per festeggiarlo. Il fatto che questa ricetta stesse già uscendo dai suoi confini natalizi era già un fenomeno in azione e ora si pensa ad ulteriori strategie per spingerlo tutto l’anno.

Riportiamo la notizia firmata da Lorenzo Cresci su repubblica.it.

Panettone a capodanno…panettone tutto l’anno

Dopo tante metafore, la sostanza. Il panettone entra nelle aule di Camera e Senato, quelle stesse che hanno ospitato fette di mortadella, grazie a una proposta di legge per celebrarlo con una giornata dedicata. Finiti i tempi in cui veniva tirato in ballo a vanvera – «Legge di Bilancio senza discussione. M5S parlava di rivoluzione.

Ora pensa solo a mangiare il panettone» scrisse su uno striscione il deputato di Fratelli d’Italia Mollicone (espulso dall’aula) per contestare il governo Conte oppure «È un panettone amaro quello che preparate per gli italiani, praticamente indigesto, e se il panettone sarà amaro, la befana porterà il carbone nero», come affermava quasi dieci anni prima il deputato leghista Paolo Arrigoni attaccando il governo di Enrico Letta – ecco che il dolce degli italiani diventa un oggetto del desiderio, nella proposta di legge avanzata dalla deputata di Fratelli d’Italia Daniela Dondi, che già nella lista delle proprie attività da parlamentare ricorda la battaglia per la “tutela del lievito madre e del panettone italiano”, lo scorso anno. Dondi vorrebbe quindi istituire una giornata per celebrarlo.

Il vero problema sarà trovare la data. Il 25 dicembre sarebbe l’ideale, ma come dirlo al pandoro?

Allora si potrebbe scegliere il 3 febbraio, San Biagio, perché se quel giorno si consuma un pezzo di panettone – come vuole la tradizione – ci si protegge dal mal di gola. Oppure il 15 agosto, Ferragosto, perché ormai il panettone si mangia tutto l’anno, soprattutto da quando è nato quello “estivo”. E come la mettiamo con gli organizzatori del “Panettone Day”, che quest’anno hanno scelto l’8, il 9 e il 10 novembre per celebrare il meglio del prodotto dolciario?

L’articolo completo, qui.

Cristina Scocchia, ceo illycaffè, al Meeting di Rimini 2024: “La tazzina al bar, potrà toccare i 2€”

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scocchia illycaffè
Cristina Scocchia amministratore delegato illycaffè (foto concessa)

RIMINI – Cristina Scocchia, amministratore delegato di illycaffè, a margine del suo
intervento oggi al Meeting di Rimini, dichiara: “L’Europa deve andare avanti nel processo di integrazione e nella messa in comune di risorse per grandi investimenti strategici, dall’autosufficienza energetica alla difesa comune, all’innovazione deep tech e digitale. Urge un piano industriale, un industrial deal, che l’Europa non ha mai avuto. Urge una strategia per la leadership nelle nuove tecnologie (nel digitale solo 4 dei primi 50 player al mondo sono europei) e in quelle tradizionali.

Se le imprese UE tradizionali non riescono a competere è anche perché altrove i costi energetici sono più bassi, gli oneri normativi sono inferiori e spesso le sovvenzioni statali sono ingenti.

Cristina Scocchia: “Infine, per competere con le economie americana e cinese, le dimensioni aziendali sono fondamentali.”

“L’EU ha bisogno di campioni nei settori chiave (oggi l’80% dell’occupazione e il 50% del PIL europeo è generato dalle PMI).

Infatti, alcune delle condizioni che hanno consentito ai paesi europei di crescere negli ultimi vent’anni (l’apertura dei mercati internazionali con la possibilità di esportare liberamente nelle economie emergenti dell’Asia, l’energia a basso costo dal mercato russo, la spesa per la difesa legata agli Stati Uniti) sono state messe in discussione dal nuovo contesto geopolitico.

In più l’Europa sembra essere rimasta indietro in tutte le tecnologie del futuro, a partire dall’intelligenza artificiale. Anche perché queste tecnologie richiedono enormi investimenti e lo sfruttamento di economie di scala che le imprese europee mediamente piccole rispetto ai colossi cinesi e americani non sono in grado di sostenere.

Il rischio è quello di vedere allungarsi ulteriormente la differenza rispetto agli Stati Uniti in termini di produttività e dunque di reddito.

Scocchia: “L’economia globale ha iniziato a ravvivarsi e l’OCSE prevede una crescita del PIL globale pari al 3,1% nel 2024.

“L’impatto delle condizioni monetarie più rigide continua, tuttavia, l’attività globale si sta dimostrando resiliente, l’inflazione sta diminuendo più rapidamente di quanto previsto, la fiducia del settore privato si è stabilizzata e la disoccupazione è scesa ai minimi record, in molti Paesi tra cui il nostro dove i redditi reali hanno iniziato a crescere.

Ovviamente, gli sviluppi continuano ad essere differenti da Paese a Paese con risultati purtroppo più deboli in Europa. La frammentazione economica globale e il ritorno al protezionismo hanno conseguenze particolarmente rilevanti per l’area euro.

Area il cui peso sull’economia mondiale è sceso negli ultimi 20 anni dal 26% al 18%, mentre quello degli Stati Uniti è pressoché invariato, al 26%, e quello della Cina è quadruplicato al 17%. Nel 2050 l’economia europea varrà solo il 14% di quella globale.

In questo contesto, la sfida che si trova a fronteggiare l’Italia si chiama debito, una zavorra che ci costringe ogni anno ad impegnare risorse pubbliche considerevoli per pagare interessi.

Serve un piano credibile per ridurre il debito pubblico attraverso la crescita, la riduzione delle inefficienze e dell’evasione fiscale, serve gestire in modo strategico l’immigrazione per far fronte alla diminuzione della forza lavoro e investire in tecnologia per migliorare la produttività.

Nella prossima manovra saranno necessarie scelte attente soprattutto dal lato della spesa al fine di riorientarne la composizione in favore dello sviluppo, eliminando le inefficienze”.

E durante la stessa occasione, così come riporta l’intervista svolta dalla redazione di adnkronos.com, Cristina Scocchia ha analizzato il mercato del verde

“Siamo sempre nella tempesta, il mercato continua a essere caratterizzato da un prezzo del caffè verde che è molto volatile e da un trend rialzista senza precedenti. Oggi il caffè verde costa 245 cents per libbra, il 66% in più dell’anno scorso, oltre il doppio rispetto a 3 anni fa.

E questo ci spiega perché in tre anni il costo della tazzina del caffè che beviamo al bar è aumentato del 15%, e adesso costa in media un euro e mezzo in Italia. E si stima che aumenterà ancora, e che possa arrivare a toccare i 2 euro nei prossimi mesi se queste pressioni rialziste sul costo del caffè verde, la materia prima, continueranno”.

Secondo Scocchia infatti “le ragioni per cui il caffè verde continua a costare sempre di più sono molteplici e non hanno una facile soluzione. La prima è sicuramente il cambiamento climatico che potrebbe dimezzare i terreni coltivati entro il 2050”.

Qui l’articolo completo.

E su ilgiornale.it, sono stati riportati anche alcuni riferimenti strategici per il futuro di illycaffè, con un ventilato ingresso in Piazza Affari entro il 2026.

Riprende così le dichiarazioni di Cristina Scocchia ilgiornale.it: «Penso che scioglieremo le riserve nel giro dei prossimi dodici mesi», così la ceo ha puntualizzato a margine del suo intervento, rimarcando come Illycaffè abbia già fatto passi concreti come il passaggio ai principi contabili internazionali e la rendicontazione della sostenibilità come previsto per le società quotate.

Qui l’articolo completo.

Triestespresso Expo: tutto è già pronto per l’11ª edizione che si terrà dal 24 al 26 ottobre prossimi

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Triestespresso trieste
Triestespresso 2024 (immagine concessa)

TRIESTE – Triestespresso Expo 2024  (TEE2024) si sta preparando per l’undicesima edizione che si terrà dal 24 al 26 ottobre 2024 all’interno del Generali Convention Center  (Gcc) del Porto Vecchio di Trieste. Nel 2022, nella decima edizione di TriestEspresso Expo, dopo lo stop di 4 anni imposto dalla pandemia, venne riconfermata la fiducia nella manifestazione.

L’undicesima edizione di Triestespresso Expo

Dopo due anni, nel segno della cadenza biennale dell’evento, la scommessa della Camera di commercio Venezia Giulia e degli imprenditori del caffè si ripropone per un appuntamento ricco di opportunità e novità.

L’evento nel Generali Conventio Center  sarà organizzato dalla Camera di commercio Venezia Giulia attraverso la sua società in house Aries Scarl, in collaborazione con l’Associazione Caffè Trieste e con la co-organizzazione e il contributo del Comune di Trieste.

L’internazionalità dell’appuntamento è il valore aggiunto di quella che, a tutti gli effetti, è l’unica fiera mondiale dedicata all’espresso. Sono già preannunciati visitatori provenienti da 20 Paesi come ad esempio la Corea del Sud, l’Arabia Saudita, ma anche Etiopia, Burundi, Lettonia, Ungheria, Repubblica Ceca e molti altri si aggiungeranno nei due mesi e mezzo che ci separano dall’evento. A TEE2024 Hanno già confermato la presenza espositori da vari Paesi europei a caratterizzare un’offerta rappresentativa dei maggiori player del comparto.

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L’undicesima edizione del Triestespresso Expo (immagine concessa)

“L’appuntamento Triestino è indubbiamente una delle fiere internazionali più importanti del Nord Est – commenta il presidente della Camera di commercio Venezia Giulia, Antonio Paoletti – e un autentico fiore all’occhiello del comparto caffeicolo mondiale. Nonostante il periodo difficile che ha colpito il settore siamo fermamente convinti che Triestespresso Expo sarà un’occasione per fare affari, ma l’opportunità di sostenere le imprese e amplificare la loro voce nei confronti del regolamento europeo che entrerà in vigore a fine anno in tema di deforestazione e certificazione delle produzioni di caffè, perché i burocrati di Bruxelles non possono mettere in ginocchio i mercati”.

TriestEspresso Expo
Il presidente della Camera di Commercio Venezia Giulia che organizza la Fiera Triestespresso

Alla parte espositiva di alto livello viene sempre affiancata un’azione informativa e formativa di attualità e qualità. Si partirà, infatti, con un convegno dedicato al tema normativo del European Deforestation-free products Regulation (EUDR), il regolamento  dell’Unione Europea (Ue) contro la deforestazione che entrerà in vigore il 30 dicembre 2024: manca pochissimo tempo a questo cambiamento epocale ma le problematiche sono davvero molte.

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Il ritorno di Triesteespresso Expo (immagine concessa)

Organizzato in collaborazione con Assocaffè Trieste andrà a fare chiarezza sulle ripercussioni che ci saranno sia nelle attività di importazione della materia prima, che di esportazione extra Ue del prodotto finito. L’incontro sarà di portata internazionale e saranno invitati relatori dell’European Coffee Federation (Ecf), della Commissione Europea e del Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare.

Differentemente dalle edizioni precedenti è stato identificato come Paese ospite non un Paese di produzione ma bensì  un Paese in cui vi è un elevato consumo e che per questa edizione sarà la Turchia.

Il caffè protagonista della Fiera (immagine concessa)

Storicamente mercato di grande consumo del caffè con una importante rete di collegamenti commerciali con i Paesi “astan”  si tratta di Afghanistan, Kazakistan, Kirghizistan, Pakistan, Tagikistan, Turkmenistan ed Uzbekistan  e connessioni logistiche molto importanti con Trieste e il suo porto e che ha già ottenuto il riconoscimento Unesco per il suo caffè preparato con l’Ibrik, ovvero una piccola pentola a manico lungo progettata specificamente per la preparazione del cosiddetto caffè alla turca.

In questa edizione ci sarà anche una competizione dedicata caffè Ibrik che si affiancherà alle finali mondiali WLAG (World Latte Art Grading Battle)  e alle competizione dedicate alla “moka” e al “capo in B”. Confermati i workshop in italiano e inglese organizzati dalla Illy improntati sulla gestione dei punti vendita finalizzati all’aumento delle performance economiche.

Novità commerciale introdotta quest’anno è l’organizzazione di sessioni di business B2B e workshop con rappresentanti dei Paesi d’origine coinvolgendo la rete Enterprise Europe Network per predisporre durante la fiera un B2B matching aperto sia ad espositori e visitatori sia anche ad altri soggetti.