martedì 02 Settembre 2025
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Il racconto del Palermo Coffee Festival passa dal confronto tra le generazioni siciliane di Morettino

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Il Palermo Coffee Festival, un'immagine (foto concessa)
Il Palermo Coffee Festival, un'immagine (foto concessa)

PALERMO – Si è da poco concluso a Palermo proprio davanti il ‘mare nostrum’ il Palermo Coffee Festival, manifestazione che rappresenta un unicum in Italia e che si pone l’obiettivo di divulgare la cultura del caffè, stimolando quella necessaria maggiore curiosità e sensibilità intorno alla bevanda che merita un valore ed una sensibilità maggiore.

Andrea Morettino, quarta generazione della storica famiglia di torrefattori siciliani, che cosa rappresenta il Palermo Coffee Festival per voi e per la città?

“Il festival giunto alla terza edizione rappresenta una significativa tappa di un graduale percorso di ‘rinascimento culturale’ che stanno vivendo la nostra città e anche il mondo del caffè. Si tratta di un cambiamento di approccio difficile e ambizioso che parte da lontano e mira ad aumentare il livello di attrattività turistica da un lato e di consapevolezza sulla materia prima dall’altro.

Andrea Morettino al Palermo Coffee Festival 2025 (foto concessa)

L’evento continua a crescere di anno in anno in attrattività e partecipazione. Abbiamo sempre pensato a questo festival come un momento di condivisione aperto a tutti, e la risposta degli ospiti locali ed internazionali accorsi è stata curiosa, partecipata, divertita. Siamo orgogliosi della crescente sensibilità intorno al mondo del caffè anche in Sicilia, alla sostenibilità e alle sue contaminazioni.

Il tema “Panormos: viaggio tra filiere, popoli e culture” e la scelta della location del Palermo Marina Yatching è stata fortemente condivisa con l’organizzazione e le istituzioni per valorizzare e raccontare l’anima storica e portuale di Palermo e l’ambizioso progetto di rigenerazione urbana che ha restituito alla città il waterfront e quel contatto perduto con l’acqua, abbracciando cittadini, turisti, ospiti della città provenienti da tutto il mondo, ed invitandoli alla condivisione di una bevanda come il caffè, icona di socialità, accoglienza ed amicizia, e alla riscoperta del giusto tempo.

Questo successo ci motiva a continuare sulla strada della divulgazione della cultura del caffè, guardando con rispetto a tutta la filiera e offrendo sempre nuove occasioni di confronto su una materia prima tanto diffusa, quanto ancora poco conosciuta e valorizzata. Occorre però costruire una differente narrazione: il mondo del vino è stato sempre per noi un punto di riferimento e fonte di ispirazione, espressione identitaria e culturale di un territorio.

Amiamo ricordare che il caffè è un frutto, che offre l’opportunità di conoscere e raccontare le peculiarità dei territori di origine, la distintività dei terroir, le scelte delle pratiche e tecniche agricole delle comunità che stanno alla base dell’intera filiera e che si traducono nei profili sensoriali di ogni caffè: una visione condivisa con la Slow Food Coffee Coalition di cui siamo fieri di far parte, che è stata in prima linea con noi grazie al supporto degli amici Emanuele ed Erminia, e che ha messo in luce lo straordinario lavoro dei coltivatori e l’unicità dei loro caffè lavorati con una visione etica, nel rispetto della naturale biodiversità.”

Quali sono stati i momenti salienti e chi sono stati i compagni di avventura di questo evento?

“Lo specialty coffee è stato assoluto protagonista della scena, ma la chiave di lettura come ogni anno è stata una divulgazione corale del caffè, con un linguaggio semplice, accessibile, democratico: abbiamo pensato ad un breve viaggio che potesse prendere per mano appassionati, viaggiatori, curiosi o semplici visitatori durante l’intero arco della giornata e guidarli ad una maggiore consapevolezza verso il caffè.

E in linea con la nostra visione abbiamo scelto di farlo attraverso degustazioni guidate di esclusive monorigini specialty di tanti amici roasters italiani e il racconto delle tante similitudini con i mondi affini del vino, dell’olio, del cioccolato e della birra artigianale, a cui va il merito di aver creato nel tempo contenuti e curiosità tra i consumatori.

Una delle masterclass (foto concessa)

Il programma di masterclass, talk, workshop e sessioni di degustazione di specialty coffee pensato e condiviso con Sca Italy e con la regia di Gambero Rosso è stato fitto ed intenso, la volontà comune era quella di offrire un’occasione di dialogo, di confronto, ma anche di formazione e di svago.

Il festival rappresenta oggi un appuntamento che mira ad allargare la comunità dei coffee lovers, prendendoli per mano attraverso l’entusiasmo e la passione dei tanti roasters, baristi, esperti del settore e professionisti accorsi in Sicilia e che ringrazio di cuore per la loro presenza.

E’ grazie alla loro quotidiana dedizione, che possiamo oggi coltivare il sogno di perseguire insieme un cambiamento epocale che possa donare il giusto valore al caffè, esplorando nuove opportunità e prospettive per l’intera filiera.

Nonostante l’ondata anomala di caldo e le temperature proibitive oltre i 30° che hanno di fatto anticipato l’arrivo dell’estate già alla prima settimana di giugno, il festival ha aperto le porte ai primi coffee lovers già dalle 8 del mattino, accompagnando gli ospiti lungo l’intero arco della giornata con interessanti esperienze di degustazione di specialty coffee dei più rappresentativi roasters specialty del panorama nazionale, worhshop di latte art e gare ‘amatoriali’ di roasting ‘Link’ aperte presso il piccolo ‘roasting village’ allestito proprio sul mare.

L’accademia di Gambero Rosso si è riempita di un aroma unico ospitando i nuovi formati di competizione Sca Italy dedicati ai migliori baristi della città e organizzati grazie alla professionalità e disponibilità del team SCA (Alberto, Antonella, Andrea, Filippo, Giuseppe, Alessio, Federico per citare qualcuno dei protagonisti).

Tra i momenti più significativi, oggi simbolo del nostro festival, di certo le masterclass condotte nella ‘coffee arena’ allestita davanti le antiche mura della città, con la maestria di alcuni compagni di viaggio come Mauro, Andrej, Marzio, Emanuele, Maria Antonietta, Simone, Arturo con cui abbiamo intrattenuto ed incuriosito i partecipanti, condiviso tante degustazioni guidate, raccontando loro i parallelismi tra terroir e processi di lavorazione e scoprendo insieme le interessanti sfumature e la complessità sensoriale del caffè, attraverso inediti abbinamenti tra esclusivi caffè specialty estratti a filtro o in espresso, e i mondi affini.

Tra le novità più apprezzate alcuni format di approfondimento mirati e snelli organizzati all’interno della nostra caffetteria specialty Morettino Lab, come i workshop sul processo di tostatura ed i cupping dei caffè tostati da Paolo Scimone, i talk che sono risultati essere partecipati, divertenti e coinvolgenti, in compagnia di alcuni ospiti.

Con noi alcuni produttori siciliani di frutti tropicali e di antiche colture come la canna da zucchero e il tabacco con cui abbiamo raccontato una ‘Sicilia inedita’, e l’amica Valentina Palange che ha presentato il suo libro ‘In Italia il caffè fa schifo’.

E per i più temerari che sono rimasti con noi ad osservare uno straordinario tramonto sul mare, il festival si è protratto con alcuni live show: dalla preparazione della granita al caffè secondo l’antico metodo delle Neviere con il Maestro Cappadonia, alla proposta di inedite ricette di coffee mixology fino alla proposta di alcune trame musicali delle terre di origini del caffè con giovani musicisti locali ed internazionali che ci hanno accompagnato fino a tarda sera.”

Se volesse fare un bilancio del coffee festival allargando la prospettiva al settore del caffè, quali sono le sue sensazioni? E quali le prospettive del festival?

“Il settore del caffè sta attraversando un momento di grande criticità a livello strutturale, guardando all’intera filiera sono tante le sfide a cui assistiamo e a cui dobbiamo far fronte quotidianamente sotto il profilo finanziario, commerciale, climatico e culturale. E credo che in questo contesto che rimane davvero molto complicato, riuscire a dedicare tempo e risorse, per l’organizzazione di un festival di questo genere, possa essere un segnale positivo per l’intera comunità e per il territorio.

Una volontà di voler guardare oltre le difficoltà che ci circondano e di decidere di far parte attiva del percorso di cambiamento sociale, culturale tanto auspicato. Il programma sul quale abbiamo lavorato diversi mesi, era davvero ricco di contenuti e di persone di riferimento del mondo del caffè, un team allargato che ringrazio per la passione e l’entusiasmo messo in campo.

Abbinamenti con altri prodotti (foto concessa)

Siamo stati in grado di accompagnare e stimolare un pubblico trasversale, che in Sicilia come in Italia, è ancora fortemente ancorato alle tradizioni e ai falsi miti, e che può guardare al caffè con una differente prospettiva: il caffè può e deve tornare ad essere un piacere da scoprire e gustare con il giusto tempo e la giusta consapevolezza, aldilà dei noti aspetti funzionali legati alla caffeina.

Abbiamo in questi ultimi giorni raccolto tantissimi feedback positivi da professionisti e addetti ai lavori qualificati, e dai partecipanti al programma di degustazioni, masterclass e talk, per cui poter essere fieri e soddisfatti. Nelle riunioni di debrief che hanno seguito il festival abbiamo condiviso una valutazione anche di tutti gli aspetti tecnici ed organizzativi migliorabili, in vista della prossima edizione già fissata in calendario.

Un festival che vuole allargare la platea ad un pubblico sempre più sensibile, consapevole ed evoluto e che vuole coinvolgere sempre più giovani che devono guardare al Sud con una prospettiva positiva, scegliendo di restare o di tornare e soprattutto di investire sul proprio bagaglio di conoscenze e di esperienze. Appuntamento a Palermo il 16-17 Maggio 2026.”

Arturo Morettino, voi tramandate una tradizione di famiglia dal 1920, e avete sempre investito sulla cultura del caffè, come si inserisce il festival in questa visione e come osserva l’attuale contesto del caffè?

“Si per noi Morettino la divulgazione della cultura del caffè è sempre stata l’anima della nostra attività imprenditoriale, dalle attività socio-culturali del museo del caffè, ai programmi formativi della scuola del caffè fino alle visite didattiche nella piantagione sperimentale del caffè e la recente apertura delle nostre caffetterie.

L’unicità e la trasversalità di questo festival sono collegate all’essenza stessa del mondo del caffè: espressione di identità, territori e popoli. Siamo negli anni riusciti a creare un’armonia unica mettendo insieme e a confronto mondi e spartiti apparentemente diversi, come quelle dello Specialty Coffee, del vino, dell’olio, del cioccolato, ma protagonisti di uno straordinario ensable musicale.

Il caffè servito come il vino (foto concessa)

Un evento che potremmo definire come un caleidoscopio culturale, in cui gli spunti per fare informazione sulla filiera si sono alternati a momenti di svago e spensieratezza a pochi passi dal mare, unendo idealmente l’Italia del caffè da Trieste fino a Palermo. E proprio qui davanti le antiche mura della città, abbiamo costruito una sapiente integrazione non solo di territori, profumi e gusti, ma di culture, anime e visioni.

Il festival oggi è un unicum nella visione, nei contenuti e nel format e crediamo che possa essere una delle strade di divulgazione da continuare a percorrere con entusiasmo e dedizione, con la speranza di poter dare seguito a quella rivoluzione culturale, stimolata dai caffè specialty che sembra solo agli inizi.

Nel mondo del chicco c’è ancora poca consapevolezza e così noi torrefattori – che preferisco definire ‘caffecultori’, in quanto attori di una filiera che dovrebbero sempre costruire cultura attorno al caffè – dobbiamo perseguire nel cambiamento degli storici paradigmi linguistici legati al caffè, con differenti linguaggi in grado di attrarre i giovani e le nuove generazioni di amanti della bevanda che hanno l’opportunità di viaggiare, sperimentare differenti modalità di consumo e di apprezzare nuovi profili esperienziali legati al caffè.

Crediamo che non ci possa essere sapore senza sapere, ed è con questo credo che continuiamo a tramandare la nostra passione di famiglia. Siamo consapevoli che in Italia c’è ancora tanto da fare, perché l’approccio del consumatore e di tanti stakeholders del settore caffeicolo a questa bevanda è molto superficiale. Occorre perseverare sulla strada della divulgazione e della condivisione, per coltivare una maggiore consapevolezza di ciò che si beve (e che si mangia), tenendo a mente che il caffè è un meraviglioso frutto della terra.”

Crede che la Sicilia, terra simbolo di integrazione tra popoli e culture, possa essere un centro di diffusione anche per la cultura del caffè?

“La nostra è una terra straordinaria che gode di un patrimonio unico di ricchezze artistiche, culturali ed enogastronomiche. E storicamente ha sempre rappresentato un centro di accoglienza, integrazione e diffusione culturale.

Ogni dominazione, popolo e cultura che è passato dalla Sicilia l’ha in qualche modo arricchita, donandole un’impronta e un’identità unica: dai fenici ai greci, dai romani ai bizantini, passando dalla dominazione araba, fino ai normanni, agli aragonesi ed agli spagnoli, prima di essere annessa al Regno d’Italia: tutti hanno lasciato qualcosa.

Il nostro carattere, i nostri colori, le nostre ricette, le nostre espressioni linguistiche sono un mosaico di stili e culture cosi come il caffè, miscela unica di sapori ed espressioni delle terre di origine. Il caffè in Sicilia è un antico rituale, un caloroso benvenuto, e un profumato arrivederci. Amiamo accogliere gli ospiti della nostra terra con un caffè e valorizzare i loro saperi, è questo è stato anche lo spirito di questo festival.

Federico II, pur essendo imperatore del Sacro Romano Impero, era anche re di Sicilia e cercò di mantenere un difficile equilibrio tra le diverse componenti della sua società e non cacciò gli arabi, ma li integrò nel suo regno, sfruttando la loro conoscenza in campo amministrativo e culturale, come per esempio nella corte di Palermo. Riteniamo che durante la loro dominazione, gli arabi abbiano introdotto il caffè qui in Sicilia e contribuito alla diffusione del rito del caffè, della sua lentezza e sacralità e da loro abbiamo ereditato nei secoli un rapporto quasi spirituale con la bevanda.

Oggi a distanza di secoli il caffè è ancora un forte simbolo di amicizia e condivisione, ma di certo per tramandare e valorizzare la nostra antica tradizione, occorre un maggior rispetto verso la materia prima ed una maggiore consapevolezza verso la bevanda, che proviamo a trasmettere alle nuove generazioni. Negli ultimi anni abbiamo osservato come l’approccio al caffè in città stia gradualmente cambiando grazie alla curiosità di tanti giovani e alla maggiore attrattività della nostra città e dei luoghi dove bere un buon caffè.

Tutti i recenti progetti socio-culturali pensati con e per la città, le numerose attività della Comunità emblematica di Palermo del Rito del caffè espresso italiano per il sostegno della candidatura Unesco, da me coordinata, e le nuove sfide portate avanti negli ultimi anni, sono un esempio virtuoso della costante opera di diffusione e le nuove sfide imprenditoriali portate avanti negli ultimi anni, sono un esempio virtuoso della costante opera di diffusione che portiamo avanti con dedizione e un po’ di sana follia, in una città difficile e controversa come Palermo che amiamo profondamente.

Continuiamo a convivere con un’avversità storica e gattopardiana al cambiamento, ma ritengo che nulla arrivi per caso, ed ogni risultato e successo sia conseguenza di amore, passione e voglia di cambiare. La rivoluzione culturale del caffè passa anche dalla Sicilia e da Palermo.”

Futures degli arabica sempre più in giù, anche Nestlé prevede prezzi in discesa

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Il logo dell'Ice

MILANO – Continua la corsa al ribasso dei futures degli Arabica. Nelle prime tre sedute della settimana, il contratto per scadenza settembre dell‘Ice Arabica ha perso il 6,8% chiudendo a 322,30 centesimi nella seduta di mercoledì 18 gennaio. Il mercato newyorchese era chiuso ieri per il Juneteenth, festività che commemora l’abolizione della schiavitù negli Stati Uniti. Dopo le forti perdite di mercoledì, Londra è oscillata entro un range molto ristretto terminando con perdite minime.

Il contratto per scadenza settembre ha concluso infatti la giornata in ribasso di $4, a un nuovo minimo di 3.887 dollari.

Il mercato del caffè si sta muovendo verso una stabilizzazione al ribasso dei prezzi, dopo un periodo di forti rialzi esacerbati dalla speculazione. Così Marcelo Melchior, ceo di Nestlé Brasil.

Il trend di mercato è a una diminuzione dei prezzi, a patto che non ci siano gelate nelle aree brasiliane degli arabica, ha detto Melchior in un’intervista a Reuters aggiungendo che il rischio è attualmente molto basso.

Questo scenario spiega i prezzi dei futures in calo e i diminuiti appetiti speculativi

Gli speculatori esterni che erano entrati nel mercato comprando contratti futures sul caffè si stanno ora ritirando o si sono già ritirati, ha aggiunto.

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Unione italiana food: nel 2024 esportacaffè per 56 miliardi di tazzine di espresso

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Il logo Unione Italiana Food

POLLENZO (Cuneo) – “Viviamo tempi complessi ma non dobbiamo perdere di vista fiducia e visione per il futuro. Negli ultimi tre anni la perdita di potere d’acquisto e la pressione inflattiva hanno colpito anche i consumi alimentari, spingendo il consumatore a scelte di risparmio e riducendo il valore aggiunto. Come industria alimentare, abbiamo un compito che va oltre il produrre cibo: sosteniamo territori e comunità, nutriamo le persone ma anche le loro emozioni e le relazioni che un pasto condiviso accende. Non a caso, qualche anno fa, in un altro momento particolarmente difficile gli italiani sono ripartiti dalla qualità dei prodotti industriali per ricostruire la normalità perduta” ha dichiarato Paolo Barilla, presidente di Unione Italiana Food, in occasione della VII assemblea annuale di Unione Italiana Food, che si è svolta a Pollenzo.

“Siamo orgogliosi del nostro essere ‘industria’ e vogliamo far conoscere a tutti cosa c’è dietro questo termine che alcuni considerano in modo riduttivo. Il nostro saper fare che si traduce in operosità, impegno quotidiano, miglioramento continuo, innovazione. Il mondo riconosce e apprezza questa vocazione alla qualità che traduciamo in prodotti ad alto valore di servizio, sicuri, sostenibili ed accessibili”, conclude Barilla.

La scelta dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo per presentare i risultati e visione del futuro di Unione Italiana Food è fortemente simbolica: qui si incontrano impresa e cultura, tradizione e ricerca, industria e formazione.

Dell’“università del gusto” Unione Italiana Food è partner Sstrategico per sostenere una serie di iniziative che promuovono l’identità e la qualità del cibo italiano nel mondo e rimarcare l’impegno a coltivare un’industria alimentare consapevole, radicata nel territorio e determinata a proiettare anche nel futuro il saper fare degli imprenditori italiani del food.

I risultati del 2024 dimostrano questa fiducia: il fatturato ha avuto una crescita toccando i 58 miliardi di euro (+2,6%) di cui 23 miliardi (il 40%) derivanti dall’export (+11,4 sul 2023); oltre 500 aziende che danno lavoro a 100mila persone e investono ogni anno 3 miliardi di euro per innovare, migliorare e rendere più sostenibili filiere, processi e prodotti, rispondere alle esigenze del consumatore, anticipare nuove tendenze di mercato.

Anche in un momento storico segnato a livello globale da instabilità, sfide economico-sociali inedite e, a livello nazionale, dalla riduzione del potere d’acquisto degli italiani, la “fetta” di industria alimentare rappresentata da Unione Italiana Food continua a rappresentare una delle forze più vitali del Made in Italy. È quanto emerge dal Rapporto Annuale dell’Associazione, che racconta il proprio impegno per portare sulle tavole degli italiani cibo di qualità, sicuro, ad alto valore aggiunto, sostenibile e accessibile.

La fotografia scattata da Unione Italiana Food racconta lo stato di salute di 24 categorie merceologiche e 900 marchi simbolo del Made in Italy.

Solo per citarne alcuni, pasta, dolci, caffè, salse e sughi pronti, surgelati, sottoli e sottaceti, verdure e minestre pronte, con un’impronta distintiva fatta di gusto, sicurezza, innovazione e sostenibilità.

Sono prodotti che rappresentano quel mix tra identità e innovazione che caratterizza, da sempre, l’alimentare italiano i cui trend costituiscono oggi uno spaccato fedele della spesa degli italiani.

Il paniere di prodotti rappresentati da Unionfood è costituito da prodotti “tradizionali” (pasta, lievitati da ricorrenza, cioccolato, caffè, tè e infusi, ecc.) restano una “fetta” significativa, circa il 50%, sul fatturato totale, mentre il cosiddetto “tradizionale evoluto” (caffè in cialde, surgelati, verdure pronte di IV gamma, sughi e piatti pronti, nuovi prodotti dolciari, ecc.) rappresenta ormai il 30% a valore. E pesano il 20% i ed i “prodotti innovativi”, cibi e bevande dall’alto livello di servizio che soddisfano le richieste di consumatori sempre più esigenti per quanto riguarda la conservazione e la preparazione dei piatti e gli aspetti nutrizionali e salutistici (cibi light, integratori alimentari, prodotti per particolari categorie come celiaci o diabetici, ecc.).

Le categorie del food italiano più performanti

Nel dettaglio, pur in un clima incerto, l’anno scorso i comparti di Unionfood hanno mostrato segnali di crescita moderata, con l’export vero e proprio motore di sviluppo. La pasta, con oltre 4 milioni di tonnellate prodotte (+5% nei volumi) e una quota export del 58% conferma la leadership mondiale italiana.

Il comparto dolciario vale quasi 19 miliardi di euro (+2,5% rispetto all’anno precedente) e compensa con l’export la contrazione dei consumi interni. Crescono surgelati (5,7 miliardi di euro, +1,8 sul 2023) e caffè per un valore 4,7 miliardi di euro (+,8,5% sul precedente).

Stabili i prodotti vegetali (valgono 4,8 miliardi di euro) con un picco per la IV gamma, e cioè frutta e ortaggi freschi lavati e pronti al consumo, o vellutate, minestre e zuppe pronte, che riflettono le attuali abitudini alimentari, orientate a praticità, freschezza e riduzione degli sprechi.

Anche la crescita del settore delle preparazioni alimentari (5,3 miliardi di euro, +5,1% sul 2023) mostra la predilezione degli italiani per prodotti premium (brodi, minestre, salse e sughi pronti) che coniugano praticità e gusto.

A proposito di innovazione, anche il settore degli integratori registra ottimi valori (4,9 miliardi di euro) ma con una crescita più marcata (+5,9%, con picchi per probiotici, sali minerali e integratori per l’insonnia e il benessere mentale.

Il futuro del cibo italiano

Il Presidente di Unione Italiana Food, Paolo Barilla, ha inoltre dichiarato: “La nostra è un’industria che unisce tradizione e innovazione, che ha portato verso il futuro il sapere artigianale italiano e che investe in tecnologia, export, salute e sostenibilità.” – per poi concludere – “Il nostro domani si gioca sulla capacità di produrre valore per il consumatore italiano e globale, per le imprese e per l’Italia. E questo valore si chiama qualità che il consumatore ci riconosce negli acquisti”.

30 miliardi di piatti di pasta, 56 miliardi di tazzine di caffè, quasi 1 miliardo di kg tra biscotti, fette biscottate, crackers e dolci come pandori, panettoni e colombe.  E 4 miliardi di prodotti a base di cioccolato.

L’export 2024 dei settori rappresentati dall’Associazione ha registrato risultati straordinari: sfiorando i 23 miliardi di euro (+11% in valore) rappresenta il 40% del totale export 2024 di tutto il settore alimentare. Germania, Francia, Stati Uniti, Regno Unito, Spagna e Polonia, attratti dalla qualità e autenticità della tradizione gastronomica italiana, si confermano i principali mercati di destinazione. Mentre Asia, Nord Europa e Medio Oriente rappresentano nuove opportunità per referenze salutistiche e plant-based.

Resta aperto il nodo USA con i dazi che potrebbero frenare l’export verso il primo mercato extra-UE.

“Per il 2025 ci aspettiamo un rimbalzo, ma non torneremo ai valori del 2023, quando la crescita è stata superiore al 6%” – afferma Carmine Garzia, Professore di Management e responsabile scientifico dell’Osservatorio Food Industry Monitor dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo. “Le prospettive per il 2025 sono positive, ma andranno sicuramente riviste al ribasso in caso di attivazione dei dazi doganali. Quanto sta accadendo deve farci riflettere seriamente sull’opportunità per le imprese italiane del settore food di dare una forte accelerazione alle strategie d’internazionalizzazione, con investimenti diretti esteri che richiedono sia risorse finanziarie sia competenze manageriali” aggiunge Garzia.

La scheda sintetica dell’Unione Italiana Food

Unione Italiana Food è la “casa” associativa di ben 530 eccellenze dell’industria italiana, che producono oltre 900 marchi che finiscono sulle tavole degli italiani e degli amanti del cibo italiano di tutto il mondo.

Le aziende che fanno parte di Unione Italiana Food sono grandi marchi e PMI radicate sul territorio, che rappresentano tanti simboli del Made in Italy: solo per citarne alcuni, caffè, pasta, cioccolato, gelati, prodotti da forno, confetteria e chewing gum, surgelati, sottoli e sottaceti, salse, sughi e condimenti, minestre, confetture e miele, alimenti per la prima l’infanzia, integratori alimentari, ortofrutta fresca confezionata, nettari di frutta e ortaggi, tè, infusi e tisane, spezie ed erbe aromatiche.

Un panorama eterogeneo che spazia dalla tradizione all’innovazione e risponde alle esigenze – piacere, benessere, praticità, accessibilità – che cerchiamo tra gli scaffali e i banchi frigo del supermercato.

Nestlé Food Bank Alliance: al via la nuova alleanza per ridurre lo spreco alimentare

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Nestlé Food Bank Alliance (image provided)

ASSAGO (Milano) – Dall’unione delle partnership di lunga data di Nestlé con il Global FoodBanking Network (GFN), la Feeding America (FA) e la European Food Banks Federation (FEBA), è stata lanciata la Nestlé Food Bank Alliance, l’iniziativa globale nata per ampliare l’accesso al cibo e ridurre gli sprechi alimentari in tutto il mondo.

Attraverso questo progetto, Nestlé e i suoi partner collaborano per contribuire a rafforzare le attività di food banking.

Queste reti operano in oltre 80 Paesi, raggiungendo più di 100 milioni di persone a livello globale con un’assistenza alimentare fondamentale. Il lavoro di questa alleanza comprenderà la condivisione delle migliori pratiche per sostenere le iniziative locali di food banking sul campo, la collaborazione su iniziative per la riduzione dello spreco alimentare e per migliorare le opportunità di donazione per i dipendenti.

Approfondendo le relazioni e promuovendo la collaborazione tra Nestlé e i banchi alimentari in diverse aree geografiche, l’Alleanza mira a migliorare la qualità, la coerenza e la portata dell’assistenza alimentare dove è più necessaria.

La Nestlé Food Bank Alliance riflette il costante impegno di Nestlé nei confronti delle comunità, con un focus particolare sull’accesso al cibo. Nel 2024, l’azienda ha contribuito con 152 milioni di franchi svizzeri a cause benefiche, di cui 110 milioni in donazioni di prodotti[1], sostenendo sia le partnership a lungo termine con i banchi alimentari sia gli interventi di soccorso a breve termine in caso di calamità in tutto il mondo.

Il lancio della Nestlé Food Banking Alliance si basa su decenni di collaborazione locale. In Italia, infatti, da anni Nestlé supporta le attività di Banco Alimentare e nel solo 2024 ha donato all’associazione più di 1.500 tonnellate di prodotti, pari a 31mila carrelli della spesa, mentre nei primi cinque mesi del 2025 le donazioni ammontano già a circa 560 tonnellate.

Nel nostro Paese, inoltre, l’impegno di Nestlé in questo campo si concretizza anche in una serie di iniziative per contrastare lo spreco di cibo, promuovendo pratiche di economia circolare. Emblematico in questo senso è il progetto sperimentale “Live Haze”, che, attraverso la partnership con cinque università italiane e diverse aziende del settore food, ha permesso di utilizzare 6 tonnellate di bucce di nocciole scartate dai processi industriali come mangime per gli animali. In questo contesto si inserisce anche l’iniziativa “Nescafé From Waste to Taste”, con cui Nestlé Professional ha promosso il recupero di fondi di caffè esausto, i quali hanno contribuito a creare nuove tazzine personalizzate, trasformando quindi uno scarto in una preziosa risorsa.

“Siamo orgogliosi del lancio della Nestlé Food Bank Alliance, che rappresenta un passo significativo del nostro impegno globale per contrastare lo spreco alimentare e ampliare l’accesso al cibo. Crediamo fermamente che ogni azione conti e che, unendo le forze con i nostri partner, possiamo fare la differenza nelle comunità e fornire il nostro contributo per costruire un futuro migliore e più equo per tutti” ha affermato Marta Schiraldi, head of sustainability Nestlé Italia.

Per ulteriori informazioni sulle iniziative di Nestlé per l’impatto sulla comunità basta cliccare qui.

La scheda sintetica del Gruppo Nestlé

ll Gruppo Nestlé opera in 187 Paesi con più di 2000 marche tra globali e locali, è l’azienda alimentare leader nel mondo, attiva dal 1866 nella produzione e distribuzione di prodotti per la Nutrizione, la Salute e il Benessere delle persone. Good food, Good life è la nostra firma e il nostro mondo. Nel nido che condividiamo – simbolo di protezione, crescita e identità – lavoriamo ogni giorno per sostenere il benessere delle persone di tutto il mondo, con un impegno concreto verso la nutrizione, il pianeta, le persone e le comunità in cui operiamo.

Presente da oltre 110 anni in Italia, Nestlé rinnova ogni giorno il suo impegno attraverso azioni concrete, esprimendo con i propri prodotti e marchi tutto il buono dell’alimentazione. L’azienda opera nel Paese in 9 categorie merceologiche, con un portafoglio di oltre 90 marche, tra cui: Meritene, Pure Encapsulations, Vital Proteins, Optifibre, Modulen, S.Pellegrino, Acqua Panna, Levissima, Bibite e aperitivi Sanpellegrino, Purina Pro Plan, Purina One, Gourmet, Friskies, Felix, Nidina, Nestlé Mio, Nespresso, Nescafé, Nescafé Dolce Gusto, Starbucks, Orzoro, Nesquik, Garden Gourmet, Buitoni, Maggi, Perugina, Baci Perugina, KitKat, Galak, Smarties, Cereali Fitness.

Victoria Arduino presenta a Ginevra la tecnologia d’estrazione PBtech con il campione del mondo barista 2024 Mikael Jasin

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Scopri come Mikael Jasin sfrutta le potenzialità del PBtech per il suo caffè (immagine concessa)

BELFORTE DEL CHIENTI (Macerata) – Bilanciare i flavour è sia una scienza che un’arte, basata su formazione professionale, intuizione ed esperienza. Victoria Arduino ha combinato la sua conoscenza sul caffè, il continuo confronto con i professionisti e il suo spirito innovativo per creare una nuova tecnologia in grado di prendersi cura del tuo caffè ed estrarlo al meglio per ottenere un risultato bilanciato in tazza in termini di aroma e flavours.

Si chiama PBtech ed è un sistema on/off che in fase di estrazione è in grado di ridurre i picchi di acidità e amarezza, valorizzando la dolcezza del caffè e garantendo sempre consistenza e ripetibilità.

PB Tech (immagine concessa)

Per comprenderlo appieno è necessario provarlo. “Con PB Tech riesco a ottenere un espresso più morbido e rotondo grazie allo specifico stile di estrazione – spiega Mikael Jasin, 2024 World Barista Champion. “Attivo la funzione PBtech per la maggior parte dei nostri caffè a Omacoffee. Di solito, con il PBtech riesco a estrarre in minor tempo grazie all’agitazione dell’acqua all’interno del portafiltro.”

PBtech, infatti, estrae i solidi offrendo un corpo pieno e ricco mentre dissolve i composti aromatici di ogni caffè. Inoltre bilancia l’acidità e evita l’amarezza nella tua tazza.

Per scoprire cosa pensa Mikael Jasin del PBtech basta cliccare qui.

 Sarà possibile scoprire PBtech a World of Coffee Geneva (June 26-28) at stand #1739

 Semplice, automatico, consistente

PBtech è estremamente semplice da usare grazie alla sua tecnologia di estrazione on/off: in fase di creazione ricetta è sufficiente decidere se attivarlo o meno per lavorare tutto il giorno senza pensieri.

Basta avviare l’estrazione e poi occuparsi di altre attività a maggior valore aggiunto come la relazione col cliente, il montaggio del latte o altro ancora. PBtech, infatti, non richiede variabili da tenere in considerazione e la presenza del barista davanti la macchina durante l’intera fase di estrazione, ma garantisce un flusso di lavoro rapido e senza sprechi e soprattutto un risultato sempre consistente.

Ma è l’esperienza in tazza a sorprendere: PBtech ha ottenuto risultati eccellenti sia con caffè mainstream che specialty. In relazione al profilo di tostatura, offre un corpo pieno e rotondo, equilibrio e dolcezza in tazza.

PBtech si basa su una tecnologia stabile e consistente che garantisce ripetibilità in ogni tazza. Provalo con il tuo caffè e scopri come PBtech può rivelare nuovi flavour del tuo espresso.

Funzionalità di PBtech

PBtech è una tecnologia brevettata di Victoria Arduino ed è una funzione ON/OFF disponibile nelle macchine da caffè professionali Black Eagle Maverick e E1 Prima PRO. Può essere personalizzata per ogni gruppo, per ogni ricetta.

Puoi facilmente riconoscere quando la funzione PBtech è attiva grazie al suono distintivo proveniente dalla valvola PB-Tech. Questa valvola alterna cicli di apertura e chiusura dell’acqua, permettendo alla pressione di raggiungere la pasticca di caffè solo in particolari fasi dell’estrazione.

Quando la valvola è spenta, l’acqua rimane in contatto con la pasticca di caffè e, appena la valvola si riapre, la pressione della macchina spinge quell’acqua fuori, creando più spazio per la nuova acqua proveniente dalla valvola.

In questo modo, la pasticca di caffè ha più spazio per espandersi e l’acqua riesce a raggiungere più caffè senza pressione, ottenendo un’estrazione armoniosa in grado di portare il miglior equilibrio di aromi e flavour e consistenza nella tua tazza di espresso.

Il servizio espresso (immagine concessa)

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Ferrero tra i potenziali acquirenti del marchio australiano Arnott’s Biscuits Limited

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Ferrero salmonella Wells kinder bueno
Il logo della Ferrero

Secondo alcune fonti, la multinazionale Ferrero, con sede a Alba, rientra tra i potenziali acquirenti per gli asset Arnott’s Biscuits Limited, celebre marchio australiano di biscotti. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale d’informazione La Voce di Alba.

Arnott’s Biscuits Limited nel mirino di Ferrero

ALBA (Cuneo) – Ferrero torna a far parlare sullo scacchiere internazionale. Secondo fonti autorevoli, il colosso dolciario con sede ad Alba sarebbe tra i potenziali acquirenti di alcuni asset di Arnott’s Biscuits Limited, celebre marchio australiano di biscotti, attualmente controllato dal fondo americano KKR.

Dopo aver sondato la possibilità di acquisire Darrell Lea, storico brand australiano di cioccolato e liquirizia, Ferrero avrebbe ora messo nel mirino una nuova opportunità: una parte delle attività di Arnott’s, soprattutto quelle in Asia e Australia, attualmente in fase di dismissione da parte dei proprietari.

Tra queste figurano impianti produttivi in Malesia e Indonesia, alcune linee produttive in Australia – come quelle dedicate a zuppe e brodi Campbell’s – e altri marchi distribuiti tra Oceania e Asia. Anche se si tratta delle divisioni meno redditizie dell’impero Arnott’s, la mossa conferma l’interesse strategico di Ferrero per rafforzare la propria presenza nel mercato asiatico e oceanico.

Per leggere la notizia completa basta cliccare qui

Starbucks Barista Championship Italia 2025: trionfa Veronika Lepichova

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La vincitrice dello Starbucks Barista Championship Veronika Lepichova nel corso di una delle prove (immagine concessa)

ROMA – Si è disputata il 18 gennaio la finale italiana dello Starbucks Barista Championship 2025, la competizione annuale che dal 2014 riunisce partner (dipendenti) provenienti da 42 Paesi situati in Europa, Medio Oriente e Africa. La finale italiana è stata ospitata presso il Flagship Store Starbucks di piazza San Silvestro a Roma, aperto a novembre 2024 in collaborazione con Percassi, licenziatario esclusivo del marchio in Italia.

La competizione Starbucks Barista Championship

Questa competizione celebra da 12 anni l’arte e la passione che si cela dietro alla creazione della tazzina di caffè perfetta, mettendo in luce anche i legami unici che i partner (dipendenti) instaurano con i clienti. Diventare un Barista Champion richiede infatti una combinazione di talento, duro lavoro ed una profonda conoscenza del caffè.

La vincitrice dello Starbucks Barista Championship Veronika Lepichova insieme a Vincenzo Catrambone general manager di Starbucks Italia (immagine concessa)

La finale italiana ha riunito presso il flagship Store i migliori 8 baristi della nostra penisola, che hanno messo alla prova le loro abilità in una serie di sfide avvincenti. Tre le prove in programma che verificano competenze trasversali, tra cui la preparazione del caffè e la capacità di raccontarlo, la latte art e la creazione di bevande speciali.

Ad aggiudicarsi il titolo di Barista Champion Italia 2025 Veronika Lepichova, 22 anni, che ha iniziato a lavorare in uno store Starbucks a Praga 6 anni fa e da tre anni vive in Italia.

Gli 8 semifinalisti dello Starbucks Barista Championship 2025 (immagine concessa)

Veronica volerà a Londra a settembre per la finale, dove si riunirà con i vincitori nazionali di tutta l’area EMEA. Dopo diversi giorni di intensa competizione e cameratismo, sarà incoronato l’EMEA Barista Champion 2025.

Il vincitore riceverà l’iconico grembiule viola e avrà l’opportunità di visitare le piantagioni di caffè e di incontrare i produttori in Ruanda che forniscono il caffè Starbucks, per comprendere l’origine del caffè, l’importanza di questo settore per le comunità locali e l’impegno di Starbucks nel sostenerle tramite i propri Farmer Support Centres.

I quattro finalisti (immagine concessa)

Quest’anno, Starbucks ha organizzato per la prima volta anche una competizione globale, che ha riunito i campioni regionali per l’assegnazione del titolo finale. Nobuki, dal Giappone, ha conquistato il primato di fronte a quasi 14.000 Green Apron Partners a Las Vegas all’inizio di questo mese.

“Siamo felici di aver ospitato presso il nostro magnifico flagship store di piazza San Silvestro la finale del Barista Championship avvincente, che si è contraddistinta per una sana competizione da parte di tutti i partecipanti in gara. Celebriamo con entusiasmo chi ha saputo distinguersi in questa sfida, mettendo in campo grande talento e determinazione, che potrà essere di ispirazione per tutti gli altri partner”, ha dichiarato Vincenzo Catrambone, General Manager di Starbucks Italia.

Indirizzo: Piazza San Silvestro 6, 00187, Roma (RM)

Orari: lunedì – domenica dalle 7:30 alle 21:30

La scheda sintetica di Starbucks Coffee Company

Dal 1971, Starbucks Coffee Company è impegnata nell’approvvigionamento etico e nella torrefazione di caffè Arabica di alta qualità. Con oltre 33.000 negozi in tutto il mondo, oggi Starbucks è il primo torrefattore e rivenditore di specialità caffearie al mondo.

Grazie al nostro impegno costante per l’eccellenza e i nostri valori, portiamo l’unicità della Starbucks Experience nella vita di tutti i nostri clienti attraverso ogni singolo caffè.

La scheda sintetica di Percassi

Percassi è una società le cui attività comprendono lo sviluppo e la gestione di reti commerciali in franchising di importanti marchi (come Gucci, Armani Exchange, Saint Laurent, Nike, Jordan, Victoria’s Secret, Bath&Body Works, LEGO, Garmin in ambito fashion-beauty e consumer, e Starbucks nel food). Il gruppo Percassi è anche attivo nella gestione di brand propri (KIKO Milano, Womo e Bullfrog nel settore della cosmetica, Atalanta in ambito sportivo, Da30Polenta nel food).

Percassi opera anche in ambito real estate per la realizzazione di importanti progetti immobiliari nel settore commerciale e direzionale. Per ulteriori informazioni: www.percassi.com

Caffè Vergnano World Cup: iscrizioni per la competizione aperte fino al 30/06

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Il ritorno della competizione (immagine concessa)

SANTENA (Torino) – Caffè Vergnano invita i baristi esperti da tutto il mondo a mostrare la loro arte nella preparazione del caffè in un’appassionante competizione internazionale. Un’occasione irripetibile per la propria crescita personale e professionale, che offre ai partecipanti l’opportunità di essere valutati da prestigiosi coffee expert e di fronteggiare baristi altamente qualificati provenienti da tutto il mondo.

E per il vincitore assoluto, un’esperienza unica: un viaggio da sogno in una piantagione di caffè, per scoprire da vicino le origini di ogni chicco. Al secondo classificato verrà regalata una macchina espresso ad uso domestico Rivelia De’Longhi, mentre il terzo riceverà un Training Latte Art Grading System.

I giudici della finale internazionale

La giuria per la finale internazionale sarà composta da quattro giudici: un membro della famiglia Vergnano, un Coffee Expert CCH (Coca Cola Hellenic), due campioni pluripremiati: Fabio Dotti, vincitore mondiale dell’Espresso italiano champion 2017,
Campione italiano di Cup Tasting 2020-2022-2023, Q Arabica Grader,
Trainer Autorizzato SCA e giudice internazionale e Black Examiner nel sistema di certificazione Latte Art Grading System, insieme ad un’ospite d’eccezione.

Come partecipare

Dal 24.03.2025 al 30.06.2025 è possibile iscriversi alla competizione compilando l’apposito modulo e allegando una foto di un cappuccino decorato con Latte art.

Caffè Vergnano selezionerà tra gli iscritti i più talentuosi e li inviterà a partecipare alla selezione italiana per una dimostrazione delle proprie competenze.

Per iscriversi basta cliccare qui e compilare il format in fondo alla pagina.

La selezione nazionale si terrà in un’unica tappa che avrà luogo giorno 22.09.25 presso l’Accademia Vergnano a Chieri.

Il miglior barista eletto in questa fase accederà alla finale internazionale, in programma a novembre a Torino.

Per leggere il regolamento completo basta cliccare qui.

illycaffè riunisce gli chef ambassador con un evento immersivo alla Fondazione Re Rebaudengo

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illycaffè scocchia
L'evento Breakfast with the Stars con Cristina Scocchia (immagine concessa)

TRIESTE – illycaffè, azienda leader nel caffè di alta qualità sostenibile, ha riunito per la prima volta tutti i membri del suo programma Chef Ambassador a Torino in occasione di The World’s 50 Best Restaurants 2025, la prestigiosa classifica internazionale che premia l’eccellenza gastronomica globale e di cui illy è coffee partner esclusivo.

L’evento Breakfast with the Stars

Fondazione Sandretto Re Rebaudengo ha ospitato per l’occasione Breakfast with the Stars, un evento che ha voluto celebrare gli Chef Ambassador illy attraverso un percorso artistico e multisensoriale che ha riunito ben 40 Stelle Michelin, di cui 7 Stelle Verdi per la sostenibilità, e che ha dato modo ai numerosi ospiti intervenuti – tra cui giornalisti italiani e internazionali, food expert, stakeholder e content creator – di vedere rappresentati i valori del programma illy Chef Ambassador, con il quale da anni l’azienda dialoga con l’alta cucina internazionale.

Nato dalla volontà di creare un ponte tra l’universo del gusto e quello del caffè, il programma coinvolge oggi 23 chef provenienti da tutto il mondo, ambasciatori dei principi che da sempre contraddistinguono illycaffè, ricerca della qualità, sostenibilità, attenzione ai dettagli e passione per l’innovazione.

Del programma fa parte una rosa selezionatissima di chef stellati e sostenibili, tra cui i cosiddetti maestri dell’eccellenza illy, ovvero i grandi chef stellati, ma anche gli chef sostenibili, insigniti della Stella Verde dalla Guida Michelin, e i pastry chef, i maestri dell’alta pasticceria contemporanea.

Il cuore dell’experience è stata un’installazione immersiva dedicata al personal blend di ciascun Ambassador, ossia il caffè “su misura” che ognuno di loro ha realizzato nel corso degli anni miscelando in quantità e proporzioni differenti i 9 ingredienti del blend 100% Arabica illy – sulla base del proprio stile e preferenze sensoriali, gustative e olfattive – e che tutt’oggi serve nel proprio ristorante.

23 colonne retroilluminate in plexiglass, da esplorare con i sensi del tatto, dell’olfatto e del gusto, hanno permesso ai partecipanti di scoprire l’identità unica racchiusa in ogni miscela. A completare il percorso, una scenografica tavola d’autore ha accolto gli ospiti con l’esposizione di 23 piatti artistici unici, dipinti a mano da artigiani italiani, rappresentazione visiva dei blend di ciascun chef.

“Con The World’s 50 Best Restaurants condividiamo la visione di un’alta cucina che non è solo tecnica, ma cultura, emozione e racconto. Per questo ci è sembrata la cornice ideale per celebrare il talento dei nostri Chef Ambassador, che rappresentano il meglio della creatività gastronomica contemporanea e con cui abbiamo voluto trasformare il caffè in una forma d’arte da gustare, osservare e vivere. È in questo dialogo tra innovazione, bellezza e identità che si ritrova l’essenza più autentica di illy”, ha dichiarato Cristina Scocchiaamministratore delegato di illycaffè.

 Maggiori informazioni sul programma illy Chef Ambassador e l’elenco completo degli chef sono disponibili sul sito.

La scheda sintetica di illycaffè

illycaffè è un’azienda familiare italiana fondata a Trieste nel 1933, che da sempre si prefigge la missione di offrire il miglior caffè al mondo. Produce un unico blend 100% Arabica composto da 9 ingredienti diversi.

L’azienda seleziona solo l’1% dei migliori chicchi di Arabica. Ogni giorno vengono gustate più di 10 milioni di tazzine di caffè illy nei bar, ristoranti, alberghi, caffè monomarca, case e uffici di oltre 140 paesi, in cui l’azienda è presente attraverso filiali e distributori. Fin dalla nascita illycaffè ha orientato le proprie strategie verso un modello di business sostenibile, impegno che ha rafforzato nel 2019 adottando lo status di Società Benefit e nel 2021 diventando la prima azienda italiana del caffè ad ottenere la certificazione internazionale B Corp.

Tutto ciò che è ‘made in illy’ viene arricchito di bellezza e arte, a cominciare dal logo, disegnato da James Rosenquist, le illy Art Collection, le tazzine decorate da più di 135 artisti internazionali o le macchine da caffè disegnate da designer di fama internazionale. Con l’obiettivo di diffonderne la cultura della qualità ai coltivatori, baristi e amanti del caffè, l’azienda ha sviluppato la sua Università del Caffè che ad oggi svolge corsi in 24 paesi del mondo. Nel 2024 illycaffè ha generato un fatturato consolidato pari a €630 milioni. La rete monomarca illy conta 157 punti vendita in 28 Paesi.

Fabio Verona eletto nel Consiglio direttivo nazionale dell’Associazione stampa agroalimentare italiana

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Il nuovo Consiglio direttivo nazionale 2025 - 2027 (immagine concessa)
MILANO – L’Associazione stampa agroalimentare italiana (Asa) ha recentemente annunciato il rinnovo del suo Consiglio Direttivo Nazionale, alla cui presidenza è stato rinominato Saverio Scarpino, aprendo una nuova fase di progettualità e sviluppo per tutto il settore.
Tra i nomi che compongono il nuovo organo direttivo spicca quello di Fabio Verona, esperto comunicatore e autore del libro “Professione Barista”, da anni impegnato nella divulgazione e nella formazione in ambito food & beverage.

Verona è stato nominato consigliere nazionale Asa con delega agli eventi e alla formazione, un incarico che intende portare avanti con visione strategica e spirito di servizio.

In una breve intervista rilasciata a margine dell’assemblea nazionale, ha dichiarato: “Nel prossimo triennio, uno dei miei obiettivi sarà quello di far crescere l’interesse da parte dei lettori verso il sito ufficiale dell’ASA, www.asa-press.com, valorizzando contenuti utili e autorevoli. Parallelamente, lavorerò affinché il portale della stampa agroalimentare nazionale diventi un punto di riferimento stabile per tutte le aziende del settore, un luogo dove informazione, promozione e cultura possano incontrarsi.”

In quest’ottica, grazie all’impegno della direttrice di redazione Clara Mennella, sono già in corso alcuni rinnovamenti, che coinvolgeranno l’impostazione editoriale e la modalità di interazione con gli operatori della filiera. Da oggi, infatti, è possibile inviare in modo più semplice e rapido comunicati stampa relativi a novità, eventi e presentazioni riguardanti il comparto agroalimentare tramite il link mail diretto “invia un comunicato” presente sulla home page del sito. Un segnale chiaro della volontà dell’Associazione di semplificare il dialogo con imprese, enti e organizzazioni che ogni giorno contribuiscono a far crescere il valore del Made in Italy agroalimentare.

Il nuovo Consiglio Direttivo Nazionale 2025 – 2027 è così composto:

– Saverio Scarpino – Presidente nazionale

– Maria Teresa Bandera – Vice presidente nazionale con delega di tesoriere

– Giorgio Colli – Consigliere nazionale, Vice presidente onorario

– Clara Mennella – Consigliere nazionale con delega alla Direzione della redazione

– Giuseppe Francese – Consigliere nazionale con delega ai rapporti con gli enti istituzionali

– Fabio Verona – Consigliere Nazionale con delega alla Formazione degli Associati e Organizzazione Eventi

– Carmen Pascu – Consigliere nazionale con delega ai Rapporti con gli Enti internazionali

Gli altri organi eletti:

– Collegio dei Probiviri: Rosanna Ajelli, Salvatore Mazza

– Collegio dei Revisori dei Conti: Patrizia Rognoni, Gudrun Dalla Via

– Segreteria del Consiglio direttivo e al tesseramento associati – Marina Bozzolan

Per Verona e il nuovo direttivo, l’Asa potrà essere un vero moltiplicatore di opportunità per tutte le aziende del comparto, offrendo visibilità qualificata e supporto concreto nelle attività di comunicazione.

Per comunicazioni riguardanti eventi o per richiedere la presenza di un giornalista esperto, è possibile contattare direttamente Fabio Verona all’indirizzo fabio.verona@asa-press.com oppure utilizzare contatti disponibili sul sito ufficiale dell’associazione.