Le categorie professionali che evadono di più (immagine: Pixabay)
Il Corriere della Sera, grazie ai dati del Centro studi Itinerari Previdenziali di Alberto Brambilla, stila una lista delle professioni con le partite Iva a maggior rischio di evasione. Al primo posto troviamo il 72% ristoratori che dichiarano un reddito medio di 12.800 euro, contro i 39.700 di quelli che hanno un punteggio Isa sopra l’8. Al quinto posto c’è il 65% dei baristi che dichiara 11.500 euro contro 28.700.
Leggiamo di seguito un estratto dell’articolo di Milena Gabanelli e Simona Ravizza per Il Corriere della Sera.
Tasse, chi imbroglia nella dichiarazione dei redditi
MILANO – Chi fa il furbo con la dichiarazione dei redditi? Per la prima volta, con i dati del Centro studi «Itinerari Previdenziali» di Alberto Brambilla relativi alle dichiarazioni dei redditi presentate nel 2023, ci concentriamo sulle categorie di lavoratori a più alto rischio evasione e cerchiamo di capire al loro interno in quanti, in percentuale, è verosimile che non dichiarino il dovuto.
Saperlo ci riguarda tutti perché chi non versa le imposte in base ai propri guadagni reali beneficia di una serie di servizi senza averli pagati e lo fa a nostre spese.
Ogni anno lo Stato sborsa infatti per ogni singolo cittadino 2.223 euro in sanità, 1.322 in istruzione, 2.660 in assistenza sociale (le invalidità civili e di accompagnamento, gli assegni sociali, la maggiorazione sociale delle pensioni e, in generale, quello che va sotto il cappello del welfare). Questi soldi li prende dall’Irpef che ognuno, in base al proprio reddito, versa all’erario.
…
Lo ricostruiamo per le principali categorie guardando i modelli Isa che sono una sorta di pagella (con voto da 1 a 10) sul livello di affidabilità fiscale. Un contribuente viene considerato fiscalmente poco attendibile, e dunque a rischio di evasione fiscale, sotto l’8.
Le partite IVA a rischio evasione
1) il 72% dei ristoratori che dichiarano un reddito medio di 12.800 euro, contro i 39.700 di quelli che hanno un punteggio Isa sopra l’8;
2) il 70% dei meccanici: 20.700 euro contro i 41.100 degli affidabili;
3) il 68% dei panettieri: 13.300 euro contro 31.500;
4) il 66% dei macellai: 11.600 euro contro 23.100;
5) il 65% dei baristi: 11.500 euro contro 28.700;
6) il 60% degli alimentari: 10.700 euro contro 23.900;
7) il 55% dei fioristi: 13.500 euro contro 22.800;
8) il 46% degli estetisti: 9.600 euro contro 23 mila;
9) il 48% dei parrucchieri: 11.900 euro contro 24.500;
10) il 45% dei balneari: 12.500 euro contro 38.100;
11) il 44,8 degli agriturismi: 8.200 euro contro 32.200.
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RIMINI – Sono pronti i due padiglioni che arricchiranno il quartiere fieristico di Rimini fino alla realizzazione della grande cupola sul lato Ovest e renderanno disponibili ulteriori 8.300 mq per le prossime manifestazioni di Italian Exhibition Group (IEG). L’intervento ha visto anche la realizzazione della nuova hall Est, che a partire da Ecomondo, in programma da martedì 5 a venerdì 8 novembre, accoglierà espositori e visitatori.
In questi giorni sono stati apportati gli ultimi interventi e già a partire da oggi le strutture sono state messe a disposizione per gli allestimenti in vista della prossima edizione di Ecomondo, che segnerà l’avvio dell’attività nei due nuovi padiglioni (nominati ‘B8’ e ‘D8’ e connessi direttamente ai padiglioni ‘gemelli’ B7 e D7).
“Ottobre 2024 è una data importante per IEG e per Rimini”, spiega il presidente di IEG, Maurizio Ermeti. “Ecomondo – prosegue – terrà infatti a battesimo i due nuovi padiglioni con 8.300 metri quadrati in più di superficie espositiva. Realizzati a tempo di record, in quattro mesi e mezzo, questi due padiglioni aggiuntivi offriranno una risposta immediata alle esigenze di spazio delle nostre manifestazioni in rapida crescita. Dopo Ecomondo, infatti, i nuovi padiglioni saranno utilizzati già nel gennaio del prossimo anno con SIGEP. Saranno le due più grandi manifestazioni fieristiche che Rimini abbia mai ospitato, creando nuova ricchezza per l’intero territorio”.
Il nuovo padiglione D8 (immagine concessa)
“Ǫualcuno – continua l’AD di IEG, Corrado Peraboni – dice che abbiamo realizzato questi due nuovi padiglioni in tempi cinesi… In realtà li abbiamo realizzati con i tempi che gli italiani riescono ad avere quando si mettono insieme e lavorano unite le forze, le imprese e le istituzioni del territorio. Ma oggi siamo semplicemente arrivati ad una tappa del nostro percorso di crescita. Il potenziamento della struttura fieristica di Rimini non si ferma infatti qui. Ǫuesto è un passaggio per consentire alle nostre manifestazioni di continuare a crescere in attesa del nuovo grande padiglione che verrà realizzato sul lato ovest, accompagnando così la crescita di un’azienda che continua a produrre ricchezza per il territorio, come è nella mission di IEG”.
L’esterno del nuovo padiglione D8 (immagine concessa)
Il nuovo ingresso Est e le aree espositive sono attrezzati con le ultime tecnologie utili al check-in dei visitatori. Inoltre, non sono previsti i classici tornelli, ma i titoli d’ingresso saranno verificati da palmari manuali per rendere più fluido il transito in entrata e in uscita.
Il coordinamento complessivo dei lavori è stato a cura del Team Operations Rimini di IEG guidato da Mirco Zamponi e la supervisione progettuale, direzione lavori e sicurezza di Mijic Architects.
Maurizio Ermeti, presidente IEG (immagine concessa)
Le opere di predisposizione del fondo sono state a cura dell’impresa Pesaresi, le strutture temporanee sono state fornite e installate dalla società tedesca HTS. Gli impianti sono stati progettati dal Polistudio di Riccione e realizzati dalla società F.lli Franchini. Altri consulenti sono stati lo Studi TI per la sicurezza e lo Studio Sarti per la parte strutturale.
TREVISO – Un nuovo capitolo si apre per la storica caffetteriaHausbrandt di Treviso in Corso del Popolo n. 48, inaugurando “Max Pasticcerie Caffetteria Hausbrandt” il prossimo 9 novembre. Una riapertura che si annuncia ricca di dolci sorprese, grazie alla prestigiosa collaborazione tra il Gruppo Hausbrandt presieduto da Martino Zanetti e Max Pasticcerie del Maestro Pasticciere Massimo Albanese, realtà amata e riconosciuta dai trevigiani per le sue creazioni uniche.
L’ex bar Nazionale si trasforma in un’oasi di gusto dove la tradizione della pasticceria incontra l’eccellenza del caffè Hausbrandt.
Gli amanti del dolce potranno gustare una selezione delle migliori creazioni del Maestro AMPI Massimo Albanese tra cui il pluripremiato Tiramisù, vincitore del Premio Cucchiaio di Cristallo e Tiramisù di Treviso.
Le dolci realizzazioni accostano ingredienti di altissima qualità e abbinano in particolare al pregiato caffè Gourmet, straordinaria miscela di caffè 100% Arabica, proveniente dalle terre dell’America centrale e meridionale, oltre che dall’Africa. Il suo profumo avvolge con delicate note di nocciola e vaniglia, anticipando un sapore raffinato che ricorda il cioccolato al latte, la nocciola e la freschezza degli agrumi, un’esperienza sensoriale unica per l’espresso, il cappuccino e le altre preparazioni di caffetteria.
La collaborazione tra Max Pasticcerie e Hausbrandt consolida la sinergia tra due realtà che condividono gli stessi valori: la passione, la ricerca della qualità e l’attenzione al cliente. Dal 2014 infatti con l’apertura della Pasticceria Max Caffetteria Hausbrandt di Via Canova, Massimo Albanese porta la sua esperienza e la sua maestria nella creazione di dolci unici, che si sposano alla perfezione con l’aroma intenso e avvolgente del caffè Hausbrandt.
Il taglio del nastro della nuova pasticceria si svolgerà alla presenza del Sindaco e delle Autorità, a testimonianza dell’importanza della rinascita di un luogo simbolo della città, che si rinnova grazie alla passione e all’impegno di Max Pasticcerie e Hausbrandt.
MILANO – Il settore del fine dining in Italia si conferma in forte crescita, con il business degli chef stellati che ha registrato un aumento complessivo dei ricavi pari al 17% rispetto all’anno precedente. I dieci principali player hanno infatti raggiunto un totale di quasi 209 milioni di euro, rispetto ai 178 milioni del 2022, evidenziando un notevole consolidamento e diversificazione nel settore.
Il settore del fine dining in Italia
Il gruppo Da Vittorio guida la classifica con un fatturato di 87 milioni di euro, segnando un incremento del 30% rispetto al 2022, grazie alla diversificazione in ambito catering e ristorazione.
Il business degli chef stellati in Italia (dati concessi)
Segue il Gruppo Cannavacciuolo, che ha chiuso il 2023 con un ricavo aggregato di 24 milioni di euro (+4%). Nel caso della famiglia Cannavacciuolo, a trainare la crescita sono i ristoranti premiati dalla Michelin – Villa Crespi con tre stelle e il Bistrot a Torino con una stella – e soprattutto l’espansione nell’hospitality con la catena Laqua Collection, che si integra alla ristorazione gourmet.
Due esempi emblematici sono gli hotel 5 stelle lusso Villa Crespi (che include l’omonimo ristorante) e il più recente Le Cattedrali Relais by Laqua Collection, aperto contestualmente al fine dining Cannavacciuolo Le Cattedrali Asti.
La Famiglia Alajmo e il mondo Francescana di Massimo Bottura confermano la crescita, rispettivamente con incrementi del 6% (fatturato 2023 a 19 milioni di euro) e del 10% (fatturato 2023 a 18,7 milioni di euro) rispetto all’anno precedente.
Altri nomi rilevanti come Enrico Bartolini e Carlo Cracco hanno registrato aumenti del 16% (fatturato 2023 a 15,9 milioni di euro) e del 4% (fatturato 2023 a 12,3 milioni di euro), mentre Niko Romito ha realizzato un incremento del 26% con ricavi a 9,6 milioni di euro. Giancarlo Perbellini, con 8,6 milioni di euro e un aumento del 4%, e l’Enoteca Pinchiorri, con un incremento del 25% portando i ricavi a 7 milioni di euro proseguono il trend positivo del settore. Segno più anche per il bilancio 2023 di Enrico Crippa che, con il tristellato Piazza Duomo e il ristorante La Piola (in partnership con la famiglia Ceretto), chiude l’esercizio con 6,6 milioni di euro (+10 per cento).
La crescita del fine dining italiano è sostenuta da una strategia di diversificazione che si espande in settori complementari come il catering, l’ospitalità e la consulenza, segno di un settore in evoluzione che risponde alle nuove esigenze del mercato.
La multinazionaleFerrero ha ottenuto il riconoscimento “Good Farm Animal Welfare Awards” per le sue uova sostenibili. Francesco Tramontin, vice president global public affairs di Ferrero, ha condiviso il percorso dell’azienda senza gabbie e il suo sostegno al divieto delle gabbie nell’Unione Europea. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale Efa News.
Il premio Good Farm Animal Welfare Awards
MILANO – Un numero da record di Good Farm Animal Welfare Awards è stato consegnato nei giorni scorsi alle aziende che guidano il movimento Cage-free per galline, scrofe e conigli, rafforzando la missione di Compassion di “Porre fine all’era delle gabbie”. Venticinque riconoscimenti che celebrano i pionieri dell’allevamento a terra non solo in Europa, ma anche in Asia e America Latina, evidenziando il crescente slancio globale per la produzione senza gabbie.
L’amministratore delegato globale di Compassion Philip Lymbery ha tenuto una sessione di domande e risposte con Francesco Tramontin, Vice President Global Public Affairs di Ferrero, che ha condiviso il percorso dell’azienda senza gabbie e il suo sostegno al divieto delle gabbie nell’Unione Europea.
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BOLGONA – L’associazioneVirtus Pallacanestro Bologna S.p.A. ha comunicato che martedì 29 ottobre, l’Assemblea dei soci ha approvato il bilancio dell’esercizio per l’anno 2023-2024 e confermato come presidente del Consiglio d’amministrazione Massimo Zanetti.
L’assemblea ha confermato come membri del Consiglio d’amministrazione Marco Preti, Giuseppe Sermasi e Nicola Gualandi, confermando poi la delega di ceo a Luca Baraldi.
Virtus Segafredo Bologna: confermato il Consiglio di amministrazione
L’Assemblea ha poi confermato nel ruolo di Presidente del collegio dei sindaci Michele Colliva e come sindaci Massimo Garuti e il nuovo entrato Pier Luigi Ungania.
Luca Baraldi ringrazia gli azionisti per la fiducia rinnovata e augura ai colleghi del Consiglio d’amministrazione di continuare a lavorare insieme sempre con l’obiettivo di ottenere i migliori risultati, dentro e fuori dal campo.
BOLOGNA – Fabbri 1905 si conferma tra i protagonisti di Eurochocolate 2024 (15 – 24 novembre): l’azienda bolognese, ambasciatrice della tradizione dolciaria italiana, sarà infatti sponsor ufficiale della storica manifestazione perugina, che quest’anno spegne le sue prime trenta candeline.
Un anniversario celebrato con il ritorno nel centro storico di Perugia, dove Fabbri 1905 accoglierà i visitatori nel suo ampio stand situato in una posizione di grande impatto, al fondo di Largo delle Libertà, nell’area del Belvedere da cui si dominano le fiabesche colline umbre.
Fabbri 1905 a Eurochocolate
Un vero e proprio temporary shop, dallo stile inconfondibile con i classici decori bianchi e blu, aperto sui tre lati, dove il pubblico potrà scoprire, assaggiare ed acquistare grandi classici e golose novità, anche grazie a un’intera area dedicata alle degustazioni. “Sulla bocca di tutti” – questo il claim della manifestazione – sarà il BomBon Fabbri 1905: una pralina dal cuore di Amarena Fabbri avvolta da finissimo cioccolato fondente in un sottile strato di zucchero. Sarà amore fin dal primo assaggio.
Tra le novità più golose anche le creme spalmabili Fabbri 1905, in tre varianti pensate per rispondere agli ultimi trend di mercato: cacao e caramello salato, cacao e socco, pistacchio, disponibili anche in formato mignon.
Con l’avvicinarsi del Natale protagonista dello stand sarà anche il panettone Cuor di Amarena Fabbri, originale creazione che unisce l’arte pasticcera italiana alla leggenda dell’Amarena Fabbri, creando un connubio unico per le feste.
Non mancheranno anche le classiche specialità al liquore, i celebri topping, i nuovissimi liquore alla ciliegia e liquore alla Grappuva – e ovviamente i prodotti icona di casa: Amarena Fabbri insieme a Fragola Fabbri e Zenzero Fabbri.
Tutti prodotti presenti nello stand possono diventare un dolce pensiero natalizio e in questa occasione saranno venduti a prezzi promozionali.
Labelys.it lancia nuovi materiali ottenuti dalla canna da zucchero e dal mais (immagine concessa)
MILANO – Nel dibattito sul packaging sostenibile, spesso ci si concentra sull’imballaggio, trascurando un elemento altrettanto importante: l’etichetta. Piccola, ma essenziale per raccontare il prodotto e riportare le informazioni previste dalle normative, può fare la differenza per rendere un packaging davvero eco-friendly.
L’attenzione verso il packaging sostenibile, del resto, è in costante crescita, non solo da parte delle aziende, ma anche dei consumatori. Secondo una recente ricerca condotta da Nomisma*, il 62% degli italiani considera la sostenibilità un fattore determinante nelle decisioni d’acquisto, e per 2 consumatori su 3 il packaging gioca un ruolo fondamentale nelle scelte di prodotti alimentari.
Le nuove etichette di Labelys
Un’ulteriore conferma di quanto la confezione, etichetta compresa, sia sempre più rilevante nelle dinamiche di consumo odierne. In questo contesto, Labelys.it, il nuovo partner in Italia per la stampa online di etichette adesive personalizzate, presenta innovative soluzioni progettate per soddisfare le esigenze delle aziende del food & beverage impegnate a realizzare packaging 100% eco-friendly: la Carta in fibra di canna da zucchero e il PLA trasparente compostabile ricavato dal mais.
L’innovativa carta in fibra di canna proposta da Labelys è realizzata a partire da scarti della lavorazione agricola (bagassa), offrendo un’alternativa naturale e riciclata per le etichette di prodotti alimentari e bevande.
Questa carta è ideale per confezioni di vini, distillati e prodotti gourmet, dove l’estetica del packaging gioca un ruolo fondamentale nel posizionamento del prodotto, senza compromettere l’impegno verso la sostenibilità.
La fibra di canna non solo si presenta come una soluzione green, ma è anche altamente performante: garantisce un’adesività eccellente su superfici curve o ruvide, come le bottiglie di vetro, conferendo al prodotto un look premium e naturale, perfetto per i mercati del vino e delle bevande artigianali.
Altra novità online su Labelys.it è il PLA trasparente compostabile, un materiale realizzato con amido di mais, completamente biodegradabile. Questa soluzione è ideale per etichette destinate a prodotti alimentari freschi e confezionati, come latticini e succhi, che richiedono una visibilità perfetta.
Grazie alla sua resistenza e alla capacità di mantenere un’elevata qualità visiva, il PLA offre la stessa brillantezza dei tradizionali film plastici, ma con un impatto ambientale notevolmente ridotto. Un elemento fondamentale per le aziende del settore alimentare, che possono così migliorare la sostenibilità del proprio packaging senza compromettere la presentazione del prodotto.
L’e-commerce italiano Labelys.it fa capo all’omonimo Gruppo internazionale specializzato nella produzione di etichette adesive di alta qualità, con un focus sull’innovazione e la sostenibilità e una forte attenzione alle necessità di mercato e alle sfide ambientali del futuro.
L’impegno di Labelys verso la sostenibilità si riflette non solo nell’utilizzo di materiali riciclabili e compostabili, ma anche nella continua ricerca di soluzioni innovative che possano coniugare estetica, funzionalità e rispetto per l’ambiente, come le nuove carte in fibra di canna da zucchero e il PLA trasparente compostabile.
Soluzioni che rispondono alle esigenze di un mercato in cui la sostenibilità rappresenta un fattore determinante per la reputazione aziendale e la fedeltà dei consumatori.
*Fonte: Osservatorio Packaging del Largo Consumo Nomisma, Consumer Survey aprile 2024
Il saluto portato dalla neo presidente Arianna Mingardi dell’Associazione Caffè Trieste, al tavolo da sx Gianni Pistrini, Marino Petracco, Roberto Nocera, Doriano Simonato (immagine concessa)
TRIESTE – Dopo dieci gemellaggi fra Musei europei del caffè, quest’anno l’evento curato dall’Associazione museo del caffè di Trieste, si è svolto sabato 26 ottobre in ambito Triestespresso Expo e l’ospitalità da parte dell’Ente fieristico, convegno calendarizzato quale iniziativa collaterale.
In sintesi, si tratta di un appuntamento biennale di incontro e parternariato fra istituzioni museali dedicate al caffè. E’ un’attività socio-culturale che dal 2004 ha coinvolto aree espositive presenti in Europa (Germania, Svizzera, Austria, Francia, Ungheria, Olanda, Cipro, Belgio, Russia) e due anni fa, il decimo, con il Brasile, col grande Museu du café di Santos.
Roberto Nocera, Gianni Pistrini, Doriano Simonato con lo scambio di oggetti frutto del Parternariato (immagine concessa)
Da questa edizione del 2024, l’undicesima, l’Associazione coinvolgerà realtà espositive ubicate in Italia. Partendo da La San Marco di Gradisca d’Isonzo (GO), azienda che dal 1920 rappresenta l’eccellenza nella produzione di macchine per caffè espresso e, particolarmente apparecchiature che usano il tradizionale sistema a leva, diffuse in tutto il mondo.
Mentre, l’Associazione Museo del Caffè è un sodalizio di divulgazione culturale, il cui fine è quello di promuovere le conoscenze in questo ambito, in particolare nel settore della divulgazione del settore e del collezionismo. Fra le diverse attività, per rafforzare gli obiettivi statutari, si valorizzano oggetti caffeicoli moderni e storici, letteratura, visite guidate, seminari (noti i Cenacoli del caffè che si avvieranno in novembre) ed esposizioni attualmente in un contesto di “Museo Diffuso del Caffè” urbano.
Il Sodalizio è in attesa, che il Comune di Trieste definisca degli spazi espositivi ad hoc in Porto Vecchio per poter dar più adeguata visibilità.
Il rito di parternariato si è completato con un approfondito seminario che ha coinvolto illustri relatori, protagonisti nei diversi ambiti: Roberto Nocera, Marino Petracco e la presenza dei presidenti dell’Associazione Museo del Caffè, Gianni Pistrini e Doriano Simonato.
MILANO – Si torna da Caffè Pergamino, creatura di Luigi Parise situata in Piazza del Risorgimento, vicino a Piazza San Pietro e nata nel 2016, quando ancora si era pionieri dello specialty, poi diventato nel corso degli anni uno dei punti di riferimento per questo tipo di bevanda nella capitale.
Tutto è partito 8 anni fa, dalla passione e dalla visione chiara del titolare, che ha spinto la qualità sopra ogni altra cosa e sul caffè: Pergamino infatti, è un’autentica caffetteria e coffee shop, dove il passare del tempo non ha significato un cambio di passo e compromessi.
Anzi, proprio il contrario: da Caffè Pergamino, il caffè è core business e non ci sono sconti
Né in termini di prezzo – che non è proprio un argomento di discussione o motivo di lamentela per chi ormai è diventato un cliente affezionato del locale – né in termini di offerta. La collaborazione con i roasters eccellenti continua – da Rubens Gardelli a Davide Cobelli, le referenze sono sempre al massimo – nell’impostazione di una selezione in grani ricercata e artigianale.
Fissa al bancone una La Strada La Marzocco che riesce a reggere ritmi e volumi sostenuti, macinino on demand e la scelta di servire solo e sempre specialty – per l’espresso, rigorosamente in double shot perché questo è il modo di interpretare il caffè dello stesso Parise – anche destinato al consumo domestico per chi vuole acquistare materia prima di qualità per casa.
“A questi clienti consiglio anche di acquistare un macinacaffè, per avere un macinato sempre fresco sul momento” aggiunge Luigi Parise, che si distingue anche in questa scelta per l’essere coerente con la sua filosofia di qualità a qualsiasi costo.
Quindi in tutto questo tempo, Caffè Pergamino non è mai sceso a compromessi
“Assolutamente no – afferma con forza Luigi Parise – anzi, non abbiamo mai fatto passi indietro perché credo in questo progetto che sta in piedi da 8 anni. Siamo cresciuti sempre di più spingendo la qualità, senza preoccuparci come in tanti della questione dei prezzi, spesso frutto di speculazioni.
Il filtro da Caffè Pergamino (foto concessa)
Siamo un coffee shop in cui sono a disposizione solo per citarne alcuni, The Barn, Nomad Coffee, Rubens Gardelli, Davide Cobelli, da quando abbiamo aperto. Acquisto un Geisha Village Panama che vendo in pacchi da 250 grammi: questo perché è un’eccellenza che rispecchia il nostro essere una boutique di caffè, le persone lo riconoscono e sono disposte a pagare questi prezzi.
Siamo certo fortunati ad avere una clientela di turisti che sono già abituati, ma anche i romani che ci conoscono vengono da noi dall’altra parte della città, espressamente per comprare il proprio caffè da estrarre in casa.
Non abbiamo Campari, Coca-cola: non siamo un bar, un “banco a ristoro”, ma una caffetteria a tutti gli effetti.”
Quindi possiamo affermare che oggi puntare solo sullo specialty si può fare?
“Assolutamente sì, se fatto con coraggio. Ho alle spalle altre tre aziende – due Irish Pub, il Morrison che compie 30 anni e il Be.Re. birreria top, in collaborazione con Stefano Callegari – che mi hanno permesso di arrivare sin qui con Caffè Pergamino: se qualcuno pensa che da zero si possa aprire un business riuscendo ad ottenere certi risultati da subito, sbaglia ed è così costretto a scendere a compromessi.
Invece io, usando le mie risorse derivate dalle altre attività, non ho mai dovuto fare un passo indietro. Sono sempre andato dritto per la mia strada, crescendo: abbiamo anche inserito – e siamo stati tra i primi a farlo quando ancora non era diffuso – il coffee shop con una vetrina per esporre caffè e attrezzature, che ci ha dato soddisfazioni, ma ci vuole una certa esperienza su cui contare per fare degli utili.
Noi possiamo vantarne una decennale e a breve, proprio forti di questo, avvieremo una ristrutturazione totale di Caffè Pergamino per migliorare l’operatività del locale (che misura 60 metri quadrati), puntando prossimamente a costruire un banco più performante per ottimizzare il work flow. Totalizziamo ormai un numero importante di vendite tra estrazioni e uso domestico.”
Ma l’espresso tra gli italiani va ancora per la maggiore oppure si fa strada il filtro?
“Più che altro è legato ad un discorso anagrafico e si procede per diverse fasce d’età: i giovani trai 18 e i 40 anni bevono filtro. Gli adulti ancora si mostrano scettici e hanno bisogno di assaggiare per capire e apprezzare la differenza. Collaboriamo in particolare con i roasters: Davide Cobelli è stato il mio formatore e anche dei miei ragazzi, con Rubens Gardelli attualmente stiamo lanciando, un liquore al caffè con il Cigno Bianco, da bere al posto di un amaro. Parliamo di un prodotto diverso dalla solita offerta, con della materia prima di qualità.”
Nel nuovo Caffè Pergamino cambierà altro?
“Sì, conto di spostare la chiusura dalle 19 alle 24. Perché le persone di sera, non sanno dove andare a bere un buon caffè. Dobbiamo essere noi i primi a proporci di forza e di traverso, prendendo il coraggio in mano per cambiare le cose e spingere lo specialty. Non mi sono mai adeguato per poter restare aperti.
L’offerta da Caffè Pergamino (foto concessa)
Tutto quello che esula dal caffè è relativo, è un contorno. In futuro, la mia idea è addirittura quella di togliere tutto, anche il food: da noi si compra e si beve solo il caffè. Ora certo abbiamo delle opzioni per la colazione, sia salata che dolce – dai cookies ai toast e uova, alcuni lievitati cotti da noi la mattina – che però sono destinati a scomparire. Resterà qualche fornitore, ma la verità è che la sfida sarà quella di eliminare questa parte.
L’obiettivo è aprire più punti vendita in cui si serve soltanto qualità e dove una tazzina non può costare assolutamente un euro. Il brand Caffè Pergamino è registrato in tutto il mondo e l’espansione è nei programmi futuri.”
Quindi Caffè Pergamino anche di notte
“Ci proviamo. Ma questo non significa che proporremo una carta di drink a base caffè: non voglio mescolare le due cose. Offriremo il nostro prodotto continuando ad essere soltanto una caffetteria, così come dice l’insegna del locale. Pergamino è una caffetteria radicale, segue la mia visione che ho spinto con coerenza in tutti questi anni. “
Cosa ci dice invece sulla questione personale?
“Tra tutti e 4 i locali, ormai contiamo 60 collaboratori. Come in tanti settori, anche noi abbiamo avuto dei problemi: non si trovano persone che abbiano voglia di formarsi, che siano appassionati al lavoro. Da Caffè Pergamino siamo in 6 e avremmo bisogno di nuove risorse, almeno altre 5, per fare meno fatica e portare avanti i nostri standard qualitativi – anche perché prepariamo i filtri a mano -. Ma cercheremo di migliorare anche questo aspetto.”
Il fatto di avere alle spalle tutta questa esperienza gestionale e imprenditoriale, quanto è stato fondamentale per raggiungere il punto in cui è oggi il Caffè Pergamino?
“Purtroppo sono in tanti che si improvvisano. Da 40 anni nel settore e 25 in proprio, ho fatto un buon percorso caratterizzato anche dai sacrifici: il problema di base è che sono in troppi che oggi si mettono a fare questo mestiere senza avere le giuste competenze o l’esperienza necessaria. Invece so che non si finisce mai di imparare e per questo sono sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo.
E l’ideale sarebbe anche trovare dei nuovi collaboratori: con i 4 manager dei locali che seguo, ci incontriamo e confrontiamo, li ho cresciuti in 15 anni di lavoro insieme. Si è creato un team di management di giovani preparati e questo a dimostrazione che siamo riusciti a creare un ambiente di lavoro confortevole, un aspetto a cui tengo particolarmente.
Diamo sicurezza ai ragazzi a livello contrattuale, economico, dando loro una prospettiva di crescita: io sto con loro, sono un capo anomalo. Certo nel campo della caffetteria è molto più complicato trovare personale qualificato, perché molti nonostante i tanti anni dietro al bancone, sono in difficoltà e non sanno cosa sia lo specialty o un macinino on demand. Bisognerà quindi trovare persone disposte a lavorare sodo e ad appassionarsi.”
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