lunedì 17 Novembre 2025
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Il cantante Sal Da Vinci accusato di plagio per il brano Rossetto e caffè

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rossetto e caffè espresso tommy cash
Il legame tra musica e caffè (immagine: Pixabay)

Il cantante Sal Da Vinci è stato accusato di plagio poiché, a detta di alcuni pareri, il suo brano Rossetto e caffè ricorda Pensiero stupendo di Patty Pravo. L’artista ha subito smentito le accuse. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Jacopo D’Antuono per il quotidiano Il Sussidiario.

L’accusa di plagio

MILANO – Da qualche tempo a questa parte, Sal Da Vinci sta spopolando con Rossetto e caffè. Il duetto con i The Kolors a Sanremo 2025, se possibile, ha aggiunto ulteriore brio ad un brano che ha raggiunto oltre centocinquanta milioni di visualizzazioni in streaming.

E le recenti accuse di plagio ricevute dal cantautore napoletano non sembrano scalfirlo più di tanto, né rovinare la gioia del momento. “Pensiero stupendo di Patty Pravo? Ci sono due note che possono ricordare quella canzone, ma nient’altro”, ha tuonato il cantante a proposito dell’insinuazione circolata dopo il boom della sua canzone.

“Mi viene da ridere perché se si fosse trattato di plagio mi avrebbero massacrato”, ha precisato seccato Sal Da Vinci in una intervista riportata dal Corriere. Insomma, le critiche vengono spazzate vie dall’entusiasmo del cantante napoletano e, soprattutto, del pubblico che ha ha promosso a pieni voti Rossetto e Caffè.

Per leggere la notizia completa basta cliccare qui.

La Moka con l’uso a induzione è la scelta più ecosostenibile per l’espresso: meno energia e imballaggi

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moka partinico bicicletta marinaio turbo
La moka (immagine: Pixabay)

Gianluigi Goi ci ha segnalato che L’Accademia dei Georgofili, istituzione accademica fondata nel 1753 a Firenze, ha analizzato il consumo domestico di caffè nel Bel Paese. Nella ricerca gli scienziati dell’Accademia hanno appurato che il caffè preparato con la moka ad induzione è nettamente più eco-sostenibile di quello ottenuto con le macchine ad autospegnimento del caffè in cialde o capsule.

Per saperne di più leggiamo l’articolo di Matteo Cibelli, Alessio Cimini, Mauro Moresi sul sito ufficiale georgofili.info.

L’impatto ambientale del caffè in Italia

Nel 2019 il consumo italiano di caffè tostato e macinato è stato di circa 304.000 tonnellate. Di questi, l’84% è stato utilizzato per preparare la bevanda sia a casa che negli uffici o nel settore alberghiero, ristorante, catering e dei distributori automatici. Il caffè tostato e macinato copre circa il 90% dei consumi, seguito dal caffè torrefatto in grani (6,7%) e dalle polveri di caffè istantaneo (3,3%), ed è confezionato principalmente in buste flessibili in poliaccoppiato (84,5%), seguite da lattine in acciaio (7,5%) e capsule o cialde monodose (5%).

Nel settore del caffè monodose, la richiesta di capsule in alluminio è in crescita del +11% dal 2016, mentre è in calo quella di capsule in plastica e cialde in carta.

In un lavoro dell’Accademia si è determinata l’energia consumata per preparare una tazza di caffè (40 mL) utilizzando le principali caffettiere usate in Italia (ossia la Moka e le macchine per cialde o capsule), e si è effettuato uno studio di Life Cycle Assessment (LCA) per identificare le emissioni di gas ad effetto serra associate alle sole fasi di utilizzo e post-consumo in conformità al metodo standard Publicly Available Specification (PAS) 2050.

Il caffè preparato con la moka ad induzione è risultato nettamente più eco-sostenibile di quello ottenuto con le macchine ad autospegnimento del caffè in cialde o capsule per un triplice motivo:

1) Il consumo di energia elettrica per una tazza di caffè da 40 mL preparata con la moka è pari a 6.8 Wh contro i 12 Wh consumati dalla macchina per caffè in cialde o gli 8.5 Wh consumati da quella per il caffè in capsule.

2) La quantità di imballaggi (carta, plastica ed alluminio) da smaltire per singola tazza di caffè ammonta ad appena 0,5 g nel caso del caffè macinato per Moka in buste di poliaccoppiato da 250 g contro i 6,4 g nel caso del caffè in cialde od i 3,0 g nel caso della capsula tipo Nespresso.

3) L’impronta del carbonio di una tazza di caffè è pari a 48 g CO2e nel caso della moka contro i 76 g CO2e nel caso del caffè in cialde ed i 61 g CO2e nel caso della capsula tipo Nespresso.

Nonostante il caffè in cialde od in capsule rappresenti un esempio di innovazione diretta alla cosiddetta consumer care (in quanto fornisce al consumatore il prodotto ed il sistema per prepararlo con buone caratteristiche qualitative e con un alto livello di replicabilità), le cialde o le capsule di caffè eludono l’altro aspetto dell’innovazione che punta alla sostenibilità ambientale, in quanto moltiplicano, rispettivamente, per un fattore 10 o 5 le quantità di rifiuti di imballaggi post-consumo.

Purtroppo, il consumo di caffè in cialde e soprattutto in capsule sta aumentando per la maggio-re praticità di uso e di gusto, ma non certo per la maggiore sostenibilità ambientale come sostenuto nei media.

Ad esempio, nella città di Amburgo è stato vietato l’uso delle capsule di caffè negli edifici statali per ridurre la formazione di rifiuti . È stata anche evidenziata un’enorme generazione di rifiuti , spesso inquinati da alluminio e ftalati.

Alla luce dei risultati ottenuti, la caffettiera Moka non andrebbe affatto messa in cantina. Infatti, anche quando viene riscaldata con un fornello a gas l’impronta del carbonio non supera i 51 g CO2e, e rappresenta pertanto un’alternativa di gran lunga più sostenibile rispetto alle macchine del caffè in capsule o cialde.

Nonostante la qualità di una tazzina di caffè Moka dipenda fortemente dall’abilità del preparatore e dalla manutenzione della caffettiera ed i tempi di preparazione siano abbastanza più lunghi (272±5 s) di quelli di un espresso da cialde o capsule (30±5 s), il consumatore eco-responsabile dovrebbe essere consapevole che il riscaldamento globale si combatte anche con una tazzina di caffè moka, il cui uso al posto delle macchine per cialde o capsule eviterebbe l’emissione di 10,3 o 1,8 g di CO2e per singola tazzina.

Dal momento che il consumo italiano ammonta a circa 70 milioni di tazze di caffè al giorno, i gas serra evitati ammonterebbero a quelli emessi per circumnavigare l’equatore terrestre, rispettivamente, 180 o 32 volte al giorno con una city car diesel Euro5 che emette 100 g CO2e/km.

Enrico Maltoni e Gino Bisso presentano l’esposizione dedicata alle macchine del caffè a Forlimpopoli, 23/02

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L'evento culturale presso Casa Artusi (immagine concessa)

FORLIMPOPOLI (Forlì e Cesena) – Una domenica pomeriggio all’insegna della cultura, tra esposizioni di macchine e pezzi unici ricchi di storia con degustazioni che rischiarando la mente fanno apprezzare il vero gusto del caffè di qualità. Enrico Maltoni, collezionista di macchine e caffettiere d’epoca, con Gino Bisso storico esperto di caffè ripercorrono 500 anni di storia del caffè, guidandoci alla scoperta della bevanda “amica dei letterati” come scrive l’Artusi.

L’appuntamento di Enrico Maltoni e Gino Bisso è per il 23 febbraio 2025 dalle 17:00 alle 19:00 a Casa Artusi, situata a Forlimpopoli (Forlì e Cesena).

Dai primi utensili alle caffettiere in rame e ottone, semplici o decorate, dalle cuccume agli eleganti samovar fino alle caffettiere moderne, un viaggio in secoli di invenzioni, tra evoluzione tecnica e storia del design, riscoprendo il gusto del caffè di un tempo attraverso le preziose caffettiere storiche fino ad arrivare al successo italiano del caffè espresso da bar.

Con l’occasione saranno esposte macchine da bar storiche, caffettiere di pregio e piante di caffè. Seguirà degustazione di caffè rari e pregiati in abbinamento a due dolci preparati dai Maestri di Casa Artusi.

È possibile prenotare online a 15 euro (posti limitati). Per maggiori informazioni basta cliccare qui.

Kimbo con Serena Brancale nel videoclip del brano Anema e Core

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Serena Brancale per Kimbo (immagine concessa)

MELITO DI NAPOLI (Napoli) – Dopo il successo, nell’estate 2024, del singolo Stu Cafè, il brano portafortuna che la cantante di Baccalà ha realizzato a quattro mani con Kimbo rielaborando lo storico jingle aziendale, la collaborazione tra Serena Brancale ed il Caffè di Napoli per antonomasia si rafforza e prosegue nel 2025 con il videoclip di Anema e Core, il brano presentato ieri sera a Sanremo.

Kimbo insieme a Serena Brancale

Come già nel viaggio mistico e multietnico che aveva condotto la Brancale a Marrakech, anche in questo nuovo percorso, più romantico e sentimentale, l’artista, nelle magiche atmosfere pugliesi che fanno da sfondo al racconto, ha portato con sé non una ma due tazzine di caffè Kimbo.

Il videoclip di Anema e Core, il bellissimo brano che si preannuncia come una delle grandi hit da ballare fino alla prossima estate, racconta infatti l’incontro tra due persone di origini e mondi diversi: da un lato Serena Brancale con tutta la sua orgogliosa femminilità e con il suo grande talento di musicista, dall’altro Dario Morello, campione italiano di boxe da Secondigliano, il noto quartiere napoletano che ospita da oltre mezzo secolo stabilimento industriale e quartier generale di Kimbo.

Nel video le vite di Dario e Serena si muovono in parallelo ma, ad un certo punto della storia, si intrecciano durante una festa, in una bellissima masseria pugliese, dopo il mare di Polignano, e una tazzina di caffè Kimbo diventa il legame tra i due protagonisti. Dopo quel caffè, Serena si lascia trasportare da Dario nella danza, metafora della vita.

I due iniziano a ballare e poi corrono via, insieme. Una storia di amore, di incontri, di festa, di musica, di bellezza, dove il trade union è sempre uno: il caffè Kimbo, sapiente e preziosa miscela che sa essere il perfetto compagno di avventura nei momenti più belli della vita, il gusto speciale degli incontri più significativi.

A Sanremo intanto, nel cafè/salotto quasi radiofonico allestito in Corso Matteotti 192, Kimbo continua ad essere il caffè scaramantico di Casa Kabras: qui Daniele Cabras, content creator tra i più seguiti e amati in Italia, conduce l’omonimo format, in onda sui suoi profili social, con gli artisti e VIP in giro nella città ligure, tra gag, aneddoti, indiscrezioni e… la divertente ed ironica lettura dei fondi di caffè, preparato dai coffee master di Kimbo naturalmente.

Hausbrandt presenta la nuova linea “A coffee-time moment” dedicata al canale home

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hausbrandt
La miscela Sublime (immagine concessa)

TREVISO – Uno storytelling emozionale e coinvolgente per presentare la significativa novità Hausbrandt presentata a SIGEP 2025, momento di confronto e d’incontro tra aziende e professionisti della ristorazione.  Arte, colore, dinamicità. Le opere di Martino Zanetti sono più che un’ispirazione per il brand.

Sono la linfa che delinea la personalità di Hausbrandt, l’essenza da cui nascono le idee per prodotti capaci di trasformare piccoli istanti di vita in momenti da ricordare. “Viviamo e viaggiamo attraverso il colore. Il colore percorre il nostro cammino. Linee e pennellate che con estrema facilità e leggerezza sono l’interpretazione temporale del nostro essere.” afferma Martino Zanetti, presidente del Gruppo Hausbrandt.

Hausbrandt “A coffee-time moment” è la nuova linea dedicata al canale “home”. Diversi formati, origini e miscele, varietà di aromi e sapori: la nuova selezione di caffè è pensata per soddisfare differenti profili sensoriali. Ogni blend e ogni formato incontrano le abitudini e i differenti stili che interpretano la pausa caffè.

Colombia (immagine concessa)

Momento, Viaggio, Incontro, Istante, Sogno e Risveglio. Parole evocative che ispirano e raccontano delle emozioni e del vissuto quotidiano. Con packaging e proposte certificate, la gamma affascina, coinvolge e conquista il consumatore fin dalla confezione: elegante, colorata, equilibrata da un lato attraverso tonalità e naming e dall’altro grazie all’uso di profili sensoriali per guidare nella scelta e nella degustazione.

Mattonella Oro (immagine concessa)

La proposta si compone di cinque diverse referenze in capsula compatibile Nespresso, una referenza di pregiato caffè 100% Arabica in barattolo e tre referenze di caffè Arabica e Robusta macinato sottovuoto.

 Capsule compatibili Nespresso

Rappresentano una rivoluzione di gusto sempre pronta e perfetta per scegliere in ogni istante il caffè ideale, con la praticità indiscussa di questo formato.

  • Sublime, un incontro raffinato ed equilibrato: caffè 100% Arabica caratterizzato da aromi floreali con note di frutta secca e miele. Al palato ha una intensità media, con una leggera e bilanciata acidità.
  • Intenso, un abbraccio morbido e avvolgente: miscela di caffè macinato in cui l’aroma di biscotti, miele e caramello, si combina con la rotondità dei sentori di cereali e spezie, per anticipare un sapore corposo e avvolgente con una struttura intensa e una lieve acidità.
  • Decaf, un sogno dolce e delicato: miscela di caffè decaffeinato dal corpo vellutato, caratterizzato da un aroma fruttato. Sentori di cioccolato e biscotto, e una bassa acidità, lo rendono gradevole e accogliente.
  • Colombia, un viaggio tropicale ed elegante: un caffè monorigine dai sentori floreali e fruttati che richiamano la sua origine tropicale, note di miele e una leggera acidità con sensazioni citriche e fresche. Al gusto è avvolgente e bilanciato.
  • Unico, un istante dolce e fruttato: caffè 100% Arabica Fairtrade, un caffè che fa dell’intenso aroma Arabica la sua caratteristica primaria ma che afferma la sua bontà anche grazie alla certificazione Fairtrade. Agrumato e floreale all’aroma, con note fruttate, presenta un corpo delicato con una acidità spiccata e vivace.

 Caffè 100% Arabica in barattolo da 250 g

  • Sublime, un incontro dolce e indimenticabile proprio come la miscela di caffè 100% Arabica scelta per questa referenza, nobile, raffinata, confezionata in un barattolo elegante che grazie alla verve delicata e onirica dell’azzurro, dichiara da subito il carattere di questo caffè pregiato. Disponibile in tre varianti: Caffè in Grani, Caffè Macinato Espresso e Caffè Macinato Moka/Filtro.

 Caffè macinato da 250 g

Palette di tinte calde e packaging dalle linee morbide sono il preludio di caffè sofisticati, avvolgenti e cremosi, delle più intense miscele di Arabica e Robusta. Ciascun blend regala aromi, sapori e sensazioni differenti, capaci di emozionare e conquistare.

  • Delizia, un istante cremoso ed equilibrato: una miscela di caffè che conquista per la sua cremosità, la struttura rotonda e corposa, con note di cacao e biscotto. Gli aromi di frutta secca e una media intensità lo rendono piacevole all’assaggio.
  • Qualità Oro, un abbraccio: miscela di caffè torrefatto e macinato, dal gusto morbido e avvolgente come un abbraccio, equilibrata con una acidità lieve e un aroma intenso. Le golose note di tostato e cacao lo rendono irresistibile.
  • Qualità Rossa, un risveglio intenso e deciso: miscela di caffè torrefatto e macinato ideale per iniziare la giornata con un caffè dal corpo rotondo, con una struttura all’assaggio corposa e decisa. Le note di cacao, biscotto e frutta secca rendono il suo aroma coinvolgente.

La linea Hausbrandt “A coffee-time moment” sarà presto disponibile nell’e-commerce aziendale.  

CioccolaTò: presentato il programma della Fiera a Torino

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La Fiera CioccolaTò (immagine concessa)

TORINO – Un ritorno atteso. L’edizione 2025 di CioccolaTò, presentata presso il Circolo dei Lettori di Torino, si mostra sotto una veste completamente ripensata, in una nuova location e in dialogo con i luoghi della cultura di una città che vive di bellezza e cioccolato. La kermesse torinese del cioccolato tornerà da giovedì 27 febbraio a domenica 2 marzo in Piazza Vittorio Veneto, proprio dove si era svolta la prima edizione ormai più di vent’anni fa, cambiandosi d’abito e dando vita a quella che può considerarsi a pieno titolo una edizione Zero.

Lo fa sotto un presupposto semplice quanto ambizioso, concettualizzato nel payoff “Sua Eccellenza è il Cioccolato”: restituire la centralità, nei quattro giorni della rassegna, al cioccolato e ai suoi produttori, che diventano gli assoluti protagonisti del principale evento cittadino a tema.

CioccolaTò 2025 è un progetto promosso e sostenuto da Camera di commercio di Torino e Città di Torino organizzato da Turismo Torino e Provincia con il supporto di Regione Piemonte, con il contributo di Fondazione Compagnia di San Paolo e Fondazione CRT, in partnership con Iren e in collaborazione con le associazioni di categoria del territorio (Ascom, Epat, Confesercenti, Casartigiani, CNA Torino, Confartigianato, API, Coldiretti).

Saranno circa 50, tra nomi celebri e realtà di nicchia, i produttori di cioccolato che prenderanno posto nell’emiciclo di Piazza Vittorio Veneto, una delle più amate e iconiche piazze della città, per lasciar entrare nel loro mondo appassionati, turisti e avventori di tutte le età. Tra gli espositori, 13 Maestri del Gusto di Torino e provincia.

Clicca qui per la lista completa degli espositori.

Gli oltre 70 stand, dal design completamente rinnovato, si snoderanno nei due lati della piazza e culmineranno in uno spazio denominato “La Casa del cioccolato”, palcoscenico per talk, degustazioni e presentazioni.

“L’evento CioccolaTò 2025, realizzato grazie ad un ampio lavoro di squadra con enti, fondazioni, partner e associazioni di categoria, sarà una grande sorpresa per tutti – anticipa Dario GallinaPresidente della Camera di commercio di Torino. – Accanto ad una rinnovata area espositiva in Piazza Vittorio che ospiterà decine di produttori di altissima qualità, tra cui numerosi nostri Maestri del Gusto, andrà in scena un intenso programma di degustazioni, masterclass, presentazioni di libri e proiezioni di film, laboratori per bambini e attività esperienziali, in una decina di location diverse in giro per la città. Una grande festa diffusa per il pubblico e per i turisti un nuovo ottimo motivo per venire a Torino”.

“Un’edizione dal format completamente rinnovato, a cominciare dalla location, piazza Vittorio, e dal periodo, 27 febbraio al 2 marzo, proprio nell’ottica di pianificare le tante iniziative della Città su tutti i 12 mesi. La manifestazione di quest’anno si concentra sulla qualità e sulla valorizzazione dell’artigianato, offrendo ai visitatori un’esperienza unica attraverso degustazioni, laboratori e iniziative culturali che metteranno in risalto le molteplici sfaccettature del cioccolato. Sarà un autentico viaggio tra storia, sapori e innovazione. Grazie alla collaborazione con la Camera di commercioTurismo Torino e Provincia e le associazioni di categoria, il nuovo CioccolaTo saprà unire gusto e cultura, grazie alla qualità delle materie prime e alla maestria dei talentuosi artisti del cioccolato che parteciperanno ai tanti momenti di festa” aggiunge Domenico CarrettaAssessore ai Grandi Eventi della Città di Torino.

“Si dice che con la cultura non si mangia – commenta Marina Chiarelli, Assessore al Turismo, Cultura, Sport e post olimpico, Pari opportunità e politiche giovanili della Regione Piemonte – ma in realtà proprio il cioccolato dimostra il contrario ovvero che grazie a questa nostra grande tradizione noi oggi possiamo contare su una grande industria che ha creato nel tempo un valore aggiunto culturale sociale ed economico. Quest’anno la manifestazione assume un valore ancora più forte grazie al coinvolgimento di musei importanti come i Musei Reali, il Museo del Risorgimento e il Museo del Cinema. Un segnale che il cioccolato non è solo un piacere per il palato, ma diventa un vero e proprio messaggio culturale, un ponte tra tradizione, arte e storia. Torino dimostra ancora una volta di essere una città che sa raccontarsi attraverso i suoi simboli, e il cioccolato è uno di questi”.

Un CioccolaTò diffuso: il programma culturale nelle sedi museali e nei palazzi storici

CioccolaTò 2025 nasce con l’obiettivo dichiarato di affiancare al momento fieristico e commerciale che raduna in piazza gli artigiani del cioccolato e della pasticceria, una proposta culturale e di dibattito ancora più vasta.

Accanto a Piazza Vittorio Veneto, infatti, la kermesse coinvolgerà anche altre prestigiose sedi museali e palazzi storici cittadini che ospiteranno circa 70 appuntamenti: tra questi, le Gallerie d’Italia – Torino (dove si svolgeranno visite guidate gratuite all’Archivio Publifoto nell’ambito del progetto Le fabbriche del cioccolato. Storie di imprese e di lavoro dagli archivi Publifoto e IMI di Intesa Sanpaolo), il Cinema Massimo grazie alla collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema per le proiezioni di film a tema cioccolato, il Circolo dei Lettori, per gli incontri con gli scrittori, Palazzo Birago, sede della Camera di commercio di Torino, per i seminari dedicati alle imprese e alla filiera del cioccolato, il Museo Nazionale del Risorgimento per talk e approfondimenti, Le Rosine Polo Artistico e Culturale, i Musei Reali e Palazzo Saluzzo di Paesana, tra  eventi, workshop, incontri, mostre, tour guidati e dibattiti con i nomi importanti del panorama culturale e dolciario italiano. Tra le novità di questa edizione è utile ricordare la collaborazione con Choco-Story, il museo del cioccolato e del Gianduja inaugurato lo scorso giugno in Via Paolo Sacchi. CioccolaTò 2025 intende essere, quindi, una festa collettiva che dall’epicentro di Piazza Vittorio Veneto invade le strade della città, sale per le scale dei suoi palazzi storici seguendo la scia del profumo di cacao e gianduia, in un ricco palinsesto culturale e divulgativo attraverso i linguaggi del cinema, della letteratura, della fotografia e, naturalmente, nelle diverse declinazioni del cibo degli dèi, dalla cioccolata calda alle praline, dai gianduiotti ai cremini e alle tavolette.
Ad esempio, sabato 1° marzo, alle ore 9, aprirà la giornata Pasta e sfoglio: un’ora in compagnia di notizie dall’Italia e dal mondo accompagnata da una dolce colazione al Caffè Elena, uno dei locali storici della città con vista su piazza Vittorio e sull’area espositiva di CioccolaTò.

Nella rassegna letteraria proposta al Circolo dei Lettori trovano spazio il romanzo messicano Dolce come il cioccolato (giovedì 27, ore 18:30) e una pietra miliare del genere noir, La scatola di cioccolatini di Agatha Christie (sabato 1°, ore 18), mentre in quella cinematografica, proiettata al Cinema Massimo, non può mancare un grande classico come Willy Wonka e la Fabbrica di Cioccolato (1971).

Proprio questo farà Torino durante CioccolaTò: trasformare la sua reputazione di città-fabbrica che l’ha contraddistinta nel secolo scorso, a Fabbrica del Cioccolato. Sempre in piazza Vittorio Veneto, il pasticcere Silvio Bessone ne allestirà una all’aperto in collaborazione con la ditta Selmi: insomma, partecipare a CioccolaTò 2025 sarà come avere appena scartato la barretta contenente il golden ticket.

Oltre alla prospettiva transmediale, che vede il cioccolato immortalato e raccontato su pellicola e su carta, si affronta anche il tema del rapporto dello stesso con altri elementi enogastronomici, attraverso eventi dedicati all’abbinamento del cioccolato ai liquori e al suo impiego in raffinati cocktail e ricette d’autore.

Non mancheranno appuntamenti dal taglio meno pop e più settoriale, come gli incontri in Camera di commercio di Torino dedicati alle aziende e alla filiera agroalimentare o i talk al Museo del Risorgimento. Spazio ai più piccoli al Polo Culturale Le Rosine con laboratori dedicati a bambine e bambini tra i 5 e 11 anni il sabato e la domenica mattina alle ore 10:30, mentre per i più grandi è prevista una caccia al tesoro per Choco-hunters.

Tra le numerose degustazioni e gli show-cooking nella Casa del cioccolato si esploreranno le varie declinazioni del cioccolato, anche in abbinamento con vermouth, cocktail, rum, pane e vini. Per quanto riguarda i piatti salati, invece, saranno i ristoranti del circuito Mangèbin a proporre abbinamenti creativi.

Fare click qui per prenotare il posto agli eventi CioccolaTò 2025.

Charity Partner: Fondazione Piemontese per Ricerca sul Cancro ETS

Tutti gli eventi sono su prenotazione; quelli con degustazione, così come i Welcome Tour, prevedono un contributo di 5€ che sarà interamente devoluto alla Fondazione Piemontese Ricerca sul Cancro ONLUS di Candiolo, charity partner dell’edizione 2025 di CioccolaTò.

 

Una città vestita a festa

L’identità visiva di CioccolaTò 2025 è affidata all’ispirata matita del graphic designer torinese Gianluca Cannizzo, a.k.a. My Poster Sucks, già direttore creativo del magazine L’Integrale e tra i fondatori del Laboratorio Zanzara. A due settimane dall’inizio di CioccolaTò, quindi, la città si veste di arancio e delle forme immaginate da Cannizzo, in simboli riconoscibilissimi come il Toret, il Caval ëd Bronz di Emanuele Filiberto, le Porte Palatine e, naturalmente, l’immancabile Mole Antonelliana, che si uniscono per identificare una volta di più il profondissimo legame che unisce la città al cioccolato e, da più di venti anni a questa parte, anche a CioccolaTò.

Per l’occasione i ponti, le piazze, le edicole cittadine, i bus, le fermate della metropolitana e i palazzi storici che ospiteranno gli incontri saranno vestiti dell’immagine di campagna e inviteranno cittadini e cittadine a partecipare alla manifestazione in piazza Vittorio Veneto. Inoltre, in molti negozi di Torino e della prima cintura, oltre che nelle sedi istituzionali e negli spazi aggregativi e culturali della città, saranno distribuiti locandine e volantini informativi, al fine di far arrivare a tutte e tutti un messaggio chiaro: CioccolaTò è tornato, più gustoso che mai.

Il culmine, la sera del 27 febbraio, sarà l’illuminazione della Mole Antonelliana con il logo della manifestazione.

L’impresa del cioccolato: qualche dato di filiera

Nel 2024 si contavano in Italia 761 imprese della produzione di cacao in polvere, cioccolato, caramelle e confetterie. In Piemonte sono 104 le imprese, il 13,7% del totale nazionale. Allargando l’analisi non solo alla produzione ma anche al commercio all’ingrosso di zucchero, cioccolato, dolciumi e prodotti da forno, a fine 2024 questo settore contava 2mila imprese a livello nazionale, di cui il 6,8% (134 imprese) in Piemonte.

Il cioccolato nel mondo

Le esportazioni italiane di cacao e sue preparazioni, tra gennaio a settembre 2024, sono ammontate a 2,1 miliardi di euro, in crescita rispetto a fine 2023 del +16,2% (1,8 miliardi di euro).

Proprio alle imprese di questa filiera e in generale a quelle dell’agroalimentare si rivolgono i seminari organizzati dalla Camera di commercio di Torino: si parlerà di come aprire un’impresa agroalimentare, di come finanziare progetti di sostenibilità e di circolarità in questo settore, di utilizzo dei sottoprodotti, ma anche di marchi storici del cioccolato. Alla Casa del cioccolato previsti anche incontri sulla filiera del latte, la filiera della nocciola e sul prezzo del cacao, aumentato del 170% nel corso del 2024.

Gianduiotto IGP verso il riconoscimento

Siamo ad una fase decisiva. A seguito della domanda di riconoscimento e successiva istruttoria svolta da Regione Piemonte e dal Ministero dell’Agricoltura, martedì 11 marzo a Torino si terrà la riunione di pubblico accertamento che permetterà di verificare la rispondenza del disciplinare del “Gianduiotto di Torino IGP” rispetto a quanto previsto dal Regolamento (UE) 2024/1143. La riunione concluderà la fase nazionale della procedura e se il parere sarà positivo, la domanda sarà trasmessa a Bruxelles.

Di questo importante passaggio si parlerà giovedì 27 febbraio alle ore 17,30 a Palazzo Birago, Camera di commercio di Torino con la presenza di rappresentanti del Comitato Gianduiotto Torino IGP.

Curiosità CioccolaTò 2025

Molti i prodotti creati appositamente per la manifestazione: la storica Pasticceria Ghigo di via Po proporrà una versione inedita dell’iconica Nuvola, per esaltare l’incontro tra la sua inconfondibile sofficità e il cioccolato, rendendola un’esperienza unica per i visitatori. Creazioni inedite anche tra i Maestri del Gusto di Torino e provincia: Chicchi Sani proporrà un Tiramisù 2.0 espresso e preparato al momento, La Perla di Torino stupirà i visitatori con un Tartufo gigante, la cioccolateria Poretti porterà i suoi celebri salami di cioccolato introdotti dalla simpatica scultura di cioccolato “Lina la cinghialina”. Ma saranno moltissime le sorprese e le proposte realizzate grazie alla fantasia e all’abilità dei produttori.

Merchandising

Dal 27 febbraio nello spazio Torino Shop dedicato alla vendita di merchandising in piazza Vittorio Veneto e nell’Ufficio del Turismo di Turismo Torino e Provincia (piazza Castello angolo via Garibaldi), i visitatori potranno acquistare un “dolce” ricordo dell’evento.

Sono in vendita alcuni dei prodotti della linea di local-merchandising “Saluti da Torino” declinata a tema cioccolato: la shopper con l’immagine del gianduiotto, la shopper con tutte le tonalità del cioccolato, i sottobicchieri, la tazza, la tovaglietta, il panno da cucina e le calamite. I materiali realizzati sono ecosostenibili, il cotone utilizzato è 100% organico con certificazione GOTS.

GTT celebra l’eccellenza del cioccolato con un’esperienza speciale in metropolitana

In occasione di Cioccolatò, GTT rende omaggio all’arte cioccolatiera con un’iniziativa esclusiva nel cuore della città. Giovedì 27 febbraio la stazione metro di XVIII Dicembre si trasformerà in un raffinato punto d’incontro tra mobilità e gusto, con la distribuzione di cioccolatini ai viaggiatori.

A coronare questa collaborazione, un vagone della metropolitana sarà arricchito da eleganti grafiche interne ispirate al cioccolato, trasformando il viaggio in un’esperienza immersiva nel sapore e nella tradizione. Un omaggio elegante e coinvolgente a una delle eccellenze più amate del nostro territorio.

Per vivere al meglio la manifestazione, GTT invita tutti a raggiungere Cioccolatò con i mezzi pubblici, la scelta più comoda e sostenibile per muoversi in città.

La partnership con il Salone del Vino (24 febbraio – 2 marzo 2025 alle OGR)

Quest’anno il Salone del Vino Torino in collaborazione con CioccolaTò ha realizzato un’area masterclass, al Binario 2 delle OGR TORINO, per approfondire e scoprire la ricchezza e la varietà degli abbinamenti tra queste eccellenze enogastronomiche, sabato 2 e domenica 3 Marzo. Durante le masterclass gratuite, con registrazione attraverso il biglietto di partecipazione al Salone del Vino, si potranno scoprire i vini delle cantine appartenenti al Consorzio Tutela Vini d’Acqui, al Consorzio per la Tutela dell’Asti DOCG, alla Associazione Comuni del Moscato.

Inoltre, si potranno degustare i Vermouth delle aziende del Consorzio del Vermouth di Torino, e i distillati grazie al Consorzio Tutela Grappa del Piemonte e Grappa di Barolo. E poi ancora i passiti della Azienda La Palera di Borgomasino (TO), e grazie al Consorzio Freisa di Chieri e Collina Torinese i vini dolci delle colline Torinesi, tra cui il Cari, la Malvasia e la Freisa dolce. In abbinamento le eccellenze dei cioccolatieri, tra cui Alessandro Spegis, La Perla di Torino, Davide Appendino, Luca Ballesio e molti altri.

• Orari: Aperto tutti i giorni dalle 11:00 alle 20:00

• Taglio del nastro: giovedì 27 febbraio ore 12.00

• Concerto di chiusura: domenica 2 marzo ore 19.00 con la Bandakadabra

• Accessibilità: Disponibile parcheggio riservato ai disabili al fondo di Corso San Maurizio

• Informazioni: Per maggiori dettagli, a disposizione l’Ufficio del Turismo di Turismo Torino e Provincia (Piazza Castello angolo Via Garibaldi) e in Piazza Vittorio Veneto.

Al via i Campionati nazionali di pasticceria a Fiera del Tirreno CT

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campionati nazionali
I Campionati nazionali (immagine concessa)

MARINA DI CARRARA (Carrara) – Al via i Campionati nazionali della Federazione internazionale di pasticceria, gelateria e cioccolateria (Fipgc), un appuntamento unico nel suo genere che dal 23 al 26 febbraio 2025 trasformerà la Fiera del Tirreno CT in un palcoscenico di eccellenza nell’arte dolciaria. Centinaia di talenti provenienti da ogni regione d’Italia si sfideranno per conquistare il titolo di Campione nazionale, mettendo in campo le abilità, le tecniche e l’estro creativo per conquistare l’esigente giuria.

Il ritorno dei Campionati nazionali di pasticceria

Una quattro giorni di gare e adrenalina. In scena 5 diverse competizioni che spaziano in tutti i diversi settori del made in Italy: campionato miglior colomba, miglior uovo di pasqua decorato, miglior dolce (coppa gelato e praline), miglior pane e in scena anche la selezione per accedere ai mondiali del tiramisù.

“I campionati nazionali rappresentano oramai da oltre un decennio un appuntamento imperdibile per valorizzare il talento dei nostri professionisti e per celebrare l’arte della pasticceria, gelateria e cioccolateria, patrimonio gastronomico invidiato in tutto il mondo. Afferma Matteo Cutolo, presidente Fipgc. Come Federazione, cerchiamo sempre di dare il massimo per ricercare l’eccellenza, e manifestazioni come queste sono i banchi di prova per mettersi in gioco, per sperimentare e confrontarsi con altri grandi professionisti del settore. È sicuramente per tutti un’occasione di crescita”.

Campionato miglior colomba d’Italia

Una sfida, in scena domenica 23 e lunedì 24 febbraio, che celebra sia la tradizione e che l’innovazione nella creazione del dolce simbolo della Pasqua. I partecipanti possono mettersi alla prova in 2 categorie distinte:

  1. Miglior colomba italiana classica
  2. Miglior colomba italiana innovativa

Per la categoria classica, i concorrenti dovranno preparare due colombe identiche, in composizione e peso, e devono contenere solo canditi d’arancia, un aroma a scelta e una copertura di glassa croccante.

La semplicità della ricetta non toglie nulla alla difficoltà di esecuzione: per ottenere un risultato perfetto, bisogna giocare con la qualità degli ingredienti, la tecnica e la cura in ogni dettaglio.

Ogni colomba verrà giudicata su vari aspetti, che vanno dalla presentazione al gusto, con particolare attenzione alla tecnica di preparazione:

  1. profumo: l’aroma che emana la colomba è uno degli aspetti fondamentali, poiché anticipa la bontà del dolce;
  2. taglio: la forma e la consistenza al taglio sono un segno distintivo della sua preparazione;
  3. cottura: la cottura deve essere perfetta per ottenere una colomba morbida e ben lievitata;
  4. gusto: il sapore deve essere equilibrato e pieno, senza mai risultare eccessivo;
  5. sofficità: la leggerezza e la morbidezza sono segno di una lavorazione ben eseguita;
  6. alveolatura: la struttura interna della colomba deve presentare una alveolatura regolare, senza presentare poche bolle o bolle troppo grosse, ma con una distribuzione omogenea che dimostra una lievitazione perfetta;
  7. Sospensioni: le sospensioni (canditi, frutta o aromi) devono essere ben distribuite e sospese uniformemente all’interno dell’impasto, senza concentrarsi in un unico punto, per garantire una consistenza equilibrata in ogni fetta.

Per la colomba innovativa, oltre a tutti questi parametri, verranno considerate le innovazioni in termini di tecnica e di nuovi abbinamenti.

La giuria sarà composta da professionisti esterni, scelti e selezionati direttamente dall’organizzazione, a cui si aggiungeranno due membri della Federazione che si sono contraddistinti negli ultimi anni per i loro eccellenti risultati professionali. La premiazione sarà lunedì 24 febbraio 2025, a partire dalle ore 16.00.

L’arte del cioccolato: Campionato miglior uovo di Pasqua decorato

Il 25 e il 26 febbraio se ne vedranno delle belle. La Fiera del Tirreno si trasforma in una vera e propria tela per l’estro artistico dei pasticceri. Ogni concorrente sarà chiamato a realizzare un uovo di Pasqua del peso tra i 400 e i 500 grammi, scegliendo una delle seguenti categorie in cui dare libero sfogo alla propria creatività:

  • Uova eleganti
  • Uova cartoon
  • Uova fashion
  • Uova d’autore (ispirate a dipinti o opere d’arte)

La sfida è aperta a tutte le tecniche artistiche e pasticciere, dando ampio spazio all’immaginazione e alla maestria dei concorrenti. Ma c’è una regola fondamentale: tutti i materiali utilizzati devono essere edibili. Si tratta di un’occasione unica per trasformare il cioccolato e gli ingredienti in vere e proprie opere d’arte, dove l’estetica e la bellezza decorativa si incontrano con il gusto e la tradizione.

Il miglior uovo di Pasqua sarà decretato il 26 febbraio a partire dalle ore 16.00.

Campionato miglior coppa gelato d’Italia

Il gelato, da tempo non più limitato alla sola stagione estiva, è ormai protagonista tutto l’anno e si afferma come uno dei settori più dinamici della gastronomia. Questo cambiamento ha dato vita a competizioni straordinarie, come il Campionato miglior coppa gelato d’Italia, che nel 2025 si prepara a dettare le tendenze del settore.

Il 25 e il 26 febbraio i partecipanti dovranno presentare 8 coppe identiche, ciascuna contenente un solo gusto di gelato. Le coppe possono essere decorate e arricchite con ganache, gelée, elementi croccanti o qualsiasi altro tocco creativo, a condizione che il risultato finale sia armonioso e originale.

Ogni concorrente avrà 1 ora a disposizione per mantecare il gelato, presentarlo in coppa o piatto e pulire la propria postazione. Inoltre, ogni partecipante dovrà consegnare brochure con il ricettario completo, indicando le grammature e le descrizioni dettagliate dei procedimenti per ogni singola preparazione.

La scrupolosa giuria, composta dai membri dell’Equipe Eccellenze Internazionali della Federazione e da due esperti mastri gelatieri, sarà chiamata a valutare con attenzione ogni aspetto delle preparazioni: struttura, bilanciamento, presentazione, ingredienti e abbinamenti di gusti.

La premiazione avverrà a partire dalle ore 16.00 del giorno mercoledì 26 febbraio 2025.

Selezioni per il Campionato del mondo del tiramisù

Il 25 e il 26 febbraio ci saranno anche le selezioni per il “The World Trophy of Professional Tiramisù “, ovvero saranno selezionati 10 pasticcieri che dovranno affrontare le diverse nazionali nel prossimo campionato previsto a novembre 2025.

Ogni concorrente dovrà presentare un tiramisù innovativo. I partecipanti avranno pertanto completa libertà nel presentare il dolce come meglio si crede. Si prevede la realizzazione in loco di 8 monoporzioni, che potranno essere di diverse forme: una coppa decorata, una monoporzione in stampo o un dessert scomposto.

Il tiramisù dovrà essere composto da almeno una base cotta e una preparazione in crema, e dovrà necessariamente includere due ingredienti fondamentali: mascarpone e caffè.

I risultati si avranno il 26 febbraio a partire dalle ore 16:00.

Campionato italiano panificazione

 Non solo pasticceria, da qualche anno la Federazione si rivolge anche a tutti i maestri dell’arte bianca con i campionati. Così, il 23 febbraio, in gara anche per la realizzazione del pane tradizionale e innovativo.

Per tradizionale si intende un pane realizzato solo con lievito madre e con farina (anche macinata a pietra) di grano tenero tipo 0, 00, 1 oppure integrale, semola di grano duro ma senza inserimento di altri prodotti; per innovativo, invece, si intende un pane salato (o dolce) da merenda o prima colazione realizzato con lievito madre in apposito stampo con inserimento di qualsiasi ingrediente dolce (canditi, frutta secca, cioccolato, ecc.) o salato (salumi, formaggi, verdure, ecc.).

Anche qui, la giuria equipe eccellenze degli chef della panificazione Fipgc avrà l’arduo compito di decretare il migliore, con criteri ben precisi, come profumo, taglio, cottura, friabilità, alveolatura, e premiare con la coppa di Miglior Pane d’Italia.

 Tutti i campionati nazionali e le rispettive premiazioni potranno essere seguiti in diretta sulla pagina Facebook della Federazione internazionale di pasticceria, gelateria, cioccolateria cliccando qui.

Calendario:

23 febbraio: Miglior Colomba d’Italia, Campionato italiano Panificazione

24 febbraio: Miglior Colomba d’Italia, premiazioni ore 16.00

25 febbraio: Miglior Dolce (pralina e coppa gelato), selezioni World Trophy of Professional Tiramisù, Miglior Uovo di Pasqua decorato

26 febbraio: Miglior Dolce (pralina e coppa gelato), selezioni World Trophy of Professional Tiramisù, Miglior Uovo di Pasqua decorato, premiazioni ore 16:00

L’evento è aperto al pubblico. Fiera del Tirreno CT – complesso fieristico di Carrara Via Maestri del Marmo, 54033 Marina di Carrara MS

Orari Manifestazione: dal 23 al 25 Febbraio dalle 9:30 alle 18:30, il 26 Febbraio dalle 9:30 alle 17:00

La scheda sintetica di Fipgc

La Federazione internazionale pasticceria, gelateria e cioccolateria (Fipgc) è l’ente che promuove la pasticceria italiana in tutto il mondo.

Vanta una presenza radicata e capillare sul territorio italiano, con delegati per ogni regione e dei sotto-delegati per ogni provincia. Ha lo scopo di unire tutte le realtà esistenti sul territorio (scuole, grossisti, associazioni, imprese del settore pasticceria, gelateria, cioccolateria, panificazione), per rafforzarne la collaborazione ed ottenere la crescita di tutto il settore e dei prodotti Made in Italy.

FIPGC organizza in tutta Italia eventi, fiere, corsi di formazione di alto livello, preparazione One-to-One o di squadra per gareggiare nei concorsi a livello nazionale e internazionale.

Dal 2015 organizza i Campionati italiani e i Campionati mondiali di pasticceria e cake design. Nel 2017 nascono anche i Campionati nazionali di pasticceria alberghieri d’Italia: promossi insieme al MIUR, Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, è il primo campionato Juniores di pasticceria dedicato agli istituti alberghieri, che dà modo ai giovani che vogliono intraprendere la professione di confrontarsi con i grandi maestri d’Italia. FIPGC è un soggetto che ha acquisito in questi ultimi anni una grande importanza a livello istituzionale.

Un ruolo suggellato dai protocolli d’intesa con il Ministero degli Esteri, con lo scopo di sostenere il made in Italy e delle eccellenze italiane nel mondo e con il MIUR (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca) per rafforzare il rapporto tra scuola e mondo del lavoro.

Per ulteriori informazioni basta cliccare qui.  

Uberto Marchesi e Donato Pensa, NKG Bero Italia, dopo l’apertura di Coffee Culture: “C’è bisogno di fare cultura, stimolare la curiosità e porre le basi per l’apprendimento”

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nkg coffee culture
Il percorso di degustazione (immagine concessa)

Donato Pensa e Uberto Marchesi, co direttori generali di NKG Bero Italia, hanno svelato i retroscena del progetto di formazione Coffee Culture (ne abbiamo parlato qui) che è coordinato da Deborah Righeschi in veste di Coffee Coach. La sede si trova in Piazza Matteotti 2 a Genova, in pieno centro storico, proprio di fronte al Palazzo Ducale.

A Genova è scattata l’attesa apertura per Coffee Culture di fronte ad un gioiello come il Palazzo Ducale: come si uniscono il nuovo e la tradizione in un’offerta formativa innovativa?

“Come tradizione, oltre la location in pieno centro storico genovese, direi la volontà di difendere e valorizzare un prodotto che rappresenta da sempre un importante patrimonio della cultura italiana.

Coffee Culture
Il centro formativo Coffee Culture (immagine concessa)

Di innovativo sicuramente il fatto di avere uno spazio destinato a tutti, dai professionisti agli appassionati, per parlare di caffè in tutte le sue molteplici sfaccettature”.

A dicembre c’è stato il lancio dei corsi: sono state molte le adesioni e in particolare focalizzate in quale dei tre ambiti proposti?

“Abbiamo avuto diversi interessi da parte degli addetti ai lavori, soprattutto per i workshop su temi dedicati.

Il tavolo di preparazione e assaggi (immagine concessa)

Per quanto riguarda i semplici curiosi e/o appassionati è sicuramente più complesso, anche se il primo corso di febbraio è andato quasi “sold-out”. Poi, in realtà, c’è un quarto format, non ufficializzato, che ha avuto diverse richieste, ovvero l’organizzazione di eventi fatti su misura per singole aziende.

Ci raccontate come è andato il primo corso per Coffee Lovers?

“Benissimo! Il primo corso ha confermato in pieno la nostra idea, ovvero che il vero ostacolo sia convincere le persone ad iscriversi.

Una volta che inizi a parlare del nostro meraviglioso prodotto, raccontare cosa avviene in origine e le profonde differenze fra le tante qualità disponibili, la maggior parte degli interlocutori rimane affascinato. La dimostrazione è che metà dei partecipanti si è già prenotato per gli altri moduli, che attualmente sono in costruzione”.

Il corso Coffee Lovers (immagine concessa)

Uberto Marchesi e Donato Pensa dietro a Coffee Culture: perché è importante partire proprio dal verde per fare cultura del caffè?

Perché la filiera del verde è estremamente lunga e complessa ma, dall’altra parte, ha uno story-telling molto potente, sinora poco condiviso con il consumatore finale.

Grazie al nostro know-how e alla presenza del Gruppo Neumann in origine, ci farebbe molto piacere poter aiutare a colmare questa lacuna e valorizzare tutto il lavoro dietro ogni chicco”.

L’entrata di Coffee Culture (immagine concessa)

Coffee Culture come arriverà al consumatore finale? C’è bisogno di eventi e incontri tranchant come le puntate di Report per fare cultura del caffè?

C’è bisogno di fare cultura, stimolando la curiosità e ponendo le basi per un percorso graduale di apprendimento. Per questo bisogna dedicare tempo e sacrificio, i format come Report al contrario puntano su messaggi rapidi, per questo estremamente superficiali e a volte di parte, che facciano subito ascolto”.

A parte i social, quali sono i canali per intercettare il consumatore medio?

“Tutti. I social ovviamente giocano una parte importante (a tal proposito è online da poche ore la pagina Instagram di Coffee Culture), però ogni singola conversazione sul caffè può fare cultura e incuriosire il consumatore medio, oggi sempre più attento e sensibile. Per questo Coffee Culture in futuro si farà promotore di eventi e/o festival, soprattutto dedicati a scuole e università”.

I caffè utilizzati per i primi corsi (immagine concessa)

In che modo Coffee Culture può essere di supporto agli operatori per navigare in questo momento critico del settore?

Il mercato negli ultimi anni sta vivendo profondi cambiamenti, non solo legati al vertiginoso aumento dei prezzi. Crediamo sia giusto per tutti, inclusi noi stessi, mettere in costante discussione le proprie procedure e confrontarsi con altri operatori. La costante professionalizzazione e la capacità di valorizzare il prodotto sono due fattori importanti e, forse, decisivi per navigare con successo in questo mare agitato”.

L’angolo dedicato alla formazione (immagine concessa)

Dopo SIGEP, quali sono i prossimi appuntamenti da cavalcare per spingere Coffee Culture?

“Credo faremo presto qualche iniziativa a livello regionale per andare a raggiungere appassionati e curiosi, anche perché la Regione Liguria si è dimostrata estremamente interessata e disponibile a sostenere il nostro progetto.

All’inaugurazione ha infatti partecipato anche il Vicepresidente Alessandro Piana. Poi ci sarebbe un’idea, ancora in fase embrionale, che potrebbe essere molto apprezzata dalla torrefazione italiana, ma per il momento non possiamo rivelare nulla”.

Ci raccontate i diversi moduli pensati in parte per i professionisti in parte per i coffeelovers?

Per i Coffee Lovers il modulo iniziale è di 3 ore, alternando teoria e pratica, con un costo di 59 euro. Il nome, che richiama la filiera del caffè verde, è Coffee Journey. Per gli addetti ai lavori abbiamo invece pensato a delle giornate intere dedicate a workshop specifici al costo di 300 euro. I primi tre argomenti che abbiamo in agenda sono: lavorare in basket, preparare un cupping professionale e la conta dei difetti sul crudo.

Abbiamo inoltre in programma i diversi moduli SCA, che hanno un valore diverso in base a livello e, di conseguenza, alla durata. Per ognuno di questi eventi è richiesta un’importante mole di lavoro, anche preparatorio, e utilizzo di attrezzature, per cui era fondamentale trovare un equilibrio tra accessibilità e sostenibilità economica. Abbiamo quindi stabilito un prezzo che rappresentasse davvero il minimo possibile, garantendo al contempo la qualità della formazione e la copertura dei costi operativi”.

Nestlé: fatturato a 96,5M (-1,8%), crescita in cifra singola media per il caffè, Nespresso a 6,74M (+0,1%)

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Nestlé Nespresso
Il logo Nestlé

MILANO – Il caffè si conferma il principale driver di crescita di Nestlé, che chiude l’esercizio 2024 con utili e fatturato in calo, ma in linea l’ultima guidance e con le aspettative degli analisti. Il colosso svizzero – numero uno mondiale nel settore del caffè – ha diffuso ieri, giovedì 13 febbraio, i dati a consuntivo dell’anno trascorso. Le vendite totali sono in calo dell’1,8% a CHF 91,4 miliardi (96,5 miliardi di euro), inclusi gli impatti negativi del 3,7% dai movimenti dei cambi e dello 0,3% dalle cessioni nette.

Ma la crescita organica è pari al 2,2%, contro le attese di un +2,1%. L’utile netto è diminuito del 2,9% su base annua, attestandosi a CHF10,9 miliardi (11,4 miliardi di euro), con l’eps (utile per azione) di base, a sua volta, in calo dell’1%, a 4,19 franchi.

Il margine di utile operativo sottostante (Utop) è del 17,2%, in calo di 10 punti base (bps), con un margine di utile lordo migliorato e un aumento di 40 bps negli investimenti di marketing.

Ma il ritorno alla crescita organica (quella reale interna, Rig, è del +0,8%) e soprattutto l’ulteriore aumento del dividendo (a 3,05 franchi), il 29° consecutivo, hanno premiato il titolo in Borsa, che in apertura è balzato di oltre il 6%, mantenendo i guadagni fino alla chiusura, a 83,68 franchi.

Si tratta del valore più alto dall’ottobre scorsom Molto al di sotto però dei massimi di inizio gennaio 2022, quando le azioni di Nestlé raggiunsero il picco storico di 129,50 franchi

“In un contesto macroeconomico difficile e in un ambiente di consumo debole, abbiamo ottenuto una solida performance nel 2024, in linea con le nostre ultime indicazioni,” ha commentato il CEO Laurent Freixe.

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Lo specialty a Parma con Coce, dove tutto è a vista e non ci sono segreti

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Giuseppe Mazzocca, e Chiara Masino da Coce (foto concessa)
Da destra, Giuseppe Mazzocca, e Chiara Masino da Coce (foto concessa)

MILANO – Dietro il locale Coce di Parma ci sono due compagni di vita e di avventura, Giuseppe Mazzocca, e Chiara Masino: nel centro storico, a qualche metro dal Teatro Regio, in Borgo Angelo Mazza, 9B, si trova questa impresa che si basa principalmente sulla creazione artigianale di tutti i lievitati, dal pane alla pizza, dai cornetti agli sfogliati e abbinarvi una proposta differente del caffè.

In questo laboratorio di appena 8 metri quadri e 12 destinati alla vendita, servito un filtro che si cambia ogni giorno, in mezzo alla settimana, nel fine settimana oppure addirittura a seconda della richiesta dell’avventore (se ad esempio è già più dentro il mondo dietro la tazzina).

Coce ha aperto a giugno

Giuseppe arriva a Parma lavorando da Stefano Guizzetti, maestro gelatiere che aveva sviluppato anche un laboratorio gastronomico in cui apprendere le tecniche dei lievitati.
Obiettivo: aprire qualcosa di molto piccolo. Racconta Giuseppe: “Il mercato di Parma aveva questo gap di qualità sul lievitato moderno. Da Coce è tutto a vista, non ci sono segreti.”

Vi aspettavate di partire un po’ in salita?

“Come ogni inizio ci aspettavamo di faticare un po’, anche perché siamo una cosa particolare rispetto agli altri posti a Parma, ma in realtà già dal terzo giorno siamo stati pubblicati sulla Gazzetta di Parma e da 40 brioche siamo passati a doverne fare 300 al giorno – scherza Giuseppe – per ora teniamo botta.

Anche il caffè va molto bene: nessuno a parte noi serve il filtro e proprio per questo riusciamo a prepararne una media di 16/18 al giorno. Abbiamo una Mokkamaster, un macinacaffè Master sul momento. Questa modalità ci permette di lasciare libero il cliente di servirsi da solo, io mi occupo solo di regolare la macinatura.

Da Coce non ci sono posti a sedere (anche se più in là proveremo ad allargarci nel locale adiacente). La nostra idea era quella di proporre un on the go e sta funzionando nonostante in Italia non sia una pratica molto diffusa. Al contrario per ora i clienti ci chiedono di ampliare l’offerta dei caffè o il cold brew (che per noi è comodo anche per lo stoccaggio).”

Quindi come vi siete mossi per il caffè?

“Siamo partiti con la torrefazione Lady Cafè che ci ha formato sulla corretta estrazione. La mia ragazza invece è pugliese ed è legata più alla tradizione del Sud. Per ora stiamo usando 8/9 grammi per non sovra estrarre e restare bilanciati in tazza. È un buon compromesso per chi ancora non conosce questi caffè.

Di solito abbiamo una miscela Indonesiana, un Sulawesi kalossi 100% Arabica e poi andiamo con la rotazione: il Kawa di Parigi, uno di Aliena, His Majesty. L’idea è di cambiare stessa origine ma diverso micro roaster.”

Ma come mai questa idea di abbinare lievitati e specialty in filtro? Non tutti in Italia sono dentro questo mondo

“Ho conosciuto lo specialty e le diverse estrazioni all’estero durante i miei viaggi e poi ho avuto modo di entrare in contatto con diversi professionisti. Ad un certo punto mi ero stancato del solito espresso servito nei bar.

Il filtro era la soluzione ideale per Coce, sia in termini di spazio sia per un migliore work flow. Siamo voluti partire con prezzo di lancio a due euro e diamo 130 grammi a porzione. È un costo abbordabile fissato perché almeno inizialmente non volevamo esagerare e così allontanare le persone che non conoscono proprio questo mondo. Nell’ottica ovviamente di alzarlo in futuro.

Il pane da Coce (foto concessa)

Il pane resta il nostro core business e sul resto giochiamo: fuori abbiamo un cartello che dice “quando finiamo il pane, chiudiamo”.

Di norma restiamo aperti dalle 8 alle 14 d’estate e la domenica (salvo ad agosto) intensifichiamo perché è il giorno in cui il pane è acquistato maggiormente perché è un momento di condivisione con la famiglia.”

Nel futuro di Coce: aggiungere qualche tavolino e dare la possibilità di sedersi e degustare.

“Abbiamo anche studiato degli abbinamenti con le tipologie di caffè. Ad esempio con una tazza molto acida consiglierei qualcosa che smorzi. Molti si affidano ai nostri suggerimenti e le persone sanno che la nostra produzione è valida, così allo stesso modo si lasciano guidare sul caffè da bere assieme.

Abbiamo per esempio il Colombia della Finca la Riviera anaerobica, che sa di lichi e rosa ad un cornetto farcito di albicocca cotta al forno con del timo marino sopra che riportava note più floreali e richiamava la rosa. Stiamo anche cercando di espanderci sul caffè e cercare anche dei fornitori dall’estero.

Poi abbiamo iniziato a macinare anche i pacchetti da portarsi a casa da 250 grammi.

Infine, un altro esperimento interessante è quello che stiamo sviluppando insieme all’Università di Scienze Gastronomiche, per estrapolare le molecole e la parte volatile del profilo aromatico del caffè, per replicarla sui lievitati attraverso un macchinario o rimiscelando gli aromi.”